sabato 4 novembre 2017

Conferenza del 20 ottobre al Teatro Verdi di Firenze

 

 Conferenza del 20 ottobre al Teatro Verdi di Firenze
Con non poco ritardo dovuto agli impegni per avviare la nona edizione del progetto contattando le scuole e allestendo il calendario degli incontri raccontiamo la giornata di venerdì 20 ottobre.
Studenti e studentesse, ragazzi e ragazze attenti e appassionati che hanno scelto di essere protagonisti, cittadini attivi e responsabili hanno riempito la platea del bel teatro Verdi di Firenze, ospiti della Regione Toscana, per la Conferenza finale delle Giovani sentinelle. Il programma della mattinata con gli interventi degli esperti e il Botta e risposta con i parlamentari ha contribuito a rendere interessante l’appuntamento, un’occasione di arricchimento culturale e di stimolo per un impegno rinnovato e fecondo.
In apertura la fondazione Caponnetto li ha ringraziati per la loro fatica quotidiana e per la tenacia con cui elaborano di anno in anno le proprie proposte con sollecitazioni e suggerimenti sempre nuovi, con strumenti e linguaggi differenti e incisivi.
Dopo il saluto introduttivo ha preso la parola Vittorio Bugli, assessore regionale al Bilancio con delega alla legalità, che ha pure lui ringraziato studenti e studentesse per il lavoro svolto e ha ricordato loro la sollecitazione di Antonino Caponnetto a tenere desta l’attenzione sui rischi di infiltrazione della mafia in una regione che non è mafiosa. Dobbiamo essere molto attenti a cosa è successo e a cosa potrebbe accadere sia per quanto riguarda le opportunità di investimento di denaro riciclato sia per quanto riguarda la possibilità di insinuarsi nelle pieghe delle decisioni politiche e amministrative. Per questa ragione è stato costituito un Osservatorio, uno strumento per allertare le istituzioni e gli uffici preposti quando un privato o un’azienda ha relazioni con la pubblica amministrazione e il suo profilo o le sue attività possono essere a rischio. In Toscana sono ormai alcune centinaia i beni confiscati alle mafie ed è da pochi giorni in vigore il nuovo Testo unico antimafia che riconosce il valore anche simbolico del riutilizzo dei beni confiscati, e in relazione ad esso Vittorio Bugli ha fatto un appello perché i giovani contribuiscano nel proporre, nell’immaginare gli usi di tali beni e a loro l’assessore  ha rinnovato la sollecitazione ad essere protagonisti. In ultimo ha ricordato le attività del  Centro studi e documentazione della legalità della Regione Toscana.
Salvatore Calleri, presidente della fondazione, nel suo breve saluto ha voluto porre l’accento sul tema dei rifiuti tossici e ha sottolineato la scelta della copertina dell’ultimo volume di Idee e proposte dei giovani che raccoglie il percorso e i progetti delle Giovani sentinelle nell’anno scolastico 2016-2017.
Ha poi preso il via la Conferenza vera e propria con il video a cura degli studenti e delle studentesse del Liceo Piero della Francesca di Arezzo che hanno montato in maniera originale i materiali prodotti da giovani e giovanissimi delle scuole di Toscana che hanno partecipato al progetto.
Nel suo breve saluto Cristina Giachi, vicesindaca e assessora all’Istruzione del Comune di Firenze, ha ricordato il valore della cittadinanza attiva e l’importanza di percorsi di educazione alla legalità nella scuola, luogo di formazione del cittadino, ha invitato i giovani a ribellarsi alle prevaricazioni quotidiane per il cui contrasto occorre l'impegno di tutti.
Corruzione, Omertà e Memoria le parole chiave scelte per la prima parte della Conferenza per arricchire con chiarezza e competenza l’esperienza delle giovani sentinelle.
La testimonianza di Angelo Corbo è un racconto di grande valore morale e civico, la sua scelta di servire lo Stato con passione e responsabilità richiama ciascuno alla propria di responsabilità e al compimento del proprio dovere. A colpire i giovani è stato il racconto asciutto e senza cedimenti alle facili emozioni, puntuale nel rammentare ogni dettaglio e privo di qualsiasi retorica, dalla strage di Capaci con i suoi momenti terribili al suo silenzio per i sensi di colpa fino ad essere dimenticato anche dalle istituzioni. Ha ricordato il suo arrivo a Firenze e il nuovo shock per il terribile attentato di via de Georgofili. Le sue parole ci hanno riportato nella sua essenzialità al valore della testimonianza, del raccontare agli altri affinché non si dimentichi quanto è accaduto o, per meglio dire, che ciò che è accaduto resti parte della nostra coscienza civile. Con le sue riflessioni ha riportato in primo piano la questione del raggiungimento della verità, di una verità condivisa.
Omertà è parola difficile da circoscrivere per quanto sia facile da comprendere perché molto spesso si dimentica di fare attenzione ai propri comportamenti quotidiani. L'omertà e la più brutta forma di silenzio e ad essa occorre contrapporre il fresco profumo della libertà, per usare un’espressione cara al giudice Borsellino. Paolo Borrometi è un giornalista coraggioso, minacciato dalla mafia per le sue inchieste che puntano anche a demistificare tanti luoghi comuni e tante convinzioni circa l’assenza di comportamenti e di gruppi criminali in alcune parti della Sicilia come ad esempio Ragusa e il ragusano.
Per molto tempo i siciliani sono stati schiavi dei mafiosi e della borghesia mafiosa, di quel pezzo di ceto sociale che, con molta leggerezza e senza scrupolo alcuno, ha fatto affari con le organizzazioni criminali, è stato connivente e testimone silenzioso delle malefatte e di grandi delitti. Per molto tempo e fino al 1993 ci hanno raccontato che le mafie agivano solo in alcune regioni, ma in quell’anno orribile con la strage di via de Georgofili è stato colpito anche chi era al momento e nel posto sbagliato, come ad esempio la piccola Caterina Nencioni e tutta la sua famiglia, e da allora non è stato più possibile sentirsi al sicuro solo per essere lontano da quelle parti del Paese dove la mafia era forte e consolidata. All’omertà si contrappone il compimento del proprio dovere che talvolta obbliga a delle scelte difficili e rischiose, ad agire e prendere sopra di sé fatiche e oneri talvolta fino all’estremo sacrificio. Pochi giorni prima della Conferenza Daphne Caruana Galizia, giornalista coraggiosa e indomita, è stata uccisa per aver documentato con le sue inchieste giornalistiche il riciclaggio di denaro sporco sull’isola di Malta, riciclaggio a cui non sono estranee organizzazioni mafiose e criminali italiane.
Un breve intermezzo teatrale con gli attori della Bottega instabile che portano sulla scena la vicenda di Angelo Corbo ha arricchito la mattinata con il linguaggio del teatro, a sottolineare quanto abbiamo sperimentato in questi anni di progetto: la pluralità degli approcci e delle espressioni sui temi dell’educazione alla cittadinanza. E le emozioni del teatro restituiscono i doni preziosi della tenacia e del coraggio a continuare, senza stancarsi mai, sulla via della legalità e dell’impegno. L’auspicio è che questo loro lavoro possa essere rappresentato nel corso di occasioni di approfondimento o in concomitanza del secondo appuntamento del progetto, in modo che possano fruirne genitori e cittadini.
Il Botta e risposta che è seguito ci ha consegnato una platea vivacissima alla quale hanno dato risposte i due parlamentari che hanno dialogato fittamente con ragazzi e ragazze. I senatori Maurizio Romani e Giuseppe Lumia hanno discusso i temi che i giovani hanno sollevato e lo hanno fatto offrendo una pagina di buona politica senza polemiche inutili e senza il tentativo di strappare un voto, cercando di essere convincenti negli argomenti e ascoltando osservazioni e critiche, chiarendo dubbi e accettando suggerimenti.
La fondazione ha letto la bella introduzione di Pietro Grasso, presidente del Senato, al volume Idee e proposte dei giovani 2016-2017 sottolineando quei passaggi in cui invita ragazzi e ragazze ad essere protagonisti, cittadini attivi e partecipi delle comunità in cui vivono.
Accanto alle belle parole del presidente del Senato abbiamo però voluto sottolineare i comportamenti certamente poco incoraggianti di cui facciamo esperienza ogni giorno. Studenti e studentesse dell’istituto Volta Gobetti di Bagno a Ripoli hanno rilanciato lo scorso anno la questione del loro manifesto Non viaggiare sulle spalle degli altri, che invita a pagare il biglietto dell’autobus. Per chi se ne fosse dimenticato, il progetto risale all’anno scolastico 2011-2012 e in questi lunghissimi anni si è protratto uno scambio epistolare e riunioni fra la fondazione, le amministrazioni locali di Firenze e Bagno a Ripoli, la Provincia di Firenze, prima, e la Città metropolitana, poi, l’ATAF prima pubblica poi privata e naturalmente i ragazzi e le ragazze del Volta Gobetti. Lo spettacolo è sconfortante perché più volte, dopo aver discusso con tutti i soggetti interessati, alla scuola o alla fondazione sono stati richiesti nuovamente i bozzetti ed è stato prospettato che i giovani avrebbero dovuto pagare per lo spazio come se fossero degli inserzionisti e pubblicizzassero una qualche loro attività economica.
Quest’ultima richiesta è stata rinnovata nell’ultimo contatto fra la scuola e ATAF rendendo evidente, come nella favola, che il re è nudo: ATAF è una società privata che non può concedere neppure un centimetro quadrato di spazio pubblicitario per promuovere il protagonismo giovanile e i comportamenti civici responsabili. Con buona pace di quanti hanno magnificato le privatizzazioni di quei beni e di quei servizi che appartengono a tutti.
In modo del tutto analogo, ragazzini e ragazzine delle sei scuole di Carrara hanno scoperto che partecipare alla giornata del 20 ottobre ha i costi dell’ingresso in città del pullman. Se vogliono  discutere, confrontarsi con i pari, ascoltare esperti e politici pagano l’accesso del mezzo di trasporto, proprio come se fossero dei turisti mordi e fuggi. Con molta cortesia e senza alzare la voce ci hanno detto che non ci stanno e non parteciperanno più al progetto. Noi abbiamo atteso un cenno della Città metropolitana di Firenze per sottoscrivere il protocollo d’intesa che avrebbe  impegnato la fondazione e l’istituzione a collaborare nei percorsi di educazione alla legalità. Da tempo avevamo restituito la bozza manifestando il nostro consenso al testo ed eravamo in attesa di apporre la firma. I giovanissimi di Carrara ci hanno ricordato, anche loro, che il re è nudo e noi con loro ripetiamo: il re è nudo! E molto semplicemente, con garbo, senza proteste plateali, diciamo basta!
Noi abbiamo bisogno di buona politica e di comportamenti credibili, come abbiamo fatto esperienza in tanti comuni che hanno portato in giunta la condivisione di intenti di formare i giovani alla democrazia e hanno aderito al progetto senza protocolli, vogliamo che alle parole seguano i fatti, che la politica si assuma le proprie responsabilità e non si nasconda dietro la burocrazia.


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola

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