Le sentinelle di Venezia non incontrano i rappresentanti dell’amministrazione comunale!
Venerdì 27 marzo è in calendario il secondo appuntamento delle giovani sentinelle di Venezia. Dopo le dimissioni del sindaco Orsoni il Comune di Venezia è stato commissariato e quindi ragazzi e ragazze attendevano di essere accolte dal commissario prefettizio, come è accaduto due anni fa a Viareggio, quando furono accolti dal dott. Mannino nella Sala consiliare e discussero con lui il proprio progetto.
Invece venerdì 27 i giovani della Laguna non hanno avuto l'onore di varcare la soglia della sala consiliare! Abbiamo più volte sollecitato via email e poi telefonicamente il Commissario prefettizio, Vittorio Zappalorto, e di seguito il sub Commissario con delega alla Cultura, Sergio Pomponio, ma inutilmente, non abbiamo avuto nessuna risposta, completo silenzio …è prevalsa la scelta di chiudere le porte ai propri giovani cittadini che con loro volevano interloquire. Così la sala simbolo del governo democratico, quella che dovrebbe essere aperta a tutti i cittadini è rimasta chiusa!
La Fondazione è rammaricata per simile comportamento in quanto in un percorso formativo sulla cittadinanza attiva le Istituzioni non possono ignorare tali sollecitazioni che vengono dalla scuola e dai giovani.
L’incontro si è tenuto quindi nell’Aula magna dell’Istituto Algarotti che ha ospitato, oltre ai ragazzi e le ragazze della scuola, anche quelli del Liceo Classico Bruno-Franchetti. Ancora una volta la scuola sopperisce alle lacune di chi dovrebbe dare il buon esempio, è un presidio dello Stato dinanzi alle inefficienze e all'ignavia.
Presenti il Commissario Capo della Polizia di Stato di Venezia, Annalisa Ferrari, che porta il saluto del Questore, dottor Angelo Sanna, da sempre attento alla formazione dei ragazzi, il tenente dei Carabinieri, Sorgente, i rappresentanti del COISP con il presidente, Franco Maccari e, infine, il Commissario prefettizio della Provincia di Venezia, dott. Cesare Castelli, che si dichiara disponibile da subito ad ospitare in Provincia gli studenti per il terzo incontro previsto per martedì 12 maggio dalle ore 9.30 alle ore 12.30. Nel ringraziarlo, ci rincuora in quanto non rende vano il lavoro di un anno e non spegne il grande entusiasmo che questi giovani hanno trasmesso con questo progetto.
Nell'introdurre l'incontro, la Fondazione ha voluto orgogliosamente ricordare i compagni di questa tre giorni in Veneto: il personale dell’OSCAD con il progetto mirato e rivolto ai giovani per promuovere la cultura della legalità ed il contrasto ad ogni forma di discriminazione e di violenza. La Fondazione ha ribadito l’importanza del lavoro di squadra, di pool e dei ponti virtuosi con le forze sane del nostro Paese. Il Sostituto Commissario della Polizia di Stato, Gioia Nanni, ci ha fatto riflettere e capire come si può andare oltre al ruolo di una divisa e rendere prezioso questa collaborazione . Ha spiegato il cammino verso il rispetto dei Diritti Umani che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza intende affrontare partendo con una campagna promozionale proprio da Venezia il prossimo 7 maggio con un truck lungo 18 metri che ospiterà i giovani della Laguna.
Poi hanno preso la parola le Sentinelle del liceo classico Bruno-Franchetti accompagnati dalla loro insegnante, Alessandra Artusi, e dell’IIS Algarotti con l’insegnante e nostra referente per la provincia di Venezia, Giusi Sazio. I ragazzi dell’Algarotti fanno gli onori di casa lasciando la parola a quelli del Liceo Bruno Franchetti di Mestre-Venezia, all’esordio con il progetto della Fondazione. Gli studenti e le studentesse della classe II E classico hanno approfondito il tema della sicurezza in rete e dei pericoli che possono derivare da una navigazione in internet poco responsabile. Essi hanno adottato come nuovo titolo del loro progetto una frase emersa dal colloquio per un approfondimento con uno degli esperti incontrati nei mesi scorsi, il dottor Scialdone, Commissario Capo del settore operativo ed investigativo della Polizia Postale di Venezia. La frase recita efficacemente così: Internet è come un diamante: rimane per sempre. Come hanno precisato poi i ragazzi e le ragazze, di ogni immagine, di ogni dato che viene scambiato in una comunicazione on line, nei social network o con un semplice SMS, rimane traccia per lunghissimo tempo a nostra insaputa, anche nel caso vengano cancellati o rimossi. Dopo la presentazione generale del percorso, affidata ad Alessio, la parola è passata a Brigitta e a Valentina, per l’esposizione di quanto emerso dall’intervista rivolta al dottor Scialdone. Le due studentesse hanno elencato i reati prevalenti di cui si può essere vittima navigando in internet, gli uffici competenti ad essi preposti, le strategie messe in atto per garantire un confronto efficace con il cittadino su questi temi. Gli studenti hanno inoltre riferito di aver conosciuto durante il loro percorso il dottor Fabio Corvini, formatore a livello europeo nel campo della sicurezza in rete. Corvini, parlando loro di Deep Web, ha smascherato l’esistenza di una realtà latente, sottesa alla rete da noi quotidianamente utilizzata, ma di facile accesso: un terreno fertile per la vita di molte organizzazioni criminali, un mercato la cui moneta corrente è il bitcoin.
Giammarco e Silvia hanno illustrato, poi, nel dettaglio l’esito di un sondaggio effettuato tra un campione di oltre 100 studenti del proprio Istituto, allo scopo di conoscere le abitudini dei giovani nell’uso delle nuove tecnologie e il loro grado di consapevolezza sui rischi cui ci si espone navigando in rete. In seguito all'analisi dei dati, l’appello rivolto alle autorità presenti è stato quello di incentivare l’informazione anche tra le scuole secondarie di secondo grado, come accade già in modo apprezzabile presso molti Istituti del primo ciclo di istruzione, perché c’è ancora tanto da fare in quest’ambito, avvertito dai giovani stessi come in evoluzione e, per così dire, liquido.
L’esposizione degli studenti si è conclusa con un efficace video, presente anche nel sito dell'USR per il Veneto nella sezione ECR - Essere Cittadini Responsabili. Come ha spiegato Alessia, hanno voluto così sensibilizzare ulteriormente i presenti sulle possibili conseguenze di un utilizzo ingenuo delle nuove tecnologie. Al video ha collaborato anche il dott.or Corvini.
Stremati dall’emozioni ma entusiasti ed appagati dagli applausi, cedono la parola alle sentinelle dell’IIS Algarotti.
L’anno scorso le Sentinelle di questo istituto si sono occupate dello studio del gioco d’azzardo come fenomeno sociale e socialmente pericoloso, analizzando il fenomeno dal punto di vista medico-scientifico, economico e giuridico.
Quest’anno invece le Sentinelle, reduci del ruolo di firmatari del Protocollo d’intesa fra Scuola, Fondazione e Prefettura di Venezia, per la prevenzione ed il contrasto del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela delle fasce deboli, hanno deciso di ripartire con la considerazione della pericolosità del fenomeno già in fase preadolescenziale e adolescenziale proponendo un progetto di educazione alla salute differenziato per fasce di età, con il fine di informare e prevenire il fenomeno partendo dal nucleo più vicino al bambino dopo la famiglia: in ambito scolastico. Hanno suddiviso così il progetto in tre interventi differenti, così come lo sono i destinatari. In questo primo incontro, le sentinelle si sono dedicate alla parte di progetto destinato alle scuole secondarie di I e di II grado: Marta, Benedetta, Anna hanno affrontato il tema del GAP nell’adolescente, mettendo in rilievo la pericolosità di alcune azioni apparentemente innocue; Claudia, Carlo e Alessia si sono soffermati sulla trattazione del fenomeno in fase pre-adolescenziale. Gli adolescenti italiani sanno che l’azzardo non è un gioco come tutti gli altri, e il 56% li associa alla consapevolezza di un divieto: il 43% sa che è vietato ai minorenni, il 16% lo ritiene illegale e il 7% pensa che sia consentito solo all’interno dei casinò. 4 ragazzi su 10 associano al gioco d’azzardo la sensazione di rischio e il 14% lo ritiene da malati.
Il 99% dei ragazzi conosce almeno un gioco d’azzardo; il 97% il gratta e vinci e l’88% i giochi con estrazione di numeri mentre l’80% circa conosce le macchinette (slot e videopoker), le scommesse, i giochi di carte online e il bingo. I ragazzi più grandi (16-17enni) appaiono più informati soprattutto sulle scommesse sportive, i giochi di carte e videopoker. In media, i maschi sono più attratti delle loro coetanee dal gioco d’azzardo, e la diffusione è maggiore in soggetti con basso livello di scolarizzazione e nel Meridione.
La pubblicità televisiva è il più importante veicolo di conoscenza dei diversi tipi di giochi, ma nell’iniziazione vera e propria al gioco è particolarmente rilevante il passaparola di amici che già praticano questa attività.
Anche il web ha un ruolo da comprimario tra i canali di conoscenza: dopo i social network, sono i siti sportivi ad avvicinare i ragazzi (soprattutto maschi) al gioco d'azzardo. Emerge dunque un segnale non irrilevante, perché l’esposizione al pericolo riguarda molto da vicino la pubblicità in Tv e anche lo sport, tradizionalmente percepito come scuola di sani principi, è divenuto anche veicolo di avvicinamento al gioco d’azzardo. Sebbene il “gratta e vinci” sia il più praticato, le scommesse sportive rappresentano il gioco d'azzardo più popolare tra gli adolescenti con una capacità attrattiva superiore a molti altri giochi d'azzardo tradizionali più noti e rivelano così un fenomeno da tenere sotto controllo.
Infine una bella sorpresa! I ragazzi allietano i numerosi genitori e autorità presenti rappresentando la malattia del gioco d’azzardo così devastante con un balletto che Veronica e Giulia eseguono davanti ad una slot machine completamente realizzata dai ragazzi. Pronti per la prossima tappa di martedì 12 maggio, i ragazzi si propongono di arricchire il proprio percorso con ulteriori interventi e ...spettacolo!
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
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