venerdì 31 maggio 2019

Martedì 14 maggio di nuovo due appuntamenti in Veneto


A Treviso, dopo aver contattato la Provincia perché ospitasse e si confrontasse con i due istituti che hanno aderito al percorso delle Giovani sentinelle ed aver avuto la risposta che non ci sono sale ampie per accoglierli, abbiamo chiesto aiuto all'Ufficio scolastico di Treviso, in particolare il dott. Nicola Zavattiero, che ha contattato l'Istituto Mazzotti di Treviso nel cui auditorium si è tenuto l’incontro con i ragazzi e le ragazze dei due istituti comprensivi di Paese e Preganziol.

Da molto tempo ripetiamo e sollecitiamo una soluzione alla questione degli spazi comuni, dove tenere incontri, dibattiti, conferenze che abbiamo a tema gli interessi di cittadini e cittadine senza però trovare risposte adeguate. Sembra non importare le sorti della buona politica, quella che si fa con il confronto e con il dialogo, sembra che aprire le porte delle sale istituzionali,   alle sollecitazioni di giovani e giovanissimi sia qualcosa di incomprensibile, così ci ritroviamo che non vi sono spazi ampi per dibattere o, se ci sono, la gestione degli strumenti audio e video sono in gestione a soggetti privati e per il loro uso è richiesto un pagamento.

Noi continueremo a ripetere che occorre riaprire questi spazi di confronto e proseguiremo con l'informare all'avvio dell'anno scolastico e prima di ogni incontro ad informare gli amministratori del progetto e delle sue articolazioni. 

Del pari come tutor del progetto richiederemo sempre a scuole e insegnanti di essere tempestivi, precisi e mantenere fede alle comunicazioni date per evitare di richiedere sale ampie per la partecipazione di sei o sette classi e ritrovarsi solo con due! Per questa ragione dobbiamo delle scuse alla Provincia di Treviso che avrebbe potuto ospitare l'incontro se fossimo stati a conoscenza del dato reale della partecipazione. Meno o per niente giustificata è però la sua assenza, come pure quella dei Comuni di Paese e di Preganziol, che hanno mancato l'appuntamento per approfondire con studenti e studentesse i temi oggetto delle loro proposte. 
 
La partecipazione e il dialogo sono alla base del convivere civile, siamo però fieri che ancora una volta il comportamento dei ragazzi di entrambe le scuole ci hanno riportato alla realtà e forse la nostra intransigenza conforta e da fiducia anche a loro. Sono stati per primi gli 80 ragazzi e ragazze dell'Istituto comprensivo Casteller di Paese a scuoterci. Insieme alla loro insegnante referente Giuseppina Sberna, ai suoi colleghi e alla loro dirigente scolastica Paola Rizzo, non si sono persi d'animo e, visto che il confronto con le proprie istituzioni non c'è stato, hanno discusso e condiviso temi e pratiche con i loro coetanei di Preganziol ridisegnando così nuove strategie. Sono partiti senza parafrasare con il loro tema: Ma...l’aria che respiriamo?  

La loro affermazione è un macigno: «Si parla di inquinamento atmosferico ma nessuno fa nulla per aiutarci. Noi siamo solo ragazzi e voi adulti, rivolgendosi ai pochi presenti ci state caricando di ogni possibile responsabilità, ci state lasciando in mano un modo di cui prenderci cura, senza alcun mezzo per farlo. Chi sarà a fare il primo passo? Un politico? Le Organizzazioni internazionali?

Consci della gravità del comportamento degli adulti hanno dichiarando il loro impegno a darsi da fare, trovare adesioni fra scuole perché consapevoli che il futuro è nelle loro mani, …prima che sia troppo tardi! Hanno ripetuto, dimostrando di non voler emulare gli adulti. Bisogna impegnarsi a trovare delle possibili soluzioni a questo disastro.

Hanno riproposto il loro power point rivolto oramai ai propri compagni, lasciando noi adulti e i pochi genitori a riflettere se è giusto essere inflessibili e schierarsi dalla loro parte. Fanno notare ad un mondo di ciechi e sordi quello che succede sul proprio territorio attraverso dati statistici, rilevazioni Arpav inoppugnabili. L'ambiente è malato, con o senza allarmismi, ciò è causa di malattie respiratorie tra i bambini, come l’asma, o ancor peggio morti per tumore ai polmoni, tutte legate all’attività dell’uomo. Dati scientifici lo dimostrano da anni, la risposta delle nazioni che si riuniscono in seduta plenaria si impegnano con promesse che slittano appena si avvicinano le scadenze oramai decennali!

Ragazzi e ragazze del Casteller hanno proseguito nel loro lavoro dimostrando che i cittadini hanno poca percezione della gravità del problema, l'analfabetismo culturale, vivere nella loro ignoranza mantenendo e sostenendo abitudini e comportamenti sbagliati. I giovani hanno intervistato oltre 300 persone e hanno scoperto che il 50% pensa che l'inquinamento sia dovuto al gas di scarico dei veicoli, è che tutto torna come prima appena tira lo scirocco, quando invece i dati ci dicono che anche non utilizzando mezzi di trasporto il PM10 rimane molto alto. 
 
Questi giovanissimi che lavorano con tenacia e convinzione, acquisiscono dati, approfondiscono, studiano sono il segno del valore della scuola. Hanno proseguito nella loro esposizione dimostrando come la legna ieri e oggi il pellet (qualcuno si chiede da quale materiale viene ricavato!), inquini più di ogni cosa, ma la pubblicità delle stufe va a gonfie vele, mentre si arriva al paradosso di tenere chiuso l'impianto del metano che evita di aggiungere micropolveri nell’atmosfera. Non creiamo allarmismi dicono i benpensanti! Ma l'allarme viene dalle piante - ripetono i ragazzi - che si ammalano, il PM10 impedirà loro di compiere la fotosintesi clorofilliana e quindi, se aumenta il tasso di inquinamento, avranno sempre meno ossigeno impedendo man mano la vita sul nostro pianeta. In pratica stiamo aiutando la Terra a distruggere se stessa e noi. I nostri prodotti agricoli bevono acqua inquinata dalle piogge acide. 
 
Le proposte che avrebbero voluto avanzare ai propri amministratori, se  sono quelle di una comunione di intenti con le altre istituzioni del territorio e che portino ad un cambiamento di comportamenti, che vada verso energie pulite, da parte loro sono già partiti con un'adeguata campagna di informazione e di sensibilizzazione nelle scuole. Come per Cicciano (NA) anche i ragazzi di Paese (TV) propongono la piantumazione delle cosiddette piante mangia veleni. L’utilizzo dei mezzi di trasporto elettrici, essere proprio i ragazzi a dare l’esempio, andando a scuola in bici o a piedi o correggere gli errori dei propri genitori e dei media locali come a Cadoneghe (PD), o incentivare il Pedibus per i più piccoli. 
Hanno poi preso la parola i ragazzi di Preganziol guidati dalla loro insegnante, Grazia Di Bari, con il loro tema sugli Spazi comuni per una cittadinanza attiva. 
 
Da provetti cronisti hanno messo sotto lente di ingrandimento il territorio comunale alla ricerca di edifici vuoti per un loro spazio. I ragazzi hanno dichiarato che nell'incontro di marzo con la propria Amministrazione è emerso che allo stato attuale non vi sono spazi aggregativi! Molti i complimenti e gli elogi ma di fatto negando gli spazi da nord a sud si celebra l'impoverimento di un Paese che non sa alimentare i valori della democrazia. 
Ancora una volta i ragazzi hanno dato esempio di maturità, con la loro semplicità e voglia di mettersi in gioco ci hanno regalato momenti di emozioni mettendo in pratica cosa vuol dire avere spazi per esercitare la democrazia. Ne è nato un confronto fra le due scuole, ragazzi e ragazze dei due comuni si sono resi disponibili a condividere su Twitter i progetti, i documenti, le proposte e condividerli con altre scuole, dar vita così ad un tam tam di idee condivise. 
 
Nicola Zavattiero ha esortato i giovani ad andare avanti in difesa di quei valori che li aiuterà a crescere e a divenire uomini. Un ringraziamento alla scuola per il ruolo che ha nella formazione dei giovani.

Un'altra giornata ricca di emozioni dove è prevalso il cuore e questo ci fa ben sperare e immaginare un futuro migliore. Ci siamo dati appuntamento per la conferenza finale lasciando aperto l'oblò della speranza, augurandoci che chi governa la cosa pubblica sappia fare pulizia al proprio interno per far emergere il bene comune e ricercare soluzioni a problemi che richiedono il contributo generoso di ciascuno.

A Rovigo, nella stessa mattinata, ci siamo ritrovati nella bella sala consiliare, affrescata ed elegante, di palazzo Celio con i ragazzi e le ragazze dell'istituto comprensivo di Taglio di Po guidati dal loro insegnante Denis Marangon, nostro compagno di viaggio in questi anni. Assenti giovani e giovanissimi delle scuole di Porto Tolle che avevamo incontrato, in occasione del secondo appuntamento, nella sala consiliare del Comune e che avevano elaborato riflessioni e proposte su temi di grande interesse: barriere architettoniche, ambiente e memoria storica che avevano suscitato interesse e dato il via ad una interlocuzione con gli amministratori locali.

Per questo terzo appuntamento avevamo contattato gli uffici della Provincia per chiedere ospitalità e la presenza del presidente o di un consigliere affinché fossero interlocutori dei giovani.

E siamo stati ospitati dalla Provincia di Rovigo e alle 9.00 è giunto anche Ivan Dall'Ara, presidente della Provincia che ha salutato i ragazzi e le ragazze, invitandoli sin da subito a fissare un nuovo appuntamento, e poi è andato via lasciandoci basiti. Nelle nostre comunicazioni via mail e telefoniche eravamo stati chiari e precisi: dialogo, confronto, ascolto, suggerimenti erano state le parole ripetutamente usate. Per queste ragioni non riusciamo a darci una spiegazione del comportamento del presidente Dall'Ara. Sarà stato irritato dal nostro invito di poche settimane prima, da cui il riferimento al prossimo appuntamento? Eppure anche la Provincia di Rovigo è stata avvertita sin dall'inizio dell'anno scolastico dell'avvio del progetto con tutti i suoi appuntamenti; nelle nostre comunicazioni non abbiamo mai mancato di ricordare l'importanza del dialogo e della discussione, del contributo di chi governa la cosa pubblica, di riaprire uno spazio di comunicazione dove poter interloquire, dove aiutare ragazzi e ragazze a fare esperienza di cosa sia una discussione pubblica, di come si diventa cittadini attenti e responsabili.

Sorpresi e dispiaciuti gli studenti e le studentesse, senza parole la fondazione, abbiamo proseguito testardamente il nostro incontro. I giovanissimi, a turno, con cartelloni e con le parole, hanno ripreso il racconto della loro esperienza di recupero di uno spazio, il parco Perla, che avevano contribuito a ripulire e a frequentare. Poi ci hanno dettagliatamente informato degli atti di vandalismo che hanno danneggiato lo spazio e alcuni arredi, documentando il tutto con immagini eloquenti. 

Così ha preso il via uno scambio che ha ridato un senso pieno a questa nostra mattinata. Abbiamo invitato i giovani a riflettere sui possibili autori e sui moventi e con le loro ipotesi, le informazioni anche degli insegnanti abbiamo provato a immaginare cosa sia potuto accadere. Forse i giovani con il loro attivismo hanno individuato, senza saperlo, un luogo da recuperare e far rivivere che altri vogliono mantenere nel degrado, al buio, non frequentato in modo che sia ideale per scambi e commerci illeciti. In questo modo è divenuto più chiaro anche ai giovanissimi di Taglio di Po come agiscono le organizzazioni criminali nel nuovo millennio e quali misure adottare per contrastarle. 

Abbiamo allora ragionato di come coinvolgere adulti e istituzioni per far rivivere il parco, quali iniziative intraprendere, che cosa fare in quello spazio per restituirlo alla fruizione di cittadini e cittadine, grandi e piccoli.

Sarebbe stato certamente interessante anche per il presidente Dall'Ara ascoltare e intervenire, accogliere proposte e suggerire ai giovanissimi, ricercare insieme delle soluzioni e prospettare degli interventi. Invece ha scelto di lasciarci soli in quella sala ampia e bella. Sarà stato il fastidio di discutere con dei ragazzini a farlo decidere così, ma noi, studenti e studentesse, docenti e fondazione, vogliamo augurarci di essere in errore e ritrovarcelo accanto alla prossima occasione.

Con ragazzi e ragazze ci siamo dati appuntamento alla Conferenza finale di ottobre.


Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino

giovedì 30 maggio 2019

23 maggio 2019 Palermo chiama Italia, Lucca risponde


Oramai da anni abbiamo scelto di ricordare l'anniversario della strage di Capaci con i progetti di studenti e studentesse impegnati nei percorsi di educazione alla legalità e alla cittadinanza. 

Le ragioni sono molteplici, come abbiamo già ricordato lo scorso anno, e torniamo a ribadirle con più forza, incoraggiati dalla partecipazione e dal valore dei tanti progetti che hanno presentato: sfuggiamo a tanta retorica dei discorsi ufficiali che non aiutano a tenere viva la memoria storica; siamo fedeli all'impegno e all'eredità che ci ha lasciato Antonino Caponnetto; crediamo che il modo migliore di ricordare uomini e donne vittime della violenza mafiosa, ma anche di coloro che sono sopravvissuti e recano sui loro corpi e nelle loro esistenze tracce indelebili di una esperienza terribile, sia quello di offrire il proprio contributo ad una cittadinanza responsabile e attenta.

Così ci siamo ritrovati con la referente legalità dell'Ufficio Scolastico Regionale della Toscana, Alessandra Papa, e l'omologa di quello Provinciale di Lucca, Daniela Buonriposi, e con i ragazzi e le ragazze di 15 scuole della Toscana, nell'ampio Palazzetto dello sport di Lucca, ospiti dell'amministrazione comunale che ci ha accolto con il sindaco, Alessandro Tambellini.

Il primo cittadino ha ringraziato ragazze e ragazzi che hanno partecipato alla giornata e ha fatto appello al comportamento di ognuno e ognuna per poter affermare un costume civile improntato ai valori della Costituzione e al rispetto delle leggi, aggiungendo quanto sia importante anche nella scuola il rispetto delle regole, fondamentale sul piano educativo per sfuggire alle tentazioni del lasciar perdere, del voltarsi dall'altra parte. Ha richiamato ciascuno e ciascuna a tenere fermi i principi  in ogni azione della propria vita perché ciò che è accaduto non succeda mai più.

Poi anche Daniela Buonriposi ha ringraziato scuole e insegnanti per il lavoro di ogni giorno nel formare i cittadini.

Ad aprire la mattinata Cuore di Jovanotti, parole e musica per ricordare la strage e poi, di seguito, le immagini terribili di quanto accaduto quel pomeriggio maledetto del 23 maggio, la ricostruzione virtuale dello scoppio, i volti degli agenti vittime insieme a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo.

L'orchestra jazz e il coro del Liceo musicale Pazzaglia di Lucca hanno introdotto i lavori veri e propri con l'esecuzione dell'Inno alla gioia di Beethoven e di Fratelli d'Italia. 

Ad esordire sono stati i bambini e le bambine di Follonica della scuola primaria Don Lorenzo Milani. A scuola hanno studiato e approfondito la questione delle migrazioni e un bel cortometraggio ci ha raccontato l'avventura del viaggio nel deserto di un migrante.

Quello dei migranti è stato un tema che ha attraversato la mattinata con le voci, le immagini e le sfumature di ragazzi e ragazze di scuole differenti per ordine e grado, a testimoniare di quanto sia sentito fra giovani e giovanissimi che abitano le nostre scuole con coetanei e coetanee dai tratti differenti, che vengono, loro o i genitori, da paesi lontani. Nelle classi si costruiscono legami e ci si riconosce l'un l'altro come pari e a questo compito attendono insegnanti e tutta la scuola, a dare piena attuazione al dettato dell'articolo 3 della Costituzione.

Così abbiamo ascoltato le parole sui diritti umani di quelli dell'Istituto Pesenti di Cascina che hanno posto l'attenzione sul traffico degli esseri umani e sul controllo dei flussi e la gestione delle strutture di accoglienza da part delle organizzazioni criminali interessate allo sfruttamento della manodopera, allo sfruttamento sessuale e a quello dei minori. Hanno preparato un filmato su Falcone e di come seguire i soldi della mafia e i suoi interessi, chiudendo infine con un’intervista ad Angelo Corbo, scorta di Giovanni Falcone e sopravvissuto alla strage di Capaci.

E ancora di migranti hanno parlato gli studenti e le studentesse dell'Istituto alberghiero Lotti di Massa Marittima che hanno realizzato anche un bel video per raccontare del loro lavoro futuro.

Ancora abbiamo visto le belle immagini dell'Istituto Leonardo da Vinci di Firenze sempre sul tema dei migranti e abbiamo ascoltato la testimonianza di Massimiliano Bruni che ha riferito del progetto DIMMI (Diari multimediali migranti) che raccoglie le storie di migranti a cura della Fondazione archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, opera altamente meritoria per documentare questo passaggio storico di spostamenti di uomini e donne legati a fattori economici, politici, sociali.

Altre scuole hanno voluto ricordare le vicende umane e professionali di uomini e donne: l'Istituto comprensivo Lucca 3 ha incontrato Giuseppe Costanza, autista di Giovani Falcone sopravvissuto a Capaci e l'incontro ha fatto conoscere ai giovanissimi tanti aspetti di quella giornata e del giudice stesso e, dopo, hanno realizzato un flashmob sulle note della canzone dedicata a Peppino Impastato.

Invece la vicenda di Emanuela Loi, agente di scorta di Paolo Borsellino e vittima in via D'Amelio, è stata raccontata dai giovanissimi della scuola primaria F. Martini del comprensivo Lucca 4 con dei cartelloni.

Da Forte dei Marmi, Liceo Chini Michelangelo, sono giunte le sollecitazioni di studenti e studentesse relative alla sicurezza nelle discoteche della Versilia, si sono soffermate sui temi delle tossicodipendenze e hanno concluso con la richiesta di spazi per i giovani e i bambini nella storica villa Bertelli per i quali prosegue l'interlocuzione con gli amministratori.
Di rifiuti, invece, hanno parlato i ragazzi e le ragazze della scuola media di Gramolazzo intervenuti con tutto il Consiglio comunale dei ragazzi.

Ad arricchire il programma Claudia e Ilaria hanno proposto un brano dallo spettacolo Sentiero 103 che ha come tema la violenza di genere, questione che si è affacciata nei percorsi educativi delle Giovani sentinelle negli ultimi anni.

Il tenente Gentile del comando provinciale della Guardia di Finanza di Lucca ha offerto il proprio contributo di riflessione sulle attività di repressione delle violazione di carattere tributario, ma anche di impedire che l'economia legale sia inquinata da denaro di provenienza illecita.

Abbiamo ascoltato la bella esperienza dei giovani dell'istituto San Giovanni Bosco di Colle Val d'Elsa che sono stati a Corleone dove hanno visitato i locali, un tempo di proprietà di una famiglia mafiosa, della cooperativa Lavoro e non solo che li aiutati a comprendere le dinamiche mafiose odierne, sono stato ospiti del laboratorio della legalità poi hanno visitato il giardino della memoria a Capaci, via D'Amelio. Di questa loro esperienza hanno realizzato un programma di circa un'ora che comprende anche la visita a Cinisi e l'incontro con Danilo Suris, compagno di Peppino Impastato, e con Serafino ultimo sopravvissuto della strage di Portella della Ginestra.

Due studentesse, Lucrezia e Francesca, dell'istituto Pertini di Lucca ci hanno proposto un brano musicale, con musiche e testi loro, e due compagni di scuola hanno ripreso una scena dal film Centopassi recitandola.

Ancora musica con lo studente Alessio Ramacciotti, poi la breve testimonianza di Bernard Dika dell'associazione Generazioni Contatti che ha ricordato Pino Puglisi: se ognuno di noi fa qualcosa allora possiamo fare tanto.

L'orchestra e il coro del Liceo musicale ha proposto tre brani del proprio repertorio jazz prima del finale con Federica Proietti che ha proposto un video con un'intervista a Maria Falcone che ha ricordato il fratello Giovanni. Ancora immagini delle passioni sportive dei due giudici vittime della mafia con alcune slide che li ricordano in certi momenti e l'invito a considerare lo sport un'occasione di riscatto e di misurarsi con se stessi.

Nel succedersi di parole e immagini, di musiche e recitazione l'incontro ha arricchito il bagaglio culturale dei tanti presenti e quello di Lucca è stato uno dei tanti appuntamenti che hanno testimoniato il protagonismo giovanile del 23 maggio, sia quello delle Giovani sentinelle sia quello delle tante esperienze che hanno preso corpo in molte scuole d'Italia a riempire di contenuti e di valori quel costume civico che siamo impegnati a consolidare e irrobustire per contrastare la mafia e le altre organizzazioni criminali. Convinti come siamo che solo dei cittadini attenti, responsabili, rispettosi possano impedire che ciò che è accaduto accada nuovamente.


Domenico Bilotta, Sergio Tamborrino e Claudio Gherardini


mercoledì 29 maggio 2019

Inizio dei terzi incontri in Veneto con un doppio appuntamento a Verona e a Belluno


Dopo la Sicilia il Veneto. Lunedì 13 maggio hanno preso il via gli appuntamenti nelle province di Verona e a Belluno.

Anche in Veneto abbiamo dovuto far fronte alla questione delle sale per ospitare gli incontri e anche in questo caso ci è stato di aiuto la collaborazione dell’Ufficio scolastico regionale e di quelli provinciali. A Verona la Provincia non dispone di una sala sufficientemente ampia per i ragazzi dei due istituti comprensivi, quello di San Giovanni Lupatoto e quello di  Avesa della città, e l’Istituto Einaudi sempre di Verona che ha poi ospitato l’incontro nel suo auditorium. 

Alle difficoltà della ricerca di una sala si aggiungono i ritardi nelle comunicazioni alle scuole che hanno come esito che qualcuno non partecipa per non aver avuto il tempo di organizzare l’uscita. 

È quanto accaduto con il comprensivo Ponte Crencano, Quinzano, Avesa che con dispiacere non ha potuto essere presente all’incontro, così ci siamo ritrovati con ragazzi e ragazze grandi e meno grandi delle altre due scuole con i quali abbiamo introdotto l’incontro sottolineando l’importanza che i progetti delle due scuole siano condivisi, con l’impegno a far uscire dagli edifici scolastici quanto ragazze ragazzi hanno prodotto, che divenga intento comune di un numero più grande di ragazzi e ragazze. Questi loro percorsi di cittadinanza possono essere uno strumento ancora più importante se vi è questo scambio, che significa arricchire l’esperienza di ognuno e apre nuovi orizzonti. E con questo spirito abbiamo dato il via all’incontro vero e proprio.

Ad esordire sono stati i più giovani del comprensivo di San Giovanni Lupatoto, accompagnati dai loro insegnanti Filippo Miraglia e Claudio Ferretti, che si sono occupati della loro scuola e, in particolare, della presenza di barriere architettoniche che impediscono ad una compagna di raggiungere il primo piano. Studenti e studentesse hanno raccontato il loro percorso con tutte le proposte e hanno riferito quali sono state le risposte degli amministratori di San Giovanni relativamente alla programmazione dei lavori nella loro scuola, le difficoltà di un intervento sull’edificio per dotarlo di un ascensore interno o esterno, i vincoli paesaggistici e urbanistici che impediscono o limitano fortemente gli interventi. Hanno poi pensato ad un murales con la funzione di abbellire una parte della scuola da realizzare sul muro perimetrale dell’edificio scolastico  e gli amministratori hanno ricordato che è in via di definizione il regolamento per questi interventi in modo da operare secondo le regole.

I ragazzi e le ragazze dell’Einaudi, presenti gli insegnanti Stefania Pellizzari, guido Lo Cistro e Daniele Pasquali che li hanno guidati in questa loro esperienza, hanno scelto come tema I giovani e il rispetto della cosa pubblica e si sono occupati della cura o meno di alcune parti della città che loro frequentano: intorno alla loro scuola, la stazione e il centro. Hanno messo a fuoco particolarmente la questione dei rifiuti che vengono lasciati fuori dai cassonetti o abbandonati nelle vicinanze, argomento che rinvia al comportamento civico di ognuno. 

Hanno preparato una serie di immagini che denunciano tali comportamenti con una rima per censurarli con l’arma dell’ironia. Come utilizzarli? Abbiamo proposto di costruire una sorta di installazione attorno ad un gruppo di cassonetti con immagini e rima in modo da far riflettere chi lascia i rifiuti fuori. Ragazzi e ragazze ne discuteranno se proporlo all’amministrazione comunale con la quale intendono dialogare dopo l’appuntamento del 22 marzo nella sala consiliare.

I temi e le proposte sono stati oggetto di un vivace scambio fra giovani e giovanissimi delle due scuole: gli uni non hanno disdegnato i più piccoli per la loro età e i secondi hanno dato prova di maturità e di piglio nella discussione che è stata interessante e partecipata e ci ha fatto particolare piacere questo dialogo che indica anche una direzione di lavoro, quella di un dialogo e di una condivisione.

Ad arricchire la mattinata abbiamo ascoltato Claudio Ferretti, ora docente a San Giovanni Lupatoto, che nel 1992 era cappellano militare delle forze di Polizia a Palermo. Ha ricordato i momenti terribili dopo la strage di Capaci, con gli agenti sopravvissuti fortemente scossi, il dolore indicibile dinanzi all’orrore e le sue parole sono state accolte nel silenzio, indizio di sincera condivisione. Ragazze e ragazzi hanno testimoniato con le proposte e la bella discussione la loro partecipazione sincera e appassionata al ricordo delle vittime della strage e di coloro che sono sopravvissuti.

Con tutti l’appuntamento è per la prossima conferenza finale in ottobre.

Sempre nella stessa mattinata, alle 9.30 nella sala Consiliare della Provincia di Belluno, pronta a fare gli onori di casa è la vice presidente Serenella Bogara, presenti anche i referenti dell'Ufficio scolastico provinciale, Gianni De Bastiani e Antonella Gris, ma delle sentinelle bellunesi nessuna notizia: Pensavamo ad un impedimento dovuto al viaggio dei ragazzi da Santo Stefano di Cadore a Belluno, poi visto il perdurare del ritardo abbiamo telefonato e siamo venuti a conoscenza che vi è stata un'incomprensione di date. Al rischio di non fare l'incontro, dopo una prima decisione di tenere l’incontro con quello delle sentinelle di Treviso, è prevalsa la decisione dei ragazzi e del prof. Iannuzzi, referente del progetto, di non voler rinunciare al confronto con la propria Provincia, che ha la competenza dei trasporti oggetto del loro studio. Lodevole il loro impegno, hanno chiesto di spostare l'incontro di un'ora e una delegazione di cinque ragazzi e ragazze insieme al proprio insegnante si sono spostati in auto in modo che le sentinelle dell'IIS E. Fermi sede ITE di Santo Stefano sono riuscite a raggiungere Belluno ed essere protagoniste della giornata. Nonostante gli impegni la vice presidente Serenella Bogara ha ricevuto i ragazzi nel suo ufficio, assente giustificata l'assessora all'Istruzione del Comune di Santo Stefano, Giulia De Mario che ha seguito e condiviso il progetto.

Hanno preso la parola i ragazzi del Fermi esponendo il loro tema e i suoi sviluppi riguardo il Biglietto facile-easy ticket, informando l’amministrazione provinciale della difficoltà degli utenti e, in particolare, dei giovani e degli anziani a procurarsi il biglietto dell'autobus in tutto il territorio Cadorino in quanto i punti vendita per l'acquisto sono spesso chiusi o distanti fra loro. L'alternativa al pagamento è un'Applicazione con carta di credito o prepagata escludendo di fatto gli anziani e i giovani oppure l'acquisto a bordo con l'aggiunta di una “gabella”, in barba alle agevolazioni dei servizi! La proposta dei giovani è l'istallazione di un distributore di biglietti ai capolinea degli autobus e nei punti più importanti dei paesi limitrofi. Per contrastare eventuali atti vandalici hanno proposto la collocazione in luoghi frequentati, inoltre sono disponibili ad una campagna di sensibilizzazione all'interno delle scuole e a preparare una pubblicità progresso e una cartellonistica da loro studiata da mettere a fianco dei distributori per contrastare gli atti vandalici. Il loro sogno sarebbe quello di vedere il logo del proprio istituto sui manifesti come impegno del loro protagonismo.

Sabato 11 maggio le giovani sentinelle cadorine avevano incontrato il direttore della Dolomitibus SpA, la società che gestisce il servizio, che si è dichiarato entusiasta di essere vicino ai giovani e ai progetti che promuovono il protagonismo giovanile, si è reso disponibile a coinvolgerli in indagini sul territorio e sulle preferenze o sui disagi relativi al trasporto. Hanno aggiunto i ragazzi che le lusinghe sembravano non avere fine quando, come il palloncino di fantozziana memoria che viene bucato e il sogno svanisce, è apparso un MA! L'idea del distributore, ha affermato lo zelante direttore, non può essere preso in considerazione in quanto incide sugli introiti aziendali!

Ragazzi e ragazze, nel corso del loro studio, avevano letto la Carta della mobilità che garantisce fra i suoi principi l'uguaglianza ed imparzialità, stabilisce l'impegno della società ad offrire un servizio accessibile a chiunque senza alcuna distinzione nei confronti di categorie e/o fasce sociali. Hanno potuto notare che il servizio prestato è in netto contrasto con quanto dettato dal nobile proposito della Carta e di questo i ragazzi e ragazze hanno parlato con la vice presidente della Provincia, invitandola a farsi portavoce presso la Dolomitibus affinché installi dei distributori automatici sul territorio dove effettua il servizio per poter rispettare i fini della Carta, ricordando che il servizio porterà vantaggi non solo ai cittadini del luogo ma anche ai numerosi turisti che, nei periodi estivi ed invernali, popolano queste zone montane. 

Ci auguriamo che questo confronto e questa condivisione di intendimenti dichiarati porti a non deludere i giovani in questo sempre più travagliato percorso di cittadinanza attiva di avvicinare i giovani alle istituzioni, e che le stesse intervengano, altrimenti qualcuno dovrebbe chiedersi l’utilità della scelta di privatizzare i servizi pubblici, a chi sono stati affidati tali servizi e perché viene meno il compito contrattuale di offrire servizi senza disagi al cittadino.

Inoltre, anche se fosse un privato, la Costituzione così cara ad Antonino Caponnetto cita che tutti, compreso le aziende private devono contribuire al benessere del proprio Paese. Non speriamo cotanta bellezza, ma almeno onorare gli impegni dei servizi al cittadino.
Con questi presupposti ci siamo dati appuntamento ad ottobre quando le giovani sentinelle di Santo Stefano di Cadore rivolgeranno il loro quesito alla Regione Veneto e ai parlamentari presenti.


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola

martedì 28 maggio 2019

Ancora un doppio appuntamento con le giovani sentinelle siciliane, a Catania e a Ragusa


Nella città etnea ragazzi e ragazze di ben sette istituti della città e della provincia, assenti solo i giovani del comprensivo Federico II di Svevia di Mascalucia, si sono ritrovati venerdì 10 maggio nella ampia sala delle Ciminiere, uno degli edifici recuperati di quelle costruzioni ormai abbandonate che costituivano il grande complesso industriale di raffinazione dello zolfo estratto dalle miniere dell'entroterra siciliano, dove sono stati accolti da Angelo Carbone, funzionario della Città metropolitana che ha ospitato questo terzo appuntamento. 

A nome del sindaco metropolitano, Salvo Pogliese, li ha salutati e incoraggiati nel proseguire nel difficile compito di formazione alla cittadinanza e ha ringraziato la fondazione per l’impegno assunto e per offrire questa opportunità a giovani e giovanissimi di fare esperienza di cittadinanza attiva e responsabile.

E proprio all’esperienza di cittadinanza abbiamo fatto riferimento, con Christian Petrina, nell’introdurre i lavori veri e propri, ricordando a ragazzi e ragazze che con questo appuntamento allarghiamo l’orizzonte in molti sensi: innanzitutto geografico col ritrovarsi con scuole di altri comuni e con esperienze differenti nei temi e nei linguaggi, nelle proposte e nelle sollecitazioni. 

Ogni scuola, dopo l’esperienza di confronto e di discussione con i propri amministratori, esce fuori dai confini comunali e ha l’opportunità di scambiare esperienze e progetti con altre, scoprendo percorsi differenti e temi diversi, linguaggi e proposte ulteriori che arricchiscono il bagaglio culturale e il costume civico di ogni studente e studentessa. E con questo intendimento abbiamo dato il via ai lavori veri e propri.

Ad esordire è stata Angelica della scuola media del comprensivo Leonardo da Vinci di Mascalucia. Ha rotto il ghiaccio introducendo il tema del recupero del parco Manenti, uno spazio di grande valore nella città che rischia il degrado. Con le immagini hanno documentato le condizioni di abbandono e poi hanno avanzato delle proposte di recupero chiedendo al sindaco, già nel secondo appuntamento del 28 marzo, di intervenire per ripulire e manutenere, e a Catania hanno concentrato l’attenzione sulle opportunità: rendere il parco il polmone verde della città, recuperare la parte archeologica, dotarlo di giochi e arredi adatti, riservando uno spazio ad un orto urbano didattico e hanno illustrato i loro propositi con un cartellone.

Hanno poi preso la parola i coetanei e le coetanee del comprensivo D’Annunzio di Motta Sant'Anastasia che hanno lavorato sui temi della differenziazione di rifiuti. Hanno descritto la situazione del cattivo odore che esala dalla discarica della quale hanno ricordato la storia e hanno richiesto di avere informazioni in merito anche di azioni di bonifica, hanno approfondito i temi della raccolta differenziata e della tariffazione con dei bei cartelloni.


Con i ragazzi e le ragazze ha interloquito subito Gaetano Vitale, assessore comunale, che ha ribadito  che la scelta della chiusura è una scelta strategica perché l’obiettivo è di promuovere in ogni modo e con risolutezza la raccolta differenziata e, per sostenerla ulteriormente, sarà realizzata presto un’isola ecologica su un terreno sequestrato alla mafia, mentre su un altro si costruirà un nuovo plesso scolastico.

Sul palco sono poi saliti i giovanissimi di Acireale. Ragazzi e ragazze con i loro cartelloni hanno raccontato la storia del quartiere, cresciuto molto negli ultimi anni, mettendo in evidenza alcuni aspetti critici come il traffico, la manutenzione delle strade, e quella della scuola, il cui numero degli studenti è aumentato, e hanno richiesto alcuni interventi su porte e vetrate. Hanno poi ripreso la questione della cittadella del carnevale che potrebbe essere migliorata, aperta tutto l'anno, e hanno rievocato la figura di Giovanni Coco, carrista, e con lui la necessità di valorizzare il lavoro dei carristi. Per illustrare i temi hanno preparato alcuni cartelloni coloratissimi.

Appena terminato hanno preso la parola gli studenti e le studentesse dell’Istituto comprensivo Fontanarossa di Catania che hanno affrontato il tema delle regole osservandolo dal lato dei comportamenti di chi non paga il biglietto sull’autobus, comportamento diffuso anche fra i loro coetanei. Nel loro percorso hanno incontrato il presidente dell’AMT, l’azienda dei trasporti di Catania, per ricercare soluzioni e proporre qualche loro suggerimento. 

Hanno chiesto delle agevolazioni per gli studenti, incoraggiandoli in questo modo a comportamenti virtuosi poi, nel tentativo di legare questo tema dei biglietti dell’autobus a quello dei rifiuti, altra questione rilevante nel quartiere hanno proposto la raccolta dei tappi di plastica e il relativo conferimento in dei punti di raccolta come modalità per ottenere altre riduzioni al prezzo del biglietto. Intendono collaborare ad una pubblicità progresso da inserire all’interno degli autobus. Hanno infine redatto un decalogo delle buone regole e si sono impegnati a coinvolgere nei prossimi mesi tutta la scuola ed estenderlo poi anche fuori dal loro istituto.

Il palco poi è stato occupato dai giovani di Tremestieri Etneo, ragazzi e ragazze delle classi prime della media dell’Istituto comprensivo Raffaello Sanzio che hanno introdotto il tema Bullismo e prevaricazione. Torna con insistenza il tema a significare preoccupazione e paura e torna a scuola perché è luogo di incontro e di collaborazione, dove è possibile pensare e mettere in atto strategie di contrasto e insegnare ai giovani come riconoscere il fenomeno. Si abbassa l'età in cui si fa esperienza e nel loro percorso i giovani avevano raccolto testimonianze di compagni e compagne vittime dei bulli. Immagini e parole, nel loro caso alcune poesie sono stati gli strumenti approntati per far conoscere e contrastare il fenomeno, strumenti che potrebbero essere condivisi con altre scuole.

Anche quelli di Viagrande, gli studenti e le studentesse dell’Istituto comprensivo Giovanni Verga, hanno scelto e approfondito il tema del bullismo e del cyberbullismo. Lo hanno fatto con un video  che riprende una drammatizzazione teatrale sul tema, con le parole e con le immagini di cartelloni e manifesti. Di nuovo il contesto scolastico è quello più ricercato per porre un argine perché in esso è possibile costruire relazioni fra i giovani, avere l’aiuto degli adulti per rompere il muro dell’omertà e dell’isolamento.

Ultimi a salire sul palco i più grandi dell’Istituto superiore Benedetto Radice di Bronte. Tutela di alcuni luoghi di interesse storico per la rivalutazione e la sostenibilità del proprio territorio il tema scelto da questi ragazzi e ragazze legati alla propria terra che vorrebbero preservare da ogni tentativo speculativo e dall’abbandono. Hanno individuato i luoghi di interesse storico e ne hanno documentato in certi casi l’abbandono e l’incuria, hanno posto l’attenzione sui ritrovi dei giovani e hanno puntato a legare i due aspetti: spazi per loro e recupero del patrimonio in modo da preservare l’identità e conservare le testimonianze. Per questo sono necessari luoghi in cui i giovani possono ritrovarsi e fare delle attività. 

Per quanto riguarda quelli di interesse storico hanno proposto uno strumento come il QR Code che permette al turista e al viaggiatore di trovare subito le informazioni sul monumento che sta visitando sul suo smartphone. Tale strumento è già stato adottato dall’amministrazione comunale e costituisce un bel riconoscimento al lavoro di ragazzi e ragazze.

Dopo questa interessante serie di proposte, straordinariamente attuali e ricche di suggerimenti, obiettivi che possono essere condivisi da scuole diverse, collaborazioni che ci auguriamo possano prendere il via, temi che passano da un luogo all’altro, ha preso la parola Fabio Cantarella, assessore comunale di Catania che ha le deleghe all’Ambiente, all’Ecologia e alla Sicurezza che, dopo aver ringraziato la fondazione per il lavoro svolto, ha rinnovato l’invito ai giovani al rispetto delle regole. Non una generica e formale osservanza, ma una scelta meditata e convinta, consapevole e responsabile perché solo in questo modo è possibile con il contributo di ciascuno introdurre una discontinuità nei comportamenti quotidiani che alimentano l’omertà e l’indifferenza. E i temi che hanno scelto i giovani, nella loro varietà, hanno offerto molti motivi di riflessione di quanto sia urgente l’impegno in prima persona.

Con questi auspici ci siamo dati appuntamento alla Conferenza finale da tenersi nel mese di ottobre con tutte le scuole della Sicilia che hanno condiviso questo percorso per tutto l’anno.

In contemporanea si sono ritrovati, ospiti del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, ragazzi e ragazze dell’Istituto comprensivo Salvatore Quasimodo della città, insieme al loro insegnante referente del progetto, Andrea Cicero, pronti a confrontarsi con i loro coetanei della scuola media statale Giovanni XXIII di Modica, accompagnati dalla loro referente, Daniela Denaro.  

A dare il benvenuto, nella sala del Consiglio, è il commissario straordinario, Salvatore Piazza, che ha spiegato le funzioni e le competenze dell’ex Provincia e, sull’attuale gestione commissariale, ha informato i ragazzi che vi saranno presto nuove elezioni di secondo livello che eleggeranno il nuovo presidente.

La Fondazione ha ricordato i vari passaggi di questo percorso formativo, con incontri che prevedono confronti con le istituzioni locali, provinciali, regionali e nazionali. Ha ribadito che nella società contemporanea sono diffuse la corruzione, le raccomandazioni o le connivenze politico-criminali, vi è un distacco marcato dalla politica da parte dei cittadini e dei giovani. Proprio per ricucire questa lacerazione viene in soccorso la scuola pubblica. Lo spirito del progetto è promuovere il dialogo, il confronto affinché i giovani si sentano finalmente membri consapevoli e attivi della propria comunità, responsabili dei beni comuni e difensori del territorio urbano e sociale in cui vivono. In questo non c’è spazio per le passerelle o promesse che cadono nel vuoto. Alle istituzioni e all’Amministrazione pubblica chiediamo responsabilità, comportamenti credibili in modo che il proprio sia da esempio e dia spinta al rinnovamento partecipato. Costituire uno spazio pubblico dove esercitare la nobile arte della politica intesa come cura della polis, arte non riservata solamente ad alcuni cittadini, ma bene di tutti.

Hanno poi preso la parola i ragazzi di Modica con il loro tema: Dalle dipendenze nocive...alle dipendenze positive: io scelgo. Il recupero dei luoghi dello spaccio - la villetta del quartiere Sacro Cuore. Quanto a questo loro sogno, in realtà hanno puntualizzato che si tratta di un bi-sogno, hanno ricordato all’ amministrazione che la carenza di spazi aggregativi – con un territorio cementificato senza una pianificazione strutturale che non ha saputo tenere presente i bisogni dei giovani e dei cittadini, e i pochi luoghi di ritrovo sono in condizione di abbandono - è una pesante eredità che non consente di contrastare le dipendenze. Forti di queste convinzioni, ragazzi e ragazze hanno argomentato, illustrato, avanzato le proprie proposte per recuperare spazi e promuovere una campagna sul tema delle dipendenze.

Terminato l’intervento di quelli di Modica hanno preso la parola i giovani dell’Istituto comprensivo Salvatore Quasimodo di Ragusa con il loro tema: Educazione alla cittadinanza vista con gli occhi dei ragazzi: campagna pubblicitaria di sensibilizzazione Pubblicità Progresso. Anche i ragazzi di Ragusa mettono in gioco tutta la loro voglia di protagonismo, da esserne orgogliosi come dovrebbe essere in un Paese normale!

Al proprio sindaco, nel secondo incontro avevano lanciato la sfida di una smart city, per una Ragusa del futuro, del loro futuro. Con l’aiuto della scuola, dei loro insegnanti avevano approfondito come costruire con nuove metodologie, recuperare edifici e spazi già esistenti per evitare archeologie industriali, come recuperare le acque piovane, l’importanza di  una politica che va verso le energie pulite come i pannelli fotovoltaici. E ancora, i trasporti, il capitale umano e sociale, una gestione sapiente delle risorse naturali. Da provetti giornalisti avevano fotografato la città evidenziando le sue criticità come l'immondizia, il degrado, l'inciviltà, realizzando un cartello che racchiude una triste realtà: «fa che l'immondizia non prenda il nostro posto». Si erano occupati di parcheggi intorno alla scuola dove dilaga la sosta selvaggia. Ed infine anche loro, come i giovani di Modica, si della villetta a Zancle, bene comune dove fa da padrone il degrado: cancellata rugginosa, vegetazione da giungla tropicale. Qui e là si intravedono reperti archeologici, poi guardando più da vicino non sono altro che i vecchi giochi in decadenza!

L’assessora alla Cultura  del Comune di Modica, Maria Monisteri Caschetto, al secondo incontro si era impegnata con i propri giovani cittadini a porre la questione con l’ufficio manutenzioni del Comune per una prima pulizia e potatura della villetta. A programmare una campagna di sensibilizzazione riguardo le dipendenze. Mentre il sindaco di Ragusa era stato più cauto nel dichiarare solo che i lavori della palestra della scuola sarebbero terminati a breve, spostando invece la possibilità della fruizione dalla villetta al parco della vallata di Santa Domenica che non si trova nella loro zona.

Con la loro assenza al terzo incontro, deludendo le aspettative dei ragazzi di entrambe le comunità, hanno negato il confronto e con una tavolozza della politica tutta da disegnare.

Nel prendere la parola il commissario Piazza ha espresso la disponibilità ad avviare un’interlocuzione con il Comune di Modica affinché il sogno o meglio bi-sogno dei giovani modicani possa essere soddisfatto. Incoraggiati e confortati da questa promessa, i ragazzi e le ragazze ragusani hanno risposto in coro chiedendo anche loro delle sorti della villetta a Zancle. Il commissario Piazza li ha rimandati al suo capo di gabinetto che avrà il compito di studiare la questione.

Con tutti ci siamo dati appuntamento ad ottobre, alla conferenza finale a Palermo, insieme con le scuole della regione che hanno aderito al progetto alla presenza di senatori deputati e istituzioni a vari livelli. Le giovani sentinelle saranno vigili e attente affinché le loro proposte non cadano nel vuoto. 


Domenico Bilotta, Giuseppe Vitale, Sergio tamborrino e Christian Petrina