giovedì 19 maggio 2011

terzo incontro a Prato



INCONTRO A PRATO



Mercoledì 18 maggio ragazze e ragazzi del Liceo Copernico di Prato sono stati accolti dall’assessore provinciale all’Istruzione, Loredana Ferrara, in una sala della Provincia per il terzo e ultimo incontro del progetto. Come abbiamo già ricordato, il prossimo anno il progetto coinvolgerà molte altre scuole della provincia di Prato.

Per una straordinaria coincidenza, proprio oggi, mentre gli studenti presentano il loro lavoro sull’immigrazione, l’amministrazione provinciale è impegnata ad accogliere 13 uomini, donne e bambini che richiedono asilo, perché fuggono dalla guerra. Il fatto ha scatenato una violenta campagna politica sostenuta dal Sindaco e da alcuni esponenti della Giunta comunale contro l’accoglienza riservata a questi uomini e donne, violando con il loro comportamento i principi sanciti nella nostra Costituzione.

Il volantino preparato dalle ragazze per il loro lavoro diverrà un manifesto della Provincia di Prato, una sorta di dichiarazione di principio di quella che è la politica dell’amministrazione provinciale.

La Fondazione, nell’introduzione, ha ricordato il saluto e l’augurio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che con un colloquio telefonico ha rivolto a Elisabetta Caponnetto, presidente onorario della Fondazione, durante la sua recente visita a Firenze, per il lavoro svolto a favore della cultura della legalità nella scuola e fra i giovani. È uno sprone a continuare nel nostro lavoro con rinnovato entusiasmo e impegno.

Immigrazione e integrazione, il titolo del lavoro dei giovani che affronta la questione da un punto di vista dei flussi oltreché da quello più propriamente culturale. Chi giunge nel nostro Paese, in fuga dalla guerra o perché perseguitato per ragioni politiche, ha diritto alla protezione dell’asilo politico. La crescita dell’immigrazione è stata rafforzata dal processo di globalizzazione economica, processo che ha avvicinato cittadini di tutto il mondo, dando origine a fenomeni di omologazione economica, culturale, degli stili di vita, ma, al tempo stesso, grazie agli scambi fra gli uomini, è possibile rendere più incisiva la battaglia contro le discriminazioni e il divario fra i Paesi del nord e sud del mondo.

Le motivazioni dei flussi migratori sono varie, la prima è di natura economica, poi vi sono quelle politiche o religiose, o a seguito di disastri naturali. Le migrazioni costituiscono delle opportunità per i Paesi di arrivo perché nuove forze lavoro consentono di irrobustire il sistema sociale, oltre ad avere forza lavoro qualificata. Dal punto di vista dei paesi di partenza l’immigrazione serve ad attenuare le tensioni sociali, se vi è una forte disoccupazione, mentre da un altro lato costituisce un impoverimento perché migrano giovai acculturati.

A Prato è particolarmente significativa l’immigrazione cinese, insediata in alcune parti della città, immigrazione cui viene attribuita ingiustamente la diffusione del lavoro nero e dell’evasione fiscale e contributiva. Per contrastare efficacemente l’immigrazione clandestina è necessario sviluppare e rafforzare la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione a cominciare dal promuovere la conoscenza della lingua e delle leggi.

Una buona politica dell’integrazione richiede il confronto, il dialogo, il rispetto e il coinvolgimento. Gli studenti hanno individuato quali primi interventi da realizzare l’attività dei facilitatori per aiutare i migranti ad orientarsi nella nuova realtà, la disponibilità di alloggi per i primi mesi per consentire la ricerca di un lavoro e una sistemazione più stabile in condizioni di sicurezza, l’offerta di piccoli lavori quali forme di avviamento ad un lavoro duraturo e sicuro.

Prato è oggetto di dibattito la forte presenza della comunità cinese che talvolta è pretesto per politiche e ragionamenti fortemente discriminatori.

Su questo l’assessore Ferrara, intervenuta successivamente, ha voluto ribadire che la questione del lavoro nero è rimasto sotto silenzio e di comodo finché non è scoppiata la crisi economica con tutte le sue conseguenze sul piano dell’occupazione ed è diventato una vera e propria emergenza quando le aziende pratesi hanno cominciato a delocalizzare la produzione. Nella conclusione la Fondazione ha ringraziato i giovani per questo loro lavoro, autentica lezione di civismo in un momento così difficile e in una realtà cittadina percorsa da tensioni sul tema dell’immigrazione.

Peccato l'assenza del Comune di Prato e al confronto mancato!



Editore Domenico Bilotta

Responsabile Nazionale Progetto Scuola

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