Ad Agliana, nella sala del Consiglio Comunale, Massimo Zucchelli, assessore alle Politiche sociali e all’Ambiente e Alfredo Buscioni, vicesindaco e anche appassionato assessore allo Sport, hanno accolto ragazze e ragazzi dell’Istituto Aldo Capitini, nostro compagno di viaggio da ormai dieci anni, con le loro insegnanti Daniela Begliomini, Paola Scotti, Alessandra Ducceschi e Domenico Santagati, che ha insegnato nella scuola e ha guidato le giovani sentinelle sin dal 2009 fino allo scorso anno ed ora referente della Fondazione a Pistoia insieme a Giuseppe Balli.
Nel raccontare dell’incontro partiamo dalla fine, quando tutti erano sbalorditi. Ovviamente gli insegnanti conoscevano bene la qualità del lavoro delle loro sentinelle della legalità, ma la Fondazione e soprattutto gli amministratori sono rimasti a bocca aperta.
Le classi quarte del Capitini avevano scelto le DIPENDENZE, problematica devastante e fondamentale proprio per i giovani. E ne hanno approfonditi alcuni aspetti, studiando e riflettendo, e hanno prodotto dei power point e due video che potremmo definire di alta qualità sia come sceneggiatura e testi sia come realizzazione tecnica.
Hanno puntato particolarmente su alcolismo, droghe e gioco d'azzardo, tutte questioni che sono state sollevate in questi anni, segno della preoccupazione di tanti ragazzi e ragazze preoccupati di cadere vittima essi stessi o qualcuno vicino. E l’impegno si è tradotto in alcuni messaggi di grande impatto. Sul gioco d’azzardo, ad esempio, valga lo slogan finale di uno spot praticamente già pronto per andare in TV:
SE VUOI VINCERE LASCIA PERDERE.
Secco, molto efficace, una ideazione da esperti della comunicazione evoluta e adeguata ai tempi.
Alfredo Buscioni e Massimo Zucchelli hanno innazitutto espresso forte apprezzamento per il lavoro dei ragazzi del Capitini, hanno ammesso il loro stupore e anche la loro "emozione" e hanno invitato i ragazzi nelle sale comunali per continuare il lavoro sui problemi esposti, che sono problemi sociali molto gravi e che loro hanno così ben spiegato e riassunto. Hanno anche auspicato che queste realizzazioni possano essere mostrate anche a studenti e studentesse di scuola media inferiore.
Gli applausi ripetuti hanno caratterizzato tutto l'incontro e concluso il pomeriggio nel modo più positivo possibile, in una atmosfera entusiasta da parte di tutti.
Gli altri due appuntamenti sono stati nel trevigiano con i giovanissimi di due istituti comprensivi: quello di Preganziol e quello di Paese.
Nel bello e ampio auditorium della scuola media Ugo Foscolo di Preganziol ragazze e ragazzi delle sette classi che hanno aderito alla proposta della fondazione Caponnetto hanno accolto il sindaco, Paolo Galeano, e un gruppo di genitori per questo secondo appuntamento del progetto. La sala consiliare non è sufficientemente ampia e, per questa ragione, l'incontro si è tenuto a scuola, luogo della formazione del cittadino per eccellenza.
A salutare tutti gli intervenuti è stata Francesca Mondin, dirigente scolastica, che ha voluto sottolineare la serietà dell’impegno per divenire dei buoni cittadini da parte di tutti, per la capacità di immaginare il futuro.
Un breve saluto del sindaco ha preceduto l’introduzione della Fondazione dedicata a raccontare ai genitori il senso del progetto, la sua genesi e gli obiettivi, l’articolazione e il significato di questo incontro pomeridiano, sottolineando quanto sia importante questo confronto con chi governa la cosa pubblica perché è un’esperienza di cittadinanza attiva, un stare di fronte agli amministratori per discutere con loro, per apprendere l’arte faticosa di ricercare soluzioni a problemi talvolta difficili, complessi, che richiedono il contributo paziente e generoso di ciascuno.
Ragazze e ragazzi guidati da Grazia Di Bari, la loro insegnante, hanno discusso prima fra di loro quale tema scegliere e sono giunti alla decisione di occuparsi di Spazi comuni per una cittadinanza attiva, questione che torna con insistenza, ultime le ragazze del Liceo di Forte dei Marmi avevano posto l’esigenza di uno spazio per i giovani. In questo ricorrere del tema e nel parlarne nei modi più diversi vi è la prova dell’urgenza, nelle soluzioni prospettate c’è tutto il coraggio e la testardaggine di giovani e giovanissimi.
Hanno “ispezionato” il territorio comunale alla ricerca di edifici vuoti che potessero ospitare il loro spazio e, dopo averne individuati alcuni che avessero la caratteristica di essere raggiungibili con mezzi pubblici o con la pista ciclabile, hanno chiesto dapprima quali fossero pubblici e quali privati. Hanno poi concentrato l’attenzione sulla vecchia scuola di Sambughè chiusa da tempo perché, come ha ricordato il sindaco, dovrà essere parzialmente demolita e ricostruita per non essere a norma con le prescrizioni antisismiche.
Paolo Galeano ha voluto essere sincero e disponibile con i giovani dopo essersi complimentato con loro per spendere del tempo su argomenti seri e importanti come quello proposto. Ha dichiarato che non c’è al momento uno spazio con le caratteristiche descritte da studenti e studentesse, tuttavia c’è un un gruppo Preganziol bene comune che ha preparato un bando per premiare le proposte di progettazione di spazi per la socialità, quindi un primo invito a percorrere questa strada. Ha poi aggiunto che vuole ricercare una soluzione intermedia che riguarda degli spazi polivalenti, di cui si sta discutendo con altre associazioni e al tavolo di confronto potrebbero esserci anche i giovani. Abbiamo sollecitato ragazze e ragazzi a cogliere l’opportunità di condividere uno spazio con altri perché questa sorta di convivenza potrebbe facilitare la responsabilità nel tenerlo in ordine.
I giovani si sono dichiarati disponibili a coinvolgere i genitori nell’essere garanti e guida anche nel risolvere problemi e imprevisti che potrebbero capitare.
In breve il dialogo è servito per far vedere a tutti la complessità delle questioni e sondare la disponibilità di ciascuno e il nuovo appuntamento del sindaco con ragazzi e ragazze lascia ben sperare.
La fondazione ha incoraggiato tutti a proseguire e invitato a raccontare questa esperienza ai coetanei dell’altro Istituto comprensivo, quello di Paese, nell’incontro di maggio in modo da condividere idee e percorsi, accogliere suggerimenti e proposte, dando un senso compiuto al progetto delle Giovani sentinelle.
In ultimo, prima di chiudere un genitore del Comitato ha preso brevemente la parola per dichiarare la disponibilità propria e degli altri a collaborare, ha ringraziato giovani e insegnate per il bel lavoro e la fondazione per la bella opportunità offerta.
Nelle stesse ore 80 ragazzi e ragazze dell'Istituto comprensivo Casteller insieme alla loro insegnante referente Giuseppina Sberna ed altri suoi colleghi sono stati accolti nella sala comunale di Paese (TV) dagli assessori Katia Uberti e Virgilio Piccolotto.
Ragazzi e ragazze hanno occupato gli scranni dell’aula consiliare composti e solenni, vestiti per le grandi occasioni! Hanno voluto dare un segnale agli adulti anche nell’abbigliamento riguardo il comportamento da tenere in occasioni importanti, quale il confronto per decidere per il bene della propria comunità.
All’appuntamento erano presenti anche la dirigente scolastica, Paola Rizzo, e il responsabile legalità dell’Ufficio scolastico provinciale, Nicola Zavattiero, oramai nostro compagno di viaggio di questo percorso.
Ma...l’aria che respiriamo? è il titolo scelto per il loro progetto. Hanno esordito introducendo il loro tema senza parafrasare, in maniera decisa, consci della gravità: Abbiamo deciso di occuparci della qualità dell’aria perché è un tema fondamentale, un dovere di tutti e un diritto soprattutto per noi giovani.
Hanno dichiarando il loro impegno a darsi da fare, perché consapevoli che il futuro è nelle loro mani, ma da subito …prima che sia troppo tardi! Prima di scaricare le colpe sugli altri, i giovanissimi, sin dalle loro prime dichiarazioni, hanno dimostrato di non voler emulare l’adulto. Vogliono mettersi in gioco perché il problema ambiente è grave e vasto e bisogna impegnarsi a trovare delle possibili soluzioni a questo disastro.
La loro affermazione è un macigno: «Si parla di inquinamento atmosferico, molti ne hanno paura, eppure nessuno agisce, nessuno fa nulla per aiutarci. Noi siamo solo ragazzi e voi adulti ci state caricando di ogni possibile responsabilità, ci state lasciando in mano una terra di cui prenderci cura, senza alcun mezzo per farlo. Chi sarà quella persona che finalmente riuscirà a fare il primo passo? Un politico? Le Organizzazioni internazionali? Qualcuno di importante?».
Grazie ad un power-point passano poi ad analizzare quello che succede intorno a loro, sul proprio territorio attraverso dati statistici, i quotidiani, le rilevazioni di Arpav e Legambiente. Tutti dimostrano che il territorio di Treviso è tra i più inquinati d’Italia e ciò è causa di malattie respiratorie tra i bambini, come l’asma, o ancor peggio morti per tumore ai polmoni. Nel Trevigiano, il livello di PM10 è rientrato nella norma una sola volta dall’inizio del 2019.
A scuola hanno approfondito le cause del fenomeno e tutte sono legate all’attività dell’uomo: processi di combustione vari, gli incendi boschivi, oltre le eruzioni vulcaniche, persino gli eventi locali come il Panevin, i falò che si fanno per l’Epifania finisce per far aumentare la concentrazione di polveri sottili, infatti, fanno notare i ragazzi, tra il 6 e il 7 gennaio 2019, in occasione della festa, si sono raggiunti 333 microgrammi di polveri.
Hanno proseguito nel loro lavoro dimostrando che i cittadini hanno poca percezione della gravità del problema e continuano nella loro ignoranza a mantenere e sostenere abitudini e comportamenti sbagliati. Su un campione di 300 persone, tra i 18 e i 70 anni residenti di Paese, che i ragazzi hanno intervistato si scopre che il 50% dei cittadini pensa che l’aria sia accettabile in contrasto con i dati dell’Arpav. Il 27% pensa che il problema sia dovuto al gas di scarico dei veicoli, quando invece i dati ci dicono che anche non utilizzando mezzi di trasporto il PM10 rimane molto alto. Solo alla domanda sul periodo gennaio-marzo, in cui si avverte una peggiore qualità dell’aria, gli intervistati hanno risposto correttamente.
Proseguono nella loro esposizione dimostrando come la legna o il pellet aumenta le emissioni di PM10 mentre in città, utilizzando la combustione del metano, si evita di aggiungere micropolveri nell’atmosfera. Nonostante ciò sono in molti che consigliano di incrementare proprio l’uso delle stufe. Dall’analisi delle risposte emerge quindi poca consapevolezza e persino confusione su un tema così importante. Aggiungono come anche le piante, in futuro, se non troveremo rimedio a questo problema, avranno le foglie non più verdi e splendide come ora, ma macchiate di un colore nero come la pece; il PM10 impedirà a esse di compiere la fotosintesi clorofilliana e quindi, se aumenta il tasso di inquinamento, avranno sempre meno ossigeno impedendo man mano la vita sul nostro pianeta. In pratica stiamo aiutando la Terra a distruggere se stessa e noi.
I nostri prodotti agricoli berranno acqua inquinata dalle piogge acide e noi, mangiandoli, ci
nutriremo di cibo non sano e con un alto contenuto di particolato.
Persino l’esterno delle nostre case diventa nero, così come le opere d’arte si consumano
fino a rovinare il materiale di cui sono fatte.
Le statue si stanno erodendo diventando sempre meno attraenti e di conseguenza la cultura del nostro Paese si sta dissolvendo sotto i nostri occhi.
Come per Cicciano (NA) anche i ragazzi di Paese (TV) propongono la piantumazione delle cosiddette piante mangia veleni. L’utilizzo dei mezzi di trasporto elettrici: «potremmo essere proprio noi ragazzi a dare l’esempio, andando a scuola in bici o a piedi, e incentivando il pedibus per i più piccoli».
Fra le proposte anche un'adeguata campagna di informazione: organizzare degli incontri con le famiglie e tutta la comunità. Per la scuola i ragazzi propongono di costruire un green wall sulle ringhiere; piantare muri di edera anche in altre parti delle città.
Hanno concluso rivolgendosi agli adulti presenti ma è un ammonimento per tutti: «voi adulti che ci dovreste proteggere, in realtà ci state proponendo una strada lasciata allo sbando, di dover camminare per strada con una mascherina. Noi siamo pronti e determinati a difendere il nostro futuro; voi siete disposti ad aiutarci?».
Hanno preso da esempio una frase di Antonino Caponnetto che li ha ispirati a impegnarsi, a lottare con amore per la propria vita, la propria terra: «Siete voi che dovete costruite il vostro avvenire. Fatelo. Fatelo con decisione, fatelo con fermezza, fatelo con serenità, ma fatelo anche con amore e con speranza».
Virgilio Piccolotto ha ringraziato i ragazzi e la scuola per l’impegno e la passione per il tema proposto e si è dichiarato felice perché da sempre è stato una delle sue battaglie e impegno insieme alla propria amministrazione: l’aumento della piantumazione di alberi e delle piste ciclabili, promuovere convegni con lo stesso obiettivo. Anche Katia Uberti si è rivolta ai ragazzi convinta che gli studenti e la scuola sono una risorsa per migliorare la situazione, oltre alle tante iniziative che il suo assessorato continua a fare. Ha concluso confermando la sua disponibilità a proseguire insieme questo percorso di sensibilizzazione.
Nicola Zavattiero si è complimentato con ragazzi e ragazze e i loro insegnanti, li ha esortati ad andare avanti in difesa dei valori e questo percorso li aiuterà a crescere e a divenire uomini. La dirigente scolastica, Paola Rizzo, orgogliosa dei suoi ragazzi e del suo corpo insegnante ha lodato il loro lavoro e il ruolo che la scuola deve avere nella formazione dei giovani.
La Fondazione nel dare appuntamento al terzo appuntamento di mercoledì 15 maggio che vedrà il confronto fra scuole, Provincia e Regione ha ricordato a tutti l’obiettivo del progetto di aprire il dialogo con altri enti ma anche cercare il consenso ad un percorso comune.
Domenico Bilotta, Sergio Tamborrino, Claudio Gheradini e Domenico Santagati
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