lunedì 1 dicembre 2014
Giovani sentinelle alla Scuola Media Ungaretti di Grosseto
Sabato 29 ottobre ultimo degli appuntamenti con le giovani sentinelle delle scuole grossetane. A chiudere ragazzi e ragazze della scuola media Ungaretti di Grosseto. Ad attenderci 3 classi seconde insieme alle loro insegnanti Sonia Boni, Michela Cavese, Carla Giuliarini.
Dopo la visione del filmato su Antonino Caponnetto e dopo esserci soffermati sull’impegno del giudice nelle scuole di tutta Italia, a seguito delle tragiche morti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, abbiamo parlato dei valori dell’impegno civile, della solidarietà e del rispetto delle regole quale antidoto non solo alla criminalità organizzata ma anche al dilagare dell’illegalità. Questa diffusa violazione delle leggi, sia quelle giuridiche sia quelle dei buoni comportamenti, incidono anche sull'economia del Paese sottraendo risorse pubbliche, con la corruzione e l'evasione fiscale, che impediscono di fare investimenti nelle politiche scolastiche e sociali.
Abbiamo chiesto ai ragazzi, come esempio, di prendere una cartina del proprio territorio e di segnare con una bandierina ogni bene che appartiene a tutta la comunità: strade, scuole, piazze, giardini pubblici, ospedali, impianti sportivi, ecc. Poi li abbiamo invitati a cancellare questi beni, per rendersi conto di quante cose abbiamo in comune e di quanto saremmo in difficoltà senza di essi e della necessità di prendersene cura e conservarli. Abbiamo raccontato di come, in altri Paesi europei a noi vicini, vi sia uno spirito civico differente e una responsabilità di ciascuno nel partecipare al bene comuni pagando tasse eque. In tali Paesi l'evasione è così bassa proprio per questo senso di responsabilità!
Abbiamo ricordato l'altra grande passione di Antonino Caponnetto: la nostra Carta Costituzionale e, in particolare l’art. 3 dove si stabilisce l'uguaglianza - tutti si è uguali di fronte alla legge - e il compito fondamentale della Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ogni natura per il raggiungimento di tale obiettivo e, in questo senso, la scuola è lo strumento per eccellenza allo scopo.
Per la Fondazione è stato un onore ricordare il maestro Alberto Manzi accanto alla moglie, la professoressa Sonia Boni, che insegna in questa scuola.
Negli anni 60 del Novecento, il nostro Paese cosciente di avere una popolazione con un alto grado di analfabetismo usò la televisione per educare i propri cittadini a intraprendere il cammino della democrazia e del sapere. Il maestro Manzi, educatore, con grande e spiccato impegno civile, in soli otto anni, insieme al Ministero dell’Istruzione rimosse quell’ostacolo che la nostra Carta cita con l’art. 3 con la trasmissione Non è mai troppo tardi. Oltre un milione e mezzo di cittadini impararono a leggere e a scrivere.
Rattrista oggi vedere come gli stessi mezzi di comunicazione abbiano stravolto non solo il compito di uno Stato ma che vengano utilizzati per ricostruire un nuovo modello di non sapere!
Quello di tenere viva la memoria è un dovere civico che era nel DNA di Antonino Caponnetto che non smetteva mai di sollecitare ogni cittadino a non dimenticare.
Una lunga strada ci attende, dobbiamo percorrerla insieme mano nella mano – diceva il giudice, e con questa sua esortazione abbiamo concluso dandoci appuntamento per venerdì 20 marzo.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
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