Venerdì 23 marzo ancora due appuntamenti: a Monterchi in provincia di Arezzo e a Venezia.
Nel bel borgo della Valtiberina che conserva la Madonna del parto di Piero della Francesca ragazze e ragazzi delle due classi della scuola media che partecipano al progetto hanno accolto in un’aula dell’edificio scolastico la Fondazione e l’assessora all’Istruzione del Comune di Monterchi, Silvia Mencaroni. Ad affollare la sala anche un gruppo di genitori.
Roberta Nocentini, referente dell’Istituto, ha porto il saluto ai presenti anche per conto della Dirigente scolastica e ha voluto ringraziare la Fondazione per l’impegno e l’opportunità offerta ai giovanissimi di lavorare sui temi della legalità in modo differente da quanto fatto a scuola che pure è attenta e attiva in merito alla questione del rispetto delle regole. Ha ringraziato colleghe e colleghi, Claudia Bellini e Marco Bernabei, che hanno guidato con passione i propri studenti e studentesse, gli stessi giovani per l’impegno e la serietà con cui hanno lavorato in questi mesi e ha poi lasciato la parola a Silvia Mencaroni. Anche l’assessora ha ringraziato la Fondazione e ha porto a tutti i saluti del sindaco assente per un imprevisto. Ha ricordato il valore dell’impegno quotidiano perché dobbiamo essere consapevoli del nostro dovere di lasciare ai nostri figli e figlie quei beni che abbiamo ricevuto e dei quali dobbiamo avere cura.
La Fondazione ha introdotto i lavori veri e propri ricordando a tutti le articolazioni del progetto lungo l’intero anno scolastico, le ragioni di questo percorso: offrire un’esperienza di cittadinanza attiva per scoprire principi e valori condivisi, acquisire comportamenti giusti e rispettosi in modo da contrastare il malcostume e la grande criminalità, i tentativi dei mafiosi di inserirsi nelle pieghe della nostra società con la spregiudicatezza del denaro facile e con la corruzione.
Avere cittadini consapevoli, forti dei propri diritti e con la schiena dritta è uno degli obiettivi del progetto.
Poi hanno preso la parola ragazzi e ragazze. A turno, con l’aiuto di slide hanno illustrato la scelta di occuparsi di raccolta differenziata dei rifiuti: Non impacchettiamo l’isola: differenziamoci è il titolo del loro progetto che hanno illustrato con cura. L’isola ecologica e la raccolta a Monterchi; il questionario sulla raccolta differenziata; la bella intervista a nonna Teresa – in realtà la bisnonna di una studentessa - che ha ricordato le modalità della raccolta quando era piccola e il riutilizzo di oggetti; i riferimenti agli articoli 9 e 32 della nostra Costituzione che hanno fatto da cornice ideale al progetto stesso; la strategia delle cinque R – ridurre, riciclare, riusare, riprogettare e responsabilità; la documentazione dei rifiuti abbandonati: sono tutti temi che hanno avuto spazio nella esposizione dei giovani, chiara e puntuale.
E Silvia Mencaroni ha apprezzato queste sollecitazioni, ha ricordato loro le norme regionali a favore dell’ambiente e ha censurato con forza chi abbandona rifiuti lungo le strade o in qualche zona meno frequentata nonostante vi sia l’isola ecologica e la disponibilità al ritiro dell’azienda che raccoglie i rifiuti. Tutti questi comportamenti hanno come conseguenza l’aggravio del costo del servizio stesso che ricade sui cittadini stessi. Per queste ragioni occorre un forte impegno anche dei cittadini e delle cittadine e il lavoro dei ragazzi e delle ragazze può aiutare con un’attenzione maggiore a scuola e nelle proprie famiglie ad una corretta raccolta differenziata.
Questo primo intervento, il gesto di compiere il proprio dovere, l’attenzione al particolare vicino a ciascuno e ciascuna di noi può essere il primo passo di quella educazione alla responsabilità e ai comportamenti civici che fanno ben sperare e l’impegno di studenti e studentesse ci lascia ben sperare.
Alla fine ci siamo dati appuntamento ad Arezzo con le altre scuole del progetto il prossimo giovedì 10 maggio.
L’altro appuntamento si è tenuto nella sala del Consiglio del Municipio di Mestre. A dare il benvenuto a ragazzi e ragazze dell'IIS G. Bruno di Mestre e a quelli dell’Istituto Algarotti di Venezia è stato l'assessore alla Sicurezza, Giorgio D'Este, che ha salutato studenti e studentesse dichiarandosi disponibile al confronto. Ha presentato gli ospiti: il vice presidente del Consiglio regionale del Veneto, Bruno Pigozzo, i graduati dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, Pierluigi Granata dell’Osservatorio sulla sicurezza e la criminalità istituito dalla Regione Veneto, il signor Giacomazze di un’associazione che si occupa di analisi riguardo la sicurezza e il signor De Biasi dell'associazione Vetrai di Murano.
Dopo il consueto intervento della Fondazione che ha ricordato gli obiettivi del progetto nell'ambito della disciplina Cittadinanza e Costituzione e rimarcato il valore del protagonismo dei giovani nella vita sociale della propria comunità hanno preso la parola ragazzi e ragazze dell’istituto Bruno-Franchetti per discutere della manutenzione, gestione e sicurezza di alcuni parchi e forti, storiche costruzioni di difesa, nel territorio comunale di Venezia. Con l’ausilio di slide hanno messo in evidenza e comparato pregi e difetti di ogni fortezza, in particolare hanno preso in esame quelle di Carpenedo, Marghera, Piraghetto e Bissuola. Il loro studio si è basato su interviste fatte nelle varie zone della città somministrando un questionario. Le domande tendevano ad accertare la conoscenza dei luoghi, la frequenza, la sicurezza, insieme con i rischi di degrado legati allo spaccio di droghe, mentre altre riguardavano le soluzioni: controlli più frequenti, eventi e attività, illuminazione, manutenzione e pulizia, videosorveglianza, campagne di sensibilizzazione.
Hanno fatto seguito alcuni interventi: dall’assessore D’Este che ha ricordato l’impegno dell’Amministrazione sul tema della sicurezza attraverso il coordinamento e la collaborazione delle Forze dell’Ordine, alle stesse che hanno sottolineato i loro compiti quotidiano della lotta alla criminalità, ma è stata ribadita pure la necessità della partecipazione dei cittadini e di una campagna di sensibilizzazione soprattutto nelle scuola. Nel rivolgersi ai ragazzi, Pierluigi Granata ha sottolineato il prodigarsi delle Forze dell’ordine contro la droga ma ha sollecitato i giovani a essere contrari siano esse leggere o pesanti.
Per evitare ogni fraintendimento riguardo gli atteggiamenti dei giovani nei confronti delle Forze dell’Ordine, la Fondazione ha voluto chiarire che ragazzi e ragazze non partecipavano al progetto e non avevano illustrato le proprie proposte con l’intento di criticare le stesse Forze dell’Ordine, ma consapevoli dell’impegno delle stesse richiedevano spazi e ascolto per essere soggetti attivi di cambiamento, si ponevano come cittadini attivi e responsabili, interlocutori affidabili delle istituzioni per ascoltare ed essere ascoltati nel difficile compito di intervenire, sanare anche grazie al proprio contributo i problemi della comunità in cui vivono. E con questo intendimento abbiamo ricordato gli obiettivi del progetto, l’importanza dell’ascolto e del coinvolgimento di studenti e studentesse.
Hanno poi preso la parola i giovani dell’Algarotti che avevano scelto come tema del loro lavoro la questione della contraffazione. Hanno prima definito cosa è per giungere ad esaminare la questione sul piano normativo, sia quello italiano sia europeo, analizzando le diverse forme della contraffazione: dalle frodi alimentari, al Made in Italy, dall’abbigliamento alle varie merci, per soffermarsi poi sull’incidenza sull’economia, sull’erario, sulla perdita di posti di lavoro ma anche sul rischio salute e sulla sicurezza delle persone.
Non è mancato nel loro esame la preoccupazione legata alla contraffazione di prodotti locali come il prestigioso vetro di Murano che ha come conseguenza la chiusura di fornaci o laboratori.
Quali soluzioni? Sostegno alle imprese per la realizzazione di efficaci strategie preventive; la sensibilizzazione dei cittadini; il coordinamento fra le istituzioni e gli altri soggetti interessati; la conoscenza della precisa dimensione del fenomeno; la definizione di proposte normative; la promozione di iniziative finalizzate all’enforcement e al presidio territoriale.
Infine, hanno offerto uno studio approfondito di come i cittadini possono essere complici o vittime del fenomeno e un’analisi di come proteggersi: evitare di comprare prodotti troppo economici; rivolgersi sempre a venditori autorizzati e, in caso di acquisti di rilevante valore, avvalersi della consulenza di persone esperte; controllare sempre le etichette dei prodotti acquistati; prestare cautela alle vendite «porta a porta».
Il signor De Biasi dell'associazione Vetrai di Murano ha inquadrato nel suo racconto, con estrema lucidità, le lacune di una seria lotta al fenomeno e ha rilevato le gravi falle nei sistemi di controllo della provenienza delle materie prime che alimentano e facilitano il diffondersi della contraffazione, falle ben più rilevanti dell’attività di falsificazione stessa.
Nel dare la parola al vice presidente del Consiglio regionale, Bruno Pigozzo, la Fondazione ha ricordato a tutti l’appuntamento del 18 maggio con le scuole del Veneto e si è augurato che la Regione Veneto non voglia mancare a tale incontro dopo che, negli ultimi quattro anni, ripetutamente invitata, sollecitata, implorata dalla Fondazione stessa, da studenti e studentesse, si è guardata bene dall’essere presente per ben quattro volte! Fa ben sperare la presenza di Bruno Pigozzo e le sue promesse di impegno ad ospitare e a intervenire e ripagano le delusioni passate. Angelo Corbo ha impreziosito l’incontro con il racconto della sua vicenda che ha riempito di emozione la sala. Ragazzi e ragazze hanno ascoltato in religioso silenzio e Angelo non ha tradito le aspettative con la sua consueta disponibilità e cura. L’ora tarda ha interrotto il dialogo ma non ha scalfito quella trama di emozioni che i giovani e Angelo hanno saputo costruire pazientemente nel tempo trascorso in un baleno.
Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino
Responsabili Nazionale e Regionale Progetto Scuola
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