Terzo appuntamento con le giovani sentinelle pratesi
Mercoledì 27 maggio alle ore 9.30 terzo appuntamento con le giovani sentinelle pratesi. Con non poca fatica e molta insistenza, grazie alla collaborazione del Comune di Prato che ha aperto le porte del Palazzetto dello sport Extraforum, giovani e giovanissimi degli Istituti comprensivi Mascagni della città, Salvemini La Pira di Montemurlo e Mazzei di Poggio a Caiano sono stati accolti dall'assessora comunale all'Istruzione di Prato, Mariagrazia Ciambellotti, dalla omologa di Poggio a Caiano, Fabiola Ganucci, e dal vicepresidente del Consiglio comunale di Montemurlo, Alberto Vignoli. Assente, come è accaduto in altre città, l'amministrazione provinciale nonostante le richieste di partecipare siano state reiterate.
Nel suo saluto Mariagrazia Ciambellotti ha ringraziato la Fondazione per il prezioso lavoro svolto in questo percorso di educazione alla cittadinanza tenendo fede così al lascito di Antonino Caponnetto, e ha lodato ragazzi e ragazze per la passione con cui hanno scelto un tema, lo hanno studiato e approfondito elaborando delle proposte per un discussione pubblica.
Introducendo i lavori, la Fondazione ha ricordato come la mafia prosperi anche in Toscana, terra dove è stato confiscato il bene immobile più grande fra quelli sottratti alle organizzazioni criminali nell'Italia centrale, e il problema del loro riuso a fini sociali è urgente, tanto è vero che la Fondazione aveva presentato un progetto da discutere insieme alla Regione Toscana e ad altre associazioni per il riutilizzo dando spazio a produzioni agricole, all'ospitalità gestita dai giovani, all'impiego di energie alternative. Sono trascorsi più di 10 anni, ma non vi è ancora nessuna proposta discussa e da condividere e lo scorso anno, in occasione della manifestazione per evitare che il bene fosse venduto la Fondazione non ha partecipato in segno di dissenso per l'assenza di progetti credibili.
Proprio per queste ragioni abbiamo deciso di rimettere al centro la questione dei beni confiscati, come è accaduto in alcune scuole quest'anno, e dal prossimo lanciare la proposta di visitarli insieme con i ragazzi e le ragazze e chiedere loro di elaborare delle proposte per un dibattito pubblico con le amministrazioni locali, chiedendo loro un impegno ad indicare quali usi privilegiare per questi beni.
Ad esordire sono stati i giovanissimi delle due scuole primarie del comprensivo di Poggio a Caiano. Senza nessuna timidezza hanno proposto i loro temi: spazi per il gioco e manutenzione di di marciapiedi e luoghi frequentati da loro. Nel secondo incontro avevano dato prova di intraprendenza e determinazione, qualità essenziali del cittadino e anche in questa occasione hanno confermato di aver inteso bene lo spirito del progetto. Fabiola Ganucci ha apprezzato l'impegno di bambini e bambine e ha riconfermato la disponibilità dell'amministrazione comunale a tenere vivo il confronto con loro, valorizzando in questo modo contributi e suggerimenti.
Poi hanno preso la parola i giovani dell'Istituto Salvemini La Pira di Montemurlo: quelli della terza B hanno lavorato sul tema: le parole della legalità e dell’illegalità ed hanno messo a confronto uomini d’onore e uomini del disonore, rilevando come il significato delle parole sia distorto da chi agisce fuori dalla legge. La terza C si è occupata di spazi per i giovani che mancano a Montemurlo e, nel corso del secondo incontro nella sala comunale, c’è stato un confronto con il sindaco e l’amministrazione, che hanno assicurato l'avvio di una grande opera di riqualificazione degli spazi pubblici da settembre.
L'attenzione alla questione delle infiltrazioni mafiose è stata ribadita da Alberto Vignoli che ha ringraziato insegnanti, ragazzi e ragazze e la Fondazione per il lavoro fatto. Ha riconosciuto una certa sottovalutazione del fenomeno fino a poco tempo fa, mentre la mafia, la camorra sono insediate anche nel nostro territorio e i giovani non devono smettere di porre attenzione a questo fenomeno e fare da pungolo all’amministrazione. Ha ribadito che i giovani saranno coinvolti nel percorso intrapreso di riqualificazione degli spazi urbani e ha concluso con l'impegno dell'amministrazione a destinare il bene confiscati ad usi sociali.
La Fondazione ha voluto sottolineare le modalità nuove di infiltrazione mafiosa che non sono facilmente decifrabili e richiedono una stretta collaborazione fra amministrazioni e cittadini. In questo senso sono emblematici casi come quello di Prato: chi ha affittato un determinato capannone ai mafiosi o ai loro prestanome?
Hanno preso la parola i giovani dell'Istituto comprensivo Mascagni che hanno illustrato il percorso di studio iniziato con la conoscenza, durante il primo incontro, della figura di Caponnetto e della Fondazione, poi hanno fatto delle votazioni per decidere il tema di cui occuparsi poi hanno fatto dei sopralluoghi nei giardini di San Paolo facendo delle foto ai giochi che i vandali hanno imbrattato con scritte e rotto. Successivamente hanno affrontato la questione dei beni confiscati e parlato del riscatto di Corleone dove la cooperativa Lavoro e Non Solo lavora sui terreni confiscati alla mafia e sono venuti a conoscenza che anche a Prato nella zona del Macrolotto c’è un bene sequestrato alla mafia. In occasione dell'incontro nella sala consiliare del Comune di Prato avevano realizzato un plastico di un capannone confiscato trasformato in giardino della legalità. Grazie al loro impegno e alla passione nel realizzare il modello hanno scoperto l’importanza dl rispetto dell’ambiente e delle regole, a confrontarsi fra loro e con le altre classi, hanno capito che bisogna lavorare insieme per poter cambiare le cose. E la fondazione sarà accanto sostenendo la proposta dei ragazzi di far diventare quel capannone sede di legalità e formazione anche dei cittadini e raccontando la loro esperienza nei nostri incontri.
Mariagrazia Ciambellotti ha apprezzato il lavoro dei giovanissimi, le loro proposte interessanti, ma ha voluto sottolineare le difficoltà relative ai capannoni, sequestrati ai proprietari che non sono gli stessi che hanno commesso i reati per cui è prevista la confisca, essendo i locatori, mentre gli imputati sono coloro che hanno preso in affitto l'immobile, ragione per cui la sua confisca non è possibile.
La Fondazione ha rilanciato chiedendo all'amministrazione si impegni, in attesa di definire la questione sul piano giudiziario, a ricercare un altro spazio che diventi un presidio di legalità.
Proprio questa difficoltà di cui è testimonianza questo scambio finale è il segno più evidente di quanto il contrasto alla mafia sia difficile richiede scelte coraggiose e impegno straordinario da parte di tutti.
P.s. ci scusiamo dell’accaduto ma le foto dell’incontro di Prato e Massa sono andate perse in quanto si è rotta la scheda di memoria. Chiediamo a chi avesse fatto delle foto di farcele pervenire a:
scuola@antoninocaponnetto.it
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
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