venerdì 27 aprile 2018

Incontro Giovani sentinelle di Cascina


L’ultimo degli incontri di questo secondo appuntamento delle giovani sentinelle è stato a Cascina con studenti e studentesse dell’istituto Pesenti, istituto che è compagno di viaggio sin dalla prima edizione del progetto. 


Martedì 10 aprile, ad accogliere i giovani delle due classi nella sala della biblioteca comunale, è stato il vicesindaco e assessore al Bilancio Dario Rollo che si è dichiarato lieto di partecipare all’incontro e ha manifestato tutta la propria disponibilità ad essere interlocutore di ragazze e ragazzi.

La fondazione ha ricordato le tappe del percorso di formazione, ciascuna con le sue caratteristiche, per arricchire il bagaglio di esperienza dei giovani e, in particolare, questo secondo incontro perché il confronto con chi ha il governo della cosa pubblica nell’ambito comunale, quello più vicino a cittadini e cittadine, offre un’esperienza di discussione pubblica e introduce alla pratica e alle responsabilità della cittadinanza attiva.

Ragazze e ragazzi hanno scelto quest'anno il tema del bullismo che è una questione scolastica rilevante e ha sviluppi inquietanti, un argomento sottovalutato e un vero e proprio problema, come hanno sottolineato in apertura, e lo hanno fatto con l’intento di  sensibilizzare verso la questione giovani e adulti. Hanno in primo luogo preparato un questionario che hanno proposto a compagni e compagne di scuola ed hanno elaborato le prime risposte per cogliere le linee di tendenza confrontandole con la definizione di bullo che ritroviamo in un dizionario della lingua italiana.

Bullo indica sempre un tratto negativo della personalità di un individuo e non dobbiamo confondere bullismo con lo scherzo, perché quest’ultimo richiede, per essere tale, la reciprocità e non ammette tutte quelle conseguenze per chi subisce atti di bullismo. La vittima è una persona che ha paura di essere presa in giro, prova sentimenti di rabbia, vergogna, insicurezza, senso di inferiorità e sul piano personale desidera cambiare scuola o abbandonarla. Vi sono dei sintomi fisici conseguenza della sofferenza.

Dall’altro lato anche il bullo ha bisogno di aiuto, manifesta spesso disturbi nella condotta e un calo di rendimento scolastico.

Il questionario è stato pubblicato sul sito della scuola con lo scopo di capire cosa accade all'interno dell'ambiente scolastico, come si vive e i dati verranno condivisi con una psicologa.

Le prime risposte richiedono molta attenzione, pur nella sommarietà dei dati disponibili, perché ci dicono di una fetta consistente di ragazzi e ragazze che dichiarano di trovarsi male o comunque non bene con i propri compagni e compagne di scuola; e un’altra fetta più grande non è soddisfatta del rapporto con gli insegnanti. Non pochi hanno assistito ad atti di bullismo.

Per contrastare il fenomeno occorre condivisione di strategie e azioni circolari che coinvolgano la scuola, le famiglie e i singoli. In questo senso è di estrema utilità una campagna di sensibilizzazione che ricorra al linguaggio dei massmedia, immediato e di facile lettura, che unisce immagini e parole ed è efficace nella trasmissione oltre ad essere adatto per i ragazzi e le ragazze. Per questo i più giovani hanno prodotto una serie di manifesti mirati al contrasto che hanno illustrato con dovizia di particolari.

Sul piano individuale vi sono poi altre strategie come rafforzare i legami di amicizia che hanno valore anche per l’altro e più grave fenomeno del cyberbullismo. Con il ricorso alle nuove tecnologie emergono delle specificità che rendono il cyberbullismo estremamente pericoloso perché non vi sono limiti spaziali né temporali al compimento di atti di bullismo e, anche se apparentemente paradossale, può essere un cyberbullo chiunque, anche chi è vittima di bullismo.

Il progetto prevede ancora altro lavoro come la conferenza a Pisa su cyberbullismo e nuove tecnologie, l’incontro con una psicologa anche per approfondire il tema dal punto di vista del bullo e uno sportello di ascolto a scuola dedicato alla questione.

Dario Rollo ha subito osservato come l’attenzione sul tema sia molto maggiore che in passato ed ora abbiamo maggiore contezza anche della figura del bullo che, nella vita, è spesso un “perdente”. Si è detto convinto dell’efficacia del dialogo fra i giovani e di questi con gli adulti e ha ricordato l’impegno dell’amministrazione comunale relativamente al cyberbullismo, uno degli obiettivi strategici della stessa amministrazione che ha promosso una conferenza sul tema dell'uso consapevole degli strumenti informatici il 14 maggio 2017 e intende proseguire con altri momenti di riflessione. Ha poi fatto appello al senso di responsabilità, alla buona educazione, al rispetto delle regole per superare i momenti di difficoltà.

Di questa disponibilità hanno approfittato i giovani nello scambio che ha avuto luogo ed è un’occasione da cogliere per studenti e studentesse che riproporranno certamente le loro riflessioni e i loro manifesti a scuola, fra compagni e compagne, per sollecitarli all’attenzione e ad una maggiore consapevolezza e responsabilità nei comportamenti quotidiani, e all’esterno della scuola fra gli adulti. E in questo caso potranno fare affidamento sulle parole del vicesindaco per trovare spazi e occasioni nel proprio comune.

Con questi auspici abbiamo concluso l’incontro e ci siamo dati appuntamento per il prossimo lunedì 7 maggio, sempre nella stessa biblioteca della scuola per approfondire il tema con consiglieri regionali e farne partecipi compagni e compagne della propria scuola.


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola

mercoledì 25 aprile 2018

Da Campobello di Mazara a Corleone


Lunedì 9 aprile mattinata intensa con le giovani sentinelle siciliane. Subito, all’apertura delle scuole, un appuntamento a Campobello di Mazara. 

Nell’auditorium dell’Istituto comprensivo Pirandello San Giovanni Bosco siamo stati accolti da studenti e studentesse, giovanissimi della scuola media e giovani del Tecnico per Geometri Ruggero d’Altavilla V. Accardi. Con loro i rispettivi Dirigenti scolastici, Giulia Flavio del Comprensivo e Grazia Maria Lisma per la scuola superiore, insieme con il sindaco di Campobello Giuseppe Castiglione.

Dopo i saluti delle dirigenti scolastiche e del sindaco che hanno ringraziato la Fondazione per l’impegno e la tenacia con cui tiene fede al lascito di Antonino Caponnetto, la Fondazione ha introdotto i lavori veri e propri.
La vicenda del giudice antimafia, dal suo arrivo a Palermo per sostituire Rocco Chinnici al maxiprocesso e dal ritorno a Firenze fino all’impegno a testimoniare la cultura della legalità e le memorie di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è ricca di insegnamenti per ragazze e ragazzi che scoprono questo pezzo di storia del nostro Paese così vicina a noi e così densa di significati. 

In questo senso dopo aver ricostruito la vicenda sul piano storico, abbiamo posto l’attenzione sui temi del rispetto delle regole e della cittadinanza, di cosa vuol dire essere cittadino oggi, di quali valori condividere per sottolineare la centralità della questione della cittadinanza,  di grande rilevanza per contrastare l’illegalità e le grandi organizzazioni criminali, per affermare comportamenti e principi condivisi.

La nostra esposizione è stata arricchita dal contributo di Pasquale Calamia, referente della Fondazione in quella parte della Sicilia, e dalla testimonianza di Angelo Corbo. Il suo racconto è stato accolto dal silenzio partecipe di ragazze e ragazzi, pronti a cogliere ogni sfumatura e ogni dettaglio, presto incuriositi e desiderosi di sapere, di conoscere perché è diventato un poliziotto e come ha fatto a superare la difficile prova di Capaci. E Angelo non ha mancato di essere puntuale e sincero, meticoloso ed efficace nel soddisfare ogni domanda e le sue parole ci hanno accompagnato sin verso l’uscita per raggiungere Corleone dove ad attenderci erano altri e altre, più giovani e non meno curiosi.

Con tutti ci siamo dati appuntamento al prossimo anno scolastico quando le loro scuole saranno compagne di viaggio delle Giovani sentinelle.

È stato sufficiente il poco tempo del trasferimento per ritrovarsi circondati dalle giovanissime sentinelle della scuola primaria e secondaria dell’Istituto comprensivo Vasi, che partecipa al nostro progetto sin dagli esordi. Insieme a scolari e scolare, studenti e studentesse un folto gruppo di genitori. Nella sala multimediale del Comune, con rammarico, nonostante avesse espresso l’intenzione di partecipare, non era presente la Commissaria prefettizia e neppure un suo rappresentante. Disattenzione grave per un territorio così martoriato dalla mafia che ha bisogno di segnali di incoraggiamento, in special modo quando si spengono i riflettori dell’attenzione.
 
La Fondazione ha denunciato il comportamento dell’informazione e della televisione pubblica che per fare audience ha dato spazio alla figlia di Riina nelle vesti di presidente del Consiglio d’istituto dove studiava la nipotina del capo mafia; ha poi dato ampio risalto con l’intervista di Bruno Vespa al figlio del capo mafia autore di un libello che descrive l’atmosfera familiare! Quelle scelte hanno prodotto una serie di altre occasioni in diverse reti televisive che sono giunte a Corleone a caccia di scoop intervistando nipoti e pronipoti di mafiosi, senza tralasciare neppure le cameriere e le badanti di mafiosi! A completare l’opera di cattiva informazione, giornali e televisioni hanno dedicato servizi e notizie quando è morto il capo mafia, dimenticando i più importanti fatti accaduti nel mondo e facendo così precipitare drammaticamente l’autorevolezza dell’informazione.

Sono rimasti insegnanti coraggiosi, uomini e donne impegnati a formare giovani cittadini e cittadine ai valori della Costituzione, della libertà e della democrazia, bambini e bambine, ragazzi e ragazze e le loro canzoni contro la mafia, il loro impegno per promuovere i prodotti della loro terra e nell’essere accanto alle cooperative sociali, per conservare la memoria storica di uomini che hanno dato lustro a Corleone come San Leoluca, San Bernardo, Madre Teresa Cortimiglia, Don Salvatore Governali, Bernardino Verro, Placido Rizzotto e tanti altri uomini di cultura che si sono distinti per onestà e trasparenza.

In questo secondo appuntamento avrebbero voluto confrontarsi con chi ha il governo della cosa pubblica nel loro Comune, ma anche la Commissaria prefettizia ha mancato l’appuntamento, come è accaduto talvolta in altri Comuni quando amministratori poco attenti vengono meno al loro dovere di confrontarsi con i propri cittadini. Non resta che augurare ai giovanissimi di avere presto un’amministrazione votata da cittadini onesti e, come proposto ai quelli di Castelvetrano, di impegnarsi insieme con i propri genitori affinché le proprie proposte siano parte dei programmi di candidati sindaci e consiglieri per le prossime elezioni amministrative.

Abbiamo ascoltato i loro nuovi approfondimenti riguardanti la viabilità e le illuminazioni, i più piccoli hanno denunciato il degrado delle strade cittadine che, come quelle per raggiungere Corleone, sono piene di buche mentre molte strade e piazze dei quartieri sono poco illuminate.

I più grandi della secondaria hanno scelto di occuparsi de Le vittime della mafia e le donne ribelli contro la mafia: la libertà ci rende liberi, uno studio e approfondimento di articoli di giornali che si  inseriva in un più ampio lavoro dal titolo: Crescere in conoscenze per operare scelte consapevoli. Con i diversi contribuiti, opera delle diverse classi che hanno lavorato in gruppi, hanno analizzato il fenomeno mafioso nel territorio corleonese, le attività illecite della criminalità organizzata, e le scelte consapevoli da parte delle nuove generazioni per combatterle e non essere quindi vittima.

Nella seconda parte dell’incontro, come già accaduto nelle altre scuole, lo spazio è stato riservato ad Angelo Corbo. Il suo racconto ha suscitato emozioni forti e ha riempito di entusiasmo quando ha ricordato la vicenda di una ragazzina palermitana trasferitasi nel Veneto e che si vergognava di essere siciliana per gli accadimenti mafiosi studiati a scuola. Angelo ha detto loro di essere orgoglioso di essere siciliano e i loro bei lavori, il loro studio costituiscono la speranza migliore per tutti noi e ha chiesto loro scusa se noi adulti non abbiamo saputo combattere la mafia e molti con il loro silenzio sono rimasti complici. 

E in questo chiedere scusa di un uomo che ha sofferto tanto nel compiere il proprio dovere sono le radici migliori di quel comportamento civico che tanto auspichiamo per poter contrastare efficacemente la criminalità mafiosa. Anche con loro ci siamo dati appuntamento per il 16 maggio per il terzo appuntamento ospiti della Regione Siciliana.


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola

sabato 21 aprile 2018

Mazara del Vallo porta d’Oriente dell’antimafia

Venerdì 6 aprile  le Giovani sentinelle approdano a Mazara del Vallo per una giornata intensissima, piena di appuntamenti e ricca di emozioni autentiche. 

Abbiamo potuto scoprire nuovi compagni e compagne di viaggio lungo la strada della legalità e della cittadinanza e con questi nuovi compagni abbiamo riscoperto un sentiero nuovo, una sorta di via Francigena dell’antimafia che dal porto della città risale su per la penisola.

In un altro report abbiamo raccontato dell’esperienza significativa di venerdì pomeriggio prima a Castelvetrano poi, in serata, a Mazara ospiti della Compagnia della Confraternita di Betlemme che ha promosso una serie di incontri fra giovedì 5 e lunedì 9. La mattina di venerdì 6 è stata dedicata a due incontri a scuola.

Nuovi compagni di viaggio del nostro progetto studenti e studentesse dell’ISIS Ruggero d’Altavilla – V. Accardi e i coetanei e le coetanee del Liceo artistico Don Gaspare Morello, entrambi gli istituti di Mazara del Vallo.

Ai giovani abbiamo raccontato della vicenda umana e professionale di Antonino Caponnetto e del suo straordinario impegno, nell’ultima parte della sua vita, nelle scuole fra ragazzi e ragazze a testimoniare la memoria degli eventi tragici del 1992 e a rilanciare la cultura della legalità e l’idea di cittadinanza. 

E proprio all’idea di cittadinanza abbiamo fatto appello per rilanciare la sfida delle giovani sentinelle: quella di essere protagonisti nel luogo dove si vive promuovendo comportamenti e pratiche secondo le regole, rispettosi dei diritti e delle libertà, una sfida forte, radicale facendo leva su quanto si fa a scuola nel formare il cittadino. 

Ancor più esplicitamente abbiamo fatto riferimento ad alcune esperienze significative di questi anni in alcune delle scuole che partecipano al progetto per sottolineare l’impegno dei ragazzi e delle ragazze, la varietà dei temi affrontati e le articolazioni di ogni proposta che sono la testimonianza migliore di come si possa vivere la cittadinanza attiva in luoghi e contesti differenti.

La seconda parte di ciascun incontro nei due istituti è stata dedicata al racconto della vicenda di Angelo Corbo. 

Come ha sempre puntualizzato, Angelo ha riaperto quella vecchia ferita della sua dolorosissima esperienza, facendosi forza per tener fede al suo impegno di tenere viva la memoria degli uomini e delle donne giusti che persero la vita a Capaci ma anche di chi è sopravvissuto. 

Raccontare è per lui una medicina per poter convivere con quel senso di ingiustizia che prova nei confronti dei colleghi morti. Le sue parole asciutte, prive di retorica hanno riempito i silenzi delle due aule che hanno ospitato gli incontri, hanno commosso ragazze e ragazzi, hanno scosso i loro sentimenti e i loro pensieri e alla fine le tante domande e le mille richieste sono state il segnale migliore di quanto sia importante per i giovani la sua testimonianza e, per Angelo, di quanto le emozioni e i sentimenti di studenti e studentesse contribuiscono ad alleviare il suo dolore.

Con i giovani ci siamo dati appuntamento al prossimo anno scolastico quando saranno protagonisti del percorso di formazione sin dall’avvio nel mese di novembre.


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola

L’OSCAD e la Questura di Padova incontrano gli studenti presso il centro dei Diritti Umani dell’Università Euganea

Proseguono anche quest’anno le iniziative di educazione alla Legalità della Questura di Padova, in collaborazione con l’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori della Direzione Centrale della Polizia Criminale - organismo interforze incardinato nella Direzione Centrale della Polizia Criminale, presieduto dal Vice Capo della Polizia Prefetto Nicolò Marcello D’ANGELO.

Il 20 aprile alle ore 10.30 presso il Centro di Ateneo per i Diritti Umani, diretto dal Prof. Marco Mascia, personale dell’OSCAD ha incontrato gli  studenti dell’Istituto Superiore “Pietro Scalcerle” (Liceo Linguistico e Istituto Tecnico per la Chimica) per parlare di problematiche adolescenziali con particolare attenzione ai pregiudizi di età, genere, etnia, orientamento sessuale, religione e disabilità.

L’incontro/dibattito rientra nel progetto formativo dell’istituto, in collaborazione con la Fondazione Antonino Caponnetto, di diffusione della cultura della legalità e del contrasto ad ogni forma di discriminazione.

In questo ambito l’OSCAD, braccio divulgativo del Dipartimento del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, come sottolineato nell’indirizzo di saluto del Vice Capo D’ANGELO agli studenti: “E’ da sempre impegnato nella promozione della cultura dell’abbattimento delle barriere discriminanti ed opera in stretto contatto con tutti i componenti della società civile per formare nuove generazioni consapevoli”. 

Roma 20 aprile 2018

lunedì 16 aprile 2018

Fra Toscana e Sicilia: Castelvetrano-Mazara – Lastra a Signa (FI)



Venerdì 6 aprile, per mantenere gli impegni assunti con studenti e le studentesse, con cittadini e cittadine ci siamo sottoposti ad un tour de force. Tre gli appuntamenti, due in Sicilia e uno in Toscana.

Alle ore 16.30 nel bel teatro Selinus di Castelvetrano le giovani sentinelle del II Circolo Ruggero Settimo della città hanno regalato delle emozioni al folto pubblico presente.

A salire sul palco insieme alla Fondazione per i saluti la Commissaria straordinaria, dott.ssa Maria Concetta Musca, la Dirigente scolastica, Maria Luisa Simanella, emozionata per i suoi ragazzi e ragazze insieme al corpo docente. Il tema della serata: Castelvetrano il paese che vorrei.

Bambini e bambine, ragazzi e ragazze della Ruggero Settimo insieme alle proprie insegnanti, con il linguaggio del teatro hanno saputo trasformare le loro proposte con maestria e professionalità in due ore di vero spettacolo. 

Hanno iniziato i più piccoli dell'Istituto, il coro DO-RE-MI che ha avuto il ruolo di stacco o intermezzo fra le varie esibizioni utilizzando il linguaggio della musica per mettere in risalto la bellezza, la cultura, la difesa dei beni comuni. Un filmato ha fatto vedere il patrimonio artistico del territorio, poi con le loro parole hanno saputo coniugare memoria storica, da Cicerone a Goethe, e il degrado di monumenti e palazzi della città lasciati in abbandono che invece potrebbero diventare una risorsa.

Un altro gruppo ha messo in scena il contrabbando di opere d'arte da parte dei tombaroli ed altri gruppi hanno sottolineato ancora il paradosso di cittadini che non conoscono i beni artistici del proprio territorio, mentre il turista straniero non solo ne conosce la storia ma ne apprezza anche il valore.

Un altro gruppo ha rappresentato attraverso il ballo la bellezza del mare e di come è stato spazio attraversato da messaggi e scambi di cultura fra popoli. A conclusione ragazzi e ragazze in fila e muniti di fogli hanno tempestato di domande la dott.ssa Musca e lei non si è sottratta al compito di rispondere con puntualità, insistendo inoltre con gli adulti presenti a non venir meno al loro dovere di essere educatori ed esempio per bambini e bambine, con i quali è importante ricercare in breve tempo soluzioni per promuovere la partecipazione e l’interesse, valorizzare il loro impegno di cittadini attivi e responsabili.

È salito poi sul palco Angelo Corbo che ha ringraziato i giovanissimi per la passione con cui hanno studiato e approfondito temi così importanti e rilevanti per la comunità locale e grazie allo studio hanno saputo cogliere i valori autentici dei beni artistici e naturali del territorio in cui vivono, hanno sottolineato l’importanza dell’impegno di ciascuno e ciascuna ad avere cura di tale patrimonio perché costituisce parte dell’essere cittadino e cittadina responsabile e ha chiesto scusa per quanto gli adulti, invece, non hanno saputo fare affinché le loro proposte fossero risolte.

Le parole di Angelo leggere e piene di verità ci hanno accompagnato alla conclusione di questo appuntamento così denso, ma prima dei saluti e di darci appuntamento a Palermo per il 16 maggio abbiamo ricordato il bell’incontro con una foto di gruppo con gli attori in erba, insegnanti, dirigente scolastica, Forze di Polizia, Pasquale Calamia, nostro referente per la provincia di Trapani e tecnici.

Appena il tempo di trasferirci a Mazara del Vallo per un nuovo appuntamento e ci siamo ritrovati nella parrocchia del Sacro Cuore in Santa Maria di Gesù. Alle ore 21 la Comunità della Confraternita di Betlemme e il suo parroco antimafia don Vincenzo Aloisi ci attendevano nella chiesa gremita da un pubblico adulto ma anche con molti giovani che costituiscono la Comunità parrocchiale, per ascoltare la testimonianza di Angelo Corbo.

Tre ore intense con il racconto di Angelo che ha ricordato Giovanni Falcone e la sua vita blindata, il rigore professionale e la fede nella giustizia fino alla strage di Capaci. Ma ha ricordato pure la sua scelta di essere un poliziotto, l’approdo alla scorta di Giovanni Falcone e quel terribile 23 maggio, poi l’oblio, il silenzio, il dolore per i colleghi morti e quel senso di ingiustizia, come lo definisce lui, per essere sopravvissuto.
Con la consueta pazienza e la straordinaria disponibilità, Angelo ha ascoltato le tante domande che gli sono state poste e ha cercato di rispondere ad ognuna, senza tralasciare dettagli, incoraggiando, lui, i presenti ad avere fiducia nella giustizia e coltivando la speranza che si giunga ad una verità storica oltreché processuale condivisa. Con Angelo è sempre difficile chiudere un incontro perché sempre nuove domande richiedono risposte e anche a Mazara è stato difficile, ad ora tarda, concludere una giornata così intensa ed emozionante.
                                                                                                                     
In Toscana l'appuntamento è stato con le Giovani sentinelle di Lastra a Signa, con le ragazze e i ragazzi del progetto Il domani nelle mani che si articola variamente con il passare degli anni e si arricchisce di nuovi contributi e proposte. 

Nella sala consiliare ad accogliere i giovanissimi delle due classi  della scuola media Leonardo Da Vinci ci sono la sindaca Angela Bagni e la presidente del Consiglio comunale Gemma Pandolfini. Con studenti e studentesse le insegnanti, Rossella Ciuffi e Laura Giardini, è un folto gruppo di genitori che hanno riempito la sala
Dopo il saluto di Angela Bagni ai giovani e a cittadini e cittadine e i ringraziamenti alla scuola, alle insegnanti per il loro impegno a promuovere la cultura delle regole, la fondazione ha esordito elogiando i giovanissimi per la passione e la serietà con cui hanno lavorato e ha illustrato ai genitori le articolazioni del lavoro delle giovani sentinelle e gli obiettivi che si propone, ha sollecitato l’attenzione di ciascuno e ciascuna ai tentativi di infiltrazione mafiosa con l’acquisizione di beni grazie alle enormi risorse accumulate con i traffici illeciti. Per queste ragioni è necessario e urgente consolidare un costume civico fatto di principi e valori che ritroviamo nella nostra Carta costituzionale e che si costituisce a scuola, luogo deputato alla formazione del cittadino.

Seri e diligenti, a turno, studenti e studentesse hanno illustrato il proprio lavoro: La mafia e le regole dell'antimafioso. Hanno approfondito la conoscenza del fenomeno criminale, una classe terza ha fatto il viaggio di istruzione a Corleone, dove hanno conosciuto i soci della cooperativa Lavoro e non solo che lavora le terre sottratte ai mafiosi e hanno visitato altri luoghi significativi della memoria storica. Hanno poi messo in rilievo il contrasto fra il buon cittadino e il mafioso, indicando i valori alla base del comportamento dell’uno e dell’altro e poi hanno individuato alcuni principi che hanno riassunto nel decalogo dell’antimafioso da cui derivano comportamenti e modi di agire ben precisi nella vita quotidiana in contesti differenti: a scuola, nelle istituzioni, nella tutela dell’ambiente, nel gioco e nello sport, nelle competizioni elettorali e nei rapporti con il fisco. Nella loro esperienza quotidiana di studenti e studentesse hanno denunciato i comportamenti da bullo che sono prossimi a quelli del mafioso, se non altro nelle dinamiche fra bullo e bullizzato, mentre dovremo essere preoccupati come cittadini e cittadine, per quanto riguarda gli altri contesti, dal numero molto alto, quasi cinquecento, dei beni confiscati ai mafiosi nella Toscana.

Accanto a queste ricerche e alle riflessioni che ne sono l’esito altri gruppi di studenti hanno proseguito con il lavoro pomeridiano: uno, negli spazi recuperati a scuola negli anni passati, è stato impegnato ripulendo il giardino, realizzando delle formelle in ceramica per decorare il viale della legalità; l’altro recuperando la memoria del centro sociale di Lastra a Signa, una sorta di esperimento di convivenza di cittadini e cittadine in genere anziani che condividono spazi e momenti della giornata sotto lo stesso tetto, e del teatro delle Arti. Questo lavoro sulla memoria è la premessa di un progetto più ambizioso di una guida multimediale dei luoghi significativi del territorio comunale.

Angela Bagni ha ringraziato i giovanissimi per l’enorme mole del lavoro, la passione con cui hanno lavorato e sottolineato il valore, innanzitutto perché in questo modo si comincia ad essere cittadini a tutto tondo, ad essere parte attiva di una comunità, ad avere cura dei beni che appartengono a tutti. In modo analogo si è espressa Gemma Pandolfini che ha ricordato l’importanza di queste esperienze nella vita scolastica.
Le riflessioni di una mamma hanno ulteriormente arricchito e vivacizzato l’incontro che si è concluso dandoci appuntamento per il 2 maggio a Firenze con le altre scuole di tutta la provincia che partecipano al progetto.


Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino
Responsabili Nazionale e Regionale Progetto Scuola

martedì 10 aprile 2018

Le tartarughe di Capaci




Un anno fa, esattamente il 27 aprile, i giovanissimi della Direzione Didattica Alcide De Gasperi di Capaci si erano dati appuntamento in 900 nella villa comunale principessa Mafalda di Savoia. 

Dall’inizio dell’anno scolastico avevano lavorato in classe con le proprie insegnanti al progetto delle Giovani sentinelle, un’esperienza di formazione alla cittadinanza attiva e responsabile. Avevano scelto di occuparsi della villa comunale per recuperare quel luogo alla fruizione di ogni cittadino e cittadina, per farne spazio di incontro e socializzazione.

Quella mattina di aprile avevano festeggiato il ripristino dei luoghi e la riapertura alla cittadinanza e avevano preso l’impegno di essere custodi di quel pezzo della città.

La fondazione Caponnetto aveva sottolineato l’importanza della scelta di ragazzi e ragazze, il loro coraggio e il senso civico, aveva sottolineato che i giovanissimi sarebbero stati ambasciatori di legalità presso i propri genitori, 900 famiglie, aveva auspicato attenzione e vigilanza.

Avevamo chiesto ai ragazzi e all’Amministrazione di non fermarsi di coinvolgere anche gli abitanti che vivono intorno alla Villa.

Qualche notte fa, nel buio complice, alcune delle tartarughe che abitavano nella fontana sono state ammazzate in modo atroce: alcune con il carapace fracassato altre per mancanza d’acqua, e alcune aree verdi sono state devastate. Strano che nessuno abbia parlato degli oltre 200 pesci e carpe scomparse!

C’è nelle modalità con cui sono state uccise le tartarughe tutta la violenza di un messaggio che vuol essere chiaro per tutti: ci sono dei confini rigidi, fissati da chi ha capacità di esercitare un potere violento, che non possono essere superati e i giovanissimi della Direzione Didattica li avevano superato con la passione e la spensieratezza della propria età. Occorreva ristabilire quei limiti, ricordare a giovani e adulti che non tutto è permesso, soprattutto avere cura del luogo dove si vive e avere fiducia nell’imperio della norma che accorcia le distanze e ci fa sentire uguali.

Perché questo intervento così violento? Vi era in quel luogo qualche traffico poco lecito che poteva essere disturbato dalla presenza di ragazzini e ragazzine vocianti? O forse qualche adulto seduto poteva essere testimone scomodo?

No, a far paura era semplicemente che un numero cospicuo di cittadini e cittadine divenissero consapevoli dei propri diritti alla bellezza del luogo e a poterne usufruire, era la paura del contagio dell’entusiasmo di quei novecento nei confronti di altri coetanei o ragazzini e ragazzine più grandi di altre scuole, che potessero osare immaginare altri spazi liberi, altre occasioni di incontro e socializzazioni e magari convincere padri e madri che tutto ciò è giusto.

Non si tratta di una bravata, di un gioco insensato di qualche perditempo, è un segnale preciso e terribile, è un avvertimento mafioso e se qualcuno si tirerà indietro, retrocederà anche di un solo passo avremo perso tutti, a cominciare dalla scuola dove sarà chiaro che ogni tentativo è inutile, che la sua funzione di promozione della cittadinanza non è convincente.

Giovedì 5 Aprile 2018 le giovani sentinelle di Capaci, dopo il primo incontro in Dicembre, si sono di nuovo riunite nell'ampio salone antistante l'ingresso della loro scuola per il confronto con le proprie istituzioni locali. Il tema scelto dai ragazzi quest'anno è: Il recupero del lungomare di Capaci.

Presenti il sindaco Sebastiano Napoli e Erasma Cerchia, assessora all’Istruzione, a dare il saluto alle sole 4 classi di ragazze e ragazzi del progetto, alle loro insegnanti e ai genitori presenti, la Dirigente scolastica, Iolanda Nappi.
Nell’introdurre l’incontro la Fondazione ha proposto una riflessione sull’impegno e la perseveranza dei giovanissimi e della scuola, in questi anni, nel presidiare i beni che appartengono a tutti, nel sensibilizzare cittadini e cittadine a prendersene cura e salvaguardarli, oggi dopo le distruzioni della villa ci chiediamo, e lo chiediamo a genitori, insegnanti e Comune, come si vuole intervenire per contrastare tale atto mafioso? Facendo partecipare al progetto non più 900 ragazzi ma solo 100 ragazzi e 100 famiglie?

La domanda è rimasta senza risposta in quanto il Sindaco ci ha dovuto lasciare per sopraggiunti impegni professionali privati!

Ci è sembrato doveroso non deludere i bambini e abbiamo passato la parola a Giulia, Marta e a tutti gli altri bambini e bambine pronti con cartelloni coloratissimi e un bel filmato sullo stato di degrado del lungomare. Le immagini mettevano in risalto la bellezza del litorale di un tempo e le caratteristiche dune modellate dal vento, una flora e ad una fauna incredibili facevano di questo luogo un angolo meraviglioso, oggi a rischio di estinzione.

Tante le domande da parte dei giovanissimi all'assessora rimasta ad ascoltare con interesse: una in particolare riguarda la richiesta da parte della scuola di uno spazio al Demanio per un giardino botanico.

Siamo convinti che la scuola riprenderà il suo percorso di formare i giovani cittadini alla difesa dei propri beni comuni sollecitando l'impegno di tanti bambini e bambine e non di pochi, promuovendo la riflessione sulla vicenda e con questa speranza ci siamo dati appuntamento per mercoledì 16  maggio.


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola