Lunedì 25 Febbraio siamo nella città della celebra battaglia dove i fiorentini, come ricordava Machiavelli, vinsero sui milanesi per aver retto meglio in groppa ai propri cavalli!
Nello splendido centro storico, nella sala consiliare di palazzo Pretorio, sede del Comune di Anghiari, siamo stati accolti dall’assessore all’Istruzione Angela Cimbolini, da un gruppo di cittadini e associazioni.
Ad essere protagonisti sono stati i ragazzi e le ragazze del plesso del Liceo Artistico Piero della Francesca.
Piccolo plesso con pochi ragazzi ma con una grande tradizione. Fra queste mura medievali vi è la scuola museo dove ancora oggi si trasmette l'antico sapere dei maestri d'arte del legno. Oltre ai giovani del proprio territorio, ne accoglie ogni anno altri da tutto il mondo che vogliono perfezionare l’arte dell’intaglio e delle tecniche di restauro antico, capaci di restituire qualunque oggetto al suo primitivo splendore.
Nel piccolo borgo si respira un clima culturale, la scuola e gli allievi sono abituati all’accoglienza idonea a risvegliare la sensibilità dei ragazzi e produrre quella consapevolezza della realtà che li circonda e il tema da loro scelto ne è la prova: Le parole dell’odio. Il titolo non poteva esprimere meglio il disagio che si prova nel vedere quotidianamente, in programmi spazzatura o in rete, parole cariche di odio e di razzismo, una società che vive sempre di più la contrapposizione ed evita il confronto.
I ragazzi guidati dalla loro insegnante referente Rosaria Cafiero hanno iniziato con un’analisi delle ragioni dell’odio proposta con l’ausilio di slide: si prova odio dopo aver subito un’ingiustizia o condividendo sentimenti legati al razzismo. Si usano parole d’odio perché protetti dall’anonimato dei social.
Oppure nasce dal pregiudizio. I ragazzi hanno raccolto una serie di interviste dove tutti gli intervistati asseriscono di non essere razzisti, facendo seguire la dichiarazione da un “ma” infinito dove fa da padrona sottocultura, ignoranza, intolleranza, pregiudizi di ogni genere! L’analisi prosegue individuando l’odio nella paura del diverso, del disagio sociale.
Si sono poi soffermati su un filmato realizzato da ragazzi che espongono cartelli inneggianti l’odio con frasi ingiuriose in luoghi affollati, filmato che fa ben vedere l’indifferenza dei passanti assuefatti da tali comportamenti. Ancor peggio, ci sono politici che sfruttano tali fobie e paure per fini propagantistici! Ancora una volta la storia si ripete.
Al termine della loro esposizione, i ragazzi hanno chiesto alla propria Amministrazione di discutere nel Consiglio Comunale e aderire al Manifesto della comunicazione Non ostile il cui contenuto alleghiamo nel file delle foto.
Hanno aggiunto altre proposte su come organizzare una conferenza sulle fake news che generano odio; una campagna di sensibilizzazione sulla comunicazione non ostile con manifesti e volantini. Stanno lavorando anche ad una pubblicità progresso attraverso un filmato.
Infine sono state lette delle poesie riguardante l’odio, ne riportiamo una, mentre ne abbiamo allegate altre nel file:
Parole d’odio
Di terrore
Non portano di certo amore
Nei social tu puoi dire
Sol parole per ferire
Non son di certo intelligenti
Ma le usano i perdenti
(Jacopo Carli)
Un ragazzo armeno ne ha letta una del suo Paese traducendola.
Angela Cimbolini ha ringraziato i giovani e la scuola e si è impegnata a proporre in Consiglio l’adesione al Manifesto della comunicazione Non ostile
In un clima sereno da fare invidia ad un seminario, hanno preso la parola alcuni cittadini ed esponenti delle associazioni ed ognuno di loro si è dichiarato disponibile a lavorare con i giovani condividendo con loro le proposte arricchendo con il proprio contributo il tema della serata.
Anche la Fondazione proporrà, attraverso i report e gli incontri futuri, alle scuole del progetto di fare propria questa proposta e ai Comuni di votare nel proprio consiglio l’adesione al Manifesto della comunicazione Non ostile. Inoltre nella Conferenza finale di ottobre proporremo un intervento da parte dell’OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) della Polizia di Stato, nostra partner per costruire insieme un percorso comune.
Ha chiuso Mher Sargsyano, studente armeno, citando una frase spesso usata da Winston Churchill ripresa da Sri Chinmoy: «Ieri ero intelligente, ecco perché volevo cambiare il mondo. Oggi sono saggio, ecco perché sto cambiando me stesso ".
Con questa massima non potevamo chiudere meglio la serata e ci siamo dati appuntamento con le sei scuole della provincia di Arezzo per lunedì 13 maggio dalle ore 9 alle 13.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
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