mercoledì 12 marzo 2014

Ad Asolo per una primavera del sorriso

Ad Asolo per una primavera del sorriso: con gli studenti dell’Università Popolare Auser dell’Età libera e per l’educazione permanente dei comuni dell’Asolano (impegnati in un percorso sulla legalità) e i giovanissimi studenti dell’Istituto comprensivo di via Forestuzzo, 50. E’ grazie a Daniele Ferrazza, Presidente dell’Università popolare di Asolo (nata nel 1996) e all’impegno del prof. Ivano Zordan, se la Fondazione da questo momento potrà contare sul contributo e il sostegno di nuovi amici: una platea di studenti e studentesse molto particolare, che ci accoglie con un caloroso sorriso nella sala consiliare del Comune di Fonte (TV). Abbiamo così scoperto una realtà che svolge un prezioso lavoro di sensibilizzazione presso l'opinione pubblica del territorio e coinvolge circa 150 adulti che frequentano lezioni di filosofia, storia contemporanea, cultura generale, arte. Quest'anno nel loro percorso è stato inserito un breve corso – tre incontri di due ore ciascuno - sui temi della legalità. Immediatamente abbiamo compreso che questi studenti partivano in una posizione di vantaggio. Per meglio lasciarvi comprendere il prezioso dono che ci è stato fatto con questa collaborazione, vi riporto integralmente il pensiero del filosofo Sir Karl Raimund Popper che balza immediatamente agli occhi sulle prime pagine del programma accademico 2013-2014 (nutritissimo!) di questa Università e che ha conquistato sin da subito i membri della Fondazione. Quasi che un percorso comune con la Fondazione, una condivisione di intenti, fosse stata dipinta dalla medesima mano: “Io sono un ottimista, il quale non sa niente del futuro e che pertanto non fa nessuna previsione. Affermo che noi dobbiamo tracciare una separazione molto netta tra il passato, che noi possiamo e dobbiamo giudicare, e il futuro che è decisamente aperto e può venire da noi influenzato… Per questo il nostro atteggiamento di fondo non deve essere dominato dalla domanda: “Che cosa accadrà?, quanto alla domanda: Che cosa dobbiamo fare per rendere il mondo possibilmente un poco migliore?” Abbiamo pensato: Come non riconoscere in questo pensiero la forza regalataci dal Giudice Antonino Caponnetto nel voler affidare un futuro di valori alle giovani generazioni, partendo proprio nel trasmettere loro i valori costituzionali. Ebbene, avviarci in una nuova esperienza con il leit-motiv di questo pensiero, è stato l’atteggiamento giusto per tentare rispondere alle domande che insistentemente si ascoltano nei territori del Nord-est: Cos’è la mafia? Ma esiste la Mafia in Veneto? Perché non demorde nella progressiva espansione territoriale? Venerdì 28 febbraio, con il primo incontro abbiamo tentato di rispondere a queste domande partendo dall’affrontare con Domenico Bilotta -Referente nazionale del progetto Scuola della Fondazione Caponnetto- un viaggio tra le origini del fenomeno mafioso, soffermandoci sulle differenze e dinamiche proprie delle organizzazioni criminali, similari a Cosa Nostra, che sono state individuate in Italia. E’ stato offerta ai discenti la proiezione di un documentario audiovisivo per diffondere le esperienze più significative nella lotta alla mafia, partendo proprio da quella parte di storia del nostro Paese che in tanti abbiamo desiderato cancellare dalla nostra memoria: a partire dagli anni ’80, quando la mafia intraprese una strategia di violenza tesa ad attaccare militarmente il cuore dello Stato. Il 7 marzo con il secondo incontro, ha visto relatori Salvatore Calleri, già collaboratore del giudice, Presidente della Fondazione Caponnetto e Renato Scalia, autore del recente rapporto sulla criminalità organizzata in Toscana (2013, prefazione di Piero Grasso). Grazie al contributo di Calleri e Scalia si è compreso il passaggio storico e culturale che ha toccato anche le famiglie mafiose e di come sia stato possibile il processo di trasformazione della mafia riconosciuta con “coppola e lupara” alla mafia imprenditrice e in doppiopetto dei giorni nostri. Di come la mafia mantiene ancora in parte la caratteristica di associazione segreta e formale, dotata di ruoli funzionali e di come la reazione dello Stato si è concretizzata con l’emanazione di nuove Leggi e l’istituzione delle strutture DIA e Procura Antimafia. L’ultimo incontro, martedì 11 marzo presente ancora una volta Domenico Bilotta. In sala si percepiva un’accorata partecipazione, il tema: i tentativi di infiltrazione della mafia nel Veneto ed in altre aree del Nord, con particolare riferimento ad alcune inchieste giudiziarie che hanno registrato una condanna in secondo grado per i reati di cui all’art.416 bis di un gruppo autoctono di criminali provenienti in gran parte dall’agro casertano (ma adepti erano anche alcuni soggetti veneti) che erano riusciti ad insediarsi nel tessuto sociale veneto e attraverso minacce e violenza si erano impadroniti di almeno un centinaio di aziende in difficoltà economica. Dalle domande che ne sono seguite, abbiamo deciso, come spesso accade nei nostri percorsi formativi, di fissare un ulteriore incontro di approfondimento per il prossimo 18 marzo, con il Giudice del Tribunale di Padova dott.ssa Domenica Gambardella, con la quale tenteremo di individuare eventuali segnali di allarme sociale dei territori del nord-est e di anticorpi utili per il contrasto sociale alle mafie. Nel mio intervento ho analizzato l’etimo controverso di “mafia”, camorra, ‘ndrangheta”; sono state poste altre domande e il dibattito si è fatto sempre più interessante e vivace. Riteniamo così di aver lanciato le basi per la costruzione di un linguaggio fiduciario condiviso, che mira a rafforzare lo spirito di coesione costituzionale che vede nelle forze dell'ordine, le organizzazioni e le associazioni di cittadini, entità apparentemente distanti, che possono e devono collaborare per prevenire e gestire situazioni che minacciano la sicurezza e lo Stato di diritto. Con altrettanto entusiasmo era stato presentato nella mattinata, sempre di martedì 11 marzo, il progetto “I giovani: sentinelle della legalità” al prof. Orazio Colosio, Dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo di Asolo e docente presso l’Università di Padova in “metodologie dell’apprendimento permanente”, che ci ha accolto nella colorata sede della scuola media di via Forestuzzo 50, con un gruppo di studenti e insegnanti delle classi terze. La Fondazione ritiene che si debba partire proprio con il promuovere una rete tra le Scuole e l’Università, le FF.PP. e gli enti locali, per integrare e valorizzare i percorsi scolastici in “Costituzione e cittadinanza” e in materia di educazione civica; attraverso un percorso di scambio di buone prassi, di sperimentazione con gli studenti e gli insegnanti di percorsi informativi e formativi, di attivazione dei processi di partecipazione anche dei genitori, di conoscenza e di approfondimenti di temi, talvolta con la partecipazione di testimoni privilegiati, siamo certi di poter camminare insieme lungo i sentieri della valorizzazione delle risorse sociali e del proprio territorio, contrastando ogni forma di illegalità. Clicca quì per vedere le foto Licia Serpico Referente Progetto Scuola Veneto Via Baldasseroni, 25 - 50136 Firenze Tel. e fax 055 2478574 cell. 333 4875190 veneto@antoninocaponnetto.org tutor@giovanisentinelledellalegalita.org domenico.bilotta55@gmail.com scuola@antoninocaponnetto.it http://www.antoninocaponnetto.it http://www.giovanisentinelledellalegalita.org http://giovanisentinelle.blogspot.com/

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