venerdì 30 novembre 2018

Le sentinelle della legalità a Cicciano (NA)

Mercoledì 28 Novembre sono le sentinelle della legalità campane ad essere protagoniste della giornata. 

Quattro classi del liceo statale E. Medi di Cicciano (NA) partecipano per la prima volta al progetto, adesione voluta fortemente dai loro insegnanti, Rosanna Serpico, Rosa Anna Ardolino e Salvatore Alaia, con il sostegno di altri loro colleghi, tutti autentici partigiani dei valori,  che hanno voluto dimostrare il loro entusiasmo, trasferendolo anche ai loro studenti, dando il benvenuto in maniera insolita per noi!

Come accade oramai da diverso tempo, con la Fondazione c’è il nostro compagno di viaggio, Angelo Corbo, scorta di Giovanni Falcone e sopravvissuto alla strage di Capaci. 

All’ingresso del cancello, appena avvistati ci hanno indicato il posto riservato in modo che anche la nostra auto avesse il posto d’onore! 

Appena entrati, all’ingresso e per tutto il corridoio, sei ragazzi di scorta ci hanno accompagnato in presidenza dove due emittenti locali ci hanno fatto delle interviste e poi scortati nella loro aula magna dove i loro compagni e insegnanti ci hanno accolto cantando. 

Non c’è stato bisogno di rompere il ghiaccio! 

Non siamo stati noi a regalare emozioni ma loro con il loro calore, il non aver dormito la notte per essere tutto ineccepibile che ci ha fatto sentire a casa in un giorno di festa.


Dei ragazzi hanno letto alcune lettere dedicate ad Angelo, hanno poi seguito in religioso silenzio il racconto delle vicende di nonno Nino Caponnetto e dei suoi 4 moschettieri: Falcone, Borsellino, Guarnotta e Di Lello e, con altrettanta attenzione, hanno ascoltato tutte le fasi del progetto pronti a prendere la staffetta per essere protagonisti e sentinelle del proprio territorio. 

I filmati e le azioni che altri ragazzi hanno fatto e proposto in tante parti del nostro Paese li hanno fatti propri dando segnali chiari del loro mettersi in gioco.


La testimonianza di Angelo e di quel drammatico giorno, il suo sentirsi in colpa per essere un sopravvissuto, lo sguardo di Giovanni Falcone ancora in vita e l’impossibilità di dargli aiuto, le laceranti parole di Angelo hanno annichilito tutti! E ancora una volta i ragazzi hanno saputo dare coraggio.


Ma la magia ha avuto un seguito, il giorno dopo l’incontro ricevo dallo studente Carmine una email: 

«Salve signor Corbo, mi chiamo Carmine, stamattina lei è venuto a parlare nella mia scuola, il liceo "Enrico Medi" di Cicciano. Non so se si ricorda di me, sono il ragazzetto occhialuto e col gesso all'avambraccio sinistro che ha posto una domanda alla fine dell'incontro: lei ci ha detto che i supereroi esistono solo nei fumetti, dei quali sono molto appassionato tra l'altro, e le do ragione, ma io sono fermamente convinto che esistano grandi uomini e che i loro ideali camminino affianco a noi ogni giorno. Cultura, solidarietà e rispetto sono le "armi" non convenzionali, ma assai più pericolose di 1000 tonnellate di tritolo, che utilizzano, appunto, i grandi uomini.

Queste armi, che soprattutto oggi, sono alla portata di chiunque, sempre più spesso vengono derise, bistrattate e sostituite con urla da piazza, slogan da stadio e comportamenti furbeschi. Perché, si sa, a noi italiani piace fare così: banalizzare, trovare la scorciatoia e, nel processo, anche fare fessi gli altri, tanto sono loro gli scemi, no?
Per me, lei, assieme alla fondazione Caponnetto, rappresenta OGGI quella schiera di grandi uomini che non si sono mai arresi e che in un modo o nell'altro hanno continuato a lottare e a darci una speranza. Credo di parlare a nome della mia generazione, quando dico che, proprio di speranza, a noi ragazzi ce ne serve molta in questo preciso momento storico-culturale, nel quale gli uomini sembrano oramai svuotati di qualsiasi ideale e morale, che siano questi studenti, politici, professori o impiegati.

Quando mi giro attorno vedo, infatti, solo sguardi spenti di persone che non verbalmente chiedono aiuto, proprio come faceva il magistrato Falcone quel triste 23 maggio nella sua autovettura.

Chiedono aiuto perché pensano che, nonostante abbiano tutte le ragioni del mondo, siano soli, esclusi e che nessuno li ascolterà. Non le nascondo che fino a qualche tempo fa anche io ero così, ma oggi, grazie a lei, ho capito che le brave persone esistono ancora, sono vicine e ci tendono la mano. Stringerla o lasciarla andare poi sta a noi.
Non smetterò mai di ringraziare lei ed i suoi "colleghi" per tutto quello che state facendo: regalarci un sogno.

P.S. smetta di affermare di essere un codardo o mi vedrò costretto a processarla con l'accusa di falsa testimonianza!» 

Ho girato l’email ad Angelo e, non me ne voglia se ho rubato la sua puntuale risposta! 

Spero che colga il mio intento che fa parte dei nostri compiti soprattutto quello di Angelo che da una parte è la liberazione alle sue angosce ma è anche un dono di speranza a tanti ragazzi come Carmine: 

«Buongiorno Carmine, non puoi capire quanto mi riempie d'orgoglio aver ricevuto questa mail e mi da speranza che i sacrifici, perché di sacrifici personali parlo, hanno un senso. Io non sono e non voglio essere un grande uomo, un coraggioso, ma credo di essere rimasto un "ragazzo" che sogna, ancora, "l'isola che non c'è" dove trovare una terra libera da ingiustizie, soprusi e prepotenze. E per questo che io non mi arrenderò mai a ricercare l'isola che non c'è per farla diventare reale; ma per fare questo ho bisogno non solo di speranza ma l'aiuto di altre persone che capiscano che insieme, uniti, si può raggiungere questa isola e finalmente piantare la nostra bandiera raffigurante la "libertà, la giustizia e la fratellanza".

Gli occhi di Falcone rimarranno sempre impressi nella mia mente ma, paradossalmente, non voglio che questo brutto ricordo svanisca perché a me mi serve da monito e mi dà forza a continuare.

Ti ringrazio perché avendo letto questa tua mail, oggi ho riempito il mio serbatoio con nuova benzina "pulita" e posso continuare in questo mio lungo, faticoso ma sopratutto bel viaggio alla ricerca dell'isola di cui ho parlato prima.
Il mio braccio, finché Dio mi darà la forza, sarà sempre teso e pronto ad afferrare il tuo braccio e quello di altre persone per formare una catena umana e fare diventare il sogno una realtà.
Grazie Angelo».


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola

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