Dal Polesine a Padova per nuovi appuntamenti con le giovani sentinelle della legalità.
Giovedì 22 marzo ragazze e ragazzi della classe II H dell'Istituto Tecnico indirizzo Chimica, materiali e biotecnologie Pietro Scalcerle, insieme alla loro insegnante di diritto, Mila Tellatin - referente per il progetto - e ai professori Giancarlo Benucci, Elisabetta Lorenzoni, Rosetta Curti, Maria Giovanna Barone e al Dirigente scolastico, Giancarlo Pretto, sono stati accolti nella bella sala Anziani di Palazzo Moroni dall'assessora Marta Nalin, con delega alle Politiche sociali e dal consigliere comunale Simone Pillitteri.
Con noi ad assistere alla presentazione le referenti della Fondazione Caponnetto Lidia Pege e Licia Serpico, il professor Marco Mascia, Direttore del Centro per i diritti umani dell’Università di Padova e un gruppo numeroso di genitori.
Nel suo saluto introduttivo Marta Nalin ha voluto rimarcare l’importanza e il valore di questi percorsi formativi perché con tali esperienze si arricchisce il bagaglio culturale di studenti e studentesse tenendo fede al dettato costituzionale della formazione del cittadino e contribuendo al sedimentarsi di principi e valori della Carta nei comportamenti quotidiani sia all’interno della scuola sia nell’esperienza quotidiana di cittadino e cittadina. E con l’impegno ad ascoltare i giovani e ad essere interlocutrice loro ha lasciato la parola alla fondazione.
Le giovani sentinelle sono ragazzi e ragazze che accettano la sfida lanciata in origine da Antonino Caponnetto nell’ultima parte della sua vita, e ripresa dalla Fondazione a lui intitolata, che chiede ai giovani di fare un’esperienza di cittadinanza attiva con lo studio e l’approfondimento di un tema, prima, e la discussione pubblica con chi ha il governo locale, poi, per far pratica di cosa sia occuparsi del bene comune e adottare comportamenti corretti e responsabili e condividere valori civici. In questo modo la Fondazione Caponnetto ha introdotto il folto gruppo di genitori presenti in sala al senso del percorso proposto a studenti e studentesse dello Scalcerle, percorso che si struttura lungo l’intero anno scolastico, e non è un solo evento, e che nel suo snodarsi accoglie i contributi più vari da esperti e testimoni, da associazioni e da cittadini e genitori.
Dopo averne discusso in classe ragazze e ragazzi hanno scelto di occuparsi di violenza di genere. L’argomento è scottante, come la cronaca quotidiana non manca mai di ricordarci, e studentesse e studenti in più scuole fra quelle che partecipano al progetto lo hanno indicato e lo hanno approfondito, sia pure con modalità e strumenti del tutto differenti. E quelli scelti dai giovani dello Scalcerle hanno una propria originalità. Intanto il loro percorso si è arricchito fra il primo e il secondo appuntamento di due incontri significativi: il primo all’Università di Padova, ospiti del Centro di Ateneo per i Diritti umani diretto dal prof. Mascia che si è soffermato sul tema della violenza di genere e della tratta dei minori; il secondo con la dottoressa Brunello, magistrato che ha approfondito il tema della violenza sulle donne, della pena, della giustizia e della legalità. Poi con cura hanno offerto sollecitazioni puntuali, articolate e piene di stimoli, indagando i fenomeni della prostituzione con un’intervista ad una vittima della tratta degli esseri umani, sezionando comportamenti quotidiani e abitudini, mettendo sul tavolo una serie di questioni su cui amministratori e amministratrici, cittadini e cittadine sono chiamati a riflettere, invitando ciascuno e ciascuna a guardare dentro di sé per trarre i lati migliori, ad esprimere solidarietà e provare sentimenti di empatia.
Alla ricchezza dei contributi che hanno esposto divisi in gruppi si è aggiunta la previsione di ulteriori ricerche, interviste e indagini, ma anche la speranza della creazione di uno spazio giovanile in cui confrontarsi con altri studenti, per dare un senso compiuto al proprio lavoro e individuare direzioni di sviluppo. I loro esaustivi interventi si sono conclusi con la lettura di alcune poesie che hanno restituito il senso di una ricchezza interiore e di un’esplorazione di linguaggi per parlare di vicende terribili e piene di violenza.
Marta Nalin e Simone Pillitteri hanno offerto alcune prime indicazioni utili per un’interlocuzione con i giovani. L’assessora ha illustrato il panorama delle azioni e delle strutture presenti nel territorio cittadino che intervengono quotidianamente per far fronte all’emergenza delle violenze: dal Centro antiviolenza ai luoghi di rifugio per chi ha subito violenze o abusi, dal centro per uomini maltrattanti al progetto NaVe (Network antitratta Veneto), tutti soggetti e istituzioni con i quali i giovani possono stabilire un’interlocuzione, ai quali si aggiungono associazioni e gruppi di volontariato che lavorano sul tema, cui ha fatto riferimento il consigliere Pillitteri nel suo intervento completando così per studenti e studentesse un’ampia platea di interlocutori.
Il prof. Marco Mascia ha sottolineato la necessità di un investimento strutturale di lungo periodo sulla questione della violenza di genere e ribadito il proposito di una più stretta collaborazione fra la scuola e l’università, e l’ateneo padovano è molto attivo nella promozione dei diritti umani grazie anche alla collaborazione con altre università europee e non solo, in modo da dare un forte impulso alla riflessione e alla ricerca che trovano sbocco nel coraggio di ciascuno e ciascuna di manifestare e vivere principi e ideali coerenti con i diritti umani.
Giancarlo Pretto ha ringraziato la fondazione per l’opportunità offerta con il percorso e i giovani per la serietà e l’impegno con cui hanno interpretato questo loro percorso di formazione alla cittadinanza e ha voluto aggiungere un ulteriore elemento di riflessione sul tema del linguaggio quotidiano che spesso è monco nell’indicare la parte femminile dell’universo, alimentando in questo modo una sorta di censura verso l’altra metà del cielo.
L’epilogo di questo bel pomeriggio è stato sorprendentemente piacevole. Siamo grati ad Andrea Colasio, assessore alla Cultura del Comune di Padova, per averci guidato a scoprire, per chi non lo conoscesse, e a rivedere, per gli altri, il bellissimo e vasto Palazzo della Ragione innalzato nel Duecento; antico luogo nato con lo scopo precipuo di riordinare i mercati e offrire una sede all’amministrazione della giustizia. Uno sguardo ci cade sull’affresco posizionato sulla parete settentrionale del Palazzo che rappresenta il segno della Bilancia: in questo domicilio Venere, simbolo dell’amore terreno, è raffigurata come una giovane donna con i fianchi cinti da un drappo bianco che si guarda allo specchio. Il suo influsso ci pare ricopra tutto quell’eterno femminino e ci trae ancora più in alto...
Il secondo appuntamento è a Cadoneghe
Nella sala consiliare del Comune ad accogliere le Giovani sentinelle della legalità della Scuola secondaria di I grado Don Lorenzo Milani è il sindaco Michele Schiavo insieme alle assessore all’Istruzione, Paola Venturato, e ai Servizi sociali, Augusta Parizzi, i consiglieri Enrico Scacco e Renza Mavolo. Segnale importante per i propri giovani cittadini che conoscono l’impegno del proprio Comune in tema di legalità e di memoria: una scuola è dedicata proprio a Falcone e Borsellino e innumerevoli sono le iniziative di impegno civile.
La Fondazione insieme ai suoi referenti Andrea Sarno e Francesca Vian che hanno seguito i ragazzi nel primo incontro, si rivolge proprio al folto gruppo di genitori presenti e illustra l’articolazione del progetto e le tappe che vedranno ancora protagonisti i loro figli.
Subito dopo a fare da regia sono le insegnanti, Silvia Rossi e Dafne Rizza e la loro referente, Paola Norbiato. Quest’ultima ricorda che nella scuola è condiviso l’I care di don Milani e il farsi dunque carico dell’impegno per l’educazione alla cittadinanza.
Il loro tema è: Inquinamento in città, in particolare nella zona della scuola. Ragazzi e ragazze si sono divisi in due gruppi, uno ha intervistato i genitori, mentre l’altro è uscito per le strade della cittadina per intervistare i passanti.
Con slide e grafici hanno presentato, in piccoli gruppi per essere tutti protagonisti, il loro lavoro. Il dato più interessante è che tutti i genitori sostengono di spegnere il motore dell’auto quando portano i figli a scuola, durante la sosta all’ingresso dell’edificio, ma le fotografie scattate dai ragazzi e le testimonianze dicono il contrario. Più dell’85% dei ragazzi camminano fra i motori accesi, quando arrivano a scuola. I genitori non sono dunque nemmeno consapevoli del loro potenziale inquinante; probabilmente distratti, non pensano di avere il motore acceso. I ragazzi hanno deciso di intervenire ognuno con i propri genitori ad educarli facendo notare la mattina di spegnere il motore. Emerge anche il paradosso che in estate e in inverno la temperatura non varia nelle case, tra termosifoni e condizionatori. Anche qui i ragazzi prendono l’impegno di risparmiare energia.
Fra i passanti, i ragazzi si sentono dire dal 93% degli intervistati che il traffico davanti alla scuola è troppo intenso.
Oltre all’impegno di tutti per il risparmio energetico, gli studenti propongono al sindaco dei cartelloni di pubblicità progresso lungo le strade, in modo da insegnare ai cittadini il comportamento ambientale virtuoso. Da parte loro invece si impegneranno a sensibilizzare ed estendere il tema ai 470 studenti che frequentano la Don Milani.
Tutto il loro lavoro è stato inserito in una piattaforma e hanno chiesto all’Amministrazione di collegarlo al sito del Comune.
La dirigente scolastica, Annelise Squizzato, orgogliosa di giovanissimi e insegnanti, ribadisce che la terra non è fragile di suo, ma che è proprio l’Homo sapiens che rischia di annientarla.
Il sindaco, altrettanto orgoglioso, lascia la fascia tricolore sul tavolo, dicendo che – oggi pomeriggio – la fascia è idealmente indossata dai ragazzi, che stanno esercitando la cittadinanza attiva. Accetta l’idea dei cartelloni, ricorda il divieto per le auto in tutti i plessi scolastici tranne la Don Milani, intorno alla quale il traffico è ancora molto intenso.
L’assessore Paola Venturato, disponibile sempre con i ragazzi e con tutti, invita gli studenti al Consiglio comunale, in modo da illustrare a ciascuno dei componenti le loro idee, e da poter rendere operativi i loro progetti.
Conclude a sorpresa Angelo Corbo, agente di scorta del giudice Falcone, sopravvissuto alla strage di Capaci. Si complimenta con i ragazzi per il bel lavoro svolto e il loro impegno in tema di ambiente. Poi si rivolge ad una bambina di origini palermitane intervenuta prima che aveva asserito di aver conosciuto attraverso il primo incontro del progetto che cos’è la mafia e delle cose terribili accadute a Palermo ed aveva espresso la propria vergogna. Angelo l’ha invitata ad essere orgogliosa della sua città e di tutti quelli che combattono il cancro mafia, ha ricordato poi che aver lasciato solo Falcone fino al suo estremo sacrificio ha consentito oggi alla mafia di radicarsi bene in Italia e anche in Veneto. Ha invitato i ragazzi a identificare i comportamenti mafiosi e li ha esortati a stare lontano da tutte le proposte di denaro facile che in futuro essi potranno ricevere.
Tante le domande che i ragazzi hanno continuato a fare ad Angelo: le risposte e la sua testimonianza hanno restituito emozioni ma anche voglia di continuare.
Con giovani e docenti delle scuole padovane l’appuntamento è per il prossimo 18 maggio ospiti, ci auguriamo, della Regione Veneto e dei suoi amministratori.
La Fondazione Veneto
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