domenica 23 dicembre 2018

Incontro con le giovani sentinelle siciliane di Augusta e di Acireale

Giovedì 20 dicembre altri incontri in due province siciliane: Augusta (SR) e Acireale (CT).

Nelle prime due ore ad essere protagonisti sono i ragazzi e le ragazze del IV Istituto comprensivo Domenico Costa di Augusta (SR). Ad accoglierci il Dirigente scolastico, Michele Accolla, una piacevole sorpresa in quanto conosciuto oltre 15 anni fa per il suo impegno sociale, in degli incontri dove era presente anche nonna Betta Caponnetto, vedova del giudice. Insieme ai suoi ragazzi, la referente,  Marinella Scalia e alcuni colleghi e colleghe che seguiranno con lei il progetto; era presente anche il presidente del Consiglio d’Istituto e al termine dell’incontro ci ha raggiunto anche un consigliere comunale.
Con noi la nostra responsabile per Siracusa, Elena Giampapa che concluderà, gli appuntamenti siciliani, fra il 7 e il 9 gennaio, incontrando altri due Istituti siracusani.

Quattro classi terze e una delegazione di altre 4 classi seconde che si faranno ambasciatori con i propri compagni e compagne, hanno ascoltato con attenzione il racconto della vicenda di Antonino  Caponnetto e del suo pool, abbiamo ricordato la grande passione del giudice in difesa della nostra Carta Costituzionale e di come sia importante, facendo la propria parte in difesa dei valori costituzionali e del bene pubblico, rafforzare le virtù civiche dell'osservanza delle norme, della cura degli altri e di tutti i beni che appartengono a ciascuno di noi, in modo da contrastare ogni tentativo della cultura mafiosa.

Siamo passati alla spiegazione delle varie fasi del progetto che li vedrà coinvolti durante questo anno scolastico con tutte le Istituzioni a vari livelli. Abbiamo voluto fare diversi esempi di progetti fatti da loro coetanei in varie scuole d’Italia e dei loro sviluppi, e l'interesse è stato tale da comprendere meglio poi i video che abbiamo proposto. Non avendo tempo per rispondere alle domande alla fine delle due ore, abbiamo suggerito di utilizzare il sito per continuare e seguire il percorso di formazione di cittadinanza.
 Siamo comunque certi che i ragazzi e le ragazze faranno tesoro della nostra proposta di essere sentinelle della legalità, proposta che può arricchirsi ed offrire occasioni solo se vi sarà il contributo di ognuno di loro e con questo auspicio ci siamo dati appuntamento per martedì 26 marzo dalle 9 alle 12.

Ancora una volta bisogna spostarsi velocemente per raggiungere Acireale (CT) dove sono in attesa bambini e bambine del IV Istituto Comprensivo G. Galilei con il dirigente scolastico, Orazio Barbagallo, la referente, Sant’Angelo insieme ad altre sue colleghe che hanno fortemente voluto il progetto. Al primo contatto avevano dichiarato che qualora avessimo avuto difficoltà a poter fare il primo appuntamento a scuola erano disponibili a farlo via skype. Non potevamo deludere il loro interesse e con vera gioia abbiamo incontrato  nella loro aula di informatica 4 classi di pulcini di quarta primaria festosi ci hanno fin da subito tempestato di domande. Dopo aver parlato di nonno Nino Caponnetto, come lui voleva essere chiamato dai più piccoli perché puliti e sinceri, con la loro spontaneità si rivelano più attenti e maturi degli adulti persino dei propri genitori. Per dimostralo abbiamo proposto loro l’idea suggerita alcuni anni fa con dei bambini sempre dalla moglie del giudice, nonna Betta a cui dedichiamo questo report: fare una scommessa con i propri genitori ed ogni volta che sbagliano farsi dare un euro.

In quella occasione avevamo rischiato di aprire una banca!
E anche questa volta il cattivo comportamento degli adulti è emerso in maniera prorompente.
Un bimbo dice: «la mia mamma la mattina per accompagnarmi a scuola parcheggia in seconda fila». Un euro! «Tanto è un minutino!»

Aggiungiamo noi: 50 mamme equivalgono a 50 minuti di caos in tutte le scuole d’Italia.
Una bimba dice: «la mia mamma non mette la cintura di sicurezza» Un euro!
«Mio padre fa il contorsionista, la cintura la passa dietro perché gli da noia il suono!» Un euro!
Passare con il rosso, non dare precedenza, non parliamo poi delle strisce pedonali dove secondo qualcuno dovrebbero stare solo in Africa confondendole alle zebre!

E anche qui ad Acireale la coda dei bambini e bambine pronti a fare le soffiate continuava ad ingrossarsi.

Non contenti di fare i provocatori abbiamo proposto anche a loro di utilizzare Google Map e di posizionare il puntatore sulla loro città e di stampare la cartina della mappa e di segnare con una bandierina ogni bene che appartiene a tutta la comunità: strade, scuole, piazze, giardini pubblici, ospedali, impianti sportivi, ecc. per accorgersi di quanti beni comuni abbiamo. Poi li abbiamo invitati a cancellare questi beni per far capire che il risultato sarebbe quello di essere in guerra, in quanto non rimarrebbero altro che le proprie case, ma non potrebbero neppure uscire perché al posto delle strade ci sarebbero dei fossati!

Abbiamo proposto loro di scegliere un bene comune e di prendersene cura e degli altri, chiedere venerdì 29 marzo dalle 9 alle 11.30 a sindaco, assessori, genitori e cittadini che cosa vorranno fare.  Quel giorno saremo costretti a fare tre incontri ma penso che ne vedremo delle belle e ne varrà la pena esserci!

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Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola


venerdì 21 dicembre 2018

Incontro con le giovani sentinelle Messinesi

Mercoledì 19 dicembre altri due incontri ricchi di emozioni e di entusiasmo che ha coinvolto giovani e adulti.
La referente Melangela Scolaro dell'IIS Enzo Ferrari di Barcellona Pozzo di Gotto ha voluto fortemente il progetto nella sua scuola e per i suoi ragazzi e ragazze, e ha più volte telefonato affinché tutto fosse in ordine a questo primo incontro. Forte anche del sostegno della sua dirigente scolastica, Cettina Ginebri, presente per tutta la mattinata fino alla fine insieme al suo esercito di insegnanti.

Abbiamo apprezzato anche la scelta delle classi differenti per proseguire negli anni prossimi con una certa continuità fino alla conclusione del ciclo di studio.

Le buone pratiche e le aspettative non sono state deluse: ragazzi e ragazze attenti, in religioso silenzio, interessati ha stupito gli stessi insegnanti. Abbiamo parlato della vita di Antonino Caponnetto e del suo pool, la sua scelta di fare qualcosa per la sua terra oppressa dalla mafia, ma soprattutto abbiamo parlato con il cuore come nonno Nino ci ha insegnato per svegliare e incoraggiare i giovani a non mollare, ma unire anche le tante persone oneste cui stanno a cuore le sorti del nostro Paese. Riabilitare la buona politica, favorire il dialogo e il confronto civile, offrire il buon esempio: sono i compiti che ci ha lasciato in eredità il giudice e non possiamo tradire queste aspettative.

Con loro abbiamo parlato di cittadinanza e Costituzione, di impegno civile in difesa dei beni comuni, di rispetto delle regole. Abbiamo parlato dell'enorme quantità di denaro sporco gestito dalla mafia e dei rischi per la convivenza civile e di come il silenzio degli onesti sta diventando sempre più rumoroso, da considerarlo oramai complicità. Queste vicende rafforzano la convinzione di stare accanto a quegli insegnanti coraggiosi che incontriamo quotidianamente per proseguire con loro quel cammino affinché si formino cittadini responsabili e lo spazio riconosciuto alla disciplina Cittadinanza e Costituzione consenta di acquisire conoscenze e comportamenti civici, veri antidoti a quelli omertosi e poco attenti al rispetto delle norme. 

Tutti questi presupposti, i video prodotti da altri giovani e la canzone Oltre il silenzio dei coetanei di Bagheria hanno emozionato i presenti e convinto studenti e studentesse a mettersi in gioco e siamo certi che insieme arriveranno preparati al dialogo e al confronto con la propria amministrazione mercoledì 27 marzo dalle 16 alle 18.

Giusto il tempo per i saluti e puntuali partiamo verso Messina dove ad attenderci anche qui una instancabile ed entusiasta referente, Agata Bonfiglio, e ancora si ripetono le buone pratiche: infatti non è da sola ma con tanti colleghi e con il sostegno della dirigente scolastica, Concetta Quattrocchi, e della sua vicaria, entrambe presenti fino alla fine.

Ancora una volta sono ragazzi e ragazze, scolari e scolare a stupirci con la loro freschezza e la loro determinazione. L'Istituto comprensivo Gravitelli Paino ha 6 plessi ed è motivo di orgoglio per noi che sia stato questo percorso della Fondazione ad offrire l’occasione di un coinvolgimento così ampio e di una condivisione così estesa. Alunne e alunni di Primaria e Secondaria ci hanno accolto per questo primo incontro e noi abbiamo introdotto il percorso educativo parlando di cittadinanza, di diritti e di doveri. Attenti e interessati ci hanno interrotto per chiarimenti e curiosità e le loro domande hanno riempito il tempo dell’incontro e lo hanno reso piacevole ed emozionante.

Lavoreranno nei prossimi mesi guidati dalle proprie insegnanti e ci rivedremo sempre mercoledì 27 marzo, ma di mattina dalle 9 alle 12, un doppio appuntamento anche a marzo.


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola

giovedì 20 dicembre 2018

Tra Sicilia e Veneto altri tre nuovi appuntamenti

Martedì 18 dicembre ancora tre incontri delle giovani sentinelle. A Venezia, all’Istituto Marco Polo siamo stati accolti da quattro classi dei tre indirizzi – Liceo artistico, musicale e classico – con i propri insegnanti che seguiranno e guideranno il lavoro di studenti e studentesse.

Nelle due ore ragazze e ragazzi di prima e di quarta hanno seguito con attenzione il nostro racconto delle vicende di Antonino Caponnetto dal suo arrivo a Palermo con la costituzione del pool antimafia al maxiprocesso, al ritorno a Firenze e alle stragi di mafia del 1992 fino all’impegno-testimonianza nell’ultima parte della sua vita.
La Fondazione ha raccolto il testimone e prosegue l’attività del giudice, convinta come lui che solo formando i giovani ai valori della cittadinanza e della responsabilità è possibile respingere le insidie  dell’illegalità e della corruzione, insidie irrobustite e rafforzate da quell’atteggiamento del voltarsi dall’altra parte, mai contrastato con efficacia e decisione, che apre le porte alla mafia.

Con i giovani ci siamo soffermati a ragionare di traffici illeciti e di riciclaggio, di penetrazione nell’economia legale e di commistioni con la politica. A loro abbiamo lanciato la sfida delle giovani sentinelle e l’attenzione nell’ascolto e la determinazione di studenti e studentesse sono indizio eccellente del loro impegno in questo nostro percorso.
Con loro ci siamo dati appuntamento al prossimo incontro quando saranno ospiti dell’amministrazione comunale di Venezia assieme ai coetanei dell’Istituto Algarotti e del Liceo Bruno Franchetti di Mestre.

In Sicilia gli altri due appuntamenti, a ritmo serrato per soddisfare l'entusiasmo di insegnanti e studenti. Ad essere protagonisti sono 3 classi dell'Istituto comprensivo Leonardo da Vinci di Mascalucia (CT), con loro la dirigente scolastica, Lucia Roccaro, e le referenti, Daniela Falcone e Giovanna Torrisi. L’istituto ospita una classe dell'Istituto comprensivo Federico II di Svevia della stessa città insieme alla loro referente, Santa Marchesano, una vera e propria delegazione del proprio istituto e che si impegna a coinvolgere, nei prossimi giorni, nel percorso educativo altre classi.

Armati di penne e quaderni hanno preso appunti, ascoltando in un silenzio partecipato, responsabili del proprio ruolo di ambasciatori di altre sentinelle.

Abbiamo raccontato di Antonino Caponnetto che si è battuto nella sua vita a favore della legalità, del suo impegno nelle scuole parlando ai ragazzi e alle ragazze delle regole, anche quelle piccole quotidiane, da quelle stradali, all’ambiente, ai buoni comportamenti a scuola, dal salvaguardare i beni comuni al rispetto della città e ai buoni comportamenti con i propri compagni, schierarsi con i più deboli contro il bullismo. Abbiamo ricordato l'esempio di Falcone e Borsellino, abbiamo parlato della mafia e di chi fa affari con loro e come sottraggono benefici alla comunità. La nostra esposizione ha suscitato tanta curiosità e mille domande. A tutti loro abbiamo chiesto di impegnarsi a rispettare le regole e in  questo senso abbiamo lanciato loro la sfida a divenire giovani sentinelle, chiedendo di individuare un bene pubblico del loro quartiere o della loro città: una scuola, un giardino o altro tema che sta loro a cuore da studiare, approfondire e, relativamente al quale, offrire delle soluzioni per discuterne nel secondo appuntamento con i propri amministratori alla presenza di genitori e cittadini giovedì 28 marzo dalle 16 alle 18.

Per completare i ragionamenti e rispondere a domande e chiarimenti abbiamo accumulato un ritardo di oltre mezz'ora perché il secondo appuntamento della mattinata era a Bronte, a 40 chilometri di distanza, all’Istituto Benedetto Radice. Ma i ragazzi ci avevano caricati di energia solare e quindi siamo volati verso la nuova meta. Ad attenderci nel loro bel auditorium 3 classi terze insieme alla referente, Venera Sgroi e altri suoi colleghi e colleghe che seguiranno il progetto. Con grande soddisfazione abbiamo potuto constatare che l'Istituto è molto attivo sulle tematiche della cittadinanza attiva. Prima di iniziare i ragazzi e le ragazze avevano preparato una biografia di Antonino Caponnetto e sin dall'inizio ci ha colpito l'attenzione dei ragazzi e delle ragazze, mai venuta meno. Alla loro presentazione ci siamo riallacciati raccontando alcuni aspetti della vita del giudice padre del pool antimafia, della morte di Falcone e Borsellino e del grido di dolore di Caponnetto dopo le stragi: «Tutto è finito!» Abbiamo ricordato lo scatto con cui lo stesso Caponnetto, proprio ascoltando le richieste di molti giovani davanti al tribunale di Palermo che lo esortavano a non lasciarli soli, ha scelto di essere testimone ed educatore di quella nuova resistenza dei valori, dimenticati o elusi, della nostra Carta costituzionale.

Incontrare i giovani nelle scuole e parlare con loro di legalità, di impegno civile, di responsabilità, favorire un loro nuovo protagonismo, diffondere una cultura dei diritti contro l'arroganza, la prevaricazione e la criminalità: questo è stato l’impegno che Antonino Caponnetto ha perseguito con straordinaria tenacia fino alla sua morte, convinto di rafforzare la difesa della democrazia e della cultura del diritto. Anche a loro abbiamo presentato il progetto e la scommessa di mettersi in gioco. Gioco che ha pratiche corrette, pratiche di valori, di esempi di tanti giovani che insieme ai propri insegnanti hanno fatto rete, hanno fatto proposte che in molti casi hanno trovato ascolto e attenzione. Il tempo anche qui è stato tiranno e non c'è stato modo di poter far vedere il filmato dei lavori dei ragazzi di tante scuole d’Italia. Abbiamo proposto di poterlo visionare in altra data ma siamo convinti che il gruppo ben coeso degli insegnanti saprà indirizzare i giovani ad accettare la sfida che li vedrà venerdì 29 marzo dalle 16 alle 18 al confronto con la propria Amministrazione Comunale. Spetterà a quest’ultima non venir meno alle aspettative dei propri giovani ad un confronto leale e costruttivo.


Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino

mercoledì 19 dicembre 2018

Un nuovo incontro con le giovani sentinelle siciliane

Lunedì 17 Dicembre un'altra settimana intensa con le giovani sentinelle siciliane.

Oramai il gallo si è rassegnato alle nostre levatacce e alle 3 del mattino accenna solamente ad aprire un occhio per ritornare fra le braccia di Morfeo visto anche il nevischio che ci accompagna verso l'aeroporto!

Sbarcati in Sicilia ad attenderci, nella bella ed ampia aula magna, 11 classi prime della Scuola media Raffaello Sanzio di Tremestieri Etneo (CT). 

Ci ha accolto la dirigente scolastica, Sabrina Pettinato, le referenti del progetto, Maria Linda Lette e Maria Stella Lombardo e ad accompagnare ogni classe un insegnante che lavorerà con le colleghe referenti in questo percorso di Cittadinanza e Costituzione, attuando a pieno quella trasversalità della disciplina che molto spesso viene invece a mancare. 

Grazie al sito www.giovanisentinelledellalegalita.org abbiamo proposto la proiezione del filmato il pool antimafia in altra data, gli insegnanti hanno subito accettato e lo scaricheranno e  guarderanno sulle LIM delle 11 classi permettendo così di dare spazio all'impegno della Fondazione di accompagnare giovani e insegnanti nel compito di formarli al rispetto delle regole per una convivenza civile e democratica. Abbiamo ricordato la grande passione di Antonino Caponnetto in difesa della nostra Carta Costituzionale, sconosciuta a tanti mentre in altri Paesi come gli Stati Uniti non si è cittadini se non la si conosce.  

Siamo passati poi a spiegare nei dettagli il progetto che li vedrà coinvolti durante l'anno e ancora una volta i video realizzati da altri loro coetanei in diverse zone d'Italia ha fatto crescere l'entusiasmo non solo nei ragazzi ma anche fra gli insegnanti. Hanno accettato di lavorare in pool, ragazzi e ragazze si divideranno in gruppi scegliendo di occuparsi dei filmati, di fare foto, disegnare, fare ricerche, interviste o inserire i dati al computer. Ne è seguito un vivace e intenso dibattito e le domande non preparate dei ragazzi hanno sciolto ogni dubbio sulla loro maturità e la voglia di mettersi in gioco per essere pronti a confrontarsi con la propria amministrazione giovedì 28 marzo nel pomeriggio dalle 16 alle 18.

L'entusiasmo ci ha contagiato dimenticando e saltando il pasto, il tempo di spostarci e alle 14 ci siamo ritrovati con i ragazzi e le ragazze dell'Istituto comprensivo Fontanarossa di Catania che ci hanno accolto con la loro dirigente scolastica, Concetta Tumminia, la referente Giovanna Micale insieme a colleghi e colleghe che  portano avanti con grande forza il compito di far intraprendere ai giovani il cammino della democrazia e del sapere in una zona di periferia fra un grande parcheggio e l'aeroporto!

Dopo esserci soffermati sull’impegno del giudice nelle scuole di tutta Italia, a seguito delle tragiche morti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, abbiamo parlato dei valori dell’impegno civile, della solidarietà e del rispetto delle regole quale antidoto non solo alla criminalità organizzata ma anche al dilagare dell’illegalità. La violazione delle leggi e la negazione ai buoni comportamenti, incidono sull'economia del Paese sottraendo risorse pubbliche a vantaggio della mafia, della corruzione e dell'evasione fiscale. 

Abbiamo chiesto ai ragazzi, come esempio, di prendere una cartina del proprio territorio e di segnare con una bandierina ogni bene che appartiene a tutta la comunità: strade, scuole, piazze, giardini pubblici, ospedali, impianti sportivi, ecc. Poi li abbiamo invitati a cancellare questi beni, per rendersi conto di quante cose abbiamo in comune e di quanto saremmo in difficoltà senza di essi e della necessità di prendersene cura e conservarli. Abbiamo raccontato di come, in altri Paesi europei a noi vicini, vi sia uno spirito civico differente e una responsabilità di ciascuno nel partecipare al bene comune pagando tasse eque.

Non poteva esserci esempio migliore, visto che i ragazzi avevano già iniziato alcune settimane prima a scegliere un bene comune da studiare e proporre a marzo alla propria amministrazione e la loro scelta era caduta sui trasporti pubblici. Nel frattempo ci ha raggiunto il presidente dell'AMT (Azienda Metropolitana Trasporti Catania SpA), Giacomo Bellavia che si è reso disponibile a trovare soluzioni insieme per migliorare il servizio e di incontrare nuovamente i giovani per approfondire ed arrivare preparati venerdì 29 marzo dalle 9 alle 12 ospiti del Comune.

La proposta nata più dagli insegnanti che dai ragazzi, è stata quella di una convenzione per biglietti agevolati per la scuola, ma alla risposta se sapessero cosa fosse un abbonamento è calato il silenzio in quanto la stragrande maggioranza non paga il biglietto ed è cosciente che essendo minorenni al massimo rischiano di scendere dall'autobus!

Ne è nato un attento confronto che ci impone di essere accanto a questi insegnanti coraggiosi e capire cosa vuol dire ottenere una convenzione per arginare un atto di illegalità diffusa per indirizzare e incoraggiare ad un'azione di legalità.

Nonostante le ore passate a scuola la mattina e per tutto il pomeriggio l'attenzione dei ragazzi e ragazze è stata alta e l'invito a trovare soluzioni come giovani sentinelle partendo dal loro protagonismo ha aperto una speranza.


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola

sabato 15 dicembre 2018

Incontro con l’ISIS Enrico Fermi di Bibbiena

Martedì 11 Dicembre siamo tornati all’ISIS Enrico Fermi di Bibbiena dove non era stato possibile tenere l’incontro lo scorso giovedì 29 novembre, quando eravamo stati ospiti dei più piccoli dell’Istituto comprensivo Dovizi, per l’ultimo degli appuntamento in Toscana della prima parte del progetto.

Ad accoglierci nell’aula magna con la loro insegnante, Martina Cocchetti, due classi di veterani del progetto e avendo avuto già esperienza di questo nostro percorso ha reso possibile approfondire alcuni temi nel corso della mattinata. 

La discussione si è fatta subito viva e ne è nata uno scambio di idee e di proposte sia sul tema dello scorso anno, sia per quello di quest’anno. Lo scorso anno si erano occupati di dipendenze, in particolare l’analisi del fenomeno dell’alcolismo diffuso nei giovani, facendo notare come gli adolescenti per fare gruppo ed essere accettati hanno comportamenti dettati dalle mode, anche quelle sbagliate. 

Le proposte fatte nel secondo incontro durante il confronto e la discussione con i propri amministratori erano state quelle di lanciare una campagna di sensibilizzazione all’interno della scuola anche con incontri con operatori dei Sert per poi trasferirla sul proprio territorio. I ragazzi facevano notare però che non vi era stato seguito da parte del Comune.

A nostro avviso invece è mancato da parte dei ragazzi l’impegno e la costanza di programmare le attività e tutto è rimasto sulla carta in quanto il presidente del consiglio comunale, Francesco Frenos aveva proposto ai ragazzi di partecipare ad una seduta dello stesso consiglio per individuare insieme altre forme per sensibilizzare i giovani contro il consumo di alcol, ma ragazze e ragazzi non hanno dato poi seguito a quell’appuntamento. Oggi un nuovo impegno da parte dei giovani è di coinvolgere altre due classi in modo da lavorare insieme.

Ci hanno comunicato inoltre che si sono già incontrati e hanno deciso di affrontare contemporaneamente un altro tema particolarmente sentito e che vogliono approfondire: l’ambiente. La questione è emersa più volte fra quelle sollecitate dai giovani che hanno partecipato al nostro percorso e alle domande di quelli di Bibbiena che sono seguite ci siamo resi subito disponibili a fare degli approfondimenti. 

Con delle slide abbiamo messo in rilievo il mancato rispetto dei parametri ambientali nel nostro Paese da parte delle industrie, la previsione di deroghe ai limiti alle emissioni inquinanti per acciaierie, raffinerie e cementifici, è stato consentito sversare rifiuti come alluminio, arsenico, cromo, ferro, mercurio, piombo, nichel fino ai solventi organici. Abbiamo parlato di amianto e di come per anni sia stato utilizzato nelle costruzioni senza che aver fatto controlli rigorosi prima di autorizzarne l’uso. 

Anche nell’agricoltura l’Italia è al vertice nell’uso di pesticidi in Europa e secondo i dati Eurostat, infatti, l’Italia impiega oltre il 40 per cento di fitofarmaci in più rispetto alla Francia, sebbene il Paese d’Oltralpe abbia il doppio delle superfici agricole. Le scorciatoie delle industrie e di personaggi scaltri apre le porte alla mafia e i rifiuti è il settore più ambito dalla criminalità organizzata. L'Italia tutta è terra di interessi mafiosi e non c'è regione ormai che possa sfoggiare anche una sorta di verginità culturale che ci tenga al sicuro.

La mafia mette in pericolo non solo lo sviluppo del nostro Paese ma anche la salute attraverso i rifiuti tossici che hanno sversato avvelenando le nostre falde acquifere, contaminando gli alimenti che mangiamo, l'ambiente e il continuo aumento di morti per cancro testimoni della scarsa attenzione all’ambiente in cui viviamo.

Vi è una responsabilità dei cittadini che non partecipano attivamente alla vita sociale della propria comunità ed è possibile contrastare questi fenomeni e formare alla responsabilità e al rispetto con un lavoro educativo nelle scuole.

Tante le domande da parte dei ragazzi e il tempo è scorso come al solito veloce. A conclusione i giovani del Fermi ci hanno anticipato un filmato ancora in lavorazione che ha come obiettivo la sensibilizzazione e che presenteranno ai loro compagni del Dovizi e alla propria amministrazione venerdì 15 marzo 2019.  

Editore Domenico Bilotta

Responsabile Nazionale Progetto Scuola

Incontro con le giovani sentinelle di Mira

Martedì 11 dicembre esordio nelle fila delle giovani sentinelle per i ragazzi e le ragazze del comprensivo Luigi Nono di Mira. 

Il primo appuntamento è con le quattro classi terze della sede centrale Giacomo Leopardi. Nell’aula magna della bella cittadina affacciata sulle rive del Brenta, non lontano dalla sua foce, discutiamo le tematiche care ad Antonino Caponnetto; vediamo più da vicino la strage di Capaci sulla scorta del libro di Angelo Corbo, Strage di Capaci. Paradossi, omissioni e altre dimenticanze, Diple edizioni.

Chiediamo ai giovani di rispondere all’appello del giudice Caponnetto, occupandosi di un problema che poi sarà discusso con l’amministrazione comunale l’8 marzo 2019. I ragazzi sono preoccupati dall’inquinamento, dalle prese in giro e dal bullismo, dalla violenza, dalle persone che giudicano senza conoscere. I giovani della riviera veneta, guidati dal docente prof. Stefano Corà, sono decisamente molto bravi, attenti e fortemente impegnati.

Da Mira, raggiungiamo Gambarare, dall’altra parte del fiume, a quattro chilometri di distanza, fra ampi scorci del Naviglio del Brenta, sul quale si affacciano le Ville che i Veneziani edificarono tra il Cinquecento e il Seicento. Lì ci attendono altre due terze della scuola Galileo Galilei, guidate dalla vicepreside. Questi ragazzi sollevano problemi legati soprattutto all’insicurezza del territorio, alla paura di uscire, un ragazzo dice che si ha ‘paura della propria ombra’. 
 Questo sentimento ci invita a mostrare alcuni spunti del lavoro che i vicini ragazzi delle scuole superiori Bruno e Franchetti di Mestre (VE) hanno condotto per due anni consecutivi, sulle zone a rischio del territorio, sulla percezione di insicurezza degli abitanti.

Altre due classi terze ci raggiungono in tarda mattinata, guidate dalla professoressa Eliana Pollio: attentissima per tutto il tempo, ci accoglie con grande collaborazione, e ci racconta a fine mattinata, che – pur essendo nata da tutt’altra parte – ha ottenuto una supplenza nel quartiere Zen di Palermo. Nella stessa città è nato anche uno dei ragazzi presenti, molto preparato, che fa domande circostanziate sulle stragi, in particolare sugli agenti di scorta, sui quali è molto ferrato. 

Rispondiamo, forti delle tante testimonianze che Angelo Corbo, sopravvissuto alla strage di Capaci, ha reso in Veneto, e che ci hanno permesso di farci una idea diretta degli avvenimenti.

Anche queste quattro classi, oltre alle quattro di Mira, sono state invitate a partecipare dal referente per la Cittadinanza (e non solo) dell’istituto Luigi Nono, professor Stefano Corà, istituto che accorpa le due scuole medie, oltre che tre primarie e tre scuole dell’infanzia, sparse nella superficie del vasto comune alle porte di Venezia.

Se ai ragazzi di Mira abbiamo proposto il video sull’acqua pubblica realizzato dai ragazzi del liceo artistico Petrocchi di Pistoia, a Gambarare abbiamo visto Hallelujah, splendida riflessione sull’indifferenza realizzata dagli studenti dell’istituto Valle di Padova, a riprova che la creatività delle Giovani Sentinelli, da Nord a Sud, è in grado di scuotere le coscienze più di tanti inutili dibattiti dei grandi. 

Con tutti ci rivedremo il prossimo venerdì 8 marzo 2019, ospiti degli amministratori comunali di Mira per il confronto e il dibattito sui temi individuati dai giovanissimi del comprensivo Luigi Nono.

Francesca Vian

Responsabile Padova-Venezia Progetto Scuola

giovedì 13 dicembre 2018

Le giovani sentinelle Valdarnesi

Lunedì 10 Dicembre ancora un appuntamento in Toscana: una nuova scuola  il liceo Giovanni da San Giovanni di San Giovanni Valdarno (AR) sarà compagna di viaggio nel nostro percorso di educazione alla cittadinanza.

L’adesione è stata fortemente voluta dalle insegnanti, Letizia Verdi e Laura Vanni che con il collega  Francesco Maria Grasso erano ad attenderci insieme ad altri loro docenti e i ragazzi e le ragazze di due classi: una terza e una quarta.

Platea vivace all’inizio, le due classi definite difficili! Abbiamo accettato la sfida e sono bastati i primi cinque minuti per avere la loro attenzione. Abbiamo raccontato di Antonino Caponnetto, il suo impegno professionale come giudice, l’istruzione del maxiprocesso insieme a Falcone, Borsellino, Guarnotta e Di Lello per poi lasciare che con i loro insegnanti visionino il filmato scaricandolo dal sito www.giovanisentinelledellalegalita.org.

Ci siamo invece occupati di illustrare cos’è la mafia oggi: le sue trasformazioni, di quali affari si occupa, che cosa fa con i soldi sporchi e dove vengono riciclati, come si introduce nell’economia legale, mettendo a repentaglio la nostra democrazia e le nostre libertà. Con i video che documentano il protagonismo e le proposte di tanti giovani sentinelle a livello nazionale, abbiamo lanciato la sfida di mettersi in gioco, di occuparsi di una emergenza del territorio, di studiarla e di farne oggetto di discussione e poi andare al confronto con la propria amministrazione locale.

In conclusione, come di consueto avevamo previsto la data del secondo appuntamento per martedì 26 febbraio, quando una dichiarazione di un insegnante ci ha costretti ad attardarci, perché ci siamo accorti che la mafia non viene percepita come un fenomeno che tocca da vicino tutti noi, nonostante in Valdarno la mafia ci sia, viva bene e abbia lasciato tracce inequivoche come i beni confiscati in paesi limitrofi come Terranuova Bracciolini o Montevarchi o i due cadaveri ritrovati in mezzo a un bosco, sempre a Terranuova Bracciolini, sciolti in parte nella calce. Alla domanda però se c’è la droga, la prostituzione e il gioco d’azzardo sul territorio e da chi secondo loro viene gestita, è calato il silenzio ed ha preso il via la riflessione!

E ancora una volta il tempo è trascorso, veloce ma lo scambio e le domande incalzanti degli ultimi minuti di ragazzi e ragazze ci fa ben sperare perché queste classi difficili hanno lasciato aperto una porta di non diffidenza. Spetta ora a noi, alla scuola e alle insegnanti cogliere questa occasione di dialogo e lavoro comune.


Editore Domenico Bilotta

Incontro con le giovani sentinelle di Chiusa Sclafani e Corleone

Venerdì 7 Dicembre si è conclusa un'altra splendida settimana siciliana con altri due incontri: all'Istituto comprensivo G. Reina di Chiusa Sclafani (PA) e alla scuola primaria Finocchiaro Aprile dell'Istituto comprensivo G. Vasi di Corleone.

Alla scuola media di Chiusa Sclafani, per una nuova incomprensione nella comunicazione - e per questa ragione chiediamo a tutte le scuole di fare attenzione al momento dell'iscrizione scrivendo in modo chiaro o in stampatello i dati - non era stato programmato l'appuntamento. 

Ma la volontà di partecipare, la scommessa del protagonismo giovanile, la decisione di offrire questa opportunità ai giovanissimi hanno prevalso e le insegnanti coraggiose hanno ancora una volta  fatto il miracolo: la referente Antonella Campisi senza perdersi d'animo ha riunito nell'aula due classi e con attenzione ragazzi e ragazze di seconda e di terza hanno seguito in un silenzio partecipato prima le vicende degli anni '80 e del pool antimafia e poi tutte le fasi del progetto.

 L'entusiasmo è andato via via crescendo e, dopo aver visto alcuni video realizzati da altri ragazzi e ragazze in diverse scuole d'Italia, giovanissimi e insegnanti hanno scelto di coinvolgere e condividere con i tre plessi dell'Istituto che si trovano in tre Comuni diversi. Ragazzi e ragazze insieme all'insegnante Antonella Campisi e con il sostegno della Dirigente Scolastica, Francesca Cusumano, incontreranno i loro coetanei e le loro coetanee e illustreranno loro la vicenda di Antonino Caponnetto e le finalità del nostro percorso educativo con la sfida ad essere cittadini attenti e responsabili. In questa loro fatica saranno un prezioso ausilio i video che troveranno nel sito www.giovanisentinelledellalegalita.org.

Ancora una volta, alla fine dell'incontro, siamo usciti carichi ed entusiasti di quel piccolo contributo che abbiamo dato, e arricchiti di quello che insegnanti e scuola riescono a fare, certi di tornare mercoledì 20 marzo e trovare ragazzi e ragazze pronti, con le loro proposte, al confronto con i propri amministratori.

Nella provincia di Palermo erano rimasti solo i ragazzi e le ragazze, i bambini e  le bambine corleonesi a non aver partecipato al primo incontro che era slittato più volte anche per la frana che ha colpito l'Istituto, ma non potevamo dimenticarcene! Non potevamo lasciarli soli! Il tempo di spostarci e in mezz'ora siamo giunti a Corleone nella scuola Finocchiaro Aprile, nostra compagna di viaggio oramai da anni. Ad accoglierci la referente Lucia Di Fulco con le colleghe Ivana Di Cristina e Rosalia Monasseri.

Dispiace che quest'anno non partecipi la Scuola media dell'Istituto con il proprio "esercito" di insegnanti:  Giuseppa Francesca Lanza, Rosalia Romano, Maria Lucia Oliveri e Lucia Briganti, ma come abbiamo detto i problemi strutturali causati dalla frana hanno costretto giovanissimi e insegnanti ad essere ospitati nell'edificio della scuola primaria e impossibilitati a seguire il progetto per quest'anno. 

La frana poteva essere evitata, ed è un altro problema che si aggiunge ai tanti che affliggono la città di Corleone, e non è problema di traffico! Citando le piaghe di cui parla Paolo Bonacelli, lo zio avvocato di Johnny Stecchino, all’autista Dante (Roberto Benigni). Ma la frana e le piaghe sono anche un ottimo espediente per non parlare di altro: dopo l'abbandono delle Istituzioni, dopo le varie armate Potëmkin, la gente di Corleone è rimasta sola a combattere le proprie battaglie contro la superficialità dei media – come la Fondazione ha denunciato più volte– come abbiamo visto quando hanno dato visibilità e pubblicità al libro del figlio di Riina, che parla dei gesti amorevoli del suo buon vecchio padre; o hanno raccontato dell’impiego del figlio di Provenzano, provetto manager e tour operator di un'agenzia turistica statunitense per accompagnare i succulenti viaggiatori di Boston nelle terre di mafia; o ancora quando le troupe televisive si sono  catapultate a Corleone per intervistare figli, nipoti e pronipoti di mafiosi. Neppure a Bogotà avrebbero saputo fare di meglio!

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari,
 e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei,
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
 e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Martin Niemöller

I benpensanti, i puri e il quotidiano Repubblica non hanno invece perso tempo a isolare Maurizio Pascucci con attacchi di fuoco amico per aver posto un problema politico: che fare con coloro che hanno cognomi “difficili” ma che nulla hanno a che fare con parenti ingombranti? 

Che fare con coloro che hanno parenti mafiosi ma non hanno alcun legame con loro che non sia il cognome? In questa domanda secca è racchiusa una dimensione politico-sociale da affrontare: come togliere l’acqua dentro cui nuotano i pescicani mafiosi, separare e offrire un’opportunità a coloro che non sono in nessun modo compromessi?

Maurizio Pascucci compare in una foto con un giovane che ha sposato una nipote di Bernardo Provenzano, il giovane ha fatto il barista guadagnando 400 euro al mese, poi ha acquistato un bar con un mutuo, non ha nessun legame con la famiglia Provenzano se non l’omonimia. Che fare con lui? Si è posto questa domanda Maurizio e ha provato a dare una risposta. Lo ha fatto pubblicamente, non di nascosto o sottobanco, e a questo livello occorre replicare a Maurizio, con argomenti, non con scomuniche o con l’isolamento, condizione pericolosissima.

Anche i mafiosi di Avola, dopo il bellissimo incontro di Paolo Borrometi con i ragazzi del Majorana, riguardo la cultura della legalità, in contrapposizione all'omertà, facendo nomi e cognomi dei mafiosi locali, avrebbero avuto il diritto di replica se non fosse intervenuta la ministra Fedele.
Maurizio no!

Diffidate gente! Anche della solidarietà  e le carezze di personaggi come Vittorio Sgarbi, che non ha mai pronunciato parola alcuna contro la mafia ed è stato sindaco di Salemi, amministrazione comunale sciolta per mafia.
Si comincia con l’isolamento, con la denigrazione e con gli appoggi di personaggi equivoci. Lo abbiamo già sperimentato: chi non ricorda le “accuse” di protagonismo e di presenzialismo a Giovanni Falcone? Forse al quotidiano Repubblica ricordano l’articolo di Sandro Viola - quello in cui lo paragonava ad un comico del sabato sera, che non era un magistrato ma un esperto in criminalità mafiosa, un esibizionista squilibrato e vanitoso  - quell’articolo da cui traspare la colossale ignoranza dell’autore relativamente alle cose di Cosa nostra, articolo  che noi sprovveduti non ritroviamo, se lo cerchiamo nell’archivio digitale del quotidiano, lo hanno tolto come si nasconde il parente demente quando si ricevono delle visite.

Quando si è isolati e denigrati si corrono dei rischi e chi è in quella spiacevole condizione non ha possibilità di interlocuzione, non ha più titolarità al confronto pubblico. Al confronto pubblico Maurizio ha contribuito con grandi intuizioni e proposte: la lotta alle slot nei circoli ARCI, ha promosso il volontariato sulle terre confiscate alle mafie, ha aiutato oltre 30 produttori dell’associazione Fior di Corleone a dire no alla mafia e ad uscire dalla condizione di disagio in cui operavano. 

Era lì anche in occasione della frana, ha aiutato altri volontari a ripulire e liberare dai detriti la scuola. Nella stessa direzione si è mosso anche con questa ultima proposta.

A differenza di molti critici e puri, compagni che ci troviamo accanto, Maurizio ha condiviso con il progetto sentinelle  a non indietreggiare dinanzi alle “proposte umanitarie” di liberare Totò Riina malato, non cedendo al ricatto psicologico, né concedere alcunché alle altre proposte di alleggerire il regime carcerario previsto dall’articolo 41bis del nostro ordinamento penitenziario. A muovere Maurizio Pascucci è stata la sua storia e la sua cultura politica. Collaboratore di Pio La Torre, si è formato in quella scuola – un tempo i partiti politici avevano una scuola per formare i dirigenti, oggi è sufficiente passare dal Grande fratello! - e quel modo di intendere la politica e l’impegno personale è rimasto come un corredo cromosomico, ma a lui non è concesso il diritto di replica, la possibilità di argomentare.

E a dirla tutta anche noi siamo colpevoli, come lo sono le insegnanti di Corleone, perché incontriamo con loro e manteniamo stretti rapporti con i figli più piccoli di alcuni mafiosi o dei loro parenti! Negli anni abbiamo incontrato a Corleone oltre 2000 ragazzi e ragazze, bambini e bambine, pensate che nessuno fosse figlio di mafioso?
Ci piace però ricordare ai puri la storia delle due bambine, figlie di mafioso, che dopo degli incontri a scuola sull'antimafia hanno convinto la madre a prendere le distanze perché si vergognavano! O quel bimbo del quartiere di Librino che la mamma, per sottrarre e salvarlo dal padre mafioso, cercava di tenerlo, visto che amava la musica e la batteria, in una scuola di Gravina di Catania perché c'era una preside, che abbiamo avuto l'onore di conoscere, che dedicava 24 ore del suo tempo a scuola! Appoggiata dal maresciallo dei carabinieri di Gravina ha avuto minacce e scuola bruciata ma non ha ceduto! Noi eravamo lì non solo a portare la solidarietà ma a lasciare una traccia di non essere soli!

Con questo pensiero questa mattina sono entrato nella classe abbracciato da insegnanti e bambini festanti che mi avevano conosciuto.

L'anno scorso si sono occupati delle buche per le vie di Corleone, di strade senza illuminazione, di tubi rotti e l'acqua che scorre causando forse qualche altro smottamento! Ho parlato loro di altri bambini e bambine di Castelvetrano che, come loro, hanno avuto la sfortuna di non avere per diverso tempo un’amministrazione comunale perché sciolta per mafia. Qualche loro genitore avrà votato sicuramente quegli amministratori! Si erano occupati del degrado della loro bellissima città e dei loro monumenti impregnati di millenaria storia da andarne orgogliosi. L'anno dopo di raccolta differenziata, ancora dopo di randagismo e insieme hanno deciso di proporre ai genitori di chiedere, ai candidati al Consiglio comunale e a Sindaco, impegni precisi nei rispettivi programmi relativi alle proposte dei loro giovani cittadini.

Anche i bambini corleonesi, quelli che hanno cantato negli anni scorsi Basta con la mafia ma non hanno avuto ascolto, hanno deciso di riprendere insieme all'esercito di insegnanti partigiane dei valori i disegni e le foto delle buche & affini e insieme ad altre proposte che studieranno quest'anno le illustreranno, mercoledì 20 marzo 2019, nel confronto con il proprio sindaco.

Come capo gruppo e consigliere di opposizione ci sarà anche Maurizio Pascucci e io sarò "costretto a farci una foto!".


Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola