A Messina nell’auditorium della scuola Cristo Re le classi di due plessi dell’Istituto comprensivo Gravitelli Paino, di cui fa parte lo stesso plesso che ha ospitato l’incontro, insieme con i più grandi dell’Istituto Enzo Ferrari di Barcellona Pozzo di Gotto si sono ritrovati con noi per questo terzo appuntamento.
Ancora una volta le istituzioni messinesi sono assenti! Infatti nonostante i ripetuti inviti non hanno ritenuto di ascoltare i propri giovani cittadini né nella veste di sindaco del Comune di Messina né come esponente di sindaco della Città metropolitana estendendo così anche ai giovani di Pozzo di Gotto in diritto al confronto!
Presente il solo assessore Nino Munafò del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto che ha la delega alle Politiche giovanili.
La Fondazione ha introdotto l’incontro ricordando a giovani e giovanissimi il valore e il significato di questo terzo appuntamento: raccontare e condividere con altri giovani le proprie proposte, le esperienze, i temi, i linguaggi uscendo dai muri del proprio edificio scolastico e scambiandoli con altri. Mettere in comune significa creare legami fra giovani in uno stesso sentire riguardo la cittadinanza e il rispetto delle norme, e creare legami per costruire modalità nuove per l’azione pubblica, una maggiore sensibilità ai temi dei diritti e un più attento senso del dovere. In questo modo prepariamo anche la Conferenza finale del prossimo ottobre quando saranno interlocutori deputati e senatori a cui porre domande e sollecitare risposte su temi più largamente condivisi.
I primi ad esordire sono stati i più giovani della scuola media padre Annibale Maria di Francia. Tre classi hanno elaborato il progetto Un mondo senza barriere, presentato con piglio sicuro, deciso.
Queste barriere rimandano al tema delle migrazioni e a quelli affini dell’accoglienza e dell’integrazione. Si sono soffermati sulle ragioni delle migrazioni: economiche, climatiche, politiche e anche criminali, distinguendole e precisandole, hanno ricordato le responsabilità degli europei per quanto concerne le situazioni di povertà, anche estrema di tanti paesi africani, hanno raccontato del viaggio dei migranti e dei centri di prima accoglienza, dove si offre una prima assistenza per poi essere inviati negli altri per essere avviati al lavoro.
Il primo Decreto sull’immigrazione produce e produrrà delle ulteriori emergenze perché acuirà alcuni problemi, perché riduce i fondi per l'integrazione e la protezione umanitaria.
A concludere questo lavoro si è aggiunta un’ulteriore riflessione sul mare che deve tornare ad essere luogo di incontro e gioco, di divertimento e svago con i ragazzi e le ragazze che sono saliti sul palco a rappresentare con il linguaggio del teatro questa loro aspirazione contro ogni tentativo di fare del mare una ulteriore barriera.
Altre classi del plesso Cristo Re invece hanno scelto a tema la questione del bullismo e lo hanno fatto cantando e ballando un pezzo scritto da loro. Di nuovo il linguaggio del teatro e della musica cui hanno fatto ricorso per parlare di un tema che fra gli adolescenti preoccupa e non poco, come testimoniano le tante scuole che hanno scelto di occuparsi della questione anche in questo anno scolastico.
L’enorme mole di proposte, di materiali prodotti, di suggerimenti e di inviti rischia spesso di restare lettera morta perché i giovani non trovano interlocuzione e, nel caso di questa scuola di Messina, i giovani non avevano trovato ascolto nemmeno con gli amministratori locali nell’appuntamento dello scorso 29 marzo.
La nostra terra è la nostra casa io riciclo è invece il tema scelto dai più grandi dell’Istituto Ferrari di Barcellona Pozzo di Gotto che hanno voluto approfondire i temi della raccolta differenziata e del riciclaggio.
I ragazzi e le ragazze sono di tre plessi dell’Istituto: quello di Barcellona, di Milazzo e di Pace del Mela ed hanno condiviso il tema perché il riciclaggio dei rifiuti è un tema che riguarda la legalità, sia pure guardandolo da punti di vista e con strumenti differenti.
Per questa ragione ci siamo ritrovati con un manifesto di un abito fatto con pezzi di bottiglie di plastica riciclati e un video ci ha illustrato la lavorazione alla quale si è dedicata la sezione moda dell’istituto.
Poi più da vicino la questione dei rifiuti con la denuncia di chi li abbandona fuori dai cassonetti e, anche in questo caso, un bellissimo video scritto e interpretato dagli studenti stessi che denuncia questo malcostume a cui dovrebbe opporsi ogni cittadino attento e rispettoso delle regole. E di riciclaggio si sono occupati anche quelli di Milazzo che con i propri docenti hanno dato esempio con la realizzazione di un porta penne in allumino con gli scarti di lattine.
A completare il loro intervento una canzone, anch’essa scritta, musicata e interpretata dai giovani che hanno così offerto una bella prova di cosa è possibile fare in tema di riciclo di rifiuti coi linguaggi più vari.
Nino Munafò è stato loro interlocutore ribadendo innanzitutto che l’avvio della raccolta porta a porta è un processo da cui non si torna indietro con nuovi cassonetti perché significherebbe mettere in crisi il percorso avviato con il tentativo di rendere responsabile ogni cittadino e cittadina.
Le parole dell’assessore sono servite a rispondere ad alcune obiezioni di studentesse che sottolineavano alcuni aspetti critici come la scarsa conoscenza del meccanismo della raccolta da parte di tanti cittadini, soprattutto anziani. Altra questione sollevata dai giovani è legata all’offerta economica di piatti e stoviglie di plastica a prezzi irrisori che alimenta l’abuso della plastica.
L’osservazione è importante e rinvia ad una questione centrale spesso poco affrontata: l’intervento sul lato dell’offerta, si pensi non solo a piatti e stoviglie ma a tutti gli involucri degli alimenti nei supermercati. Lo scambio è stato interessante e sarebbe proseguito se non ci fosse stata necessità di chiudere l’incontro per il ritorno a Barcellona dei giovani del Ferrari.
Con tutti ci rivedremo in ottobre in occasione della Conferenza finale che ci auguriamo la Regione Siciliana vorrà ospitare.
Nella stessa giornata ragazzi e ragazze dell'Istituto comprensivo G. Marconi di Licata, accompagnati dalla referente Carmelina Di Rosa e da altre sue colleghe, e quelli dell'Istituto comprensivo Galileo Galilei di Raffadali, accompagnati dalla referente Carmelina Galvano e dal dirigente reggente Roberto Navarra, sono stati accolti nell'aula consiliare Luigi Giglia dal Commissario Straordinario dal Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento dott. Alberto Di Pisa.
Al contrario, assenti ingiustificati sindaci e assessori dei due Comuni sede delle scuole che non hanno ritenuto importante accompagnare i propri giovani cittadini a questo terzo confronto al quale partecipano, oltre alla Provincia ospitante, i Comuni e la Regione, chiamati a dare esempio di buoni comportamenti, di buona politica, di collaborazione fra enti, alla ricerca di soluzioni condivise.
Questo terzo appuntamento non è una ripetizione del secondo incontro, ma un confronto di idee sia fra scuole che condividono reciprocamente i temi, facendoli propri, ma è anche conoscere la volontà e l’impegno degli enti locali al miglioramento del proprio territorio. E questi obiettivi danno valore al progetto.
A contribuire a tali compiti era presente un’altra parte dello Stato con le Forze dell’Ordine: il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Agrigento, capitano Luigi Garrì, il comandante dalla Guardia di Finanza, Tenente Colonnello Fabio Sava, e il dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura, Francesco Sammartino.
Per i ragazzi di entrambe le scuole è stata una giornata speciale in quanto i temi da loro affrontati sono stati oggetti di approfondimento da parte degli ospiti arricchendo la conoscenza e ricevendo ulteriori spunti per la loro risoluzione.
Ognuno di loro ha infatti saputo dare un contribuito, con un intervento mirato, una vera e propria lezione di approfondimento sui temi scelti dai ragazzi. Presente il Prefetto dott. Dario Caputo che, nonostante avesse dichiarato di dover andare via da lì a poco, è rimasto affascinato dall’impegno dei ragazzi e dallo svolgimento della mattinata e questo lo ha trattenuto fino alla fine. Presenti anche, per ulteriori approfondimenti, il presidente regionale FAI avv. Giuseppe Taibi e il dott. Nino De Miceli, psicologo che si è occupato del cyberbullismo.
I ragazzi di Licata hanno condiviso con i ragazzi di Raffadali il desiderio di far rinascere la propria città col dare vita alla cultura, coltivare la discussione, il confronto, ma per far questo bisogna avere gli spazi, luoghi di aggregazione e loro hanno pensato alla Riqualificazione di villa Elena.
Nel loro intervento i più piccoli della primaria, hanno denunciato il degrado e l'incuria degli spazi dove sin da piccoli attraverso il gioco si cresce fisicamente e mentalmente, si alimenta lo stare insieme, mentre oggi si nutre l'arroganza di alcuni. I bambini hanno risposto col voler difendere i propri beni comuni divenendo baby vigili della villa, nel non volersi girare dall’altra parte ma denunciare gli atti vandalici.
Fra le proposte, un orto botanico curato da anziani e bambini; spazi per i giochi, per spettacoli, luogo di ritrovo. Schierati davanti agli oratori, hanno concluso il loro intervento con poesie e filastrocche. I più grandi aiutati da cartelloni ricchi di fotografie hanno illustrato la storia della villa, del suo passato, le tradizione della città di come nel passato si coltivavano i luogo di incontri per anziani, adulti e bambini. Oggi, grazie anche al silenzio di tanti, dilaga la cementificazione e spazi a pagamento, l'aggressione lascia spazio alla solitudine, non voluto dai ragazzi ma dagli adulti.
L’amministrazione nel secondo incontro di marzo aveva riconosciuto gli errori del passato, aveva preso impegni e ci auguriamo che vorrà proseguire, ma avremmo voluto che a questo appuntamento difendesse l’auspicio dei suoi cittadini a un cambiamento che non può avvenire se non con la condivisione e le scelte di tutti.
Prima dell’intervento dei coetanei di Raffadali abbiamo voluto ricordare Aldo Moro e Peppino Impostato, uniti non solo nella ricorrenza della loro morte ma anche vittime di strategie oscure, fardello che il nostro Paese si trascina da troppo tempo e solo attraverso la crescita di cittadini consapevoli potremo raggiungere una verità condivisa che restituisca tutto il suo prestigio alla nostra democrazia.
È poi stata la volta dei ragazzi e delle ragazze dell'Istituto comprensivo Galileo Galilei con il loro tema: Bullismo e Cyberbullismo che hanno esordito con un monologo toccante di testimonianze di vittime di bullismo, prima di passare all'analisi di come intervenire per evitare che la vittima venga isolata. Ragazzi e ragazze hanno chiesto di costituire uno sportello di ascolto presso la scuola e uno in città, di essere disponibili a creare una rete per sensibilizzare all'interno della scuola tutti gli studenti.
Nel secondo incontro avevano chiesto al proprio Comune di promuovere dei corsi per formare le famiglie alla conoscenza dei pericoli proveniente da internet riguardo il cyberbuĺismo, per riconoscere dai comportamenti eventuali disagi da parte dei figli vittime di questo fenomeno. Anche in questo caso l’Amministrazione nel secondo incontro si è resa disponibile e ci auguriamo voglia mantenere l’impegno preso con in propri giovani cittadini.
La scuola tutta è impegnata da tempo a combattere e prevenire questo fenomeno e le tante problematiche connesse per far crescere e alimentare il senso civile e la Fondazione le sarà sempre accanto. Nello stesso tempo ribadiamo l’obiettivo delle giovani sentinelle di sapere se vi è l’intento comune da parte di tutti, e in special modo di chi amministra la cosa pubblica, di affrontare e mettere in agenda le proposte che vengono dai giovani; se vogliono perseguire tale intendimento con la maggiore coesione possibile, con rigore e nel rispetto della nostra Carta Costituzionale.
Riprenderemo i tanti temi al centro della riflessione di ragazzi e ragazze e oggetto di proposte e sollecitazioni nelle Conferenze finali di ottobre e chiederemo impegni precisi ad amministratori e parlamentari che ci auguriamo non manchino e diano indicazioni e risposte perché il silenzio o l’assenza significano complicità con chi non vuole la partecipazione e una democrazia più compiuta.
Domenico Bilotta, Giuseppe Vitale, Sergio Tamborrino e Christian Petrina
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