mercoledì 27 novembre 2019

Le giovani sentinelle del Cadore




Mercoledi 20 Novembre ben 2 incontri, uno nel padovano e uno nel bellunese. 

Fra le nevi Cadorine abbiamo incontrato i ragazzi e le ragazze dell'IIS Fermi di Santo Stefano di Cadore insieme al loro insegnante Antonio Iannuzzi.

Già dal benvenuto si è notato la loro delusione ma insieme, più forte, la loro voglia di continuare. I veterani del progetto avevano proposto, lo scorso anno, il tema Biglietto facile-easy ticket,  nato dalle difficoltà degli utenti e, in particolare dei giovani e degli anziani, nel procurarsi il biglietto dell'autobus in tutto il territorio Cadorino perché i punti vendita sono spesso chiusi o distanti fra loro. 

L'alternativa proposta dalla società che gestisce il servizio è un'Applicazione che per gli anziani vuol dire metterli in difficoltà. Immaginate con i loro cellulari vintage a chiedersi come fare (qualcuno lo ha anche aperto e incollato convinto che non fosse applicato bene!). Ma problemi per l’azienda non ve ne sono: basta acquistare a bordo il biglietto con l'aggiunta di una “gabella”!

La proposta dei giovani è stata l'istallazione di un distributore di biglietti ai capolinea degli autobus e nei punti più importanti dei paesi limitrofi. Avevano incontrato per queste ragioni anche il direttore della Dolomitibus SpA, la società che gestisce il servizio, che si era dichiarato entusiasta di essere vicino ai giovani e ai cittadini, erano lì apposta per risolvere i disagi relativi al trasporto. Ma I'idea del distributore, aveva affermato lo zelante direttore, non può essere presa in considerazione in quanto incide sugli introiti aziendali! In barba alla Carta della mobilità che garantisce fra i suoi principi l'uguaglianza ed imparzialità, l'impegno della società ad offrire un servizio accessibile a chiunque senza alcuna distinzione nei confronti di categorie e/o fasce sociali. 
 
Non sappiamo quest'anno se i ragazzi e le ragazze sceglieranno un altro tema oltre quello già approfondito lo scorso anno o se continueranno solo a seguire gli sviluppi del Biglietto facile. Una cosa è certa: non vogliono emulare gli adulti che lamentano i disservizi giusto un giorno, ne parlano il giorno dopo al bar e poi cadono nell'oblio dell'Alzheimer. 
 
Quest'anno notiamo che molti giovani non vogliono girarsi dall’altra parte, ma vogliono richiamare alle proprie responsabilità chi amministra la cosa pubblica, è inutile essere latitanti evitando di affrontare i problemi, i nostri ragazzi  e ragazze stanno dimostrando maturità ed esigono risposte. 

Dispiace e siamo rattristati che alcune scuole abbiamo deciso di abbandonare il nostro percorso perché impegnativo. Nonno Nino Caponnetto sarebbe stato invece orgoglioso di chi non abbassa la testa: "Le battaglie in cui si crede non sono mai perse". L 'incontro con le giovani sentinelle cadorine è seguito nel cercare strategie e soluzioni, fra cui anche quella di coinvolgere senatori e deputati del proprio territorio a farsi carico della questione. I giovani hanno capito che aldilà delle competenza di Comuni e Regioni la privatizzazione è stata fatta dallo Stato con il silenzio degli stessi cittadini e genitori, ed è bene che intervengano a sanare il disservizio perché i trasporti sono un bene comune.

Fa più paura la scuola della stessa giustizia, diceva Caponnetto. Non crediamo nei miracoli e siamo terribilmente seri, il progetto è impegnativo nel senso che abbiamo preso un impegno con i giovani, a non tradirli ed abituarli alle difficoltà della vita. Caponnetto spesso leggeva una lettera di uno studente che si era tolto la vita e diceva: «…E poi accidenti - scrive un ragazzo di 16 anni con straordinaria lucidità - accidenti, perché quando eravamo piccoli non ci avete insegnato subito che esistevano anche le avversità della vita; ci avete tolto ogni ostacolo ed ora che ci troviamo a dover affrontare la vita appena ne incontriamo uno cadiamo rovinosamente». Caponnetto continuava «Queste parole che ha lasciato scritte un ragazzo di 16 anni sono un atto di accusa terribile contro gli adulti, contro chi non lo ha saputo capire, che non ha saputo essergli vicino, contro chi non gli ha insegnato che la vita è una cosa seria. La vita non è uno scherzo - ­E va amata, va amata la vita, proprio perché è una cosa seria. Rivendicano con la forza del linguaggio di cui sono capaci, alcune volte anche con le tragiche parole che non vorremo mai ascoltare, con questi gesti di dimissioni della vita, diritti, interventi, programmi, strategie, spazi, opportunità concrete, presenze che con un espressione tecnica potremmo definire: politiche giovanili.

Dove per politica si intende il coraggio di credere e di inseguire a ogni costo e nonostante tutto giustizia, onestà, solidarietà, e legalità vissute e praticate. E dove con politiche giovanili si prende coscienza che i ragazzi e i giovani sono risorsa, sono progettualità, sono ricchezza, una ricchezza che bisogna curare e non disperdere».

Se questo è un impegno lo vogliamo portare fino in fondo e vogliamo stare con quegli insegnanti partigiani dei valori e in quella scuola che crede fermamente nella formazione dei giovani, compito spesso dimenticato anche dalle famiglie.


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola

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