Lunedì 8 maggio hanno esordito le giovani sentinelle fiorentine per il terzo appuntamento del progetto. Nei prossimi giorni seguiranno tutte le altre di Toscana, Veneto e Lazio. Ad accogliere studenti e studentesse nell’ampio teatro Puccini Bernardo Fallani, assessore alla Cultura di Pelago, in rappresentanza oggi della Città metropolitana. In platea posti vuoti perché alcune delle scuole non hanno potuto partecipare ai lavori per la difficoltà a raggiungere il teatro.
Bernardo Fallani ha ringraziato la Fondazione per il lavoro svolto in tutti questi anni, e di cui è testimone negli incontri con i giovani di Pelago, e ha ricordato loro il valore delle norme e i diritti che hanno in Europa una lunga tradizione che data al 1789. Li ha invitati a perseverare con tenacia e costanza.
La Fondazione ha ripreso la sollecitazione di Bernardo Fallani invitando ragazze e ragazzi ad una ostinata determinazione a farsi ascoltare, ad esigere i propri diritti, senza recedere e senza paura di essere talvolta petulanti perché tale atteggiamento si rende necessario quando vi sono difficoltà nel confronto e chi ha il potere di decidere tende a sfuggire nelle occasioni scomode.
A prendere la parola per primi i giovanissimi della scuola media Redi del comprensivo Caponnetto di Bagno a Ripoli. Studenti e studentesse delle classi che hanno lavorato al progetto indossavano una maglietta rossa con la scritta Redi, una sorta di divisa che hanno adottato nelle loro uscite e in altre occasioni definite in osservanza di alcune regole del loro decalogo. Infatti per il tema scelto hanno preparato dieci proposte che contribuiscono a migliorare la vita scolastica, norme da rispettare e da proporre a coetanei e coetanee per rendere più piacevoli gli ambienti e gradevoli i comportamenti nella scuola, dove trascorrono molto tempo e che vorrebbero fosse aperta anche oltre l’orario delle lezioni. Grazie ad una serie di mercatini ed altre iniziative hanno dato voce a questi loro intenti coinvolgendo genitori e cittadini. Un bel video ha riassunto in conclusione il loro punto di vista.
Il tema della scuola e degli ambienti che ospitano studenti e studentesse è stato ripreso anche dai pari età del comprensivo Balducci di Fiesole. Loro hanno ricostruito la storia del proprio istituto per offrire ragioni e motivi di intervento per migliorare l’edificio ed alcuni spazi esterni. Le loro sollecitazioni hanno trovato orecchi attenti nell’assessora Nencioni che ha riconosciuto il valore dell’impegno dei giovani ma ha pure sottolineato lo sforzo dell’amministrazione comunale in direzione della partecipazione. Infatti il comune di Fiesole ha fatto un regolamento per favorire la collaborazione e il contributo dei cittadini e ha aggiunto la disponibilità a ricercare delle risorse, pur nella scarsezza di quelle dell’amministrazione, per realizzare alcuni degli interventi sollecitati da studenti e studentesse. Ha voluto, in conclusione, ricordare che la scuola e i suoi spazi sono beni che appartengono a tutti, nessuno escluso, stigmatizzando con questa sua presa di posizione quegli atteggiamenti di alcuni genitori che volevano escludere dall’uso degli impianti sportivi alcuni migranti ospiti del comune di Fiesole.
Un altro filone tematico di notevole interesse è stato quello della tutela ambientale. Sia pure con ottiche diverse e in riferimento a situazioni molto differenti, ragazze e ragazzi degli istituti superiori hanno posto la loro attenzione sulla questione del degrado ambientale. Quelli del Liceo Rodolico di Firenze hanno rivolto la loro ricerca di alcuni corsi d’acqua: l’Arno e i suoi affluenti in territorio fiorentino: Ema, Greve, Pesa, Pesciola ed Elsa. Quelli del Liceo Enriques di Castelfiorentino hanno messo sotto la lente la vicenda dell’edificio ex Montecatini nel loro comune.
L’osservazione e l’analisi della condizione dei corsi d’acqua è stata arricchita sia dalle escursioni dei diversi gruppi di studenti e studentesse che hanno documentato anche con immagini e con interviste la situazione, sia dalla ricerca di dati scientifici delle istituzioni preposte a sorvegliare l’Arno e i suoi affluenti, in particolare ARPAT e ISPRA. Ne è venuta fuori una disamina attenta che ha messo in rilievo una coincidenza poco piacevole: tanto più è distante il corso d’acqua dalla vetrina turistica, tanto più cresce il disinteresse e la disattenzione. Parole forti che avrebbero avuto bisogno di un’interlocuzione anche tecnica che è mancata.
D’altro canto anche la vicenda dell’ex fabbrica Montecatini, tortuosa e intricata nei diversi passaggi, presenta aspetti che lasciano perplessi per le implicazioni sul benessere collettivo, non solo quello fisico ma anche quello di un ambiente sano. Dopo un breve excursus storico per conoscerne le vicende, studenti e studentesse hanno puntato il dito sull’inquinamento del sito e sul processo di risanamento e recupero. In quello spazio hanno proposto di realizzare un parcheggio, un luogo di accoglienza per migranti e un parco. Nell’incontro con il Consiglio comunale hanno avuto risposte evasive, e l’assenza dell’amministrazione di Castelfiorentino a questo appuntamento dell’8maggio ha impedito ogni ulteriore chiarimento.
Ad un lavoro di ricerca documentaria si sono invece dedicati i giovani dell’Istituto Leonardo da Vinci. Con il titolo Mafia e terrorismo hanno raccolto informazioni e immagini sulle vicende del nostro Paese risalendo per qualche aspetto all’Unità d’Italia. Divisi in gruppi hanno approfondito alcune delle vicende mettendo in rilievo fatti terribili di terrorismo e di mafia sin dalle origini, a sottolineare quanto sia importante la cura della memoria e l'importanza di trasmetterla.
Questa grande ricchezza di contributi è frutto del lavoro a scuola, dell’impegno straordinario di tanti insegnanti, della larga disponibilità di ragazze e ragazzi che avrebbe bisogno di un qualche riconoscimento pubblico, uno spazio dove discutere e confrontarsi e l’augurio è stato quello che la Città metropolitana valorizzi quanto propongono i giovani, offra loro spazi e occasioni.
A studenti e studentesse abbiamo riproposto le nostre convinzioni sul rispetto delle norme quale presupposto della cittadinanza, ma insieme anche la consapevolezza che non basta osservare le regole senza un forte senso civico, senza la coscienza del valore morale di esse, per una convivenza civile giusta. Altrimenti ci ritroveremo in quella condizione in cui prevale il semplice rispetto esteriore che ha dato e continua a dare origine ad equivoci sui “ figli buoni dei mafiosi”, quelli che rispettano le regole dopo aver beneficiato di ricchezze e benessere frutto delle attività criminali dei padri, o che dimenticano di pronunciare anche solo una parola sui terribili delitti di cui si sono macchiati i propri genitori. “Figli buoni dei mfiosi” ai quali offrono spazi generosi e ascolto compiacente anche la televisione e i giornali.
Anna Ravoni sindaco di Fiesole, in rappresentanza della città metropolitana, ha concluso l’incontro ringraziando tutti i giovani, ricordando loro che la legalità è il punto di partenza della convivenza e dei beni comuni, della cittadinanza e della partecipazione. E in nome di essa ha auspicato la formazione del Consiglio comunale dei ragazzi a Fiesole e laddove non è ancora attivo.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
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