Le sentinelle del basso Polesine incontrano le proprie Istituzioni provinciali
Venerdì 15 maggio le giovani sentinelle delle due le scuole del basso Polesine: l'Istituto Colombo e l'istituto Comprensivo, entrambi di Porto Tolle, hanno incontrato gli amministratori provinciali. L'appuntamento come previsto dal progetto si sarebbe dovuto tenere presso le sale della Provincia, ma si è ritenuto più opportuno, per motivi economici, tenere l'incontro presso la sala comunale di Porto Tolle, essendo le scuole dello stesso comune.
A ricevere i giovani, il sindaco, Marco Bellan e l’assessore all'Istruzione, Leonarda Ielasi. Marco Tombini, presidente della Provincia, dopo aver assicurato la sua presenza non ha potuto intervenire e in sua vece erano presenti Andrea Tincani e Eliana Varvara, due legali della Provincia, che si occupano della difesa dell'istituzione nei procedimenti contro chi attacca o degrada il patrimonio ambientale del territorio. Scelta non casuale, a significare l’attenzione della Provincia non solo ad ascoltare ragazzi e ragazze, ma ad intervenire nello specifico su temi che ragazzi e ragazze di entrambi gli istituti avevano affrontato e che riguardavano l’ambiente.
Dopo il saluto di Marco Bellan che ha ringraziato la Fondazione per il suo peregrinare in tutta l’Italia nel portare avanti le idee e l’impegno del giudice antimafia in difesa dei principi costituzionali di legalità e giustizia sociale, ha elogiato i ragazzi perché solo con il loro impegno si può cambiare e difendere il nostro Paese.
Hanno esordito i giovani dell’Istituto Comprensivo che, con l'aiuto di slide, hanno esposto il loro tema: la valorizzazione ambientale del loro territorio e della pulizia degli argini del Delta del Po.
Il loro studio è partito da un percorso di legalità che ha come principi il rispetto delle regole e la responsabilità per arrivare al riciclo, riduzione e riutilizzo dei rifiuti. Solo grazie ad un cambiamento della mentalità attraverso percorsi formativi di educazione ambientale nella scuola si può arrivare ad una maggiore coscienza civica e denunciare chi sporca e rende invivibile il territorio e trasformarlo in ricchezza, incentivare un turismo ecosostenibile; lo sviluppo della pesca rispettosa del mare; di un’agricoltura sostenibile in un contesto europeo.
Grazie a rilievi fotografici e altri materiali hanno elaborato proposte e possibili soluzioni come il potenziamento dei controlli da parte di operatori ecologici; potenziare le strutture ricettive con deposito dei rifiuti (bidoni, cassonetti, oasi ecologiche); pubblicizzazione dei risultati conseguiti con la raccolta differenziata; incontri rivolti alla cittadinanza curati dalla struttura scolastica in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, Enti ed Istituzioni; coinvolgimento delle Forze dell’Ordine con applicazioni di sanzioni o come elemento deterrente.
Prima di dare la parola ai ragazzi dell’IIS Colombo che si sono occupati della trasformazione e valorizzazione del sito Enel, la Fondazione ha voluto dare la parola alle istituzioni per un primo confronto ricordando che la centrale Enel non sarà riconvertita in nessuna forma e in nessuna modalità e dopo un suo abnorme utilizzo non ci sono oggi risorse per smantellarla! Un ecomostro sarà abbandonato in una laguna ricca di pesca, di prodotti agricoli e di bellezze naturalistiche di immenso valore.
Nel corso degli incontri con gli amministratori comunali e provinciali i giovani si confrontano con le proprie istituzioni e con chi ha il governo della cosa pubblica, con l'auspicio che Comuni, Province e Regioni prendano posizione e operino scelte condivise con i propri cittadini, scelte da sottoporre a chi governa il Paese. In questo senso è importante che la questione della difesa dell'ambiente, come pure quelle altrettanto decisive della lotta alla mafia, l’evasione fiscale, la corruzione, il gioco d’azzardo, il lavoro abbiano la voce dei cittadini e degli amministratori, perché il silenzio vuol dire collusione e connivenza!
Ha preso la parola Eliana Varvara. Aveva avuto timore di partecipare all’incontro, ma dopo aver ascoltato la Fondazione e i ragazzi, aver conosciuto il progetto e lo spirito dell’incontro è stata invece felice di dare il proprio contributo.
Ha parlato del processo all’Enel e di come le Istituzioni sono chiamate a difendere con i denti la salvaguardia dell’ambiente, ma spesso subiscono il ricatto del lavoro e dell’occupazione. L'esperienza di questo progetto con gli incontri che aiutano nel prendere coscienza dei problemi e nel ricercare soluzioni attraverso il confronto sono utili per migliorare la nostra società e far prevalere i valori degli ideali. Infine la scelta di fare l’incontro a Porto Tolle e non nella sala della Provincia ha dato un significato particolare e un'importanza maggiore in quanto è stato proprio Porto Tolle a pagare il conto più salato.
Andrea Tincani ha voluto condividere l’impegno dei ragazzi e della scuola nel perseguire i valori della convivenza civile e della salvaguardia del bene comune. Ha ricordato l’impegno della Provincia in merito al gioco d’azzardo e le dipendenze in generale. Il sindaco Bellan nel suo intervento ha ribadito l’importanza di prendere posizione e il progetto della Fondazione e l’impegno dei ragazzi spinge ancor di più a fare la “nostra parte”, valorizzare le peculiarità del nostro territorio e le attività economiche come la pesca sono da salvaguardare perché futuro e ricchezza delle nostre zone. Ci sono radici e abitudini dure a morire, insieme ai sacrifici fatti dai nostri nonni ci sono anche abitudini consolidate difficili da vincere, come quella che tutto ciò che non serve deve finire nel Po’! Compresi pezzi di eternit!
Il ruolo dei giovani è importante, le istituzioni devono schierarsi nell’interesse e nella difesa del territorio e ha ricordato che in giugno, a Parigi, il Delta del Po diventerà Patrimonio dell’Unesco.
Nel passare la parola ai ragazzi dell’IIS Colombo auspichiamo che quest'ultima notizia della scelta dell’Unesco possa servire da deterrente ad altre scelte sbagliate come l’utilizzo dell’ecomostro Enel come inceneritore.
I ragazzi dell’IIS Colombo hanno intitolato il loro progetto in: Da un Lungo Camino…ad un Lungo Cammino. La loro scelta è stata quella di documentare attraverso delle slide la condizione del territorio per discuterne e giungere a scelte condivise sul futuro del patrimonio del loro comune.
Il Parco naturale del Delta del Po in cui natura e mare dominano incontrastati è un luogo dove
si allevano le cozze, che si attaccano a reti arancioni sostenute da robusti pali di legno conficcati nel fondale, ed è particolare anche la raccolta delle vongole praticata da centinaia di pescatori.
Questa terra stupenda ancora in buona parte sconosciuta è da percorrere lentamente, scoprendo la dolcezza del paesaggio, l'accoglienza calda e ruvida dei casoni, l'emozione dei ponti di barche, il mistero dei folti canneti, i vasti orizzonti, le attività nelle valli, nelle lagune e negli orti, fino al fascino della foce e degli estremi scanni, lembi di sabbia finissima in continuità con il mare. Inoltre la sacca degli scardovari rappresenta sicuramente uno degli hotspot ornitologici delle zone umide alto-adriatiche: facile da visitare, ricca di specie rare o inusuali. Qui vive la Strolaga maggiore, la Poiana codabianca, il Gabbiano di Sabine, la Sterna di Rüppell.
Ma la laguna più vasta del Delta Veneto (oltre 3.000 ettari), situata nel comune di Porto Tolle.
Ospita anche la centrale termoelettrica di Polesine Camerini, impianto da 2640 megawatt che soddisfaceva circa l’8% del fabbisogno nazionale di energia elettrica, costruito tra il 1980 e il 1984 per l’Enel.
Alimentata ad olio combustibile (una miscela di gasolio e zolfo), i gas combusti venivano espulsi in atmosfera da una ciminiera alta 250 metri. Dal 2009 la centrale è spenta, non produce più energia. Nel 2000 era stato presentato il progetto per la conversione della centrale con l’uso dell’orimulsion, un olio combustibile derivato del petrolio. Le autorizzazioni sono arrivate nel 2005, ma poi la disponibilità del prodotto, proveniente dal Venezuela, è venuta meno.
Nel 2005 è stato presentato un progetto di riconversione a carbone “pulito”, che ha subito varie modifiche ed è stato contestato dagli ambientalisti, tra cui Greenpeace.
Nel 2014 ENEL ha annunciato la rinuncia al progetto di riconversione a carbone della centrale.
La proposta di trasformare la centrale in un termovalorizzatore presenta molte controindicazioni. Infatti l'impianto industriale di incenerimento dei rifiuti bruciati in un forno, a volte anche con l’ausilio di gas metano che serve ad innalzare la temperatura di combustione, non ha sistema di filtraggio, perché non ve ne è alcuno oggi disponibile sul mercato, in grado di trattenere le particelle inquinamenti (particolato) con diametro inferiore ai 2.5 nanometri. L'assenza di un tale sistema è il principale problema di qualunque inceneritore e, allo stesso tempo, la causa di un inquinamento sconosciuto (i misuratori di particella inquinanti possono misurare solo diametri superiori) che desta allarme presso i cittadini e la comunità scientifica. Il calore prodotto con la combustione è utilizzato per vaporizzare l’acqua in circolazione nella caldaia posta a valle, e il vapore così generato aziona una turbina che trasforma l’energia termica in energia elettrica.
L’utilizzo degli inceneritori come pratica di smaltimento è oggetto di critica soprattutto perché veicola la convinzione sbagliata che sia più semplice sbarazzarsi dei rifiuti bruciandoli anziché valorizzarli. In realtà, agendo sulla prevenzione, sulla riduzione dei consumi e dei rifiuti, e sulla raccolta differenziata, è facile dimostrare non solo che l’intero processo di riciclo è assolutamente più rispettoso dell’ambiente e della salute, ma anche economicamente più conveniente.
Per questo è necessario valorizzare e rendere più efficace la raccolta differenziata, già diffusa nei paesi del nord Europa, divenuta da tempo vincolante in tutti i Paesi dell'Unione Europea. Dal 2009 è obbligo di tutti i Comuni raccogliere in maniera differenziata almeno il 35% dei rifiuti; con la prospettiva di giungere al 65%.
I problemi ecologici e di difesa ambientale rendono sempre più difficile trovare aree per le discariche di tipo tradizionale, dove collocare materiali di tutti i generi, indifferenziati, talvolta inquinanti o più spesso utili come fonte di materie prime come alluminio, carta, plastica. Anche il conferimento in discarica tradizionale dell'umido risulta uno spreco, poiché può essere utilizzato per produrre compost.
Lo scopo finale delle norme nazionali e regionali in materia di rifiuti è di ridurre quanto più possibile la quantità di residuo non riciclabile da portare in discarica o da trattare con inceneritori o termovalorizzatori, e, contemporaneamente, recuperare, mediante il riciclaggio dei rifiuti, tutte le materie prime riutilizzabili, che divengono così fonte di ricchezza e non più di inquinamento.
In conclusione del loro lavoro ragazzi e ragazze hanno lanciato lo slogan: riciclare è naturale.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
lunedì 18 maggio 2015
Le sentinelle del basso Polesine incontrano le proprie Istituzioni provinciali
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