lunedì 27 marzo 2017

Incontro a Lastra a Signa (FI) e Santa Giustina in Colle (PD)

Giovani sentinelle in Veneto e in Toscana: Santa Giustina in Colle (PD) e Lastra a Signa (FI)

Martedì 21 marzo, ragazze e ragazzi della scuola media Kennedy di Santa Giustina sono stati accolti nella sala consiliare dall’assessore all'Istruzione, Franca Mengato, e dal sindaco, Paolo Gallo.

Al contrario dello scorso anno quando la partecipazione era stata corale e diffusa perché sul tema dell'Auditorium, caro agli studenti e alle studentesse, vi era un consenso ampio a testimoniare la diffusa condivisione delle proposte e delle sollecitazioni dei giovani, e non solo di essi, ma anche di tanti genitori,  quest’anno abbiamo notato che la questione è sembrata essere finita nel dimenticatoio, perché non vi sono stati accenni, come accade in tante altre città quando i ragazzi e le ragazze sono testardi e non vogliono cedere sul punto che ritengono importante, anche in previsione della Conferenza finale del 19 maggio ospiti della Regione quando il tema potrà essere ripreso. In ogni caso noi non disperiamo delle capacità di studenti e studentesse e della competenza di insegnanti nel riprendere il giusto piglio e proporre nuovi argomenti e nuovi temi di discussione e confronto.

Quest’anno abbiamo incontrato il Consiglio comunale dei ragazzi che ha posto all’attenzione la questione dei distributori automatici di merendine e bevande, tema che è sentito fra i loro coetanei e coetanee. Hanno posto l’esigenza del cibo sano e per questa ragione hanno ricevuto la disponibilità di una consigliera comunale, già operatrice ospedaliera in campo nutrizionale, di andare nella loro scuola gratuitamente a parlare di salute e di corretta alimentazione

Ammirevole è poi l’intenzione del Consiglio dei ragazzi di ritrovarsi nella biblioteca comunale per proseguire il proprio progetto di dar vita ad un mercatino scolastico fuori dall’edificio della scuola per raccogliere fondi e dare seguito alle loro idee.

Ha poi preso la parola il maresciallo dei Carabinieri, presente anche all’appuntamento dello scorso anno, che ha incoraggiato i giovani a proseguire, invitandoli a considerare l’appuntamento delle Giovani sentinelle quale prova generale dell'impegno di cittadini responsabili.

Anche il parroco di Santa Giustina ha voluto sollecitare i ragazzi e le ragazze a proseguire e ha confessato di aver seguito e ammirato la determinazione dei giovani per tutta la serata e ha concluso  sottolineando che è  importante quello che studenti e studentesse dicevano ma più importante è che lo dicevano.

Pur in questo procedere frammentario il progetto ha riservato delle sorprese, ma noi abbiamo voluto sottolineare un tratto che contraddistingue le Giovani sentinelle: il coinvolgimento diretto, il far parlare in prima persona, il protagonismo. Senza protagonismo il progetto stesso è decapitato di un elemento decisivo nel far crescere la consapevolezza di essere cittadini e cittadine attenti e responsabili. Per queste ragioni abbiamo rilevato l’importanza della partecipazione e siamo certi che gli insegnanti riusciranno a lavorare bene nel coinvolgere tutti, come era accaduto lo scorso anno. Siamo certi dell’impegno del Consiglio comunale dei Ragazzi che saprà essere accanto a studenti e studentesse, sostenendo le loro proposte ed essendo interlocutore affidabile, senza però  sostituirsi a loro.

Con l’augurio che il lavoro avviato prosegua con efficacia ci siamo dati appuntamento per il 19 maggio, dopo aver rispettato un minuto di silenzio in commemorazione delle vittime delle mafie con l'auspicio che grazie ai giovani e al loro comportamento e alle loro scelte sia possibile immaginare e costruire un Paese migliore.





L’appuntamento con le giovani sentinelle di Lastra a Signa di mercoledì 21 ha avuto un prolungamento la mattina dopo, giovedì 22. Con i ragazzi e le ragazze delle due classi che hanno lavorato al progetto Il domani nelle mani, proseguendo il percorso intrapreso l’anno passato, ci siamo ritrovati nella sala consiliare, accolti dalla sindaca, Angela Bagni, e dalla presidente del Consiglio comunale, Gemma Pandolfini, insieme con un folto gruppo di genitori.

Angela Bagni ha salutato ragazzi e ragazze ringraziandoli dell’impegno con cui hanno approfondito il tema del loro progetto e apprezzando la passione civile e l’entusiasmo con cui hanno proseguito nel prendersi cura della propria scuola, dell’edificio in cui trascorrono una buona parte della propria giornata, della cura con cui hanno ripristinato i locali, lo scorso anno, e il giardino esterno, quest’anno. Tale cura è indizio certo di cittadinanza, segnala una consapevolezza nuova che ciascuno e ciascuna dovrebbe avere di cosa significhi essere un cittadino o una cittadina. Anche Luciano Cianti, dirigente scolastico, ha espresso giudizi positivi ed ha aggiunto che sarebbe molto interessante, nel proseguire l’esperienza dei giovani, che fossero coinvolti maggiormente gli adulti, in particolare i genitori, in modo che la scuola esca fuori e si metta in relazione con il mondo esterno per riceverne suggerimenti e sollecitazioni, ma anche per stimolare essa stessa cittadini e cittadine.

La fondazione ha voluto illustrare brevemente ai genitori presenti le articolazioni del progetto, in tutti i suoi dettagli, per mettere in luce particolarmente il nesso fra legalità e cittadinanza, alcuni degli aspetti della cittadinanza e far emergere con chiarezza quanto sia importante la consapevolezza dell’essere cittadino per contrastare i fenomeni di degrado, di corruzione, di diffusione dell’illegalità.

Ad aprire i lavori del progetto uno studente, il presidente del Consiglio comunale dei ragazzi , che ha riassunto tutto il percorso fin qui fatto con i propri compagni e compagne dallo scorso anno, quando hanno avviato i lavori di recupero degli spazi nella scuola.

La sua esposizione chiara e puntuale ha consentito ai propri compagni di andare subito al punto di quest’anno: hanno individuato lo spazio esterno che è oggetto di atti di piccolo vandalismo, dove si abbandonano spesso rifiuti di vario tipo perché molti giovani scelgono il posto come ritrovo introducendosi illegalmente.

Alla fatica fisica per il recupero degli spazi alla quale ragazzi e ragazze hanno dedicato del tempo nei pomeriggi dopo la scuola e che hanno documentato con belle immagini, talvolta divertenti e altre volte serie, hanno accompagnato una descrizione dell’organizzazione del lavoro in gruppi e una riflessione approfondita sul loro impegno. Infatti gli spazi che sono disponibili dall’anno passato grazie al loro impegno accolgono laboratori, dove sono impegnati giovani e insegnanti della scuola, intenti a costruire occasioni di lavoro in comune e di progetti. Ma l’aspetto che più ha colpito è lo straordinario lessico che è emerso: partecipazione, inclusione, democrazia, scambio, confronto sono parole e azioni che legano fra di loro studenti e studentesse, grandi e piccoli.  Il domani nelle mani si è via via trasformato in un bel contenitore di esperienze, un momento di grandi pensieri e valori che si fanno spazio nella testa e nel cuore di questi giovani e che fanno ben sperare nel futuro.

La partecipazione di tanti genitori che hanno seguito fino alla fine, la disponibilità della sindaca e della presidente del Consiglio comunale, le parole del Dirigente scolastico hanno contribuito a rendere più denso il confronto che ha avuto un conclusione golosa con i dolci preparati dal gruppo dei giovani pasticcieri, uno dei laboratori attivi nella scuola.

Giovedì 22 l’appuntamento con le classi terze dell’istituto è stato al teatro delle Arti a ricordare le vittime della mafia. Ragazze e ragazzi con le insegnanti hanno occupato ogni posto e dopo aver ascoltato Angela Bagni che ha introdotto la manifestazione abbiamo assistito alla proiezione del film I cento passi.

Le emozioni forti che suscita la vicenda di Peppino Impastato, dalla sua ribellione al padre mafioso fino all’impegno e alla denuncia di chi tirava le fila dell’organizzazione criminale a Cinisi, mettendone in rilievo gli interessi economici, sono state sottolineate e rimarcate da Beppe Vitale, ispettore di Polizia e prima agente di scorta di Antonino Caponnetto. Il suo racconto ha arricchito le conoscenze del fenomeno mafioso e sollecitato l’impegno di ciascuno e ciascuna ad essere buoni cittadini, a non voltarsi mai dall’altra parte, ad essere vigili e attenti. Non sono mancate domande e richieste per le quali il tempo non è mai sufficiente ma, alla fine, ragazzi e ragazze sono usciti dal teatro con una maggiore consapevolezza e una determinazione maggiore ad essere dei buoni cittadini.

Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino

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