venerdì 21 marzo 2014
LE GIOVANI SENTINELLE DI AREZZO
LE GIOVANI SENTINELLE DI AREZZO
Giovedì 20 marzo, le Giovani sentinelle del Liceo artistico Piero della Francesca di Arezzo si sono ritrovate nella bella Sala del Consiglio comunale, piena di ragazzi e ragazze del Comitato studentesco e dei genitori. Con loro gli insegnanti, Daria Meazzini e Agostino Fabbri, Grandi contemporanei accanto a quelli raffigurati nella Sala dei Grandi, come sono stati definiti lo scorso anno alla fine del progetto, e autentici maestri, e Luciano Tagliaferri, Dirigente scolastico, sempre pronto a sostenere con parole e fatti, e con grande discrezione, il lavoro dei suoi docenti e dei suoi giovani, condividendo il tema “difficile” scelto dai ragazzi: il bullismo omofobico. Nello spirito più pieno del progetto e nel rispetto più stringente del dettato costituzionale che assegna alla scuola il compito di formare cittadini liberi e responsabili, studenti e studentesse si sono occupati di una questione “spinosa” per la quale hanno organizzato degli incontri di approfondimento con il presidente di Arci Gay e Lesbica, Cristina Betti, con Fabio Pasquale, educatore e membro dell'associazione Make peace, e Stefano Silvestri, regista.
Presenti Francesco Romizi, assessore comunale alle Politiche giovanili e alla legalità, e Mariella Ricci, vicepresidente della Provincia con delega all'Istruzione.
Dopo il saluto introduttivo della Fondazione, gli insegnanti hanno introdotto il progetto prima dell'intervento di Camilla che ha illustrato come si è giunti alla scelta del tema, sollecitati anche dalle notizie di episodi di bullismo legato all'orientamento sessuale che abbiamo letto sui giornali e sui social network. Ilaria si è soffermata sull'assemblea con l'associazione Make peace che ha coinvolto altre scuole della città, assemblea che aveva l'obiettivo di far prendere posizione a ciascuno e ciascuna, di assumersi delle responsabilità e non rimanere passivi a guardare gli eventi.
È stato poi proiettato un video che i giovani hanno ideato, prodotto e realizzato con interviste, fra le quali anche una alla mamma di un ragazzo morto a seguito di violenza omofobica.
Fabio Pasquale ha lanciato l'invito ai ragazzi e alle ragazze ad agire e ha fatto riferimento ai numerosi esempi di buoni comportamenti e di buone pratiche ormai diffuse in tante parti del mondo e ai livelli più diversi, per favorire il rispetto della diversità, delle scelte di chi sta accanto, della dignità di ogni uomo e donna.
Grazie a delle slide, puntuali e curate, hanno distribuito un questionario a 740 soggetti, 470 giovani e i restanti adulti, per sondare quanti avessero amici o amiche omosessuali, quali idee avessero dell'omosessualità e delle espressioni di affetto o dei propri sentimenti fra omosessuali. Dal confronto dei dati, in modo singolare è emerso che fra gli adulti vi fossero più rispetto e comprensione che fra i giovani.
Cristina Betti ha parlato dell’ incontro avuto con ragazzi e ragazze nella scuola per spiegare i diversi orientamenti, i comportamenti, gli stereotipi di cui sono vittime i cittadini che generano tanti pregiudizi e chiusure.
Stefano Silvestri che lavora ad un cortometraggio commissionatogli dalla Regione Toscana sui temi dell'omofobia, del bullismo ha invitato i ragazzi a produrre dei materiali anche grazie ai telefonini.
A conclusione dei lavori della scuola il Dirigente scolastico ha voluto ringraziare insegnanti e ragazzi del lavoro fatto, orgoglioso di quanto la sua scuola e i suoi insegnanti hanno prodotto negli anni, sentendosi quasi a capo di una ciurma che ha ben in vista il porto a cui approdare.
Giunti al quinto anno, con il susseguirsi di progetti interessanti e stimolanti, dai temi mai scontati e difficili, attenta alle emergenze dei nostri tempi, la scuola di Arezzo è un esempio di cosa sia la buona scuola, di cosa sia la formazione del cittadino secondo il dettato costituzionale, di come si possa fare scuola coinvolgendo i giovani e facendoli appassionare ai temi che ci riguardano come polis, confortando la Fondazione nella sua intuizione originaria relativamente al progetto e relativamente alla nostra convinzione di quanto sia fondamentale l'educazione civica, l'insegnamento della nostra Costituzione e la formazione alla cittadinanza.
La parola è poi passata alla politica, alla buona politica, quella capace di ascoltare e interloquire con i cittadini. Mariella Ricci presenza costante e attenta dei nostri appuntamenti, ha difeso la diversità e il diritto di ciascuno all'affettività senza barriere e stereotipi sessuali. Come medico si è soffermata su quel luogo comune cui aveva fatto riferimento Cristina Betti che considera l’omosessualità come una malattia mentre, è solo un orientamento.
Francesco Romizi ha voluto raccontato della sua esperienza di assessore ha sottolineato il ruolo della buona politica per elaborare modelli di comportamento rispettosi della diversità e coerenti con i valori della nostra Costituzione.
La Fondazione ha concluso ringraziando tutti per averci regalato delle emozioni forti grazie allo studio e all'approfondimento e ha voluto sottolineare come buona scuola e buon governo sono ingredienti essenziali per avere di più, per rendere migliore la nostra condizione, e per far emergere con sempre maggiore nettezza la domanda: io che cosa posso fare.
Con tutti ci siamo dati appuntamento a martedì 20 maggio con la promessa di pensare a quali azioni sono da mettere in cantiere per sensibilizzare la comunità scolastica e cittadina.
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giovedì 20 marzo 2014
Giovani sentinelle in terra di Siena. Poggibonsi.
Giovani sentinelle in terra di Siena. Nella bella sala SET accanto al teatro Politeama di Poggibonsi ragazze e ragazzi della classe quinta della scuola primaria Vittorio Veneto e quelli della seconda media del plesso Marmocchi sono state accolti dall'assessora comunale all'Istruzione, Serena Cortecci, che li ha salutati anche a nome dell'omologa alla Provincia, Simonetta Pellegrini, assente per malattia, esprimendo soddisfazione per la partecipazione dei più giovani scolari.
La Fondazione ha introdotto i lavori elogiando le giovani sentinelle di Poggibonsi per lo straordinario impegno profuso nel lavoro, ha ringraziato le insegnanti per la passione con cui guidano i giovani e per l'impegno con il quale contribuiscono allo sviluppo del progetto, ha illustrato brevemente il progetto ai genitori presenti e poi ha lasciato lo spazio a studenti e studentesse, a scolari e scolare.
Hanno rotto il ghiaccio con una breve introduzione Alessandra, studentessa della scuola media, e Alice, scolara, che hanno illustrato i temi scelti. I più piccoli hanno deciso di occuparsi di spazi per loro, degli spazi per il gioco, per attività libere e non legate ad altro che al piacere e allo svago, come ad esempio la stanza del silenzio che loro hanno pensato e colorato con un arredo essenziale, senza ricorrere a spese o a lavori gravosi, esperienza che si può riproporre, grazie a piccoli interventi, che avrebbero l'effetto di rendere più gradevoli e accattivanti i luoghi.
Vivere la scuola è il titolo del progetto di quelli delle medie che hanno parlato della propria scuola, ospitata in un edificio storico, che deve essere sempre più accogliente e inclusiva. Può diventare luogo per attività extra scolastiche, ad esempio promuovere laboratori di manualità, ricorrendo all'aiuto e alla collaborazione dei nonni e dei genitori che possono essere protagonisti della memoria delle tradizioni e di competenze e pratiche che rischiano di essere disperse. Per questo motivo l'aiuto degli adulti è fondamentale, e questo aspetto lo ha pure sottolineato la Dirigente scolastica, prof.ssa Manuela Becattelli, augurandosi che vi sia disponibilità ad accompagnare ragazzi e ragazze in questo percorso.
Inoltre c'è un bel cortile che abbisogna di manutenzione per renderlo vivibile e fruibile, dove poter giocare e trascorrere il tempo libero, ma dove è possibile fare lezione all'aperto.
L'insegnante Silvia Cortigiani ha voluto sottolineare il grande impegno, la passione dei giovanissimi nell'elaborare e, insieme, la loro domanda accorata: ma riusciremo ad avere questo spazio?
Ora questi ragazzi e ragazze hanno lanciato un sasso nello stagno e attendono delle risposte, che ci sia un confronto, una discussione franca, e la loro voce si unisce a quella di tanti altri - a Massa, a Prato, a Viareggio, a Pontedera - che in questi anni, ripetutamente, hanno posto al centro dei loro progetti la questione dello spazio per loro, per attività libere e gratuite, elemento questo ultimo che abbiamo sentito ripetere e che ci conforta nella convinzione che questi ragazzi e queste ragazze esprimono un forte senso civico.
Serena Cortecci ha ricordato quanto sia difficile continuare a garantire le ricchezze della nostra scuola pubblica, perché la crisi riduce drasticamente le risorse, ma l'amministrazione comunale ha voluto tenere aperta la porta del dialogo e del confronto, lo scorso anno con l'intitolazione dei giardini a Falcone, Borsellino e le altre vittime delle due stragi, quest'anno aprendo alla Città dei ragazzi la discussione sul Piano strutturale, cioè al disegno futuro di Poggibonsi con le osservazioni anche dei cittadini più giovani.
Le attività laboratoriali possono essere previste all'interno di una collaborazione stretta fra scuola e amministrazione pubblica, come è facile pensare che dare il via ad una attività produrrà effetti benefici nella scuola perché moltiplica le occasioni di incontro, di impegno, di svago fuori da circuiti consumistici e da luoghi che offrono gioco d'azzardo o altre “tentazioni”.
La Fondazione ha invitato ragazzi e ragazze a non desiste dall'impegno a tenere fede ai valori di cittadinanza, chiedendo di incontrare chi governa la cosa pubblica e affinché Sindaco e gli assessori in carica trasmettano ai nuovi, che saranno eletti dopo le elezioni amministrative di maggio, l'impegno ad occuparsi degli spazi per i giovani.
Con tutti ci siamo dati appuntamento per giovedì 8 maggio.
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INCONTRO CON GLI STUDENTI DI VOLTERRA
INCONTRO CON GLI STUDENTI DI VOLTERRA
Mercoledì 19 marzo le Giovani sentinelle giungono a Volterra, al Liceo Carducci, giovani che meritano innanzitutto l'elogio per il loro impegno e senso civico. Infatti abbiamo anticipato l'incontro, a seguito di una loro richiesta, per far fronte ai disagi dello sciopero dei trasporti. Molti vengono da fuori città, ma si sono organizzati per essere presenti per tutta la durata dell'incontro.
Dopo il saluto dell'assessora comunale all'Istruzione, Lilia Silvi, nell'introdurre il confronto, la Fondazione ha voluto ringraziare gli insegnanti e la scuola per il loro lavoro che contribuisce al successo del progetto e mette in rilievo il valore e l'eccellenza della nostra scuola.
Hanno aperto i ragazzi del Liceo che hanno prodotto un video ideato, girato e montato da loro con testi e musiche prodotte da loro stessi sulle ferite di questa città colpita da 52 frane dovute alle piogge di questo inverno. Dopo il crollo di un pezzo di mura di cinta della città, ragazzi e ragazze si sono ritrovati e hanno deciso di produrre del materiale audiovisivo per raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione. Ci riempie di orgoglio la passione civile di questi giovani che, grazie al progetto, hanno deciso di impegnarsi per l'integrità della propria città, mettendo in gioco passione, competenza, desiderio di essere protagonisti e cittadini attivi, rinnovando quella tradizione di volontariato e di cura di cui la Toscana è maestra.
Oltre al filmato hanno deciso di ricercare usi, costumi e modi di dire raccogliendoli in un volume che servirà sempre a finanziare la ricostruzione.
È toccato poi a quelli dell'Artistico che si è occupato del sottopasso che porta in città, molto degradato, dove filtra l'acqua, pieno di scritte sui muri, chiedendo dei lavori di risanamento strutturale e bandire un concorso per decorarlo, concorso aperto anche a studenti e studentesse del Liceo Artistico. Propongono di anticipare al visitatore le bellezze più significative della città all'interno, raffigurandole in questo corridoio.
Come già ad Arezzo, anche qui a Volterra erano presenti delegazioni dei diversi indirizzi del Liceo per ampliare il fronte di coloro che sono interessati dal progetto, e il nostro augurio e che gli esiti siano analoghi a quelli di Arezzo.
Inoltre i temi scelti, apparentemente differenti e distanti hanno la radice comune di salvaguardia, cura e difesa delle bellezze e della memoria della città. Questo intento è lodevole e coerente con l'indicazione della Fondazione di sceglier un tema solo di cui occuparsi, scelta che è esercizio di democrazia e cittadinanza. Ed è ancor più encomiabile perché i due gruppi frequentano plessi differenti e hanno difficoltà a trovarsi insieme, come è emerso nel progetto dello scorso anno, e ribadito quest'anno, quando hanno richiesto uno spazio per le assemblee di istituto. Con piacere abbiamo appreso che il problema è in via di soluzione e contribuirà certamente a migliorare la vita scolastica e il confronto fra giovani.
Miriam Celoni, assessore provinciale all'Istruzione, si è rivolta a loro con grande passione e attenzione apprezzando il loro impegno sociale e di volontariato e ha voluto sottolineare questo loro impegno con il termine di generosità di ragazze e ragazzi, che hanno scelto di occuparsi del benessere comune convinti che la condizione di ciascuno è strettamente legata a quella degli altri, proprio come nel caso della libertà, che non termina quando inizia quella dell'altro, ma finisce nel momento in cui finisce quella dell'altro.
Lilia Silvi ha ringraziato insegnanti e ragazzi e ha preso l'impegno di portare all'attenzione del Consiglio comunale il ripristino delle condizioni del sottopasso e ha ringraziato i giovani per la loro sensibilità e la capacità di suscitare attenzione e interesse per la vicenda di Volterra, patrimonio universale, che racchiude nelle sue vicende la storia dell'Uomo.
Con i giovani di Cascina saremo ospiti della Provincia di Pisa il prossimo 28 maggio.
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mercoledì 19 marzo 2014
INCONTRO CON LE GIOVANI SENTINELLE DI MONSUMMANO TERME (PT)
INCONTRO CON LE GIOVANI SENTINELLE DI MONSUMMANO TERME (PT)
Le Giovani Sentinelle giungono in terra di Pistoia, a Monsummano. Ragazze e ragazzi di prima, seconda e terza E della scuola media Giusti Gramsci insieme alle insegnanti e la Fondazione sono ospiti nella sala delle riunioni adiacente al teatro intitolato a Yves Montand. Studenti e studentesse erano già presenti al nostro arrivo e con le insegnanti, Benedetta Bartolomucce e Delia Dami erano intenti a provare i loro discorsi.
Via via la sala si è riempita dei loro compagni e compagne, di tantissimi genitori e cittadini. Il sindaco, Rinaldo Vanni, il presidente del Consiglio comunale, Antonio Iglio, e Paolo Magnanensi, assessore provinciale all'Istruzione, presente a tutti gli incontri del progetto sin dai suoi esordi, hanno salutato i giovani e poi la Fondazione ha aperto i lavori dando la parola ai giovani.
Hanno precisato subito che si sono divisi in due gruppi: il primo che si occupa del Padule e sono guidati dalla professoressa Bartolomucce, l'altro ha ripreso il tema dello scorso anno riguardo gli spazi verdi.
Nel riproporlo emerge con chiarezza la tenacia e la decisione di non lasciar perdere quanto hanno portato all’attenzione lo scorso anno: una grande lezione per grande e piccini! Pur consapevoli delle difficoltà a reperire le risorse necessarie, come ci ha ricordato Giusi, si sono riproposti di individuare nel giardino del loro istituto un'area nella quale poter realizzare un giardino astronomico e questa prima mossa ha riscosso non pochi apprezzamenti. Hanno proseguito Sara, che ha ricordato come il 7 maggio 2013, quando è terminato il loro primo progetto Sentinelle, tutti si sono ripromessi di prendersi cura di alcuni giardini, e di rendere adatto e accogliente quello della loro scuola per farne il Giardino del sole. Valentina Giuliana e Raffaele si sono dilungati ad illustrarne le caratteristiche. Il parco astronomico avrà la funzione di divulgare astronomia e scienze con semplici strumenti e questa attività avrà un indubbio compito di arricchimento culturale per giovani e adulti. In questa opera è importante il contributo offerto dall'associazione Astrofili della Valdinievole. In particolare grazie all'aiuto di Alberto Suci, presidente dell'associazione, è stato possibile progettarlo.
Durante l'anno scolastico si sono svolti alcuni incontri con astrofili, Dirigente scolastico, insegnanti e Sindaco per mettere a punto la propria proposta. Alla fine, Raffaele illustra i modellini preparati con le loro caratteristiche e le loro funzioni. Alberto Suci, ha ulteriormente chiarito il progetto che serve a spiegare come vediamo il Sole dalla Terra nelle varie stagioni dell'anno grazie all’uso di questi strumenti.
È toccato poi a quelli più grandi di seconda e di terza che hanno introdotto un video, bellissimo e girato con padronanza del mezzo da fare invidia ad una agenzia turistica, con il quale hanno raccontato il Padule, questo esteso spazio di origine paludosa che lambisce il territorio comunale,
parco naturale ed ecosistema da salvaguardare, luogo straordinario della biodiversità, elemento quest'ultimo che spesso sfugge ai profani per la sua importanza della vita stessa, mentre hanno rilevato grazie alle foto che in alcune zone vi è abbandono, degrado e trascuratezza che hanno trasformato parte del Padule in una vera e propria discarica, in netto contrasto, come ha testimoniato un cittadino rievocando il suoi ricordi, con il luogo dove era possibile fare il bagno ed era ricco di lucci e altri pesci pescati in abbondanza.
Il Padule racchiude inoltre memorie storiche in quanto è stato teatro di un eccidio nazista durante la guerra di Liberazione.
Questi giovani cittadini vogliono porre all'attenzione di tutti la salvaguardia del Padule affinché non divenga discarica e preludio a lugo di sversamento di rifiuti pericolosi. Né tantomeno prevedere l’utilizzo delle acque del Padule per le industrie conciarie e al contempo incanalare verso il Padule i corsi d’acqua che ne stravolgerebbero il fragile ecosistema creatosi nei secoli.
Paolo Magnanensi ha offerto le sue riflessioni sollecite e penetranti, apprezzando la concretezza del progetto, la passione civile di questi giovanissimi impegnati ad occuparsi di quanto attiene alla nostra convivenza civile nel segno delle regole. Ricorda l'importanza dei buoni esempi, il miglior insegnamento per ragazzi e ragazze. Il progetto delle Giovani sentinelle richiede fatica per le Istituzioni stesse, ma se sviluppiamo questa attitudine al confronto e alla discussione ne verrà un gran beneficio per tutti. Torna a sottolineare il tema della memoria, quella dell'eccidio dell'agosto del 1944, che invita tutti alla riflessione affinché non avvengano mai più eccidi. Ricorda a tutti l’appuntamento del prossimo 9 maggio a Pistoia per la Marcia della legalità e della memoria promossa da Provincia e Comune di Pistoia e dalla Fondazione Caponnetto.
Ha preso la parola il sindaco,Vanni Rinaldi, che ha voluto soffermarsi su questa collaborazione fra scuola e amministrazione sui giardini, segno di una maturità che fa ben sperare per quanto riguarda altri comportamenti dei cittadini: la raccolta differenziata dei rifiuti cresciuta significativamente e la sempre più rara cattiva abitudine di lasciare rifiuti per strada, o l'abbandono degli animali.
In chiusura i giovani hanno richiesto con insistenza che il giardino della propria scuola fosse intitolato a Marcello Michelotti, già insegnante della scuola e amico della Fondazione. A giugno, in occasione della festa della scuola, il Comune si è impegnato all'intitolazione insieme con la scuola.
Ci siamo dati appuntamento per il mercoledì 14 maggio in Provincia.
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domenica 16 marzo 2014
Incontro in Friuli con le giovani sentinelle di Casarsa della Delizia
Alla fine della seconda settimana di marzo, venerdì 14 marzo, dopo il Veneto le Giovani sentinelle giungono in Friuli, a Casarsa della Delizia, città natale di Pier Paolo Pasolini. Nel teatro intitolato al regista e scrittore, ragazzi e ragazze dell'Istituto comprensivo sono stati accolti dal sindaco, Lavinia Clarotto e dall’assessore all’Istruzione Fernando Agrusti. Presenti per la provincia di Pordenone il consigliere Giuseppe Bressa, e per la Regione il consigliere Gino Gregoris. Segnale di incoraggiamento quest'ultima presenza in quanto è prevista per l’incontro di maggio e quindi indica un'attenzione e sicuramente una spinta per i giovani.
Con un video scritto, diretto e realizzato da loro e con delle slide hanno voluto porre al centro dell'attenzione la questione del cyberbullismo, tema che ricorre nei progetti dei giovani e che è indizio di una preoccupazione fra studenti e studentesse, ma che è anche oggetto di attenzione da parte della scuola impegnata nella prevenzione.
Abbiamo ripetuto più volte, in altre scuole, quanto sia importante tenere viva l'attenzione anche da parte delle famiglie sull'accesso e la navigazione in internet, dove spesso è facile fare “cattivi incontri”, a cominciare dalla tanta pubblicità indesiderata, come il gioco d’azzardo in relazione ai quali i giovani rischiano di essere impreparati e in difficoltà, è l'invito ci sembra sempre più opportuno dinanzi alle sollecitazioni degli studenti di Casarsa.
Dopo la presentazione, lenta e lunga, nel momento in cui la parola è passata agli amministratori abbiamo assistito allo svuotarsi silenzioso e alla spicciolata della sala di alcuni giovani. Sorpresi, abbiamo chiesto la ragione, credendo che dovessero prendere un autobus per tornare a casa, ma i ragazzi, candidamente, ci hanno comunicato di dover andare in palestra. Con rammarico abbiamo osservato che il nostro appuntamento era stato fissato da tempo e che vi era attesa nel conoscere quanto avevano da proporci gli amministratori intervenuti. La giustificazione addotta ci è sembrata nettamente in contrasto con la richiesta di assumere atteggiamenti responsabili e attenti, richiesta che abbiamo più volte rivolto ai politici, e spiace che la scuola stessa, pur nel rispetto del suo prezioso lavoro, non abbia assunto un atteggiamento più severo. Ci conforta e dovrebbe essere da sprone per tutti, gli esempi dei ragazzi di Venezia impegnati dalle 8 del mattino fino alle 19 di sera per lo stesso appuntamento; i ragazzi di Selvazzano che, nonostante alcuni genitori volessero portare via i propri figli, hanno risposto di voler rimanere fino alla fine, e che dire dei ragazzi di Volterra che per colpa dei tagli ai trasporti sono costretti ad alzarsi alle 5 del mattino per raggiungere la scuola e all’incontro pomeridiano del progetto tutti rimangono fino alla fine! Ci dispiace ma ci auguriamo che questi esempi bastino a far riflettere i ragazzi di Casarsa.
Ad arricchire l'incontro è intervenuto, telefonicamente perché impossibilitato a raggiungere il Friuli, Lorenzo Diana, membro della Fondazione, che si occupa della questione dei rifiuti. Ha voluto ancora una volta lanciare l'allarme sulle responsabilità diffuse nello smaltimento illecito, in particolare le responsabilità di quelle industrie che li producono e poi cercano le “scorciatoie” venendo a patti con la criminalità. Oggi il tema è divenuto più scottante perché i rifiuti sono sversati nelle regioni del centro-nord perché la disattenzione e la sottovalutazione, nel migliore dei casi, o la complicità, nel peggiore, hanno aperto varchi nel tessuto democratico sonnecchioso di tanta parte del Paese. Senza il risveglio dei cittadini è difficile arginare il fenomeno che mette a rischio la convivenza e la salute di ciascuno di noi.
Con tutti ci siamo dati appuntamento a mercoledì 7 maggio ospiti della Provincia di Pordenone alla presenza dell’Aministrazione comunale di Casarsa e della Regione
Le giovani sentinelle dell’Algarotti di Venezia
13 marzo 2014: Le giovani sentinelle dell’Algarotti di Venezia occupano gli scranni del portego, al primo piano nobile di Cà Loredan, per parlare di gioco d’azzardo.
È bastato giungere a Rialto, e da lontano osservare la maestosità della facciata di Cà Loredan, per avere la sensazione che qualcosa di straordinario stava per accadere.
La Loggia di Cà Loredan presenta bellissimi elementi decorativi ma sono i particolari che toccano la nostra attenzione: due figure ad altorilievo su lastre raffiguranti Davide e Golia affiancano rispettivamente la Giustizia e la Fortezza. Come non possono ritornarci alla memoria le parole che sono state sempre fonte di grande ispirazione per la vita di Antonino Caponnetto? Giustizia, fortezza, onestà e concordia. Quella pace sociale di cui il Paese ha oggi disperatamente bisogno.
Il luogo scelto dall’amministrazione comunale per accogliere le giovani sentinelle dell’Istituto Algarotti di Venezia è il Portego, storico palazzo, sede delle riunioni del Consiglio comunale.
I nostri ragazzi, coordinati dalla prof.ssa Giusi Sazio -una vera forza della natura, tanto da essere soprannominata dai suoi stessi alunni “Vulcano”- e dai professori di diritto Giuseppe Palmieri, Giovanni Ferraro e Domenico Roccaforte, hanno pensato a tutto. Dopo un’attenta ricerca sul tema prescelto, applicando un approccio tecnico-scientifico, segnalando che l’azzardo non è più il passatempo dei ricchi, hanno realizzato locandine, creato diapositive di supporto ai testi prodotti, hanno aperto un gruppo su uno dei più famosi social network (chiuso!) per trasmettere velocemente le notizie, avendo cura nell’individuare Nicola (tra i grandi della scuola) come amministratore della pagina, con il compito di “monitorare e/o censurare” informazioni non gradite. Nulla di ciò che hanno fatto è passato inosservato alla Fondazione: dalla scelta dello slogan al loro progetto “la vita non è un gioco… d’azzardo” alla sobrietà nell’abbigliamento indossato per una occasione così importante.
All’arrivo, ci accoglie un servizio irreprensibile di ospitalità, curato proprio dagli studenti dell’Algarotti, uno degli Istituti più antichi di Venezia.
Da settembre 2011 è diventato il polo tecnico economico della città di Venezia e comprende due scuole: l'Istituto Tecnico Turistico Francesco Algarotti e l'Istituto Tecnico Commerciale Paolo Sarpi.
Alle ore 16.30, con i ragazzi emozionati che siedono negli scranni della politica, l'assessore comunale al Commercio, Carla Rey, rivolge un sentito ringraziamento alla Fondazione Caponnetto e alla Dirigente Scolastica Marina Perini, per aver intrapreso questo cammino di legalità partecipata con le giovani sentinelle. Pone l’accento su quanto sia indispensabile il tema trattato dai ragazzi, una correttezza delle comunicazioni, affermando che troppo volte i dati reali non corrispondono con quelli ufficiali. Spesso chi soffre di patologie legate alla dipendenza dal gioco, si affida alle cure medico-sanitarie dopo anni di sofferta dipendenza; basti pensare che il dato preoccupante che si detiene è quello che indica –senza alcuna differenza di genere- l’età dei soggetti che soffrono di ludopatia: dai 15 ai 64 anni!
Il fenomeno, a causa anche della facilità di accesso alla rete web, non è facilmente arginabile. Il 63% dei giovani veneti ha dichiarato di giocare abitualmente. Per tale motivo si è deciso, d’intesa con la Prefettura. di realizzare una “cabina di regia” comune per fare sistema rispetto a questo fenomeno.
Domenico Bilotta, nostro infaticabile referente nazionale scuola, nel presentare la figura di Nonno Nino Caponnetto, ha riportato alla nostra memoria quel “non ci lasciare”, levatosi spontaneamente dalla folla di giovani, dinanzi al tribunale di Palermo, subito dopo la strage di via D’amelio. Fa riferimento all’energia pulita dei giovani che dà entusiasmo al mondo degli adulti, affermando che oggi i ragazzi dell’Algarotti hanno dimostrato “L’eccellenza della scuola italiana nel mondo” e che le istituzioni ci sono, lo Stato c’è e dobbiamo tutti essere fieri e pronti a sostenere i nostri giovani, quando “da adulti” dimostrano di aver riempito di contenuti le parole come “Stato di diritto e legalità”.
Basta, infatti, guardare i volti compiaciuti delle autorità presenti: il vice prefetto Natalino Manno, il Capo della Squadra Mobile di Venezia dott Marco Odorisio, il presidente del consiglio comunale Roberto Turetta, il vice presidente del consiglio comunale prof. Domenico Ticozzi, il dirigente scolastico prof.ssa Marina Perini, l’assessore alla pubblica istruzione della Provincia di Venezia dott. Tessari, i rappresentanti dell’associazione Slot Mob, per essere consapevole che un passo avanti era stato fatto.
Un collante tra i giovani e le Istituzioni è possibile: dare il buon esempio e offrire loro la possibilità di fare scelte consapevoli, affidare loro la responsabilità e l’autonomia nelle decisioni importanti e sostenerli nelle scelte etiche, rispettose, di buon senso. Com’è altrettanto importante esigere il rigore morale se si desideri essere dei buoni cittadini. Proprio Nonno Nino Caponnetto ci ha lasciato in eredità la sua dedizione al servizio delle istituzioni democratiche e il suo rigore morale; ciò deve rappresentare un esempio per tutti i cittadini e per chi riveste responsabilità pubbliche.
È toccato alla prof.ssa Sazio il compito di presentare questo nuovo ambito relazionale che si era realizzato tra la Scuola e la Fondazione Caponnetto. Parole toccanti le sue, soprattutto quando ha fatto riferimento alla bella persona che le ha insegnato l’arte di relazionarsi con i giovani: proprio il prof. Ticozzi, già preside nell’istituto scolastico che l’ha vista crescere. Con la frase: «Caro prof. Ticozzi, questo è in parte il meraviglioso frutto che ho raccolto dai suoi insegnamenti» è partita la relazione dei suoi studenti.
Domenico Bilotta, esprimendo il proprio apprezzamento per il lavoro svolto, invita i ragazzi a trovare insieme una possibile soluzione al problema e fissa loro appuntamento al prossimo 6 maggio, con orario 09-12, quando –ospiti questa volta della Provincia di Venezia- dovranno produrre le loro conclusioni e formulare eventuali specifiche richieste alle superiori autorità.
Sul gioco d'azzardo ha rimarcato che abbiamo una cattiva legge e una cattiva coscienza, perché non lo si avversa con decisione per il gettito erariale che garantisce. Sarebbe di grande auspicio e ottimo segnale che le amministrazioni locali provassero a ricercare con i giovani come rivedere la legge, promuovendo in questo modo il protagonismo giovanile, facendo tesoro di suggerimenti che vengono dai cittadini – e in alcune occasioni, come a Cascina, i ragazzi ne hanno offerti di molto incisivi – e prendendosi cura dei propri cittadini.
È la volta del prof. DomenicoTicozzi a invitare i giovani ad affrontare anche l’aspetto ludico dell’essere umano. Le dinamiche del gioco sono presenti nella storia della vita dell’uomo, dallo sviluppo infantile; presente in modo diverso in tutte le società passate e contemporanee. Li invita a godere anche del piacere del gioco, perché è anch’esso un luogo relazionale fondato su regole condivise. Oggi purtroppo si assiste a un vorticoso susseguirsi di giochi singoli, basati solo sulla dea bendata, facilmente accessibili anche da un telefonino. Cita la legge finanziaria per il 2007 che prevede: “Il finanziamento di campagne di educazione dei giovani finalizzate alla conoscenza dei rischi derivanti dal vizio di gioco, per la realizzazione di campagne da effettuare in collaborazione con le istituzioni scolastiche, finalizzate alla realizzazione di programmi educativi dei ragazzi in modo da permettere loro di conoscere la realtà dei rischi derivanti del gioco e a sviluppare un approccio responsabile al gioco.” Conclude il suo intervento affermando: avete diritto al gioco, perché è bello avere un approccio equilibrato nelle relazioni.
L’assessore provinciale Tessari evidenzia il nome scelto per il progetto della Fondazione “I giovani: Sentinelle della Legalità”, fa l’augurio ai ragazzi che siedono oggi nei banchi consiliari, affinché un giorno possano essere protagonisti davvero nel futuro politico della città di Venezia. Continua nell’affermare il valore della famiglia come oasi di protezione e ringrazia in particolar modo le Forze di Polizia presenti in sala, per il lavoro importante di prevenzione che svolgono nelle scuole italiane.
E tocca proprio al Capo della Squadra Mobile, dott. Odorisio, rappresentare le numerose iniziative in materia di prevenzione, volute dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Porta i saluti del Sig. Questore dott. Vincenzo ROCA, trattenuto per improcrastinabili impegni, e concentra il suo discorso sugli aspetti giuridici legati al gioco d’azzardo e le configurazioni di successivi delitti che spesso a esso si associano. Rimarca il lavoro essenziale della rete, soprattutto per il contrasto al crimine organizzato che troppe volte ha riguardato inchieste giudiziarie correlate al gioco. Conclude il suo intervento rivolgendosi ai ragazzi: “Avete ragione, la vita non è un gioco d’azzardo ... e voi non mettetela in gioco”.
Il presidente del consiglio comunale Roberto Turetta, invitato a porgere un saluto, afferma che oggi ha ricevuto una bellissima lezione di educazione civica.
La dirigente scolastica Marina PERINI, termina i lavori evidenziando l’impegno assunto dai suoi ragazzi in questa giornata, che li ha visti sin dalle ore 8 della mattina, prima seduti tra i banchi di scuola e poi –entusiasti del lavoro- trattenersi sino a quasi le 19.00 di sera. Sempre con il sorriso stampato sul viso. Anche la prof.ssa Perini afferma di avere imparato tante cose oggi e proprio dai suoi studenti.
Tocca ora a me svelarvi qualche retroscena, cari ragazzi. Sin dall’inizio di questa nostra meravigliosa collaborazione, la Fondazione Caponnetto ha avuto il sostegno di tante persone che sono sempre state nelle ultime file dei nostri incontri; persone semplici ma dal cuore grande che, puntualmente per la realizzazione dei nostri incontri, dedicavano massima attenzione e impegno; si prodigavano affinché il vostro percorso non avesse ostacoli. Uomini e donne delle Forze di Polizia, amici e volontari della Fondazione, che hanno scelto così di fare prevenzione: anche in qualità di genitori e semplici cittadini. Sono poliziotti, carabinieri, sindacalisti, appartenenti a più apparati istituzionali e del mondo dell’associazionismo, che non hanno mai voluto che io li nominassi, non hanno mai cercato visibilità. Appare più che opportuno oggi ricordare il loro impegno e lo faccio menzionandone solo due per tutti: sto parlando di Alessandro Destro e Mirko De Benetti, appartenenti a carriere diverse, entrambi genitori, accumunati da una grande umanità e un grande amore verso le Istituzioni che rappresentano. E SCUSATEMI SE STASERA SONO UN PO’ DI PARTE.
Licia Serpico
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giovedì 13 marzo 2014
INCONTRO GIOVANI SENTINELLE di Selvazzano Dentro (PD)
INCONTRO GIOVANI SENTINELLE di Selvazzano Dentro (PD)
Centro civico “Fabio Presca”, 12 marzo 2014
Alle ore 16.00 era già tutto pronto, ragazzi e ragazze, genitori ed insegnanti erano già all'ingresso del centro civico. All'apertura la sala era già gremita! Occhi ed entusiasmi appassionati, desiderio di confrontarsi con il mondo degli adulti e parole sobrie, educate, anche quando si è trattato di analizzare argomenti difficili. Sempre consapevoli, che attraverso il buon uso di quel magico dono della parola, si potevano raggiungere risultati eccellenti. E i nostri ragazzi la differenza l’hanno fatta davvero.
Dopo l’introduzione di Domenico Bilotta – Referente nazionale Scuola - e i saluti del presidente del consiglio comunale Bruno Natale, sono giunti il sindaco Enoch Soranzo e l’assessore Giovanna Rossi, accompagnati anche dall’assessore alla sicurezza Rodighiero.
Presente anche la consigliera provinciale Bianca Beghin, delegata dal vicepresidente della Provincia di Padova Mirco Patron in rappresentanza dell’amministrazione provinciale.
Hanno preso la parola le sentinelle della scuola secondaria di primo grado “T.Albinoni” di Caselle, coordinate e seguite nelle attività dalle professoresse Rossella Ricoveri, Monica Schiavo e Mariella Crisci, che si sono occupate di educazione ambientale nel territorio di Selvazzano, in particolare dell' incuria di piazza Carlo Leoni nella frazione di Caselle.
Riccardo ha fatto da apripista per la proiezione di un video realizzato e montato solo dai ragazzi, per meglio mostrare l’attuale stato della piazza individuata; la successiva presentazione di un plastico e di un cartellone curati da Daniela, Silvia e Giorgio ci ha confermato che i nostri ragazzi hanno la consapevolezza di poter avere un ruolo attivo all’interno della loro comunità. Alessia e Francesco hanno terminato così il loro intervento con la lettura di proposte di miglioramenti dell’area.
La Fondazione ha apprezzato la presenza di tutti gli studenti e le studentesse, anche di quelli impegnati a scuola fino a tardi, che sono arrivati a sostenere il lavoro dei loro compagni.
Abbiamo sempre sottolineato quanto sia importante tener fede agli impegni, segno di coerenza e di serietà, e abbiamo ribadito la nostra testardaggine a richiedere a chi governa la res publica comportamenti esemplari, ma esigiamo analoghi comportamenti anche dai giovani. Grazie all'esperienza di giovani di altre scuole d'Italia, abbiamo rimarcato l'importanza di andare oltre la denuncia e la documentazione, tutti compiti assolti degnamente, e chiedersi cosa può fare ciascuno di noi. È possibile organizzarsi fra ragazzi e ragazze e pulire la piazza, il giardino, magari con l'aiuto dei propri genitori, in modo da sensibilizzare la cittadinanza?
A questa domanda ha offerto un contributo il sindaco Enoch Soranzo che, con un appassionato e a volte colorito lessico, ha immediatamente accolto le richieste dei ragazzi, mettendosi in gioco e cercando di far indossare a ciascuno dei presenti - per un attimo - le vesti di amministratore. Ha stimolato i ragazzi a parlare, a non temere di denunciare, a non sentirsi mai soli nelle battaglie per la legalità, ma anche a farsi carico di una presa di coscienza necessaria che deve partire anche dalle giovani generazioni. Infatti, se piazza Leoni è luogo di writers da strapazzo (che di artistico hanno ahimè ben poco!) e di altre inciviltà, una parte di responsabilità è anche dei cittadini, distratti e privi di senso civico, convinti che infittire gli spazi cittadini di sistemi di videosorveglianza sia la soluzione dei problemi.
È toccato poi ai giovani dell'altro comprensivo M. Cesarotti, accompagnati dal proprio Dirigente scolastico prof. Maurizio Sartori e dai professori coordinatori del progetto: Giuliana Coletta, Paola Brusamolin, Matilde Vindigni e Matteo Doria. Marta, Tommaso e Alessandro per la 2 B e Francesco e Alessia per la 2 C hanno proposto come migliorare la fruizione da parte dei giovani di Selvazzano del parco di via Veneto. Le tre seconde classi coinvolte - A, B e C - hanno affidato la loro presentazione alle immagini, che altri loro compagni avevano curato, da veri reporter, per la loro inchiesta, fotografie molto più eloquenti di tante parole, che hanno maggiormente stimolato l’amministrazione comunale al dibattito.
Alla loro richiesta ha ripreso la parola il sindaco che si è dilungato con una vera e propria lezione di educazione civica. Ha richiamato la cattiva abitudine passata di prendere decisioni, sollecitato dai cittadini stessi, sottraendo spazi e opportunità per i giovani in nome della sicurezza e della quiete pubblica, e mai sollecitando il senso civico e la responsabilità di ciascuno ai beni di tutti. Così gli spazi pubblici sono stati privati di attrezzature e giochi, divenendo un prolungamento delle proprietà private che si affacciano sulla piazza o sul parco, ma con la manutenzione a carico della comunità.
Hanno ripreso la parola studenti e studentesse delle terze classi – A, L e D - del Liceo Galileo Galilei che hanno introdotto due concetti apparentemente distanti: l’accoglienza delle popolazioni immigrate e la sicurezza nella sua accezione più ampia. È possibile conciliare sicurezza e solidarietà? è il titolo dato al proprio lavoro, per il quale si sono costituiti in gruppi di ricerca e discussione abilmente coordinati dai docenti prof. Giovanni Aliberti, Anna Schiano, L. Roverato e R. Toffano che hanno indirizzato i ragazzi verso una discussione per aree tematiche.
Shirin, Daniele, Marco e Matteo della terza A e Martina, Jugerta e Elisabetta della terza L hanno studiato la legislazione sull'immigrazione (italiana, regionale, europea), le cause dell'immigrazione, le problematiche delle aree di provenienza, considerando le nazionalità maggiormente presenti nel territorio e la raccolta e l’analisi dei dati statistici è stata affidata a Silvia, Angelica e Maria della terza D, a Riccardo, Giorgio e Miriam della terza A e a Irene, Luna e Anna della terza L.
Ancora una volta hanno fatto delle richieste direttamente al sindaco e all’assessore Rossi per sapere come risponde la propria comunità al fenomeno: se col pregiudizio o con l'accoglienza. Il sindaco Soranzo ha voluto ricordare che nel comune abitano numerosi cittadini stranieri, molti dei quali giunti a seguito della guerra nei Balcani. In quegli anni non ci furono interventi adeguati per accoglierli e molti dei problemi sono gli esiti di quella cattiva gestione dell'emergenza.
Leonardo e Andrea della terza A, Irene, Gina e Rachele della terza L, Dario e Alex della terza D hanno messo l'accento sulle associazioni che si occupano di accoglienza, che sono poche nel territorio di Selvazzano, hanno proseguito nel porre una seria riflessione sul concetto di pregiudizio e stereotipo, la loro origine e successivamente il radicamento nell’opinione comune fino ad affrontare il tema d’attualità del ruolo dei media nella loro costruzione.
Ultimo aspetto, ma non meno importante, ha riguardato il problema della sicurezza nel nostro territorio: tipologie di reati commessi, individuazione, prevenzione, certezza della pena. Hanno previsto, in questo loro studio, interviste e confronti anche con le forze dell'ordine, garanti dell’equilibrio tra l’esercizio delle libertà e il rispetto dei principi costituzionali. La domanda finale che gli studenti hanno posto alla platea è stata: ma c'è un legame tra tendenza a commettere reati e mancata integrazione?
La Fondazione ha ripreso alcune sollecitazioni emerse nell'incontro con le Giovani sentinelle di Viareggio: la proposta di accoglienza a cura degli studenti dei nuovi compagni di origine straniera a scuola; favorire l'integrazione con la conoscenza delle leggi e, in particolare, della Costituzione; far conoscere le abitudini anche alimentari; favorire la mediazione linguistica grazie allo studio delle lingua, mediazione che può avere sviluppi anche sul piano occupazione. Di questo si parlerà nell'incontro di maggio, quando saremo ospiti della Provincia di Padova, incontro al quale prenderanno parte anche esponenti politici della Regione Veneto.
La fondazione ha invitato la platea - numerosissima e composta anche da tanti genitori! - a formulare ulteriori domande, segnalazioni, critiche e proposte. Due interventi hanno raggiunto il cuore dei presenti: la prima ha sollecitato una maggiore cura dei beni pubblici, richiamando l'impegno civico di ciascuno; la seconda ha proposto, in modo esplicito, che nel periodo estivo, con la collaborazione di cittadini, associazioni e amministrazione pubblica, si avviino campi estivi di educazione alla legalità prendendosi cura degli spazi della propria città, per rafforzare quel nucleo intorno al quale ruotano proprio quei valori come solidarietà, accoglienza, onestà, rispetto per il territorio.
Lo stesso sindaco Soranzo ha tenuto a precisare che, forse, la nostra comunità non ha bisogno di più presenza sul territorio di telecamere o più personale delle forze di polizia, seppure importantissime, per essere una città sicura e vivibile, ma il grado di vivibilità si misura anche dalla capacità di relazioni che si intessono nei nostri territori. Questa interlocuzione attiva significa innanzitutto possibilità di creare un circolo virtuoso fra cittadini e istituzioni, un nuovo modello di relazioni fra chi amministra e chi vive in un determinato territorio, un’assunzione di responsabilità di ciascuno in ordine ai problemi della propria comunità, nella tutela dei beni di tutti.
Con queste riflessioni ci siamo dati appuntamento al prossimo 5 maggio, nelle sale della Provincia di Padova, appuntamento cui interverranno esponenti della Regione Veneto.
La giornata della Fondazione non è però terminata, perché alle 20.45 presso la sala del patronato della chiesa Maria SS. Ausiliatrice di Caselle siamo stati accolti da un gruppo di genitori delle scuole primarie e secondarie di primo grado di Tencarola e Caselle costituitisi in un Comitato di rappresentanza presieduto da Alessandra Accurso, che lavorano con la scuola nel formare i giovani. Hanno inoltre manifestato il loro interesse a sostenere le iniziative intraprese sul territorio dalla Fondazione Caponnetto e hanno richiesto di essere inseriti nella mailing-list del progetto sentinelle per ricevere gli aggiornamenti dei nostri report. Lieti di questa nuova collaborazione, che si aggiunge a quella dell'università di Asolo, ci impegniamo a proporla in altre città come modello nazionale.
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Licia Serpico
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mercoledì 12 marzo 2014
Giovani Sentinelle a Porto Tolle
Lunedì 9 marzo le Giovani sentinelle approdano sul delta del Po, a Porto Tolle nel Polesine. Accolti nella Sala consiliare dall'assessora all'Istruzione, Leonarda Ielasi, ragazze ragazzi dell'Istituto comprensivo Brunetti hanno occupato i posti a sedere, con loro Vincenzo Boscolo, referente della Fondazione per il Polesine.
Con non poco rammarico abbiamo dovuto constatare l'assenza dei giovani dell'altra scuola cittadina, l'IIS Colombo, che avevamo incontrato in novembre e che nei contatti informali delle ultime settimane avevano confermato di lavorare sul tema del femminicidio. Forse i ragazzi saranno stati presi dalla paura, come prima di un'interrogazione particolarmente difficile, ed è venuto meno il coraggio o, forse, saranno stati vinti dalle preoccupazioni dinanzi ad un tema così rilevante, noi vogliamo rassicurarli che apprezziamo il loro lavoro e il loro coraggio e, proprio per questo, ci permettiamo di richiamarli a comportamenti responsabili e li attendiamo per il prossimo appuntamento di maggio.
Altrettanto rammarico per l'assenza di Leonardo Raito, assessore provinciale all'Istruzione, più volte invitato e sollecitato con mail e telefonate alla segreteria affinché partecipasse o estendesse l'invito ad un collega di Giunta, ma non abbiamo avuto alcuna risposta.
Dopo il saluto dell'assessora Ielasi, la Fondazione ha introdotto l'incontro, lieta di questo approdo del progetto in Veneto, segno di un apprezzamento del lavoro svolto e dell'impegno a favore della legalità.
Studenti e studentesse hanno scelto come titolo del loro progetto una domanda: La raccolta differenziata, è una risorsa o una perdita di tempo? e questo loro interrogativo ha fatto da filo conduttore ad una serie di questioni che hanno chiesto ai cittadini e agli amministratori. Sono giunti a porsi la domanda dopo aver lavorato negli ultimi due anni ad un percorso scolastico di educazione ambientale, grazie al quale hanno redatto un questionario che mira a far emergere atti quotidiani e comportamenti in relazione appunto alla questione dei rifiuti, informazioni utili per sciogliere il dilemma e prendere le decisioni appropriate.
Intento meritevole questo dei giovani, tanto che la Fondazione ha voluto sottolineare la pessima abitudine, quando si discute di rifiuti, di rinviare alla differenziata, senza conoscerne meccanismi e logiche, o di liberarsi di rifiuti in modo inappropriato, ad esempio bruciandoli.
Proprio sulle cattive abitudini, sulle inefficienze e sulla sottovalutazione dei rischi si innesta la criminalità mafiosa per offrire i propri servizi che fanno risparmiare, ci tolgono dalla vista i rifiuti, soprattutto quelli pericolosi, ci libera da un problema, salvo poi scoprire, dopo venti anni, la terra dei fuochi. Un altro pregio del lavoro dei giovani dell'Istituto Brunetti è quello di farci riflettere su questi aspetti e richiamarci alla responsabilità individuale e collettiva, elemento questo decisivo nel dare una risposta al quesito del loro progetto. Senza responsabilità non è possibile una raccolta differenziata efficace ed efficiente, responsabilità che è requisito anche per l'esercizio della libertà e della democrazia.
Con i giovani e gli insegnanti abbiamo concordato di presentarci in Provincia il prossimo sabato 3 maggio, augurandoci che l'amministrazione voglia accogliere i propri cittadini, ricercando nel frattempo anche le risorse per il trasporto di alunni e alunne.
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Ad Asolo per una primavera del sorriso
Ad Asolo per una primavera del sorriso: con gli studenti dell’Università Popolare Auser dell’Età libera e per l’educazione permanente dei comuni dell’Asolano (impegnati in un percorso sulla legalità) e i giovanissimi studenti dell’Istituto comprensivo di via Forestuzzo, 50.
E’ grazie a Daniele Ferrazza, Presidente dell’Università popolare di Asolo (nata nel 1996) e all’impegno del prof. Ivano Zordan, se la Fondazione da questo momento potrà contare sul contributo e il sostegno di nuovi amici: una platea di studenti e studentesse molto particolare, che ci accoglie con un caloroso sorriso nella sala consiliare del Comune di Fonte (TV).
Abbiamo così scoperto una realtà che svolge un prezioso lavoro di sensibilizzazione presso l'opinione pubblica del territorio e coinvolge circa 150 adulti che frequentano lezioni di filosofia, storia contemporanea, cultura generale, arte. Quest'anno nel loro percorso è stato inserito un breve corso – tre incontri di due ore ciascuno - sui temi della legalità.
Immediatamente abbiamo compreso che questi studenti partivano in una posizione di vantaggio. Per meglio lasciarvi comprendere il prezioso dono che ci è stato fatto con questa collaborazione, vi riporto integralmente il pensiero del filosofo Sir Karl Raimund Popper che balza immediatamente agli occhi sulle prime pagine del programma accademico 2013-2014 (nutritissimo!) di questa Università e che ha conquistato sin da subito i membri della Fondazione.
Quasi che un percorso comune con la Fondazione, una condivisione di intenti, fosse stata dipinta dalla medesima mano:
“Io sono un ottimista, il quale non sa niente del futuro e che pertanto non fa nessuna previsione. Affermo che noi dobbiamo tracciare una separazione molto netta tra il passato, che noi possiamo e dobbiamo giudicare, e il futuro che è decisamente aperto e può venire da noi influenzato… Per questo il nostro atteggiamento di fondo non deve essere dominato dalla domanda: “Che cosa accadrà?, quanto alla domanda: Che cosa dobbiamo fare per rendere il mondo possibilmente un poco migliore?”
Abbiamo pensato: Come non riconoscere in questo pensiero la forza regalataci dal Giudice Antonino Caponnetto nel voler affidare un futuro di valori alle giovani generazioni, partendo proprio nel trasmettere loro i valori costituzionali.
Ebbene, avviarci in una nuova esperienza con il leit-motiv di questo pensiero, è stato l’atteggiamento giusto per tentare rispondere alle domande che insistentemente si ascoltano nei territori del Nord-est: Cos’è la mafia? Ma esiste la Mafia in Veneto? Perché non demorde nella progressiva espansione territoriale?
Venerdì 28 febbraio, con il primo incontro abbiamo tentato di rispondere a queste domande partendo dall’affrontare con Domenico Bilotta -Referente nazionale del progetto Scuola della Fondazione Caponnetto- un viaggio tra le origini del fenomeno mafioso, soffermandoci sulle differenze e dinamiche proprie delle organizzazioni criminali, similari a Cosa Nostra, che sono state individuate in Italia.
E’ stato offerta ai discenti la proiezione di un documentario audiovisivo per diffondere le esperienze più significative nella lotta alla mafia, partendo proprio da quella parte di storia del nostro Paese che in tanti abbiamo desiderato cancellare dalla nostra memoria: a partire dagli anni ’80, quando la mafia intraprese una strategia di violenza tesa ad attaccare militarmente il cuore dello Stato.
Il 7 marzo con il secondo incontro, ha visto relatori Salvatore Calleri, già collaboratore del giudice, Presidente della Fondazione Caponnetto e Renato Scalia, autore del recente rapporto sulla criminalità organizzata in Toscana (2013, prefazione di Piero Grasso). Grazie al contributo di Calleri e Scalia si è compreso il passaggio storico e culturale che ha toccato anche le famiglie mafiose e di come sia stato possibile il processo di trasformazione della mafia riconosciuta con “coppola e lupara” alla mafia imprenditrice e in doppiopetto dei giorni nostri. Di come la mafia mantiene ancora in parte la caratteristica di associazione segreta e formale, dotata di ruoli funzionali e di come la reazione dello Stato si è concretizzata con l’emanazione di nuove Leggi e l’istituzione delle strutture DIA e Procura Antimafia.
L’ultimo incontro, martedì 11 marzo presente ancora una volta Domenico Bilotta. In sala si percepiva un’accorata partecipazione, il tema: i tentativi di infiltrazione della mafia nel Veneto ed in altre aree del Nord, con particolare riferimento ad alcune inchieste giudiziarie che hanno registrato una condanna in secondo grado per i reati di cui all’art.416 bis di un gruppo autoctono di criminali provenienti in gran parte dall’agro casertano (ma adepti erano anche alcuni soggetti veneti) che erano riusciti ad insediarsi nel tessuto sociale veneto e attraverso minacce e violenza si erano impadroniti di almeno un centinaio di aziende in difficoltà economica.
Dalle domande che ne sono seguite, abbiamo deciso, come spesso accade nei nostri percorsi formativi, di fissare un ulteriore incontro di approfondimento per il prossimo 18 marzo, con il Giudice del Tribunale di Padova dott.ssa Domenica Gambardella, con la quale tenteremo di individuare eventuali segnali di allarme sociale dei territori del nord-est e di anticorpi utili per il contrasto sociale alle mafie.
Nel mio intervento ho analizzato l’etimo controverso di “mafia”, camorra, ‘ndrangheta”; sono state poste altre domande e il dibattito si è fatto sempre più interessante e vivace. Riteniamo così di aver lanciato le basi per la costruzione di un linguaggio fiduciario condiviso, che mira a rafforzare lo spirito di coesione costituzionale che vede nelle forze dell'ordine, le organizzazioni e le associazioni di cittadini, entità apparentemente distanti, che possono e devono collaborare per prevenire e gestire situazioni che minacciano la sicurezza e lo Stato di diritto.
Con altrettanto entusiasmo era stato presentato nella mattinata, sempre di martedì 11 marzo, il progetto “I giovani: sentinelle della legalità” al prof. Orazio Colosio, Dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo di Asolo e docente presso l’Università di Padova in “metodologie dell’apprendimento permanente”, che ci ha accolto nella colorata sede della scuola media di via Forestuzzo 50, con un gruppo di studenti e insegnanti delle classi terze.
La Fondazione ritiene che si debba partire proprio con il promuovere una rete tra le Scuole e l’Università, le FF.PP. e gli enti locali, per integrare e valorizzare i percorsi scolastici in “Costituzione e cittadinanza” e in materia di educazione civica; attraverso un percorso di scambio di buone prassi, di sperimentazione con gli studenti e gli insegnanti di percorsi informativi e formativi, di attivazione dei processi di partecipazione anche dei genitori, di conoscenza e di approfondimenti di temi, talvolta con la partecipazione di testimoni privilegiati, siamo certi di poter camminare insieme lungo i sentieri della valorizzazione delle risorse sociali e del proprio territorio, contrastando ogni forma di illegalità.
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lunedì 10 marzo 2014
9 maggio a Pistoia Marcia della Legalità
Per il prossimo 9 maggio la Fondazione Caponnetto invita studenti e studentesse, cittadini e cittadine alla Marcia della legalità che si terrà a Pistoia.
L'iniziativa, grazie al Protocollo d’Intesa con il MIUR e l’Ufficio Scolastico Regionale Toscana, è frutto della collaborazione con la provincia di Pistoia e con l'amministrazione comunale della città e vuole testimoniare il ricordo degli eventi tragici del 1992 e, insieme con la memoria delle donne e degli uomini giusti che hanno combattuto la mafia, promuovere un rinnovato impegno e una forte coscienza civile per contrastare la criminalità organizzata e favorire la cultura della legalità.
La Fondazione tiene fede, fin dalla sua costituzione, al principio di coinvolgere una pluralità di soggetti - istituzionali, associativi e non – per testimoniare e promuovere i principi e i valori che la caratterizzano e sono ragione della sua esistenza, mentre bandisce ogni forma di esclusività e primazia. Il progetto Giovani sentinelle della legalità è un ottimo esempio da questo punto di vista e la Marcia della legalità ha il carattere di essere perfettamente coerente con questo nostro impegno e con il lavoro svolto nelle scuole pilota in questi anni.
Vi è un secondo aspetto che intendiamo sottolineare, in questo fedeli all'insegnamento di Antonino Caponnetto. Negli ultimi dieci anni della sua vita, dopo gli attentati di Capaci e d via D'Amelio, il giudice ha tenuto sempre insieme due bandiere: la legalità e i principi costituzionali, le regole e la difesa rigorosa e ferma della Costituzione nata dalla guerra di Resistenza. La difesa della legalità è sempre la difesa di questo nostro ordinamento nato dalla guerra partigiana e insieme la consapevolezza che queste regole, che i nostri genitori e nonni ci hanno lasciato, sono conquiste da difendere e preservare con cura, dei beni preziosi che si possono pure perdere se non vi è attenzione e sollecitudine a conservarli.
Queste due precisazioni sono essenziali per meglio intendere i caratteri di questa Marcia della legalità
La manifestazione si svolgerà nella mattinata di venerdì 9 maggio, e la data rimanda ai giorni terribili del maggio 1992, e prevede la partenza da piazza Duomo. Il percorso si snoderà lungo il centro storico e le zone ad esso limitrofe, toccando alcuni luoghi significativi per quanto concerne la memoria della città. Infatti la marcia sosterà in alcune stazioni dove lapidi e altro ricordano alcuni partigiani. In questi luoghi abbiamo previsto che ci siano letture affidate a ragazzi e ragazze e testimonianze di partigiani e personaggi dello sport e dello spettacolo. In questo modo vogliamo legare l'Italia che vorremmo, quella che combatte la mafia perché ha individuato in essa i rischi della dissoluzione dello stare insieme secondo le regole e i valori costituzionali, e le sue origini. E questo legame serve a tenere ferma la memoria e costruire una identità, a ribadire i principi che riteniamo irrinunciabili al vivere insieme.
Forti di questi intendimenti vogliamo invitare studenti e studentesse delle scuole di Toscana a partecipare e a marciare con noi. Il nostro invito è rivolto innanzitutto alle Giovani sentinelle della legalità che, in questi anni, hanno con slancio partecipato al progetto di educazione alla legalità, e tutti i ragazzi e le ragazze che hanno generosamente prestato la propria opera nei campi di lavoro sulle terre confiscate alla mafia.
Parteciperanno all’evento personaggi dello Sport e dello spettacolo.
Presenterà Valerio Castaldi, giornalista RAI2
Programma
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domenica 9 marzo 2014
Venerdi 7 marzo il progetto Le Giovani sentinelle della legalità approda all'Isola d'Elba
Venerdi 7 marzo il progetto Le Giovani sentinelle della legalità approda all'Isola d'Elba. L'Auditorium del complesso De Laugier del Comune di Portoferraio inizia ad animarsi verso le 15.00 ed alle 15.30 tutte le classi degli Istituti scolastici che aderiscono erano al loro posto, in una sala che, con grande e piacevole sorpresa, si riempie di giovani, insegnanti , genitori e cittadini.
Domenico Bilotta della Fondazione apre i lavori, dopo una breve presentazione di Fabio Cecchi, giornalista di Tele Tirreno Elba, che ha ripreso tutto l'incontro: un bel segnale da parte di una televisione locale che, come per Grosseto con TV9, contribuiscono non solo a fare informazione ma a formare i giovani cittadini.
Il responsabile nazionale del settore scuola ricorda brevemente i principi di legalità e costituzionalità che animano l'opera della Fondazione sul territorio, il suo costante impegno nella lotta contro le mafie, e la grande diffusione del progetto Sentinelle che cresce di anno in anno sia nella partecipazione delle istituzioni pubbliche che nell'adesione sempre più massiccia delle scuole. Cita il Giudice Caponnetto ed il suo amore per i giovani che lo hanno portato negli ultimi anni della sua vita ad incontrarli nelle scuole ed a parlare istancabilmente con loro.
Passa poi la parola ai rappresentanti delle Istituzioni locali presenti: il vice Sindaco Cosetta Pellegrini, l'assessore all'istruzione Jessica Muti, il consigliere provinciale Giuseppe Cosuccia e il Sindaco Roberto Peria, che saluta brevemente i presenti per lasciare subito la parola ai protagonisti: i ragazzi e le ragazze delle scuole medie e dell'Istituto superiore Isis Foresi Brignetti di Portoferraio.
I ragazzi del liceo scientifico hanno scelto di lavorare su un tema comune dal titolo “I diritti? Anche una questione di spazi”. La classe II B coadiuvata dall'insegnante Nunzio Marotti ha approfondito la tematica dello spazio “scuola” rivendicando il diritto garantito dall'Art. 3 della Costituzione alla rimozione di tutti gli ostacoli che limitano il pieno sviluppo della persona umana. La voce dei due relatori Giada Luperini e Riccardo Sorvillo, accompagnata dalla proiezione di slides si è fatta sentire forte e chiara: sono inedeguati gli edifici scolastici che ospitano le classi liceali.
Non hanno proposto soluzioni tecniche ma hanno segnalato esigenze, le stesse riconosciute dalle Linee Guida nazionali per la progettazione dello spazio e delle dotazioni per la scuola, dell'aprile 2013, scaturite dal Convegno del M.I.U. R. (2012) dal titolo “Quando lo spazio insegna” nel confronto con le scuole di altre nazioni. Viene quindi messa in evidenza una diversa idea di edificio scolastico, una sua riconversione a tutto tondo. Faccio alcuni esempi: superamento dell'idea dell'aula scolastica come spazio unico della didattica , tavoli trasformabili invece di banchi, superamento della cattedra, per attività frontali o in piccoli / grandi gruppi, spazi laboratoriali, spazi individuali per studio e recupero con docente tutor, spazi relax, spazi per gli insegnanti per incontro con le famiglie. I ragazzi del liceo sanno che da tempo le istituzioni locali stanno cercando una sede alternativa alla attuale e allora chiedono che non sia una sede qualunque ma che la scelta cada sulla soluzione che meglio risponde alle esigenze di una scuola moderna.
Proseguono gli studenti della IV A scientifico che ancora sulla tematica “spazi” affrontano questa volta il problema degli spazi ricreativi per i giovani.
Lidia Buongiovanni ed Edoardo Casu, coadiuvati dal loro insegnate Corrado Nesi, si cimentano più con le parole che con le immagini, ne utilizzano infatti 3 in successione che sottolineano delle richieste chiare e precise: un luogo multifunzionale in cui potersi incontrare con un salone come principale area di ritrovo. Essenziali, diretti, semplici questi ragazzi (che diventano voce universale dei giovani d'oggi, non solo elbani) esprimono il bisogno di spazi protetti, non vogliono la strada in cui bighellonare e perdersi, ma luoghi in cui potersi ritrovare, che favoriscano una sana aggregazione, che parlino il loro linguaggio, attraverso la musica come una sala insonorizzata, e attrezzature per la sala prove, o come un'aula studio con computer, wi-fi, testi, e sessioni di studio. Concreti e consapevoli hanno lanciato un grido d'allarme che chiedono non rimanga inascoltato.
Le classi I Mat, III Mat e III Sala, il professionale dell'Istituto Isis Foresi Brignetti, presentano invece un'altro progetto dal titolo: Isola D'Elba: dipendenze? no grazie! Con grande fatica, una delle loro insegnanti, la professoressa Tatiana Bertini, ha ripreso le fila di una lavoro che rischiava di rimanere incompiuto con il conseguente ritiro delle classi dal progetto, un plauso a quest'insegnante che non ha abbandonato i ragazzi offrendo loro l'opportunità di far sentire anche la loro voce.
Aiutati da una ricerca basata anche sui dati forniti dai servizi sociali, i portavoce delle tre classi Giuliano Giovanniello e Federico Quintavalle, mettono in evidenza una realtà drammatica, una vera piaga per i giovani elbani: l'abuso sin dalla giovanissima età, di droghe ed alcool. E ne approfondiscono gli effetti deleteri sia fisici che psichici.
Consapevoli che una maggior attenzione da parte della società, che si concretizzi in interventi per la creazione di luoghi di ritrovo potrebbe essere un valido salvagente, una vera alternativa per molti di loro, ancora una volta, come in un canto comune, sulla lavagna luminosa i ragazzi scrivono: “ La soluzione? Noi studenti dell'Istituto professionale Brignetti di Portoferraio, chiediamo alle autorità locali di poter avere a nostra disposizione un luogo dove poterci riunire il pomeriggio dopo la scuola. Avvertiamo infatti forte l'esigenza di poterci confrontare e stare insieme per discutere, relazionarci, esprimere le nostre idee e i nostri problemi”.
Terminata l'esposizione degli studenti del Foresi Brignetti, è la volta delle classi seconde delle scuole medie dell'Istituto Comprensivo di Portoferraio. I giovanissimi studenti hanno adottato un titolo comune: “Analisi del territorio” ai tre lavori che hanno scelto.
Sempre presentati da un attento e sensibile Fabio Cecchi, i relatori delle classi II C e II D, Lorenzo Turoni e Leonardo Arrighi, introducono un nuovo argomento, dal titolo: Conoscenza, difesa e valorizzazione del nostro territorio. Dall'osservazione del territorio alle esigenze dei ragazzi. Cosa vorrei/non vorrei vedere a Portoferraio ed una Lettera al Sindaco.
Utilizzando dei cartelloni molto esplicativi, contenenti le foto di alcuni luoghi degradati, abbandonati o deturpati di Portoferraio (la tensostruttura delle Ghiaie, muri imbrattati di scritte, una roulotte di zingari) hanno messo in evidenza una nota dolente che ha molto colpito il Sindaco Peria, che essendo stato chiamato in causa in prima persona, ha lungamente parlato, al termine delle esposizioni dei ragazzi.
Il sindaco ha richiamato l'attenzione sulla difficoltà di individuare gli artefici degli atti vandalici ed ha invitato a parlare a non girarsi dall’altra parte! Se c'è qualcuno che sa chi è stato, sia per il bene dei deturpatori, (si tratta sicuramente di giovani ragazzi afferma il Sindaco) evitando in questo modo di farli scivolare in atti più gravi, sia per il bene della città. Ha poi posto l'accento su una foto in particolare, e cioè una roulotte di zingari che sosta in un'area pubblica e che nei cartelloni dei ragazzi viene presentata tra le situazioni “che non vorrei”. Roberto Peria si sofferma sul sentimento di tolleranza e accettazione del diverso che dovrebbe animare tutti. La discriminazione, la paura nei confronti di culture e popoli diversi sono stati fonte di grandi drammi anche nella storia recente.
Proseguono Lucrezia Miliani, Veronica Malqui della classe II A e Irene Anselmi con Valerio Scarfato (II E). La tematica che hanno approndito è : Il centro giovani che vorrei... ponendo di nuovo l'accento sulle esigenze ricreative e di aggregazione dei giovani viste dalla loro angolazione, e quindi rispettose delle esigenze da loro espresse in maniera chiara ed inequivocabile.
Terminano gli interventi Tommaso Punis, Laerte Coscarella, Luca Grilli, Sofia Vella e Raffaele Magliuolo della classe II B, dal titolo Dalla mafia all'istruzione, argomento, che completa il progetto delle scuole medie. I giovani studenti hanno deciso di approfondire la tematica sulle mafie, in seguito al primo incontro avvenuto a scuola con la Fondazione Caponnetto. Hanno chiesto di poterlo comprendere meglio con un esperto sul campo ed hanno potuto farlo con un membro della Fondazione, l'ex ispettore della DIA, Renato Scalia, che li ha incontrati nell'Aula Magna della loro scuola. Scalia ricorda con grande entusiasmo la mattinata trascorsa con i ragazzi, attenti curiosi e davvero intenzionati a capire meglio i meccanismi della mafia e della sua infiltrazione nel tessuto sociale. I ragazzi della classe II B hanno prodotto alcuni cartelloni che hanno davvero colpito per la loro efficacia ed incisività, uno in particolare va citato perchè recita: . Tutti i ragazzi delle classi medie sono stati accompagnati nel lavoro dagli insegnanti: Rita Rossi, Imma Franza, Laura Marchetti, Patrizia Balestri e Virginia Sangalli.
Al termine delle esposizioni degli studenti, è seguito il dibattito, che ha visto gli amministratori locali pronti e propositivi, nessuno di loro ha voluto o potuto aggrapparsi a discorsi generici o in politichese, il linguaggio diretto e senza mezzi termini dei ragazzi, le richieste concrete e puntuali non hanno consentito scappatoie, le risposte quindi hanno avuto lo stesso tono. Ed è questo il vero punto di forza del progetto Sentinelle, non lascia posto a discorsi fumosi o manipolazioni, i ragazzi non ci stanno, scoprono subito il gioco, svelano subito l'inganno ed un amministratore pubblico lo sa! Sa che la sua credibilità di fronte ai giovani è salva solo con la legge del fare.
Alle 18.00 si chiudono i lavori dandosi appuntamento per giovedì 15 maggio.
E mentre piano piano la sala si svuota, salutiamo il Sindaco, il Vice Sindaco e l'assessore all'istruzione che restano ancora lì a parlare della nuova sede scolastica... .
Foto Elba
Ida Goglia
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Le giovani sentinelle approdano a Viareggio.
Le giovani sentinelle approdano a Viareggio. Ad attendere i ragazzi e le ragazze dell'ISI Marconi e la Fondazione, nella Sala di rappresentanza del Comune, l'assessore Glauco Dal Pino, che ha la delega alle Politiche educative. Presente anche l'assessore provinciale all'Istruzione Mario Regoli.
Dopo il saluto dell'amministrazione comunale, la Fondazione ha introdotto i lavori veri e propri, tornando nella città dopo l'interruzione dello scorso anno. Le giovani sentinelle di Viareggio avevano prodotto dei progetti interessanti - dagli spazi cittadini all'acqua - ma, in passato, è mancata la discussione e il confronto, che non hanno facilitato la continuità del progetto, invece questa rinnovata disponibilità aiuterà anche a non tralasciare quei temi che avevano sollevato all'attenzione i giovani del Liceo Galilei.
Nel frattempo è cresciuto l'interesse attorno alle Giovani sentinelle, che hanno varcato ormai i confini regionali, e le proposte di ragazzi e ragazze hanno valore e sono sempre più incisive negli argomenti e negli strumenti e nelle modalità adottati, come abbiamo visto nel caso di Cascina per quanto riguarda il gioco d'azzardo, o l'acqua pubblica di cui si sono interessati gli studenti e le studentesse del Liceo Galilei di Viareggio e di Pistoia.
Ragazzi e ragazze hanno scelto di occuparsi di immigrazione, tema che ricorre spesso nelle scuole della regione e segno di una sensibilità spiccata fra i giovani. Mentre Giacomo fotografava l'incontro, Edoardo a nome di compagni e compagne ha ricordato che si ritrovano a contatto con studenti e studentesse che vengono da diverse parti del mondo e hanno scelto di legare le questioni dell'immigrazione e della legalità, perché spesso il senso comune accosta i due termini e lo fa in modo da intendere la questione degli immigrati come un problema di diffusione dell'illegalità.
Proprio per sfuggire agli stereotipi, i giovani hanno pensato di trasporre con il linguaggio del teatro la complessità del problema, e la scelta, bella e intrigante, conferma quanto grande sia la capacità di questi giovani di utilizzare i linguaggi e gli strumenti per scavare nelle pieghe dei problemi.
Hanno immaginato la rappresentazione come una sorta racconto dinanzi allo specchio che mette, uno di fronte all'altro, la narrazione dell'accoglienza degli immigrati italiani in America e quella di come noi italiani ci comportiamo con gli uomini e le donne che giungono nel nostro Paese.
Grazie al linguaggio del teatro è possibile esprimere sentimenti e convinzioni con maggiore efficacia, far partecipare tutti gli studenti e le studentesse al lavoro, favorire la riflessione anche sul nostro linguaggio quotidiano.
Dopo Edoardo è intervenuta Katia che ha illustrato alcune proposte: facilitatori linguistici per aiutare, i ragazzi e le ragazze che giungono da paesi stranieri, all'integrazione scolastica, strutture di accoglienza adeguate, un albo, corsi di cucina italiana per quelle donne e uomini che hanno come attività l'aiuto alle famiglie e agli anziani, la modifica dei tempi per i permessi di soggiorni. In ultimo, Katia ha voluto richiamare l'attenzione sui diritti delle donne nei diversi Paesi del mondo e qui è emersa la dimensione interculturale del progetto.
Prendendo la parola, Glauco Dal Pino ha ringraziato i giovani per il loro prezioso lavoro e ha raccolto subito la sollecitazione dei giovani ricercare strumenti che facilitino l'accesso al lavoro come, ad esempio, un albo delle donne e degli uomini che si prendono cura delle persone anziane. Sarebbe un primo piccolo segnale di attenzione. Più in generale l'assessore ha manifestato una disponibilità per la richiesta di spazi comunali per i giovani e questa apertura ha favorito nuovi interventi di studenti e docenti con la richiesta di una Consulta delle culture.
Mario Regoli ha voluto sottolineare come partecipazione e conseguimento di obiettivi sanciscono e accrescono il valore del progetto dando significato pieno alla formazione della cittadinanza attiva e responsabile che è l'obiettivo del progetto. Apprezza i risultati particolari, specifici che si possono conseguire per la qualità della nostra democrazia. L'assessorato ha impiegato le sue magre risorse sull'inclusione dei portatori di handicap, scelta che qualifica la politica amministrativa.
E sulle risorse è tornata a battere la Fondazione, rimarcando l'assenza costante, dall'orizzonte dei governi che si sono succeduti in questi anni, della lotta alla mafia, all'evasione fiscale e alla corruzione, non come scelte opportunistiche e legate alle contingenze elettorali, quanto piuttosto come decisioni strategiche di reperimento di risorse e di ristabilimento dell'equità. Senza un deciso e risoluto intervento in questa direzione non è possibile trovare i finanziamenti necessari per la scuola, che resiste grazie allo straordinario lavoro di insegnanti e studenti, come quelli di Viareggio che si sono impegnati volontariamente ad aiutare quei genitori in difficoltà con le iscrizioni online.
Con le scuole della provincia di Lucca l'appuntamento è il 13 maggio, ma il nostro auspicio è anche quello di riproporre lo spettacolo dell'ISI Marconi anche nella Conferenza finale di ottobre.
Foto Viareggio
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venerdì 7 marzo 2014
Giovani sentinelle a Cascina
Mercoledì 5 marzo, l’appuntamento è a Cascina per le Giovani sentinelle. Le due classi dello scorso anno dell'Istituto Pesenti con il loro insegnante Fernando Mellea sono state ospiti dell'amministrazione comunale nella Sala del Consiglio.
Ad accoglierli il Sindaco, Alessio Antonelli, che ha fatto un breve ma appassionante saluto, soffermandosi sul rispetto delle regole quotidiane che sono le basi del convivere in una buona comunità. In un clima davvero familiare e sereno, con tutte le amministrazioni locali presenti e pronte a contribuire non solo alla formazione dei propri ragazzi ma ad aiutarli a divenire cittadini consapevoli, la discussione e il confronto sono stati realmente proficui e interessanti.
La Fondazione ha ribadito l’importanza della disciplina Cittadinanza e Costituzione nei curricula scolastici, ha ripreso in breve la discussione dei due precedenti appuntamenti dove è emersa la caparbietà dei giovani di non abbandonare i temi sollevati negli anni precedenti, che costituiscono il patrimonio del progetto, ma di riprenderli, approfondirli e riproporli, come è già emerso nel caso del Liceo Gobetti e ora dell'Istituto Pesenti, lasciando il testimone ad altre sentinelle e costruendo un legame nel perseguire gli obiettivi che è il legame di una comunità.
Le due classi non hanno solo ripreso la questione del gioco d'azzardo, ma hanno deciso di guardare al tema da un altro punto di vista, studiandolo e approfondendo e ricorrendo ad altri strumenti e linguaggi.
Francesco è intervenuto a nome di propri compagni e compagne con un excursus: dalla mappatura dell'azzardo a Cascina e nei comuni vicini dei locali ed esercizi dove si trovano le slotmachine e i videogiochi, al logo da proporre ai negozi e ai luoghi liberi dall'azzardo, al convegno di approfondimento scientifico con i Servizi territoriali in collaborazione con la Provincia di Pisa, fino allo sviluppo odierno – la partecipazione al bando del Comune di Cascina avente per oggetto un tema sociale e territoriale da affrontare con il linguaggio del teatro. Il progetto delle classi del Pesenti è risultato vincente e ragazzi e ragazze metteranno in scena il gioco d’azzardo in uno spettacolo dal titolo Abbi coraggio di vivere la vita, rinuncia all’azzardo non ai tuoi sogni. Per l'opera teatrale vi è l'impegno della Fondazione a dare spazio per la sua messa in scena nel programma della Conferenza finale del progetto 2013-2014 prevista in ottobre.
Fabrizio Cassonelli, responsabile Centro Studi della Città del Teatro di Cascina, presente all'incontro ha preso la parola per illustrare ai ragazzi come si svolgeranno le lezioni. A collaborare con i ragazzi e a guidarli ci sarà un attore professionista.
È intervenuta poi Miriam Celoni, assessora provinciale all'Istruzione, sempre presente agli incontri in questi cinque anni. L'assessora ha spronato i ragazzi a difendere le proprie idee e i propri progetti, li ha invitati ad esserne orgogliosi, anche dinanzi alle situazioni più difficili e alla giustificazione che mancano le risorse. Ha rammentato nonno Nino quando diceva che la mafia teme più la scuola che la giustizia e ha concluso sottolineando l'ambizione del progetto, che richiede costanza, confronto assiduo e tenacia, ma se gli esiti sono questo lavoro dei giovani, allora occorre essere orgogliosi.
Con le sue parole appassionate, l'assessora Celoni ci ha fatto intravedere cosa significa il buon governo e la cittadinanza responsabile.
In ultimo ha preso la parola Silvia Innocenti, assessora comunale all'Istruzione, che ha ribadito la disponibilità dell’Amministrazione a seguire i propri ragazzi, ad investire con responsabilità anche sul Teatro, riconoscendo il valore di questo linguaggio per affrontare i temi più interessanti dei nostri tempi.
La Fondazione è ben lieta e fiera di queste scelte che si intrecciano e si arricchiscono. Dall’esperienza con il Teatro dello scorso anno a Padova e a Roma siamo giunti a Cascina, dove trova conferma l'intuizione che il sentiero della legalità, del rispetto delle regole, della nostra Carta costituzionale, dell’essere cittadini viene percorso grazie all'uso di linguaggi diversi e, grazie ad essi è possibile costruire le fondamenta al futuro e ai sogni dei nostri ragazzi.
L’appuntamento presso la Provincia di Pisa è per il 28 maggio per consentire ai ragazzi di fare il percorso teatrale.
Foto Cascina
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giovedì 6 marzo 2014
Giovani sentinelle di Firenze
Dopo Bagno a Ripoli tocca alle Giovani sentinelle di Firenze. Martedì 4 marzo i ragazzi e le ragazze delle due classi del Liceo Rodolico hanno affollato la Sala delle Miniature di Palazzo Vecchio per presentare il proprio progetto. L'altra scuola fiorentina, l'IIS Leonardo da Vinci, dopo il primo incontro e dopo i contatti intercorsi in questi mesi, ci ha comunicato di aver interrotto il proprio lavoro perché impegnati, con lo stesso tema, a visitare la terra dei fuochi. Dispiace la rinuncia, ma restiamo perplessi delle modalità. Abbiamo voluto sottolineare sin dal primo incontro quanto sia importante tener fede agli impegni, segno di coerenza e di serietà, e abbiamo ripetuto la nostra testardaggine a richiedere a chi governa la cosa pubblica comportamenti esemplari, ma esigiamo analoghi comportamenti anche dai giovani.
E spiace anche che giovani e insegnanti non abbiano colto l'opportunità di essere sentinelle sul territorio, autentici testimoni e difensori della legalità e del rispetto delle regole, anche perché una tale scelta comporta fatica e duro impegno quotidiano, mentre si preferiscono facili vetrine che offrono visibilità a buon mercato. Dopo aver scelto di occuparsi di eco mafie per il nostro progetto, i giovani hanno deciso, negli ultimi giorni, di concentrare la loro attenzione sulle terre dei fuochi, certamente una situazione di estremo degrado e di enorme gravità per la salute pubblica, ma dimenticando la denuncia della Fondazione e quella ormai vecchia di alcuni mesi del Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, che ha ricordato come la Toscana sia diventata terra dove sversare i rifiuti.
La Fondazione ha introdotto i lavori ricordando l'importanza del dialogo costruttivo, del contributo di ciascuno. A Firenze siamo grati al Comune di aver ospitato l'incontro nella Sala delle Miniature e al Cerimoniale, impegnato nella ricerca di sostituire l'assessora Cristina Giachi, nonostante l'avessimo informata dell'appuntamento sin dall'8 e dall'11 di novembre con le comunicazioni alla fine del primo incontro con le scuole fiorentine. Presenti la consigliera Susanna Agostini, nostra amica e che, fra l'altro, fa parte dell'Ufficio di presidenza della Fondazione, e Claudio Tommasoni dell'Ufficio Istruzione del Comune; assente la Provincia di Firenze, intervenuta invece a Bagno a Ripoli.
La notizia bomba è il titolo scelto dai giovani per il loro progetto che si occupa delle Cascine, il grande parco cittadino, e di altre aree di degrado. Simone e Filippo con l'aiuto di immagini, video e foto, hanno provato a raccontare alcune delle criticità del parco stesso e hanno raccolto le voci di cittadini e cittadine che lo frequentano e lo amano.
Le immagini sono più eloquenti di tanti discorsi nell'esprimere lo sconcerto e il dispiacere per i tanti comportamenti maleducati che, tutti insieme, contribuiscono a rendere la città sporca, mentre chi ha comportamenti virtuosi è spesso impotente dinanzi a tali fenomeni.
Claudia e Duccio hanno invece spostato l'attenzione sull'Arno, altro elemento importante della città, mentre Matteo e Lara si sono soffermati sugli spazi da riqualificare nell'area delle Cascine, edifici in disuso e in condizioni misere. Lo stesso ippodromo delle Mulina versa in uno stato di abbandono, non vi si svolgono gare né altre manifestazioni o usi, come analogamente le scuderie. Anche in questo caso hanno intervistato i frequentatori che hanno sottolineato alcuni aspetti critici.
Ragazzi e ragazze della 1C hanno posto l'attenzione sulla riqualificazione di alcuni spazi verdi: presso il viuzzo delle Case nuove, l'area di Scandicci presso i vecchi edifici del CNR, dove vivono un nutrito gruppo di loro, quella vicina all'Uci cinema, tutti privi di attrezzature per giocare o arredi per la socializzazione dei cittadini.
Nel chiudere la loro esposizione li hanno definiti spazi dello Stato, e non pubblici, a voler testimoniare la loro estraneità, ma al contempo chiedono all’amministrazione locale di trovare una modalità affinché i giovani siano coinvolti alle scelte che si fanno sul proprio territorio quando si discute di spazi anche per loro.
E il contributo di ciascuno e di ciascuna di noi al miglioramento del vivere in comune è stata la sottolineatura della Fondazione, sollecitandoli a chiedersi cosa può fare ognuno e ognuna di noi.
Ragazze e ragazzi di Firenze chiedono ai loro compagni e compagne di Bagno a Ripoli di spostare il terzo incontro a lunedì 19 maggio, perché il 12 hanno un precedente impegno.
La Fondazione si augura che il largo anticipo dell'appuntamento serva, questa volta, a favorire la partecipazione degli amministratori locali, edotti dalla consigliera Agostini e dal funzionario Tommasoni, e la conoscenza dei temi faciliti l'intervento dell'amministratore che ha competenze in materia per un confronto che valorizzi il contributi di tutti e che è mancato in questa occasione.
Foto secondo incontro scuole fiorentine
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mercoledì 5 marzo 2014
Incontro Comunale a Bagno a Ripoli (Firenze)
Le Giovani sentinelle ripartono da Bagno a Ripoli per il secondo ciclo di incontri. Nella Sala del Consiglio intitolata a Falcone e Borsellino hanno occupato ogni posto disponibile i ragazzi e le ragazze delle scuole del comune, alcuni insieme ai propri genitori, e i cittadini.
Presenti il sindaco Luciano Bartolini, l’assessore provinciale all’Istruzione, Giovanni Di Fede e infine ci ha raggiunto l’assessore comunale alle Politiche Educative e Formative, Rita Guidetti.
Un buon auspicio per un lavoro proficuo che poi si è sviluppato durante il corso dell’incontro con dibattito e confronto.
Dopo i saluti del Sindaco, la Fondazione ha introdotto i lavori veri e propri con una citazione di Antonino Caponnetto: le battaglie in cui si crede non sono mai perse - questo è l'impegno che la Fondazione rinnova di anno in anno in tutte le scuole che la ospitano, scuole che sono sempre più numerose, tanto che il progetto stesso allarga i propri orizzonti in altre regioni d'Italia: Veneto, Friuli, Lazio, Puglia.
Proprio questo ampliarsi degli orizzonti è la ragione di un altra proposta che prenderà il via nel prossimo mese di aprile: quella della formazione degli insegnanti sui propositi e gli obiettivi del progetto delle Giovani sentinelle nella cornice del rafforzamento e del consolidamento di Cittadinanza e Costituzione, disciplina ai margini del nostro sistema dell'istruzione, che dovrebbe costituire uno dei pilastri della formazione del cittadino. E anche questa nuova proposta, pur avendo respiro nazionale, avrà il suo battesimo in Toscana condivisa dalla Fondazione con il MIUR e, in particolare, dal Direttore Generale, dott.ssa Giovanna Boda.
Hanno esordito i giovani dell'Istituto comprensivo Caponnetto. Le tre classi (3A, 3E e 2E) si sono suddivise i compiti per indagare quali fossero le emergenze della propria scuola grazie ad un questionario somministrato ai propri compagni e compagne, consci delle difficoltà e della scarsezza di risorse, ma orgogliosi di contribuire a migliorare la scuola per il futuro di fratelli e sorelle più piccoli. Il sondaggio ha definito il tema scelto: nella propria scuola manca un auditorium, un luogo dove fare attività teatrale, un laboratorio oramai consolidato da anni nella loro scuola.
Quelli della 3E hanno scritto, sceneggiato e interpretato due splendidi video per ricordare la loro passione per l'attività teatrale. Con leggerezza ironizzano sui programmi televisivi più noti per porre l'attenzione sui problemi che li toccano da vicino: quello delle risorse necessarie per la realizzazione dell'auditorium.
In ultimo, ragazze e ragazzi della 2E con i loro portavoce, Giulio, Emma e Sasha dichiarano di amare fare teatro a scuola e hanno preparato una lettera per presentare il progetto Teatriamo e con le immagini hanno manifestato l'attenzione alla ricerca delle risorse.
Poi è toccato all'istituto Gobetti Volta. Quelli del Liceo Gobetti hanno scelto il tema del razzismo, anche alla luce di qualche episodio capitato ai propri compagni. Hanno studiato il tema e preparato dei questionari da proporre ad alcune classi e, poi, anche agli adulti per conoscere cosa pensano del razzismo. La scelta è dettata dalla loro convinzione che del razzismo non vi è piena cognizione della gravità del tema.
Questi giovani hanno voluto anche riprendere la questione relativa al fenomeno di viaggiare sugli autobus senza biglietto, questione sollevata dai propri compagni due anni fa, proprio nello spirito del progetto secondo cui i temi proposti, anche negli anni precedenti, non vengono accantonati fino alla loro soluzione. Due anni fa i loro compagni avevano affrontato il tema, iniziando una campagna a favore del dovere civico di pagare il biglietto sull'autobus. Per questo avevano prodotto dei manifesti di pubblicità progresso e insieme alla Fondazione vi erano stati degli incontri con la società Ataf, disponibile a promuovere una pubblicità sugli autobus dell’area fiorentina. La soluzione era caduta nel dimenticatoio, ma le giovani sentinelle avevano lasciato un segno! E ci inorgoglisce che il tema sia stato ripreso dalle nuove sentinelle.
Ha preso la parola Giovanni Di Fede, assessore provinciale all'Istruzione, ricordando come sia compito eminentemente pubblico la costruzione e la manutenzione degli edifici scolastici e, a fronte di questo compito, vi è stata la scelta di tagliare le spese, fra le quali quelle per l'istruzione. Ora ci sono timidi segnali di risveglio e noi dobbiamo studiare pure in classe dove trovare le risorse pubbliche per la scuola, grazie anche ad attività come la lettura dei quotidiani. Ha richiamato l'importanza di salvaguardare la scuola quale luogo per la formazione dei cittadini e al rispetto e alla gratitudine nei confronti degli insegnanti che hanno un compito molto difficile, compito spesso non riconosciuto e apprezzato.
Ha concluso ricordando Mario Lodi, un grande maestro italiano, morto il 3 marzo.
Dove recuperare le risorse per le scuole? La lotta alla mafia, alla corruzione e all'evasione fiscale sono gli strumenti cui ricorrere con tenacia e decisione, lo ha ricordato più e più volte la Fondazione, fra quelle voci vi sono ricchezze immense che sembrano però non essere ricercate con particolare puntualità.
Luciano Bartolini ha voluto richiamare l'attenzione su alcuni aspetti: quali sono le impressioni e le risposte di genitori e insegnanti dinanzi al lavoro dei giovani e questa sollecitazione ha favorito un confronto a più voci: amministratori, docenti, cittadini e Fondazione, senz'altro utile per arricchire il lavoro dei ragazzi e delle ragazze, ma ha offerto l'occasione alla Fondazione di ribadire alcuni punti rilevanti. Il valore del lavoro dei giovani, attenti alle esigenze della propria scuola e ai temi più significativi dei nostri tempi; la necessità che la scuola rafforzi il proprio ruolo di luogo di formazione dei cittadini; il riconoscimento del contributo dei giovani.
È necessario non sprecare l'occasione di indagare il fenomeno del razzismo, distribuendo fra i genitori di questo grosso istituto il loro questionario e raggiungendo in questo modo più di mille famiglie per avere un campione significativo di risposte, allargando ad altri gruppi, come è stato proposto: gli insegnanti e il personale della scuola, i dipendenti dell'amministrazione comunale.
Proprio in questo senso riproponiamo in tempi brevi il tavolo allargato a Scuola, Fondazione e Amministrazione comunale che si impegna ad invitare la direzione Ataf per dare seguito alla vecchia proposta dei giovani del Gobetti che attendono da anni di veder realizzata la loro campagna di pubblicità progresso.
In modo analogo, riprendiamo un suggerimento di Luciano Bartolini di ricercare e rendere possibile, nell'immediato, la fruizione di uno spazio come il vicino teatro dell'Antella, grazie ad una convenzione, per fare attività teatrale, in modo da utilizzare le risorse già esistenti e far diventare il teatro luogo di una battaglia civile a favore della scuola e delle richieste dei giovani, con i quali siamo disponibili ad approfondire la ricerca di nuove soluzioni da illustrare a Comune di Bagno a Ripoli, Provincia di Firenze e Regione Toscana nell'incontro del 12 maggio, quando le Giovani sentinelle saranno ospiti della Provincia di Firenze, per dare seguito ai timidi segnali che giungono dal governo del Paese e farli diventare, da parte dei ragazzi, robusti progetti di cittadinanza attiva.
Con tutte queste sollecitazioni e con tutti i contributi del dibattito dobbiamo dare seguito all'invito di Antonino Caponnetto con il quale abbiamo aperto l'incontro: le battaglie in cui si crede non sono mai perse.
Foto secondo incontro Bagno a Ripoli
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domenica 19 gennaio 2014
Premio Nazionale Antonino Caponnetto per la cultura della legalità 2013 - servizio TVL
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venerdì 17 gennaio 2014
Lascerò che una nuvola vi accompagni... Teatro memoria e impegno
Sabato 25 gennaio ore 17,30 Teatro di Rifredi Firenze
Lasciate che una nuvola vi accompagni
Spettacolo musicale in memoria di nonno Nino
Non mancate, vi aspettiamo in tanti.
Ingresso libero
In allegato la locandina dello spettacolo.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
TEATRO DI RIFREDI Via Vittorio Emanuele II, 303, 50134 Firenze, Italia
+39 055 422 0361
venerdì 3 gennaio 2014
Nuove Giovani sentinelle al Marconi di Viareggio
Nuove Giovani sentinelle al Marconi di Viareggio
Lunedì 16 dicembre quattro classi dell'ISI Marconi di Viareggio con le insegnanti Rossana Rosso, Lucia Urbano, e Giovanna Mordini con la Dirigente scolastica, Catia Gonnella, ci hanno accolto nell'aula magna per il primo incontro di queste nuove sentinelle. Per il Comune di Viareggio presente Gloria Puccetti, vice sindaco e assessore alla Formazione. Con la Fondazione, invece, una sentinella d'eccezione, nonna Betta Caponnetto, che ha testimoniato il ricordo del marito, il giudice Antonino Caponnetto, e con il suo racconto ha appassionato i giovani. A loro abbiamo lanciato la sfida ad essere protagonisti e a promuovere la legalità e la cittadinanza attiva in un momento difficile del nostro Paese, quando le mafie si insinuano anche nella nostra regione riciclando denaro sporco e alla ricerca di nuovi profitti. Anche Viareggio non è immune oramai da anni da fenomeni preoccupanti. Di recente una banda giovanile ha picchiato in pieno centro un coetaneo, gruppi di giovani che esibiscono in maniera sfacciata oggetti e gadget tecnologici di grande valore e sproporzionati e fuori dalla portata delle loro condizioni, lo spaccio di droga sempre più pervasivo: sono tutti sintomi allarmanti di una presenza della criminalità organizzata che è già intervenuta per utilizzare il disagio giovani come manovalanza dello spaccio.
Tocca alla scuola, ai cittadini e agli amministratori collaborare affinché questi percorsi di cittadinanza attiva come quelle delle sentinelle si rafforzino e si consolidino in modo da costruire degli argini alla diffusione della illegalità. Con questi propositi ci siamo dati appuntamento per il prossimo giovedì 6 Marzo.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
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