Due appuntamenti con le giovani sentinelle dell'aretino mercoledì 13 marzo.
Nel salone della Giostra del Saracino del palazzo dei Priori, tra i più antichi e prestigiosi di Arezzo, dove ha sede l'amministrazione comunale, il vicepresidente del Consiglio, Angelo Rossi, ha accolto ragazze e ragazzi del liceo Piero della Francesca. Con loro Daria Meazzini e Marilena Cifani, docenti della scuola, e Martina Naccarato. Assente Agostino Fabbri, l'altro docente nostro compagno di viaggio sin dagli esordi del progetto.
Studenti e studentesse hanno conosciuto Martina, che ha studiato nella loro scuola qualche anno fa, a seguito della scelta di occuparsi di barriere architettoniche, un tema inusuale in questo nostro percorso e tuttavia di grande rilievo perché le barriere architettoniche creano cittadini di serie A e di serie B.
Il primo incontro con Martina è stato molto emozionante e intenso e lei è stata bravissima a rompere il ghiaccio nel presentarsi.
Coloro che non sono "perfettamente" "normodotati" vivono una vita diversa e certamente peggiore della maggioranza di noi e solo in parte per causa della loro problematica personale.
Il metodo scelto dai ragazzi aretini per conoscere e capire il problema delle barriere è stato un metodo scioccante quanto efficace: hanno vissuto per quanto possibile una esperienza diretta di come un portatore di handicap, sulla sua carrozzina, tenta di muoversi in città.
Gli studenti hanno avuto una "guida" d'eccezione per questa esperienza che non dimenticheranno, una radiosa ragazza che vive da sempre "seduta".
Questa la definizione per chi ha una disabilità che hanno ripreso da Martina che, pur convinta di essere timida, ha guidato, assieme al suo fidanzato Paolo, le classi seconda e terza del Piero della Francesca in una passeggiata per le strade di Arezzo, il cui centro storico plurisecolare presenta barriere insormontabili per chi vive "seduto" e vuole spostarsi.
Martina fa parte di quella "squadra" di italiani "seduti", talmente positivi e pieni di energia, che ci fanno sospettare che a essere "portatori di handicap" siamo più noi che loro.
Martina e il suo fidanzato, che ha dovuto resistere alle opposizioni familiari, al fatto che avesse scelto una partner "handicappata", ci hanno mostrato come siano felici e come affetto, amore e energia positiva sopperiscano ai problemi "tecnici" efficacemente.
Adele Papalini, Irene Borghesi, Irene Mantovani, Elisa Romanelli e Diletta Acosta, accompagnate dalla proiezione di slide in powerpoint realizzate durante il "viaggio" da "sedute" nel centro di Arezzo, hanno introdotto i temi della disabilità e delle barriere architettoniche, le hanno definite e hanno introdotto i primi rudimenti della normativa relativa; hanno spiegato cosa si intende per accessibilità e adattabilità e hanno chiuso invitandoci a rimuovere le barriere mentali.
D'altronde il vicepresidente del Consiglio Comunale di Arezzo, Angelo Rossi, ha ricordato a tutti che il grado di civiltà di un popolo si misura in base a come tratta le minoranze, e i portatori di handicap, detti anche "diversamente abili", sono una minoranza i cui diritti alla libertà di movimento sono in larga parte negati.
Poi, Martina, con il suo sorriso travolgente, ha iniziato il suo intervento nella sala "ufficiale" della presentazione del progetto delle sentinelle aretine, e pur dichiarandosi molto emozionata, ci ha spiegato come affronta la sua vita da seduta. Angelo Rossi è intervenuto dopo, visibilmente colpito dalla vicenda di Martina. Ha ricordato le evidenti difficoltà di rendere agibili alle carrozzine le vie e vicoli del bellissimo e antichissimo centro storico di Arezzo, ma ha puntualizzato anche come, non solo gli edifici antichi risalgono a epoche dove non si considerava il problema, ma anche molte zone costruite in epoche più recenti siano state realizzate senza tenere conto degli ostacoli architettonici. Auspica anche che gli studenti incontrino l'architetto Paolo Polezzi che è responsabile del settore per il Comune di Arezzo per vedere cosa si potrà fare in merito.
Insegnanti e studenti hanno ringraziato la Fondazione Caponnetto che con il progetto "I giovani sentinelle della legalità" ha offerto l'opportunità di fare queste esperienze importanti.
L'incontro si è concluso dandoci appuntamento in maggio per il terzo appuntamento con le altre scuole della provincia.
Il secondo incontro della giornata si è tenuto a Cortona. Ragazze e ragazzi dell’ISIS A. Vegni – Capezzine sono stati accolti nella bella e antica sala comunale di Cortona sala la vice sindaca con la delega all’Istruzione e alle Pari Opportunità, Tania Salvi. Il tema della serata è Felicità come bene comune. Con ragazzi e ragazze gli insegnanti referenti, Silvia Romizi e Francesco Luigi Camerini.
Hanno preso la parola i giovani illustrando il significato del loro tema: non vi può essere felicità se non si seguono delle regole. Il buon funzionamento di una società si basa sul rispetto delle regole che garantisce il diritto di tutti. Sono passati poi ad analizzare i pro e i contro del loro territorio e come intervenire come cittadini responsabili. Ancora una volta, i giovani al contrario degli adulti mettono in primo piano la loro preoccupazione riguardo l’ambiente.
Per far diventare il loro comune più ecologico avevano pensato ad un comune 2.0 con colonnine di ricarica per auto elettriche; lampioni ad energia solare; mezzi pubblici elettrici.
Ancora, per una società attenta, è rilevante il ruolo della famiglia in quanto cuore pulsante di una società e quindi garantire agevolazioni riguardo l’istruzione dei loro figli.
Per questo motivo propongono di mettere in atto il progetto banca del tempo in modo da recuperare le abitudini ormai perdute del mutuo aiuto tipiche dei rapporti di buon vicinato, ma anche estenderlo ai Comuni quando una famiglia è in difficoltà economica e ha un debito con il proprio ente poterlo onorare nel mettere a disposizione per servizi il proprio tempo, permetterebbe così al Comune di essere più bello e sistemato ma, nel frattempo, di dare una mano alla famiglia.
Un altro punto essenziale per il benessere è affrontare e tenere in considerazione i problemi adolescenziali e non dando colpe tipo: «vai male a scuola? colpa della tecnologia perché stai sempre col telefonino». Molti ragazzi soffrono di ansia, di depressione, disturbi comportamentali o disagi. La causa è sicuramente della troppa tecnologia, ma se lo chiediamo al ragazzo il motivo della propria depressione, ansia o disturbo la maggior parte risponderà che la colpa alla troppa pressione della propria famiglia o il troppo studio o le varie discriminazioni tra compagni di classe. I giovani affermano che le uniche preoccupazioni per la maggior parte dei genitori sono di ottenere ottimi voti a scuola, perché questo porterà ad un buon lavoro, tralasciando o non conoscendo le vere problematiche del figlio.
Un altro tema molto sentito fra i giovani è l’educazione sessuale. Proseguono nel dire che: «nei primi anni di adolescenza c'è un cambiamento per tutti, sia maschi sia femmine, sia nel corpo, sia nella mente, e noi stessi iniziamo a conoscerci meglio. Iniziano a comparire i primi peli, il nostro tono di voce cambia, mentre le ragazze iniziano ad avere le prime mestruazioni. Ed è proprio durante questo periodo di cambiamento che ci si inizia ad interfacciare con nuovi argomenti, tra cui anche la sessualità. Ma come possiamo veramente definire quest’ultima?
L’atto sessuale è un atto di intimità tra due individui che si mettono a nudo non solo dal punto fisico, ma anche psicologico». I ragazzi richiamano l’attenzione su come oggi per molti, soprattutto in famiglia, è un tabù e affrontato fra coetanei porta i ragazzi ad essere incerti e sentirsi incapaci. Oggi sicuramente c’è più libertà nei rapporti ma meno conoscenza sui rischi riguardo la salute come l’AIDS o, comunque, le malattie veneree.
La loro proposta a far sì che a scuola ci sia l’educazione sessuale in modo che i giovani possono ricevere una corretta conoscenza, senza essere presi di mira o giudicati dai propri compagni. Queste riflessioni sono particolarmente pertinenti per l’omosessualità quando il ragazzo o la ragazza vive da solo il suo disagio per paura di non essere accettato dai suoi genitori o dai suoi amici. Per questo, i ragazzi impauriti dal coming out, vorrebbero più sostegno da parte degli insegnanti, che dovrebbero prevedere dello spazio specifico nell’attività interdisciplinare della scuola.
Tania Salvi ha seguito sin dall’inizio con attenzione le proposte dei giovani, prendendo appunti e ha voluto rispondere con puntualità alle richieste dei giovani cittadini. Ha voluto iniziare proprio dall’ultima proposta, per informare che in passato l’amministrazione aveva concentrato l’attenzione più sulla donna e il femminicidio ma, negli ultimi tempi, ha allargato la sua attività più sul contrasto e la cultura formativa e quindi anche sull’omofobia e su ogni fenomeno violento, offensivo o aggressivo. Tre anni fa l'amministrazione ha elaborato la proposta contro le discriminazioni, votata poi in Consiglio senza le opposizioni, in quanto hanno abbandonato l’aula prima del voto.
Ha continuato nel ribadire che al di là dell’atto politico, vi sono state molte iniziative: filmografie, presentazioni di libri e testi anche in biblioteca, e non in sezioni dedicate! Anche per fasce di età, compreso i bambini, riguardo l’educazione all’uguaglianza, o i nonni che spesso diventano al contrario dei genitori complici e quindi di aiuto per i giovani.
Non mancano altre attività per sensibilizzare la cittadinanza su temi scottanti, compresi il bullismo e il cyber bullismo. Si è dichiarata disponibile con ragazzi e ragazze, qualora avessero una iniziativa da mettere in campo su queste tematiche, ricordando che vi sono dei finanziamenti anche da parte della Regione Toscana per la sensibilizzazione e al contrasto a questi fenomeni.
Riguardo l’aiuto alle famiglie, ha ricordato ai ragazzi che l’Amministrazione ha messo da sempre la sua priorità, infatti per i più piccoli vi sono le ludoteche o con l’aiuto di pediatri è vicina alle famiglia per offrire un servizio sempre puntuale. Ha riconosciuto che si fa meno sulla fascia di età delle medie e delle superiori ma l’incontro di oggi e i temi sollevati dai ragazzi sollecitano una maggiore attenzione chiedendo un aiuto ai Sert su questi temi ma anche sulle ludopatie e le dipendenze da tecnologie.
Riguardo l’ambiente si è promessa di informarsi con l’assessore di competenza ricordando comunque che Cortona non ha colonnine di ricariche elettriche ma ha acquistato delle bici elettriche e comunque vi è attenzione alla questione.
La serata è scorsa veloce lasciando però soddisfatti del confronto ragazze e ragazzi.
La Fondazione ha lodato le iniziative dell’Amministrazione e ben vengano sollecitazioni da parte dei giovani al contrasto alla diversità sancita anche dalla nostra meravigliosa Carta affinché sprofondino nella vergogna dichiarazioni come quella fatta da un candidato di una brutta politica asserendo, a mò di medaglia al valore, che nella sua famiglia non vi erano gay!
La fondazione ha invitato l’assessora, che lo ha messo in agenda, lunedì 13 maggio all’incontro provinciale del progetto, sollecitando i ragazzi a preparare le loro proposte da inserire nell’agenda dei bisogni fatta da tutte le scuole da presentare alla Conferenza finale di Ottobre.
Domenico Bilotta, Sergio Tamborrino e Claudio Gherardini
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