mercoledì 4 maggio 2016

Incontri finali, si parte da Arezzo

Arezzo apre i lavori dei terzi incontri

Le giovani sentinelle di Arezzo del Liceo Piero della Francesca e del comprensivo Dovizi di Bibbiena hanno dato il via al terzo degli appuntamenti del progetto 2015-2016 nella bellissima Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo. Ad accoglierli la vicepresidente della Provincia, Eleonora Ducci, il presidente del Consiglio comunale di Bibbiena e consigliere provinciale, Francesco Frenos,  mentre per il Comune di Arezzo non è intervenuto alcun amministratore.

Nell'introdurre l'incontro, proprio l'assenza ha costituito motivo di riflessione della Fondazione che ha voluto rimarcare, da un lato, lo straordinario impegno della scuola, di insegnanti, studenti e studentesse nel tenere alto il valore dell'educazione alla legalità e alla cittadinanza quali percorsi per formare cittadini attivi e responsabili, mentre ad alcuni amministratori e amministratrici sembrano sfuggire le ragioni stesse della convivenza civile, del rapporto corretto con i propri cittadini, dell'ascolto e del confronto. Nella nostra esperienza di quest'anno dobbiamo constatare il comportamento della Regione Veneto che non ritiene fra i suoi doveri quello di incontrare i propri giovani e discutere con loro e, per lunghi tratti, non si preoccupa nemmeno di rispondere alle semplici richieste di ragazzi e ragazze di essere accolti in qualche sala per un confronto.

Sono anche questi comportamenti a suggerirci di operare alcuni mutamenti nel progetto con il prossimo anno scolastico, quando nel terzo appuntamento le scuole avranno l'opportunità di confrontarsi fra di loro, di scambiarsi esperienze e sollecitazioni, percorsi e suggerimenti.

Ma avrà un carattere differente la stessa conferenza finale di ottobre, con una struttura più snella e interessante, ricca di domande agli interlocutori politici, deputati e senatori, con interventi di esperti  su temi particolarmente significativi, e intermezzi musicali e teatrali.

A salutare studenti e studentesse e ringraziare le scuole e gli insegnanti per la loro dedizione e passione è stata Eleonora Ducci che ha voluto lasciare tutto il tempo alle parole dei giovani.

Hanno esordito i giovanissimi di Bibbiena: due di loro membri del Consiglio comunale dei ragazzi, hanno illustrato la situazione all'interno della scuola: banchi rotti, muri sporchi e scrostati, finestre  senza tende che impediscono di vedere la lavagna multimediale, porte rotte, niente attaccapanni in alcune aule. Pur riconoscendo lo sforzo e l'impegno dell'amministrazione comunale di rendere sicura la scuola e dopo i lavori eseguiti nei mesi passati, hanno dovuto riconoscere che vi sono anche delle responsabilità di ragazzi e ragazze per alcune delle situazioni di degrado che hanno osservato e documentato nelle loro classi e negli spazi comuni. Lo scorso 30 aprile sono stati invitati nel Consiglio comunale e hanno potuto descrivere, in quella occasione, disagi e disfunzioni, documentando l'incontro con un video hanno avanzato proposte e, soprattutto, assunto un compito degno del massimo rispetto: quello di prendersi cura della propria scuola. Sono consapevoli dell'obbligo assunto ma sono determinati a portarlo a compimento e ad essere costanti nell'aver e cura anche per i compagni e le compagne che verranno dopo.

Hanno sollecitato infine l'amministrazione a dotare la scuola di contenitori per la raccolta differenziata, sottolineando una volta di più attenzione e cura per il luogo che abitano durante l'anno scolastico, e a ripristinare l'aula di tecnica che non ha uno spazio degno ed è priva di strumenti e banchi.

Il confronto con gli amministratori di Bibbiena costituisce un bel segnale di incoraggiamento per i giovani del luogo e per tutti gli altri perché mostra che il confronto è possibile. Mette pure in rilievo, il confronto, la questione delle risorse che mancano o che sono insufficienti ad una qualsiasi programmazione. Per questo motivo la Fondazione ha ripreso in mano, illustrandola, la Mozione preparata lo scorso anno in occasione della Conferenza finale. L'impegno che si assume con essa è quello di sollecitare in tutte le sedi istituzionali una decisa volontà politica di contrasto alla criminalità, alla corruzione e alla evasione fiscale che nascondono e sottraggono ingenti risorse destinate alla collettività. Sottrarsi all'appello è come voltarsi dall'altra parte e per questo motivo le parole della Fondazione sono state pressanti e non equivoche e con esse l'appello alle amministrazioni locali ad assumersi questa responsabilità.

Poi hanno preso la parola i più grandi di Arezzo che hanno scelto quest'anno di occuparsi di gioco d'azzardo, vera e propria emergenza nazionale che preoccupa i giovani perché fa capolino, in modo significativo fra ragazzi e ragazze, questo demone che succhia risorse e intelligenza, passione e speranze.

Come già in anni passati, a confermarci del valore di ragazzi, ragazze e insegnanti, hanno deciso di far uso dello strumento del sondaggio per avvicinarsi al tema e cercare di scoprire i lati oscuri dell'azzardo. Prima hanno studiato la relazione del Ministero della Salute sul tema, hanno approfondito i dati che certificano il raddoppio delle richieste di aiuto al Sert. Il sondaggio ha riguardato più di mille studenti, in maggioranza ragazze, di età compresa fra i 14 e i 18 anni, e ha ricercato nelle pieghe più nascoste per scoprire dove e come si gioca, quali sono gli azzardi preferiti, quanto si spende e da dove vengono quei denari, ha messo in evidenza la pericolosità del gioco e le seduzioni del guadagno facile, la solitudine dei giocatori e il consumo di droghe associato al gioco. In breve dall'illustrazione abbiamo ricavato una quantità impressionante di dati con i quali è possibile elaborare analisi e prospettare delle strategie di uscita. Insieme a tutti questi dati occorre ricordare tre elementi di valore del lavoro. Innanzitutto hanno fornito strumenti matematici che dovrebbero, da soli, scoraggiare il gioco e ridimensionare fortemente le aspettative di vincita. Poi, e questo incoraggia molto per il grande senso civico, la proposta di peer education sul tema: studenti e studentesse del Piero della Francesca si offrono ai propri coetanei e coetanee per approfondire temi e concetti dell'azzardo. In ultimo il legame con SlotMob, associazione che cresce sul territorio nazionale e propone incisive sollecitazioni sul tema. Sabato 7 maggio in alcune piazze italiane premieranno alcuni esercizi commerciali che hanno rinunciato ad ogni slotmachine, videogioco o altra forma di azzardo e ad Arezzo si ritroveranno al bar Primavera in via del Trionfo 71. Sempre con SlotMob prevedono di lavorare per elaborare una mappa dei locali liberi dell'azzardo e, in questo, si legano all'analogo impegno dei giovani di Cascina, di Venezia e di tante altre scuole che lo hanno fatto, nel proprio comune e in quelli vicini, tre anni fa.

La testimonianza di Beppe Vitale, capo scorta di Antonino Caponnetto, con il suo ricordo intenso ed emozionato del giudice che ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a parlare di legalità a studenti e studentesse, ha arricchito ulteriormente la mattinata e le poche parole di Francesco Frenos, intervenuto sul finire, che ha confessato tutto il suo piacere per una sala che ospita il Consiglio provinciale di 13 membri e, oggi, piena di ragazzi e ragazze che hanno discusso con passione e competenza.

Non c’era modo migliore di concludere l'incontro dove i ragazzi e ragazze hanno regalato emozioni e fiducia che un mondo migliore è possibile, ripagandoci di tutte le amarezze dei giorni scorsi a rincorrere alcuni amministratori e il loro modo di intendere la democrazia.

Sono stati loro, i giovani a incoraggiare noi adulti e mi auguro, che i molti,  non vorranno ancora una volta deluderli con il proprio silenzio.

Editore Domenico Bilotta

Responsabile Nazionale Progetto Scuola

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