Nell'Aula Magna dell'Istituto Einaudi di Grosseto, venerdì 7 maggio, si è tenuto l'incontro finale con i giovani delle 2 scuole pilota della provincia di Grosseto: l'Einaudi e il Rosmini. Erano presenti le forze dell'ordine, il vice Prefetto Dott.ssa Vincenza Filippi, l'Assessore provinciale Cinzia Tacconi, l'Assessore delle Politiche giovanili del Comune di Grosseto Simone Ferretti, il sindaco di Gavorrano Massimo Borghi e la dott.ssa Cecilia Liuti dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Grosseto.
Hanno iniziato i lavori i ragazzi e le ragazze dell'Istituto Rosmini sul tema "Lo sport e il rispetto delle regole". Seguiti dagli insegnanti Katia Bartali, Maria Elena Simoncelli e Tiziana Peri e con l'aiuto di slide hanno illustrato le varie fasi del loro lavoro svolto durante l'arco dell'anno, dimostrando come sia necessario educare, fin dalla tenera età, a rispettare le regole anche nello sport, come il gioco può diventare formula di rispetto per sé stessi e per gli altri. Ancora una volta i giovani, gli studenti rivelano come gli adulti dimenticano di essere educatori e, per realizzare inconsciamente i propri desideri o le proprie frustrazioni, sempre più spesso sentiamo nei campetti da calcio incitare i propri figli a "spezzare le gambe ai propri compagni"!
Gli studenti del Rosmini con questo progetto non solo hanno chiesto alle Istituzioni di mettere a disposizione spazi ricreativi assenti, soprattutto nei piccoli paesi dell'interland, ma si sono "messi in gioco" come futuri educatori e sentinelle della legalità, proponendosi alle Istituzioni locali, con stage presso le scuole primarie di alcuni comuni limitrofi.
Il loro desiderio è quello di proseguire questa esperienza di tirocinio anche per i prossimi anni trasferendo la loro esperienza alle classi future.
Hanno proseguito gli studenti dell'Einaudi con il progetto Immigrazione e integrazione, guidati dalle professoresse Laura Ciampini e Giuseppina Bacciarini, hanno esposto attraverso delle slide e poi con un filmato partendo dai "fatti di Rosarno", come il circuito perverso di un territorio malato di mafia altera il mercato e crea nuovi schiavi. L'analisi si è spostata poi sul proprio territorio, prendendo in prestito uno slogan della nostra Fondazione "La Toscana non è terra di mafia ma la mafia c'è e va combattuta!".
Le politiche di «immigrazione zero» dovrebbero cedere il passo a politiche capaci di aprire canali migratori legali, migliorare la gamma di capacità professionali delle schiere di lavoratori migranti così come le loro prestazioni sul mercato del lavoro, promovendo un’immigrazione economica gestita, restringendo i canali collegati alla malavita organizzata.
Nuovi diritti e doveri dovrebbero, di fatto, costituire la base del processo di integrazione.
Ci dispiace che i tempi oramai ristretti imposti a chiusura del dibattito non hanno permesso di esporre le soluzioni che i ragazzi richiedevano alle Istituzioni locali come innovazioni significative ad una politica pubblica in grado di sostenere i processi di integrazione attarverso concessione di spazi agli immigrati per vendere e far conoscere i propri prodotti.
La Fondazione Antonino Caponnetto, alla presenza di Nonna Betta Caponnetto, l’Arci con Maurizio Pascucci, Simone Bartolini, la Cgil con Cristina Citerni e Gianni Bracciali si augurano che le proposte e le soluzioni scaturite dalle due scuole grossetane proseguono con l'attenzione che le Istituzioni locali hanno fino ad ora condiviso con i propri giovani cittadini.
Un ringraziamento va a RTV9 che dall'inizio del progetto ha favorito i giovani nel loro percorso di formazione. Questo esempio ci fa ben sperare e ci auguriamo che altri media prendano esempio a divulgare azioni di giovani impegnati a difesa del proprio territorio e da contrapporre agli esempi diseducativi come "Corona e altro!"
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
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