domenica 23 dicembre 2012
Incontro 2013 con il Petrocchi di Pistoia
Incontro con il Petrocchi di Pistoia
Mercoledì 11 dicembre appuntamento al Liceo Petrocchi di Pistoia. La classe quinta autrice del bel video sull'acqua dello scorso anno ci attende nel laboratorio con il proprio insegnante, Maurizio Degli Innocenti, e con un nuovo collega,, prof. Enea Sorrentino che seguirà quest’anno i ragazzi.
Lo spazio del laboratorio dove siamo ospiti è pieno di luce e incoraggia al confronto. Con i giovani introduciamo subito tutte le novità del progetto di quest'anno e , infatti si occuperanno delle foto dell'incontro, l’impegno era di curare il report, purtroppo sono venuti meno a questo incarico. Ci scusiamo per questo del ritardo dell’email e ci auguriamo maggiore responsabilità in futuro. Mentre Elvio Simone Balloni e Natasha Ponis lavoreranno per creare il gruppo delle giovani sentinelle pistoiesi su Facebook. I ragazzi e le ragazze vogliono invitare gruppi di giovani anche di altri istituti, coinvolgendoli sui temi che loro hanno affrontato in questi anni: l'acqua, gli spazi scolastici e i rifiuti, per costruire insieme proposte e soluzioni comuni nel dibattito pubblico cittadino. Con loro lo scambio è stato proficuo e i ragazzi, conoscendo il progetto hanno puntato più sulla comunicazione e sulla necessità di creare delle reti per far conoscere i loro bisogni ed essere autentiche sentinelle sul proprio territorio.
La Fondazione segue con attenzione insieme ai ragazzi del Petrocchi l’impegno che il Comune aveva preso nei loro confronti riguardo l’acqua come bene comune, e fa piacere che il sindaco, Samuele Bertinelli, abbia indicato a rappresentare il Comune nel consiglio di amministrazione di Pubbliacqua uno degli estensori dei quesiti referendari e consulente per la proposta di legge di iniziativa popolare per l’acqua pubblica il professor Luca Nivarra, ordinario di diritto civile all’Università di Palermo. Il Comune di Pistoia ha proposto inoltre, ai soci nell’assemblea di Publiacqua, di votare un documento che impegna a perseguire gli esiti del referendum. Un atto condiviso anche da Quarrata, Agliana, Montale, Serravalle e Sambuca. Ci auguriamo che presto altre Amministrazioni diano il buon esempio nell’applicare la volontà dei propri cittadini.
I giovani sentinelle della legalità saranno attente e vigili sui propri territori anche sugli altri temi da loro proposti.
Con loro ci siamo dati appuntamento, per il secondo incontro, per venerdì 15 marzo.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Scuola
venerdì 21 dicembre 2012
Incontro con l'Istituto Comprensivo Manzoni-Baracca di Firenze
Le giovani sentinelle vanno definendosi come un grande contenitore accogliente e dopo le scuole superiori e l’esperienza in numerose scuole medie, con la proposta degli open day della legalità, approda anche alle scuole primarie dell'Istituto comprensivo Manzoni Baracca di Firenze.
Qui la mattina di giovedì 12 dicembre nell'aula magna del plesso Balducci ci accolgono bambini e bambine delle sei classi quarte e quinte insieme alle loro insegnanti Nilde Casale, Anita Peluso, Pastorini, Monica Turini e Carla Meozzi. Il compito della Fondazione è quello di offrire il proprio contributo al lavoro meritorio degli insegnanti nell'educare al rispetto delle regole e dei comportamenti responsabili nelle scuole primarie. Abbiamo raccontato di Antonino Caponnetto che si è battuto nella sua vita a favore della legalità, del suo impegno nelle scuole parlando ai ragazzi delle regole, anche quelle piccole quotidiane, da quelle stradali, all’ambiente, ai buoni comportamenti a scuola, dal salvaguardare i beni comuni al rispetto della città e ai buoni comportamenti con i propri compagni. Abbiamo ricordato l'esempio di Falcone e Borsellino, abbiamo parlato della mafia descrivendo chi sono i mafiosi e quali le loro attività principali. La nostra esposizione ha suscitato tanta curiosità e mille domande, a volte dirette partendo dalla loro vita quotidiana a casa e a scuola. A tutti loro abbiamo chiesto di impegnarsi a rispettare le regole chiedendo loro di individuare un bene pubblico del loro quartiere: una scuola, un giardino, un impianto sportivo da salvaguardare e adottare.
Dopo una breve pausa e un veloce trasferimento nel plesso della scuola media Manzoni, abbiamo incontrato ragazzi e ragazze di alcune classi della terza media con alcuni loro insegnanti Patrizia Ciccopiedi, Maria Vitolo, Valentina Guadagno e Rossella Amodeo. Un fraintendimento ha causato una situazione di confusione: forse studenti e insegnanti, poco informati credevano di ascoltare una semplice conferenza e non l'introduzione ad un progetto vero e proprio, per cui è mancata l'attenzione e la curiosità consueta. Tuttavia non disperiamo di recuperare il tempo perduto, in questo primo incontro, già con il secondo e siamo fiduciosi nelle capacità degli insegnanti e dei giovani di portare a compimento il progetto proposto dalla Fondazione.
Il clima di grande entusiasmo del primo appuntamento mattutino si è ricreato nel pomeriggio con l'incontro con altri bambini e bambine di quarta e quinta della scuola primaria Bargellini e le loro insegnanti Cristiana Rita, Luigia Rita Granara , Pasqualina Diglio e Barbara Rosa. Anche in questo caso dopo il primo impatto si leggeva nei volti dei bambini e delle bambine un clima gioioso e di fiducia e un gran desiderio di conoscere ma anche di raccontare le loro esperienze di vita familiare e scolastica. Abbiamo spiegato come comportamenti abituali ad un esame attento si rivelano contrari alle buone regole. Da questo scambio di esempi siamo stati sottoposti ad un fuoco di fila di domande piene di acutezza e di curiosità. Ed è stato molto difficile interrompere l’incontro al suono della campanella. Con un folto gruppo di bambini ed insegnanti lo scambio si è protratto ancora per mezz’ora! E questo ci fa ben sperare per la prosecuzione del progetto e per la scelta di coinvolgere anche questa fascia di età.
Con tutti ci siamo dati appuntamento per il prossimo mercoledì 20 marzo.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Scuola
giovedì 20 dicembre 2012
Incontri a Volterra e Arezzo
Lunedì 3 dicembre, nell'aula magna del Liceo Carducci di Volterra, tre classi terze, una del Liceo classico, una dello scientifico e una del pedagogico, e una quarta dello Statale d'Arte ci hanno accolto per questo loro secondo anno del progetto delle giovani sentinelle.
La scelta dei docenti proff. Bestini, Genuini e Chelli di coinvolgere i diversi indirizzi dell'Istituto a significare una partecipazione corale e intriga l'opportunità che studenti e studentesse di sezioni così differenti lavorino gomito a gomito per un progetto di protagonismo giovanile.
«A tutti noi, attenti e incuriositi dal filmato che racconta la vicenda del giudice antimafia, è stato chiesto di collaborare al fine di trovare insieme un tema da discutere, arricchire e argomentare, così da riuscire, con il sostegno della Fondazione stessa, a dare vita ad un'iniziativa concreta per noi giovani: che sia uno spazio da condividere, adibito alla socializzazione ed allo scambio di idee, o una qualsiasi altra forma volta alla rivalutazione del “cittadino”.
Qual è il nesso fra la Fondazione ed il progetto? Proprio come Antonino Caponnetto stesso disse: “La Mafia non si combatte soltanto tramite la Polizia, ma partendo da dove si educano i ragazzi: dalle scuole”. E noi aggiungiamo: dalla comunità, dall'essere cittadini corretti.
La mattina ha preso forma anche attraverso la sintesi breve quanto esemplare dell'operato di Caponnetto dopo la morte del magistrato Chinnici. Quando Caponnetto si sposta da Firenze a Palermo, i suoi interventi risultano sostanziali per combattere la malavita siciliana: egli istituisce infatti il primo POOL antimafia della storia, di cui fanno parte quattro giudici. Una collaborazione di giudici che riesce ad arrestare, nel 1984 con il Blitz di San Michele, 366 mafiosi, una cifra sorprendente.
Ancora più spaventoso ed esorbitante è però il maxi processo che prende il via nel 1986 nel corso del quale 476 imputati sono esaminati e condannati. Nel 1987, dopo 349 udienze, 1414 interrogatori, sono comminati 19 ergastoli. Concludendo in questo modo il suo lavoro, Caponnetto lascia Palermo, ma al suo posto giunge Antonino Meli.
Il POOL è azzerato, Falcone andrà a Roma ed a Marsala verrà mandato Borsellino.
Nel 1992 il principio di una tragedia: il 23 di maggio Falcone viene ucciso nella strage di Capaci con 1000 kg di tritolo. Il 19 luglio viene ucciso anche Borsellino nella strage di via d'Amelio, mentre andava a trovare sua madre.
Da lì il dovere morale di Antonino Caponnetto di andare nelle scuole per “battere un colpo”, e la mattina del 3 dicembre anche noi eravamo lì per questo... per il progetto formazione, che prosegue ormai da anni».
Sergio Tamborrino
Responsabile Regionale Scuola
Incontro con il Liceo Artistico Piero della Francesca di Arezzo
Giovedì 6 Dicembre, decimo anniversario della morte di Antonino Caponnetto, la Fondazione ha incontrato i rappresentanti delle classi terze, quarte e quinte del Liceo Artistico Piero della Francesca di Arezzo. La scelta dei docenti, Agostino Fabbri e Daria Meazzini, è quella di un maggiore impegno dei giovani e di una loro più incisiva azione di coinvolgimento dei propri compagni e compagne. Chi ha partecipato all'incontro deve essere portavoce e deve sollecitare gli atri e le altre al protagonismo civile nel segno della legalità, della partecipazione e della promozione della cittadinanza attiva.
«L'incontro si è aperto con un'interessante illustrazione del fenomeno mafioso in Italia. La discussione si è incentrata in particolar modo sull’attività del fondatore del Pool antimafia, Antonino Caponnetto, nato in Sicilia nel 1920 e poi presto trasferitosi in Toscana.
Il giudice comincia la sua carriera in magistratura nel 1954 lavorando prima a Prato e poi a Firenze. Alla fine del 1983 si trasferisce a Palermo per sostituire Rocco Chinnici, Consigliere Istruttore presso il Tribunale, assassinato dalla mafia nel luglio dello stesso anno.
Qui costituisce il famoso Pool antimafia, una vera e propria novità dal punto di vista formale e sostanziale, di cui fanno parte anche Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta.
Il lavoro del pool porta come risultato il famoso maxi processo di Palermo che porta alla ‘sbarra’ più di 400 persone per reati legati alla criminalità organizzata. Dei 475 imputati - presenti e non - 360 sono condannati. 2665 anni di condanne al carcere sono divisi fra i colpevoli, non includendo gli ergastoli comminati ai diciannove boss di punta della mafia e ai killer.
Caponnetto lascia l’incarico nel 1988 e se ne torna nella sua Firenze, dove aveva lasciato la moglie e tre figli. Confida che a sostituirlo il Consiglio Superiore della Magistratura scelga Giovanni Falcone. Si sbaglia perché a Palermo andrà Antonino Meli.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino moriranno per mano della mafia tra la primavera e l'estate del 1992, rispettivamente il 23 Maggio e il 19 Luglio.
Incontrare i giovani nelle scuole e parlare con loro di legalità, di impegno civile, di responsabilità, favorire un loro nuovo protagonismo, diffondere una cultura dei diritti contro l'arroganza, la prevaricazione e la criminalità: questo è stato l’impegno che Antonino Caponnetto ha perseguito con straordinaria tenacia fino alla sua morte, convinto di rafforzare la difesa della democrazia e della cultura del diritto a cominciare dai ragazzi, da quelli che saranno i cittadini di domani, nella speranza che crescano con i valori della nostra Costituzione.
Sergio Tamborrino ha poi sottolineato come, da qualche anno a questa parte, la Mafia sia riuscita ad espandersi non solo nel sud dell'Italia ma anche al nord, attraverso attività di riciclaggio e numerose altre attività illegali.
Gli alunni presenti sono intervenuti con diverse domande per capire meglio il fenomeno mafioso in Italia e conoscere come vengono contrastati certi fenomeni anche nel resto d’Europa.
Proprio a questo riguardo, è stata accolta con interesse la proposta di vedere il film di Claudio Cupellini Una vita tranquilla con Toni Servillo che costituirà oggetto di dibattito nel prossimo incontro con la Fondazione fissato per l’8 marzo.
Lo scopo del progetto sarà quello di individuare una emergenza del territorio rispetto alla quale gli studenti dovranno proporre soluzioni oggetto di confronto con le Istituzioni locali».
Ci siamo dati appuntamento per venerdì 8 Marzo 2013.
Sergio Tamborrino
Responsabile Regionale Scuola
domenica 16 dicembre 2012
Gli incontri di Massa e Viareggio
Incontro con l’ITG Toniolo di Massa
Lunedì 10 dicembre ore 5,30 sveglia! Mattinata con due appuntamenti: Massa e Viareggio. Alle 8.10, appena suonata la campanella, ci ritroviamo con le giovani sentinelle della classe quarta che hanno partecipato al progetto lo scorso anno. Ragazzi e ragazze hanno ripreso il tema di cui si sono già occupati: alcuni spazi nella propria città e le opportunità per loro di esprimere proposte e suggerimenti per un governo della comunità locale che coinvolga giovani e cittadini. Nel corso degli incontri di marzo e maggio la classe del Toniolo aveva proposto di utilizzare due edifici storici della città: castello Malaspina e villa della Rinchiostra con manifestazioni ed eventi culturali e ricreativi. Gli amministratori locali avevano presentato dei loro programmi per quegli spazi, ma non avevano manifestato disponibilità ad aprire un confronto puntuale con gli studenti e le studentesse relativo alle politiche culturali e giovanili. I ragazzi avevano inteso questo comportamento come un segnale di poca attenzione al dialogo.
Da questi presupposti è ripresa la discussione in classe e studenti e studentesse hanno deciso di essere più incisivi e ricercare nuovi canali di comunicazione per coinvolgere maggiormente compagni e compagne della propria scuola e degli altri istituti cittadini. Infatti, nella città di Massa, in quattro anni di progetto, abbiamo incontrato giovani di due scuole diverse in tempi differenti che, pur non conoscendosi, hanno sollevato la questione degli spazi per loro, delle opportunità di contribuire alle scelte, in breve di essere protagonisti, indizio questo di un disagio che, ci auguriamo, chi governa la comunità vorrà assumere ricercando strumenti e forme per contenerlo e risolverlo.
In questo senso ci è parsa quanto mai significativa la scelta di costituire un gruppo Giovani sentinelle della legalità Massa su Facebook per costruire una rete di relazioni che abbia come obiettivo la discussione e le scelte relative al loro progetto, in prima battuta, poi ampliare lo spettro delle questioni con una platea più ampia.
La maturità e l’esperienza di questi giovani all’interno della scuola ha superato i confini della stessa per aprirsi alla città e a coloro che la abitano, ed è significativo che la discussione sulla legalità e il richiamo alla responsabilità di ciascuno abbia prodotto questo interesse e questa volontà di mettere a frutto le capacità dei giovani.
La Fondazione condivide il disagio che oggi vive la scuola e condanna il dileggio e l'aggressione agli insegnanti operati da media e politici, che mirano a ridimensionare il ruolo della scuola pubblica, ultimo e insostituibile baluardo della formazione dei cittadini e palestra dell’esercizio della democrazia.
In questa direzione si muove il nostro contributo a favorire il protagonismo giovanile.
Incontro con il Liceo scientifico e tecnologico Galileo Galilei di Viareggio
Sempre lunedì 10, ma alle ore 11.00, dopo esserci trasferiti in fretta da Massa a Viareggio, abbiamo incontrato la classe seconda del Liceo scientifico e tecnologico Galileo Galilei, veteransa del progetto.
Si erano occupati di acqua, in particolare di realizzare un Muro dell’acqua all’interno degli spazi della loro scuola. Proposta che lo scorso anno scolastico era stata accolta con interesse dall’assessore provinciale all’Istruzione, Mario Regoli, sia nell’incontro di maggio sia nella Conferenza finale dell’11 ottobre. I ragazzi hanno manifestato, lunedì, l’intenzione di proseguire e realizzare il loro lavoro promuovendo un concorso nella scuola per il miglior progetto, definire gli ultimi dettagli e chiedere alla Provincia di Lucca di tener fede all'impegno preso.
Anche ai giovani di Viareggio abbiamo proposto di redigere il report degli incontri in collaborazione con la Fondazione; li abbiamo invitati a costituire un gruppo su Facebook con l’obiettivo di allargare la platea e rendere sempre più ampia la partecipazione in modo da diffondere le buone pratiche, che significano tutela dell’acqua pubblica, in accordo con gli esiti referendari, riduzione importante dei rifiuti di plastica, e, soprattutto sul piano simbolico, dimostrazione di cosa significhi partecipazione ed esercizio della democrazia.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Scuola
Inaugurato oggi nuovo presidio Fondazione Antonino Caponnetto intitolato a Piero Luigi Vigna
15 dicembre 2012
Circolo ARCI "Colli Alti" via Indicatorio, 41 - Signa (FI)
Con
ELISABETTA CAPONNETTO moglie del Giudice Antonino
Caponnetto
LEONARDO VIGNA figlio del magistrato Piero Luigi
SALVATORE CALLERI Presidente Fondazione Caponnetto
ALBERTO CRISTIANINI Sindaco di Signa
MARCO NOERO Segretario regionale SILP CGIL
modera: Laura Lippi del forum Sicurezza e Legalità del Partito Democratico metropolitano di Firenze
giovedì 13 dicembre 2012
Giovedì 6 dicembre 2012 - 10° anniversario della morte di Antonino Caponnetto
Giovedì 6 dicembre 10° anniversario della morte di Antonino Caponnetto
In ricordo di Nonno Nino, la Fondazione ha promosso tre incontri per commemorarne la memoria. In mattinata, ad Orvieto, presso il Centro Addestramento di Specializzazione della Guardia di Finanza, si è tenuto il primo appuntamento, con lo slogan "Dalla Caserma Cangelosi alla Caserma Montegrappa .., una storia per il contrasto alle mafie globali" la Fondazione ha voluto ricordare l’accoglienza e l’ospitalità che la Guardia di Finanza ha offerto ad Antonino Caponnetto durante la sua permanenza a Palermo a capo del pool antimafia.
Il ricordo è tanto più significativo per il ruolo del corpo della Guardia di Finanza impegnato al contrasto dell’evasione fiscale ed al controllo del riciclaggio del denaro sporco, compiti quanto mai significativi sia per il recupero di risorse sottratte illecitamente alla collettività, sia per il controllo di legalità esercitato sulle attività economiche.
In contemporanea a Pistoia, città di adozione di Antonino Caponnetto, si è tenuto un incontro con gli studenti presso l’auditorium della Provincia cui hanno partecipato: Domenico Bilotta, Responsabile Scuola della Fondazione Caponnetto, Luigi Marini membro della Corte di Cassazione, Massimo Caponnetto figlio del Giudice, Pino Maniáci direttore di Telejato, Paolo Carrara Presidente della Fondazione Un Raggio di Luce, Mauro Matteucci del Centro di Documentazione e di Progetto Don MIlani e circa 300 ragazzi di varie scuole della città. Particolarmente significativa la testimonianza di Pino Maniáci, che con la sua verve ha affascinato l’uditorio ed ha raccontato di come la lotta contro le mafie attraverso l’informazione indipendente sia straordinariamente efficace. L’emittente che lui dirige ha aperto le porte anche ai giovanissimi, offrendo brevi stage gratuiti, per una prima esperienza sul campo dell’attività di giornalista in Sicilia. In serata, nella Sala Grande del palazzo comunale, alla presenza della Sig.ra Elisabetta Caponnetto, è stato consegnato il premo intitolato a Nonno Nino, premio promosso dalle Fondazioni Caponnetto e Un Raggio di Luce. A riceverlo due donne: la dott.ssa Antonella De Miro, prefetto di Reggio Emilia, da sempre impegnata alla lotta contro la mafia e particolarmente attenta nell’analisi e nella conoscenza dei fenomeni criminosi; ed a Letizia Maniáci, giornalista e saggista, esempio di cosa sia la vera informazione indipendente, e da sempre impegnata coraggiosamente con tutta la sua famiglia a ricercare notizie ed a raccontare cosa siano mafia ed antimafia. La Fondazione è particolarmente orgogliosa nell’aver assegnato il premio a queste due donne, perché in ciò è fedele all’insegnamento di Antonino Caponnetto di non lasciare da solo chi è impegnato, ed è particolarmente esposto nella lotta alla mafia.
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Incontro con il Pesenti di Cascina e cittadinanza onoraria alla Signora Elisabetta Caponnetto
Incontro con il Pesenti di Cascina e cittadinanza onoraria alla Signora Elisabetta Caponnetto
Mercoledì 5 Dicembre la Fondazione ha incontrato gli studenti e le studentesse del Pesenti di Cascina. Oltre alla classe terza, dello scorso anno, che intende continuare ad occuparsi del tema del gioco d’azzardo, vi è anche una prima anch’essa interessata allo stesso tema, era presente anche una quarta in veste di uditrice, incuriosita dai propri compagni. Con loro sia il prof. Fernando Mellea, nella duplice veste di insegnante e vicario dell’Istituto e di assessore alla Legalità, sia la prof.ssa Stefania Gilli referente del progetto. Dopo il bel lavoro presentato lo scorso anno, ragazzi e ragazze hanno deciso di allargare e arricchire il proprio lavoro coinvolgendo non solo i propri compagni ma anche la cittadinanza. Grazie alla collaborazione del Comune di Cascina, attento e sempre presente, e con il contributo dell’ARCI di Pisa e della nostra Fondazione, il logo realizzato lo scorso anno e ultimato in questi giorni, sarà affisso in tanti esercizi commerciali in modo da creare una vera e propria free zone “gioco poco azzardo tanto”, campagna promossa dal Comune di Cascina, dall’Arci Comitato di Pisa e dalla Fondazione Caponnetto, in virtù della quale commercianti ed esercenti dichiarano apertamente di non avere slot machine nei propri locali. Ci siamo dati appuntamento per il secondo incontro giovedì 7 Marzo 2013 alle ore 16.00
Ma la giornata è stata intensa ed è proseguita nel pomeriggio, nella Sala Comunale insieme alla giunta e al proprio sindaco, Alessio Antonelli, presenti anche gli studenti che hanno seguito il progetto negli scorsi anni ed i cittadini, si è tenuto un Consiglio aperto per il conferimento della cittadinanza onoraria a Nonna Betta. Era presente il prefetto di Pisa, dott. Francesco Tagliente, ed il Consiglio Comunale dei ragazzi. Nonna Betta insieme a tutta la Fondazione è onorata per questo riconoscimento che attesta il tener vivo il ricordo di Antonino Caponnetto e la Fondazione è ben felice di lavorare e accostare l'Amministrazione e la Scuola del proprio territorio nel ruolo di formare i giovani cittadini e dare nel contempo un segnale di cosa sia l’impegno concreto al contrasto alle infiltrazioni mafiose. Infatti sappiamo, da alcune intercettazioni telefoniche, come la mafia sia molto informata dell'attenzione o meno degli amministratori sulle infiltrazioni mafiose sul proprio territorio, infatti in maniera molto esplicita dice: – “In quel Comune non andateci, perché il Sindaco fa di testa sua” – a significare che l’Amministrazione è attenta ai rischi dell’infiltrazione criminale, prevedendo tutte quelle misure idonee a contenere e contrastare i disegni criminosi e che quindi non conviene "lavorare" in quel territorio!
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mercoledì 5 dicembre 2012
Open day scuola
Open day della legalità
Incontro con il Comprensivo Caponnetto di Bagno a Ripoli
Il 28 novembre 2012, il progetto delle giovani sentinelle approda a Bagno a Ripoli e fa tappa all'Istituto comprensivo Caponnetto dove incontra gli alunni e le alunne delle classi terze.
Da alcuni anni proprio qui a Bagno a Ripoli abbiamo sperimentato l'open day della legalità con scuole di ordini diversi e i risultati sono stati incoraggianti.
Ad accoglierci, con i propri insegnanti, un primo gruppo di tre classi nelle prime due ore di lezione, poi un altro gruppo di due, nelle ultime due ore. Anche a loro, come ai compagni delle classi superiori, abbiamo richiesto una maggiore collaborazione e partecipazione. E infatti le belle foto di questo incontro sono di Sharmarke Abdulkader, mentre parte del report è a cura di Veronica, Niccolò, Sara, Anthea., Carolina e Sofia.
Proprio per questa ragione, da quest'anno, i report giungeranno con qualche giorno di ritardo proprio per consentire ai ragazzi e alle ragazze impegnati a redigerlo di avere il tempo necessario per incontrarsi e farlo.
Attenti e curiosi ragazzi e ragazze hanno seguito la presentazione della Fondazione.
«L'argomento principale trattato è stato la MAFIA e i tentativi dello Stato italiano di liberare il Paese da questa organizzazione criminale, anche con la costituzione del POOL ANTIMAFIA, che si formò a Palermo per merito di Antonino Caponnetto. Nato in Sicilia nel 1920, la sua famiglia si era poi trasferita in Toscana quando era molto piccolo. Nel 1954 entrò in magistratura, fu prima pretore a Prato e magistrato a Firenze. Scelto dal Consiglio Superiore della Magistratura come Consigliere istruttore a Palermo per prendere il posto di Rocco Chinnici, assassinato dalla mafia nel luglio del 1983, si trasferì nella città siciliana alla fine del 1983. Qui costituì il pool antimafia e a farne parte furono, oltre a Caponnetto, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello. Grazie alla loro opera fu possibile arrestare molti mafiosi e istituire il maxi processo. L'incarico di Consigliere istruttore a Palermo si concluse nel 1988 e Caponnetto tornò a Firenze convinto che a succedergli sarebbe stato Giovanni Falcone, invece il CSM gli preferì A. Meli. Falcone si trasferì a Roma dove promosse la formazione della DIA (Direzione Investigativa Antimafia).
In origine, la mafia si concentrava maggiormente nel meridione italiano, ma recentemente si è espansa anche nel settentrione e opera attraverso il riciclaggio del denaro (droghe, prostituzione, armi illegali e altre azioni illecite).
Tra la primavera e l' estate del 1992 furono assassinati Falcone (23 maggio) e Borsellino (19 luglio) e Caponnetto, dopo la morte dei suoi compagni, dapprima si scoraggiò pensando che tutto il lavoro svolto in quegli anni fosse finito, ma subito dopo, grazie al sostegno dei ragazzi, che dicevano: «Caponnetto non ci lasciare, chi ci difende ora?», il giudice decise di non sprecare tempo, di andare nelle scuole e parlare con i ragazzi, cercando di porre il problema con serietà., impegno a cui si dedicò negli ultimi 10 anni di vita.
Secondo noi, lo scopo di questo incontro è stato far capire ai ragazzi di oggi la gravità della situazione nel nostro Paese, e, riflettendoci, trovare delle soluzioni per migliorare il presente e il futuro. A parer nostro, la mafia va sconfitta perché sta rovinando il futuro e la vita di molte persone, soprattutto il futuro di noi ragazzi».
Dopo un confronto vivace e partecipato ai ragazzi e alle ragazze abbiamo lanciato la sfida di un percorso formativo di cittadinanza, chiedendo loro di prendersi cura di un tema particolarmente caro sul proprio territorio o comunità, di studiarlo e approfondirlo in modo che il prossimo 13 marzo i ragazzi siano pronti al confrontarsi con cittadini e amministratori comunali per una ricerca di soluzioni condivise dei problemi sollevati.
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