Venerdì 3 marzo tocca alle giovani sentinelle di Cascina essere protagonisti della giornata: ragazzi e ragazze dell’Istituto Antonio Pesenti e i più piccoli della scuola primaria Don Gnocchi di San Lorenzo alle Corti. Nella biblioteca comunale gremita di giovani e di genitori a dare il saluto è stato l'assessore Luca Nannipieri che, nel suo saluto, ha ribadito il concetto di rispetto delle regole e delle leggi, ricordando che anche Hitler parlava di rispetto delle regole. L’iperbole della legalità di Luca Nannipieri è indubbiamente infelice perché, quando parliamo di regole, le intendiamo in una cornice di procedure democratiche e che garantiscono i diritti di ciascuno e ciascuna senza riguardo «...alle differenze di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali...», giusta la definizione dell’articolo 3 della nostra Costituzione.
La Fondazione ha illustrato agli adulti l’articolazione del progetto e ha ricordato l'opera di Antonino Caponnetto e il sacrificio estremo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel combattere la mafia. I giovani di entrambi gli istituti di Cascina hanno scelto il tema dell’ambiente, in particolare degli usi dei fanghi industriali, i più grandi; e i più piccoli di come averne cura intitolandolo AmbientiAmo. L’interesse per questi temi è cresciuto dopo la recente inchiesta della DDA di Firenze con la collaborazione del nucleo investigativo della ex Forestale di Firenze e dall’ARPAT relativa allo sversamento di 80 mila tonnellate di scarti industriali altamente tossici, smaltiti senza essere trattati, dispersi nell’ambiente anche tramite l’incenerimento, fanghi nocivi riversati in terreni di aziende agricole sparpagliati in 800 ettari di terreno dove viene coltivato prevalentemente grano, che diventa poi farina con la quale si fa il pane o la pasta che arriva sulle nostre tavole. L’inchiesta ha coinvolto tutta l’area della Valdera, i comuni di Peccioli, Palaia e altre località della Toscana.
La mafia è una malattia grave che va combattuta da tutti senza avere paura di rimetterci la faccia e il giudice Caponnetto ci ricordava sempre che la mafia è attiva in Toscana e in tante parti d’Italia e vive bene, per queste ragioni non può esserci ancora scarsa attenzione da parte degli amministratori e di tutte le istituzioni. Quando i mafiosi investono, in un determinato territorio, i propri capitali frutto di attività illegali oppure offrono servizi al di fuori della legge - come lo smaltimento di rifiuti pericolosi - colpiscono le attività economiche libere e sane, inquinano l’economia di quelle terre, esercitano un fortissimo interesse per tutti gli operatori che privilegiano il profitto ad ogni costo anche a discapito del rispetto delle norme, mettono a repentaglio la salute dei cittadini. La Fondazione ha ripetuto con costanza e testardamente questi ammonimenti, ma è stata spesso accusata di essere visionaria e di mettere a rischio il turismo: è accaduto all’Elba e ci sono voluti arresti e un sequestro di 10 milioni di euro per far cambiare idea a chi, con la propria ottusità, nascondeva anche l’evidenza. Da 3 anni denunciamo gli sversamenti dei rifiuti in Toscana e di nuovo siamo accusati di essere visionari! Oggi, finalmente, gli amministratori della Valdera hanno capito l’importanza di riunirsi e parlare di questi rischi.
Fino a quando dovremo attendere perché si dedichi la massima attenzione al fenomeno da parte del governo, degli amministratori e di chi ha responsabilità nelle istituzioni? Cosa deve ancora accadere per investire maggiori risorse in una seria lotta alla mafia, alla corruzione e ai tanti complici e furbetti locali? Anche non firmare la nostra mozione vuol dire, alla luce dei fatti, essere complici! Noi crediamo nei tanti uomini giusti e nelle tante amministrazioni che tengono al bene del proprio territorio e a loro facciamo appello a scegliere e a schierarsi. In questo nostro appello non possono mancare neppure i cittadini, che devono essere consapevoli dei propri doveri e saper scegliere uomini e donne cui affidare il governo del bene comune. A tutti costoro si rivolgono responsabilmente i nostri giovani.
Analogamente il Governo e il Ministero dell’Istruzione hanno il dovere di non sfuggire alle responsabilità di investire seriamente nella scuola e nella formazione dei cittadini, attenti e rispettosi delle regole, che abbiano a cuore i beni comuni e il senso della stare insieme, che non preferiscano le scorciatoie e non si girino dall’altra parte, che abbiano un costume morale e civico saldo e solido. Solo in questo modo daremo un senso all’estremo sacrificio di Falcone, Borsellino e di tanti uomini giusti.
Hanno esordito ragazzi e ragazze dell'Istituto Pesenti. Con l’ausilio di slide hanno presentato il loro tema partendo dallo studio di cosa sono i fanghi e la loro provenienza: fanghi delle acque reflue urbane rimossi dagli impianti di depurazione. Possono essere smaltiti in discarica o alcuni riutilizzati in agricoltura, devono essere inceneriti separatamente o in co-incenerimento.
Sono passati a quanto oggi prevede la legislatura che li considera, in alcuni casi compatibili in agricoltura, anche con le produzioni biologiche. In questo caso vi è il rischio delle infiltrazioni della criminalità organizzata in assenza di una maggiore consapevolezza dei rischi legati anche agli incentivi dell’uso dei fanghi in agricoltura.
Il business delle agromafie genera un giro di affari pari a 16 miliardi di euro ed è in continuo aumento e nel nostro Paese vi sono 26.200 terreni in tutta Italia nelle mani di soggetti condannati in via definitiva per reati che riguardano l'associazione a delinquere di stampo mafioso e la contraffazione. È evidente quindi l’interesse delle mafie per tutto quello che riguarda il settore agroalimentare.
Negli approfondimenti che i ragazzi hanno fatto insieme ai propri insegnanti hanno coinvolto Slow Food, associazione internazionale no profit impegnata a ridare il giusto valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali.
A completare il loro studio vogliono sollecitare incontri con ARPAT, associazioni degli agricoltori e associazioni dei cittadini. Faranno anche un sopralluogo nelle terre dove c’è stato lo spargimento dei fanghi e visiteranno anche l’azienda di Rosario Floridia, agricoltore che ha sempre rifiutato l’uso dei fanghi nei suoi terreni. Porteranno infine l’attenzione sul tema nell’assemblea scolastica.
All’amministrazione comunale chiedono l’impegno con l’adozione di opportuni atti per una moratoria atta ad impedire l’uso dei fanghi sul territorio comunale.
I più piccoli della primaria hanno esposto il proprio progetto, così ricco di impegno, con l’aiuto dei loro cartelloni per sollecitare i genitori e gli adulti presenti ad essere responsabili e difendere l'ambiente perché riguarda il loro futuro. Alcuni cartelli rappresentano una città ideale dove nei giardini non appaiono rifiuti, di contro una fabbrica che inquina territori e mari e dei pesci che muoiono; altri ancora parchi pieni di plastica. Grazie al loro impegno e all’enorme lavoro con le proprie insegnanti hanno suscitato emozioni forti fra i genitori.
Ha preso nuovamente la parola Luca Nannipieri che ha voluto sottolineare come la mafia si insinui in tante pieghe meno apparenti delle questioni relative all'ambiente e ha lodato le tante associazioni che mettono in rilievo la pericolosità delle mafie per il cui contrasto il lavoro della scuola è sicuramente importante.
La Fondazione ha chiesto quali sono gli intendimenti dell'amministrazione in merito a quanto proposto dai giovani per prevenire situazioni analoghe a quelle che si sono verificate in Valdera. I tanti incontri non lasciano dubbi di quanto la scuola è responsabile ed ha a cuore la formazione dei propri cittadini, ma è compito anche delle amministrazioni intervenire tempestivamente e promuovere l’attenzione per il e la cura del proprio territorio. Abbiamo ricordato come negli anni passati la Fondazione abbia più volte fatto appello affinché i vigili urbani, che conoscono molto bene il territorio del proprio comune, siano attivi contro gli illeciti, mentre accade spesso di entrare in un bar o in un esercizio commerciale senza accorgersi che il ragazzo o la ragazza al lavoro è in nero; oppure che sulle impalcature delle nostre case o del palazzo pubblico in ristrutturazione sono all’opera lavoratori senza protezioni, casco o cinture o scarpe antiscivolo!
Per dare fiducia ai giovani abbiamo bisogno di amministratori e cittadini più attenti che prevengano e denuncino. Ed è in questa direzione che chiediamo agli amministrazione di portare in consiglio le idee e le proposte dei ragazzi per costruire insieme gli anticorpi della legalità. Con questo auspicio si siamo dati appuntamento per giovedì 11 maggio.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
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