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martedì 2 aprile 2019

Venerdì 22 marzo ancora giovani sentinelle fra la Sicilia e il Veneto


In mattinata, a Raffadali (AG) nella sala consiliare a salutare le giovani sentinelle sono il sindaco, Silvio Marcello Maria Cuffaro e la sua giunta comunale: la vicesindaco, Giovanna Vinti, con delega ai servizi sociali e il presidente del Consiglio comunale, Tonino Scifo.

Dopo il saluto ai propri giovani cittadini e l'intervento della Fondazione che ha illustrato nei dettagli il progetto e le sue articolazioni con appuntamenti a vari livelli con le Istituzioni, hanno preso la parola i ragazzi e le ragazze dell'Istituto comprensivo Galileo Galilei con il loro tema: Bullismo e Cyberbullismo. Con la regia della Dirigente scolastica, Antonella Argento e della referente, Carmelina Galvano, i giovanissimi hanno esposto ai presenti il loro lavoro mettendo in evidenza la passione, lo studio svolto in questi mesi. Hanno iniziato con un monologo di Paola Condella sulle vittime di bullismo cui sono seguite altre testimonianze, per passare poi all'analisi del fenomeno in tutte le sue forme e come intervenire per evitare che la vittima venga isolata. Fra le proposte ragazzi e ragazze hanno chiesto di costituire uno sportello di ascolto presso la scuola e uno in città, di essere disponibili a creare una rete per sensibilizzare all'interno della scuola tutti gli studenti. Alla propria Amministrazione hanno chiesto di creare dei corsi per formare le famiglie alla conoscenza dei pericoli proveniente da internet riguardo il cyberbuĺismo con l'intervento dei Sert ed Asl per far prevenzione e riconoscere eventuali comportamenti di disagi da parte dei figli vittime di questo fenomeno.

Nel suo intervento sia il sindaco ed in particolare l'assessore Vinti si sono resi disponibili e ad accettare la proposta avanzata dai ragazzi e programmare con loro e con la scuola le successive fasi.
Con un bell'intervento il prof. Enzo Alessi, docente di un liceo e responsabile della biblioteca comunale, invitato da ragazzi e docenti all’incontro, ha spiegato loro il valore del rispetto e della conoscenza come antidoto alla prepotenza. Ha invitato i giovani a frequentare e far conoscere la biblioteca ricca di volumi anche in merito a questo fenomeno.

Angelo Corbo ha raccontato ai ragazzi la sua esperienza da giovane studente e quanto la scuola e i suoi insegnanti siano stati importanti per la sua crescita e le sue future scelte che lo hanno portato ad accettare di scortare “un morto che camminava”, eloquente metafora della condizione di Giovanni Falcone, giudice impegnato nelle inchieste sulla mafia e, per Angelo e tanti altri, simbolo di rinascita della propria terra.

La mattinata intensa ed emozionante si è conclusa con buone speranze che vi siano sviluppi degli impegni assunti dagli amministratori e del lavoro svolto dalle giovani sentinelle. Con tutti ci siamo dati appuntamento per mercoledì 8 Maggio per l'incontro provinciale.


Ancora una volta abbiamo ripreso il viaggio per raggiungere un altro comune per un nuovo appuntamento, altre giovani sentinelle pronte a prendere la staffetta della legalità. Ad attenderci  i ragazzi e le ragazze dell'Istituto comprensivo G. Marconi di Licata (AG) insieme alla referente, Carmelina Di Rosa, e le sue colleghe della Primaria e della Secondaria. 

Nella Sala consiliare del Comune a dare il saluto ai giovani cittadini protagonisti della serata è il vice sindaco, Angelo Vincenti, che ha seguito tutto l'incontro, come per gli altri Comuni, sedi delle scuole partecipanti al progetto, gli interventi e le proposte dei propri giovani cittadini. Il tema delle giovani sentinelle licatesi, oggetto di confronto e desiderio di rinascita, è la Riqualificazione di villa Elena. Ancora una volta da nord a sud desiderio di spazi, luoghi di aggregazione negati.

Ad iniziare sono i più piccoli della Primaria che hanno denunciato il degrado e l'incuria di uno spazio nato per il divertimento e il gioco, luogo da utilizzare ma anche salvaguardare per i futuri cittadini che è diventato invece zona a rischio per l'arroganza di alcuni.

Nelle loro proposte al vice sindaco, bambini e bambine fanno appello al loro diritto al gioco e al divertimento come presupposti fondamentali per la propria crescita fisica e mentale. Da piccoli architetti in fasce hanno indicato attraverso una mappa come vorrebbero la villa affinché ritorni a nuovo splendore. Un orto botanico curato da anziani e bambini; spazi per i giochi, per spettacoli, luogo di ritrovo. Hanno concluso il loro intervento con poesie e filastrocche. I più grandi armati di cartelloni hanno messo in evidenza la storia della villa con il suo passato ricco di vicende, costume e tradizione della città di Licata: ritenuto il salotto buono, luogo di incontri per anziani ma anche luogo di spettacoli come marionette o meglio dei pupi, oppure spettacoli da strada, mentre i bambini potevano giocare in sicurezza. Oggi, grazie anche al silenzio dei tanti, dilaga il degrado e il rischio dell'aggressione lascia spazio alla solitudine.

Prendendo la parola, Angelo Vincenti ha riconosciuto gli errori del passato e ricordato  con nostalgia quello che i ragazzi avevano rilevato con i loro cartelloni. Da subito si è impegnato a portare in Consiglio le proposte delle giovani sentinelle del Marconi e insieme ricercare sin da subito soluzioni attuabili nell'immediato tenendo presente però di mettere nei programmi dell'amministrazione la riqualificazione nella sua interezza della Villa compreso le vecchie e storiche ringhiere spostate in altro luogo della città ed altre parti finite ad abbellire qualche villa di notabili del luogo.

Nel suo intervento Angelo Corbo ha rimarcato il significato della difesa dei beni comuni ma anche del rispetto degli altri per una comunità sana. Riguardo la proposta lanciata dai ragazzi, di telecamere da collocare all'interno delle villa, ha ricordato ai presenti che ogni cittadino deve essere vigile e attento senza che si giri dalla parte sbagliata, divenendo i propri occhi testimone in difesa i beni comuni. Il mancato rispetto dei valori condivisi e dei beni che appartengono a tutti è già una forma mafiosa.
Con tutti ci siamo dati appuntamento per giovedì 9 maggio.


Nel pomeriggio, nella sala degli Arazzi di palazzo Barbieri, sede del Comune di Verona, gli assessori Stefano Bertacco, che ha la delega all'Istruzione e la collega, Edi Maria Neri, che ha quella all'Anticorruzione hanno accolto giovani e giovanissimi dei due istituti cittadini – il Tecnico Luigi Einaudi e la scuola media C. Battisti - che hanno aderito al nostro percorso di educazione alla legalità e alla cittadinanza.

Insieme a ragazzi e ragazze più piccoli le insegnanti Cristiana Latini e Cristina Benfante, e con i più grandi Stefania Pellizzari, Guido Lo Cistro e Daniele Pasquali che li hanno guidati con passione e attenzione. Presente pure un gruppo di genitori.

Nel loro saluto i due assessori hanno sottolineato il valore di questi percorsi e ringraziato la fondazione per aver offerto l'opportunità alle due scuole veronesi di prendere parte. Hanno ricordato l'impegno dell'amministrazione di cui fanno parte nel promuovere la legalità e hanno ricordato quanto sia importante per una comunità il valore del rispetto delle norme perché tutelano tutti.

La fondazione ha ricordato a genitori e amministratori il senso del progetto, nato per proseguire l'impegno del magistrato padre del pool antimafia. L'obiettivo è di offrire un'esperienza di cittadinanza a ragazzi e ragazze attraverso il confronto e il dibattito con chi ha il governo della cosa pubblica a livello locale, mettendosi gli uni di fronte agli altri per discutere e ricercare soluzioni a temi di interesse pubblico. In questa fatica vi l'aspetto formativo di un abito civico, di una partecipazione al bene comune assumendo su di sé la responsabilità delle scelte e dei comportamenti.

Poi hanno preso la parola i giovani. Prima i più piccoli della scuola media che hanno introdotto il proprio lavoro con alcune riflessioni sulla legalità che si coniuga con il senso di giustizia e la giustizia nasce dall'ascolto delle persone. Vi sono tre modi per seguire le leggi: per scelta morale, per paura e per conoscenza a sottolineare come dovremmo condividere diritti e doveri e sottolineando che per ricoprire incarichi pubblici si devono avere comportamenti esemplari.

Si sono occupati di moda, pensando ai modelli che veicola, di contraffazione dei prodotti con uno spot che non è stato visibile per tutti, mancando nella sala computer, videoproiettore e impianto audio - ma i ragazzi e le ragazze hanno cercato di superare le difficoltà descrivendo e commentando le immagini come se fossero dinanzi ad una platea “cieca”. Hanno reso noto alcuni dati di un sondaggio fra i compagni di scuola per capire quanto la moda influenza le scelte e, relativamente ad essa, hanno proseguito sottolineando il tema dell'anoressia come portato della stessa che si serve del modello perfetto e hanno snocciolato alcuni numeri della contraffazione.

Il dibattito si è arricchito grazie alla provocazione di un dirigente comunale che ha sollecitato tutti a riflettere sulla contraffazione che non è vietata in alcuni paesi purché sia esplicita l'indicazione che il prodotto non è originale. 

Lo scambio è stato vivace e interessante poi Stefano Bertacco ha illustrato quanto fa il comune di Verona per contrastare la contraffazione, rivolgendosi anche ai clienti perché siano consapevoli del rispetto delle regole, rispetto che prescinde dal “vizio” individuale.

E sulla repressione è pure intervenuta l'assessora Neri che ha sottolineato l'importanza della repressione del fenomeno.

I giovanissimi hanno poi segnalato fra lo stupore di qualche adulto che non ne era a conoscenza il fenomeno del resell, cioè il rivendere qualcosa che hai precedentemente comprato proprio allo scopo di rivendere e trarre da ciò profitto, un fenomeno che si diffonde fra i giovanissimi senza suscitare preoccupazione fra i genitori che non riescono a distinguere un'attività economica da un fenomeno sociale che veicola il messaggio di raggiungere il successo e la ricchezza quali unici valori nella vita.

Hanno poi preso la parola i più grandi, anch'essi non hanno potuto mostrare le immagini raccolte relative allo stato di salute di una parte della città. Ancora il tema del rispetto della propria città con due classi, una prima e una terza, per sondare la consapevolezza della questione in due età differenti. Rifiuti abbandonati, cestini pieni e residui per terra, mozziconi dappertutto, fotografati in alcune parti della città che loro frequentano quotidianamente.

 Consapevoli della gravità della questione hanno voluto ricercare un approccio differente: quello di una campagna pubblicitaria per sensibilizzare cittadini e cittadine. Ma per la campagna pensano ad un vero e proprio concorso di idee fra le scuole in modo che vi sia una mobilitazione più vasta. E a proposta è stata accolta con favore dagli amministratori che hanno voluto sottolineare quanto sia importante far crescere la consapevolezza del contributo di ciascuno a tenere pulita e accogliente la propria città. 

I giovani intanto hanno preparato un logo dell'evento e la fondazione ha ripreso la disponibilità chiedendo che si trasformi in una condivisione vera e propria, dando un segno importante di apertura a ragazzi e ragazze col valorizzare il contributo offerto. 

Di nuovo in chiusura ha preso la parola Beppe Vitale e anche nella bella sala degli Arazzi la sua testimonianza ha emozionato e ha sollecitato ciascuno ad interrogarsi sul compiere il proprio dovere, ha ribadito di non sentirsi un eroe e ripetuto quanto sia importante quell'abito civico sobrio e faticoso del rispetto verso se stessi, gli altri, l'ambiente in cui viviamo. E con il suo appello abbiamo chiuso l'incontro dandoci appuntamento al prossimo martedì 14 maggio.


Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino

mercoledì 4 aprile 2018

Ancora giovani sentinelle fra Toscana e Veneto

Venerdì 23 marzo ancora due appuntamenti: a Monterchi in provincia di Arezzo e a Venezia.

Nel bel borgo della Valtiberina che conserva la Madonna del parto di Piero della Francesca ragazze e ragazzi delle due classi della scuola media che partecipano al progetto hanno accolto in un’aula dell’edificio scolastico la Fondazione e l’assessora all’Istruzione del Comune di Monterchi, Silvia Mencaroni. Ad affollare la sala anche un gruppo di genitori.

Roberta Nocentini, referente dell’Istituto, ha porto il saluto ai presenti anche per conto della Dirigente scolastica e ha voluto ringraziare la Fondazione per l’impegno e l’opportunità offerta ai giovanissimi di lavorare sui temi della legalità in modo differente da quanto fatto a scuola che pure è attenta e attiva in merito alla questione del rispetto delle regole. Ha ringraziato colleghe e colleghi, Claudia Bellini e Marco Bernabei, che hanno guidato con passione i propri studenti e studentesse, gli stessi giovani per l’impegno e la serietà con cui hanno lavorato in questi mesi e ha poi lasciato la parola a Silvia Mencaroni. Anche l’assessora ha ringraziato la Fondazione e ha porto a tutti i saluti del sindaco assente per un imprevisto. Ha ricordato il valore dell’impegno quotidiano perché dobbiamo essere consapevoli del nostro dovere di lasciare ai nostri figli e figlie quei beni che abbiamo ricevuto e dei quali dobbiamo avere cura.

La Fondazione ha introdotto i lavori veri e propri ricordando a tutti le articolazioni del progetto lungo l’intero anno scolastico, le ragioni di questo percorso: offrire un’esperienza di cittadinanza attiva per scoprire principi e valori condivisi, acquisire comportamenti giusti e rispettosi in modo da contrastare il malcostume e la grande criminalità, i tentativi dei mafiosi di inserirsi nelle pieghe della nostra società con la spregiudicatezza del denaro facile e con la corruzione. 

Avere cittadini consapevoli, forti dei propri diritti e con la schiena dritta è uno degli obiettivi del progetto.
Poi hanno preso la parola ragazzi e ragazze. A turno, con l’aiuto di slide hanno illustrato la scelta di occuparsi di raccolta differenziata dei rifiuti: Non impacchettiamo l’isola: differenziamoci è il titolo del loro progetto che hanno illustrato con cura. L’isola ecologica e la raccolta a Monterchi; il questionario sulla raccolta differenziata; la bella intervista a nonna Teresa – in realtà la bisnonna di una studentessa - che ha ricordato le modalità della raccolta quando era piccola e il riutilizzo di oggetti; i riferimenti agli articoli 9 e 32 della nostra Costituzione che hanno fatto da cornice ideale al progetto stesso; la strategia delle cinque R – ridurre, riciclare, riusare, riprogettare e responsabilità; la documentazione dei rifiuti abbandonati: sono tutti temi che hanno avuto spazio nella esposizione dei giovani, chiara e puntuale.


E Silvia Mencaroni ha apprezzato queste sollecitazioni, ha ricordato loro le norme regionali a favore dell’ambiente e ha censurato con forza chi abbandona rifiuti lungo le strade o in qualche zona meno frequentata nonostante vi sia l’isola ecologica e la disponibilità al ritiro dell’azienda che raccoglie i rifiuti. Tutti questi comportamenti hanno come conseguenza l’aggravio del costo del servizio stesso che ricade sui cittadini stessi. Per queste ragioni occorre un forte impegno anche dei cittadini e delle cittadine e il lavoro dei ragazzi e delle ragazze può aiutare con un’attenzione maggiore a scuola e nelle proprie famiglie ad una corretta raccolta differenziata.

Questo primo intervento, il gesto di compiere il proprio dovere, l’attenzione al particolare vicino a ciascuno e ciascuna di noi può essere il primo passo di quella educazione alla responsabilità e ai comportamenti civici che fanno ben sperare e l’impegno di studenti e studentesse ci lascia ben sperare.
Alla fine ci siamo dati appuntamento ad Arezzo con le altre scuole del progetto il prossimo giovedì 10 maggio.


L’altro appuntamento si è tenuto nella sala del Consiglio del Municipio di Mestre. A dare il benvenuto a ragazzi e ragazze dell'IIS G. Bruno di Mestre e a quelli dell’Istituto Algarotti di Venezia è stato l'assessore alla Sicurezza, Giorgio D'Este, che ha salutato studenti e studentesse dichiarandosi disponibile al confronto. Ha presentato gli ospiti: il vice presidente del Consiglio regionale del Veneto, Bruno Pigozzo, i graduati dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, Pierluigi Granata dell’Osservatorio sulla sicurezza e la criminalità istituito dalla Regione Veneto, il  signor Giacomazze di un’associazione che si occupa di analisi riguardo la sicurezza e il signor De Biasi dell'associazione Vetrai di Murano.

Dopo il consueto intervento della Fondazione che ha ricordato gli obiettivi del progetto nell'ambito della disciplina Cittadinanza e Costituzione e rimarcato il valore del protagonismo dei giovani nella vita sociale della propria comunità hanno preso la parola ragazzi e ragazze dell’istituto Bruno-Franchetti per discutere della manutenzione, gestione e sicurezza di alcuni parchi e forti, storiche costruzioni di difesa, nel territorio comunale di Venezia. Con l’ausilio di slide hanno messo in evidenza e comparato pregi e difetti di ogni fortezza, in particolare hanno preso in esame quelle di Carpenedo, Marghera, Piraghetto e Bissuola. Il loro studio si è basato su interviste fatte nelle varie zone della città somministrando un questionario. Le domande tendevano ad accertare la conoscenza dei luoghi, la frequenza, la sicurezza, insieme con i rischi di degrado legati allo spaccio di droghe, mentre altre riguardavano le soluzioni: controlli più frequenti, eventi e attività, illuminazione, manutenzione  e pulizia, videosorveglianza, campagne di sensibilizzazione.

Hanno fatto seguito alcuni interventi: dall’assessore D’Este che ha ricordato l’impegno dell’Amministrazione sul tema della sicurezza attraverso il coordinamento e la collaborazione delle Forze dell’Ordine, alle stesse che hanno sottolineato i loro compiti quotidiano della lotta alla criminalità, ma è stata ribadita pure la necessità della partecipazione dei cittadini e di una campagna di sensibilizzazione soprattutto nelle scuola. Nel rivolgersi ai ragazzi, Pierluigi Granata ha sottolineato il prodigarsi delle Forze dell’ordine contro la droga ma ha sollecitato i giovani a essere contrari siano esse leggere o pesanti.

Per evitare ogni fraintendimento riguardo gli atteggiamenti dei giovani nei confronti delle Forze dell’Ordine, la Fondazione ha voluto chiarire che ragazzi e ragazze non partecipavano al progetto e non avevano illustrato le proprie proposte con l’intento di criticare le stesse Forze dell’Ordine, ma consapevoli dell’impegno delle stesse richiedevano spazi e ascolto per essere soggetti attivi di cambiamento, si ponevano come cittadini attivi e responsabili, interlocutori affidabili delle istituzioni per ascoltare ed essere ascoltati nel difficile compito di intervenire, sanare anche grazie al proprio contributo i problemi della comunità in cui vivono. E con questo intendimento abbiamo ricordato gli obiettivi del progetto, l’importanza dell’ascolto e del coinvolgimento di studenti e studentesse.

Hanno poi preso la parola i giovani dell’Algarotti che avevano scelto come tema del loro lavoro la questione della contraffazione. Hanno prima definito cosa è per giungere ad esaminare la questione sul piano normativo, sia quello italiano sia europeo, analizzando le diverse forme della contraffazione: dalle frodi alimentari, al Made in Italy, dall’abbigliamento alle varie merci, per soffermarsi poi sull’incidenza sull’economia, sull’erario, sulla perdita di posti di lavoro ma anche sul rischio salute e sulla sicurezza delle persone.
Non è mancato nel loro esame la preoccupazione legata alla contraffazione di  prodotti locali come il prestigioso vetro di Murano che ha come conseguenza la chiusura di fornaci o laboratori.

Quali soluzioni? Sostegno alle imprese per la realizzazione di efficaci strategie preventive; la sensibilizzazione dei cittadini; il coordinamento fra le istituzioni e gli altri soggetti interessati; la conoscenza della precisa dimensione del fenomeno; la definizione di proposte normative; la promozione di iniziative finalizzate all’enforcement e al presidio territoriale.

Infine, hanno offerto uno studio approfondito di come i cittadini possono essere complici o vittime del fenomeno e un’analisi di come proteggersi: evitare di comprare prodotti troppo economici; rivolgersi sempre a venditori autorizzati e, in caso di acquisti di rilevante valore, avvalersi della consulenza di persone esperte; controllare sempre le etichette dei prodotti acquistati; prestare cautela alle vendite «porta a porta».

Il signor De Biasi dell'associazione Vetrai di Murano ha inquadrato nel suo racconto, con estrema lucidità, le lacune di una seria lotta al fenomeno e ha rilevato le gravi falle nei sistemi di controllo della provenienza delle materie prime che alimentano e facilitano il diffondersi della contraffazione, falle ben più rilevanti dell’attività di falsificazione stessa.

Nel dare la parola al vice presidente del Consiglio regionale, Bruno Pigozzo, la Fondazione ha ricordato a tutti l’appuntamento del 18 maggio con  le scuole del Veneto e si è augurato che la Regione Veneto non voglia mancare a tale incontro dopo che, negli ultimi quattro anni, ripetutamente invitata, sollecitata, implorata dalla Fondazione stessa, da studenti e studentesse, si è guardata bene dall’essere presente per ben quattro volte! Fa ben sperare la presenza di Bruno Pigozzo e le sue promesse di impegno ad ospitare e a intervenire e ripagano le delusioni passate. Angelo Corbo ha impreziosito l’incontro con il racconto della sua vicenda che ha riempito di emozione la sala. Ragazzi e ragazze hanno ascoltato in religioso silenzio e Angelo non ha tradito le aspettative con la sua consueta disponibilità e cura. L’ora tarda ha interrotto il dialogo ma non ha scalfito quella trama di emozioni che i giovani e Angelo hanno saputo costruire pazientemente nel tempo trascorso in un baleno.

Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino
Responsabili Nazionale e Regionale Progetto Scuola