venerdì 28 marzo 2014
Le giovani sentinelle a Lucca
Le giovani sentinelle a Lucca
Mercoledì 26 marzo le Giovani sentinelle di Lucca si sono ritrovate nella sala del Consiglio di Palazzo Santini. Ragazze e ragazzi delle due classi dell’ISI Pertini accompagnati dalla Dirigente scolastica Daniela Venturi e dalle loro insegnanti Katia Giannelli e Paola Coticelli sono state accolte dal presidente del Consiglio comunale, Matteo Garzella, dall'assessora alla Cultura e Politiche Giovanili, Alda Fratello, da quello al Personale, Polizia Municipale e Sicurezza, Francesco Raspini, dai consiglieri: Enrica Picchi, membro della Commissione Cultura, Alessandro Bertolucci e Renato Bonturi. Infine l’assessore provinciale all'Istruzione, Mario Regoli, che con il presidente del Consiglio comunale ha lasciato presto la sala per recarsi ad un incontro improrogabile in Prefettura.
Dopo i saluti degli amministratori, ha aperto i lavori la Fondazione che ha ringraziato l’Amministrazione per l’attenzione che ha avuto nei confronti dei ragazzi con la presenza di assessori e consiglieri, dell’assessore all’Istruzione provinciale, Mario Regoli, per aver creduto in questo progetto e per aver contribuito alla sua diffusione in altre scuole della provincia. Abbiamo parlato dei risultati, delle esperienze e proposte fatte in tante scuole che il progetto ha coinvolto quest’anno. Poi è toccato ai ragazzi e alle ragazze del Pertini.
Ha preso la parola Elena che ha ripreso il discorso dalle loro impressioni del primo incontro e ha illustrato la scelta del tema. Ladri di biciclette, che ricorda un classico del nostro cinema, è il titolo che hanno dato per occuparsi, appunto, dei furti di biciclette, un problema che allarma Lucca. Con i propri compagni e con l’aiuto di slide si è soffermata sui risultati di un questionario somministrato a 179 studenti in maniera del tutto anonima, dove emergono rivelazioni sconcertanti: ben il 33 % degli intervistati, vale a dire uno su tre, ha dichiarato di comprendere o di giustificare questo comportamento, mentre il 23%, cioè quasi uno su quattro, dice di aver rubato una bicicletta!
Un filmato con interviste ai cittadini di Lucca ha chiuso l'intervento.
Fatte salve tutte le cautele in termini di rilevazione del sondaggio, sono dati che colpiscono, più forti di un pugno nello stomaco, per la loro crudezza e per l'apparente facilità con cui comportamenti fuori dalla legge si diffondono e trovano giustificazione.
Da queste considerazioni è partita l'assessora Fratello, sostenuta anche dalla Fondazione, nel chiedere ai giovani che cosa ne pensassero e cosa avrebbero fatto nel caso in cui fossero stati testimoni di un furto. La distinzione fra la legge e la sua violazione e la consapevolezza di trovarsi di fronte a fatti che accadono in violazione della legge sono elementi fondamentali per una convivenza civile nella libertà e nella democrazia, mancando quei due elementi vi è una regressione: ecco un compito fondamentale per la scuola, formare il cittadino appunto, da cui ripartire per porre un argine al degrado. Quanto al secondo aspetto – cosa fare quando si è testimoni - il suggerimento è quello di chiedere aiuto agli adulti: genitori, insegnanti, forze dell'ordine, che è anche un modo per ridurre i rischi di ritorsioni.
A Lucca vi è attenzione al problema, ha sottolineato l'assessore Raspini, tanto è vero che l'amministrazione ha lanciato la proposta di dotare le bici, a richiesta del proprietario, di targa. In proposito vi sarà una manifestazione il prossimo 3 maggio e l'assessore ha chiesto ai ragazzi di partecipare e sostenere l'iniziativa.
Suggerimenti e commenti sono giunti anche da Enrica Picchi, che ha voluto sottolinear il valore e l'importanza del lavoro culturale per contrastare il fenomeno e, in generale, molte forme di degrado; mentre Alessandro Bertolucci ha proposto di investire nel rimessaggio e nella cura dei mezzi a due ruote,prevedendo degli spazi dove è più alta la concentrazione degli stessi.
La Dirigente scolastica dell'istituto Pertini ha voluto ringraziare la Fondazione dell'opportunità concessa a studenti e studentesse di misurarsi con il progetto e con un tema così acuto e ha voluto ringraziare la Provincia di Lucca e l'assessore Regoli per aver sollecitato la partecipazione.
Il dibattito vivace, gli spunti e le riflessioni degli intervenuti sono certamente elementi preziosi di cui i giovani terranno conto nell'approfondire il tema prima di martedì 13 maggio, quando gli studenti di Lucca, Viareggio e Castelnuovo Garfagnana saranno tutti ospiti della Provincia per il terzo incontro.
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Incontro con le giovani sentinelle della legalità del Petrocchi di Pistoia
Incontro con le giovani sentinelle della legalità del Petrocchi di Pistoia
Ultimo degli appuntamenti di questo secondo ciclo di incontri è quello con le Giovani sentinelle di Pistoia, giovedì 27 marzo. La classe terza del Liceo Petrocchi con il proprio insegnante, Nicola Ruganti, e la Fondazione sono stati accolti, nella sala dell'assessorato alla Cultura, dall'assessora comunale all'Istruzione, Elena Becheri, e da quello all'Istruzione della Provincia di Pistoia, Paolo Magnanensi.
Gli studenti presenti sono anche portavoce dei loro compagni e compagne che non hanno potuto partecipare perché impossibilitati a tornare a casa ad ora tarda per le difficoltà legate ai trasporti.
La Fondazione ha introdotto i lavori ricordando i progressi del progetto in questi cinque anni, dai temi di cui si sono occupati i giovani, sempre attenti e puntuali, alla diffusione del progetto in altre regioni d'Italia, segno di un crescente interesse nei confronti dei temi della cittadinanza attiva, alla ulteriore evoluzione di incontrare gli insegnanti delle scuole toscane che si occupano di educazione alla legalità nelle istituzioni scolastiche all'inizio del prossimo mese di aprile.
Un altro elemento da sottolineare è il ripetersi di temi analoghi, in scuole diverse, con il passare degli anni, ma anche il riprendere gli stessi temi dai compagni e dalle compagne più anziani. In particolare, il Liceo Petrocchi ha affrontato le questioni degli spazi scolastici, degli edifici, della loro adeguatezza ad ospitare studenti e studentesse, già agli esordi del progetto, perché da tempo la scuola ha problemi legati alla sua struttura inadeguata ad accogliere tutti gli studenti e le studentesse che vi si iscrivono. Né bisogna dimenticare l'altro bel contributo offerto dai giovani del Petrocchi in tema di acqua con un video divertente e “feroce”, tema ripreso per rammentare gli impegni dell'amministrazione comunale di Pistoia a ripubblicizzare l'acqua.
Impegno sempre valido da cui non deroga l'amministrazione comunale, ha confermato l'assessore Elena Becheri, che ha fatto riferimento al documento pubblico con il pronunciamento del Sindaco della città, ridando così fiducia a ragazzi e ragazze che avevano sollevato la questione due anni fa, e ai cittadini. E, più in generale, dando lustro alla politica che è arte, in questo caso delle promesse mantenute. Si conferma così in terra di Pistoia quell'orientamento di alcune amministrazioni favorevole a tenere fede agli orientamenti espressi dal referendum, che è poi nient'altro che rispettare le leggi.
Gli studenti e le studentesse hanno preso la parola per illustrare il proprio progetto. Gli spazi a scuola toccano da vicino la propria vita, in particolare mancano le aule, i laboratori sono insufficienti ad ospitare tutti gli studenti e le studentesse. Raccontano delle preoccupazioni ad inizio anno scolastico, delle difficoltà a trovare gli sgabelli o aule capienti. Per questa ragione hanno deciso di ricorrere all'ironia, al linguaggio pungente usato in altre occasioni per mettere a fuoco i problemi e richiedere interventi urgenti e idonei a consentire l'ordinato svolgimento delle lezioni.
Paolo Magnanensi ha voluto riprendere il filo della memoria intorno alla vicenda per aiutare i giovani a riannodare tutti i fili del ragionamento e individuare una soluzione. Cinque anni fa i compagni più grandi del Liceo avevano proposto di sondare la disponibilità degli spazi di una caserma, ormai dismessa, accanto alla scuola. Purtroppo, e con non poco ritardo, la proposta è stata rigettata. Incidentalmente ci chiediamo che cosa ne sarà di tutti questi spazi, disseminati in tutto il territorio nazionale, grandi contenitori di proprietà dello Stato che potrebbero essere utilizzati per scuole e per altri usi pubblici, ma che rimangono invariabilmente vuoti. Ricordando che la caserma è una proprietà pubblica e non del Ministero della Difesa! Ci chiediamo quali sono le ragioni per continuare a tenere chiusi e inutilizzati da decenni e più questi spazi?
L'assessore ha introdotto una ipotesi alternativa, individuato un altro edificio, un vero e proprio plesso scolastico vuoto che ha gli spazi adatti per aule e laboratori, che è di proprietà della Provincia e quindi senza aggravio di costi per l'affitto, non distante dalla sede centrale, che potrebbe risolvere i problemi. Ha promesso di contattare la Dirigente scolastica per giungere ad una soluzione condivisa.
Ha aggiunto che pur avendo la delega all'Istruzione non ha competenze in materia di edilizia e per questa ragione ha preso l'impegno di invitare il collega di Giunta, Mauro Mari, all'incontro di maggio, augurandosi di poter dare una risposta definitiva, anche in un momento di incertezza per quanto riguarda il passaggio legislativo legato alla trasformazione delle Province.
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Martedì 25 marzo le giovani sentinelle approdano negli istituti scolastici grossetani.
Le giovani sentinelle a Grosseto
Martedì 25 marzo le giovani sentinelle approdano negli istituti scolastici grossetani.
Alle ore 16.00 la sala consiliare del Comune di Grosseto era gremita di studenti, genitori ed insegnanti.
Protagonisti gli studenti dell’IIS Rosmini e Bianciardi, della Scuola Secondaria di primo grado G. Ungaretti, affiancati dalle preziose insegnanti: Katia Bartali, Sonia Boni, Laura Ciampini, Maria Elena Simoncelli.
I temi trattati: legalità e immigrazione, la figura di Peppino Impastato, le problematiche ambientali e il ciclo dei rifiuti.
La collaborazione fra la Fondazione Caponnetto ed il giornale per ragazzi Dubidoo ha inoltre permesso uno scambio diretto fra gli studenti grossetani e i loro colleghi della terra dei fuochi.
Apre l’incontro il Sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi che saluta la folta platea di ragazzi e genitori presenti.
Subito dopo la Fondazione illustra il percorso del progetto, le sue caratteristiche essenziali e l’ulteriore ampliamento a nuovi territori.
Arriva il momento delle scuole, inizia la scuola Secondaria di Primo grado G. Ungaretti guidata con professionalità e passione dalla professoressa Sonia Boni.
Ad aprire la fitta serie di interventi previsti è Chiara, che racconta dello scambio di corrispondenza intrapreso dalla sua scuola con i ragazzi che abitano nella terra dei fuochi per capire meglio le problematiche connesse a quella situazione e far sentire meno soli i loro colleghi.
Il confronto con gli studenti della terra dei fuochi ha aiutato i ragazzi grossetani a prendere coscienza del problema “rifiuti” ed a guardarsi intorno partendo dalla scuola per cercare di migliorare la situazione anche nella loro città.
Chiara rileva nella sua scuola una carenza di bidoni per la raccolta differenziata e prontamente ne fa richiesta al Sindaco.
Andrea ricorda il costante impegno che negli anni passati c’è stato nella sua scuola sulle tematiche legate alla legalità. Gli studenti si sono interessati alla lotta alle mafie approfondendo tra l’altro le figure di Falcone, Don Diana, Borsellino e Don Puglisi.
Nell’ottica di costruire un futuro migliore sono ora pronti ad impegnarsi nel migliorare la loro città e scelgono di chiedere al Sindaco la possibilità di dedicare uno spazio verde di Grosseto al progetto ‘Sentinelle della legalità’ nel quale piantare ogni anno un albero che porti il nome di una persona vittima di mafia.
E’ la volta dell’Istituto ‘A. Rosmini’ che attraverso la coordinatrice del progetto, professoressa Katia Bartali, illustra il motto con il quale i suoi studenti si sono approcciati al lavoro da svolgere: ‘Ripuliamo il mondo dall’illegalità!’.
E’ presente, dice la professoressa una ‘sporcizia generale’ intorno a noi, pensiamo alle baby squillo, alla problematica del bullismo, alla disattenzione ed alla mancata cura dell’ambiente.
Gli studenti del Rosmini quindi, hanno deciso di partire dalla quotidianità affrontando il tema ‘legalità e ambiente’.
Apre la serie di interventi Maria della 2A che è al secondo anno di partecipazione al progetto della Fondazione ed insieme alle sue compagne Mariateresa e Caterina comunicano alla platea che il loro lavoro sulla legalità si svilupperà attraverso tre percorsi.
Il punto di partenza è non dare niente per scontato, si affronterà la problematica delle baby squillo collegandola all’approfondimento dell’idea di donna nella società moderna; si tratterà l’argomento ‘legalità e ambiente’, si parlerà di testimoni di mafia e si promuoveranno incontri con persone che vivono in territori di mafia. A tale proposito si fa richiesta alla Fondazione di incontrare Angelo Corbo, il superstite della strage di Capaci.
Silvia dell’economico-sociale, parla dell’intenzione di realizzare un gemellaggio con Giugliano. Martina e Chiara della 1A si occupano di ambiente, scuola, raccolta differenziata e indagano sul perché a scuola non si faccia la raccolta differenziata.
Decidono di fare una sperimentazione della raccolta differenziata a scuola per una settimana e poi continuare chiedendo al Comune la fornitura dei materiali necessari.
Rebecca infine rivolgendosi al Sindaco, offre la disponibilità degli studenti a ripulire e recuperare uno spazio per la città.
L’assessore alla P.I. uscente Luca Ceccarelli ringrazia gli studenti per il lavoro svolto nell’ambito di questo progetto e ricollegandosi agli interventi di Chiara e Andrea sottolinea che ciò che ognuno di noi può fare nel proprio piccolo risulta essere se fatto da molti, importante ed incisivo. Alla base di tutto c’è il lavoro di ricerca delle fondamenta di quelle regole che conducono al rispetto della cosa pubblica e degli esseri umani ed il lavoro svolto dai ragazzi ricopre un’importanza fondamentale per gli amministratori, arricchisce la loro azione e li fa sentire supportati nella loro azione amministrativa.
La nuova assessore all’Istruzione, Giovanna Stellini ribadisce la volontà assoluta di continuare il percorso di formazione intrapreso dai ragazzi grazie al progetto della Fondazione Caponnetto. Ha apprezzato nei ragazzi la capacità di indignarsi in maniera propositiva, la volontà di impegnarsi insieme per migliorare le cose.
Gli interventi proseguono con il Polo Bianciardi, la prof.ssa Laura Ciampini ricorda il percorso fatto dagli studenti in questi anni di collaborazione con la Fondazione e l’impegno profuso per arrivare all’intitolazione di uno spazio a Peppino Impastato.
Quest’anno invece il tema scelto è: legalità e immigrazione.
Cristina, Luca, Monica, Daniel, Zaccaria, Alessandro raccontano la storia di Samira, una ragazza che ha perso la vita su un barcone insieme ad altre persone che come lei rincorrevano la speranza di una vita migliore.
La storia di Samira è stata illustrata anche attraverso la proiezione di diapositive.
Nell’ambito della festa della Toscana i ragazzi hanno approfondito le problematiche legate allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina e alla tratta di esseri umani, con il supporto della Fondazione, Amnesty, Unicef, Teatro studio, Emergency.
Chiude la giornata il Sindaco Emilio Bonifazi che risponde alle richieste degli studenti ed illustra le criticità legate allo smaltimento ed alla gestione del ciclo dei rifiuti.
Non sono le singole amministrazioni comunali che possono autonomamente decidere circa la programmazione e la gestione del ciclo dei rifiuti.
Nella città di Grosseto ci sono alcune zone nelle quali si fa raccolta differenziata, ce ne sono altre dove è partita la raccolta porta a porta.
Esiste un’isola ecologica dove i cittadini possono conferire gratuitamente i rifiuti speciali ma rileva con rammarico, che nonostante sia offerta questa possibilità ancora troppo pochi la sfruttano, preferendo abbandonare televisori, batterie, materassi ecc. fuori dai cassonetti.
L’Amministrazione provvede ai controlli attraverso l’istallazione di videocamere ed il reclutamento di agenti in borghese e volontari ma oltre la repressione è fondamentale una educazione dei cittadini al rispetto dell’ambiente.
Intervengono infine alcuni genitori i quali ribadiscono l’importanza di un progetto come questo che riesce a far interloquire giovani cittadini e amministratori sulla gestione e la valorizzazione della cosa pubblica, sottolineando la necessità che ‘l’input legale’ parta direttamente dai ragazzi che con atteggiamenti di lealtà, solidarietà e rispetto delle regole devono dare il buon esempio.
Dispiace l’assenza della Provincia che ospiterà il terzo incontro lunedì 12 maggio.
Marina Biagiotti
Referente Scuola Grosseto
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martedì 25 marzo 2014
Incontro con le giovani sentinelle di Agliana (PT)
Incontro con le giovani sentinelle di Agliana (PT)
Lunedì 24 marzo le Giovani sentinelle giungono ad Agliana per il secondo appuntamento. Nella Sala del Consiglio, la sindaca, Eleanna Ciampolini, l'assessore alla Legalità, Fabrizio Magazzini, e l'assessore provinciale all'Istruzione, Paolo Magnanensi, accolgono ragazzi e ragazze della terza e quarta classe dell'Istituto Capitini con il loro insegnante, Domenico Santagati. Con la Fondazione anche Michela Lo Cicero, referente della Fondazione in terra di Pistoia.
La Sindaca ha voluto ricordare ai giovani che nella sala si svolge l'attività del Consiglio comunale e ha sottolineato il valore della legalità quale elemento fondante dello stare insieme.
La Fondazione ha introdotto i lavori ringraziando amministratori e insegnanti che hanno dato un contributo di grande rilievo a questo percorso di cittadinanza, hanno dialogato e si sono confrontati con ragazzi e ragazze, hanno offerto un ottimo esempio di cosa significhi educare alla democrazia e alla cittadinanza. Ha aggiornato i giovani dei progressi del progetto che ha ormai da tempo varcato i confini regionali e si indirizza agli stessi insegnanti proponendo loro una mattinata di riflessione, all'inizio del mese di aprile, sul progetto stesso.
Ha preso la parola Leonardo per illustrare la questione del razzismo o, per dirla con le sue parole, di etnofobia, termine che spiega meglio le forme di intolleranza nei confronti degli stranieri.
Hanno molto lavorato e discusso fra di loro questi giovani prima di affrontare il tema. Come ha ricordato Domenico Santagati, che li ha guidati sollecitandoli e spronandoli ad essere severi e intransigenti con se stessi, innanzi tutto, se vogliono acquisire credibilità e autorevolezza su un tema così difficile e pieno di insidie. E loro non hanno voluto mancare l'appuntamento.
Hanno preparato un bel questionario, hanno intervistato i propri compagni e compagne di scuola, hanno approfondito la condizione degli immigrati nell'area pratese, dove la presenza di una cospicua comunità cinese è fonte di discussione che, talvolta, alimenta il sentimento di discriminazione razziale. In breve, un lavoro cospicuo e da concludere che proprio per questo motivo ha ricercato, in una maniera molto originale, l'interlocuzione con la Fondazione e con gli amministratori per arricchirsi, modificare, emendare ed esplorare altre ipotesi. Infatti, dopo aver illustrato con delle slide il loro questionario hanno invitato amministratori e Fondazione a rispondere, sia pure violando la regola dell'anonimato, fornendo così l'occasione del dibattito, che è stato ricco e schietto, per i molti suggerimenti e le osservazioni che i giovani hanno accettato con piacere, ma anche per aver precisato meglio il proprio pensiero e le proprie tesi.
Sono risultate molto stimolanti le riflessioni sull'etnofobia e su come si alimenta grazie al “lavoro dei media” e grazie ad una diffusa ignoranza, nel vero senso letterale di ignorare, dei dati numerici, in modo da ricondurre a ragionevolezza la paura diffusa dello straniero e dell'invasione dello straniero, sul razzismo e sui razzismi legati alle condizioni socio-economiche e culturali dello straniero, che hanno certamente stimolato studenti e studentesse a proseguire nella ricerca fino a maggio.
Per il loro lavoro sono debitori anche all'aiuto di Michela Lo Cicero, preziosa collaboratrice della Fondazione.
Con l'augurio che la ricerca continui proficua e intrigante come lo è stata finora ci siamo dati appuntamento in Provincia a Pistoia per il prossimo 14 maggio.
Sergio Tamborrino
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lunedì 24 marzo 2014
Le giovani sentinelle nel secondo appuntamento in Garfagnana
Le giovani sentinelle nel secondo appuntamento in Garfagnana
Le Giovani sentinelle ritornano in Garfagnana. Venerdì 21 marzo, primo giorno di primavera, nella sala del Comune di Castelnuovo Garfagnana intitolata a Luigi Suffredini, ragazze e ragazzi della classe terza ad indirizzo commerciale dell'ISI Simoni, accompagnati dal loro professore, Oscar Guidi, e dal Dirigente scolastico, prof. Carlo Popaiz, sono stati accolti dall'assessora all'Istruzione, Elena Picchetti, e dall'omologo della Provincia di Lucca, Mario Regoli, interlocutore attento e presente dei giovani in Lucchesia.
Dopo i saluti e l'introduzione della Fondazione, hanno preso la parola studenti e studentesse per illustrare il proprio progetto. Per esso si sono avvalsi di immagini per documentare lo stato di degrado degli edifici che sarebbero dovuti sorgere al posto dell'ex tessitura Valdiserchio.
La vicenda è esemplificatrice di molte analoghe. Terminata l'attività produttiva l'edificio di proprietà privata è stato acquisito per far sorgere al suo posto appartamenti, un centro commerciale, un parcheggio interrato, una biblioteca e un auditorium. Dopo aver realizzato parte delle strutture portanti, la ditta incaricata ha dichiarato fallimento, lasciando lo scheletro dell'edificio in uno stato di abbandono e di degrado che deturpa il paesaggio.
Proprio da questa situazione di abbandono ha preso il via la riflessione dei giovani di riqualificare l'area, confermando ancora una volta la loro capacità di uno sguardo attento sulla propria città, alla qualità del disegno urbano e degli spazi.
Elena Picchetti ha offerto a studenti e studentesse alcune precisazioni per meglio inquadrare il problema: la proprietà privata dell'edificio e la procedura fallimentare con la presenza di creditori allunga i tempi del curatore fallimentare nominato dal giudice; c’è un processo penale per abusi commessi nella costruzione delle strutture portanti. Il quadro è complicato ma l'amministrazione si è dichiarata disponibile a fornire informazioni e aiuti con i propri uffici tecnici.
La Fondazione ha apprezzato il lavoro dei giovani e li ha esortati, nello spirito del progetto, a chiedere aiuto e collaborazione ai propri compagni e compagne dell'indirizzo per geometri, che fa parte dello stesso istituto per meglio comprendere tutti gli aspetti tecnici del problema. Sollecitare la collaborazione di altre scuole è un passaggio significativo perché mette in gioco la capacità dei giovani di farsi portavoce di interessi generali, li spinge a varcare i confini della propria scuola e ad agire da cittadini responsabili, mobilità risorse intellettuali, capacità e favorisce il protagonismo. Infine ha richiamato tutti ad essere attenti, nel momento in cui il bene sarà ricollocato sul mercato, dopo la conclusione della vicenda giudiziaria, che non divenga oggetto di speculazione o ancora peggio non finisca in mani di organizzazioni mafiose!
Della collaborazione fra i ragazzi, del loro essere sentinelle ha parlato pure Mario Regoli nel suo appassionato intervento. Grazie al suo impegno le Giovani sentinelle hanno raggiunto nuove scuole e nuove città nella provincia di Lucca, non venendo mai meno al suo compito di sostenere e stimolare l'impegno dei ragazzi e delle ragazze affinché siano cittadini consapevoli.
Con il compito di conoscere meglio tutti gli aspetti della vicenda e con la promessa di coinvolgere i pari per uno scambio e un approfondimento dei problemi ci siamo dati appuntamento al prossimo martedì 13 maggio.
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“A Padova la primavera della memoria e dell’impegno”.
“A Padova la primavera della memoria e dell’impegno”.
21 marzo, Aula di Assise “Falcone-Borsellino” – Palazzo di Giustizia
Ho riflettuto poco prima di accingermi a scrivere il report per la giornata dedicata alla memoria e all’impegno. O forse avevo tutto in mente da un po’.
Penso che questa potrebbe essere la lettera da destinare ai ragazzi che non vogliono veder morire i propri sogni.
E disegno fiori e stelle sul libro “Liberi tutti”, che ho portato con me questa mattina e che poggio sul banco vuoto di un pubblico ministero. E rileggo alcuni passi ancora una volta.
Qui, nell’aula del Tribunale di Padova intitolata ai giudici “Falcone e Borsellino”, guardo il disegno del volto del Giudice Caponnetto che i ragazzi del coordinamento provinciale di Libera stanno sistemando al banco dei Giudici e leggo ancora: “Rappresento l’Antimafia che agisce contro i crimini, l’Antimafia della repressione, ma ho bisogno dell’Antimafia della speranza, del consenso e dell’impegno di tutti voi” (Piero Grasso cit.)
Mi risuonano le voci che ho ascoltato negli ultimi giorni: ma come si fa a sperare quando sui quotidiani leggi di un’antimafia fine a se stessa (quando non corrotta), di un’antimafia fatta di troppi consessi pubblici e belle parole, talvolta distratta e disimpegnata a realizzare, a costruire. E ti ricordi di quell’altra Antimafia, quella delle operazioni di polizia, del coordinamento e del “vis unita fortior”, oggi depauperata di uomini e mezzi. Ma come si fa a vivere in un paese di uomini e donne disilluse, tutti disincantati, senza essere ogni giorno costretti a sforzarsi di sorridere, a inventarsi la vita, a cercare di dare ossigeno a progetti multidisciplinari, a incitare ad un maggiore rigore morale, mentre intorno aleggia l’inerzia della morale?
Corre prepotente quell’impulso di gridare al mondo tutta l’indignazione possibile per un Paese che sembra non riservare sorprese, se non quando arrivano quelle agghiaccianti e cruenti, e ti trafiggono il cuore; come la notizia di qualche giorno fa, di poche ore fa: la mafia ha ucciso ancora bambini.
E allora lo sguardo lo rivolgo alle mie spalle, quando brusìi accompagnano l’ingresso in aula di 140 studenti degli Istituti scolastici di secondo grado di Venezia, Padova e provincia. Ci sono proprio tutti: l’Algarotti di Venezia, il Marchesi, il Valle, l’Einaudi Gramsci, il Cornaro di Padova, il Galilei di Selvazzano Dentro. Tutti ordinati, insieme ai loro insegnanti, i professori Antonio Bincoletto, Gabriele Toso, Maria Rosaria Putignano, Cinzia Noventa, Marta Carpanese, si sono fissati appuntamento alle 9.00 presso il luogo dove la Giustizia è amministrata.
E sorrido finalmente. In un attimo l’aula si è riempita e in fondo ad essa, sui banchi del collegio e dei giudici popolari, proprio all’altezza di quella Giustizia uguale per tutti, sono proiettate immagini e nomi di tutte le vittime di mafia, così com’è nella tradizione dell’Associazione Libera. Mai visti così emozionati magistrati e avvocati.
A introdurre: Valerio Cataldi, giornalista del TG 2. Premiato quest’anno da Articolo 21 come “inviato serio e sempre rigoroso nell’accertamento dei fatti e delle fonti, un cronista attendibile che nulla concede al sensazionalismo e al colpo ad effetto”.
Valerio che scrive storie di pescatori e naufraghi salvati dal mare e imprigionati a Lampedusa; di Rose –giovane nigeriana- che affiora dall’oceano; scrive di ragazzi con la pistola, quelli di Scampia; quelli che se parli di rispetto di piccole regole e dell’obbligo di indossare il casco, ti rispondono “Ma io nu voglio murì accis”. Valerio ci raggiunge perché forse questa storia, la nostra storia, deve essere raccontata.
Ed inizia così la nostra primavera dell’accoglienza e dell’ascolto a Padova; la nostra primavera della conoscenza.
IL BENVENUTO
Con i saluti del presidente del Tribunale Sergio FUSARO e del Giudice Domenica GAMBARDELLA, alla presenza del Presidente della sezione penale di Corte di Assise dott. Alessandro APOSTOLI CAPPELLO, del Pubblico Ministero Vartan GIACOMELLI e di tanti avvocati, cancellieri e operatori della Giustizia, il palazzo di Giustizia per mezza giornata si trasforma. Si spogliano per qualche minuto della toga; quella veste nobile e tradizionale indossata nei dibattiti processuali; simbolo dell’alta funzione sociale, intellettuale e morale che sono chiamati a svolgere gli uomini e le donne di questo palazzo. E lo fanno per accogliere loro: i privilegiati studenti di Padova e Venezia. Più volte la dottoressa Gambardella ha affermato che i giovani hanno bisogno di essere guidati amorevolmente verso le scelte più giuste. Per questo motivo il palazzo di Giustizia di Padova oggi diventa un spazio d’indagine della vita pubblica che può educare all’esercizio delle virtù civili.
Il Vice Questore della Polizia di Stato dott.ssa Sara CORBASCIO, Responsabile dell’Ufficio Personale e delegata del Questore di Padova dott. Ignazio Coccìa, presenta ai ragazzi le iniziative del Dipartimento di Pubblica Sicurezza in materia di legalità, parla della necessità di sollecitare sempre più la costruzione di ambiti multidisciplinari, condivisi tra Istituzioni apparentemente distanti come la Scuola e la Polizia. Racconta di laboratori di cittadinanza attiva e partecipata ma riporta anche alla memoria la sua professione di poliziotto in terra di Calabria. E scopriamo così un funzionario forte, determinato nel ruolo che ogni giorno è chiamato a svolgere; eppure i ragazzi vanno oltre quella divisa, non notano la 92 parabellum portata sul fianco, perché non è quella che fa la differenza, e la chiamano solo Sara.
LA MEMORIA
Valerio Cataldi invita così i rappresentanti dei due partner che hanno realizzato l’evento: La Fondazione Antonino Caponnetto e il Presidio Silvia Ruotolo, accogliendo dal coordinamento provinciale di Libera Vittoria DE LUTIIS, giovane referente del Presidio Silvia Ruotolo. Vittoria presenta le attività di Libera previste sul territorio nazionale, parla dell’incontro voluto da Don Ciotti tra i familiari delle vittime di mafia e Papa Francesco, del viaggio a Latina e informa sui laboratori creativi in corso presso l’Istituto Marchesi di Padova: hanno inventato il gioco del Monopoli sui beni confiscati. Sollecitata ed emozionata, espone i profondi motivi di questa collaborazione che vede protagoniste le istituzioni, le Forze di Polizia e i giovani: “Non è raro sentire qualcuno che neghi la presenza del fenomeno mafioso al Nord, come ad esempio in Veneto, ed è qui che occorre cambiare, dirlo ai ragazzi. Lavorare sul territorio significa incontrare ostacoli e non sempre essere si è compresi appieno; il mondo dell'associazionismo, che pure è complesso, dà soddisfazione quando vedi questa platea, questi studenti che ringraziamo, in un'aula di tribunale, attenti per imparare e successivamente per testimoniare insieme a tutti noi". Pochi sanno che alcuni di questi ragazzi hanno deciso di partire stanotte per Latina, per raggiungere gli altri amici e non mancare all’appuntamento.
Tocca a Renato SCALIA, membro della Fondazione Antonino Caponnetto, portare alla platea i saluti della Fondazione tutta e di nonna Betta Caponnetto. Renato ci racconta il proprio riscatto sociale, di ragazzo di periferia. Viene da un quartiere difficile Renato: Centocelle. Qualche suo compagno di giochi poteva essere collegato alla banda della Magliana; il bar sotto la sua abitazione era frequentato da quei criminali che hanno ridotto un quartiere di Roma alla Chicago degli anni 30, consorterie dedite al traffico di droga, prostituzione, rapine; racconta della sua scelta di stare dall’altra parte, dell’intensa esperienza di poliziotto dell’Antimafia e dell’impegno assunto da qualche anno nelle attività della Fondazione Caponnetto. Spiega agli studenti il Progetto I Giovani Sentinelle della Legalità, promosso dalla Fondazione e che da quest’anno è partito anche in alcune scuole del Veneto. Ricorda che in sala sono presenti le rappresentanze di due degli Istituti coinvolti: l’Istituto Algarotti di Venezia con i docenti: Giusi Sazio e Domenico Roccaforte, e il Liceo Galileo Galilei di Selvazzano Dentro con il prof. Giovanni Aliberti.
Segue, attraverso un collegamento telefonico, un’intervista esclusiva a Maggie RUOTOLO, giovane figlia di Rocco Ruotolo, testimone di giustizia. Con il contributo della testimonianza resa da questo piccolo imprenditore, è stato smantellato un gruppo camorristico di origine campana, che si era stabilito nel cuore del Veneto per impossessarsi di centinaia di aziende in difficoltà. La ragazza e la sua famiglia dal 2011 vivono sotto protezione dello Stato.
Come hai vissuto questa esperienza e com’è la tua vita oggi, Maggie? Chiede Valerio Cataldi.
Dico a me stessa: sarà un racconto già noto, una strada che ho battuto con la memoria più volte; eppure trovo in quelle parole di giovane donna una nuova apertura mentale. Valerio ascolta in religioso silenzio, in Aula c’è quiete. Perché stavolta non c’è il silenzio omertoso dei processi di mafia, è un silenzio confortante e accogliente. E’ il silenzio di giovani coscienze, che ricercano la bellezza, la verità. Valerio Cataldi non cerca la storia ad ogni costo e lascia che sia Maggie a mettersi in gioco; Maggie che dimentica in qualche passo del suo discorso i suoi sogni e le speranze di giovane studentessa e ci regala così il suo dolore. Maggie che afferma che le era quasi impossibile credere a una storia di mafia vissuta nel ricco Nord-Est.
Volgo di nuovo lo sguardo alla platea; forse mi sbaglio, traspare una commozione che poco combacia con l’immagine di giovani choosy!
Valerio chiama accanto a sé Benny CALASANZIO, giovanissimo scrittore. Benny è il nipote di Paolo e Giuseppe BORSELLINO, imprenditori siciliani del calcestruzzo, vittime di mafia proprio per essersi ribellati; solo omonimi del giudice, che per scelta della mafia devono morire proprio quel lontano 1992. Che scherzi crudeli a volte ti riserva il destino, quando rischi di vederti scippare anche la memoria dei tuoi morti! Benny è autore del libro, appena pubblicato: 'Abbiamo vinto noi', è la vita di Ignazio Cutrò, imprenditore calabrese che ha detto NO alla mafia (Ed. Melampo). Un libro che Benny non ha mai definito un romanzo, e forse ha proprio ragione: è la storia di questo martoriato paese; di un uomo –e di tanti altri- che si è ritrovato a urlare prima ancora che contro la mafia, contro lo Stato o, almeno, contro alcuni che affermavano di rappresentarlo. Benny non ha paura; Benny ha il coraggio di urlare i nomi di mafiosi che hanno sporcato le terre del Nord; proprio qui, dove imprenditori si sono negati il diritto di costituirsi parte civile.
Dopo una breve pausa ripartiamo con la sessione dedicata all’impegno. E’ questo il momento in cui abbiamo voluto affermare ancora una volta: Cosa significa Legalità partecipata, cittadinanza attiva? E come avviare processi interattivi di prevenzione del sociale mafioso?
L’IMPEGNO
In sostituzione di Marco MASCIA, Direttore del Centro interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell’Università di Padova è presente la Prof. Paola DEGANI, ricercatrice dell’Università patavina, docente di Politiche pubbliche e Diritti Umani. Dal 2003 al 2009, è stata nomina dal Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza formatrice presso i Reparti Mobili della Polizia di Stato. Alla prof. DEGANI le è stata assegnata la cattedra di Deontologia professionale, tutela dei diritti costituzionali e dei diritti umani, con particolare riguardo alla problematica del ruolo della Polizia nella prevenzione delle violazioni dei diritti umani (discriminazione razziale ) e nella promozione del loro rispetto. Paola DEGANI racconta l’esperienza che vive da cinque anni con la Questura di Padova, avendo la stessa avviato –attraverso un protocollo d’intesa- con il Centro Diritti Umani incontri informativi e formativi comuni tra studenti e poliziotti in materia di Diritti Umani. Incontri che si sono tenuti proprio nell’aula magna dello storico Reparto Mobile di Padova. Espone anche le criticità emerse in questi anni, rilevando che un’Istituzione deve essere in grado di riflettere e di migliorarsi anche sulle difficoltà e auspica che in un prossimo futuro il protocollo d’intesa possa rinnovarsi con nuovi e moderni indirizzi d’informazione e formazione.
Con Paola DEGANI è presente Ines TESTONI, prof. associato dell’Università di Padova, Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata. Direttrice del Corso di Alta Formazione per la Prevenzione del Sociale mafioso avviato nell’anno accademico 2012-2013 che ha visto alternarsi Nando dalla Chiesa, Enzo Ciconte, Luciano Violante e tanti altri. Studiosa del fenomeno mafioso ha rivolto la sua attenzione negli ultimi anni alla creazione di ambiti relazionali, gruppi interattivi tra Istituzioni pubbliche, enti creditizi, Forze di Polizia. per la ricerca di un metodo condiviso e condivisibile di lotta alle mafie. Ha parlato di crisi dei valori nella società moderna di gestione della fiducia, fino a porre una seria riflessione sui legami “amicali e/o parentali” che per troppe volte hanno inciso nella costruzione sociale dei valori democratici e della legalità (fino a corromperli)
La Fondazione Caponnetto, per chiudere la giornata ha voluto che fosse Dario MEINI, giovane collaboratore della Fondazione e nipote di Antonino Caponnetto. Dario ha presentato un profilo di Nino Caponnetto diverso da quello che conosciamo. Un uomo: nonno Nino che Dario da bambino non riusciva “a sentire interamente suo”; racconta dell’impegno e del rigore di un magistrato prima e di un nonno impegnato nelle scuole poi, a contatto diretto con i giovani che amava indicare come “sentinelle della Legalità”. La voce di Dario è ferma e decisa quando afferma: “Le organizzazioni mafiose temono più la scuola, l’istruzione, il confronto, non gli apparati preposti alla loro repressione!” e invita i giovani studenti a fare rete, a inventarsi spazi condivisibili perché aggiunge “siamo noi, è questa società che non riesce a realizzare gruppi positivi e permette alle mafie di annidarsi sulle nostre debolezze”. Che emozione quando, guardando negli occhi i ragazzi, chiude il suo intervento con i versi di “Conosco delle barche” (Jacques Brèl): “Conosco delle barche che tornano in porto lacerate dappertutto, ma più coraggiose e più forti. Conosco delle barche straboccanti di sole perché hanno condiviso anni meravigliosi. Conosco delle barche che tornano sempre quando hanno navigato. Fino al loro ultimo giorno, e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti perché hanno un cuore a misura di oceano.”
Arriva quasi di corsa l’attore Sebastiano Lo Monaco e qualcuno tra i ragazzi lo riconosce.
Sebastiano Lo Monaco, proprio sul fine settimana dedicato alla memoria e all’impegno, con Mariangela D’abbraccio e Turi Moricca, porta in scena al Teatro Comunale Mario del Monaco di Treviso lo spettacolo DOPO IL SILENZIO, con la regia di Alessio Pizzech, tratto dal Libro “Liberi Tutti” di Piero Grasso. Un testo scritto in collaborazione con Grasso da uno dei più bravi drammaturghi italiani Francesco Niccolini.
Lo Monaco ha voluto essere presente in questa giornata di commemorazione importante, proprio per il legame che ha con il mondo dell’associazionismo e ci regala uno dei passi più toccanti del primo spettacolo tratto dal libro di Grasso: “Per non morire di mafia”; tira dalla tasca dei pantaloni un accendino, simbolo di un legame forte tra Giovanni Falcone e Pietro Grasso e con lui ripercorriamo –in maniera diversa- un pezzo di storia attraverso la nobile arte del Teatro.
Le conclusioni giungono da Valerio Cataldi che prima dei saluti di commiato chiede alla direttrice del Coro del Tribunale di Padova, avv.to Stefania Martin, di presentare ogni singolo elemento e i brani preparati.
Con le note di The sound of silence (P. Simon e Garfunkel) si chiude così una storia collettiva di uomini e donne, operatori della Giustizia, studenti e professori, giornalisti e attori, che celebrando coloro che non ci sono più in un’aula di Tribunale, hanno opposto a una subcultura sanguinaria, fatta d’ignoranza, corruttèla e sopraffazione, una forza civile che sceglie la strada della conoscenza e del sapere come percorso verso uno Stato di diritto e di piena legalità.
Fuori dall’Aula del Tribunale, saluto i ragazzi del Presidio Silvia Ruotolo: Lorenzo il nostro simpatico tecnico-informatico, Matteo, Francesca, Eleonora, Vittoria, Aurora, Clara, Giulia, Carlo, Lorenzo, Diego, Claudia, Marianna, Elisa, Gioele, Francesco… e mi accorgo che Padova è avvolta in un abbraccio di tiepido sole.
Licia Serpico
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venerdì 21 marzo 2014
LE GIOVANI SENTINELLE DI AREZZO
LE GIOVANI SENTINELLE DI AREZZO
Giovedì 20 marzo, le Giovani sentinelle del Liceo artistico Piero della Francesca di Arezzo si sono ritrovate nella bella Sala del Consiglio comunale, piena di ragazzi e ragazze del Comitato studentesco e dei genitori. Con loro gli insegnanti, Daria Meazzini e Agostino Fabbri, Grandi contemporanei accanto a quelli raffigurati nella Sala dei Grandi, come sono stati definiti lo scorso anno alla fine del progetto, e autentici maestri, e Luciano Tagliaferri, Dirigente scolastico, sempre pronto a sostenere con parole e fatti, e con grande discrezione, il lavoro dei suoi docenti e dei suoi giovani, condividendo il tema “difficile” scelto dai ragazzi: il bullismo omofobico. Nello spirito più pieno del progetto e nel rispetto più stringente del dettato costituzionale che assegna alla scuola il compito di formare cittadini liberi e responsabili, studenti e studentesse si sono occupati di una questione “spinosa” per la quale hanno organizzato degli incontri di approfondimento con il presidente di Arci Gay e Lesbica, Cristina Betti, con Fabio Pasquale, educatore e membro dell'associazione Make peace, e Stefano Silvestri, regista.
Presenti Francesco Romizi, assessore comunale alle Politiche giovanili e alla legalità, e Mariella Ricci, vicepresidente della Provincia con delega all'Istruzione.
Dopo il saluto introduttivo della Fondazione, gli insegnanti hanno introdotto il progetto prima dell'intervento di Camilla che ha illustrato come si è giunti alla scelta del tema, sollecitati anche dalle notizie di episodi di bullismo legato all'orientamento sessuale che abbiamo letto sui giornali e sui social network. Ilaria si è soffermata sull'assemblea con l'associazione Make peace che ha coinvolto altre scuole della città, assemblea che aveva l'obiettivo di far prendere posizione a ciascuno e ciascuna, di assumersi delle responsabilità e non rimanere passivi a guardare gli eventi.
È stato poi proiettato un video che i giovani hanno ideato, prodotto e realizzato con interviste, fra le quali anche una alla mamma di un ragazzo morto a seguito di violenza omofobica.
Fabio Pasquale ha lanciato l'invito ai ragazzi e alle ragazze ad agire e ha fatto riferimento ai numerosi esempi di buoni comportamenti e di buone pratiche ormai diffuse in tante parti del mondo e ai livelli più diversi, per favorire il rispetto della diversità, delle scelte di chi sta accanto, della dignità di ogni uomo e donna.
Grazie a delle slide, puntuali e curate, hanno distribuito un questionario a 740 soggetti, 470 giovani e i restanti adulti, per sondare quanti avessero amici o amiche omosessuali, quali idee avessero dell'omosessualità e delle espressioni di affetto o dei propri sentimenti fra omosessuali. Dal confronto dei dati, in modo singolare è emerso che fra gli adulti vi fossero più rispetto e comprensione che fra i giovani.
Cristina Betti ha parlato dell’ incontro avuto con ragazzi e ragazze nella scuola per spiegare i diversi orientamenti, i comportamenti, gli stereotipi di cui sono vittime i cittadini che generano tanti pregiudizi e chiusure.
Stefano Silvestri che lavora ad un cortometraggio commissionatogli dalla Regione Toscana sui temi dell'omofobia, del bullismo ha invitato i ragazzi a produrre dei materiali anche grazie ai telefonini.
A conclusione dei lavori della scuola il Dirigente scolastico ha voluto ringraziare insegnanti e ragazzi del lavoro fatto, orgoglioso di quanto la sua scuola e i suoi insegnanti hanno prodotto negli anni, sentendosi quasi a capo di una ciurma che ha ben in vista il porto a cui approdare.
Giunti al quinto anno, con il susseguirsi di progetti interessanti e stimolanti, dai temi mai scontati e difficili, attenta alle emergenze dei nostri tempi, la scuola di Arezzo è un esempio di cosa sia la buona scuola, di cosa sia la formazione del cittadino secondo il dettato costituzionale, di come si possa fare scuola coinvolgendo i giovani e facendoli appassionare ai temi che ci riguardano come polis, confortando la Fondazione nella sua intuizione originaria relativamente al progetto e relativamente alla nostra convinzione di quanto sia fondamentale l'educazione civica, l'insegnamento della nostra Costituzione e la formazione alla cittadinanza.
La parola è poi passata alla politica, alla buona politica, quella capace di ascoltare e interloquire con i cittadini. Mariella Ricci presenza costante e attenta dei nostri appuntamenti, ha difeso la diversità e il diritto di ciascuno all'affettività senza barriere e stereotipi sessuali. Come medico si è soffermata su quel luogo comune cui aveva fatto riferimento Cristina Betti che considera l’omosessualità come una malattia mentre, è solo un orientamento.
Francesco Romizi ha voluto raccontato della sua esperienza di assessore ha sottolineato il ruolo della buona politica per elaborare modelli di comportamento rispettosi della diversità e coerenti con i valori della nostra Costituzione.
La Fondazione ha concluso ringraziando tutti per averci regalato delle emozioni forti grazie allo studio e all'approfondimento e ha voluto sottolineare come buona scuola e buon governo sono ingredienti essenziali per avere di più, per rendere migliore la nostra condizione, e per far emergere con sempre maggiore nettezza la domanda: io che cosa posso fare.
Con tutti ci siamo dati appuntamento a martedì 20 maggio con la promessa di pensare a quali azioni sono da mettere in cantiere per sensibilizzare la comunità scolastica e cittadina.
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giovedì 20 marzo 2014
Giovani sentinelle in terra di Siena. Poggibonsi.
Giovani sentinelle in terra di Siena. Nella bella sala SET accanto al teatro Politeama di Poggibonsi ragazze e ragazzi della classe quinta della scuola primaria Vittorio Veneto e quelli della seconda media del plesso Marmocchi sono state accolti dall'assessora comunale all'Istruzione, Serena Cortecci, che li ha salutati anche a nome dell'omologa alla Provincia, Simonetta Pellegrini, assente per malattia, esprimendo soddisfazione per la partecipazione dei più giovani scolari.
La Fondazione ha introdotto i lavori elogiando le giovani sentinelle di Poggibonsi per lo straordinario impegno profuso nel lavoro, ha ringraziato le insegnanti per la passione con cui guidano i giovani e per l'impegno con il quale contribuiscono allo sviluppo del progetto, ha illustrato brevemente il progetto ai genitori presenti e poi ha lasciato lo spazio a studenti e studentesse, a scolari e scolare.
Hanno rotto il ghiaccio con una breve introduzione Alessandra, studentessa della scuola media, e Alice, scolara, che hanno illustrato i temi scelti. I più piccoli hanno deciso di occuparsi di spazi per loro, degli spazi per il gioco, per attività libere e non legate ad altro che al piacere e allo svago, come ad esempio la stanza del silenzio che loro hanno pensato e colorato con un arredo essenziale, senza ricorrere a spese o a lavori gravosi, esperienza che si può riproporre, grazie a piccoli interventi, che avrebbero l'effetto di rendere più gradevoli e accattivanti i luoghi.
Vivere la scuola è il titolo del progetto di quelli delle medie che hanno parlato della propria scuola, ospitata in un edificio storico, che deve essere sempre più accogliente e inclusiva. Può diventare luogo per attività extra scolastiche, ad esempio promuovere laboratori di manualità, ricorrendo all'aiuto e alla collaborazione dei nonni e dei genitori che possono essere protagonisti della memoria delle tradizioni e di competenze e pratiche che rischiano di essere disperse. Per questo motivo l'aiuto degli adulti è fondamentale, e questo aspetto lo ha pure sottolineato la Dirigente scolastica, prof.ssa Manuela Becattelli, augurandosi che vi sia disponibilità ad accompagnare ragazzi e ragazze in questo percorso.
Inoltre c'è un bel cortile che abbisogna di manutenzione per renderlo vivibile e fruibile, dove poter giocare e trascorrere il tempo libero, ma dove è possibile fare lezione all'aperto.
L'insegnante Silvia Cortigiani ha voluto sottolineare il grande impegno, la passione dei giovanissimi nell'elaborare e, insieme, la loro domanda accorata: ma riusciremo ad avere questo spazio?
Ora questi ragazzi e ragazze hanno lanciato un sasso nello stagno e attendono delle risposte, che ci sia un confronto, una discussione franca, e la loro voce si unisce a quella di tanti altri - a Massa, a Prato, a Viareggio, a Pontedera - che in questi anni, ripetutamente, hanno posto al centro dei loro progetti la questione dello spazio per loro, per attività libere e gratuite, elemento questo ultimo che abbiamo sentito ripetere e che ci conforta nella convinzione che questi ragazzi e queste ragazze esprimono un forte senso civico.
Serena Cortecci ha ricordato quanto sia difficile continuare a garantire le ricchezze della nostra scuola pubblica, perché la crisi riduce drasticamente le risorse, ma l'amministrazione comunale ha voluto tenere aperta la porta del dialogo e del confronto, lo scorso anno con l'intitolazione dei giardini a Falcone, Borsellino e le altre vittime delle due stragi, quest'anno aprendo alla Città dei ragazzi la discussione sul Piano strutturale, cioè al disegno futuro di Poggibonsi con le osservazioni anche dei cittadini più giovani.
Le attività laboratoriali possono essere previste all'interno di una collaborazione stretta fra scuola e amministrazione pubblica, come è facile pensare che dare il via ad una attività produrrà effetti benefici nella scuola perché moltiplica le occasioni di incontro, di impegno, di svago fuori da circuiti consumistici e da luoghi che offrono gioco d'azzardo o altre “tentazioni”.
La Fondazione ha invitato ragazzi e ragazze a non desiste dall'impegno a tenere fede ai valori di cittadinanza, chiedendo di incontrare chi governa la cosa pubblica e affinché Sindaco e gli assessori in carica trasmettano ai nuovi, che saranno eletti dopo le elezioni amministrative di maggio, l'impegno ad occuparsi degli spazi per i giovani.
Con tutti ci siamo dati appuntamento per giovedì 8 maggio.
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INCONTRO CON GLI STUDENTI DI VOLTERRA
INCONTRO CON GLI STUDENTI DI VOLTERRA
Mercoledì 19 marzo le Giovani sentinelle giungono a Volterra, al Liceo Carducci, giovani che meritano innanzitutto l'elogio per il loro impegno e senso civico. Infatti abbiamo anticipato l'incontro, a seguito di una loro richiesta, per far fronte ai disagi dello sciopero dei trasporti. Molti vengono da fuori città, ma si sono organizzati per essere presenti per tutta la durata dell'incontro.
Dopo il saluto dell'assessora comunale all'Istruzione, Lilia Silvi, nell'introdurre il confronto, la Fondazione ha voluto ringraziare gli insegnanti e la scuola per il loro lavoro che contribuisce al successo del progetto e mette in rilievo il valore e l'eccellenza della nostra scuola.
Hanno aperto i ragazzi del Liceo che hanno prodotto un video ideato, girato e montato da loro con testi e musiche prodotte da loro stessi sulle ferite di questa città colpita da 52 frane dovute alle piogge di questo inverno. Dopo il crollo di un pezzo di mura di cinta della città, ragazzi e ragazze si sono ritrovati e hanno deciso di produrre del materiale audiovisivo per raccogliere fondi da destinare alla ricostruzione. Ci riempie di orgoglio la passione civile di questi giovani che, grazie al progetto, hanno deciso di impegnarsi per l'integrità della propria città, mettendo in gioco passione, competenza, desiderio di essere protagonisti e cittadini attivi, rinnovando quella tradizione di volontariato e di cura di cui la Toscana è maestra.
Oltre al filmato hanno deciso di ricercare usi, costumi e modi di dire raccogliendoli in un volume che servirà sempre a finanziare la ricostruzione.
È toccato poi a quelli dell'Artistico che si è occupato del sottopasso che porta in città, molto degradato, dove filtra l'acqua, pieno di scritte sui muri, chiedendo dei lavori di risanamento strutturale e bandire un concorso per decorarlo, concorso aperto anche a studenti e studentesse del Liceo Artistico. Propongono di anticipare al visitatore le bellezze più significative della città all'interno, raffigurandole in questo corridoio.
Come già ad Arezzo, anche qui a Volterra erano presenti delegazioni dei diversi indirizzi del Liceo per ampliare il fronte di coloro che sono interessati dal progetto, e il nostro augurio e che gli esiti siano analoghi a quelli di Arezzo.
Inoltre i temi scelti, apparentemente differenti e distanti hanno la radice comune di salvaguardia, cura e difesa delle bellezze e della memoria della città. Questo intento è lodevole e coerente con l'indicazione della Fondazione di sceglier un tema solo di cui occuparsi, scelta che è esercizio di democrazia e cittadinanza. Ed è ancor più encomiabile perché i due gruppi frequentano plessi differenti e hanno difficoltà a trovarsi insieme, come è emerso nel progetto dello scorso anno, e ribadito quest'anno, quando hanno richiesto uno spazio per le assemblee di istituto. Con piacere abbiamo appreso che il problema è in via di soluzione e contribuirà certamente a migliorare la vita scolastica e il confronto fra giovani.
Miriam Celoni, assessore provinciale all'Istruzione, si è rivolta a loro con grande passione e attenzione apprezzando il loro impegno sociale e di volontariato e ha voluto sottolineare questo loro impegno con il termine di generosità di ragazze e ragazzi, che hanno scelto di occuparsi del benessere comune convinti che la condizione di ciascuno è strettamente legata a quella degli altri, proprio come nel caso della libertà, che non termina quando inizia quella dell'altro, ma finisce nel momento in cui finisce quella dell'altro.
Lilia Silvi ha ringraziato insegnanti e ragazzi e ha preso l'impegno di portare all'attenzione del Consiglio comunale il ripristino delle condizioni del sottopasso e ha ringraziato i giovani per la loro sensibilità e la capacità di suscitare attenzione e interesse per la vicenda di Volterra, patrimonio universale, che racchiude nelle sue vicende la storia dell'Uomo.
Con i giovani di Cascina saremo ospiti della Provincia di Pisa il prossimo 28 maggio.
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mercoledì 19 marzo 2014
INCONTRO CON LE GIOVANI SENTINELLE DI MONSUMMANO TERME (PT)
INCONTRO CON LE GIOVANI SENTINELLE DI MONSUMMANO TERME (PT)
Le Giovani Sentinelle giungono in terra di Pistoia, a Monsummano. Ragazze e ragazzi di prima, seconda e terza E della scuola media Giusti Gramsci insieme alle insegnanti e la Fondazione sono ospiti nella sala delle riunioni adiacente al teatro intitolato a Yves Montand. Studenti e studentesse erano già presenti al nostro arrivo e con le insegnanti, Benedetta Bartolomucce e Delia Dami erano intenti a provare i loro discorsi.
Via via la sala si è riempita dei loro compagni e compagne, di tantissimi genitori e cittadini. Il sindaco, Rinaldo Vanni, il presidente del Consiglio comunale, Antonio Iglio, e Paolo Magnanensi, assessore provinciale all'Istruzione, presente a tutti gli incontri del progetto sin dai suoi esordi, hanno salutato i giovani e poi la Fondazione ha aperto i lavori dando la parola ai giovani.
Hanno precisato subito che si sono divisi in due gruppi: il primo che si occupa del Padule e sono guidati dalla professoressa Bartolomucce, l'altro ha ripreso il tema dello scorso anno riguardo gli spazi verdi.
Nel riproporlo emerge con chiarezza la tenacia e la decisione di non lasciar perdere quanto hanno portato all’attenzione lo scorso anno: una grande lezione per grande e piccini! Pur consapevoli delle difficoltà a reperire le risorse necessarie, come ci ha ricordato Giusi, si sono riproposti di individuare nel giardino del loro istituto un'area nella quale poter realizzare un giardino astronomico e questa prima mossa ha riscosso non pochi apprezzamenti. Hanno proseguito Sara, che ha ricordato come il 7 maggio 2013, quando è terminato il loro primo progetto Sentinelle, tutti si sono ripromessi di prendersi cura di alcuni giardini, e di rendere adatto e accogliente quello della loro scuola per farne il Giardino del sole. Valentina Giuliana e Raffaele si sono dilungati ad illustrarne le caratteristiche. Il parco astronomico avrà la funzione di divulgare astronomia e scienze con semplici strumenti e questa attività avrà un indubbio compito di arricchimento culturale per giovani e adulti. In questa opera è importante il contributo offerto dall'associazione Astrofili della Valdinievole. In particolare grazie all'aiuto di Alberto Suci, presidente dell'associazione, è stato possibile progettarlo.
Durante l'anno scolastico si sono svolti alcuni incontri con astrofili, Dirigente scolastico, insegnanti e Sindaco per mettere a punto la propria proposta. Alla fine, Raffaele illustra i modellini preparati con le loro caratteristiche e le loro funzioni. Alberto Suci, ha ulteriormente chiarito il progetto che serve a spiegare come vediamo il Sole dalla Terra nelle varie stagioni dell'anno grazie all’uso di questi strumenti.
È toccato poi a quelli più grandi di seconda e di terza che hanno introdotto un video, bellissimo e girato con padronanza del mezzo da fare invidia ad una agenzia turistica, con il quale hanno raccontato il Padule, questo esteso spazio di origine paludosa che lambisce il territorio comunale,
parco naturale ed ecosistema da salvaguardare, luogo straordinario della biodiversità, elemento quest'ultimo che spesso sfugge ai profani per la sua importanza della vita stessa, mentre hanno rilevato grazie alle foto che in alcune zone vi è abbandono, degrado e trascuratezza che hanno trasformato parte del Padule in una vera e propria discarica, in netto contrasto, come ha testimoniato un cittadino rievocando il suoi ricordi, con il luogo dove era possibile fare il bagno ed era ricco di lucci e altri pesci pescati in abbondanza.
Il Padule racchiude inoltre memorie storiche in quanto è stato teatro di un eccidio nazista durante la guerra di Liberazione.
Questi giovani cittadini vogliono porre all'attenzione di tutti la salvaguardia del Padule affinché non divenga discarica e preludio a lugo di sversamento di rifiuti pericolosi. Né tantomeno prevedere l’utilizzo delle acque del Padule per le industrie conciarie e al contempo incanalare verso il Padule i corsi d’acqua che ne stravolgerebbero il fragile ecosistema creatosi nei secoli.
Paolo Magnanensi ha offerto le sue riflessioni sollecite e penetranti, apprezzando la concretezza del progetto, la passione civile di questi giovanissimi impegnati ad occuparsi di quanto attiene alla nostra convivenza civile nel segno delle regole. Ricorda l'importanza dei buoni esempi, il miglior insegnamento per ragazzi e ragazze. Il progetto delle Giovani sentinelle richiede fatica per le Istituzioni stesse, ma se sviluppiamo questa attitudine al confronto e alla discussione ne verrà un gran beneficio per tutti. Torna a sottolineare il tema della memoria, quella dell'eccidio dell'agosto del 1944, che invita tutti alla riflessione affinché non avvengano mai più eccidi. Ricorda a tutti l’appuntamento del prossimo 9 maggio a Pistoia per la Marcia della legalità e della memoria promossa da Provincia e Comune di Pistoia e dalla Fondazione Caponnetto.
Ha preso la parola il sindaco,Vanni Rinaldi, che ha voluto soffermarsi su questa collaborazione fra scuola e amministrazione sui giardini, segno di una maturità che fa ben sperare per quanto riguarda altri comportamenti dei cittadini: la raccolta differenziata dei rifiuti cresciuta significativamente e la sempre più rara cattiva abitudine di lasciare rifiuti per strada, o l'abbandono degli animali.
In chiusura i giovani hanno richiesto con insistenza che il giardino della propria scuola fosse intitolato a Marcello Michelotti, già insegnante della scuola e amico della Fondazione. A giugno, in occasione della festa della scuola, il Comune si è impegnato all'intitolazione insieme con la scuola.
Ci siamo dati appuntamento per il mercoledì 14 maggio in Provincia.
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domenica 16 marzo 2014
Incontro in Friuli con le giovani sentinelle di Casarsa della Delizia
Alla fine della seconda settimana di marzo, venerdì 14 marzo, dopo il Veneto le Giovani sentinelle giungono in Friuli, a Casarsa della Delizia, città natale di Pier Paolo Pasolini. Nel teatro intitolato al regista e scrittore, ragazzi e ragazze dell'Istituto comprensivo sono stati accolti dal sindaco, Lavinia Clarotto e dall’assessore all’Istruzione Fernando Agrusti. Presenti per la provincia di Pordenone il consigliere Giuseppe Bressa, e per la Regione il consigliere Gino Gregoris. Segnale di incoraggiamento quest'ultima presenza in quanto è prevista per l’incontro di maggio e quindi indica un'attenzione e sicuramente una spinta per i giovani.
Con un video scritto, diretto e realizzato da loro e con delle slide hanno voluto porre al centro dell'attenzione la questione del cyberbullismo, tema che ricorre nei progetti dei giovani e che è indizio di una preoccupazione fra studenti e studentesse, ma che è anche oggetto di attenzione da parte della scuola impegnata nella prevenzione.
Abbiamo ripetuto più volte, in altre scuole, quanto sia importante tenere viva l'attenzione anche da parte delle famiglie sull'accesso e la navigazione in internet, dove spesso è facile fare “cattivi incontri”, a cominciare dalla tanta pubblicità indesiderata, come il gioco d’azzardo in relazione ai quali i giovani rischiano di essere impreparati e in difficoltà, è l'invito ci sembra sempre più opportuno dinanzi alle sollecitazioni degli studenti di Casarsa.
Dopo la presentazione, lenta e lunga, nel momento in cui la parola è passata agli amministratori abbiamo assistito allo svuotarsi silenzioso e alla spicciolata della sala di alcuni giovani. Sorpresi, abbiamo chiesto la ragione, credendo che dovessero prendere un autobus per tornare a casa, ma i ragazzi, candidamente, ci hanno comunicato di dover andare in palestra. Con rammarico abbiamo osservato che il nostro appuntamento era stato fissato da tempo e che vi era attesa nel conoscere quanto avevano da proporci gli amministratori intervenuti. La giustificazione addotta ci è sembrata nettamente in contrasto con la richiesta di assumere atteggiamenti responsabili e attenti, richiesta che abbiamo più volte rivolto ai politici, e spiace che la scuola stessa, pur nel rispetto del suo prezioso lavoro, non abbia assunto un atteggiamento più severo. Ci conforta e dovrebbe essere da sprone per tutti, gli esempi dei ragazzi di Venezia impegnati dalle 8 del mattino fino alle 19 di sera per lo stesso appuntamento; i ragazzi di Selvazzano che, nonostante alcuni genitori volessero portare via i propri figli, hanno risposto di voler rimanere fino alla fine, e che dire dei ragazzi di Volterra che per colpa dei tagli ai trasporti sono costretti ad alzarsi alle 5 del mattino per raggiungere la scuola e all’incontro pomeridiano del progetto tutti rimangono fino alla fine! Ci dispiace ma ci auguriamo che questi esempi bastino a far riflettere i ragazzi di Casarsa.
Ad arricchire l'incontro è intervenuto, telefonicamente perché impossibilitato a raggiungere il Friuli, Lorenzo Diana, membro della Fondazione, che si occupa della questione dei rifiuti. Ha voluto ancora una volta lanciare l'allarme sulle responsabilità diffuse nello smaltimento illecito, in particolare le responsabilità di quelle industrie che li producono e poi cercano le “scorciatoie” venendo a patti con la criminalità. Oggi il tema è divenuto più scottante perché i rifiuti sono sversati nelle regioni del centro-nord perché la disattenzione e la sottovalutazione, nel migliore dei casi, o la complicità, nel peggiore, hanno aperto varchi nel tessuto democratico sonnecchioso di tanta parte del Paese. Senza il risveglio dei cittadini è difficile arginare il fenomeno che mette a rischio la convivenza e la salute di ciascuno di noi.
Con tutti ci siamo dati appuntamento a mercoledì 7 maggio ospiti della Provincia di Pordenone alla presenza dell’Aministrazione comunale di Casarsa e della Regione
Le giovani sentinelle dell’Algarotti di Venezia
13 marzo 2014: Le giovani sentinelle dell’Algarotti di Venezia occupano gli scranni del portego, al primo piano nobile di Cà Loredan, per parlare di gioco d’azzardo.
È bastato giungere a Rialto, e da lontano osservare la maestosità della facciata di Cà Loredan, per avere la sensazione che qualcosa di straordinario stava per accadere.
La Loggia di Cà Loredan presenta bellissimi elementi decorativi ma sono i particolari che toccano la nostra attenzione: due figure ad altorilievo su lastre raffiguranti Davide e Golia affiancano rispettivamente la Giustizia e la Fortezza. Come non possono ritornarci alla memoria le parole che sono state sempre fonte di grande ispirazione per la vita di Antonino Caponnetto? Giustizia, fortezza, onestà e concordia. Quella pace sociale di cui il Paese ha oggi disperatamente bisogno.
Il luogo scelto dall’amministrazione comunale per accogliere le giovani sentinelle dell’Istituto Algarotti di Venezia è il Portego, storico palazzo, sede delle riunioni del Consiglio comunale.
I nostri ragazzi, coordinati dalla prof.ssa Giusi Sazio -una vera forza della natura, tanto da essere soprannominata dai suoi stessi alunni “Vulcano”- e dai professori di diritto Giuseppe Palmieri, Giovanni Ferraro e Domenico Roccaforte, hanno pensato a tutto. Dopo un’attenta ricerca sul tema prescelto, applicando un approccio tecnico-scientifico, segnalando che l’azzardo non è più il passatempo dei ricchi, hanno realizzato locandine, creato diapositive di supporto ai testi prodotti, hanno aperto un gruppo su uno dei più famosi social network (chiuso!) per trasmettere velocemente le notizie, avendo cura nell’individuare Nicola (tra i grandi della scuola) come amministratore della pagina, con il compito di “monitorare e/o censurare” informazioni non gradite. Nulla di ciò che hanno fatto è passato inosservato alla Fondazione: dalla scelta dello slogan al loro progetto “la vita non è un gioco… d’azzardo” alla sobrietà nell’abbigliamento indossato per una occasione così importante.
All’arrivo, ci accoglie un servizio irreprensibile di ospitalità, curato proprio dagli studenti dell’Algarotti, uno degli Istituti più antichi di Venezia.
Da settembre 2011 è diventato il polo tecnico economico della città di Venezia e comprende due scuole: l'Istituto Tecnico Turistico Francesco Algarotti e l'Istituto Tecnico Commerciale Paolo Sarpi.
Alle ore 16.30, con i ragazzi emozionati che siedono negli scranni della politica, l'assessore comunale al Commercio, Carla Rey, rivolge un sentito ringraziamento alla Fondazione Caponnetto e alla Dirigente Scolastica Marina Perini, per aver intrapreso questo cammino di legalità partecipata con le giovani sentinelle. Pone l’accento su quanto sia indispensabile il tema trattato dai ragazzi, una correttezza delle comunicazioni, affermando che troppo volte i dati reali non corrispondono con quelli ufficiali. Spesso chi soffre di patologie legate alla dipendenza dal gioco, si affida alle cure medico-sanitarie dopo anni di sofferta dipendenza; basti pensare che il dato preoccupante che si detiene è quello che indica –senza alcuna differenza di genere- l’età dei soggetti che soffrono di ludopatia: dai 15 ai 64 anni!
Il fenomeno, a causa anche della facilità di accesso alla rete web, non è facilmente arginabile. Il 63% dei giovani veneti ha dichiarato di giocare abitualmente. Per tale motivo si è deciso, d’intesa con la Prefettura. di realizzare una “cabina di regia” comune per fare sistema rispetto a questo fenomeno.
Domenico Bilotta, nostro infaticabile referente nazionale scuola, nel presentare la figura di Nonno Nino Caponnetto, ha riportato alla nostra memoria quel “non ci lasciare”, levatosi spontaneamente dalla folla di giovani, dinanzi al tribunale di Palermo, subito dopo la strage di via D’amelio. Fa riferimento all’energia pulita dei giovani che dà entusiasmo al mondo degli adulti, affermando che oggi i ragazzi dell’Algarotti hanno dimostrato “L’eccellenza della scuola italiana nel mondo” e che le istituzioni ci sono, lo Stato c’è e dobbiamo tutti essere fieri e pronti a sostenere i nostri giovani, quando “da adulti” dimostrano di aver riempito di contenuti le parole come “Stato di diritto e legalità”.
Basta, infatti, guardare i volti compiaciuti delle autorità presenti: il vice prefetto Natalino Manno, il Capo della Squadra Mobile di Venezia dott Marco Odorisio, il presidente del consiglio comunale Roberto Turetta, il vice presidente del consiglio comunale prof. Domenico Ticozzi, il dirigente scolastico prof.ssa Marina Perini, l’assessore alla pubblica istruzione della Provincia di Venezia dott. Tessari, i rappresentanti dell’associazione Slot Mob, per essere consapevole che un passo avanti era stato fatto.
Un collante tra i giovani e le Istituzioni è possibile: dare il buon esempio e offrire loro la possibilità di fare scelte consapevoli, affidare loro la responsabilità e l’autonomia nelle decisioni importanti e sostenerli nelle scelte etiche, rispettose, di buon senso. Com’è altrettanto importante esigere il rigore morale se si desideri essere dei buoni cittadini. Proprio Nonno Nino Caponnetto ci ha lasciato in eredità la sua dedizione al servizio delle istituzioni democratiche e il suo rigore morale; ciò deve rappresentare un esempio per tutti i cittadini e per chi riveste responsabilità pubbliche.
È toccato alla prof.ssa Sazio il compito di presentare questo nuovo ambito relazionale che si era realizzato tra la Scuola e la Fondazione Caponnetto. Parole toccanti le sue, soprattutto quando ha fatto riferimento alla bella persona che le ha insegnato l’arte di relazionarsi con i giovani: proprio il prof. Ticozzi, già preside nell’istituto scolastico che l’ha vista crescere. Con la frase: «Caro prof. Ticozzi, questo è in parte il meraviglioso frutto che ho raccolto dai suoi insegnamenti» è partita la relazione dei suoi studenti.
Domenico Bilotta, esprimendo il proprio apprezzamento per il lavoro svolto, invita i ragazzi a trovare insieme una possibile soluzione al problema e fissa loro appuntamento al prossimo 6 maggio, con orario 09-12, quando –ospiti questa volta della Provincia di Venezia- dovranno produrre le loro conclusioni e formulare eventuali specifiche richieste alle superiori autorità.
Sul gioco d'azzardo ha rimarcato che abbiamo una cattiva legge e una cattiva coscienza, perché non lo si avversa con decisione per il gettito erariale che garantisce. Sarebbe di grande auspicio e ottimo segnale che le amministrazioni locali provassero a ricercare con i giovani come rivedere la legge, promuovendo in questo modo il protagonismo giovanile, facendo tesoro di suggerimenti che vengono dai cittadini – e in alcune occasioni, come a Cascina, i ragazzi ne hanno offerti di molto incisivi – e prendendosi cura dei propri cittadini.
È la volta del prof. DomenicoTicozzi a invitare i giovani ad affrontare anche l’aspetto ludico dell’essere umano. Le dinamiche del gioco sono presenti nella storia della vita dell’uomo, dallo sviluppo infantile; presente in modo diverso in tutte le società passate e contemporanee. Li invita a godere anche del piacere del gioco, perché è anch’esso un luogo relazionale fondato su regole condivise. Oggi purtroppo si assiste a un vorticoso susseguirsi di giochi singoli, basati solo sulla dea bendata, facilmente accessibili anche da un telefonino. Cita la legge finanziaria per il 2007 che prevede: “Il finanziamento di campagne di educazione dei giovani finalizzate alla conoscenza dei rischi derivanti dal vizio di gioco, per la realizzazione di campagne da effettuare in collaborazione con le istituzioni scolastiche, finalizzate alla realizzazione di programmi educativi dei ragazzi in modo da permettere loro di conoscere la realtà dei rischi derivanti del gioco e a sviluppare un approccio responsabile al gioco.” Conclude il suo intervento affermando: avete diritto al gioco, perché è bello avere un approccio equilibrato nelle relazioni.
L’assessore provinciale Tessari evidenzia il nome scelto per il progetto della Fondazione “I giovani: Sentinelle della Legalità”, fa l’augurio ai ragazzi che siedono oggi nei banchi consiliari, affinché un giorno possano essere protagonisti davvero nel futuro politico della città di Venezia. Continua nell’affermare il valore della famiglia come oasi di protezione e ringrazia in particolar modo le Forze di Polizia presenti in sala, per il lavoro importante di prevenzione che svolgono nelle scuole italiane.
E tocca proprio al Capo della Squadra Mobile, dott. Odorisio, rappresentare le numerose iniziative in materia di prevenzione, volute dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Porta i saluti del Sig. Questore dott. Vincenzo ROCA, trattenuto per improcrastinabili impegni, e concentra il suo discorso sugli aspetti giuridici legati al gioco d’azzardo e le configurazioni di successivi delitti che spesso a esso si associano. Rimarca il lavoro essenziale della rete, soprattutto per il contrasto al crimine organizzato che troppe volte ha riguardato inchieste giudiziarie correlate al gioco. Conclude il suo intervento rivolgendosi ai ragazzi: “Avete ragione, la vita non è un gioco d’azzardo ... e voi non mettetela in gioco”.
Il presidente del consiglio comunale Roberto Turetta, invitato a porgere un saluto, afferma che oggi ha ricevuto una bellissima lezione di educazione civica.
La dirigente scolastica Marina PERINI, termina i lavori evidenziando l’impegno assunto dai suoi ragazzi in questa giornata, che li ha visti sin dalle ore 8 della mattina, prima seduti tra i banchi di scuola e poi –entusiasti del lavoro- trattenersi sino a quasi le 19.00 di sera. Sempre con il sorriso stampato sul viso. Anche la prof.ssa Perini afferma di avere imparato tante cose oggi e proprio dai suoi studenti.
Tocca ora a me svelarvi qualche retroscena, cari ragazzi. Sin dall’inizio di questa nostra meravigliosa collaborazione, la Fondazione Caponnetto ha avuto il sostegno di tante persone che sono sempre state nelle ultime file dei nostri incontri; persone semplici ma dal cuore grande che, puntualmente per la realizzazione dei nostri incontri, dedicavano massima attenzione e impegno; si prodigavano affinché il vostro percorso non avesse ostacoli. Uomini e donne delle Forze di Polizia, amici e volontari della Fondazione, che hanno scelto così di fare prevenzione: anche in qualità di genitori e semplici cittadini. Sono poliziotti, carabinieri, sindacalisti, appartenenti a più apparati istituzionali e del mondo dell’associazionismo, che non hanno mai voluto che io li nominassi, non hanno mai cercato visibilità. Appare più che opportuno oggi ricordare il loro impegno e lo faccio menzionandone solo due per tutti: sto parlando di Alessandro Destro e Mirko De Benetti, appartenenti a carriere diverse, entrambi genitori, accumunati da una grande umanità e un grande amore verso le Istituzioni che rappresentano. E SCUSATEMI SE STASERA SONO UN PO’ DI PARTE.
Licia Serpico
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giovedì 13 marzo 2014
INCONTRO GIOVANI SENTINELLE di Selvazzano Dentro (PD)
INCONTRO GIOVANI SENTINELLE di Selvazzano Dentro (PD)
Centro civico “Fabio Presca”, 12 marzo 2014
Alle ore 16.00 era già tutto pronto, ragazzi e ragazze, genitori ed insegnanti erano già all'ingresso del centro civico. All'apertura la sala era già gremita! Occhi ed entusiasmi appassionati, desiderio di confrontarsi con il mondo degli adulti e parole sobrie, educate, anche quando si è trattato di analizzare argomenti difficili. Sempre consapevoli, che attraverso il buon uso di quel magico dono della parola, si potevano raggiungere risultati eccellenti. E i nostri ragazzi la differenza l’hanno fatta davvero.
Dopo l’introduzione di Domenico Bilotta – Referente nazionale Scuola - e i saluti del presidente del consiglio comunale Bruno Natale, sono giunti il sindaco Enoch Soranzo e l’assessore Giovanna Rossi, accompagnati anche dall’assessore alla sicurezza Rodighiero.
Presente anche la consigliera provinciale Bianca Beghin, delegata dal vicepresidente della Provincia di Padova Mirco Patron in rappresentanza dell’amministrazione provinciale.
Hanno preso la parola le sentinelle della scuola secondaria di primo grado “T.Albinoni” di Caselle, coordinate e seguite nelle attività dalle professoresse Rossella Ricoveri, Monica Schiavo e Mariella Crisci, che si sono occupate di educazione ambientale nel territorio di Selvazzano, in particolare dell' incuria di piazza Carlo Leoni nella frazione di Caselle.
Riccardo ha fatto da apripista per la proiezione di un video realizzato e montato solo dai ragazzi, per meglio mostrare l’attuale stato della piazza individuata; la successiva presentazione di un plastico e di un cartellone curati da Daniela, Silvia e Giorgio ci ha confermato che i nostri ragazzi hanno la consapevolezza di poter avere un ruolo attivo all’interno della loro comunità. Alessia e Francesco hanno terminato così il loro intervento con la lettura di proposte di miglioramenti dell’area.
La Fondazione ha apprezzato la presenza di tutti gli studenti e le studentesse, anche di quelli impegnati a scuola fino a tardi, che sono arrivati a sostenere il lavoro dei loro compagni.
Abbiamo sempre sottolineato quanto sia importante tener fede agli impegni, segno di coerenza e di serietà, e abbiamo ribadito la nostra testardaggine a richiedere a chi governa la res publica comportamenti esemplari, ma esigiamo analoghi comportamenti anche dai giovani. Grazie all'esperienza di giovani di altre scuole d'Italia, abbiamo rimarcato l'importanza di andare oltre la denuncia e la documentazione, tutti compiti assolti degnamente, e chiedersi cosa può fare ciascuno di noi. È possibile organizzarsi fra ragazzi e ragazze e pulire la piazza, il giardino, magari con l'aiuto dei propri genitori, in modo da sensibilizzare la cittadinanza?
A questa domanda ha offerto un contributo il sindaco Enoch Soranzo che, con un appassionato e a volte colorito lessico, ha immediatamente accolto le richieste dei ragazzi, mettendosi in gioco e cercando di far indossare a ciascuno dei presenti - per un attimo - le vesti di amministratore. Ha stimolato i ragazzi a parlare, a non temere di denunciare, a non sentirsi mai soli nelle battaglie per la legalità, ma anche a farsi carico di una presa di coscienza necessaria che deve partire anche dalle giovani generazioni. Infatti, se piazza Leoni è luogo di writers da strapazzo (che di artistico hanno ahimè ben poco!) e di altre inciviltà, una parte di responsabilità è anche dei cittadini, distratti e privi di senso civico, convinti che infittire gli spazi cittadini di sistemi di videosorveglianza sia la soluzione dei problemi.
È toccato poi ai giovani dell'altro comprensivo M. Cesarotti, accompagnati dal proprio Dirigente scolastico prof. Maurizio Sartori e dai professori coordinatori del progetto: Giuliana Coletta, Paola Brusamolin, Matilde Vindigni e Matteo Doria. Marta, Tommaso e Alessandro per la 2 B e Francesco e Alessia per la 2 C hanno proposto come migliorare la fruizione da parte dei giovani di Selvazzano del parco di via Veneto. Le tre seconde classi coinvolte - A, B e C - hanno affidato la loro presentazione alle immagini, che altri loro compagni avevano curato, da veri reporter, per la loro inchiesta, fotografie molto più eloquenti di tante parole, che hanno maggiormente stimolato l’amministrazione comunale al dibattito.
Alla loro richiesta ha ripreso la parola il sindaco che si è dilungato con una vera e propria lezione di educazione civica. Ha richiamato la cattiva abitudine passata di prendere decisioni, sollecitato dai cittadini stessi, sottraendo spazi e opportunità per i giovani in nome della sicurezza e della quiete pubblica, e mai sollecitando il senso civico e la responsabilità di ciascuno ai beni di tutti. Così gli spazi pubblici sono stati privati di attrezzature e giochi, divenendo un prolungamento delle proprietà private che si affacciano sulla piazza o sul parco, ma con la manutenzione a carico della comunità.
Hanno ripreso la parola studenti e studentesse delle terze classi – A, L e D - del Liceo Galileo Galilei che hanno introdotto due concetti apparentemente distanti: l’accoglienza delle popolazioni immigrate e la sicurezza nella sua accezione più ampia. È possibile conciliare sicurezza e solidarietà? è il titolo dato al proprio lavoro, per il quale si sono costituiti in gruppi di ricerca e discussione abilmente coordinati dai docenti prof. Giovanni Aliberti, Anna Schiano, L. Roverato e R. Toffano che hanno indirizzato i ragazzi verso una discussione per aree tematiche.
Shirin, Daniele, Marco e Matteo della terza A e Martina, Jugerta e Elisabetta della terza L hanno studiato la legislazione sull'immigrazione (italiana, regionale, europea), le cause dell'immigrazione, le problematiche delle aree di provenienza, considerando le nazionalità maggiormente presenti nel territorio e la raccolta e l’analisi dei dati statistici è stata affidata a Silvia, Angelica e Maria della terza D, a Riccardo, Giorgio e Miriam della terza A e a Irene, Luna e Anna della terza L.
Ancora una volta hanno fatto delle richieste direttamente al sindaco e all’assessore Rossi per sapere come risponde la propria comunità al fenomeno: se col pregiudizio o con l'accoglienza. Il sindaco Soranzo ha voluto ricordare che nel comune abitano numerosi cittadini stranieri, molti dei quali giunti a seguito della guerra nei Balcani. In quegli anni non ci furono interventi adeguati per accoglierli e molti dei problemi sono gli esiti di quella cattiva gestione dell'emergenza.
Leonardo e Andrea della terza A, Irene, Gina e Rachele della terza L, Dario e Alex della terza D hanno messo l'accento sulle associazioni che si occupano di accoglienza, che sono poche nel territorio di Selvazzano, hanno proseguito nel porre una seria riflessione sul concetto di pregiudizio e stereotipo, la loro origine e successivamente il radicamento nell’opinione comune fino ad affrontare il tema d’attualità del ruolo dei media nella loro costruzione.
Ultimo aspetto, ma non meno importante, ha riguardato il problema della sicurezza nel nostro territorio: tipologie di reati commessi, individuazione, prevenzione, certezza della pena. Hanno previsto, in questo loro studio, interviste e confronti anche con le forze dell'ordine, garanti dell’equilibrio tra l’esercizio delle libertà e il rispetto dei principi costituzionali. La domanda finale che gli studenti hanno posto alla platea è stata: ma c'è un legame tra tendenza a commettere reati e mancata integrazione?
La Fondazione ha ripreso alcune sollecitazioni emerse nell'incontro con le Giovani sentinelle di Viareggio: la proposta di accoglienza a cura degli studenti dei nuovi compagni di origine straniera a scuola; favorire l'integrazione con la conoscenza delle leggi e, in particolare, della Costituzione; far conoscere le abitudini anche alimentari; favorire la mediazione linguistica grazie allo studio delle lingua, mediazione che può avere sviluppi anche sul piano occupazione. Di questo si parlerà nell'incontro di maggio, quando saremo ospiti della Provincia di Padova, incontro al quale prenderanno parte anche esponenti politici della Regione Veneto.
La fondazione ha invitato la platea - numerosissima e composta anche da tanti genitori! - a formulare ulteriori domande, segnalazioni, critiche e proposte. Due interventi hanno raggiunto il cuore dei presenti: la prima ha sollecitato una maggiore cura dei beni pubblici, richiamando l'impegno civico di ciascuno; la seconda ha proposto, in modo esplicito, che nel periodo estivo, con la collaborazione di cittadini, associazioni e amministrazione pubblica, si avviino campi estivi di educazione alla legalità prendendosi cura degli spazi della propria città, per rafforzare quel nucleo intorno al quale ruotano proprio quei valori come solidarietà, accoglienza, onestà, rispetto per il territorio.
Lo stesso sindaco Soranzo ha tenuto a precisare che, forse, la nostra comunità non ha bisogno di più presenza sul territorio di telecamere o più personale delle forze di polizia, seppure importantissime, per essere una città sicura e vivibile, ma il grado di vivibilità si misura anche dalla capacità di relazioni che si intessono nei nostri territori. Questa interlocuzione attiva significa innanzitutto possibilità di creare un circolo virtuoso fra cittadini e istituzioni, un nuovo modello di relazioni fra chi amministra e chi vive in un determinato territorio, un’assunzione di responsabilità di ciascuno in ordine ai problemi della propria comunità, nella tutela dei beni di tutti.
Con queste riflessioni ci siamo dati appuntamento al prossimo 5 maggio, nelle sale della Provincia di Padova, appuntamento cui interverranno esponenti della Regione Veneto.
La giornata della Fondazione non è però terminata, perché alle 20.45 presso la sala del patronato della chiesa Maria SS. Ausiliatrice di Caselle siamo stati accolti da un gruppo di genitori delle scuole primarie e secondarie di primo grado di Tencarola e Caselle costituitisi in un Comitato di rappresentanza presieduto da Alessandra Accurso, che lavorano con la scuola nel formare i giovani. Hanno inoltre manifestato il loro interesse a sostenere le iniziative intraprese sul territorio dalla Fondazione Caponnetto e hanno richiesto di essere inseriti nella mailing-list del progetto sentinelle per ricevere gli aggiornamenti dei nostri report. Lieti di questa nuova collaborazione, che si aggiunge a quella dell'università di Asolo, ci impegniamo a proporla in altre città come modello nazionale.
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mercoledì 12 marzo 2014
Giovani Sentinelle a Porto Tolle
Lunedì 9 marzo le Giovani sentinelle approdano sul delta del Po, a Porto Tolle nel Polesine. Accolti nella Sala consiliare dall'assessora all'Istruzione, Leonarda Ielasi, ragazze ragazzi dell'Istituto comprensivo Brunetti hanno occupato i posti a sedere, con loro Vincenzo Boscolo, referente della Fondazione per il Polesine.
Con non poco rammarico abbiamo dovuto constatare l'assenza dei giovani dell'altra scuola cittadina, l'IIS Colombo, che avevamo incontrato in novembre e che nei contatti informali delle ultime settimane avevano confermato di lavorare sul tema del femminicidio. Forse i ragazzi saranno stati presi dalla paura, come prima di un'interrogazione particolarmente difficile, ed è venuto meno il coraggio o, forse, saranno stati vinti dalle preoccupazioni dinanzi ad un tema così rilevante, noi vogliamo rassicurarli che apprezziamo il loro lavoro e il loro coraggio e, proprio per questo, ci permettiamo di richiamarli a comportamenti responsabili e li attendiamo per il prossimo appuntamento di maggio.
Altrettanto rammarico per l'assenza di Leonardo Raito, assessore provinciale all'Istruzione, più volte invitato e sollecitato con mail e telefonate alla segreteria affinché partecipasse o estendesse l'invito ad un collega di Giunta, ma non abbiamo avuto alcuna risposta.
Dopo il saluto dell'assessora Ielasi, la Fondazione ha introdotto l'incontro, lieta di questo approdo del progetto in Veneto, segno di un apprezzamento del lavoro svolto e dell'impegno a favore della legalità.
Studenti e studentesse hanno scelto come titolo del loro progetto una domanda: La raccolta differenziata, è una risorsa o una perdita di tempo? e questo loro interrogativo ha fatto da filo conduttore ad una serie di questioni che hanno chiesto ai cittadini e agli amministratori. Sono giunti a porsi la domanda dopo aver lavorato negli ultimi due anni ad un percorso scolastico di educazione ambientale, grazie al quale hanno redatto un questionario che mira a far emergere atti quotidiani e comportamenti in relazione appunto alla questione dei rifiuti, informazioni utili per sciogliere il dilemma e prendere le decisioni appropriate.
Intento meritevole questo dei giovani, tanto che la Fondazione ha voluto sottolineare la pessima abitudine, quando si discute di rifiuti, di rinviare alla differenziata, senza conoscerne meccanismi e logiche, o di liberarsi di rifiuti in modo inappropriato, ad esempio bruciandoli.
Proprio sulle cattive abitudini, sulle inefficienze e sulla sottovalutazione dei rischi si innesta la criminalità mafiosa per offrire i propri servizi che fanno risparmiare, ci tolgono dalla vista i rifiuti, soprattutto quelli pericolosi, ci libera da un problema, salvo poi scoprire, dopo venti anni, la terra dei fuochi. Un altro pregio del lavoro dei giovani dell'Istituto Brunetti è quello di farci riflettere su questi aspetti e richiamarci alla responsabilità individuale e collettiva, elemento questo decisivo nel dare una risposta al quesito del loro progetto. Senza responsabilità non è possibile una raccolta differenziata efficace ed efficiente, responsabilità che è requisito anche per l'esercizio della libertà e della democrazia.
Con i giovani e gli insegnanti abbiamo concordato di presentarci in Provincia il prossimo sabato 3 maggio, augurandoci che l'amministrazione voglia accogliere i propri cittadini, ricercando nel frattempo anche le risorse per il trasporto di alunni e alunne.
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