venerdì 1 novembre 2019

Conferenza finale Veneta








L’ultima delle Conferenze finali si è tenuta a Padova lunedì 28 ottobre. Come già a Firenze e a Palermo anche in Veneto ha concluso il percorso avviato nel novembre del 2018 e aperto quello nuovo che si articolerà lungo l’intero anno scolastico 2019-2020. Studenti e studentesse si sono ritrovati nell'Auditorium del Liceo Modigliani di Padova perché la Regione Veneto non ha spazi per accogliere tutti i giovani, né ha manifestato alcun interesse a ricercarne uno nonostante le nostre ripetute sollecitazioni. Non sono serviti gli appelli, le telefonate, le mail che richiedevano la disponibilità del presidente Zaia o dell’assessora Donazzan ad essere interlocutori di studenti e studentesse in questo percorso alla legalità e alla cittadinanza.
Solo il giorno prima dell’inizio della Conferenza abbiamo ricevuto una mail dalla Regione Veneto con un saluto del presidente Zaia. Abbiamo dato notizia della mail ma non abbiamo letto il testo. Se il presidente della Regione o un assessore della sua giunta non hanno tempo per incontrare giovani e giovanissimi, che vorrebbero dialogare e confrontarsi con chi ha il governo della cosa pubblica, vuol dire che non hanno rispetto alcuno dei propri cittadini e cittadine e il loro comportamento si stacca clamorosamente da quello di cui abbiamo avuto esperienza a Firenze e a Palermo. La foto del teatro Politeama di Palermo pieno di ragazzi e ragazze ha fatto da sfondo all’avvio della Conferenza, a testimoniare che la fondazione è stata coerente sin dall’inizio: ha sollecitato, tempestato di mail e telefonate uffici e gabinetti, ma non ha chiuso mai la porta al dialogo e al confronto. Il teatro Politeama si è aperto, in Veneto abbiamo ricevuto solo un messaggio all’ultimo tuffo.
È stata ancora una volta una scuola ad accogliere - e noi insieme con giovani e docenti siamo grati a Fabio Bui, presidente della Provincia di Padova, che ha aperto le porte dell’auditorium consentendo lo svolgimento dell’incontro - a ricordare anche a chi non vuol sentire il suo compito di presidio della Repubblica, luogo di incontro e di confronto libero e franco, civile e approfondito. Ragazzi e ragazze, come abbiamo già visto a Firenze e Palermo, si sono svegliati presto la mattina per essere presenti, per parlare, per esercitare il loro diritto di contare.
Hanno accolto i parlamentari che hanno risposto all’invito della Fondazione, Giovanni Endrizzi, Andrea Ferrazzi e Alessandro Zan, e con loro hanno discusso, fatto domande, replicato, ascoltato le risposte e sollecitato chiarezza e puntualità. 
In modo chiaro e deciso hanno posto domande sui temi che hanno approfondito a scuola, sorprendendoci anche per la puntualità con cui hanno sollecitato risposte su questioni di strettissima attualità: l’ergastolo ostativo oggetto di pronunciamenti della Corte Europea e della nostra Corte costituzionale è stato uno di questi e le risposte di parlamentari e della Fondazione hanno certamente contribuito a rendere più chiaro il quadro della complessità della questione, sfuggendo a semplificazioni e banalizzazioni.
Particolarmente vivace lo scambio relativo alla questione degli spazi, a scuola e in città, questione che ricorre da tempo nei pensieri, nelle domande e nei progetti di ragazzi e ragazze. Hanno sollecitato una maggiore incisività da un punto di vista legislativo, vincolante per le amministrazioni comunali affinché individuino spazi per i giovani. Gli spazi per i giovani sono legati, per le loro caratteristiche, alla questione più generale degli spazi per la partecipazione. Infatti, ragazzi e ragazze richiedono dei luoghi liberi dal consumo, dove poter esercitare il proprio protagonismo in attività ricreative, culturali nel senso più ampio del termine, di solidarietà e di sostegno, così da sfuggire alle tentazioni e ad ogni omologazione. Ma sembrano esserci difficoltà insormontabili talvolta e, se a Preganziol il sindaco ha individuato uno spazio – come ci ha comunicato l’insegnante referente di quell’istituto comprensivo – in tanti altri comuni manca la volontà politica. In modo analogo lo abbiamo sperimentato in questi anni – e la Regione Veneto ce ne ha dato conferma – non ci sono spazi per adulti che vogliono discutere, interloquire con chi governa la cosa pubblica.
Ancora: il tema dei rifiuti è stato oggetto di discussione sottolineando quanto sia importante il riciclaggio, la riduzione dell'uso della plastica, la limitazione del traffico intorno alle scuole e in genere nei centri cittadini, la particolare morfologia della Pianura Padana che favorisce alte concentrazioni di polveri e di inquinanti, le auto vecchie e inquinanti. Alcuni hanno posto la questione del rischio elettromagnetico eventualmente generato da antenne telefoniche troppo vicine ai centro abitati.
Come è accaduto nel secondo e terzo appuntamento i giovani di Santo Stefano di Cadore hanno riproposto la questione delle postazioni per l’acquisto dei biglietti degli autobus che collegano il loro comune agli altri centri del Cadore. Ai parlamentari hanno chiesto interventi incisivi per garantire a tutti, anche a chi non ha smartphone o carta di credito, l’acquisto del biglietto e la possibilità di utilizzare i mezzi di trasporto pubblici. Questo tema apparentemente minore tocca le questioni dei servizi pubblici e gli obblighi dei gestori che erano stati garantiti al momento della cessione ai privati della gestione, obblighi di cui sembra essersi dimenticata la politica.
Si è parlato pure di bullismo e di gioco d’azzardo ed è stata molto interessante la testimonianza di Giovanni Endrizzi, che è membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, a proposito dei molti rischi dell’azzardo e di come il gioco sia divenuto uno strumento per il riciclaggio del denaro sporco.
Le sollecitazioni giunte da più scuole dello studio dell’educazione civica hanno fatto da cornice a questo confronto vivace.
Claudia D’Agnone ha ricordato a tutti i giovani la questione delle violenze sulle donne proponendo la bella canzone di Sentiero 103 che è nostro compagno di viaggio.
Infine Gianluca Calì ha raccontato la sua esperienza di imprenditore che resiste alle minacce e ai ricatti mafiosi. Da giovane ha incontrato, mentre era impegnato come volontario nella campagna elettorale di Giuseppe Ayala, poco prima delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e in quella estate promise a se stesso che avrebbe tenuto fede all’impegno di opporsi ad ogni richiesta di pizzo. Per questa sua determinazione ha ricevuto minacce e la sua attività è stata oggetto di attentati, ma lui ha tenuto fede a quel suo impegno. Ha accompagnato le sue parole con le immagini di interviste, di alcuni mafiosi ripresi dalle videocamere di sorveglianza mentre danno fuoco alle auto della sua concessionaria, del video di Andrea Vincenti che canta Uomo libero per ricordare Libero Grassi, imprenditore ucciso dalla mafia per non aver voluto pagare il pizzo
Ragazzi e ragazze rimasti fino alla fine, a “rubare” ancora qualche minuto alla discussione e alle testimonianze, sono stati il miglior regalo di questa mattinata così densa e interessante.
Riprenderemo i temi che sono stati oggetto dei confronti delle tre Conferenze quando prenderanno il via i nuovi appuntamenti di questo anno scolastico per poter dare conto della ricchezza del confronto ma anche delle criticità: le risposte mancate e quelle che non hanno soddisfatto le richieste di studenti e studentesse, le questioni rimaste in sospeso, qualche silenzio reticente indizio di difficoltà della politica a dare conto del proprio operato. Dal nostro punto di vista sono segni delle difficoltà del confronto su cui intervenire e devono essere questioni da approfondire ulteriormente. In particolare, negli incontri di maggio il confronto assumerà la forma di scambio e condivisione di scuole differenti di uno stesso territorio con l’obiettivo di creare gruppi di studio, anche in rete fra le scuole, che prepareranno le Conferenze finali.
Questo riprendere il discorso è anche il nostro senso della continuità, un tratto del progetto che insegna la perseveranza e la costanza del lavoro quotidiano, un carattere che mostra come il costume civico è un’attitudine di ogni cittadino e cittadina alla fatica quotidiana della ricerca e dell’approfondimento.
Noi stessi saremo fedeli a questo atteggiamento tornando alla carica con chi ha il governo della cosa pubblica e riproponendo la questione dei costi degli spostamenti. La porremo con forza a sindaci e assessori, a presidenti e consiglieri regionali, perché assumano le determinazioni del caso per poter garantire la partecipazione di ragazzi e ragazze ai percorsi educativi.  


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola

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