Gavoi (SS) - Le giovani sentinelle approdano in Sardegna.
Sabato 23 gennaio le giovani sentinelle sono approdate per la prima volta in Sardegna, a Gavoi, splendido e accogliente paesino della Barbagia in provincia di Nuoro. 250 ragazze e ragazzi ci hanno accolto nell'Auditorium dell'Istituto Tecnico Carmelo Floris.
A promuovere l'incontro è stata l'associazione culturale Tabità, presieduta da Giangavino Piras, grazie al suo impegno e a quello degli altri dieci amici è attiva dal 2011 e opera, nel tempo libero, a favore dei bambini e dei ragazzi della comunità gavoiese, i veri "ultimi" della nostra società.
Dalla sua costituzione si sono moltiplicate le iniziative che hanno come obiettivi quelli di favorire lo stare insieme, giocare, leggere, conoscere, nel giorno di festa, a Natale, la conoscenza delle tradizioni, i comportamenti. Nelle scuole il loro primo impegno è stato quello di parlare dell'Olocausto, del Natale nei paesi in guerra, della Prima e Seconda guerra mondiale fino alle recenti riflessioni di quest'anno sulle specifiche realtà scolastiche e, in particolare, quella del bullismo, fenomeno che preoccupa sempre più perché i valori e la convivenza civile sono messi a dura prova perché gli adulti non riescono a dare il buon esempio e le famiglie sono assenti consentendo così la diffusione del bullismo, fenomeno sociale che non colpisce solo le fasce meno abbiente ma è trasversale. Accanto a ragazzi e ragazze con difficoltà sociali ed economiche ci sono coetanei di condizione agiata che reagiscono alla loro noia, al loro essere abbandonati e ignorati con la violenza subdola utilizzando anche tecnologie multimediali.
Tabità ha accresciuto il suo impegno in questi anni giungendo a riflettere sul "bullismo come primo atto di illegalità", discutendone con magistrati del tribunale dei minori ma allo stessa momento è nata, all'interno dell'associazione, l'esigenza di portare la propria esperienza fuori dai propri confini e da qui il primo contatto con la nostra Fondazione. Dopo due mesi di corrispondenza è stato concordato l'appuntamento del 23 per condividere esperienze, obiettivi comuni e soprattutto la volontà di lavorare insieme. Rotto il ghiaccio l'augurio è che il prossimo anno si possano, come nonno Nino ci ha insegnato, unire uomini e donne di buona volontà e battere un colpo in direzione della legalità.
Dopo la presentazione di Maria Luisa Ruiu, avvocatessa del foro di Nuoro, è seguito il filmato che ha ricordato la vicenda di Antonino Caponnetto, del pool antimafia e del maxiprocesso di Palermo. Studenti e studentesse hanno ascoltato con grande attenzione l'articolazione del progetto e il racconto delle esperienze vissute dai coetanei delle scuole dove il percorso di educazione alla legalità è attivo da tempo. Tutto ciò ha affascinato e coinvolto ragazzi e insegnanti che hanno accettato la proposta di mettersi in gioco per il prossimo anno scolastico. Ci auguriamo che anche il Miur vorrà sostenere i giovani Sardi in questo percorso.
Alla fine dell'incontro un folto gruppo di ragazzi e ragazze della scuola media ha voluto fermarsi per approfondire ancora alcuni aspetti del progetto.
Alle ore 18.00 nel salone Casa Lai nuovo appuntamento con la cittadinanza. A moderare l'incontro l'avvocatessa Mariella Mesia di Nuoro, fra i relatori, oltre la Fondazione, il dott. Gilberto Ganassi PM della D.D.A. di Cagliari. Il tema della serata è Legalità e nuove mafie. Il salone pieno non ha permesso ad alcuni di assistere per l'affluenza inattesa!
Cittadini attenti hanno seguito l'incontro con grande interesse, il dott. Ganassi si è soffermato prima di tutto sulla sua esperienza in Sicilia, subito dopo le stragi, per poi passare alla situazione attuale della mafia in Sardegna dove, a suo parere, non risulta ci sia una mafia locale, ma indubbiamente le organizzazioni criminali presenti, numerose sul territorio e dedite allo spaccio di droga e al controllo della prostituzione, hanno contatti con la ndrangheta, in particolar modo per il commercio di stupefacenti, ma sicuramente anche con le altre e non esclude che questi contatti si possono tramutare in accordi e collaborazioni più strette.
Noi abbiamo ricordato Antonino Caponnetto e il suo pool, il lavoro straordinario confluito nel maxiprocesso, ma anche le responsabilità di chi ha bocciato la candidatura di Giovanni Falcone a sostituire Antonino Caponnetto a capo dell'Ufficio Istruzione e poi a dirigere la Procura nazionale antimafia.
L'isolamento di Falcone e Borsellino è imputabile anche alla società civile che accusava Falcone di seguire interessi personali nella sua scelta di andare a Roma, dimenticando il suo impegno per far nascere la Direzione Nazionale Antimafia.
Le stragi del 1992, il grido di dolore di Caponnetto e il suo impegno di andare nelle scuole a parlare di legalità, impegno che la Fondazione ha ereditato e che caparbiamente prosegue instancabile sono la premessa all'approdo delle giovani sentinelle. È necessario che i cittadini smettano di piangersi addosso e si impegnino quotidianamente a dare il buon esempio ai propri giovani, seguano il progetto che i ragazzi di Gavoi inizieranno il prossimo anno per far sì che diventi palestra di partecipazione e di coesione, allenamento per la discussione di idee per una convivenza civile nella propria comunità.
L' esempio di Tabità di ricercare alleanze e collaborare, il dibattito che ne è seguito con i cittadini e i capannelli alla fine sono il miglior auspicio e la speranza più robusta per tutti.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
venerdì 29 gennaio 2016
Iscriviti a:
Post (Atom)