A Treviso, dopo aver contattato la Provincia perché ospitasse e si confrontasse con i due istituti che hanno aderito al percorso delle Giovani sentinelle ed aver avuto la risposta che non ci sono sale ampie per accoglierli, abbiamo chiesto aiuto all'Ufficio scolastico di Treviso, in particolare il dott. Nicola Zavattiero, che ha contattato l'Istituto Mazzotti di Treviso nel cui auditorium si è tenuto l’incontro con i ragazzi e le ragazze dei due istituti comprensivi di Paese e Preganziol.
Da molto tempo ripetiamo e sollecitiamo una soluzione alla questione degli spazi comuni, dove tenere incontri, dibattiti, conferenze che abbiamo a tema gli interessi di cittadini e cittadine senza però trovare risposte adeguate. Sembra non importare le sorti della buona politica, quella che si fa con il confronto e con il dialogo, sembra che aprire le porte delle sale istituzionali, alle sollecitazioni di giovani e giovanissimi sia qualcosa di incomprensibile, così ci ritroviamo che non vi sono spazi ampi per dibattere o, se ci sono, la gestione degli strumenti audio e video sono in gestione a soggetti privati e per il loro uso è richiesto un pagamento.
Noi continueremo a ripetere che occorre riaprire questi spazi di confronto e proseguiremo con l'informare all'avvio dell'anno scolastico e prima di ogni incontro ad informare gli amministratori del progetto e delle sue articolazioni.
Del pari come tutor del progetto richiederemo sempre a scuole e insegnanti di essere tempestivi, precisi e mantenere fede alle comunicazioni date per evitare di richiedere sale ampie per la partecipazione di sei o sette classi e ritrovarsi solo con due! Per questa ragione dobbiamo delle scuse alla Provincia di Treviso che avrebbe potuto ospitare l'incontro se fossimo stati a conoscenza del dato reale della partecipazione. Meno o per niente giustificata è però la sua assenza, come pure quella dei Comuni di Paese e di Preganziol, che hanno mancato l'appuntamento per approfondire con studenti e studentesse i temi oggetto delle loro proposte.
La partecipazione e il dialogo sono alla base del convivere civile, siamo però fieri che ancora una volta il comportamento dei ragazzi di entrambe le scuole ci hanno riportato alla realtà e forse la nostra intransigenza conforta e da fiducia anche a loro. Sono stati per primi gli 80 ragazzi e ragazze dell'Istituto comprensivo Casteller di Paese a scuoterci. Insieme alla loro insegnante referente Giuseppina Sberna, ai suoi colleghi e alla loro dirigente scolastica Paola Rizzo, non si sono persi d'animo e, visto che il confronto con le proprie istituzioni non c'è stato, hanno discusso e condiviso temi e pratiche con i loro coetanei di Preganziol ridisegnando così nuove strategie. Sono partiti senza parafrasare con il loro tema: Ma...l’aria che respiriamo?
La loro affermazione è un macigno: «Si parla di inquinamento atmosferico ma nessuno fa nulla per aiutarci. Noi siamo solo ragazzi e voi adulti, rivolgendosi ai pochi presenti ci state caricando di ogni possibile responsabilità, ci state lasciando in mano un modo di cui prenderci cura, senza alcun mezzo per farlo. Chi sarà a fare il primo passo? Un politico? Le Organizzazioni internazionali?
Consci della gravità del comportamento degli adulti hanno dichiarando il loro impegno a darsi da fare, trovare adesioni fra scuole perché consapevoli che il futuro è nelle loro mani, …prima che sia troppo tardi! Hanno ripetuto, dimostrando di non voler emulare gli adulti. Bisogna impegnarsi a trovare delle possibili soluzioni a questo disastro.
Hanno riproposto il loro power point rivolto oramai ai propri compagni, lasciando noi adulti e i pochi genitori a riflettere se è giusto essere inflessibili e schierarsi dalla loro parte. Fanno notare ad un mondo di ciechi e sordi quello che succede sul proprio territorio attraverso dati statistici, rilevazioni Arpav inoppugnabili. L'ambiente è malato, con o senza allarmismi, ciò è causa di malattie respiratorie tra i bambini, come l’asma, o ancor peggio morti per tumore ai polmoni, tutte legate all’attività dell’uomo. Dati scientifici lo dimostrano da anni, la risposta delle nazioni che si riuniscono in seduta plenaria si impegnano con promesse che slittano appena si avvicinano le scadenze oramai decennali!
Ragazzi e ragazze del Casteller hanno proseguito nel loro lavoro dimostrando che i cittadini hanno poca percezione della gravità del problema, l'analfabetismo culturale, vivere nella loro ignoranza mantenendo e sostenendo abitudini e comportamenti sbagliati. I giovani hanno intervistato oltre 300 persone e hanno scoperto che il 50% pensa che l'inquinamento sia dovuto al gas di scarico dei veicoli, è che tutto torna come prima appena tira lo scirocco, quando invece i dati ci dicono che anche non utilizzando mezzi di trasporto il PM10 rimane molto alto.
Questi giovanissimi che lavorano con tenacia e convinzione, acquisiscono dati, approfondiscono, studiano sono il segno del valore della scuola. Hanno proseguito nella loro esposizione dimostrando come la legna ieri e oggi il pellet (qualcuno si chiede da quale materiale viene ricavato!), inquini più di ogni cosa, ma la pubblicità delle stufe va a gonfie vele, mentre si arriva al paradosso di tenere chiuso l'impianto del metano che evita di aggiungere micropolveri nell’atmosfera. Non creiamo allarmismi dicono i benpensanti! Ma l'allarme viene dalle piante - ripetono i ragazzi - che si ammalano, il PM10 impedirà loro di compiere la fotosintesi clorofilliana e quindi, se aumenta il tasso di inquinamento, avranno sempre meno ossigeno impedendo man mano la vita sul nostro pianeta. In pratica stiamo aiutando la Terra a distruggere se stessa e noi. I nostri prodotti agricoli bevono acqua inquinata dalle piogge acide.
Le proposte che avrebbero voluto avanzare ai propri amministratori, se sono quelle di una comunione di intenti con le altre istituzioni del territorio e che portino ad un cambiamento di comportamenti, che vada verso energie pulite, da parte loro sono già partiti con un'adeguata campagna di informazione e di sensibilizzazione nelle scuole. Come per Cicciano (NA) anche i ragazzi di Paese (TV) propongono la piantumazione delle cosiddette piante mangia veleni. L’utilizzo dei mezzi di trasporto elettrici, essere proprio i ragazzi a dare l’esempio, andando a scuola in bici o a piedi o correggere gli errori dei propri genitori e dei media locali come a Cadoneghe (PD), o incentivare il Pedibus per i più piccoli.
Hanno poi preso la parola i ragazzi di Preganziol guidati dalla loro insegnante, Grazia Di Bari, con il loro tema sugli Spazi comuni per una cittadinanza attiva.
Da provetti cronisti hanno messo sotto lente di ingrandimento il territorio comunale alla ricerca di edifici vuoti per un loro spazio. I ragazzi hanno dichiarato che nell'incontro di marzo con la propria Amministrazione è emerso che allo stato attuale non vi sono spazi aggregativi! Molti i complimenti e gli elogi ma di fatto negando gli spazi da nord a sud si celebra l'impoverimento di un Paese che non sa alimentare i valori della democrazia.
Ancora una volta i ragazzi hanno dato esempio di maturità, con la loro semplicità e voglia di mettersi in gioco ci hanno regalato momenti di emozioni mettendo in pratica cosa vuol dire avere spazi per esercitare la democrazia. Ne è nato un confronto fra le due scuole, ragazzi e ragazze dei due comuni si sono resi disponibili a condividere su Twitter i progetti, i documenti, le proposte e condividerli con altre scuole, dar vita così ad un tam tam di idee condivise.
Nicola Zavattiero ha esortato i giovani ad andare avanti in difesa di quei valori che li aiuterà a crescere e a divenire uomini. Un ringraziamento alla scuola per il ruolo che ha nella formazione dei giovani.
Un'altra giornata ricca di emozioni dove è prevalso il cuore e questo ci fa ben sperare e immaginare un futuro migliore. Ci siamo dati appuntamento per la conferenza finale lasciando aperto l'oblò della speranza, augurandoci che chi governa la cosa pubblica sappia fare pulizia al proprio interno per far emergere il bene comune e ricercare soluzioni a problemi che richiedono il contributo generoso di ciascuno.
A Rovigo, nella stessa mattinata, ci siamo ritrovati nella bella sala consiliare, affrescata ed elegante, di palazzo Celio con i ragazzi e le ragazze dell'istituto comprensivo di Taglio di Po guidati dal loro insegnante Denis Marangon, nostro compagno di viaggio in questi anni. Assenti giovani e giovanissimi delle scuole di Porto Tolle che avevamo incontrato, in occasione del secondo appuntamento, nella sala consiliare del Comune e che avevano elaborato riflessioni e proposte su temi di grande interesse: barriere architettoniche, ambiente e memoria storica che avevano suscitato interesse e dato il via ad una interlocuzione con gli amministratori locali.
Per questo terzo appuntamento avevamo contattato gli uffici della Provincia per chiedere ospitalità e la presenza del presidente o di un consigliere affinché fossero interlocutori dei giovani.
E siamo stati ospitati dalla Provincia di Rovigo e alle 9.00 è giunto anche Ivan Dall'Ara, presidente della Provincia che ha salutato i ragazzi e le ragazze, invitandoli sin da subito a fissare un nuovo appuntamento, e poi è andato via lasciandoci basiti. Nelle nostre comunicazioni via mail e telefoniche eravamo stati chiari e precisi: dialogo, confronto, ascolto, suggerimenti erano state le parole ripetutamente usate. Per queste ragioni non riusciamo a darci una spiegazione del comportamento del presidente Dall'Ara. Sarà stato irritato dal nostro invito di poche settimane prima, da cui il riferimento al prossimo appuntamento? Eppure anche la Provincia di Rovigo è stata avvertita sin dall'inizio dell'anno scolastico dell'avvio del progetto con tutti i suoi appuntamenti; nelle nostre comunicazioni non abbiamo mai mancato di ricordare l'importanza del dialogo e della discussione, del contributo di chi governa la cosa pubblica, di riaprire uno spazio di comunicazione dove poter interloquire, dove aiutare ragazzi e ragazze a fare esperienza di cosa sia una discussione pubblica, di come si diventa cittadini attenti e responsabili.
Sorpresi e dispiaciuti gli studenti e le studentesse, senza parole la fondazione, abbiamo proseguito testardamente il nostro incontro. I giovanissimi, a turno, con cartelloni e con le parole, hanno ripreso il racconto della loro esperienza di recupero di uno spazio, il parco Perla, che avevano contribuito a ripulire e a frequentare. Poi ci hanno dettagliatamente informato degli atti di vandalismo che hanno danneggiato lo spazio e alcuni arredi, documentando il tutto con immagini eloquenti.
Così ha preso il via uno scambio che ha ridato un senso pieno a questa nostra mattinata. Abbiamo invitato i giovani a riflettere sui possibili autori e sui moventi e con le loro ipotesi, le informazioni anche degli insegnanti abbiamo provato a immaginare cosa sia potuto accadere. Forse i giovani con il loro attivismo hanno individuato, senza saperlo, un luogo da recuperare e far rivivere che altri vogliono mantenere nel degrado, al buio, non frequentato in modo che sia ideale per scambi e commerci illeciti. In questo modo è divenuto più chiaro anche ai giovanissimi di Taglio di Po come agiscono le organizzazioni criminali nel nuovo millennio e quali misure adottare per contrastarle.
Abbiamo allora ragionato di come coinvolgere adulti e istituzioni per far rivivere il parco, quali iniziative intraprendere, che cosa fare in quello spazio per restituirlo alla fruizione di cittadini e cittadine, grandi e piccoli.
Sarebbe stato certamente interessante anche per il presidente Dall'Ara ascoltare e intervenire, accogliere proposte e suggerire ai giovanissimi, ricercare insieme delle soluzioni e prospettare degli interventi. Invece ha scelto di lasciarci soli in quella sala ampia e bella. Sarà stato il fastidio di discutere con dei ragazzini a farlo decidere così, ma noi, studenti e studentesse, docenti e fondazione, vogliamo augurarci di essere in errore e ritrovarcelo accanto alla prossima occasione.
Con ragazzi e ragazze ci siamo dati appuntamento alla Conferenza finale di ottobre.
Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino