Caro Nonno Nino Caponnetto dopo il tuo è finito tutto. Ci dicesti che furono i ragazzi di Palermo a confortarti e a non mollare. Oggi quel cammino verso la legalità è un viaggio faticoso ed estenuante, fatto di tante fermate e poche oasi di ristoro, ci tornano in mente i tuoi insegnamenti che ci convincono che ragazzi e insegnanti non vanno lasciati soli! Quel cammino è iniziato, non può arrestarsi e non possiamo mollare!
26 marzo 2015, le giovani sentinelle di Padova accolte dall'amministrazione Comunale presso la sala Agorà del Centro Culturale San Gaetano.
Protagonisti di questo pomeriggio sono gli studenti dell'Istituto Comprensivo Briosco, guidati con grande passione della Vice Dirigente Scolastica Fabiola Baldo e dagli insegnanti Francesca Vian, Raffaella della Giustina e Mariagrazia Zogno. Peccato che solo una rappresentanza degli studenti dell'Istituto Statale di Istruzione Superiore G. Valle è presente accompagnati dal loro insegnante Gabriele Toso.
Non poteva essere scelta cornice migliore per questo evento che ha ospitato circa 400 persone, tra studenti, insegnanti, amici, famiglie e autorità.
Tutti nell'agorà, dunque, dove si coltivano le relazioni interpersonali, si dialoga e si prendono le decisioni importanti per la città; come accadeva esattamente nell'antica Grecia. Luogo prescelto dall'Amministrazione comunale di Padova proprio per ascoltare i suoi giovani concittadini.
A fare gli onori di casa sono presenti l'assessore alle politiche scolastiche, Alessandra Brunetti e il Capo di Gabinetto del Sindaco Andrea Recaldin che portano alla vasta platea il saluto del sindaco Massimo Bitonci.
Nonostante la pioggia, i ragazzi giungono prestissimo nella sala, qualcuno accompagnato dai propri familiari e non possiamo non notare con quanta fierezza consegnano subito i lavori racchiusi in un piccolo volume dal titolo Lettera al sindaco di Padova.
È bastata l'immagine impressa in copertina che raffigura una mano adulta protesa verso un bambino per capire che avevano recepito il messaggio e lo spirito di questo progetto: Insieme si costruisce una società migliore.
Emozionati hanno iniziato a prendere coraggio e a raccontare il proprio sentire di giovani cittadini. E li abbiamo lasciati così liberi di interagire con il mondo delle Istituzioni, liberi di potersi esprimere e comunicare con fiducia, senza il timore di essere giudicati.
Emergono anche alcune considerazioni di una politica di mal governo, di mancanza di etica e morale che imperversa nel mondo degli adulti come anche quella di fare tutta di un erba un fascio e allora non deve stupire se in una zona difficili della città nasce nei bambini l’idea distorta, di poliziotti che si girano dall'altra parte.
È stato questo il loro sentire ma è evidentemente anche l'immagine che noi adulti trasmettiamo ogni giorno ai più piccoli, attraverso i media, i consessi pubblici, i salotti ciarlieri, luoghi dove si sta troppo attenti alle parole autoreferenziali dimenticando che l'impegno del fare è sempre più raro. Non è certamente però con la repressione che si potrà correggere tale confusione, ma è la scuola e i tanti progetti in collaborazione con le forze dell’ordine che vanno nella direzione dell’educare e del formare.
Ma per la maggiore questi ragazzi ci hanno fortemente richiesto di individuare soluzioni concrete in grado di adeguare le politiche scolastiche alle reali esigenze di una città in costante trasformazione e di scuole sempre più multiculturali.
Abbiamo ascoltato voci di Ambra, Linda, Sara, Giulia, Martina, Michele, Stefano, ma anche le voci di Soukaina, Mirela e Evelina, Ricky, Mario, Alì e Naib. Voci di bambini e ragazzi che si sentono fortunati ma anche voci di bambini in una città in cui non si sentono protagonisti, tra rumori e pericoli a cui noi adulti li stiamo abituando.
Per fortuna c’è la Scuola: dove tutti devono sentirsi al sicuro e protetti.
Questi ragazzi ci hanno raccontato il mondo visto con i loro occhi, regalandoci storie di grande tenerezza, di grande emozione, su cui riflettere.
Ci hanno richiesto di aiutarli in una valorizzazione del territorio, hanno proposto interventi migliorativi, hanno immaginato una casa ideale per i bambini e hanno chiesto ai loro compagni più grandi, a noi adulti, a chi governa la città di essere loro accanto.
Encomiabile il lavoro fatto dagli studenti, a partire dai più piccoli delle scuole primarie Leopardi e Muratori, sempre sostenuti in questo viaggio dai loro insegnanti e dalla scuola, ancorata alla propria vocazione educativa.
Noi della Fondazione avevamo chiesto agli insegnanti di non intervenire nelle scelte degli studenti ma di essere vigili e attenti osservatori di questo progetto, di invogliarli a individuare i problemi che affrontano ogni giorno, di guidarli verso un dialogo costruttivo con il mondo degli adulti e di disegnarci la mappa del loro mondo possibile.
Nel momento introduttivo la Fondazione ha illustrato le finalità del progetto agli adulti, perché per la prima volta la città di Padova accoglieva il percorso tracciato da Nonno Nino Caponnetto. Abbiamo parlato di protagonismo dei giovani, di percorso di cittadinanza attiva e responsabile all’interno della disciplina Cittadinanza e Costituzione. Abbiamo spiegato l’importanza di rimanere dopo l’illustrazione dei temi da parte dei ragazzi perché tutti eravamo chiamati a dare un contributo, un aiuto alla risoluzione dei temi.
Ma qualche genitore, purtroppo è andato via, portando con se i bambini. Anche su questo dovremmo riflettere: chi ha abituato i nostri ragazzi a non aspettarsi risposte?
Il tempo è scorso veloce e non è bastato per poter dare la parola a tutti gli ospiti intervenuti, non è bastato per introdurre il Corpo della Polizia Locale di Padova, rappresentata dal Commissario Principale Luca Sattin che portava i saluti del Comandante Antonio Paolocci e dell'Assessore alla Sicurezza Maurizio Saia; La Polizia locale si è resa immediatamente disponibile ad incontri informativi, portando tra questi ragazzi una lezione-spettacolo, per suscitare e incentivare il desiderio di conoscenza delle regole giuridiche ma soprattutto per far crescere le motivazioni per cui queste devono essere rispettate; non è bastato per poter presentare il campione delle Fiamme Oro Paolo Venturini, che attraverso lo sport è da tempo protagonista attivo di incontri formativi con studenti e genitori; non c'è stato tempo per ascoltare Micaela Grasso che da oltre 30 anni promuove, ed è l'anima del Festival Nazionale del teatro per ragazzi. Ed ancora non c'è stato il tempo per ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e la Banca Popolare di Verona nella persona di Matteo Giacomini Zaniol, che hanno condiviso l'anima del nostro progetto finalizzato al protagonismo dei giovani. Che dire della bellissima iniziativa del coro del Tribunale di Padova, che aveva eccezionalmente preso parte al nostro incontro, diretto dall'avvocato Stefania Marin, che ha voluto festeggiare così i propri giovani cittadini ma non ha avuto il tempo di poter presentare una versione de la Vita è bella.
Questa circostanza deve bastare a noi adulti a farci comprendere che l'educazione all'ascolto e al confronto con la società civile è un valore che si impara fin da piccoli se c'è qualcuno ad insegnarlo, se c'è qualcuno che si preoccupa della comprensione di ogni espressione utilizzata, se si incoraggiano sempre più accordi interistituzionali.
Avevamo il compito di dire ai nostri ragazzi che non sarebbero stati mai soli, che le Autorità, la città e i suoi cittadini adulti sarebbero stati tutor del percorso intrapreso; perché quando il fine ultimo è un'azione armonica e coordinata volta a rafforzare la cultura della responsabilità etica, della non discriminazione, avendo cura delle fasce più deboli e valorizzando le diverse abilità, è tutto il Paese chiamato in causa. Questo è quello che ci ha insegnato nonno Nino.
Ci fu un periodo nel nostro Paese in cui i giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e nonno Nino Caponnetto, uomini con un profondissimo senso dello Stato, subirono attacchi violentissimi nel loro operato, attacchi che talvolta provenivano dalle stesse Istituzioni, ma continuarono incessantemente a lavorare, nonostante fossero rimasti soli e intorno non avevano più nessuno ad ascoltarli. Solo dopo la loro morte l'opinione pubblica iniziò a compiere un miracolo che si realizzò non solo con la nascita di movimenti spontanei e associazioni ma anche con modifiche e introduzione di Leggi.
Noi vogliamo partire da questo ricordo. Parafrasando una frase individuata dai ragazzi diciamo: noi adulti vogliamo essere il vento favorevole per quei giovani marinai che non sanno dove andare. Abbiamo parlato di ponti virtuali per questo grande lavoro di squadra: il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ci ha resi partecipi di un progetto dell'Osservatorio interforze per la Sicurezza contro ogni atto discriminatorio che partirà il prossimo mese di maggio. Il Sostituto Commissario della Polizia di Stato Gioia Nanni, accompagnata da funzionari della Questura e con accanto il luogotenente Giancarlo Merli, comandante della stazione dei Carabinieri di Padova, ha invitato così le scolaresche a fare visita il prossimo 8 maggio al truck attrezzato come sala multimediale, che giungerà a Padova proprio con l'intento di rafforzare la relazione tra ragazzi e Istituzioni.
Il Prefetto di Padova Patrizia Impresa ha voluto indirizzare una lettera di saluto e di augurio agli studenti. Il prof. Marco Mascia, Direttore del centro di Ateneo per i diritti Umani nel suo breve intervento ha voluto esprimere ai ragazzi il proprio sostegno, dichiarando che questo incontro è stato un bel momento di crescita per gli adulti; ha raccontato della giornata di ieri quando presso la sede dell’Unesco si è trovato a parlare di riavvicinamento delle varie culture e che oggi ha visto concretizzarsi quel percorso proprio a Padova.
Ha concluso l'assessore Brunetti che essenzialmente è stato un invito al dialogo: noi recepiamo le vostre proposte ma vogliamo lavorare assieme e non uno contro l’altro, l’impegno di tutti è per il bene comune. Alla stessa affidiamo le proposte e i suggerimenti degli studenti e sottolineiamo che dai confronti aspri, cui la Fondazione da tempo è abituata con i giovani, possono nascere proposte costruttive di buona politica per il bene della propria comunità; per questo va lodato l'impegno degli insegnanti lasciati troppe volte soli nell'assolvimento della formazione dei nostri giovani. E per questo troppo spesso sono tacciati di fare mera politica. Ma chi si arrocca questo diritto? Chi dovrebbe o avrebbe diritto di fare politica? gli amministratori, i politici o chi ne ha la sovranità? Caponnetto diceva ai ragazzi che quando vi dicono che a scuola non bisogna far politica vi stanno raggirando! Bisogna far politica tutti i giorni, ma quella con la P maiuscola, quella nobile, quella dei valori, della difesa dei diritti e dei doveri ma anche quella del rispetto delle regole: la nostra Carta Costituzionale.
Dobbiamo chiederci perché spesso la si vuole cambiare, perché vecchia o superata? Ma se è la più giovane in confronto agli altri Paesi d'Europa! Non tutti sanno che molti articoli sono stati addirittura adottati nei principi fondamentali dell'ONU. La ragione è che non permette ai corrotti, ai collusi di fare quello che si vuole a discapito del Paese e della propria comunità. Non lascia spazi a dubbi, ad interpretazioni: è profondamente chiara!
Stare oggi insieme nella sala dell'agorà per discutere, confrontarsi e trovare soluzioni per il bene della collettività è già fare una buona politica.
Ai ragazzi diciamo che avere accanto persone delle Istituzioni, uomini e donne delle Forze di Polizia, deve essere una risorsa, perché essere facilitatori di questo viaggio verso la Giustizia è un onore ed una grande responsabilità.
Vogliamo concludere utilizzando le parole di una giovanissima studentessa che emozionata ha detto: la giustizia non è un’illusione se ci sono persone, uomini o angeli, che lavorano con dedizione.
Ci siamo dati appuntamento al prossimo 13 maggio alle ore 9.30 quando ci ritroveremo tutti ospiti delle autorità provinciali.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
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