giovedì 2 maggio 2019

In ritardo riportiamo gli ultimi tre incontri che chiudono i secondi appuntamenti in Veneto


Mercoledì 3 aprile, ancora tre appuntamenti con le giovani sentinelle del Veneto. 

In mattinata l'appuntamento è ad Arzignano (VI) con gli studenti e le studentesse dell'Istituto tecnico Galileo Galilei che ci attendono nell'aula magna della scuola con la preferente del progetto, Saverina Faraci, perché lo spazio nella sala consiliare è insufficiente ad ospitarli tutti e tutte, come ci aveva riferito l'ufficio comunale che avevamo contattato per organizzare il confronto del secondo incontro del progetto. 

Sempre l'ufficio ci aveva confermato l'intervento del sindaco, Giorgio Gentilin, interessato al dialogo con i suoi giovani cittadini e cittadine. Ma quando siamo arrivati a scuola del sindaco non vi era traccia, forse si era dimenticato dell'appuntamento all'Istituto Galilei, aveva scordato che un centinaio di studenti e studentesse erano pronti a interloquire con lui, a discutere e confrontarsi. Abbiamo contattato nuovamente gli uffici comunali e le nostre sollecitazioni, l'insistenza ad essere presenti e a discutere hanno avuto come effetto che alle  9.40 è giunta la vicesindaca Alessia Bevilacqua, che ha pure le deleghe ai Servizi sociali.

Nel frattempo la Fondazione ha ricordato a ragazzi e ragazze i tratti salienti del progetto, la sua articolazione e gli obiettivi che si intendono perseguire: promuovere la cittadinanza responsabile, uomini e donne, grandi e piccoli attenti ai diritti e rispettosi delle regole, indisponibili a voltarsi dall'altra parte. Il secondo appuntamento prevede che studenti e studentesse illustrino il proprio lavoro agli amministratori locali, sindaci e assessori, e ne discutano con loro perché è questa modalità che consente di fare esperienza di cosa sia la cittadinanza attiva. 

Ma se manca il sindaco o l'assessore con chi si confrontano i giovani? Non certamente con la Fondazione che ha il ruolo di tutor e modera il dibattito e si occupa di tutte le incombenze organizzative. Certo la Fondazione interviene per sollecitare, spronare, offrire testimonianza di altre esperienze, richiamare chi partecipa al confronto, in breve una pluralità di compiti che sono tutti differenti dall'essere interlocutori in questa fase. Ancora abbiamo sottolineato il diritto all'ascolto e all'interlocuzione per i ragazzi e le ragazze e il dovere per chi governa di ascoltare e dare delle risposte. Ovviamente i giovani non pretendono che le loro proposte siano accolte a prescindere, né lo vuole la Fondazione, esigiamo con i giovani che si diano ragioni e motivi delle scelte, argomenti a sostegno o critici alle proposte e alle richieste. 

Funziona in questo modo il dialogo, la discussine, il confronto è da questo non desisteremo, non arretreremo e forti di queste convinzioni abbiamo convinto ragazzi e ragazze ad avere pazienza e attendere l'arrivo della vicesindaca  prima di dare il via ai lavori.

Poi appena ci ha raggiunto Alessia Bevilacqua hanno preso la parola loro, per illustrare il proprio tema Non facciamoci del male, prima con un power point che ha ricordato a tutti i pericoli delle dipendenze, poi un bel cartellone sul quale ripartito lo spazio in quattro parti su ciascuna delle quali studenti e studentesse hanno scritto delle parole chiave legate alla dipendenza che hanno illustrato a turno.

Ancora un cartellone su cui alcune parole - Danno, rischio orribile gioventù abbandona e poi Attenzione logorare cadavere oblio oppressione lacrime - opportunamente illustrate con esempi hanno formato le parole droga e alcool.

Infine un video scritto, diretto e interpretato da loro illustra la progressiva solitudine di un consumatore di droghe. E lascia piacevolmente sorpresi la consapevolezza e il coraggio di ragazzi e ragazze su un tema così scivoloso come quello del consumo delle droghe a testimoniare che il buon lavoro a scuola produce risultati significativi se si ha la pazienza di operare e si confida nell'ascolto di giovani e giovanissimi.

Poi ha preso la parola la vicesindaca che ha anche la delega al sociale. Si è dichiarata contenta di confrontarsi con ragazzi e ragazze per questo percorso di cittadinanza attiva, perché a lei giungono segnalazioni da persone adulte e poco, pochissimo dai giovani così non è possibile individuare percorsi condivisi. 

Ha testimoniato di avere esperienza come amministratrice della cosa pubblica dei gravi danni prodotti dal gioco d'azzardo, con vite distrutte dai debiti e dalla dipendenza, legami familiari recisi; e dalla droga che ha ripercussioni nei comportamenti, nella salute anche mentale e che ha come conseguenza l'isolamento e il lasciarsi abbandonare in una situazione di disagio e di degrado. Allora sono necessarie alcune parole d'ordine che siano punti fermi nella vita di ogni uomo e donna, e la fondazione ha voluto ricordare la testimonianza di un giocatore affetto di ludopatia e del suo difficile cammino per sfuggire al demone del gioco.

In ultimo abbiamo ricordato i rischi legati al riciclaggio perché le sale gioco sono spesso teatro per ripulire il denaro di provenienza illecita e quest'ultima sollecitazione ha chiuso l'incontro che si è protratto per consentire di completare pensieri e intendimenti, lasciandoci con l'appuntamento del 6 maggio prossimo a Padova, quando i giovani di Arzignano si ritroveranno con quelli dell'area padovana per il terzo degli appuntamenti del progetto delle Giovani sentinelle.

Ad Abano Terme, nel pomeriggio, nella sala della biblioteca comunale, l’assessora Cristina Pollazzi ha accolto ragazze e ragazzi dell’Istituto professionale Pietro d’Abano insieme alle loro insegnanti,

Alessandra Bernardi, Elisa Pedrina e  alla Fondazione con la referente Lidia Pege.
Cristina Pollazzi ha salutato giovani, docenti e Fondazione per l’impegno profuso in questo percorso educativo e ha ricordato anche quello dell’amministrazione volto ad accompagnare ragazze e ragazzi nel difficile compito di divenire cittadini. E a tale compito ha fatto riferimento pure la fondazione nella sua breve introduzione per ricordare l’importanza di questo secondo appuntamento, questa esperienza di confronto pubblico su un tema di interesse generale, che lancia i giovani nell’arena pubblica.

Ragazzi e ragazze si sono ritrovati ad affrontare un caso di bullismo nella loro scuole e tale caso è stato all’origine delle loro riflessioni. Hanno osservato come sia facile ritrovarsi nei due ruoli: essere bulli e vittime di bulli, hanno promosso un’assemblea di istituto, cui è seguita una riflessione individuale e poi una di gruppo, per giungere alla consapevolezza che quando si innescano episodi legati al bullismo è difficile uscirne.
Hanno proseguito con gli approfondimenti con interviste e cercando di definire meglio i termini bullismo e mafiosità che hanno alla radice l'omertà, la mentalità mafiosa e l’egoismo, i luoghi del bullismo: la scuola e il lavoro, poi il cyber bullismo con il corredo di spettatori omertosi e attivi. Hanno anche posto attenzione a distinguere mentalità mafiosa e bullismo.
Quale percorso viene messo in atto per combattere queste forme di delinquenza?
È mai capitato di doverlo mettere in atto?
Vengono fatti incontri per adulti e giovani che aiutino a prevenire questi fenomeni di bullismo?
Basandovi sulle vostre esperienze esiste un rapporto tra bullismo e mentalità mafiosa?
Con queste domande hanno dato il via all’interlocuzione con l’assessora e Cristina Pollazzi non si è sottratta. Ha illustrato quali iniziative ha proposto e realizzato come amministratrice, lavorando con i giovani e con le famiglie. Nella scuola media inferiore con un'esperta per affrontare le dinamiche di classe, mentre in quella superiore l’attenzione è stata rivolta alla filosofia di vita e alla positività in internet.

Ha aggiunto che il Comune di Abano Terme ha partecipato con il proprio gonfalone alla giornata del 21 marzo. Non ci sono grandi problematiche di delinquenza o microdelinquenza nel territorio e l’amministrazione cerca di aiutare le famiglie che ne hanno bisogno. Anche lei si è soffermata a riflettere sul rapporto fra bullismo e mentalità mafiosa, su microcriminalità e organizzazione mafiosa.

Ha poi preso la parola Lidia Pege che ha voluto sottolineare come la mentalità mafiosa sia un comportamento pervasivo e che la mafia sia attratta pericolosamente dai soldi. Ha ripreso la vicenda dello hotel Salvagnini, che i ragazzi e le ragazze avevano posto con forza l’anno passato e per il quale avevano posto delle domande all’amministrazione sui rischi di operazioni di speculazione. E l’amministrazione ha chiesto al curatore dell’immobile quali fossero gli intendimenti, ma lo stesso non ha dato risposta, trincerandosi dietro la tutela della privacy.

Poi ha preso la parola Nicola Zanardo, architetto che ha denunciato qualche anno fa un caso di corruzione ad Abano Terme. Il suo racconto è stato molto emozionante e accolto con silenzio appassionato e complice cui sono seguite molte domande e le sue risposte accrescevano la cusriosità e nuovi interogativi.
Gli autobus che avrebbero dovuto riportare a casa ragazzi e ragazze hanno posto fine allo scambio fitto e noi vogliamo concludere con il bell’appello di Lidia Pege che ha voluto chiedere a tutti, giovani, docenti, scuola e amministratori gesti di solidarietà per Nicola Zanardo, per il suo corggio civico, perché sottolineando il suo comportamento possiamo rafforzare lo spirito pubblico e l’etica della responsabilità.

Sempre nel pomeriggio, nel bell'auditorium padre Ezechiele Ramin di Cadoneghe, le giovani sentinelle dell'Istituto comprensivo della scuola media Don Milani sono state accolte dal sindaco,  Michele Schiavo. Hanno richiesto lo spazio dell’Auditorium in quanto sono triplicate le classi. L'impegno e la passione dei ragazzi e delle ragazze dello scorso anno ha portato a dei risultati concreti sia riguardo il coinvolgimento di altri ragazzi e ragazze, sia riguardo il problema dell'inquinamento e del traffico a Cadoneghe e in particolare davanti alla loro scuola. Hanno sensibilizzato le famiglie, i cittadini, cui si è aggiunta la disponibilità e la collaborazione fattiva dell'Amministrazione comunale e del sindaco, che ha dato loro coraggio e un forte sostegno a continuare.

Prima dell'appuntamento, infatti, siamo passati davanti la scuola e abbiano avuto una piacevole sorpresa: due cartelli stradali nei pressi dell'edificio scolastico con la scritta Divieto di inquinamento. La proposta era nata lo scorso anno da parte dei ragazzi e dopo la delibera il Comune li ha installati. Al nostro arrivo l'Auditorium era pieno di giovani e genitori, c'era aria di festa, grande soddisfazione negli sguardi dei ragazzi e delle ragazze. Dopo il saluto del sindaco che ha confermando la sua disponibilità a fare dell'ambiente una battaglia comune, ha preso la parola la dirigente scolastica, Annelise  Squizzano, che con orgoglio ha salutato studenti e studentesse e le insegnanti, Paola Norbiato, Dafne Rizza, Silvia Rossi. Anche loro sorridenti …hanno seminato bene anche quest'anno!

Divisi in gruppi i giovani hanno iniziato ad esporre le loro proposte. Armati di power point e di cartelloni hanno chiesto ai genitori e cittadini a sostenere le loro idee, i loro sogni, all’Amministrazione di chiudere al traffico la zona adiacente alla scuola, per poi estenderla ulteriormente. Hanno proseguito chiedendo di avere l’amministrazione al proprio fianco in maggio, al terzo appuntamento, per sostenere la causa delle energie più pulite. Hanno fatto propria la proposta della piantumazione di alberi mangia veleni nel loro giardino della scuola oltre alla realizzazione di orti e la cura del verde nel cortile scolastico.

Una serata trascorsa troppo velocemente, piena di emozioni e i capannelli di grandi e piccoli che si sono creati a conclusione ne sono stata la dimostrazione.

Nel darci appuntamento a Padova per giovedì 16 maggio, abbiamo chiuso con alcuni versi che i giovani hanno letto su padre Ramin morto assassinato a 32 anni in Brasile. Fu ucciso perché si era schierato con i piccoli agricoltori nella lotta contro i grandi latifondisti che cercavano di impadronirsi anche delle loro terre.
Una cosa vorrei dirvi.
È una cosa speciale per coloro
che sono sensibili alle cose belle,
abbiate un sogno.
abbiate un bel sogno
seguite soltanto un sogno
il sogno di tutta la vita.
La vita è un sogno è lieta.
Una vita che segue un sogno
si rinnova di giorno in giorno
sia il vostro sogno che mira a rendere liete
non soltanto tutte le persone
ma anche i loro discendenti.
È bello sognare di rendere felice tutta l’umanità.
Non è impossibile…


 Domenico Bilotta, Sergio Tamborrino e Lidia Pege

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