sabato 16 marzo 2019

Giovani sentinelle a Forte dei Marmi e a Santo Stefano di Cadore


Ancora due appuntamenti con le giovani sentinelle lunedì 11 marzo.

A Forte dei Marmi, le studentesse e gli studenti del IIS Chini Michelangelo sono stati accolti nella bella sala Bertelli dall’assessora all’Istruzione, Anna Corallo, dal consigliere delegato alle Politiche giovanili, Alberto Mattugini, dalla consigliera delegata alle Pari opportunità, Sabrina Nardini, e dalla presidente del Consiglio comunale Simona Seveso.

In apertura Anna Corallo ha salutato, anche a nome del sindaco, Bruno Murzi, giovani e insegnanti, le professoresse Maria Cristina Berti, Barbara Serio e Giulia Cupido, e li ha ringraziati dell’impegno con cui hanno affrontato il percorso educativo e ha ringraziato anche la fondazione per l’opportunità offerta a studenti e studentesse. Ha ricordato che l’amministrazione è molto interessata ai progetti di educazione alla cittadinanza e di recente ha promosso il Consiglio comunale dei ragazzi.

Dopo il saluto della Fondazione che ha illustrato brevemente l’articolazione del progetto e ha raccontato alcune esperienze in altre scuole, particolarmente significative per i temi affrontati e per le modalità e le indicazioni proposte, hanno preso la parola le ragazze del Liceo Michelangelo, le quali hanno scelto di occuparsi dei problemi di sicurezza fuori dai locali notturni della zona. Hanno raccolto le informazioni dal web e dai giornali e dal racconto di giovani sulle problematiche, anche gravi in qualche caso, che riguardano atti di disturbo e anche di violenza che si verificano in prossimità di discoteche e pub della riviera.

Nelle discoteche dei comuni di Pietrasanta, Camaiore, Forte dei Marmi e Seravezza, si sono verificati diversi episodi di violenza e anche incidenti di varia natura, negli ultimi anni, dovuti spesso all'uso delle droghe e dell'alcol in luoghi pubblici e nelle discoteche. 
I ragazzi hanno puntato la loro attenzione sulla forte carenza di illuminazione proprio nelle aree esterne ai locali notturni, carenza che favorisce i piccoli reati, i furti e le risse.

Hanno richiesto una maggiore illuminazione pubblica ma anche il coinvolgimento di chi gestisce i locali pubblici che dovrebbe provvedere al rispetto delle regole e alla sorveglianza. 

D'altronde le ragazze e i ragazzi fanno notare come manchino del tutto luoghi pubblici per le loro attività di aggregazione, strutture disponibili alle attività giovanili, importanti per arricchire il bagaglio culturale e per immaginare modi diversi per passare il tempo. I ragazzi sentono l'esigenza di un centro ricreativo dove prevenire la devianza, un luogo di ritrovo dove sia possibile tentare di intraprendere un percorso di maturazione lontano dalla strada.

Un secondo problema che i giovani del Michelangelo hanno posto all’attenzione, dopo aver effettuato un lavoro di ricerca e indagine, è quello relativo ai servizi offerti dall'Ospedale della Versilia, importante centro di sanità per i cittadini e i comuni, che serve un bacino di circa 160.000 abitanti che salgono a circa 500.000 in estate. Alcune problematiche che generano forte disagio tra gli utenti sono le lunghe liste di attesa, la mancanza di strumenti assegnazione di codici in pronto soccorso, carenza di personale, questi e altri problemi sono stati raccolti direttamente da cittadini che esprimono commenti negativi sui servizi.

Può l'amministrazione intervenire su queste problematiche? Questa la domanda dei ragazzi agli amministratori presenti.

Riguardo all'ospedale della Versilia, relativamente nuovo, che ha accorpato molte strutture precedenti, gli amministratori comunali hanno spiegato che i comuni non hanno potere sulle strutture sanitarie gestite dalle ASL che poi fanno capo alla Regione. Esiste comunque una Conferenza dei comuni della Versilia che prevede momenti di confronto istituzionale con la ASL.

Riguardo agli spazi, Alberto Maltusini, che ha ringraziato i giovani per aver affrontato il tema della sicurezza, riconosce che mancano aree di aggregazione, ma ha ricordato che vi è la biblioteca e che ci sono diversi corsi organizzati dal Comune che stanno avendo un buon successo, anche se non sono iniziative ideate dai giovani e da questi gestite. 

Ma proprio a strutture di questo tipo intendevano riferirsi le ragazze che hanno invitato all’audacia per poter immaginare luoghi di incontro cui poter gestire delle attività in libertà e responsabilità. E questa loro richiesta non è nuova, perché spesso ne abbiamo incrociato delle analoghe in altre scuole della Toscana e del Veneto in questi anni, e tutte insistono sull’urgenza di spazi liberi dall’obbligo del consumo e aperti all’esigente culturali e ricreative di ragazzi e ragazze.

Nel chiudere il bel confronto abbiamo invitato i giovani a condividere questa loro esigenza in modo che divenga patrimonio comune di coetanei e coetanee e con questo auspicio ci siamo dati appuntamento a Lucca.




Nello stesso momento nella sala consiliare del bel palazzo Alfarè di Santo Stefano di Cadore si è tenuto il secondo incontro. A fare gli onori di casa e ad accogliere ragazzi e ragazze dell'IIS E. Fermi della città accompagnati dal loro insegnante referente Antonio Iannuzzi è stata la giovane assessora all'Istruzione Giulia De Mario.

Dopo aver salutato giovani e Fondazione per l’impegno e la passione con cui hanno lavorato, ragazze e ragazzi hanno illustrato il tema del confronto: Biglietto facile-easy ticket. Il problema è emerso con chiarezza dopo aver discusso a scuola in diversi incontri che ragazze e ragazzi hanno promosso ed è il risultato di un questionario che hanno somministrato all'intero Istituto: la difficoltà da parte di giovani e anziani, ma anche di tutti gli utenti, di procurarsi il biglietto dell'autobus.

 I giovani hanno fatto notare che i punti vendita per l'acquisto del ticket sono distanti fra loro e spesso gli esercenti hanno difficoltà a dare il resto per mancanza di banconote o di spiccioli. La giustificazione da parte dell'azienda è che, in alternativa, si può utilizzare una Applicazione con il pagamento però solo con carta di credito o prepagata. Peccato che il servizio, sicuramente all'avanguardia, esclude gli anziani e i giovani, soggetti per i quali la carta di credito è una meteora lontana anni luce, visto che tempo e spazio nel nostro Paese, soprattutto l'ultimo: lo spazio, è garantito solo ai furbi! In alternativa, aggiunge l'azienda, si può effettuare l'acquisto a bordo con l'aggiunta di un sovrapprezzo, nell’ingentilito gergo moderno quella che si chiamava una gabella!
Tema interessante e vicino, sentito e urgente da cui è nato un bel confronto (ricordiamo il termine, soprattutto per il Comune di Livorno, mettersi di fronte!).

Ragazzi e ragazze, hanno letto la Carta della mobilità della Dolomitibus SpA, la società che gestisce il servizio, che garantisce fra i suoi principi l'Uguaglianza ed imparzialità, e stabilisce l'impegno della società ad offrire un servizio accessibile a chiunque senza alcuna distinzione nei confronti di categorie e/o fasce sociali. Hanno così potuto notare che il servizio prestato è in netto contrasto con quanto dettato dal nobile proposito della Carta e per questa ragione hanno chiesto all'Amministrazione comunale di farsi portavoce presso la Dolomitibus affinché installi dei distributori automatici sul territorio dove effettua il servizio per poter rispettare i fini della Carta, ricordando che il servizio porterà vantaggi non solo ai cittadini del luogo ma anche ai numerosi turisti che, nei periodi estivi ed invernali, popolano queste zone montane.

Giulia De Mario ha apprezzato il lavoro dei giovani e lo ha condiviso lodandone lo spirito e gli intenti. Ha preso l’impegno di sostenere in Consiglio comunale la proposta dei suoi giovani cittadini e di inoltrare la richiesta alla Dolomitibus per una prima macchinetta pilota a Santo Stefano per, poi, collocarne altre nei principali paesi della provincia.

Convinta della proposta e dei benefici per la propria comunità e dando per scontata la sua attuazione, ha chiesto ai ragazzi quale fosse il posto migliore per collocare la macchinetta. Inizialmente la scelta era caduta sulla stazione degli autobus, ma da un'analisi suggerita dall'assessora in merito alla sicurezza e contro gli atti vandalici è stata optato per  la piazza principale del comune in quanto frequentata, più illuminata e controllata. Anche questo ultimo spunto è stato tema di dibattito: la Fondazione ha proposto di allargare ad altri istituiti la riflessione e la discussione in modo da sensibilizzare i  coetanei a battersi contro gli atti vandalici.

L’incontro è scorso veloce, ricco di proposte ed entusiasmo da parte dei giovani, grazie anche alle risposte dell'assessora e, alla fine, ci siamo dati appuntamento per martedì 14 maggio, ospiti della Provincia con la presenza di esponenti della Regione Veneto.


Domenico Bilotta, Sergio Tamborrino e Claudio Gherardini

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