mercoledì 13 marzo 2019

Giovedì 7 marzo due appuntamenti con le giovani sentinelle del Veneto


A Padova, nella sala Polivalente, Cristina Piva, assessora alle Politiche educative e scolastiche, ha accolto studenti e studentesse delle tre scuole medie, Falconetto, Pacinotti e Levi Civita che hanno aderito alla proposta della fondazione di un percorso educativo alla cittadinanza e alla legalità. Insieme alle loro insegnanti e ad un gruppo di genitori hanno affollato la sala Polivalente “armati” di cartelloni e fogli con i discorsi, chiavi USB con i loro power point ben curati e densi di informazioni e proposte.

Cristina Piva li ha salutati e ringraziati dell'impegno con cui hanno assolto al compito dando prova di essere cittadini e cittadine che hanno a cuore la propria scuola, tema intorno a quale hanno articolato le proprie proposte, e dando prova di quello che è il compito della scuola secondo la nostra Costituzione: formare cittadini e cittadine responsabili e attenti.

Anche Stefania Papparella, Dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo Padova VII da cui dipendono le tre scuole medie, ha voluto ringraziare sia studenti e studentesse che hanno lavorato con diligenza e passione insieme con le proprie insegnanti, sia la fondazione Antonino Caponnetto per aver proposto il percorso. 

Nell'introdurre i lavori abbiamo voluto ricordare le origini lontane del progetto stesso: l'intuizione di Antonino Caponnetto che decise di incontrare giovani e adulti dopo la morte di Paolo Borsellino per tener fede al giuramento solenne fatto al funerale di testimoniare l'impegno del giudice assassinato in via D'Amelio nella lotta contro la mafia. 

La fondazione ha ereditato il compito di Antonino Caponnetto e propone da dieci anni questo percorso educativo alla legalità e alla cittadinanza in modo da valorizzare il protagonismo dei giovani offrendo loro questa esperienza di cittadinanza attiva. L'obiettivo è che si possa costruire un costume civico attento e responsabile che contrasti e vinca illegalità piccole e grandi. In questo contesto si inserisce l'incontro con sindaci e assessori: ragazzi e ragazze si confrontano con chi ha il governo della cosa pubblica nello spazio pubblico, dove si prendono le decisioni relative al vivere insieme.

Hanno esordito quelli della scuola Falconetto, delle tre classi seconde che hanno lavorato per mettere a fuoco i problemi della propria scuola. L'edificio ha bisogno di interventi di manutenzione urgenti, soprattutto per quanto riguarda i bagni, le porte, che hanno documentato con immagini e con descrizioni accurate, poi hanno affrontato il tema dei furti a scuola durante le pause della ricreazione, approntando un sistema di allerta. Sono poi passati alla questione della pista ciclabile. 

Con cura hanno predisposto un questionario per conoscere come studenti e studentesse raggiungono la scuola e se si sentono sicuri. Raccolti i dati hanno sollecitato l'amministrazione al ripristino della pista ciclabile di via Dorighello. In questo loro percorso hanno distribuito il questionario agli abitanti del quartiere ma hanno dovuto constatare che molti lo hanno rifiutato per paura non aprendo nemmeno la porta di casa. Infine hanno chiesto il ripristino del giardino della scuola, per il quale sarebbero sufficienti pochi lavori di ripulitura e piccole manutenzioni, in modo da avere uno spazio all’aperto gradevole durante l’intervallo.

Quelli della scuola media Pacinotti hanno raccontato cosa hanno fatto a scuola dopo il primo incontro e i piccoli interventi realizzati in ogni classe e nell’atrio della scuola per renderla più bella e accogliente, lasciando intendere quanto il lavoro quotidiano, l’impegno e la fatica siano parte del loro abito civico alla formazione del quale hanno contribuito docenti e la scuola nel complesso.

Ragazze e ragazzi della scuola Levi Civita collaborano da tempo con l’associazione Save The Children e questo rapporto è denso di attività che arricchiscono i giovani e rendono il plesso un luogo molto piacevole. La scuola è inoltre caratterizzata dall’essere quella della scienza e del giardino per le attività che vi si svolgono ed è attenta alle questioni della memoria per essere intitolata a Tullio Levi Civita, insigne matematico escluso dall’insegnamento dal regime fascista per essere ebreo.

Alla varietà e complessità dei temi si è rifatta Cristina Piva nell’intervenire dopo ragazze e ragazzi. Ha dichiarato di essere a conoscenza della situazione del plesso Falconetto per il quale sono necessari lavori di un certo rilievo e ha anche ricordato la complessità delle procedure da osservare nell’esecuzione.

Si è voluta soffermare sulla vicenda del coinvolgimento dei cittadini  con il questionario, apprezzando il tentativo dei giovani di coinvolgere il quartiere in modo da far uscire dalla scuola i temi che vi si discutono e, da questo punto di vista, la fondazione è completamente d’accordo e lo stesso progetto si muove in questa direzione, come abbiamo sottolineato con i genitori presenti.

È importante creare un clima di fiducia e coinvolgere genitori e abitanti del quartiere è sicuramente un buon inizio. Il senso civico di ragazze e ragazzi che hanno cura della propria scuola fa ben sperare e loro stessi hanno ripetuto negli interventi quanto sia importante la buona educazione, il rispetto delle regole.

Il pomeriggio è stato intenso e pieno di suggerimenti e i giovani delle tre scuole condivideranno queste loro proposte ed esperienze nell’appuntamento di maggio con le altre scuole della provincia di Padova. Con loro ci rivedremo il prossimo giovedì 16 maggio.


Le sentinelle dell’IIS Marco Polo di Venezia sono sbarcate in Canal Grande per il secondo appuntamento previsto con la propria Amministrazione comunale. Nella bella sala storica del Palazzo Cà Loredan a fare gli onori di casa, l’assessore alla Sicurezza, Giorgio D’Este e l’assessore alla Mobilità e Trasporti, Renato Boraso.

Ragazzi e ragazze di 4 classi di diverso indirizzo di studio, emozionati, seduti sugli scranni della sala del Consiglio insieme alla loro insegnante referente Renata Mannise, sono stati raggiunti anche dal Dirigente scolastico Vittorio Pecchini. Il tema della serata, Studiare a Venezia: criticità.

Aiutati da alcune immagini e prendendo la parola uno dopo l’altro, i giovani studenti hanno esaltato le bellezze artistiche e il grande privilegio di studiare in una delle città più belle del mondo. Partendo da questo presupposto, hanno rimarcato di avere a cuore le sorti di Venezia, hanno tenuto a precisare agli Amministratori che il loro focus deve essere visto come l’espressione di cittadini di Venezia e non di chi guarda al proprio tornaconto e partecipa allo svuotamento della città. Vogliono crescere ed essere partecipi ad un suo cambiamento dove il cuore pulsante sono i cittadini. 

Sono coscienti che Venezia è afflitta da molte problematiche di diverse entità come l’ambiente, che ne ha fatto una delle città più inquinate d’Italia a causa degli scarichi da imbarcazione e dagli stabilimenti industriali. Il turismo di massa, è una problematica molto discussa, difficile da limitare o controllare  contribuisce alla crescita del costo della vita sempre più elevato. Oggi il risultato ha portato al fenomeno denominato gentrificazione ossia la fuga crescente degli abitanti verso la terraferma mentre le abitazioni sono riservate ad acquirenti abbienti, e altre rimangono abbandonate in attesa di speculazione, altre diventano strutture turistiche a discapito dei residenti e dei giovani che vogliono vivere la città che amano.

Passano poi a proporre indicazioni. Come liceali passano molte ore pomeridiane a scuola, la necessità di luoghi, all'aperto o al chiuso, in cui passare il tempo, per mangiare, studiare, rilassarsi, nelle lunghe attese prima delle lezioni.

Ancora una volta il problema si focalizza sull’assenza di spazi, luoghi negati o non agibili in attesa di speculazioni o allo studio di programmi dove giovani e cittadini sono esclusi nella decisione del futuro della propria città.

Ragazzi e ragazze nella loro esposizione fanno notare di aver individuato spazi di cui poter usufruire vicino alla loro scuola e all'università. Ad esempio il giardino della scuola. Basterebbe intervenire sul giardino posteriore al palazzo Basadonna, apportare piccole modifiche, come mettere panchine, tavoli, potare rami, estirpare erbacce per rendere questo ambiente luogo di aggregazione. 

Oppure il giardino di Ca' Bembo originariamente appartenuto all'università Ca' Foscari, oggi chiuso, a causa dell'alta presenza di diossine nel terreno. Fanno notare che vi è un progetto di bonifica inserito in un piano triennale con fondi stanziati, ma nei programmi non è previsto che divenga un giardino pubblico, e inoltre vi è una struttura adiacente alla scuola che potrebbe essere utilizzata come aula di studio.

Proseguono con un altro spazio in zona Santa Marta l’ex area Gasometro di dimensioni molto grandi, anche questo designato a luogo da riqualificare o da riconvertire. In passato il Comune aveva individuato quell’area come “non strumentale all’esercizio delle funzioni istituzionali”, con un metro di terreno inquinato da rimuovere e quindi vendibile, con l’approvazione della stessa Provincia oggi Città Metropolitana. L’anno successivo l’area è stata venduta all’agenzia immobiliare del Corso che progetta di realizzarci un centinaio di appartamenti e un centro commerciale! Anche in questo caso nessuna discussione per mantenere una parte dell’area a bene pubblico.

Proseguono con un altro edificio di proprietà del demanio militare a San Basilio, utilizzato solo a metà. Luogo che, nel periodo estivo, serve da terminal per passeggeri mentre l'altro spazio talvolta è luogo di mostre ed eventi carnevaleschi o come padiglione della Biennale, tuttavia per la maggior parte dell'anno non è in funzione. Anche questo, continuano gli studenti, potrebbe ospitare le loro varie assemblee di istituto, poiché grande e capiente; allo stesso modo potrebbe essere luogo di mostre d'arte, concerti e conferenze sempre organizzati dalla scuola.


Infine chiedono al Comune se vi sono beni confiscati alla mafia oltre ai luoghi già citati, nel far capire se vi sono intendimenti che vadano nella direzione di tenere presente i bisogni dei propri giovani o non vi sono Santi in Paradiso!

Ha preso la parola l’assessore Renato Boraso che ha confermato la fuga da centro storico da parte dei cittadini dove gli abitanti sono scesi a 55.000. È preoccupato della vivibilità quotidiana ricordando l’intenzione dell’Amministrazione in merito al blocco del turismo di massa. Stanno lavorando ad un programma che porti alla conversione elettrica delle imbarcazioni a motore. Riguardo invece Santa Marta ha dichiarato che la proprietà è delle Autorità del Porto che fa capo al Ministero.

Alla richiesta da parte dei ragazzi di assenza di cestini in città, l’assessore ha dichiarato che la difficoltà di collocare i cestini è dovuto alla Soprintendenza delle Belle Arti che non ha  approvato le varie proposte di modelli presentati dal Comune.

L’intervento dell’assessore Giorgio D’Este si è focalizzato soprattutto in merito alle sue competenze, ha confermato il suo impegno in merito alla sicurezza e la lotta all’antiborseggio effettuato dalla Polizia municipale che, comunque, rimane un fenomeno non allarmante nonostante gli ultimi 3 arresti. 

Ha ribadito però che la percezione del rischio è dovuto soprattutto alla mancanza di una riforma della giustizia che vada verso una giusta pena.

La Fondazione ha concluso esortando ragazzi e ragazze che partecipano per la prima volta al progetto di studiare e approfondire meglio le loro richieste. La scuola deve diventare laboratorio di idee, dividersi in gruppi di lavoro in modo da chiedere agli uffici competenti documentazione scritta di progetti e intendimenti e programmi del territorio.

Ha chiesto agli Amministratori presenti che l’intendimento del progetto, è indubbio aprire le porte ai propri giovani cittadini, ma il confronto si deve basare sulla ricerca di soluzioni comuni per il bene della propria comunità e ai loro bisogni. Il dialogo e il confronto vuol dire anche,  per dare valore al protocollo d’Intesa con l’ANCI, di coinvolgere i giovani e stimolarli alla partecipazione alla cittadinanza. 

Riguardo gli spazi per i giovani la serata è finita in un monologo. Mi auguro che l’Amministrazione, da sempre partecipe e attenta al progetto, possa raccogliere le richieste di ragazzi e ragazze del Marco Polo, portarle in Consiglio e poter dare risposte all’incontro di mercoledì 15 maggio dove al confronto saranno invitate la Città Metropolitana e la Regione Veneto.

Nel ringraziare la scuola, i suoi insegnanti per l’impegno quotidiano nel formare i giovani quali cittadini portatori di diritti e doveri in difesa della democrazia ha preso la parola il Dirigente scolastico Vittorio Pecchini che ha ringraziato la Fondazione e i presenti e soprattutto rivolgendosi ai propri ragazzi e ragazze ha voluto citare due frasi del filosofo Norberto Bobbio, giurista e senatore che Antonino Caponnetto ha conosciuto e stimato.

Ringraziamo anche noi Vittorio Pecchini perché in quelle due frasi da lui lette è racchiusa l’essenza stessa del progetto ideato da nonno Nino Caponnetto:   
«Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccoglier certezze».

«Io ritengo che per dare una definizione minima di democrazia bisogna dare una definizione puramente e semplicemente procedurale: vale a dire definire la democrazia come un metodo per prendere decisioni collettive. Si chiama gruppo democratico quel gruppo in cui valgono almeno queste due regole per prendere decisioni collettive: 1) tutti partecipano alla decisione direttamente o indirettamente; 2) la decisione viene presa dopo una libera discussione a maggioranza.

Queste sono le due regole in base alle quali a me pare che si possa parlare di democrazia nel senso minimo e ci si possa mettere facilmente d’accordo per dire dove c’è democrazia e dove democrazia non c’è».


Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino

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