venerdì 21 marzo 2014
LE GIOVANI SENTINELLE DI AREZZO
LE GIOVANI SENTINELLE DI AREZZO
Giovedì 20 marzo, le Giovani sentinelle del Liceo artistico Piero della Francesca di Arezzo si sono ritrovate nella bella Sala del Consiglio comunale, piena di ragazzi e ragazze del Comitato studentesco e dei genitori. Con loro gli insegnanti, Daria Meazzini e Agostino Fabbri, Grandi contemporanei accanto a quelli raffigurati nella Sala dei Grandi, come sono stati definiti lo scorso anno alla fine del progetto, e autentici maestri, e Luciano Tagliaferri, Dirigente scolastico, sempre pronto a sostenere con parole e fatti, e con grande discrezione, il lavoro dei suoi docenti e dei suoi giovani, condividendo il tema “difficile” scelto dai ragazzi: il bullismo omofobico. Nello spirito più pieno del progetto e nel rispetto più stringente del dettato costituzionale che assegna alla scuola il compito di formare cittadini liberi e responsabili, studenti e studentesse si sono occupati di una questione “spinosa” per la quale hanno organizzato degli incontri di approfondimento con il presidente di Arci Gay e Lesbica, Cristina Betti, con Fabio Pasquale, educatore e membro dell'associazione Make peace, e Stefano Silvestri, regista.
Presenti Francesco Romizi, assessore comunale alle Politiche giovanili e alla legalità, e Mariella Ricci, vicepresidente della Provincia con delega all'Istruzione.
Dopo il saluto introduttivo della Fondazione, gli insegnanti hanno introdotto il progetto prima dell'intervento di Camilla che ha illustrato come si è giunti alla scelta del tema, sollecitati anche dalle notizie di episodi di bullismo legato all'orientamento sessuale che abbiamo letto sui giornali e sui social network. Ilaria si è soffermata sull'assemblea con l'associazione Make peace che ha coinvolto altre scuole della città, assemblea che aveva l'obiettivo di far prendere posizione a ciascuno e ciascuna, di assumersi delle responsabilità e non rimanere passivi a guardare gli eventi.
È stato poi proiettato un video che i giovani hanno ideato, prodotto e realizzato con interviste, fra le quali anche una alla mamma di un ragazzo morto a seguito di violenza omofobica.
Fabio Pasquale ha lanciato l'invito ai ragazzi e alle ragazze ad agire e ha fatto riferimento ai numerosi esempi di buoni comportamenti e di buone pratiche ormai diffuse in tante parti del mondo e ai livelli più diversi, per favorire il rispetto della diversità, delle scelte di chi sta accanto, della dignità di ogni uomo e donna.
Grazie a delle slide, puntuali e curate, hanno distribuito un questionario a 740 soggetti, 470 giovani e i restanti adulti, per sondare quanti avessero amici o amiche omosessuali, quali idee avessero dell'omosessualità e delle espressioni di affetto o dei propri sentimenti fra omosessuali. Dal confronto dei dati, in modo singolare è emerso che fra gli adulti vi fossero più rispetto e comprensione che fra i giovani.
Cristina Betti ha parlato dell’ incontro avuto con ragazzi e ragazze nella scuola per spiegare i diversi orientamenti, i comportamenti, gli stereotipi di cui sono vittime i cittadini che generano tanti pregiudizi e chiusure.
Stefano Silvestri che lavora ad un cortometraggio commissionatogli dalla Regione Toscana sui temi dell'omofobia, del bullismo ha invitato i ragazzi a produrre dei materiali anche grazie ai telefonini.
A conclusione dei lavori della scuola il Dirigente scolastico ha voluto ringraziare insegnanti e ragazzi del lavoro fatto, orgoglioso di quanto la sua scuola e i suoi insegnanti hanno prodotto negli anni, sentendosi quasi a capo di una ciurma che ha ben in vista il porto a cui approdare.
Giunti al quinto anno, con il susseguirsi di progetti interessanti e stimolanti, dai temi mai scontati e difficili, attenta alle emergenze dei nostri tempi, la scuola di Arezzo è un esempio di cosa sia la buona scuola, di cosa sia la formazione del cittadino secondo il dettato costituzionale, di come si possa fare scuola coinvolgendo i giovani e facendoli appassionare ai temi che ci riguardano come polis, confortando la Fondazione nella sua intuizione originaria relativamente al progetto e relativamente alla nostra convinzione di quanto sia fondamentale l'educazione civica, l'insegnamento della nostra Costituzione e la formazione alla cittadinanza.
La parola è poi passata alla politica, alla buona politica, quella capace di ascoltare e interloquire con i cittadini. Mariella Ricci presenza costante e attenta dei nostri appuntamenti, ha difeso la diversità e il diritto di ciascuno all'affettività senza barriere e stereotipi sessuali. Come medico si è soffermata su quel luogo comune cui aveva fatto riferimento Cristina Betti che considera l’omosessualità come una malattia mentre, è solo un orientamento.
Francesco Romizi ha voluto raccontato della sua esperienza di assessore ha sottolineato il ruolo della buona politica per elaborare modelli di comportamento rispettosi della diversità e coerenti con i valori della nostra Costituzione.
La Fondazione ha concluso ringraziando tutti per averci regalato delle emozioni forti grazie allo studio e all'approfondimento e ha voluto sottolineare come buona scuola e buon governo sono ingredienti essenziali per avere di più, per rendere migliore la nostra condizione, e per far emergere con sempre maggiore nettezza la domanda: io che cosa posso fare.
Con tutti ci siamo dati appuntamento a martedì 20 maggio con la promessa di pensare a quali azioni sono da mettere in cantiere per sensibilizzare la comunità scolastica e cittadina.
Editore Domenico Bilotta
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