Venerdì 16 Marzo ragazzi e ragazze del Liceo Artistico Piero della Francesca di Arezzo hanno presentato il loro lavoro alle Istituzioni locali di Arezzo. Nella bella Sala della Giostra del Saracino a dare il benvenuto il vice presidente del Consiglio Angelo Rossi.
La Fondazione è onorata di accompagnare in questo percorso il Liceo Piero dalla Francesca e i suoi ragazzi, lo fa da dieci anni e ogni anno questa scuola riserva e affronta tematiche da far invidia ad un autorevole convegno o congresso. Negli anni ha affrontato il difficile e delicato tema delle dipendenze - dalla droga all’alcol fino a quelle più recenti come il gioco d'azzardo. Ad animare questa eccellenza sono due insegnanti, Daria Meazzini e Agostino Fabbri, con il sostegno di altri loro colleghi e soprattutto, anche se non presente, con la regia di Luciano Tagliaferri, dirigente scolastico dell’istituto.
Leggendo i report di questi anni si rimane sorpresi dall’enorme lavoro di studenti e studentesse del liceo che si sono impegnati sui temi più diversi, per apprezzarne la ricchezza di contenuti e cogliere l’impegno e la passione degli insegnanti.
A prendere la parola per prima sul tema Uso delle sostanze stupefacenti è Grazia Nazzaro, studentessa che ha in dote già nel nome la spontaneità e la raffinatezza con cui legge alcune testimonianze di giovani che, all’interno della comunità di San Patrignano, stanno affrontando un percorso di recupero dalle tossicodipendenze.
La scuola aveva infatti programmato una visita alla comunità il 16 gennaio non tanto per avere una corretta informazione quanto per una riflessione sulle dinamiche che possono indurre alla dipendenza. Dalle testimonianze lette si nota che i ragazzi raccontano semplicemente la loro esperienza di vita. Lo fanno in modo sincero, a volte duro, disponibili a rispondere a qualsiasi domanda senza reticenze. Raccontano storie forti e non diminuiscono in alcun modo l’enorme difficoltà di uscire dalla dipendenza. Tutti sono stati concordi alla grande importanza di un’azione preventiva. Dichiarano «di essere oltre 1.300 ragazzi, non tutti ce la faranno, e molti di più sono quelli che sono fuori che resteranno nella strada o forse ci rimetteranno persino la vita».
Le storie sono tutte diverse eppure tutte uguali. Si comincia con le canne, si passa poi a droghe sempre più pesanti e poi si arriva allo spaccio. Tutto si fa in funzione della droga, si rinnegano i rapporti di famiglia, le amicizie e anche l’amore. Si arriva a rubare soldi alle persone più care. E si sprofonda in un baratro dal quale molti non riescono più ad uscire.
Chi ci riesce lo fa a prezzo di un percorso durissimo nel corso del quale occorre imparare a conoscersi, a ricostruire la propria personalità riappropriandosi delle cose più semplici.
L’incontro è avvenuto dopo che il gruppo si è, a lungo, confrontato, facendo emergere posizioni diversificate sia in merito alle misure di prevenzione che in merito alla possibilità di legalizzazione delle così dette droghe leggere.
L’opinione sulla quale hanno finito per convergere è che ogni forma di dipendenza rappresenta, comunque, un elemento negativo che sminuisce la persona allontanandola dagli altri e dalla realtà.
Grazie poi ad un sondaggio fotografico realizzato fra i ragazzi del liceo abbiamo appreso quanto il tema sia controverso. Una delle caratteristiche dei lavori realizzati anche in passato è quella di
somministrare questionari ad un numero ampio di soggetti, 1.000/1.500 fra studenti, genitori e cittadini. Lo hanno fatto anche in questo caso con 835 studenti e studentesse aretini.
I risultati di questa ricerca sono stati molto interessanti e, tra le altre cose, è emerso che il 37% del campione ha dichiarato di aver fatto uso di sostanze stupefacenti, percentuale maggiore tra i maschi - 41% - mentre, tra le femmine, si attesta al 34%. Nella fascia 16 – 18 anni, le femmine consumano più dei maschi. Tra le sostanze stupefacenti, prevale la marijuana (il 31% dell’intero campione indica di averne fatto uso mentre tale percentuale sale all’84% tra coloro che fanno uso di droghe).
Questi ed altri dati interessanti saranno inseriti nel volume pubblicato ogni anno che raccoglie tutti i progetti delle scuole.
Per approfondire meglio l’emergenza hanno partecipato, il 14 dicembre, ad una mattinata dedicata alla prevenzione delle dipendenze in cui è intervenuta Giorgia Benusiglio, autrice del libro Vuoi trasgredire? Non farti!
Il video che racconta la vicenda di Giorgia Benusiglio quando, diciassettenne, rischiò di morire per una occasionale pasticca di exstasy ha ulteriormente arricchito il confronto. Dopo aver contratto un’epatite fulminante, Giorgia fu ricoverata d’urgenza con il fegato in necrosi e la sua vita appesa a un filo per settimane. Per due volte ricevette l’estrema unzione, poi le sue condizioni migliorarono piano piano. Con tanti farmaci da assumere e il rischio di contrarre ulteriori malattie Giorgia ha sconfitto anche un cancro e superato la prova del trapianto. Oggi trentaquattrenne ricorda che «allora le cicatrici interne, più dolorose, si aggiungono alle ferite sul corpo».
Durante l’incontro, Giorgia sottolinea in modo particolare il fatto che la pericolosità di certe sostanze è tale che anche un uso occasionale può essere fatale. Per questo è opportuno essere consapevoli dei rischi a cui si può andare incontro anche facendo una sola bravata.
Le campagne informative si limitano spesso ad indicare i comportamenti che chi assume sostanze deve tenere per contenere il danno, ma questo finisce per produrre la convinzione che i rischi sono, tutto sommato, facilmente controllabili.
Il prezioso lavoro dei giovani del Liceo ha un altro tassello con l’incontro di venerdì 23 febbraio con il dott. Becattini, responsabile del SERT di Arezzo, per conoscere meglio le dimensioni del fenomeno nella loro provincia.
Dalle informazioni emerse e che hanno colpito i ragazzi è che una persona su cento è in trattamento presso il SERT per problemi di dipendenza di varia natura. Il dato è allarmante dal momento che una percentuale minima di persone che soffrono di dipendenze arrivano poi a sottoporsi al trattamento del SERT.
Il medico ha però privilegiato un approccio non limitato ai semplici dati numerici o scientifici, sottolineando che qualsiasi dipendenza, non solo quella dall’uso di droghe pesanti o leggere, compromette la capacità di vivere la vita in pienezza e con piena coscienza. La dipendenza ti colloca in una dimensione negativa dove si finisce sempre per giocare al ribasso senza avere mai la forza per invertire la rotta. Al termine dell’incontro ha proposto ai giovani di scrivere delle lettere da indirizzare a persone in cura presso il SERT prendendo l’impegno di farle leggere ai destinatari.
I ragazzi lo hanno fatto e sono in attesa di conoscere gli sviluppi di questo ponte ideale che si è creato tra loro e chi è in cura.
A conclusione ragazzi e ragazze hanno proposto all’Amministrazione di sostenere una campagna contro le dipendenze, studio che stanno preparando e che presenteranno giovedì 10 maggio durante il terzo incontro del progetto ospiti insieme alla propria Amministrazione, della provincia e di esponenti della Regione.
Ha preso la parola Angelo Rossi complimentandosi con la scuola e i ragazzi segnalando il suo dissenso ad un liberalizzazione delle droghe e portando come esempio l’Olanda, primo Paese che ha sperimentato questa scelta e di come fuori dal luogo dove vi è la liberalizzazione vi sono delle restrizioni e limitazioni. In conclusione abbiamo apprezzato l’impegno del vice presidente del Consiglio Rossi nel portare in giunta la proposta della campagna contro le dipendenze, forti della testimonianza di Giorgia Benusiglio,
L’altro appuntamento a Prato.
Nel bel teatro del convitto Cicognini, i giovanissimi dell’istituto si sono ritrovati con i compagni e le compagne più grandi del Dagomari per questo secondo appuntamento delle giovani sentinelle. Ad accoglierli l’assessora all’Istruzione del Comune di Prato Maria Grazia Ciambellotti.
In apertura la Fondazione ha ricordato l’importanza dell’appuntamento nella giornata del quarantennale dell’attentato terroristico di via Fani. Pur essendo una vicenda estremamente differente il sequestro e la morte di Aldo Moro e degli agenti di scorta rinviano al lato oscuro della nostra storia e al pari delle vicende di mafia che abbiamo raccontato a scuola nel primo degli appuntamenti mettono a repentaglio la nostra democrazia e la nostra libertà.
Quella vicenda del rapimento di Aldo Moro e dell’uccisione della scorta ha segnato pesantemente la vita politica del nostro Paese e ha un punto di contatto con le storie di mafia perché nella stessa mattinata del 9 maggio 1978 furono ritrovati i corpi senza vita di Aldo Moro e di Peppino Impastato. E la tragedia dell’uomo politico ha coperto per un lunghissimo tempo ogni attenzione ed eco della morte terribile del giovane giornalista di Cinisi. In questo coincidenza quasi sicuramente non casuale vi è la drammaticità della nostra storia e tutte le difficoltà ad esigere una compiuta democrazia e una piena libertà.
Poi hanno preso la parola i più giovani del Cicognini. Preparati e puntuali hanno cominciato ad illustrare il proprio lavoro: Che cosa è legale e illegale è il titolo che hanno scelto per il loro lavoro. In gruppi hanno definito comportamenti in relazione al fumo, alla droga, alla ludopatia, all’abbandono scolastico e al bullismo.
Il lavoro dei giovanissimi dell’istituto Cicognini ci riporta a quel confronto più generale che abbiamo osservato in questi anni: temi di grande interesse, segno di attenzione da parte di ragazzi e ragazze che indicano da punti di vista differenti criticità e soluzioni, ed esprimono la preoccupazione di chi si affaccia alla vita e vorrebbe dire la sua, vorrebbe costruire un mondo differente. Per questa ragione è apprezzabile lo sforzo e la serietà con cui hanno esaminato le varie questioni e con cui hanno messo in rilievo l’importanza delle regole per vivere bene, parlando anche dei valori dello sport.
Un’ultima annotazione riguarda l’accento posto sul tema della ludopatia e il ripetersi di questo argomento è indizio sicuro di una preoccupazione dei giovanissimi per questa moderna sirena che sembra risucchiare tutta la vitalità e l’energia che vi è in ciascuno di noi e l’allarme di studenti e studentesse non è altro che la richiesta di strumenti per resistere alle sirene dell’azzardo.
Poi hanno preso la parola le tre classi dell’istituto Dagomari al loro esordio con il nostro progetto. Hanno scelto di occuparsi di Ambiente, degrado e rifiuti, anche questo tema che ricorre nei nostri appuntamenti ma che i giovani del Dagomari hanno elaborato con uno sguardo e una specificità che fa intravedere sviluppi interessanti.
Hanno infatti parlato degli scarti della produzione tessile legando così la loro riflessione alla vicenda storica della propria città, come nel caso della riflessione sui mutamenti del fiume Bisenzio che testimoniano la grande trasformazione della città legata allo sviluppo del tessile nella seconda metà del Novecento.
Per ricercare una soluzione allo smaltimento degli scarti hanno proposto una soluzione che prevede una maggiore attenzione di chi è preposto al controllo ma anche e soprattutto modalità di rendicontare ogni passaggio del ciclo produttivo molto stringenti. Per il loro lavoro hanno intervistato il responsabile ambiente di Alia il gestore della raccolta dei rifiuti della Toscana centrale e poi hanno elaborato dei cartelloni di pubblicità progresso da inserire in spazi e in luoghi adatti. Per la realizzazione di questi cartelloni hanno chiesto aiuto ai coetanei della sezione di grafica dell’istituto Datini, una scuola vicina al loro istituto, e questa collaborazione è il segno migliore di cosa significhi lavorare insieme, di cosa sia una scuola all’altezza del compito di formare i cittadini grazie all’impegno e al lavoro silenzioso e discreto dei docenti.
Nel suo intervento Maria Grazia Ciambellotti ha innanzitutto ringraziato i giovani per l’impegno e per la passione con cui hanno lavorato, poi si è soffermata sugli argomenti che ha ascoltato. Ha sottolineato quanto sia importante ascoltare i più giovani, le loro preoccupazioni e le loro paure e ha ricordato che l’amministrazione comunale sarà accanto a loro nel sostenerli in questo percorso di crescita.
Ha poi dichiarato il proprio interesse a trovare degli spazi adeguati ai messaggi dei più grandi, convinta della forza che possono avere le parole fra pari. A noi ha richiamato alla memoria la vicenda pluriennale dei giovani di Bagno a Ripoli con la loro campagna per promuovere il pagamento del biglietto sull’autobus e con l’auspicio che gli esiti, a Prato, siano migliori e più celeri ci siamo dati appuntamento per il terzo appuntamento di venerdì 4 maggio.
Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino
Responsabili Nazionale e Regionale Progetto Scuola
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