Venerdì 17 maggio, ultimo appuntamento in Toscana con le giovani sentinelle.
Ad Arezzo, al contrario di Venezia, dal momento che la Provincia di Arezzo non aveva sale sufficientemente ampie per ospitare le scuole del territorio, è stato il Comune di Arezzo ad ospitare nel teatro Tenda della città e, nonostante la ricerca della sala si sia protratta fino all’ultima ora, creando disagi e per alcuni l’impossibilità a partecipare, quattro delle scuole aderenti al progetto hanno avuto modo di confrontarsi non con le proprie istituzioni ma almeno fra loro.
Per i disagi, assieme al problema tecnico del proiettore che abbiamo risolto utilizzando quello della Fondazione, l’incontro è iniziato in ritardo, ma la passione e l’entusiasmo dei ragazzi, i temi e lavori presentati ci hanno ripagato della nostra intransigenza e di non aver deluso le loro aspettative.
Hanno dato il via alla mattinata i ragazzi dell’Istituto comprensivo B. Dovizi di Bibbiena, accompagnati da una delle loro insegnanti, Ilaria Teghini. Si sono dedicati alla loro città, alla sua storia, scritta spesso sulle pietre delle sue mura o nella memoria dei loro “nonni”.
Ispirandosi all’articolo 9 della nostra Carta Costituzionale, che recita: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione», hanno realizzato una ricerca storica fatta anche dalle tante storie racchiuse in angoli, in strade e nella memoria della loro Bibbiena.
Hanno realizzato un video con interviste agli anziani del luogo e, grazie al contributo del loro Comune in particolare del presidente del Consiglio Francesco Frenos e alla collaborazione con l’associazione degli industriali del Casentino Prospettiva Casentino di cui fa parte anche Aruba, è allo studio la realizzazione di una Applicazione con lo scopo di promuovere il turismo attraverso la storia, i luoghi e le tradizioni di Bibbiena e del suo territorio.
Dai ragazzi del Dovizi viene un messaggio fondamentale, fare memoria storica attraverso la conservazione di fatti, di località e persone, indispensabile per la crescita culturale e il progresso del proprio territorio.
Hanno preso poi la parola i ragazzi e le ragazze del Liceo Giovanni da San Giovanni, accompagnati dagli insegnanti Laura Vanni, Letizia Verdi e Francesco Maria Grasso.
Le due classi dell’Istituto hanno realizzato una ricerca approfondita sulle droghe e sullo spaccio tra i giovanissimi in Valdarno, ne hanno analizzato il problema e le strategie di intervento. La scelta è nata dopo l’arresto di un sedicenne trovato con 30 grammi di marijana e grazie a telecamere istallate per l’indagine in un istituto della città, hanno scoperto che minorenni spacciavano droga ai propri compagni nei bagni della scuola. Il bel lavoro si è concretizzato nella realizzazione di un depliant informativo da distribuire con l’obbiettivo di coinvolgere altre scuole della propria città.
Subito dopo, ad essere protagonisti sono stati i ragazzi e le ragazze del liceo Piero della Francesca di Arezzo con i loro insostituibili insegnanti Agostino Fabbri e Daria Meazzini, ormai parte fondamentale del progetto Sentinelle. Con la loro grande esperienza hanno coinvolto un numero considerevole di ragazzi e ragazze in questi 10 anni di collaborazione. Quest’anno la professoressa Meazzini si è cimentata, come alcuni anni fa il suo collega Fabbri, nel ruolo di attrice nel video realizzato dai ragazzi dove, con gli studenti, mette in rilievo, con efficace sarcasmo e indubbio realismo, cosa la persone pensino degli handicappati.
I giovani del Piero della Francesca hanno incontrato una ragazza che vive “seduta”, Martina, formidabile testimonial, oppositrice dei ridicoli pregiudizi sui disabili, che assieme al suo ragazzo, Andrea, e alla collaborazione degli studenti dei suoi due insegnanti del Piero della Francesca, è divenuta protagonista del video e ora anche autrice di un blog come guida alla realtà di chi vive “seduto”.
Assieme, ragazzi e Martina, hanno scoperto nuovi punti di vista per chi vive in piedi e chi seduto e come le principali e primarie “barriere” verso i disabili siano annidate nella mentalità e nei pregiudizi diffusi.
Hanno concluso l’incontro gli studenti dell’Istituto Vegni di Cortona con la professoressa Silvia Romizi presentando un ampio lavoro sulle carenze e le esigenze della vita quotidiana partendo dalla famiglia: «Abbiamo pensato al futuro della famiglia», con queste parole hanno proposto incentivi e facilitazioni sociali e fiscali per le famiglie, ma anche apertura serale una volta al mese degli asili per permettere ai genitori una serata in libertà.
E ancora l’Educazione civica nelle scuole per comprendere il funzionamento dello Stato, ma anche centri ricreativi nel territorio, a scuola l’educazione sessuale per i ragazzi e le ragazze ma anche fontanelle di acqua potabile per limitare il la quantità delle bottigliette di plastica. Infine, la manutenzione e la pulizia degli spazi pubblici e delle strade ma anche spazi verdi e luoghi per incontrarsi. Il buon funzionamento di una società si basa sul rispetto delle regole che garantisce il diritto di tutti.
Questa panoramica mostra come ci sia consapevolezza e idee chiare da parte dei giovani, decisi e chiari nei loro obiettivi, che usano la tecnologia senza farsi usare e che chiedono udienza per le proprie istanze. Ma udienza non c’è stata da parte di amministratori e amministratrici, assenti e forse inconsapevoli dell’importanza di interloquire con i propri giovani cittadini. Il buon funzionamento della società non è arrivato dalla politica ma dagli studenti e studentesse per scoprire quanto accade nelle scuole accanto, cosa si muove e che cosa si può condividere, su quali temi riflettere e quali percorsi intraprendere.
Occorrerà riflettere sulle modalità per uno scambio e una condivisione articolata di temi e linguaggi in modo che l’enorme patrimonio di idee e proposte non vada disperso.
Con i ragazzi e le ragazze di tutta la Toscana l’appuntamento prossimo è l’11 ottobre al teatro Verdi di Firenze per la Conferenza finale.
Sergio Tamborrino e Claudio Gherardini
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