Lunedì 27 marzo un'altra bella giornata per il protagonismo giovanile. Nella sala della Giostra del Saracino di Arezzo, a fare gli onori di casa l'assessora alle Pari Opportunità, Tiziana Nisini, le sentinelle del Liceo artistico Piero della Francesca hanno presentato il proprio progetto sul tema della violenza sulle donne. Presenti anche molti genitori che hanno seguito i lavori con grande attenzione e non sono mancate le emozioni che i giovani hanno saputo regalare lavorando con passione e con grande professionalità
Dopo aver salutato ragazzi e ragazze, ha dichiarato che avrebbe ascoltato con attenzione in quanto il suo assessorato segue da tempo con molta attenzione la questione e quindi il contributo offerto dai giovani avrebbe sicuramente arricchito le conoscenze del fenomeno e offerto spunti di riflessione. Al contrario delle esperienze degli anni scorsi, questa disponibilità dell’assessora è stata di buon auspicio per uno scambio proficuo e continuo, rompendo con un atteggiamento di silenzio degli ultimi due anni.
La Fondazione ha ringraziato Tiziana Nisini, illustrando il percorso delle giovani sentinelle in tutte le sue articolazioni e le finalità, e lo spirito del progetto pare coincidere per buona parte con gli intendimenti della stessa assessora: l’ascolto, il confronto, lo scambio e poi ricercare delle risposte comuni.
Hanno poi preso la parola studenti e studentesse approfondendo da un punto di vista storico e sociale il fenomeno. In questa loro fatica hanno avuto come guida gli infaticabili insegnanti Agostino Fabbri e Daria Meazzini. Hanno somministrato un questionario a 739 studenti e genitori, raccogliendo una messe di dati enorme, una documentazione di dimensioni tali da consentire ipotesi più approfondite e abbozzare delle proposte fondate. Ha molto emozionato la partecipazione dei ragazzi al tema della violenza sulle donne, e questa loro empatia ha mostrato come la scuola, gli insegnanti siano motore trainante per la sensibilizzazione al fenomeno del femminicidio. Ragazzi attenti, vicini alle loro compagne, hanno collaborato alla stesura del filmato e alla presentazione delle slide. Tutto è stato perfetto e non sono mancate anche le sorprese. Tiziana Nisini ha affascinato i ragazzi con la puntualità e la precisione delle sue risposte e non sono mancate neppure le emozioni dei loro insegnanti che hanno visto crescere questo impegno dei propri studenti, impegno che ha ripagato la loro fatica quotidiana con risultati sorprendenti . Anche gli stessi genitori sono rimasti colpiti dal lavoro dei propri ragazzi e ragazze, e questo clima generale aiuta nel proseguire con il percorso di educazione alla cittadinanza.
La Fondazione ha ringraziato Tiziana Nisini per la sua attenzione e ha chiesto, dopo una giornata così intensa, che sollecitazioni e contributi dei giovani non vadano dispersi proponendo all’amministrazione di coinvolgerli in altre occasioni in cui si discuterà del tema. Sarebbe un bel segnale in controtendenza rispetto agli ultimi anni, quando approfondimenti e suggerimenti, proposte e iniziative degli studenti e delle studentesse del Piero della Francesca sono rimaste inascoltate e ignorate: ad esempio quella sul lavoro, prima ancora la proposta di interventi artistici su un muro del parcheggio e allo stadio. In quel caso la scelta dell’amministrazione è stata quella della notorietà e delle grandi firme dei writers, dimenticando del tutto la scuola. Tiziana Nisini ha ricordato che in Consiglio Comunale, poco prima si è discusso dei murales in città. Abbiamo quindi pregato l'assessora di farsi portavoce in giunta della proposta dei giovani del Liceo artistico. Abbiamo pure ripreso il tema del gioco d’azzardo con tutti i suoi rischi, che hanno approfondito i compagni e le compagne più grandi l’anno passato, tema che tocca da vicino la questione della grande criminalità e la corruzione. Spesso i proventi delle attività illecite possono essere riciclati in qualche sala giochi attraverso procedure che le stesse slot consentono. Per questa ragione occorre la più grande attenzione alla diffusione sul territorio di queste sale.
In ultimo abbiamo rilanciato a Tiziana Nisini la mozione per il contrasto alla mafia, alla corruzione e all’evasione fiscale con l’obiettivo di ripristinare la legalità e rafforzarla ma anche di recuperare risorse indispensabili per politiche attive.
L’attenzione dell’assessora e il clima di confronto fa ben sperare non solo i ragazzi e le ragazze ma anche i genitori. Ora spetta ai giovani essere sentinelle e far sì che quello che sono state le promesse si trasformino in impegno di tutta l'amministrazione. Con tutti l’appuntamento è per lunedì 15 maggio in Provincia insieme ad esponenti della nostra Regione.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
venerdì 31 marzo 2017
Ancora Giovani sentinelle fra Toscana e Veneto: Selvazzano Dentro (PD) e Ponsacco (PI)
Venerdì 24 marzo hanno esordito le Giovani sentinelle di Ponsacco. Ragazze e ragazzi di quattro classi seconde della scuola media dell’Istituto Niccolini sono stati accolti nella ampia sala del cinema Odeon dalla sindaca, Francesca Brogi, e dal vice sindaco e assessore all’Istruzione, Fabrizio Gallerini.
Con i giovani le insegnanti e la Dirigente scolastica, Maura Biasci, un nutrito gruppo di genitori che ha seguito con attenzione e curiosità i lavori.
Nel porgere il saluto dell’amministrazione comunale Francesca Brogi ha voluto ringraziare la Fondazione del lavoro svolto con studenti e studentesse, apprezzando l’impegno che si snoda lungo l’intero anno scolastico, e ha sottolineato il valore della legalità nella convivenza civile. La scuola è il luogo per eccellenza dove fare esperienza di tale valore e Maura Biasci ha voluto ricordare quanto sia importante la scuola nel formarsi del cittadino e della cittadina, soffermandosi anche lei sull’importanza di queste esperienze.
La Fondazione nell’introdurre i lavori ha illustrato il progetto a partire dalla domanda fondamentale: come si diventa cittadini e cittadine? Quali sono i tratti distintivi per definirsi tali? Come conservare ed accrescere quelle particolari competenze? Il percorso delle Giovani sentinelle cerca di rispondere a queste domande proponendo un cammino a tappe che offra occasioni di apprendimento, di riflessione, di approfondimento e di confronto. In questo il lavoro delle insegnanti è fondamentale e irrinunciabile e per questa ragione siamo grati a loro, le partigiane dei valori, come ci ricordava Antonino Caponnetto. Il confronto con chi ha il governo della cosa pubblica a livello locale è un’esperienza significativa di cosa vuol dire individuare un problema, approfondirlo e fare delle proposte, ascoltare le obiezioni e le sollecitazioni, rilanciare le proprie idee modificandole e integrandole. Con questo spirito studenti e studentesse si avvicinano a questo secondo appuntamento.
Hanno poi preso la parola ragazzi e ragazze. La legalità si può declinare in tanti modi, ricorrendo a linguaggi differenti e modalità di rappresentarla diversi. Le scelte dei quattro gruppi di lavoro sono state varie: si può parlare di legalità e di libertà con un video che mette a punto alcuni punti cruciali: il rispetto delle regole e la libertà, quale relazione vi è fra i due termini e la libertà di ciascuno è messa in crisi dall’osservare le regole? La risposta dei giovani è nelle parole di Gaber: la libertà è partecipazione.
Un secondo gruppo si è occupato della propria scuola, confermando ancora una volta quella impressione - che abbiamo osservato in questi anni in tante altre scuole - di una particolare attenzione da parte di giovani e giovanissimi per il luogo che abitano tante ore al giorno. Questa consapevolezza è un elemento da valorizzare costantemente perché indica una maturità e una opportunità da cui partire per costruire modelli di comportamento giusti.
Il bullismo e il cyberbullismo sono stati l’oggetto del lavoro di un terzo gruppo e ad impreziosire la fatica di studenti e studentesse sono state le parole di Francesco, vittima di bulli. Le sue parole, sincere e dirette, hanno colpito duro perché hanno posto di fronte a ciascuno e ciascuna cosa è la sofferenza e il dolore provato e hanno richiamato tutti alla responsabilità e alla solidarietà.
Infine, un ultimo gruppo ha approfondito la questione “dolente” dell’uso dei cellulari, con un ragionamento ampio, non legato esclusivamente alla scuola.
Con questo complesso di questioni hanno provato a confrontarsi gli amministratori e le loro parole hanno aperto spazi e tempi per la discussione. Alle riflessioni di Francesca Brogi sulla necessità di mettere a valore questa esperienza si sono aggiunte quelle di Fabrizio Gallerini che si è dichiarato lieto di avviare una interlocuzione preziosa e serrata, di trovare spazi e tempi per un confronto continuo che valorizzi i contributi di ciascuno e offra occasioni di approfondimento.
Una delle insegnanti che hanno guidato i giovani li ha ringraziati per l’impegno e la serietà e con le sue parole abbiamo chiusa il bell’incontro dandoci appuntamento per quello di giovedì 11 maggio a Pisa.
Sabato 25 marzo nuovo appuntamento in Veneto, a Selvazzano Dentro. Con le Giovani sentinelle dell’Istituto comprensivo Tomaso Albinoni abbiamo ripreso il cammino, avviato ormai da qualche anno, di discussione e confronto sollecitato dall’associazione genitori che è stata sempre una dei soggetti attivi nel tenere vivo il progetto. L’occasione dell’approfondimento è stata l’inaugurazione della fontana e della piazza ……… La richiesta del recupero dello spazio era stato l’oggetto di uno dei progetti degli anni passati. Ad arricchire la giornata è stato il racconto di Angelo Corbo, ispettore di Polizia e, prima, agente di scorta di Giovanni Falcone. Il 23 maggio del 1992 era sull’auto blindata che chiudeva il corteo della protezione del giudice e ha vissuto di persona quel dramma terribile. Ascoltare dalla sua voce la testimonianza di quella terribile esperienza, riflettere con lui cosa significhi rispetto delle leggi, seguirlo nel racconto della sua vicenda, dall’adolescenza al maturare della scelta di essere un poliziotto, cogliere il suo forte senso della giustizia e quello del compiere il proprio dovere, sono tutte emozioni forti, dense di significati e riferimenti che hanno colpito ragazze e ragazzi.
Stipati nell’auditorium di San Michele, presenti il sindaco, Enoch Soranzo, e l’assessore all’Istruzione, Giovanna Rossi, che li hanno salutati e incoraggiati a proseguire nell’impegno di essere cittadini attenti, studenti e studentesse hanno in principio ascoltato in videoregistrazione la testimonianza di Paolo Borrometi, giornalista che vive con una scorta per le minacce subite dai mafiosi, che ha raccontato la propria vicenda.
Poi, Wendy Muraro, giornalista del Mattino di Padova, ha guidato e animato il dibattito a tre voci con Angelo Corbo, Domenico Bilotta della fondazione Caponnetto, e il dott. Gianfranco Bernabei, questore di Padova.
Ricco di spunti il confronto ha arricchito il percorso di educazione alla legalità con le riflessioni sul senso delle regole e sulla loro osservanza, sul compiere il proprio dovere e sulla necessità di essere cittadini attivi e responsabili, che i tre relatori hanno variamente articolato e argomentato.
Tutti questi temi saranno ripresi nell’appuntamento del prossimo venerdì 19 maggio quando i giovani di Selvazzano si ritroveranno con i coetanei e i più grandi delle altre scuole del Veneto a Venezia, ospiti della Regione Veneto, per l’appuntamento finale del progetto.
Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino
Con i giovani le insegnanti e la Dirigente scolastica, Maura Biasci, un nutrito gruppo di genitori che ha seguito con attenzione e curiosità i lavori.
Nel porgere il saluto dell’amministrazione comunale Francesca Brogi ha voluto ringraziare la Fondazione del lavoro svolto con studenti e studentesse, apprezzando l’impegno che si snoda lungo l’intero anno scolastico, e ha sottolineato il valore della legalità nella convivenza civile. La scuola è il luogo per eccellenza dove fare esperienza di tale valore e Maura Biasci ha voluto ricordare quanto sia importante la scuola nel formarsi del cittadino e della cittadina, soffermandosi anche lei sull’importanza di queste esperienze.
La Fondazione nell’introdurre i lavori ha illustrato il progetto a partire dalla domanda fondamentale: come si diventa cittadini e cittadine? Quali sono i tratti distintivi per definirsi tali? Come conservare ed accrescere quelle particolari competenze? Il percorso delle Giovani sentinelle cerca di rispondere a queste domande proponendo un cammino a tappe che offra occasioni di apprendimento, di riflessione, di approfondimento e di confronto. In questo il lavoro delle insegnanti è fondamentale e irrinunciabile e per questa ragione siamo grati a loro, le partigiane dei valori, come ci ricordava Antonino Caponnetto. Il confronto con chi ha il governo della cosa pubblica a livello locale è un’esperienza significativa di cosa vuol dire individuare un problema, approfondirlo e fare delle proposte, ascoltare le obiezioni e le sollecitazioni, rilanciare le proprie idee modificandole e integrandole. Con questo spirito studenti e studentesse si avvicinano a questo secondo appuntamento.
Hanno poi preso la parola ragazzi e ragazze. La legalità si può declinare in tanti modi, ricorrendo a linguaggi differenti e modalità di rappresentarla diversi. Le scelte dei quattro gruppi di lavoro sono state varie: si può parlare di legalità e di libertà con un video che mette a punto alcuni punti cruciali: il rispetto delle regole e la libertà, quale relazione vi è fra i due termini e la libertà di ciascuno è messa in crisi dall’osservare le regole? La risposta dei giovani è nelle parole di Gaber: la libertà è partecipazione.
Un secondo gruppo si è occupato della propria scuola, confermando ancora una volta quella impressione - che abbiamo osservato in questi anni in tante altre scuole - di una particolare attenzione da parte di giovani e giovanissimi per il luogo che abitano tante ore al giorno. Questa consapevolezza è un elemento da valorizzare costantemente perché indica una maturità e una opportunità da cui partire per costruire modelli di comportamento giusti.
Il bullismo e il cyberbullismo sono stati l’oggetto del lavoro di un terzo gruppo e ad impreziosire la fatica di studenti e studentesse sono state le parole di Francesco, vittima di bulli. Le sue parole, sincere e dirette, hanno colpito duro perché hanno posto di fronte a ciascuno e ciascuna cosa è la sofferenza e il dolore provato e hanno richiamato tutti alla responsabilità e alla solidarietà.
Infine, un ultimo gruppo ha approfondito la questione “dolente” dell’uso dei cellulari, con un ragionamento ampio, non legato esclusivamente alla scuola.
Con questo complesso di questioni hanno provato a confrontarsi gli amministratori e le loro parole hanno aperto spazi e tempi per la discussione. Alle riflessioni di Francesca Brogi sulla necessità di mettere a valore questa esperienza si sono aggiunte quelle di Fabrizio Gallerini che si è dichiarato lieto di avviare una interlocuzione preziosa e serrata, di trovare spazi e tempi per un confronto continuo che valorizzi i contributi di ciascuno e offra occasioni di approfondimento.
Una delle insegnanti che hanno guidato i giovani li ha ringraziati per l’impegno e la serietà e con le sue parole abbiamo chiusa il bell’incontro dandoci appuntamento per quello di giovedì 11 maggio a Pisa.
Sabato 25 marzo nuovo appuntamento in Veneto, a Selvazzano Dentro. Con le Giovani sentinelle dell’Istituto comprensivo Tomaso Albinoni abbiamo ripreso il cammino, avviato ormai da qualche anno, di discussione e confronto sollecitato dall’associazione genitori che è stata sempre una dei soggetti attivi nel tenere vivo il progetto. L’occasione dell’approfondimento è stata l’inaugurazione della fontana e della piazza ……… La richiesta del recupero dello spazio era stato l’oggetto di uno dei progetti degli anni passati. Ad arricchire la giornata è stato il racconto di Angelo Corbo, ispettore di Polizia e, prima, agente di scorta di Giovanni Falcone. Il 23 maggio del 1992 era sull’auto blindata che chiudeva il corteo della protezione del giudice e ha vissuto di persona quel dramma terribile. Ascoltare dalla sua voce la testimonianza di quella terribile esperienza, riflettere con lui cosa significhi rispetto delle leggi, seguirlo nel racconto della sua vicenda, dall’adolescenza al maturare della scelta di essere un poliziotto, cogliere il suo forte senso della giustizia e quello del compiere il proprio dovere, sono tutte emozioni forti, dense di significati e riferimenti che hanno colpito ragazze e ragazzi.
Stipati nell’auditorium di San Michele, presenti il sindaco, Enoch Soranzo, e l’assessore all’Istruzione, Giovanna Rossi, che li hanno salutati e incoraggiati a proseguire nell’impegno di essere cittadini attenti, studenti e studentesse hanno in principio ascoltato in videoregistrazione la testimonianza di Paolo Borrometi, giornalista che vive con una scorta per le minacce subite dai mafiosi, che ha raccontato la propria vicenda.
Poi, Wendy Muraro, giornalista del Mattino di Padova, ha guidato e animato il dibattito a tre voci con Angelo Corbo, Domenico Bilotta della fondazione Caponnetto, e il dott. Gianfranco Bernabei, questore di Padova.
Ricco di spunti il confronto ha arricchito il percorso di educazione alla legalità con le riflessioni sul senso delle regole e sulla loro osservanza, sul compiere il proprio dovere e sulla necessità di essere cittadini attivi e responsabili, che i tre relatori hanno variamente articolato e argomentato.
Tutti questi temi saranno ripresi nell’appuntamento del prossimo venerdì 19 maggio quando i giovani di Selvazzano si ritroveranno con i coetanei e i più grandi delle altre scuole del Veneto a Venezia, ospiti della Regione Veneto, per l’appuntamento finale del progetto.
Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino
martedì 28 marzo 2017
Incontro con le giovani sentinelle di Venezia
Mercoledì 22 marzo le Giovani sentinelle sbarcano in laguna per essere protagonisti della serata. Nella sala seminariale del Centro culturale Candiani di Mestre, le ragazze e i ragazzi del liceo Bruno-Franchetti e dell'Istituto Algarotti, hanno proseguito il loro cammino di cittadini attivi e si sono confrontati con i rappresentanti istituzionali. A fare gli onori di casa gli assessori alla Sicurezza urbana, Giorgio D'Este, al Turismo, Paola Mar, e alle Attività Produttive, Francesca Da Villa.
Nel salutare i giovani Giorgio D'Este ha voluto ricordare che l'Amministrazione comunale ha creduto fin dall'inizio nel percorso educativo di questo progetto ed è impegnato, grazie anche ad un protocollo d'intesa in via di definizione con la Fondazione, a proporlo anche ad altre scuole della città.
Presenti anche il tenente dei carabinieri, Ottavia Massenta, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Salvatore Casabranca, il comandante dei vigili urbani, Marco Agostini.
La Fondazione ha introdotto i lavori con l’illustrazione del progetto, hanno poi preso la parola i giovani studenti del liceo Bruno-Franchetti, guidati dalla professoressa Monica Sacchi, che hanno affrontato il tema Sicuri nella nostra città: cosa è cambiato a distanza di un anno.
I ragazzi della terza H proseguono la ricerca avviata dai loro compagni l’anno precedente, interrogandosi sulle questioni della sicurezza. Grazie ad un questionario hanno potuto raccogliere le opinioni dei coetanei che percepiscono come pericolose le zone di via Piave e della Stazione ferroviaria, i parchi e, in generale, le vie lontane dal centro; si temono in particolare i tossicodipendenti e gli ubriachi, con una maggiore preoccupazione da parte delle ragazze. La percezione di insicurezza è in aumento rispetto allo scorso anno ed è più alta del pericolo reale, anche per il bombardamento mediatico relativo alle notizie di cronaca nera. Nel corso della loro ricerca studenti e studentesse hanno incontrato l’assessore D’Este e il tenente Ottavia Massenta, e i confronti con loro sono stati utili e interessanti per le informazioni che hanno ricevuto. Ragazzi e ragazze hanno messo in rilievo alcuni aspetti contraddittori, come ad esempio la situazione del sottopassaggio della paura. Luogo di ritrovo dei tossicodipendenti, è un’evidente zona pericolosa, ma le forze dell’ordine non possono intervenire direttamente, se non vengono commessi reati. Un questionario è stato proposto anche ai genitori, ma i dati emersi sono stati differenti da quelli dei giovani e – secondo il giudizio di alcuni degli ospiti dell’incontro, in particolare dell’ispettore della Squadra mobile, Jacopo Ballarin – la percezione degli adulti è stata meno attenta e meno verosimile di quella dei giovanissimi.
Hanno poi preso la parola studenti e studentesse dell'Istituto Algarotti che hanno scelto di approfondire la questione de L'abusivismo in ambito turistico, guidati in questa loro fatica dalla professoressa Patrizia Locatelli. Con ricerche documentarie e con il prezioso supporto di Caterina Sopradassi, presidente dell’Associazione delle guide turistiche di Venezia, hanno raccolto informazioni e dati relativamente al numero dei turisti, che cresce sulla laguna di giorno in giorno e, con esso, la richiesta di servizi e la quota di coloro che soddisfano tale richiesta in modo illegale. C’è uno sfruttamento eccessivo della città, che porta depauperamento e degrado. In questo contesto delle guide turistiche, anche di nazionalità cinese, che non hanno titolo o licenza per farlo si propongono a gruppi di turisti offrendosi di illustrare loro gratuitamente la città. Invece, alla fine del giro, richiedono una mancia obbligatoria fra i 10 e i 20 euro, cifra decisamente più alta di quella delle guide ufficiali, che guadagnano meno e pagano le tasse. Le guide abusive raccontano anche frottole, come ad esempio quella che la Basilica di San Marco sia dedicata a San Marco Polo, e altre ‘storie’ di questo tipo, per cui l’immagine della città viene compromessa gravemente. Il giornalista Davide Tamiello si è intrufolato fra i turisti di una guida abusiva e ha raccontato la sua esperienza, anche di come è stato pesantemente apostrofato per non avere voluto dare la mancia obbligatoria. L’abusivismo a Venezia trova spazi sempre nuovi anche in strutture ricettive senza le dovute autorizzazioni, tema costantemente posto all’attenzione dei media. Inoltre ci sono alcuni grandi operatori del web per le prenotazioni, come ad esempio Trivago e simili, che hanno sedi all’estero e non versano interamente le tasse allo Stato italiano pur sfruttando turisticamente l’Italia. I ragazzi dell’Algarotti studiano per formarsi come operatori ai diversi livelli e con differenti profili professionali in ambito turistico con la speranza di lavorare con competenza e soddisfazione, ma sono preoccupati dalla diffusione dell’abusivismo e dall’esercizio di professioni senza alcuna competenza e al di fuori delle regole.
Assessori e uomini delle istituzioni hanno ringraziato i giovani e fatto loro i complimenti per le loro ricerche, per l’accuratezza e il desiderio di lavorare nel pieno rispetto delle norme e li hanno invitati a conservare questo spirito e questa tenacia sempre. Giorgio D’Este ha annunciato l’intendimento dell’amministrazione di proporre anche agli istituti comprensivi di Venezia la partecipazione al progetto perché, grazie ad esso, ritrova uno spazio l’educazione civica , e si impegna ad essere interlocutore di studenti e studentesse in questo loro percorso. Concorda anche Paola Mar nella necessità di ridurre la distanza fra i giovani e la politica offrendo le opportunità che i ragazzi e le ragazze siano protagonisti della politica cittadina.
Concetta Franco, dirigente scolastica dell’Istituto Algarotti, ha invitato ragazzi e ragazze a non smettere mai di vigilare, rimarcando che vi è un limite tra legalità e illegalità e, con esso, i giovani devono confrontarsi, operando anche delle scelte. Roberto Gaudio, dirigente scolastico del Liceo Bruno, ha espresso la propria soddisfazione per l’impegno continuo degli studenti e delle studentesse, ormai al terzo anno del progetto, con l’auspicio di poter presto moltiplicare le iniziative nella sua scuola. Ottavia Massenta ha posto l’accento sulla necessità della prevenzione, piuttosto che sulla repressione e ha voluto sottolineare di essere stata coinvolta e ha interagito in un’ottica appunto preventiva. Salvatore Casabranca ha posto l’accento sul difficile percorso di adeguarsi ai cambiamenti della società che esprime forme di abusivismo sempre nuovo. Nel concordare Marco Agostini ha rimarcato come la società in cui viviamo abbia assunto forme del tutto imprevedibili pochi anni fa e, con il mutamento, è necessario rinnovare di continuo strategie e modalità per contrastare le forme cangianti di criminalità. Si è complimentato per la sensibilità e la serietà con cui ragazzi e ragazze hanno affrontato il tema delle regole, che – ha ribadito - devono evolvere e poi essere rispettate perché una legge di 35 anni fa poteva tutelare le realtà dell’epoca, mentre ora è del tutto obsoleta.
A conclusione dello splendido pomeriggio le parole della presidente delle guide, Caterina Sopradassi, che ha ricordato l’aspetto mafioso dell’abusivismo turistico e quelle dell’assessore D’Este che ha incoraggiato tutti osservando che, fortunatamente, non tutto è illegale.
L’appuntamento con tutti è per il 19 maggio, ospiti della Regione Veneto, e in quella occasione saranno con noi anche i responsabili dell'Osservatorio C.O. e trasparenza della Regione Veneto che seguiranno con attenzione il progetto e proseguiranno con la Fondazione e con le scuole che vi parteciperanno il prossimo anno in questo percorso di cittadinanza.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
Nel salutare i giovani Giorgio D'Este ha voluto ricordare che l'Amministrazione comunale ha creduto fin dall'inizio nel percorso educativo di questo progetto ed è impegnato, grazie anche ad un protocollo d'intesa in via di definizione con la Fondazione, a proporlo anche ad altre scuole della città.
Presenti anche il tenente dei carabinieri, Ottavia Massenta, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Salvatore Casabranca, il comandante dei vigili urbani, Marco Agostini.
La Fondazione ha introdotto i lavori con l’illustrazione del progetto, hanno poi preso la parola i giovani studenti del liceo Bruno-Franchetti, guidati dalla professoressa Monica Sacchi, che hanno affrontato il tema Sicuri nella nostra città: cosa è cambiato a distanza di un anno.
I ragazzi della terza H proseguono la ricerca avviata dai loro compagni l’anno precedente, interrogandosi sulle questioni della sicurezza. Grazie ad un questionario hanno potuto raccogliere le opinioni dei coetanei che percepiscono come pericolose le zone di via Piave e della Stazione ferroviaria, i parchi e, in generale, le vie lontane dal centro; si temono in particolare i tossicodipendenti e gli ubriachi, con una maggiore preoccupazione da parte delle ragazze. La percezione di insicurezza è in aumento rispetto allo scorso anno ed è più alta del pericolo reale, anche per il bombardamento mediatico relativo alle notizie di cronaca nera. Nel corso della loro ricerca studenti e studentesse hanno incontrato l’assessore D’Este e il tenente Ottavia Massenta, e i confronti con loro sono stati utili e interessanti per le informazioni che hanno ricevuto. Ragazzi e ragazze hanno messo in rilievo alcuni aspetti contraddittori, come ad esempio la situazione del sottopassaggio della paura. Luogo di ritrovo dei tossicodipendenti, è un’evidente zona pericolosa, ma le forze dell’ordine non possono intervenire direttamente, se non vengono commessi reati. Un questionario è stato proposto anche ai genitori, ma i dati emersi sono stati differenti da quelli dei giovani e – secondo il giudizio di alcuni degli ospiti dell’incontro, in particolare dell’ispettore della Squadra mobile, Jacopo Ballarin – la percezione degli adulti è stata meno attenta e meno verosimile di quella dei giovanissimi.
Hanno poi preso la parola studenti e studentesse dell'Istituto Algarotti che hanno scelto di approfondire la questione de L'abusivismo in ambito turistico, guidati in questa loro fatica dalla professoressa Patrizia Locatelli. Con ricerche documentarie e con il prezioso supporto di Caterina Sopradassi, presidente dell’Associazione delle guide turistiche di Venezia, hanno raccolto informazioni e dati relativamente al numero dei turisti, che cresce sulla laguna di giorno in giorno e, con esso, la richiesta di servizi e la quota di coloro che soddisfano tale richiesta in modo illegale. C’è uno sfruttamento eccessivo della città, che porta depauperamento e degrado. In questo contesto delle guide turistiche, anche di nazionalità cinese, che non hanno titolo o licenza per farlo si propongono a gruppi di turisti offrendosi di illustrare loro gratuitamente la città. Invece, alla fine del giro, richiedono una mancia obbligatoria fra i 10 e i 20 euro, cifra decisamente più alta di quella delle guide ufficiali, che guadagnano meno e pagano le tasse. Le guide abusive raccontano anche frottole, come ad esempio quella che la Basilica di San Marco sia dedicata a San Marco Polo, e altre ‘storie’ di questo tipo, per cui l’immagine della città viene compromessa gravemente. Il giornalista Davide Tamiello si è intrufolato fra i turisti di una guida abusiva e ha raccontato la sua esperienza, anche di come è stato pesantemente apostrofato per non avere voluto dare la mancia obbligatoria. L’abusivismo a Venezia trova spazi sempre nuovi anche in strutture ricettive senza le dovute autorizzazioni, tema costantemente posto all’attenzione dei media. Inoltre ci sono alcuni grandi operatori del web per le prenotazioni, come ad esempio Trivago e simili, che hanno sedi all’estero e non versano interamente le tasse allo Stato italiano pur sfruttando turisticamente l’Italia. I ragazzi dell’Algarotti studiano per formarsi come operatori ai diversi livelli e con differenti profili professionali in ambito turistico con la speranza di lavorare con competenza e soddisfazione, ma sono preoccupati dalla diffusione dell’abusivismo e dall’esercizio di professioni senza alcuna competenza e al di fuori delle regole.
Assessori e uomini delle istituzioni hanno ringraziato i giovani e fatto loro i complimenti per le loro ricerche, per l’accuratezza e il desiderio di lavorare nel pieno rispetto delle norme e li hanno invitati a conservare questo spirito e questa tenacia sempre. Giorgio D’Este ha annunciato l’intendimento dell’amministrazione di proporre anche agli istituti comprensivi di Venezia la partecipazione al progetto perché, grazie ad esso, ritrova uno spazio l’educazione civica , e si impegna ad essere interlocutore di studenti e studentesse in questo loro percorso. Concorda anche Paola Mar nella necessità di ridurre la distanza fra i giovani e la politica offrendo le opportunità che i ragazzi e le ragazze siano protagonisti della politica cittadina.
Concetta Franco, dirigente scolastica dell’Istituto Algarotti, ha invitato ragazzi e ragazze a non smettere mai di vigilare, rimarcando che vi è un limite tra legalità e illegalità e, con esso, i giovani devono confrontarsi, operando anche delle scelte. Roberto Gaudio, dirigente scolastico del Liceo Bruno, ha espresso la propria soddisfazione per l’impegno continuo degli studenti e delle studentesse, ormai al terzo anno del progetto, con l’auspicio di poter presto moltiplicare le iniziative nella sua scuola. Ottavia Massenta ha posto l’accento sulla necessità della prevenzione, piuttosto che sulla repressione e ha voluto sottolineare di essere stata coinvolta e ha interagito in un’ottica appunto preventiva. Salvatore Casabranca ha posto l’accento sul difficile percorso di adeguarsi ai cambiamenti della società che esprime forme di abusivismo sempre nuovo. Nel concordare Marco Agostini ha rimarcato come la società in cui viviamo abbia assunto forme del tutto imprevedibili pochi anni fa e, con il mutamento, è necessario rinnovare di continuo strategie e modalità per contrastare le forme cangianti di criminalità. Si è complimentato per la sensibilità e la serietà con cui ragazzi e ragazze hanno affrontato il tema delle regole, che – ha ribadito - devono evolvere e poi essere rispettate perché una legge di 35 anni fa poteva tutelare le realtà dell’epoca, mentre ora è del tutto obsoleta.
A conclusione dello splendido pomeriggio le parole della presidente delle guide, Caterina Sopradassi, che ha ricordato l’aspetto mafioso dell’abusivismo turistico e quelle dell’assessore D’Este che ha incoraggiato tutti osservando che, fortunatamente, non tutto è illegale.
L’appuntamento con tutti è per il 19 maggio, ospiti della Regione Veneto, e in quella occasione saranno con noi anche i responsabili dell'Osservatorio C.O. e trasparenza della Regione Veneto che seguiranno con attenzione il progetto e proseguiranno con la Fondazione e con le scuole che vi parteciperanno il prossimo anno in questo percorso di cittadinanza.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
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lunedì 27 marzo 2017
Incontro a Lastra a Signa (FI) e Santa Giustina in Colle (PD)
Giovani sentinelle in Veneto e in Toscana: Santa Giustina in Colle (PD) e Lastra a Signa (FI)
Martedì 21 marzo, ragazze e ragazzi della scuola media Kennedy di Santa Giustina sono stati accolti nella sala consiliare dall’assessore all'Istruzione, Franca Mengato, e dal sindaco, Paolo Gallo.
Al contrario dello scorso anno quando la partecipazione era stata corale e diffusa perché sul tema dell'Auditorium, caro agli studenti e alle studentesse, vi era un consenso ampio a testimoniare la diffusa condivisione delle proposte e delle sollecitazioni dei giovani, e non solo di essi, ma anche di tanti genitori, quest’anno abbiamo notato che la questione è sembrata essere finita nel dimenticatoio, perché non vi sono stati accenni, come accade in tante altre città quando i ragazzi e le ragazze sono testardi e non vogliono cedere sul punto che ritengono importante, anche in previsione della Conferenza finale del 19 maggio ospiti della Regione quando il tema potrà essere ripreso. In ogni caso noi non disperiamo delle capacità di studenti e studentesse e della competenza di insegnanti nel riprendere il giusto piglio e proporre nuovi argomenti e nuovi temi di discussione e confronto.
Quest’anno abbiamo incontrato il Consiglio comunale dei ragazzi che ha posto all’attenzione la questione dei distributori automatici di merendine e bevande, tema che è sentito fra i loro coetanei e coetanee. Hanno posto l’esigenza del cibo sano e per questa ragione hanno ricevuto la disponibilità di una consigliera comunale, già operatrice ospedaliera in campo nutrizionale, di andare nella loro scuola gratuitamente a parlare di salute e di corretta alimentazione
Ammirevole è poi l’intenzione del Consiglio dei ragazzi di ritrovarsi nella biblioteca comunale per proseguire il proprio progetto di dar vita ad un mercatino scolastico fuori dall’edificio della scuola per raccogliere fondi e dare seguito alle loro idee.
Ha poi preso la parola il maresciallo dei Carabinieri, presente anche all’appuntamento dello scorso anno, che ha incoraggiato i giovani a proseguire, invitandoli a considerare l’appuntamento delle Giovani sentinelle quale prova generale dell'impegno di cittadini responsabili.
Anche il parroco di Santa Giustina ha voluto sollecitare i ragazzi e le ragazze a proseguire e ha confessato di aver seguito e ammirato la determinazione dei giovani per tutta la serata e ha concluso sottolineando che è importante quello che studenti e studentesse dicevano ma più importante è che lo dicevano.
Pur in questo procedere frammentario il progetto ha riservato delle sorprese, ma noi abbiamo voluto sottolineare un tratto che contraddistingue le Giovani sentinelle: il coinvolgimento diretto, il far parlare in prima persona, il protagonismo. Senza protagonismo il progetto stesso è decapitato di un elemento decisivo nel far crescere la consapevolezza di essere cittadini e cittadine attenti e responsabili. Per queste ragioni abbiamo rilevato l’importanza della partecipazione e siamo certi che gli insegnanti riusciranno a lavorare bene nel coinvolgere tutti, come era accaduto lo scorso anno. Siamo certi dell’impegno del Consiglio comunale dei Ragazzi che saprà essere accanto a studenti e studentesse, sostenendo le loro proposte ed essendo interlocutore affidabile, senza però sostituirsi a loro.
Con l’augurio che il lavoro avviato prosegua con efficacia ci siamo dati appuntamento per il 19 maggio, dopo aver rispettato un minuto di silenzio in commemorazione delle vittime delle mafie con l'auspicio che grazie ai giovani e al loro comportamento e alle loro scelte sia possibile immaginare e costruire un Paese migliore.
L’appuntamento con le giovani sentinelle di Lastra a Signa di mercoledì 21 ha avuto un prolungamento la mattina dopo, giovedì 22. Con i ragazzi e le ragazze delle due classi che hanno lavorato al progetto Il domani nelle mani, proseguendo il percorso intrapreso l’anno passato, ci siamo ritrovati nella sala consiliare, accolti dalla sindaca, Angela Bagni, e dalla presidente del Consiglio comunale, Gemma Pandolfini, insieme con un folto gruppo di genitori.
Angela Bagni ha salutato ragazzi e ragazze ringraziandoli dell’impegno con cui hanno approfondito il tema del loro progetto e apprezzando la passione civile e l’entusiasmo con cui hanno proseguito nel prendersi cura della propria scuola, dell’edificio in cui trascorrono una buona parte della propria giornata, della cura con cui hanno ripristinato i locali, lo scorso anno, e il giardino esterno, quest’anno. Tale cura è indizio certo di cittadinanza, segnala una consapevolezza nuova che ciascuno e ciascuna dovrebbe avere di cosa significhi essere un cittadino o una cittadina. Anche Luciano Cianti, dirigente scolastico, ha espresso giudizi positivi ed ha aggiunto che sarebbe molto interessante, nel proseguire l’esperienza dei giovani, che fossero coinvolti maggiormente gli adulti, in particolare i genitori, in modo che la scuola esca fuori e si metta in relazione con il mondo esterno per riceverne suggerimenti e sollecitazioni, ma anche per stimolare essa stessa cittadini e cittadine.
La fondazione ha voluto illustrare brevemente ai genitori presenti le articolazioni del progetto, in tutti i suoi dettagli, per mettere in luce particolarmente il nesso fra legalità e cittadinanza, alcuni degli aspetti della cittadinanza e far emergere con chiarezza quanto sia importante la consapevolezza dell’essere cittadino per contrastare i fenomeni di degrado, di corruzione, di diffusione dell’illegalità.
Ad aprire i lavori del progetto uno studente, il presidente del Consiglio comunale dei ragazzi , che ha riassunto tutto il percorso fin qui fatto con i propri compagni e compagne dallo scorso anno, quando hanno avviato i lavori di recupero degli spazi nella scuola.
La sua esposizione chiara e puntuale ha consentito ai propri compagni di andare subito al punto di quest’anno: hanno individuato lo spazio esterno che è oggetto di atti di piccolo vandalismo, dove si abbandonano spesso rifiuti di vario tipo perché molti giovani scelgono il posto come ritrovo introducendosi illegalmente.
Alla fatica fisica per il recupero degli spazi alla quale ragazzi e ragazze hanno dedicato del tempo nei pomeriggi dopo la scuola e che hanno documentato con belle immagini, talvolta divertenti e altre volte serie, hanno accompagnato una descrizione dell’organizzazione del lavoro in gruppi e una riflessione approfondita sul loro impegno. Infatti gli spazi che sono disponibili dall’anno passato grazie al loro impegno accolgono laboratori, dove sono impegnati giovani e insegnanti della scuola, intenti a costruire occasioni di lavoro in comune e di progetti. Ma l’aspetto che più ha colpito è lo straordinario lessico che è emerso: partecipazione, inclusione, democrazia, scambio, confronto sono parole e azioni che legano fra di loro studenti e studentesse, grandi e piccoli. Il domani nelle mani si è via via trasformato in un bel contenitore di esperienze, un momento di grandi pensieri e valori che si fanno spazio nella testa e nel cuore di questi giovani e che fanno ben sperare nel futuro.
La partecipazione di tanti genitori che hanno seguito fino alla fine, la disponibilità della sindaca e della presidente del Consiglio comunale, le parole del Dirigente scolastico hanno contribuito a rendere più denso il confronto che ha avuto un conclusione golosa con i dolci preparati dal gruppo dei giovani pasticcieri, uno dei laboratori attivi nella scuola.
Giovedì 22 l’appuntamento con le classi terze dell’istituto è stato al teatro delle Arti a ricordare le vittime della mafia. Ragazze e ragazzi con le insegnanti hanno occupato ogni posto e dopo aver ascoltato Angela Bagni che ha introdotto la manifestazione abbiamo assistito alla proiezione del film I cento passi.
Le emozioni forti che suscita la vicenda di Peppino Impastato, dalla sua ribellione al padre mafioso fino all’impegno e alla denuncia di chi tirava le fila dell’organizzazione criminale a Cinisi, mettendone in rilievo gli interessi economici, sono state sottolineate e rimarcate da Beppe Vitale, ispettore di Polizia e prima agente di scorta di Antonino Caponnetto. Il suo racconto ha arricchito le conoscenze del fenomeno mafioso e sollecitato l’impegno di ciascuno e ciascuna ad essere buoni cittadini, a non voltarsi mai dall’altra parte, ad essere vigili e attenti. Non sono mancate domande e richieste per le quali il tempo non è mai sufficiente ma, alla fine, ragazzi e ragazze sono usciti dal teatro con una maggiore consapevolezza e una determinazione maggiore ad essere dei buoni cittadini.
Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino
Martedì 21 marzo, ragazze e ragazzi della scuola media Kennedy di Santa Giustina sono stati accolti nella sala consiliare dall’assessore all'Istruzione, Franca Mengato, e dal sindaco, Paolo Gallo.
Al contrario dello scorso anno quando la partecipazione era stata corale e diffusa perché sul tema dell'Auditorium, caro agli studenti e alle studentesse, vi era un consenso ampio a testimoniare la diffusa condivisione delle proposte e delle sollecitazioni dei giovani, e non solo di essi, ma anche di tanti genitori, quest’anno abbiamo notato che la questione è sembrata essere finita nel dimenticatoio, perché non vi sono stati accenni, come accade in tante altre città quando i ragazzi e le ragazze sono testardi e non vogliono cedere sul punto che ritengono importante, anche in previsione della Conferenza finale del 19 maggio ospiti della Regione quando il tema potrà essere ripreso. In ogni caso noi non disperiamo delle capacità di studenti e studentesse e della competenza di insegnanti nel riprendere il giusto piglio e proporre nuovi argomenti e nuovi temi di discussione e confronto.
Quest’anno abbiamo incontrato il Consiglio comunale dei ragazzi che ha posto all’attenzione la questione dei distributori automatici di merendine e bevande, tema che è sentito fra i loro coetanei e coetanee. Hanno posto l’esigenza del cibo sano e per questa ragione hanno ricevuto la disponibilità di una consigliera comunale, già operatrice ospedaliera in campo nutrizionale, di andare nella loro scuola gratuitamente a parlare di salute e di corretta alimentazione
Ammirevole è poi l’intenzione del Consiglio dei ragazzi di ritrovarsi nella biblioteca comunale per proseguire il proprio progetto di dar vita ad un mercatino scolastico fuori dall’edificio della scuola per raccogliere fondi e dare seguito alle loro idee.
Ha poi preso la parola il maresciallo dei Carabinieri, presente anche all’appuntamento dello scorso anno, che ha incoraggiato i giovani a proseguire, invitandoli a considerare l’appuntamento delle Giovani sentinelle quale prova generale dell'impegno di cittadini responsabili.
Anche il parroco di Santa Giustina ha voluto sollecitare i ragazzi e le ragazze a proseguire e ha confessato di aver seguito e ammirato la determinazione dei giovani per tutta la serata e ha concluso sottolineando che è importante quello che studenti e studentesse dicevano ma più importante è che lo dicevano.
Pur in questo procedere frammentario il progetto ha riservato delle sorprese, ma noi abbiamo voluto sottolineare un tratto che contraddistingue le Giovani sentinelle: il coinvolgimento diretto, il far parlare in prima persona, il protagonismo. Senza protagonismo il progetto stesso è decapitato di un elemento decisivo nel far crescere la consapevolezza di essere cittadini e cittadine attenti e responsabili. Per queste ragioni abbiamo rilevato l’importanza della partecipazione e siamo certi che gli insegnanti riusciranno a lavorare bene nel coinvolgere tutti, come era accaduto lo scorso anno. Siamo certi dell’impegno del Consiglio comunale dei Ragazzi che saprà essere accanto a studenti e studentesse, sostenendo le loro proposte ed essendo interlocutore affidabile, senza però sostituirsi a loro.
Con l’augurio che il lavoro avviato prosegua con efficacia ci siamo dati appuntamento per il 19 maggio, dopo aver rispettato un minuto di silenzio in commemorazione delle vittime delle mafie con l'auspicio che grazie ai giovani e al loro comportamento e alle loro scelte sia possibile immaginare e costruire un Paese migliore.
L’appuntamento con le giovani sentinelle di Lastra a Signa di mercoledì 21 ha avuto un prolungamento la mattina dopo, giovedì 22. Con i ragazzi e le ragazze delle due classi che hanno lavorato al progetto Il domani nelle mani, proseguendo il percorso intrapreso l’anno passato, ci siamo ritrovati nella sala consiliare, accolti dalla sindaca, Angela Bagni, e dalla presidente del Consiglio comunale, Gemma Pandolfini, insieme con un folto gruppo di genitori.
Angela Bagni ha salutato ragazzi e ragazze ringraziandoli dell’impegno con cui hanno approfondito il tema del loro progetto e apprezzando la passione civile e l’entusiasmo con cui hanno proseguito nel prendersi cura della propria scuola, dell’edificio in cui trascorrono una buona parte della propria giornata, della cura con cui hanno ripristinato i locali, lo scorso anno, e il giardino esterno, quest’anno. Tale cura è indizio certo di cittadinanza, segnala una consapevolezza nuova che ciascuno e ciascuna dovrebbe avere di cosa significhi essere un cittadino o una cittadina. Anche Luciano Cianti, dirigente scolastico, ha espresso giudizi positivi ed ha aggiunto che sarebbe molto interessante, nel proseguire l’esperienza dei giovani, che fossero coinvolti maggiormente gli adulti, in particolare i genitori, in modo che la scuola esca fuori e si metta in relazione con il mondo esterno per riceverne suggerimenti e sollecitazioni, ma anche per stimolare essa stessa cittadini e cittadine.
La fondazione ha voluto illustrare brevemente ai genitori presenti le articolazioni del progetto, in tutti i suoi dettagli, per mettere in luce particolarmente il nesso fra legalità e cittadinanza, alcuni degli aspetti della cittadinanza e far emergere con chiarezza quanto sia importante la consapevolezza dell’essere cittadino per contrastare i fenomeni di degrado, di corruzione, di diffusione dell’illegalità.
Ad aprire i lavori del progetto uno studente, il presidente del Consiglio comunale dei ragazzi , che ha riassunto tutto il percorso fin qui fatto con i propri compagni e compagne dallo scorso anno, quando hanno avviato i lavori di recupero degli spazi nella scuola.
La sua esposizione chiara e puntuale ha consentito ai propri compagni di andare subito al punto di quest’anno: hanno individuato lo spazio esterno che è oggetto di atti di piccolo vandalismo, dove si abbandonano spesso rifiuti di vario tipo perché molti giovani scelgono il posto come ritrovo introducendosi illegalmente.
Alla fatica fisica per il recupero degli spazi alla quale ragazzi e ragazze hanno dedicato del tempo nei pomeriggi dopo la scuola e che hanno documentato con belle immagini, talvolta divertenti e altre volte serie, hanno accompagnato una descrizione dell’organizzazione del lavoro in gruppi e una riflessione approfondita sul loro impegno. Infatti gli spazi che sono disponibili dall’anno passato grazie al loro impegno accolgono laboratori, dove sono impegnati giovani e insegnanti della scuola, intenti a costruire occasioni di lavoro in comune e di progetti. Ma l’aspetto che più ha colpito è lo straordinario lessico che è emerso: partecipazione, inclusione, democrazia, scambio, confronto sono parole e azioni che legano fra di loro studenti e studentesse, grandi e piccoli. Il domani nelle mani si è via via trasformato in un bel contenitore di esperienze, un momento di grandi pensieri e valori che si fanno spazio nella testa e nel cuore di questi giovani e che fanno ben sperare nel futuro.
La partecipazione di tanti genitori che hanno seguito fino alla fine, la disponibilità della sindaca e della presidente del Consiglio comunale, le parole del Dirigente scolastico hanno contribuito a rendere più denso il confronto che ha avuto un conclusione golosa con i dolci preparati dal gruppo dei giovani pasticcieri, uno dei laboratori attivi nella scuola.
Giovedì 22 l’appuntamento con le classi terze dell’istituto è stato al teatro delle Arti a ricordare le vittime della mafia. Ragazze e ragazzi con le insegnanti hanno occupato ogni posto e dopo aver ascoltato Angela Bagni che ha introdotto la manifestazione abbiamo assistito alla proiezione del film I cento passi.
Le emozioni forti che suscita la vicenda di Peppino Impastato, dalla sua ribellione al padre mafioso fino all’impegno e alla denuncia di chi tirava le fila dell’organizzazione criminale a Cinisi, mettendone in rilievo gli interessi economici, sono state sottolineate e rimarcate da Beppe Vitale, ispettore di Polizia e prima agente di scorta di Antonino Caponnetto. Il suo racconto ha arricchito le conoscenze del fenomeno mafioso e sollecitato l’impegno di ciascuno e ciascuna ad essere buoni cittadini, a non voltarsi mai dall’altra parte, ad essere vigili e attenti. Non sono mancate domande e richieste per le quali il tempo non è mai sufficiente ma, alla fine, ragazzi e ragazze sono usciti dal teatro con una maggiore consapevolezza e una determinazione maggiore ad essere dei buoni cittadini.
Domenico Bilotta e Sergio Tamborrino
venerdì 24 marzo 2017
Incontro a Porto Tolle (RO)
Dalla Sicilia al Veneto. Lunedì 20 marzo hanno ripreso il via dopo Verona gli incontri delle Giovani sentinelle in Veneto. L’appuntamento dei ragazzi e delle ragazze di Porto Tolle, nel Basso Polesine, è con i propri amministratori. Nella sala consiliare della loro città, a dare il saluto è stata l'assessore Leonarda Ielasi. Ancora una volta abbiamo dovuto però registrare, come negli anni scorsi, che la numerosa partecipazione al primo incontro a scuola, in orario scolastico, sfuma nel secondo appuntamento pomeridiano. Abbiamo ripetuto il racconto di quanto è accaduto ad Agliana qualche anno fa: all’incontro con gli amministratori erano presenti solo tre studenti e, rivolgendoci loro, avevamo sollecitato un maggiore senso di responsabilità, il rispetto della parola data, una maturità necessaria per un confronto e una discussione con chi governa la cosa pubblica. I tre ragazzi non si erano lasciati prendere dallo sconforto, ma avevano reagito decisamente e, dal giorno seguente l’incontro, avevano richiamato i propri compagni, andandoli a cercare in ogni classe, rimproverandoli per aver tenuto lo stesso comportamento superficiale e lamentoso che studenti e studentesse rimproveravano agli adulti. Le parole e le sollecitazioni dei tre ragazzi erano state così convincenti che l’anno successivo la sala consiliare era piena. Abbiamo proposto di utilizzare lo stesso sistema e abbiamo dato il via ai lavori del nostro appuntamento ascoltando ragazzi e ragazze con le loro proposte.
Studenti e studentesse hanno testardamente rimesso al centro della loro riflessione il tema che avevano già illustrato l’anno passato e per il quale non hanno ricevuto risposte: L’ambiente e l’impatto delle attività produttive su di esso è stato nuovamente oggetto di studio e di ponderazione anche per valutare cos’è cambiato dallo scorso anno.
I lavori dei ragazzi e delle ragazze sono a testimoniare la ricerca e la volontà di protagonismo e di cura dell’ambiente in cui vivono e la loro assenza all’appuntamento avrebbe dovuto far riflettere tutti, compresa l'amministrazione, perché le proposte dei giovani, già illustrate l’anno passato, di avere degli spazi in un gazebo, in occasione di fiere estive che si svolgono nel paese, potevano costituire un esempio di buone pratiche cittadine e sensibilizzare i cittadini a comportamenti corretti riguardo l'ambiente. Se ciò fosse accaduto avrebbe sicuramente costituito motivo di impegno e di responsabilità per studenti e studentesse.
Siamo tornati a sollecitare una maggiore attenzione per non deludere le aspettative e non tarpare le ali dell'impegno civile dei ragazzi e delle ragazze, e abbiamo rinnovato l’invito di partecipare all'incontro e alla discussione anche per la stessa ditta che ha in appalto il recupero dei rifiuti, oltreché le associazioni del territorio e gli stessi genitori affinché ciascuno faccia la propria parte. Abbiamo concluso ricordando a Leonarda Ielasi che l’amministrazione comunale non ha assunto alcun impegno relativamente alla nostra mozione per il contrasto della mafia, della corruzione e dell’evasione fiscale. Infine, abbiamo esortato i pochi ragazzi a non desistere perché, come è accaduto altrove, la tenacia è premiata alla fine.
A ridare fiducia ai giovani è stata la Dirigente scolastica che ha proposto di illustrare le slide con le proposte dei ragazzi ai cittadini nella giornata del 21 marzo in occasione della giornata della memoria, prima di leggere i nomi delle vittime di mafia: è un bel modo per ricordare uomini e donne che hanno pagato con la vita l’aver compiuto il proprio dovere, uomini e donne che sarebbero sicuramente orgogliosi di questi ragazzi che vogliono essere cittadini a tutto tondo che hanno cura della città in cui vivono, responsabili e attenti.
Anche con loro ci siamo dati appuntamento per il 19 maggio, ospiti della Regione Veneto.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
Studenti e studentesse hanno testardamente rimesso al centro della loro riflessione il tema che avevano già illustrato l’anno passato e per il quale non hanno ricevuto risposte: L’ambiente e l’impatto delle attività produttive su di esso è stato nuovamente oggetto di studio e di ponderazione anche per valutare cos’è cambiato dallo scorso anno.
I lavori dei ragazzi e delle ragazze sono a testimoniare la ricerca e la volontà di protagonismo e di cura dell’ambiente in cui vivono e la loro assenza all’appuntamento avrebbe dovuto far riflettere tutti, compresa l'amministrazione, perché le proposte dei giovani, già illustrate l’anno passato, di avere degli spazi in un gazebo, in occasione di fiere estive che si svolgono nel paese, potevano costituire un esempio di buone pratiche cittadine e sensibilizzare i cittadini a comportamenti corretti riguardo l'ambiente. Se ciò fosse accaduto avrebbe sicuramente costituito motivo di impegno e di responsabilità per studenti e studentesse.
Siamo tornati a sollecitare una maggiore attenzione per non deludere le aspettative e non tarpare le ali dell'impegno civile dei ragazzi e delle ragazze, e abbiamo rinnovato l’invito di partecipare all'incontro e alla discussione anche per la stessa ditta che ha in appalto il recupero dei rifiuti, oltreché le associazioni del territorio e gli stessi genitori affinché ciascuno faccia la propria parte. Abbiamo concluso ricordando a Leonarda Ielasi che l’amministrazione comunale non ha assunto alcun impegno relativamente alla nostra mozione per il contrasto della mafia, della corruzione e dell’evasione fiscale. Infine, abbiamo esortato i pochi ragazzi a non desistere perché, come è accaduto altrove, la tenacia è premiata alla fine.
A ridare fiducia ai giovani è stata la Dirigente scolastica che ha proposto di illustrare le slide con le proposte dei ragazzi ai cittadini nella giornata del 21 marzo in occasione della giornata della memoria, prima di leggere i nomi delle vittime di mafia: è un bel modo per ricordare uomini e donne che hanno pagato con la vita l’aver compiuto il proprio dovere, uomini e donne che sarebbero sicuramente orgogliosi di questi ragazzi che vogliono essere cittadini a tutto tondo che hanno cura della città in cui vivono, responsabili e attenti.
Anche con loro ci siamo dati appuntamento per il 19 maggio, ospiti della Regione Veneto.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
giovedì 23 marzo 2017
Incontro con le giovani sentinelle di Siracusa
Venerdì 17 marzo si sono conclusi gli appuntamenti delle Giovani sentinelle di Sicilia con i ragazzi e le ragazze di ben sei istituti superiori - Gargallo, Corbino, Einaudi, Federico di Svevia, Rizzo e Insolera - e altrettanti Istituti comprensivi - Santa Lucia, Archia, Giaracà, Paolo Orsi, Vittorini e Martoglio - di Siracusa. Siamo grati a Elena Giampapa, nostra referente per la provincia di Siracusa, per l’ottimo coordinamento che ha permesso di procedere speditamente e con grande partecipazione ed entusiasmo all’incontro con gli amministratori locali.
Le dodici scuole avevano espresso il desiderio di partecipare al nostro progetto, nonostante fossero in ritardo avendo iniziato il percorso in gennaio, e con grande impegno e determinazione hanno recuperato lavorando sodo e con passione per essere pronti a questo appuntamento e al prossimo del 28 aprile, insieme alle altre scuole di Sicilia, ospiti al teatro Politeama di Palermo per discutere e confrontarsi con gli amministratori della Regione.
Ad alimentare il loro desiderio di proseguire in questo percorso di cittadinanza il clima di entusiasmo e di coinvolgimento che hanno sperimentato durante l’incontro. Infatti le loro parole hanno trovato orecchi attenti e interlocutori disponibili a dare il giusto valore al protagonismo di studenti e studentesse.
L'auditorium della scuola Insolera era pieno zeppo di ragazzi e ragazze con le loro insegnanti, con loro anche le Forze dell'ordine. A dare il benvenuto è stata Maria Ada Mangiafico, dirigente scolastico dell’istituto che ha ospitato l’appuntamento, che si è soffermata sui valori della partecipazione, sul significato della legalità. È stata poi la volta dell'assessore comunale alle Politiche Educative, Valeria Troia, che ha porto il saluto dell’amministrazione e apprezzato il lavoro dei giovani su un tema così rilevante come quello della legalità.
Tanti i temi affrontati da studenti e studentesse: cyberbullismo, analisi della mafia e della criminalità organizzata, memoria storica delle tante vittime di mafia, lavoro nero. Divisi in gruppi, ragazzi e ragazze hanno approfondito gli argomenti, frutto di impegno e di coraggio da parte della scuola e delle insegnanti che li hanno guidati con accortezza e competenza. Nei loro ragionamenti è emersa anche la delusione per i tanti che non compiono il proprio dovere.
Parlando di uomini di mafia alcuni ragazzi hanno affermato che, all'interno della stessa famiglia mafiosa, ci sono scelte diverse: ad esempio Totò Rina e il figlio maggiore sono definiti criminali ma il figlio minore ha fatto la scelta di stare nella legalità! Analogamente il figlio di Bernardo Provenzano non è stato mai coinvolto in attività criminali e oggi fa il tour operator per una agenzia di viaggi di Boston! Questi ragionamenti sono purtroppo l’effetto di certa informazione irresponsabile che, sotto le apparenze della completezza, dà spazio anche ai mafiosi o a chi è imbevuto di cultura mafiosa. Lo scorso anno Bruno Vespa ha intervistato il figlio di Totò Riina, invitato sulla prima rete televisiva a presentare un suo libro, senza che il conduttore facesse una domanda “scomoda”: ad esempio sugli assassinii di tanti uomini dei quali il padre è stato il mandante o l’esecutore. Ma il giornalista non è il solo ad avere colpe: chi ha autorizzato quella scellerata intervista e la presentazione del libro, come se il figlio di Totò Riina fosse un autore qualsiasi, è ancora più colpevole del giornalista perché non si è reso conto della gravità della scelta. Trasmettere l’intervista e la presentazione del libro significava accreditare un uomo che non ha rinnegato la mafia, che non ha pronunciato una sillaba sulle ingenti somme di denaro riciclato che hanno permesso a lui e alla propria famiglia una vita di agi, e significa che tutte le enormi ricchezze accumulate con il delitto da Totò Riina possono essere tranquillamente rimesse in circolazione dal figlio purché non si sia macchiato di delitti.
Sempre nello stesso periodo dello scorso anno giornali e televisione ci hanno regalato un altro scoop: Angelo Provenzano è stato ingaggiato da un’agenzia di viaggi di Boston per guidare turisti alla ricerca dell’emozione forte sui luoghi di mafia, come se quei luoghi fossero parte di un set cinematografico! Nessuno che chiedesse ad Angelo la disponibilità ad accompagnare i turisti sui luoghi teatro di esecuzioni mafiose!
Sarebbe facile citare l’esempio luminoso di Peppino Impastato, ma crediamo di fare un torto al giovane dei Cento passi solo mettendo una accanto all’altra le due vicende!
Abbiamo sperato invano la nostra richiesta che dal Ministero dell’Istruzione facesse sentire la sua voce per il cattivo esempio offerto dalla televisione pubblica. E il nostro disappunto è cresciuto quando i ragazzi e le ragazze dei due istituti di Corleone hanno musicato e interpretato i testi di due canzoni - No alla mafia e Io sono Corleonese - nella sala consiliare del loro Comune, e gli inviti ripetuti a stampa e televisioni, perché dessero lo spazio che meritavano a quei giovani coraggiosi, a quei cittadini esemplari che sfidavano antiche paure e il giogo della mafia, sono caduti nel vuoto. Nessuno ha risposto al nostro appello, non abbiamo visto alcun giornalista, né abbiamo letto o ascoltato qualche servizio sulla carta stampata o in televisione. Né alcuna troupe della RAI è intervenuta a documentare l’evento! La scuola, gli insegnanti, i ragazzi e le ragazze sono rimasti soli, professori e professoresse, maestri e maestre sono stati gli unici a rappresentare lo Stato, quei giovani hanno visto lo Stato nelle facce familiari dei propri insegnanti.
Dopo l’intervista al figlio di Riina trasmessa dalla RAI invece giornalisti televisivi e della carta stampata si sono catapultati in Sicilia per intervistare mafiosi e figli di parenti di mafiosi per illustrare la giornata tipo di un mafioso, mettendo in imbarazzo la scuola, gli insegnanti, i ragazzi e le ragazze che si sono chiesti cosa interessa di più: la legalità o la mafia? da che parte stanno la Rai e i Media? A Siracusa abbiamo toccato con mano gli effetti ad un anno di distanza.
Nessuno ha informato i ragazzi di quella che è stata una farsa, nessuno ha informato la ragione del silenzio di Riina e di suo figlio maggiore, forse perché mentre i padri pagano con il carcere, i figli minori devono gestire i beni della famiglia? E quando diciamo beni di famiglia diciamo beni sottratti con la violenza e sono beni del nostro Paese!
Questa informazione così accomodante e corriva è responsabile della grande confusione sui valori di questi nostri tempi: educare alla legalità e alla cittadinanza non significa semplicemente formare al rispetto formale delle regole – tale rispetto sarebbe ben poca cosa! - mentre ai cittadini è richiesto di più, molto di più: è richiesto un sentimento di empatia nei confronti del prossimo, la condivisione di valori e principi, a cominciare dal rispetto dell’uomo, della sua integrità, di prendersi cura dell’ambiente in cui vivono e dei beni che appartengono a tutti. Sono le condizioni minime per una cittadinanza degna di tale nome. Ai figli di Riina, Provenzano e dei tanti altri mafiosi che hanno fatto scelte diverse dai propri padri chiediamo cosa pensano dei delitti imputati ai propri genitori, sono in grado di dissociarsene apertamente e senza equivoci o retorica? Altrimenti ci troviamo di fronte allo spettacolo che hanno offerto tanti giornalisti di una retorica falsa e dell’assenza di qualsiasi principio di responsabilità.
Molto c'è da fare e da dire e non solo con il progetto delle Giovani sentinelle, ma occorre dare voce e corretta informazione.
La Fondazione è e sarà accanto ai giovani di Siracusa, per fare chiarezza con loro di tanta retorica e di tanta falsa cittadinanza. La Fondazione proseguirà nel suo impegno anche tra le difficoltà e le ristrettezze delle risorse perché convinta, con Antonino Caponnetto, che le battaglie in cui si crede non sono mai perse.
Proseguiremo con tutti coloro che condividono valori e ideali del giudice, senza fare distinzioni o guardare agli orientamenti dell’uno o dell’altro, certi che questo nostro Paese potrà riemergere grazie agli uomini e alle donne di buona volontà.
Con noi sarà Angelo Corbo, ispettore di polizia e agente di scorta di Giovanni Falcone, che è insieme alla Fondazione a testimoniare i valori e i principi, la vita e la morte di un giudice, ma anche i valori, i principi e la vita di un uomo che, come lui, ha compiuto il proprio dovere.
Dopo aver puntualizzato con chiarezza il nostro punto di vista, aver risposto alle domande e sollecitato ragazzi e ragazze alla riflessione ci siamo dati appuntamento per il 28 aprile a Palermo, al teatro Politeama.
PS
Le richieste che ci giungono dalla Sicilia ci impongono sforzi straordinari. Per queste ragioni proporremo, come già accaduto in Toscana, all’Ufficio scolastico regionale della Sicilia e alla sua dirigente, dott.ssa Altomonte, di ospitare tre incontri in tre città diverse della regione in cui la Fondazione abbia la possibilità di illustrare ai referenti legalità di ogni istituzione scolastica le articolazioni del progetto in modo da raggiungere un numero più grande di scuole e di studenti e studentesse.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
Le dodici scuole avevano espresso il desiderio di partecipare al nostro progetto, nonostante fossero in ritardo avendo iniziato il percorso in gennaio, e con grande impegno e determinazione hanno recuperato lavorando sodo e con passione per essere pronti a questo appuntamento e al prossimo del 28 aprile, insieme alle altre scuole di Sicilia, ospiti al teatro Politeama di Palermo per discutere e confrontarsi con gli amministratori della Regione.
Ad alimentare il loro desiderio di proseguire in questo percorso di cittadinanza il clima di entusiasmo e di coinvolgimento che hanno sperimentato durante l’incontro. Infatti le loro parole hanno trovato orecchi attenti e interlocutori disponibili a dare il giusto valore al protagonismo di studenti e studentesse.
L'auditorium della scuola Insolera era pieno zeppo di ragazzi e ragazze con le loro insegnanti, con loro anche le Forze dell'ordine. A dare il benvenuto è stata Maria Ada Mangiafico, dirigente scolastico dell’istituto che ha ospitato l’appuntamento, che si è soffermata sui valori della partecipazione, sul significato della legalità. È stata poi la volta dell'assessore comunale alle Politiche Educative, Valeria Troia, che ha porto il saluto dell’amministrazione e apprezzato il lavoro dei giovani su un tema così rilevante come quello della legalità.
Tanti i temi affrontati da studenti e studentesse: cyberbullismo, analisi della mafia e della criminalità organizzata, memoria storica delle tante vittime di mafia, lavoro nero. Divisi in gruppi, ragazzi e ragazze hanno approfondito gli argomenti, frutto di impegno e di coraggio da parte della scuola e delle insegnanti che li hanno guidati con accortezza e competenza. Nei loro ragionamenti è emersa anche la delusione per i tanti che non compiono il proprio dovere.
Parlando di uomini di mafia alcuni ragazzi hanno affermato che, all'interno della stessa famiglia mafiosa, ci sono scelte diverse: ad esempio Totò Rina e il figlio maggiore sono definiti criminali ma il figlio minore ha fatto la scelta di stare nella legalità! Analogamente il figlio di Bernardo Provenzano non è stato mai coinvolto in attività criminali e oggi fa il tour operator per una agenzia di viaggi di Boston! Questi ragionamenti sono purtroppo l’effetto di certa informazione irresponsabile che, sotto le apparenze della completezza, dà spazio anche ai mafiosi o a chi è imbevuto di cultura mafiosa. Lo scorso anno Bruno Vespa ha intervistato il figlio di Totò Riina, invitato sulla prima rete televisiva a presentare un suo libro, senza che il conduttore facesse una domanda “scomoda”: ad esempio sugli assassinii di tanti uomini dei quali il padre è stato il mandante o l’esecutore. Ma il giornalista non è il solo ad avere colpe: chi ha autorizzato quella scellerata intervista e la presentazione del libro, come se il figlio di Totò Riina fosse un autore qualsiasi, è ancora più colpevole del giornalista perché non si è reso conto della gravità della scelta. Trasmettere l’intervista e la presentazione del libro significava accreditare un uomo che non ha rinnegato la mafia, che non ha pronunciato una sillaba sulle ingenti somme di denaro riciclato che hanno permesso a lui e alla propria famiglia una vita di agi, e significa che tutte le enormi ricchezze accumulate con il delitto da Totò Riina possono essere tranquillamente rimesse in circolazione dal figlio purché non si sia macchiato di delitti.
Sempre nello stesso periodo dello scorso anno giornali e televisione ci hanno regalato un altro scoop: Angelo Provenzano è stato ingaggiato da un’agenzia di viaggi di Boston per guidare turisti alla ricerca dell’emozione forte sui luoghi di mafia, come se quei luoghi fossero parte di un set cinematografico! Nessuno che chiedesse ad Angelo la disponibilità ad accompagnare i turisti sui luoghi teatro di esecuzioni mafiose!
Sarebbe facile citare l’esempio luminoso di Peppino Impastato, ma crediamo di fare un torto al giovane dei Cento passi solo mettendo una accanto all’altra le due vicende!
Abbiamo sperato invano la nostra richiesta che dal Ministero dell’Istruzione facesse sentire la sua voce per il cattivo esempio offerto dalla televisione pubblica. E il nostro disappunto è cresciuto quando i ragazzi e le ragazze dei due istituti di Corleone hanno musicato e interpretato i testi di due canzoni - No alla mafia e Io sono Corleonese - nella sala consiliare del loro Comune, e gli inviti ripetuti a stampa e televisioni, perché dessero lo spazio che meritavano a quei giovani coraggiosi, a quei cittadini esemplari che sfidavano antiche paure e il giogo della mafia, sono caduti nel vuoto. Nessuno ha risposto al nostro appello, non abbiamo visto alcun giornalista, né abbiamo letto o ascoltato qualche servizio sulla carta stampata o in televisione. Né alcuna troupe della RAI è intervenuta a documentare l’evento! La scuola, gli insegnanti, i ragazzi e le ragazze sono rimasti soli, professori e professoresse, maestri e maestre sono stati gli unici a rappresentare lo Stato, quei giovani hanno visto lo Stato nelle facce familiari dei propri insegnanti.
Dopo l’intervista al figlio di Riina trasmessa dalla RAI invece giornalisti televisivi e della carta stampata si sono catapultati in Sicilia per intervistare mafiosi e figli di parenti di mafiosi per illustrare la giornata tipo di un mafioso, mettendo in imbarazzo la scuola, gli insegnanti, i ragazzi e le ragazze che si sono chiesti cosa interessa di più: la legalità o la mafia? da che parte stanno la Rai e i Media? A Siracusa abbiamo toccato con mano gli effetti ad un anno di distanza.
Nessuno ha informato i ragazzi di quella che è stata una farsa, nessuno ha informato la ragione del silenzio di Riina e di suo figlio maggiore, forse perché mentre i padri pagano con il carcere, i figli minori devono gestire i beni della famiglia? E quando diciamo beni di famiglia diciamo beni sottratti con la violenza e sono beni del nostro Paese!
Questa informazione così accomodante e corriva è responsabile della grande confusione sui valori di questi nostri tempi: educare alla legalità e alla cittadinanza non significa semplicemente formare al rispetto formale delle regole – tale rispetto sarebbe ben poca cosa! - mentre ai cittadini è richiesto di più, molto di più: è richiesto un sentimento di empatia nei confronti del prossimo, la condivisione di valori e principi, a cominciare dal rispetto dell’uomo, della sua integrità, di prendersi cura dell’ambiente in cui vivono e dei beni che appartengono a tutti. Sono le condizioni minime per una cittadinanza degna di tale nome. Ai figli di Riina, Provenzano e dei tanti altri mafiosi che hanno fatto scelte diverse dai propri padri chiediamo cosa pensano dei delitti imputati ai propri genitori, sono in grado di dissociarsene apertamente e senza equivoci o retorica? Altrimenti ci troviamo di fronte allo spettacolo che hanno offerto tanti giornalisti di una retorica falsa e dell’assenza di qualsiasi principio di responsabilità.
Molto c'è da fare e da dire e non solo con il progetto delle Giovani sentinelle, ma occorre dare voce e corretta informazione.
La Fondazione è e sarà accanto ai giovani di Siracusa, per fare chiarezza con loro di tanta retorica e di tanta falsa cittadinanza. La Fondazione proseguirà nel suo impegno anche tra le difficoltà e le ristrettezze delle risorse perché convinta, con Antonino Caponnetto, che le battaglie in cui si crede non sono mai perse.
Proseguiremo con tutti coloro che condividono valori e ideali del giudice, senza fare distinzioni o guardare agli orientamenti dell’uno o dell’altro, certi che questo nostro Paese potrà riemergere grazie agli uomini e alle donne di buona volontà.
Con noi sarà Angelo Corbo, ispettore di polizia e agente di scorta di Giovanni Falcone, che è insieme alla Fondazione a testimoniare i valori e i principi, la vita e la morte di un giudice, ma anche i valori, i principi e la vita di un uomo che, come lui, ha compiuto il proprio dovere.
Dopo aver puntualizzato con chiarezza il nostro punto di vista, aver risposto alle domande e sollecitato ragazzi e ragazze alla riflessione ci siamo dati appuntamento per il 28 aprile a Palermo, al teatro Politeama.
PS
Le richieste che ci giungono dalla Sicilia ci impongono sforzi straordinari. Per queste ragioni proporremo, come già accaduto in Toscana, all’Ufficio scolastico regionale della Sicilia e alla sua dirigente, dott.ssa Altomonte, di ospitare tre incontri in tre città diverse della regione in cui la Fondazione abbia la possibilità di illustrare ai referenti legalità di ogni istituzione scolastica le articolazioni del progetto in modo da raggiungere un numero più grande di scuole e di studenti e studentesse.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
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martedì 21 marzo 2017
Incontro a Castelvetrano (TP)
Mercoledì 15 marzo appuntamento con le Giovani sentinelle di Castelvetrano. Protagonisti della serata, nel bel teatro Selinus della città, bambine e bambini della Direzione Didattica Ruggero Settimo che con le insegnanti che seguono il progetto e i genitori lo hanno riempito in ogni ordine di posti. Tanti i cartelloni preparati dai giovanissimi grazie alla guida delle numerose maestre. Ancora una volta un bell’esempio dalla scuola e dalle insegnanti coraggiose, quelle partigiane dei valori, come le definiva nonno Nino, che si sono messe al lavoro, orgogliose, come ricordava martedì l'insegnante di Corleone, dei propri ragazzi sentinelle in difesa della legalità contro il cancro della mafia e della corruzione.
La giornata si è aperta con l'inno nazionale cantato dal coro dei ragazzi, poi a dare il benvenuto è stato il Commissario straordinario, dottor Francesco Messineo. Come già per Corleone, in questa martoriata terra vi è un funzionario a fare le veci del Consiglio comunale sciolto per infiltrazione mafiosa. Il dottor Messineo è stato capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, succedendo a Piero Grasso, oggi Presidente del Senato e a noi caro. Nel suo saluto ai cittadini, ai ragazzi e alle ragazze e si è soffermato a rievocare vicende di cui è stato testimone: ha ricordato il giudice Caponnetto, capo del pool antimafia, il maxi processo che portò alla sbarra, per la prima volta in Italia, circa quattrocento mafiosi fra cui Provenzano e Riina, e altri uomini coraggiosi che hanno dato la vita per il nostro Paese: i giudici Gaetano Costa e Rocco Chinnici.
Subito dopo ha preso la parola la Dirigente scolastica, Maria Luisa Simanella, che ha prima presentato le sue insegnanti e i suoi ragazzi, poi si è soffermata a parlare di formazione, del ruolo della scuola e della disciplina Cittadinanza e Costituzione, così decisiva anche per la Fondazione.
Nuovamente, per allietare la serata e trasformarla in un momento di festa, è stato il coro dei ragazzi Do-Re-Mi, mentre i loro compagni e compagne dietro le quinte facevano le prove della presentazione del proprio progetto: Città pulita. Con l’ausilio di slide hanno messo in evidenza il degrado e lo sporco diffuso in tutto la loro città, testimonianze inequivoche che i ragazzi non vogliono più vedere e, poi, con l’aiuto delle tecnologie hanno ridisegnato la propria città, sovrapponendo i propri disegni dei luoghi simbolo della città, compreso gli splendidi monumenti di Selinunte, alle immagini usuali, trasformandole in luoghi colorati pieni di verde, di fiori. Panchine e pulizia abbelliscono e rendono gradevole tutta la città, trasformano il loro sogno e fanno vedere una città bella da presentare ai cittadini e ai turisti che visitano la loro terra.
Sono passati poi alla presentazione del loro progetto con un filmato dove è racchiusa in sintesi la città che vogliono: una città con la raccolta differenziata dei rifiuti ma anche uno spazio con meno rifiuti e dove si riutilizzano i materiali di scarto e i rifiuti stessi.
Loro stessi hanno offerto un bell’esempio di tutto ciò con l’addobbo del teatro con fiori realizzati con materiali di scarto e con strumenti musicali, chitarre e batterie, fatti con pezzi di plastica, strumenti perfettamente funzionanti, come hanno fatto vedere suonando e interpretando una canzone.
Con questo loro lavoro hanno voluto sensibilizzare i genitori presenti a salvaguardare la propria città e i luoghi in cui vivono, a tenere pulita la città, compito per il quale ciascuno e ciascuna sono responsabili e impegnati a dare il buon esempio.
Poi ha preso la parola l’assessore Vincenzo Chiofalo. Insieme al tecnico dell’amministrazione che si occupa del tema dei rifiuti ha risposto alle tante domande dei ragazzi e delle ragazze. Ha assicurato che entro due mesi prenderà il via la raccolta differenziata, mentre ha espresso dubbi relativamente alla questione del randagismo perché l’amministrazione si è impegnata a contrastarlo con campagne di sterilizzazione e con un’anagrafe, ma lui sospetta che alcuni dei randagi giungano dai comuni vicini, non attrezzati a contenere il fenomeno come a Castelvetrano.
Non vi sono state risposte alle sollecitazioni relative al degrado e alla sporcizia nelle strade e nelle piazze, crediamo perché l’assessore pensa che la soluzione al problema possa ipotizzarsi con la raccolta differenziata. Le giovanissime sentinelle di Castelvetrano vigileranno perché le soluzioni prospettate siano effettivamente realizzate.
Prima di concludere abbiamo rinnovato l’appello a sottoscrivere la mozione per un’efficace lotta alla mafia, alla corruzione e all’evasione fiscale che abbiamo riproposto in ciascuno degli appuntamenti di febbraio e marzo. Siamo lieti che il Comune di Minucciano, dopo averlo promesso lo scorso 28 febbraio, abbia scelto con il voto del proprio Consiglio comunale, di condividere questo impegno con la Fondazione e con gli altri Comuni che l’hanno sottoscritta.
Per soddisfare la richiesta di tutti gli altri Comuni che hanno dichiarato di non averla ricevuta, troveranno in basso insieme al link per scaricare le foto anche quello per scaricare la mozione.
In conclusione abbiamo dato appuntamento ai giovanissimi e agli amministratori il prossimo 28 aprile presso il teatro Politeama di Palermo, ospiti della Regione Siciliana che interverrà alla Conferenza finale con il presidente, Rosario Crocetta.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
La giornata si è aperta con l'inno nazionale cantato dal coro dei ragazzi, poi a dare il benvenuto è stato il Commissario straordinario, dottor Francesco Messineo. Come già per Corleone, in questa martoriata terra vi è un funzionario a fare le veci del Consiglio comunale sciolto per infiltrazione mafiosa. Il dottor Messineo è stato capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, succedendo a Piero Grasso, oggi Presidente del Senato e a noi caro. Nel suo saluto ai cittadini, ai ragazzi e alle ragazze e si è soffermato a rievocare vicende di cui è stato testimone: ha ricordato il giudice Caponnetto, capo del pool antimafia, il maxi processo che portò alla sbarra, per la prima volta in Italia, circa quattrocento mafiosi fra cui Provenzano e Riina, e altri uomini coraggiosi che hanno dato la vita per il nostro Paese: i giudici Gaetano Costa e Rocco Chinnici.
Subito dopo ha preso la parola la Dirigente scolastica, Maria Luisa Simanella, che ha prima presentato le sue insegnanti e i suoi ragazzi, poi si è soffermata a parlare di formazione, del ruolo della scuola e della disciplina Cittadinanza e Costituzione, così decisiva anche per la Fondazione.
Nuovamente, per allietare la serata e trasformarla in un momento di festa, è stato il coro dei ragazzi Do-Re-Mi, mentre i loro compagni e compagne dietro le quinte facevano le prove della presentazione del proprio progetto: Città pulita. Con l’ausilio di slide hanno messo in evidenza il degrado e lo sporco diffuso in tutto la loro città, testimonianze inequivoche che i ragazzi non vogliono più vedere e, poi, con l’aiuto delle tecnologie hanno ridisegnato la propria città, sovrapponendo i propri disegni dei luoghi simbolo della città, compreso gli splendidi monumenti di Selinunte, alle immagini usuali, trasformandole in luoghi colorati pieni di verde, di fiori. Panchine e pulizia abbelliscono e rendono gradevole tutta la città, trasformano il loro sogno e fanno vedere una città bella da presentare ai cittadini e ai turisti che visitano la loro terra.
Sono passati poi alla presentazione del loro progetto con un filmato dove è racchiusa in sintesi la città che vogliono: una città con la raccolta differenziata dei rifiuti ma anche uno spazio con meno rifiuti e dove si riutilizzano i materiali di scarto e i rifiuti stessi.
Loro stessi hanno offerto un bell’esempio di tutto ciò con l’addobbo del teatro con fiori realizzati con materiali di scarto e con strumenti musicali, chitarre e batterie, fatti con pezzi di plastica, strumenti perfettamente funzionanti, come hanno fatto vedere suonando e interpretando una canzone.
Con questo loro lavoro hanno voluto sensibilizzare i genitori presenti a salvaguardare la propria città e i luoghi in cui vivono, a tenere pulita la città, compito per il quale ciascuno e ciascuna sono responsabili e impegnati a dare il buon esempio.
Poi ha preso la parola l’assessore Vincenzo Chiofalo. Insieme al tecnico dell’amministrazione che si occupa del tema dei rifiuti ha risposto alle tante domande dei ragazzi e delle ragazze. Ha assicurato che entro due mesi prenderà il via la raccolta differenziata, mentre ha espresso dubbi relativamente alla questione del randagismo perché l’amministrazione si è impegnata a contrastarlo con campagne di sterilizzazione e con un’anagrafe, ma lui sospetta che alcuni dei randagi giungano dai comuni vicini, non attrezzati a contenere il fenomeno come a Castelvetrano.
Non vi sono state risposte alle sollecitazioni relative al degrado e alla sporcizia nelle strade e nelle piazze, crediamo perché l’assessore pensa che la soluzione al problema possa ipotizzarsi con la raccolta differenziata. Le giovanissime sentinelle di Castelvetrano vigileranno perché le soluzioni prospettate siano effettivamente realizzate.
Prima di concludere abbiamo rinnovato l’appello a sottoscrivere la mozione per un’efficace lotta alla mafia, alla corruzione e all’evasione fiscale che abbiamo riproposto in ciascuno degli appuntamenti di febbraio e marzo. Siamo lieti che il Comune di Minucciano, dopo averlo promesso lo scorso 28 febbraio, abbia scelto con il voto del proprio Consiglio comunale, di condividere questo impegno con la Fondazione e con gli altri Comuni che l’hanno sottoscritta.
Per soddisfare la richiesta di tutti gli altri Comuni che hanno dichiarato di non averla ricevuta, troveranno in basso insieme al link per scaricare le foto anche quello per scaricare la mozione.
In conclusione abbiamo dato appuntamento ai giovanissimi e agli amministratori il prossimo 28 aprile presso il teatro Politeama di Palermo, ospiti della Regione Siciliana che interverrà alla Conferenza finale con il presidente, Rosario Crocetta.
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venerdì 17 marzo 2017
Giovani sentinelle crescono. Da Corleone a Verona
Martedì 14 marzo secondo appuntamento in Sicilia con le giovani sentinelle di Corleone. Nell'Aula Magna dell'Istituto Don Colletto protagonisti sono i ragazzi e le ragazze della Direzione Didattica Finocchiaro Aprile e della Scuola secondaria di primo grado Vasi. Ad accoglierli il Commissario straordinario Giovanna Termini, nominata dal Presidente della Repubblica dopo lo scioglimento del Comune di Corleone per mafia. Nel suo saluto ai giovani si è soffermata ad illustrare il proprio ruolo e le competenze a seguito della decisione di sciogliere il Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. A proporre lo scioglimento è il Ministro dell’Interno dopo che il Consiglio dei Ministri ha deliberato in tal senso quando emergono elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata o su forme di condizionamento degli amministratori stessi, che compromettono la libera determinazione degli organi elettivi e amministrativi e il buon andamento delle amministrazioni. Compito del Commissario è amministrare la comunità fino a nuove elezioni. Ha proseguito osservando quanto sia difficile per un prefetto rappresentare le istituzioni senza essere espressione della comunità, senza avere avuto il consenso di cittadini e cittadine.
Ha preso poi la parola Natalia Scalise, Dirigente scolastica dell’istituto Don Colletto, che ha espresso il desiderio condiviso con alcune insegnanti di partecipare il prossimo anno al progetto Giovani sentinelle della legalità.
Nell’introdurre i lavori la Fondazione ha illustrato in maniera dettagliata l’articolazione del progetto, soffermandosi in particolare sul significato di ogni incontro, indicandone tempi e finalità, e sul senso complessivo dell’educare alla cittadinanza e al rispetto delle regole.
A facilitare questo compito vi sono i lavori che gli stessi ragazzi di Corleone hanno fatto in questi anni. Sin dal loro primo intervento con la canzone Adesso basta i giovani corleonesi hanno fatto una scelta senza mediazioni o tentennamenti: basta con la mafia, basta con l'omertà. La platea ha sottolineato quanto condividesse tali intendimenti con gli applausi e l'entusiasmo ha travolto tutti rafforzando i sentimenti di resistenza, di riscatto dall’oppressione mafiosa e di speranza in un futuro migliore per questa terra.
Abbiamo ricordato a tutti i presenti che compagni e compagne più grandi avevano interpretato la stessa canzone due anni prima, nella sala del Consiglio comunale, nello stesso luogo che occupavano, un tempo, amici e conniventi dei mafiosi, certi dell’impunità e della paura di uomini e donne di Corleone. Ragazze e ragazzi non ci stanno, non vogliono cedere ai ricatti e alle prepotenze, alla paura e all’omertà e, cantando, si ribellano a difendere la propria dignità. In quella occasione avevamo chiesto a giornali e televisioni di dare spazio alla voce di studenti e studentesse, ma la risposta era stata il silenzio. Giornalisti e commentatori avevano preferito dilungarsi sulla singolare attività di Angelo Provenzano, figlio di Bernardo, come guida turistica sui luoghi di mafia per turisti annoiati e alla ricerca di emozioni forti, come quelle che si provano guardando un film! Né da meno era stata la RAI, anch’essa invitata a dare spazio all’evento, che aveva scelto invece di dare voce al figlio di Totò Riina, che raccontava solo la dimensione familiare e intima del padre dagli studi di Porta a Porta!
Il bell’incontro di martedì 14 marzo ci incoraggia e ci auguriamo che il presidente della Regione Siciliana presente all'evento inviti giornali e televisioni il prossimo 28 aprile, data del terzo appuntamento, quando i ragazzi delle scuole di Sicilia illustreranno i rispettivi progetti e discuteranno dei temi da loro sollevati, confrontandosi e dibattendo, avanzando proposte e ascoltando suggerimenti con tutti coloro che governano la cosa pubblica in nome della trasparenza e della legalità. Al Teatro Politeama ragazzi e ragazze vorranno cantare Adesso basta e Io sono Corleonese per dare voce alle loro aspirazioni migliori.
Col titolo Vivere la legalità studenti e studentesse della Direzione Didattica Finocchiaro Aprile hanno voluto raccontare la storia dei Fasci siciliani per giungere alla promozione dei prodotti che provengono dalle terre confiscate, sottolineando il loro impegno a sostenere chi lavora quelle terre: la cooperativa Lavoro e non Solo o i produttori dell’associazione Fior di Corleone.
Hanno poi preso la parola quelli della scuola media Vasi che in modo più approfondito si è occupata di Alimentazione e difesa della salute: le varie fasi produttive del grano e del pomodoro, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti della loro terra, hanno studiato la filiera del grano di Tumminia, del pomodoro per approdare ad un prototipo di mercato equo e solidale.
La serata è stata ricca di emozioni per i ragazzi che hanno ascoltato la testimonianza di Giuseppe Vitale, agente di scorta di Antonino Caponnetto, poi sovrintendente alla Direzione investigativa antimafia, impegnato nella lotta alla mafie e nella ricerca di super latitanti.
Altre emozioni ha regalato l’intervento di Angelo Corbo, agente di scorta di Giovanni Falcone e sopravvissuto alla strage di Capaci.
Infine, a ripagare l’impegno della Fondazione, le parole di un’insegnante, la sua dichiarazione di essere orgogliosa di aver realizzato il progetto, di parlare di legalità con i suoi alunni e seminare nei loro cuori un piccolo seme che col tempo darà i suoi frutti.
In ultimo, Pippo Cipriani, ex sindaco di Corleone e oggi rappresentante delle Cooperative Fiore di Corleone e Lavoro e non Solo. Ha ricordato il contributo e il sostegno di Antonino Caponnetto alle cooperative che lavorano le terre confiscate, il suo incoraggiamento e la sua vicinanza a quei giovani, stretti fra le minacce della mafia e il silenzio dei propri cittadini. Ma grazie ai tanti ragazzi e ragazze della Toscana e della stessa Sicilia e di tante altre parti d’Italia ha preso il via quel processo lento di riscatto in grado di trasformare Corleone da terra di mafia in terra di Antimafia.
Anche per loro ci siamo dati appuntamento per venerdì 28 aprile.
Verona
Grazie ai finanziamenti ai progetti per l’educazione alla legalità della Regione Veneto di cui beneficerà anche la Fondazione Caponnetto, martedì 14 marzo hanno esordito le giovani sentinelle dell’IPSIA Giorgi di Verona. I ragazzi della seconda classe, incuriositi e partecipi ci hanno accolto nell’aula laboratorio per il primo appuntamento del progetto. Con i propri insegnanti avevano approfondito la conoscenza del giudice Antonino Caponnetto e dopo aver visto un breve filmato che racconta la vicenda del giudice abbiamo approfondito i temi della mafia e dell’enorme potere che le deriva dalle attività criminose, del riciclaggio del denaro sporco e dell’ingresso nell’economia legale con tutti gli effetti distorsivi sulle nostre libertà e sulla qualità della nostra democrazia.
Da qui la sfida lanciata loro dalla Fondazione di essere cittadini attivi e responsabili. Li abbiamo invitati a guardarsi attorno e a scegliere un tema particolarmente interessante per loro, studiarlo e approfondirlo per poi fare esperienza del confronto e della discussione pubblica con chi ha il governo della cosa pubblica nella loro città.
I ragazzi hanno manifestato tutta la loro disponibilità e hanno le idee chiare circa il tema del loro progetto, avendone già discusso in classe.
Tutti indizi che fanno ben sperare e fiduciosi ci siamo dati appuntamento per giovedì 27 aprile quando saranno ospiti dell’amministrazione comunale della città. Con le altre scuole del Veneto, parteciperanno poi, in maggio, alla Conferenza finale dove contribuiranno con il loro progetto ad arricchire il confronto con parlamentari ed esperti per fare esperienza di cittadinanza attiva.
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giovedì 16 marzo 2017
Incontro delle giovani sentinelle di Capaci
Lunedì 13 marzo le sentinelle della legalità sbarcano in Sicilia: prima tappa a Capaci per il secondo degli appuntamenti che vedono coinvolti ragazzi e ragazze della Direzione Didattica Alcide De Gasperi della città. I beni comuni e la riqualificazione della villa Principessa Mafalda di Savoia sono i temi di cui si sono già occupati lo scorso anno e che hanno deciso di riproporre perché vogliono seguire con attenzione gli sviluppi dei lavori. È proprio nella villa si è tenuto l'incontro a sottolineare il forte interesse e l’entusiasmo con cui le giovanissime sentinelle mostrano di essere cittadini pienamente consapevoli. Puntuali alle ore 10.00, con i loro cartelloni coloratissimi insieme alle proprie insegnanti e ad alcuni genitori, sfidando anche la pioggia, ragazzi e ragazze hanno varcato la soglia della villa. Ad attenderli il sindaco Sebastiano Napoli, il vice sindaco e l'assessore all'istruzione Erasmo Napoli. Sul palco è il dirigente dell'Istituto, Vito Cudia, a dare il benvenuto ai suoi giovanissimi e alle sue insegnanti. Poi ha preso la parola il sindaco che ha informato dei lavori eseguiti in tempo record e conclusi proprio la mattina appena prima dell’inizio dell’incontro. Gli operai del Comune hanno pulito la vasca dei pesci e delle tartarughe, subito meta dei ragazzi. La potatura degli alberi, le aiuole sistemate rendono il luogo piacevole.
La Fondazione ha salutato scolari e scolare e li ha ringraziati per la loro tenacia che ha arricchito i contenuti del progetto stesso e rafforza l’impegno della Fondazione nel proseguire la battaglia contro l'illegalità, oltre ad essere da esempio per i tanti giovani coetanei e più grandi sollecitandoli a non desistere dalle battaglie che ritengono giuste, ad essere tenaci e decisi nell’esporre e argomentare le proprie proposte.
Con noi Angelo Corbo, agente della scorta di Giovanni Falcone e testimone della strage di Capaci. Da tempo è insieme alla Fondazione a raccontare a giovani e adulti perché nessuno dimentichi. Non è semplice per lui questo esercizio della memoria, tornare in questi luoghi della gioventù e ricordare quei momenti terribili del 23 maggio, eppure nel suo breve intervento, molto emozionante e appassionato tocca corde che scuotono e le parole e i gesti di tanti bambini e bambine aiutano a dissolvere tristezza e dolore. Lo convincono che è importante oggi essere qui perché il loro comportamento è segno della speranza di cancellare il marchio terribile di luogo di strage, trasformandolo con le loro azioni e con i loro comportamenti in luogo libero dalla mafia. In qualche modo avverano quella profezia di Giovanni Falcone che il cammino verso la libertà sarà intrapreso con le loro gambe.
La Fondazione ha rivolto ai genitori l’esortazione a sostenere e incoraggiare i propri ragazzi e le proprie ragazze, in questo loro compito, insieme alla scuola, con comportamenti giusti ed esempi buoni affinché crescano e apprezzino il profumo della legalità nel prendersi cura della terra in cui vivono e dei beni che appartengono a tutti.
Con le loro proposte, bambini e bambine hanno lasciato chiaramente intendere di volere i loro spazi, la loro villa, crescere e costruire insieme una buona comunità. Il diritto al gioco, allo studio, alla vita contagia tutti e la villa, grazie ai ragazzi e alle ragazze, si trasforma in uno spazio di gioco e di festa.
Vito Cudia si è improvvisato animatore della giornata, ma soprattutto ha dato valore al suo incarico di dirigente scolastico lodando i giovanissimi e le insegnanti chiamando una classe per volta ad esporre i propri lavori. Scolari e scolare, da bravi reporter, hanno raccontato le carenze e i miglioramenti della villa, ognuno di loro ha dato il suo contributo attraverso il dibattito con la propria Amministrazione disponibile al confronto, hanno posto le basi alla speranza di cambiamento.
Tanti i volontari che, con passione, hanno accettato la sfida della legalità e della cittadinanza, ma anche con loro la Fondazione ha voluto essere chiara: la buona politica non deve confondere o nascondersi sull'opera meritevole del volontariato, il lavoro deve essere ricompensato, come dice la nostra Costituzione e il volontariato deve essere supportato. Noi apprezziamo e stimiamo la fatica generosa di tanti uomini e donne volontari, ma dobbiamo ricordare che per far funzionare la cosa pubblica occorre che gli uomini e le donne lavorino e ricevano un giusto compenso per poter condurre una vita libera e dignitosa.
Con tutti abbiamo fissato il prossimo appuntamento fra poco più di un mese, venerdì 28 di aprile, augurandoci che la Regione Siciliana e il suo presidente accolgano ed ospitino i giovani cittadini e cittadine di Capaci, Corleone, Castelvetrano e Siracusa per discutere dei temi che sono stati al centro della discussione in questi incontri di marzo.
Inviteremo anche deputati e senatori eletti in Sicilia con l’auspicio che anche loro non vorranno mancare chiedendo loro di non deludere le aspettativi di tanti ragazzi e ragazze.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
La Fondazione ha salutato scolari e scolare e li ha ringraziati per la loro tenacia che ha arricchito i contenuti del progetto stesso e rafforza l’impegno della Fondazione nel proseguire la battaglia contro l'illegalità, oltre ad essere da esempio per i tanti giovani coetanei e più grandi sollecitandoli a non desistere dalle battaglie che ritengono giuste, ad essere tenaci e decisi nell’esporre e argomentare le proprie proposte.
Con noi Angelo Corbo, agente della scorta di Giovanni Falcone e testimone della strage di Capaci. Da tempo è insieme alla Fondazione a raccontare a giovani e adulti perché nessuno dimentichi. Non è semplice per lui questo esercizio della memoria, tornare in questi luoghi della gioventù e ricordare quei momenti terribili del 23 maggio, eppure nel suo breve intervento, molto emozionante e appassionato tocca corde che scuotono e le parole e i gesti di tanti bambini e bambine aiutano a dissolvere tristezza e dolore. Lo convincono che è importante oggi essere qui perché il loro comportamento è segno della speranza di cancellare il marchio terribile di luogo di strage, trasformandolo con le loro azioni e con i loro comportamenti in luogo libero dalla mafia. In qualche modo avverano quella profezia di Giovanni Falcone che il cammino verso la libertà sarà intrapreso con le loro gambe.
La Fondazione ha rivolto ai genitori l’esortazione a sostenere e incoraggiare i propri ragazzi e le proprie ragazze, in questo loro compito, insieme alla scuola, con comportamenti giusti ed esempi buoni affinché crescano e apprezzino il profumo della legalità nel prendersi cura della terra in cui vivono e dei beni che appartengono a tutti.
Con le loro proposte, bambini e bambine hanno lasciato chiaramente intendere di volere i loro spazi, la loro villa, crescere e costruire insieme una buona comunità. Il diritto al gioco, allo studio, alla vita contagia tutti e la villa, grazie ai ragazzi e alle ragazze, si trasforma in uno spazio di gioco e di festa.
Vito Cudia si è improvvisato animatore della giornata, ma soprattutto ha dato valore al suo incarico di dirigente scolastico lodando i giovanissimi e le insegnanti chiamando una classe per volta ad esporre i propri lavori. Scolari e scolare, da bravi reporter, hanno raccontato le carenze e i miglioramenti della villa, ognuno di loro ha dato il suo contributo attraverso il dibattito con la propria Amministrazione disponibile al confronto, hanno posto le basi alla speranza di cambiamento.
Tanti i volontari che, con passione, hanno accettato la sfida della legalità e della cittadinanza, ma anche con loro la Fondazione ha voluto essere chiara: la buona politica non deve confondere o nascondersi sull'opera meritevole del volontariato, il lavoro deve essere ricompensato, come dice la nostra Costituzione e il volontariato deve essere supportato. Noi apprezziamo e stimiamo la fatica generosa di tanti uomini e donne volontari, ma dobbiamo ricordare che per far funzionare la cosa pubblica occorre che gli uomini e le donne lavorino e ricevano un giusto compenso per poter condurre una vita libera e dignitosa.
Con tutti abbiamo fissato il prossimo appuntamento fra poco più di un mese, venerdì 28 di aprile, augurandoci che la Regione Siciliana e il suo presidente accolgano ed ospitino i giovani cittadini e cittadine di Capaci, Corleone, Castelvetrano e Siracusa per discutere dei temi che sono stati al centro della discussione in questi incontri di marzo.
Inviteremo anche deputati e senatori eletti in Sicilia con l’auspicio che anche loro non vorranno mancare chiedendo loro di non deludere le aspettativi di tanti ragazzi e ragazze.
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martedì 14 marzo 2017
Incontro con le giovani sentinelle di Castelfiorentino (FI)
Venerdì 10 marzo tocca alle giovani sentinelle del Liceo Enriques di Castelfiorentino essere protagonisti della giornata. Nella sala del Consiglio comunale ad accogliere ragazzi e ragazze è la consigliera Laura Rimi che ha la delega alla Legalità, l'assessore all'Ambiente, Gianluca D'Alessio, e il consigliere comunale, Eugenio Simoncini, in una doppia veste in quanto è anche l’insegnante di chimica.
Laura Rimi nel suo saluto ha ricordato la data del 21 marzo, Giornata della Memoria, che è ancora più importante quest'anno in quanto il Parlamento ha deliberato tale ricorrenza come giornata nazionale. Ha proseguito sottolineando che legalità è un tema che non ha colore politico e anticipando la scelta dell’amministrazione di coinvolgere i ragazzi e le ragazze, il prossimo 23 maggio, nel ricordo delle vittime della mafia con la manifestazione Gioco e legalità cui parteciperà anche l'associazione calciatori.
Nell’introdurre i lavori la Fondazione ha illustrato brevemente gli obiettivi del progetto: favorire il protagonismo dei giovani e l’impegno civile, ha voluto ricordare agli studenti le proposte dei loro compagni degli scorsi anni: gli spazi per i giovani nella struttura che ospita l’Ostello; le riflessioni e gli appelli a seguito della chiusura e del trasferimento dei padiglioni dell'ospedale della loro città con la richiesta all’Amministrazione di intervenire perché rimanesse attivo almeno il servizio di primo soccorso di codice bianco. Purtroppo le loro sollecitazioni non hanno avuto risposta e fra i giovani è forte il senso di frustrazione, come abbiamo potuto osservare in questi anni con l’esperienza delle Giovani sentinelle: Al loro impegno caparbio e puntuale, alle loro proposte e alla loro disponibilità ha corrisposto il silenzio. Abbiamo avuto esempi generosi e disinteressati di studenti e studentesse che hanno ripulito e imbiancato aule e spazi nelle scuole, e nei loro confronti vi sono lodi e apprezzamenti, ma appena i giovani hanno varcato le porte della scuola sembra vi sia un’incapacità di ascolto e di dialogo, di discussione e di confronto, le loro proposte paiono non aver alcuna attenzione e non sono degne di essere oggetto di dibattito. Di fronte alle tante sollecitazioni non bastano più le manifestazioni e gli eventi, occorre un lavoro quotidiano costante e continuo, non sono sufficienti le prese di posizioni, certo importanti e meritevoli, occorre far seguire azioni e scelte di campo nette. La Fondazione ha rinnovato anche quest’anno l’appello alle amministrazioni comunali affinché sottoscrivano la mozione che chiede un contrasto efficace e duraturo alla criminalità organizzata, alla corruzione e all’evasione fiscale, strumenti per ricostruire un costume politico e sociale giusto e strumenti per recuperare le risorse necessarie al nostro Paese e al suo futuro. Dobbiamo constatare che sono in pochi ad avere sottoscritto quella mozione, e abbiamo l’impressione che non si colga il nesso fra l’educazione alla legalità e alla cittadinanza e la mozione stessa.
Hanno preso poi la parola ragazzi e ragazze: quest’anno hanno scelto di occuparsi dell’edificio dell’ex Montecatini, dove un tempo si producevano prodotti chimici, dismesso dal lontano 1964.
Studenti e studentesse avevano preparato delle slide per raccontarne le vicende, esprimere le proprie idee ed illustrare dubbi e suggerimenti per l’uso dello spazio. Purtroppo nella sala mancava un videoproiettore, nonostante avessimo informato gli uffici comunali con cui siamo stati in contatto nell’organizzare l’incontro.
Ragazzi e ragazze con grande passione e con l’ausilio del solo computer, disponendosi in semicerchio, hanno ovviato alla mancanza e hanno presentato il loro lavoro: l'area ormai dismessa è stata acquistata dall'amministrazione comunale nel 1982 e, per il suo recupero è stato affidato l’incarico all’architetto De Carlo di redigere un progetto di recupero, a cui hanno fatto seguito altri tentativi senza però giungere a conclusione. Così l’edificio si è trasformato nel tempo in un ecomostro ingombrante con le spese di bonifica e di riqualificazione cresciute in maniera impressionante. I giovani hanno messo in rilievo con le loro ricerche e le loro osservazioni i peccati del passato: con le promesse di posti di lavoro non si è badato a come avveniva lo smaltimento delle scorie e dopo aver realizzato i propri profitti i proprietari dell’impianto hanno abbandonato l’edificio senza che nessuno li obbligasse alla bonifica e alla messa in sicurezza.
Gianluca D’Alessio ha preso la parola per dare risposte puntuali alle diverse questioni sollevate nel dibattito. La vicenda dell’ostello ha avuto un epilogo perché vi è un nuovo gestore dopo un ulteriore bando che ha previsto ancora uno spazio per i giovani. Quanto alla vicenda dell’ex edificio Montecatini ha rassicurato i giovani che non vi sono pericoli di inquinamento ma ha confermato che i tempi del risanamento e del recupero sono lunghi per i costi troppo alti che rendono insostenibile la bonifica.
Laura Rimi è intervenuta nuovamente lodando i ragazzi e le ragazze per l’impegno a tenere acceso lo spirito critico esortandoli a vigilare.
Il consigliere Eugenio Simoncini ha dichiarato di essere stato colpito in positivo dal progetto e dall’impegno di studenti e studentesse seguiti dalla loro insegnante Patrizia Salerno. Ha proposto all’Amministrazione di partecipare a tutto il Consiglio questa esperienza di cittadinanza.
Le nostre perplessità iniziali hanno lasciato spazio ad un clima di confronto e di discussione che fa ben sperare, clima che deve essere abito quotidiano per evitare che la lotta alla mafia e il bisogno di legalità sia confinato in una sola giornata di commemorazione. La disponibilità di tutti gli attori sociali: amministratori, cittadini, associazioni è una condizione essenziale per dare seguito al protagonismo giovanile senza demotivarlo e, con esso, valorizzare e dare piena cittadinanza allo spirito critico senza scambiarlo per inutile esercizio retorico.
Con questi auspici ci siamo dati appuntamento per l’8 di maggio a Firenze.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
Laura Rimi nel suo saluto ha ricordato la data del 21 marzo, Giornata della Memoria, che è ancora più importante quest'anno in quanto il Parlamento ha deliberato tale ricorrenza come giornata nazionale. Ha proseguito sottolineando che legalità è un tema che non ha colore politico e anticipando la scelta dell’amministrazione di coinvolgere i ragazzi e le ragazze, il prossimo 23 maggio, nel ricordo delle vittime della mafia con la manifestazione Gioco e legalità cui parteciperà anche l'associazione calciatori.
Nell’introdurre i lavori la Fondazione ha illustrato brevemente gli obiettivi del progetto: favorire il protagonismo dei giovani e l’impegno civile, ha voluto ricordare agli studenti le proposte dei loro compagni degli scorsi anni: gli spazi per i giovani nella struttura che ospita l’Ostello; le riflessioni e gli appelli a seguito della chiusura e del trasferimento dei padiglioni dell'ospedale della loro città con la richiesta all’Amministrazione di intervenire perché rimanesse attivo almeno il servizio di primo soccorso di codice bianco. Purtroppo le loro sollecitazioni non hanno avuto risposta e fra i giovani è forte il senso di frustrazione, come abbiamo potuto osservare in questi anni con l’esperienza delle Giovani sentinelle: Al loro impegno caparbio e puntuale, alle loro proposte e alla loro disponibilità ha corrisposto il silenzio. Abbiamo avuto esempi generosi e disinteressati di studenti e studentesse che hanno ripulito e imbiancato aule e spazi nelle scuole, e nei loro confronti vi sono lodi e apprezzamenti, ma appena i giovani hanno varcato le porte della scuola sembra vi sia un’incapacità di ascolto e di dialogo, di discussione e di confronto, le loro proposte paiono non aver alcuna attenzione e non sono degne di essere oggetto di dibattito. Di fronte alle tante sollecitazioni non bastano più le manifestazioni e gli eventi, occorre un lavoro quotidiano costante e continuo, non sono sufficienti le prese di posizioni, certo importanti e meritevoli, occorre far seguire azioni e scelte di campo nette. La Fondazione ha rinnovato anche quest’anno l’appello alle amministrazioni comunali affinché sottoscrivano la mozione che chiede un contrasto efficace e duraturo alla criminalità organizzata, alla corruzione e all’evasione fiscale, strumenti per ricostruire un costume politico e sociale giusto e strumenti per recuperare le risorse necessarie al nostro Paese e al suo futuro. Dobbiamo constatare che sono in pochi ad avere sottoscritto quella mozione, e abbiamo l’impressione che non si colga il nesso fra l’educazione alla legalità e alla cittadinanza e la mozione stessa.
Hanno preso poi la parola ragazzi e ragazze: quest’anno hanno scelto di occuparsi dell’edificio dell’ex Montecatini, dove un tempo si producevano prodotti chimici, dismesso dal lontano 1964.
Studenti e studentesse avevano preparato delle slide per raccontarne le vicende, esprimere le proprie idee ed illustrare dubbi e suggerimenti per l’uso dello spazio. Purtroppo nella sala mancava un videoproiettore, nonostante avessimo informato gli uffici comunali con cui siamo stati in contatto nell’organizzare l’incontro.
Ragazzi e ragazze con grande passione e con l’ausilio del solo computer, disponendosi in semicerchio, hanno ovviato alla mancanza e hanno presentato il loro lavoro: l'area ormai dismessa è stata acquistata dall'amministrazione comunale nel 1982 e, per il suo recupero è stato affidato l’incarico all’architetto De Carlo di redigere un progetto di recupero, a cui hanno fatto seguito altri tentativi senza però giungere a conclusione. Così l’edificio si è trasformato nel tempo in un ecomostro ingombrante con le spese di bonifica e di riqualificazione cresciute in maniera impressionante. I giovani hanno messo in rilievo con le loro ricerche e le loro osservazioni i peccati del passato: con le promesse di posti di lavoro non si è badato a come avveniva lo smaltimento delle scorie e dopo aver realizzato i propri profitti i proprietari dell’impianto hanno abbandonato l’edificio senza che nessuno li obbligasse alla bonifica e alla messa in sicurezza.
Gianluca D’Alessio ha preso la parola per dare risposte puntuali alle diverse questioni sollevate nel dibattito. La vicenda dell’ostello ha avuto un epilogo perché vi è un nuovo gestore dopo un ulteriore bando che ha previsto ancora uno spazio per i giovani. Quanto alla vicenda dell’ex edificio Montecatini ha rassicurato i giovani che non vi sono pericoli di inquinamento ma ha confermato che i tempi del risanamento e del recupero sono lunghi per i costi troppo alti che rendono insostenibile la bonifica.
Laura Rimi è intervenuta nuovamente lodando i ragazzi e le ragazze per l’impegno a tenere acceso lo spirito critico esortandoli a vigilare.
Il consigliere Eugenio Simoncini ha dichiarato di essere stato colpito in positivo dal progetto e dall’impegno di studenti e studentesse seguiti dalla loro insegnante Patrizia Salerno. Ha proposto all’Amministrazione di partecipare a tutto il Consiglio questa esperienza di cittadinanza.
Le nostre perplessità iniziali hanno lasciato spazio ad un clima di confronto e di discussione che fa ben sperare, clima che deve essere abito quotidiano per evitare che la lotta alla mafia e il bisogno di legalità sia confinato in una sola giornata di commemorazione. La disponibilità di tutti gli attori sociali: amministratori, cittadini, associazioni è una condizione essenziale per dare seguito al protagonismo giovanile senza demotivarlo e, con esso, valorizzare e dare piena cittadinanza allo spirito critico senza scambiarlo per inutile esercizio retorico.
Con questi auspici ci siamo dati appuntamento per l’8 di maggio a Firenze.
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A Monsummano Terme, nella bella sala di villa Martini, ragazze e ragazzi di una classe dell’Istituto comprensivo Caponnetto insieme ad alcuni compagni e compagne di altre classi e membri del Consiglio comunale dei ragazzi sono stati accolti dall’assessore all’Istruzione Elena Sinimberghi
Nel suo saluto ha voluto ricordare il valore della legalità perché il rispetto delle regole è una delle condizioni essenziali per stare insieme. Ha poi preso la parola Silvia Ragionieri, studentessa della scuola media e portavoce il Consiglio comunale dei ragazzi per ricordare il lavoro svolto anche in collaborazione con l’amministrazione comunale nell’ultimo anno. Ha fatto riferimento al lavoro svolto l’anno passato sul tema dei diritti dei cittadini con particolare riguardo a quelli provenienti da Paesi lontani. La questione dell’integrazione nel rispetto reciproco e della legalità è molto sentito dai ragazzi e l’anno scorso avevano prodotto anche un bel video. Ha ricordato che da quelle riflessioni sono stati attivati dei corsi di lingua cinese e, verso la fine dell’anno scolastico, sabato 27 maggio, è prevista la Festa interculturale con giochi, musica, cucina etnica e tanto altro con il sostegno e la partecipazione di genitori, cittadini e amministrazione.
La Fondazione ha illustrato ai genitori intervenuti gli intendimenti del progetto, quello di educare alla legalità e alla cittadinanza perché, in accordo con il dettato costituzionale, la scuola è il luogo della formazione del cittadino e della cittadina per la quale il solo rispetto delle regole costituisce una sorta di prerequisito. Per questo il progetto si occupa della cura dei beni comuni, del prendersi cura dell’altro nel senso più ampio del termine, dei temi relativi alla costituzione di luoghi di confronto e di discussione, della pratica della democrazia. Entro queste coordinate acquista senso il progetto delle giovani sentinelle di cui anche gli studenti e le studentesse di Monsummano danno prova con questa loro fatica.
Quest’anno hanno leggermente variato il loro lavoro scegliendo un tema che riguarda ciascuno e ciascuna più da vicino: Sport e retomania. Vocabolo appena approdato nella nostra lingua, tant’è vero che in alcuni dizionari online non compare ancora, indica una forma di dipendenza dalla rete per cui chi ne è vittima tende a isolarsi e ad avere difficoltà nelle relazioni con il prossimo. Per sfuggire alla solitudine del mondo virtuale hanno proposto di dare rilievo alla pratica sportiva che richiede impegno, attenzione e concentrazione, collaborazione con i compagni e le compagne, collaborazione e relazione con coetanei e adulti. Le loro riflessioni hanno preso forma con un bel video con l’intervista ad uno psicologo che illustra puntualmente tutti i rischi della rete, ad alcuni compagni e compagne che praticano o meno sport, prima di passare in rassegna lo stato di alcune strutture del proprio comune che avrebbero bisogno di interventi.
Elena Sinimberghi ha esordito facendo il punto della situazione sugli impianti oggetto di ammodernamenti o di ristrutturazioni e ha ricordato l’enorme varietà delle associazioni sportive, ben 59 a Monsummano, per ricordare il valore della pratica sportiva in termini di benessere e di qualità delle relazioni sociali. Ha proseguito osservando che l’amministrazione ha favorito la costituzione di una Polisportiva che metta insieme le società sportive per la gestione degli impianti e per un migliore coordinamento dell’offerta di opportunità delle attività per giovani e adulti. Si è soffermata anche sulla scelta di offrire delle decontribuzioni a quelle società che non fanno pagare a chi è più in difficoltà, pur riconoscendo la necessità di ulteriori strumenti per favorire la pratica sportiva a chi è più svantaggiato.
L’attività motoria richiede spazi per il gioco libero e per questo studenti e studentesse hanno inserito nel loro progetto la proposta di piazza Giusti come luogo adatto per il gioco libero, inoltre fare sport favorisce stili di vita più sani per i quali concorre anche la diffusione di piste ciclabili che incentivino l’uso della bicicletta. Da qui la richiesta di piste nuove. Una di esse è in via di definizione nel Padule, una parte del quale è compreso nel territorio del Comune di Mosummano, che è stato oggetto di un bel progetto sempre degli studenti del comprensivo Caponnetto negli anni passati. In quella occasione ragazzi e ragazze avevano sottolineato i rischi dell’inquinamento e del degrado.
La pista ciclabile potrebbe favorire un interesse maggiore da parte dei cittadini e allontanare qualcuno dei rischi adombrati dai giovani.
Il confronto vivace sulla pratica sportiva ha poi avuto un epilogo ulteriore quando la fondazione ha rilanciato il tema dell’impegno personale. La solitudine e la separazione dagli altri perché si vive nel mondo virtuale possono essere contrastate dalla pratica sportiva, ma vi è un altro aspetto del problema da non sottovalutare: l’impegno personale a ridurre il tempo in cui si è “conessi” solo col mondo virtuale, tralasciando relazioni e scambi, conversazioni e guardarsi negli occhi. In breve si è sviluppato un botta e risposta fra i giovani, la fondazione ed Elena Sinimberghi molto interessante e stimolante che avremmo voluto proseguire ancora a lungo, oltre l’ora prevista per concludere, che è indice del grande interesse di ragazzi e ragazze, delle loro preoccupazioni e della loro attenzione che, molte volte, gli adulti non colgono. Merito della scuola e delle insegnanti, le partigiane della nuova resistenza – per usare un’espressione di Antonino Caponnetto – aver fatto emergere la complessità di questi sentimenti.
Di tutto ciò avremo modo di riparlare nel pterzo appuntamento previsto a Pistoia il prossimo venerdì 12 maggio.
Il secondo degli incontri di giovedì 9 marzo si è tenuto a Bibbiena, Le giovani sentinelle dell’Istituto comprensivo sono state accolte nella sala consiliare del comune dal presidente del Consiglio Francesco Frenos. Ha salutato ragazzi e ragazze, che partecipano per la prima volta al progetto, e i genitori presenti esortandoli a seguire con attenzione questo percorso perché, negli anni, ha significato molto per la crescita e l’impegno dei giovani in difesa dei beni comuni. Ha confermato l’impegno dell’Amministrazione ad essere al fianco dei giovani e della comunità e ha ricordato che il Comune si è occupato, in questo periodo, di mettere in sicurezza palazzi pubblici e scuole dal rischio sismico e questo lavoro può dirsi concluso così tutte le scuole possono essere al sicuro.
Hanno poi preso la parola ragazzi e ragazze che hanno intitolato il loro progetto in modo eloquente: Rimbocchiamoci le maniche, intendendo con ciò esemplificare al meglio le loro intenzioni di intervenire su alcuni aspetti del degrado del luogo in cui vivono. Con l’aiuto di un video da loro pensato e realizzato hanno messo in evidenza lo stato di un parco gioco della città, di alcuni muri imbrattati vicino alla loro stazione ferroviaria. Riprendendo il lavoro fatto dai loro compagni e compagne dello scorso anno hanno preso l’impegno di imbiancare i muri della loro scuola.
La loro passione, la loro responsabilità in difesa degli spazi di tutti ha convinto i genitori presenti ad offrire il proprio aiuto e la propria collaborazione.
Ne è sorto un dibattito ed un confronto e l’entusiasmo ha contagiato tutti: ognuno ha dato il suo contributo nel ricercare soluzioni a i diversi problemi, da quelli più spiccioli a quelli più grandi: dall'assicurazione al reperire materiali e attrezzature, alla ricerca delle risorse.
Dalla discussione sono venute fuori indicazioni relative alle scadenze, al coinvolgimento sempre maggiore di cittadini e come far crescere la consapevolezza di quanto sia importante l’educazione al rispetto dei beni comuni.
La serata è scorsa veloce ma con la convinzione che un altro seme è stato piantato e forti dell’entusiasmo di giovani e adulti ci siamo dati appuntamento al 15 di maggio in provincia ad Arezzo dove con i ragazzi e le ragazze del Liceo Piero della Francesca della città saranno protagonisti del confronto con alcuni amministratori della Regione Toscana eletti nell’aretino.
Giovani e adulti sono consapevoli dell’importanza di questo percorso a tappe che consente di scoprire il valore della cittadinanza e il protagonismo dei giovani in modo che possano contribuire ad un cambiamento reale dei territori in cui vivono.
Editore Domenico Bilotta
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Nel suo saluto ha voluto ricordare il valore della legalità perché il rispetto delle regole è una delle condizioni essenziali per stare insieme. Ha poi preso la parola Silvia Ragionieri, studentessa della scuola media e portavoce il Consiglio comunale dei ragazzi per ricordare il lavoro svolto anche in collaborazione con l’amministrazione comunale nell’ultimo anno. Ha fatto riferimento al lavoro svolto l’anno passato sul tema dei diritti dei cittadini con particolare riguardo a quelli provenienti da Paesi lontani. La questione dell’integrazione nel rispetto reciproco e della legalità è molto sentito dai ragazzi e l’anno scorso avevano prodotto anche un bel video. Ha ricordato che da quelle riflessioni sono stati attivati dei corsi di lingua cinese e, verso la fine dell’anno scolastico, sabato 27 maggio, è prevista la Festa interculturale con giochi, musica, cucina etnica e tanto altro con il sostegno e la partecipazione di genitori, cittadini e amministrazione.
La Fondazione ha illustrato ai genitori intervenuti gli intendimenti del progetto, quello di educare alla legalità e alla cittadinanza perché, in accordo con il dettato costituzionale, la scuola è il luogo della formazione del cittadino e della cittadina per la quale il solo rispetto delle regole costituisce una sorta di prerequisito. Per questo il progetto si occupa della cura dei beni comuni, del prendersi cura dell’altro nel senso più ampio del termine, dei temi relativi alla costituzione di luoghi di confronto e di discussione, della pratica della democrazia. Entro queste coordinate acquista senso il progetto delle giovani sentinelle di cui anche gli studenti e le studentesse di Monsummano danno prova con questa loro fatica.
Quest’anno hanno leggermente variato il loro lavoro scegliendo un tema che riguarda ciascuno e ciascuna più da vicino: Sport e retomania. Vocabolo appena approdato nella nostra lingua, tant’è vero che in alcuni dizionari online non compare ancora, indica una forma di dipendenza dalla rete per cui chi ne è vittima tende a isolarsi e ad avere difficoltà nelle relazioni con il prossimo. Per sfuggire alla solitudine del mondo virtuale hanno proposto di dare rilievo alla pratica sportiva che richiede impegno, attenzione e concentrazione, collaborazione con i compagni e le compagne, collaborazione e relazione con coetanei e adulti. Le loro riflessioni hanno preso forma con un bel video con l’intervista ad uno psicologo che illustra puntualmente tutti i rischi della rete, ad alcuni compagni e compagne che praticano o meno sport, prima di passare in rassegna lo stato di alcune strutture del proprio comune che avrebbero bisogno di interventi.
Elena Sinimberghi ha esordito facendo il punto della situazione sugli impianti oggetto di ammodernamenti o di ristrutturazioni e ha ricordato l’enorme varietà delle associazioni sportive, ben 59 a Monsummano, per ricordare il valore della pratica sportiva in termini di benessere e di qualità delle relazioni sociali. Ha proseguito osservando che l’amministrazione ha favorito la costituzione di una Polisportiva che metta insieme le società sportive per la gestione degli impianti e per un migliore coordinamento dell’offerta di opportunità delle attività per giovani e adulti. Si è soffermata anche sulla scelta di offrire delle decontribuzioni a quelle società che non fanno pagare a chi è più in difficoltà, pur riconoscendo la necessità di ulteriori strumenti per favorire la pratica sportiva a chi è più svantaggiato.
L’attività motoria richiede spazi per il gioco libero e per questo studenti e studentesse hanno inserito nel loro progetto la proposta di piazza Giusti come luogo adatto per il gioco libero, inoltre fare sport favorisce stili di vita più sani per i quali concorre anche la diffusione di piste ciclabili che incentivino l’uso della bicicletta. Da qui la richiesta di piste nuove. Una di esse è in via di definizione nel Padule, una parte del quale è compreso nel territorio del Comune di Mosummano, che è stato oggetto di un bel progetto sempre degli studenti del comprensivo Caponnetto negli anni passati. In quella occasione ragazzi e ragazze avevano sottolineato i rischi dell’inquinamento e del degrado.
La pista ciclabile potrebbe favorire un interesse maggiore da parte dei cittadini e allontanare qualcuno dei rischi adombrati dai giovani.
Il confronto vivace sulla pratica sportiva ha poi avuto un epilogo ulteriore quando la fondazione ha rilanciato il tema dell’impegno personale. La solitudine e la separazione dagli altri perché si vive nel mondo virtuale possono essere contrastate dalla pratica sportiva, ma vi è un altro aspetto del problema da non sottovalutare: l’impegno personale a ridurre il tempo in cui si è “conessi” solo col mondo virtuale, tralasciando relazioni e scambi, conversazioni e guardarsi negli occhi. In breve si è sviluppato un botta e risposta fra i giovani, la fondazione ed Elena Sinimberghi molto interessante e stimolante che avremmo voluto proseguire ancora a lungo, oltre l’ora prevista per concludere, che è indice del grande interesse di ragazzi e ragazze, delle loro preoccupazioni e della loro attenzione che, molte volte, gli adulti non colgono. Merito della scuola e delle insegnanti, le partigiane della nuova resistenza – per usare un’espressione di Antonino Caponnetto – aver fatto emergere la complessità di questi sentimenti.
Di tutto ciò avremo modo di riparlare nel pterzo appuntamento previsto a Pistoia il prossimo venerdì 12 maggio.
Il secondo degli incontri di giovedì 9 marzo si è tenuto a Bibbiena, Le giovani sentinelle dell’Istituto comprensivo sono state accolte nella sala consiliare del comune dal presidente del Consiglio Francesco Frenos. Ha salutato ragazzi e ragazze, che partecipano per la prima volta al progetto, e i genitori presenti esortandoli a seguire con attenzione questo percorso perché, negli anni, ha significato molto per la crescita e l’impegno dei giovani in difesa dei beni comuni. Ha confermato l’impegno dell’Amministrazione ad essere al fianco dei giovani e della comunità e ha ricordato che il Comune si è occupato, in questo periodo, di mettere in sicurezza palazzi pubblici e scuole dal rischio sismico e questo lavoro può dirsi concluso così tutte le scuole possono essere al sicuro.
Hanno poi preso la parola ragazzi e ragazze che hanno intitolato il loro progetto in modo eloquente: Rimbocchiamoci le maniche, intendendo con ciò esemplificare al meglio le loro intenzioni di intervenire su alcuni aspetti del degrado del luogo in cui vivono. Con l’aiuto di un video da loro pensato e realizzato hanno messo in evidenza lo stato di un parco gioco della città, di alcuni muri imbrattati vicino alla loro stazione ferroviaria. Riprendendo il lavoro fatto dai loro compagni e compagne dello scorso anno hanno preso l’impegno di imbiancare i muri della loro scuola.
La loro passione, la loro responsabilità in difesa degli spazi di tutti ha convinto i genitori presenti ad offrire il proprio aiuto e la propria collaborazione.
Ne è sorto un dibattito ed un confronto e l’entusiasmo ha contagiato tutti: ognuno ha dato il suo contributo nel ricercare soluzioni a i diversi problemi, da quelli più spiccioli a quelli più grandi: dall'assicurazione al reperire materiali e attrezzature, alla ricerca delle risorse.
Dalla discussione sono venute fuori indicazioni relative alle scadenze, al coinvolgimento sempre maggiore di cittadini e come far crescere la consapevolezza di quanto sia importante l’educazione al rispetto dei beni comuni.
La serata è scorsa veloce ma con la convinzione che un altro seme è stato piantato e forti dell’entusiasmo di giovani e adulti ci siamo dati appuntamento al 15 di maggio in provincia ad Arezzo dove con i ragazzi e le ragazze del Liceo Piero della Francesca della città saranno protagonisti del confronto con alcuni amministratori della Regione Toscana eletti nell’aretino.
Giovani e adulti sono consapevoli dell’importanza di questo percorso a tappe che consente di scoprire il valore della cittadinanza e il protagonismo dei giovani in modo che possano contribuire ad un cambiamento reale dei territori in cui vivono.
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mercoledì 8 marzo 2017
Incontro con le giovani sentinelle di Agliana (PT)
Martedì 7 marzo l'appuntamento con le giovani sentinelle dell'Istituto Capitini è ad Agliana. Nella sala consiliare del Comune a dare il benvenuto a ragazze e ragazzi, è l'assessore all'Istruzione Luisa Tonioni che, nel suo saluto, ha voluto ringraziarli per il loro impegno a tenere viva l'attenzione su questioni di rilievo perché questo loro comportamento arricchisce la democrazia e la partecipazione.
La Fondazione ha ricordato l'articolazione del progetto e i suoi appuntamenti perché offrono l'opportunità di confronti diversi e a vari livelli con chi ha il governo della cosa pubblica, offrendo l'esperienza di guardare nel contempo i temi affrontati da punti di vista differenti e accrescendo la consapevolezza della complessità dell'agire politico che richiede ai cittadini e alle cittadine puntualità e chiarezza nel porre le questioni e nel prospettare delle soluzioni.
Lo scorso anno studenti e studentesse erano stati protagonisti di una felice esperienza: durante le vacanze pasquali avevano imbiancato la propria aula, coscienti sul valore della scuola e sull'essere custodi di beni che appartengono a tutti e quindi meritevoli di cura e di attenzione differenti dai ben individuali. Quella loro scelta era stata anche un'occasione per sollecitare compagni e compagne a fare attenzione agli spazi in cui si vive, tant’è vero quest’anno altre classi seguono il loro esempio, e le istituzioni pubbliche a non scordarsi dei propri compiti.
Quest'anno la loro attenzione riguarda l'ambiente e, in particolare la raccolta differenziata nella propria scuola. Hanno cominciato somministrando un questionario ai propri compagni e compagne per sondare i loro comportamenti cui hanno risposto in più di 400 su 600 studenti. L’elemento più interessante che è emerso è quello del consumo delle bottigliette di plastica, il cui dato finale, frutto del calcolo che si desume dalle risposte è di 93.600 bottigliette di plastica ogni anno solo nella propria scuola. Questo dato richiama l'analoga esperienza fatta al Liceo artistico Petrocchi di Pistoia qualche anno fa. Già in quel caso il numero delle bottigliette di plastica così incredibilmente alto suggeriva di intervenire a monte, offrendo un'alternativa, analogamente ad Agliana i giovani hanno prospettato l'installazione di un fontanella di acqua di qualità a scuola. In entrambi i casi l'alternativa proposta prevede la riduzione della produzione di rifiuti. L'altro corno del problema riguarda la differenziazione: a scuola sono presenti i contenitori per i diversi tipi di rifiuti, ma sono utilizzati poco e male. Da qui l'impegno di studenti e studentesse a farsi portavoce presso i propri compagni e compagne di un maggiore attenzione e diligenza nel distinguere, consapevoli che sia necessario l'impegno di ciascuno per modificare in profondità comportamenti e ottenere risultati tangibili e duraturi. Sono pure necessari altri cestini, ma il lavoro più grande da fare sarà quello di porre all'ordine del giorno dell'assemblea scolastica il tema e ricercare in quel contesto strumenti e modalità per essere efficaci.
Inoltre, si sono proposti di incontrare un ex consigliere comunale di Montale, comune a poca distanza da Agliana dove è in funzione un termovalorizzatore, e Fabio Arrigucci che ha brevettato una tecnologia per recuperare, dagli scarti tessili, materiali con cui produrre una nuova stoffa.
Il tema dei rifiuti richiama quello dello smaltimento e in particolare il loro incenerimento e i giovani hanno voluto porre l'attenzione sui rischi per la salute riprendendo i dati sull'aumento dei tumori.
Questo insieme di questioni ha costituito oggetto di un bel confronto con Luisa Tonioni che non ha mancato di rispondere su ogni punto: intanto ha apprezzato l'intendimento dei giovani ad intervenire e ad essere soggetti attivi e, per quanto riguarda il differenziare i rifiuti, ha ricordato che vi è una applicazione scaricabile sullo smartphone per avere risposte ad ogni dubbio relativo alla corretta collocazione di ciascun rifiuto.
Si è dichiarata interessata alla questione di come diminuire il numero delle bottigliette, ricorda che l'acqua a scuola è potabile, controllata quotidianamente dagli enti preposti. Pur riconoscendo la correttezza del dato, la Fondazione ha osservato quanto sia necessario prevedere, nell'edificio scolastico che la stessa sia gradevole. Di tutto ciò abbiamo esperienza nel nostro progetto grazie alle scuole di Pistoia, Pontedera e Viareggio che negli anni passati, in modi differenti e con proposte diverse, hanno sollecitato le rispettive amministrazioni a dotare gli edifici scolastici di fontanelle.
Ha proseguito, Luisa Tonioni, informando i giovani di un tavolo che monitora i dati epidemiologici cui bisogna fare riferimento per avere notizie certe sulla questione, oltreché della possibilità di un bando unico nei comuni di Montale, Agliana e Quarrata per avere modalità uguali nella raccolta e ha invitato i giovani a scrivere al sindaco di Montale chiedendo anche di visitare il termovalorizzatore.
Il Comune di Agliana è attento alle istanze delle scuole del territorio, tant'è vero che è intervenuto più volte nel caso dell'Istituto Capitini nonostante non fosse di sua competenza e di questo impegno la Fondazione ha dato atto all'amministrazione locale. L'attenzione che ha mostrato per le scuole è rilevante in questo momento in cui le competenze delle province sono divenute incerte, perché non sappiamo cosa ne sarà delle province e a chi il legislatore affiderà le competenze.
La Fondazione ha segnalato più volte in passato l'insensatezza dell'abolizione delle province, aggravata dalla mancanza di un progetto complessivo di redistribuzione dei compiti fra gli enti territoriali e segue con attenzione l'evolversi di questa vicenda.
L'appuntamento di Agliana ha comunque offerto riflessioni e sollecitazioni di rilievo, innanzitutto mettendo intorno ad un tavolo giovani e amministrazione a discutere, come è stato evidente anche alla fine dell'incontro quando Luisa Tonioni ha proseguito nel confronto con i ragazzi e le ragazze che si attardavano a lasciare la sala. L'intendimento di coinvolgere sempre più la cittadinanza è meritevole della più grande attenzione e incoraggiamento, perché indica un modello di buoni esempi che dovrebbe essere diffuso sempre più, mentre la scuola ha deciso di mettere insieme in un opuscolo tutti i progetti che arricchiscono l'offerta formativa dando però rilievo particolare a quelli relativi alla legalità. L'opuscolo sarà distribuito in occasione degli open day. Infine fa piacer che il progetto delle Giovani sentinelle si trasformi in un contenitore di tante esperienze fra cui quella della festa della legalità, prevista nel prossimo mese di maggio a Pistoia. Tutte queste buone notizie saranno oggetto di approfondimento all'appuntamento con le scuole del territorio pistoiese del prossimo 11 maggio quando ci auguriamo saranno presenti tutti gli amministratori locali a fianco di studenti e studentesse per sottolineare l'importanza del confronto e il valore del protagonismo giovanile, importanza e valore che trarranno nuova forza anche dal condividere la mozione della Fondazione relativa al contrasto alla mafia, alla corruzione e all'evasione fiscale che, ci auguriamo, anche il Comune di Agliana vorrà votare e fare propria.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
La Fondazione ha ricordato l'articolazione del progetto e i suoi appuntamenti perché offrono l'opportunità di confronti diversi e a vari livelli con chi ha il governo della cosa pubblica, offrendo l'esperienza di guardare nel contempo i temi affrontati da punti di vista differenti e accrescendo la consapevolezza della complessità dell'agire politico che richiede ai cittadini e alle cittadine puntualità e chiarezza nel porre le questioni e nel prospettare delle soluzioni.
Lo scorso anno studenti e studentesse erano stati protagonisti di una felice esperienza: durante le vacanze pasquali avevano imbiancato la propria aula, coscienti sul valore della scuola e sull'essere custodi di beni che appartengono a tutti e quindi meritevoli di cura e di attenzione differenti dai ben individuali. Quella loro scelta era stata anche un'occasione per sollecitare compagni e compagne a fare attenzione agli spazi in cui si vive, tant’è vero quest’anno altre classi seguono il loro esempio, e le istituzioni pubbliche a non scordarsi dei propri compiti.
Quest'anno la loro attenzione riguarda l'ambiente e, in particolare la raccolta differenziata nella propria scuola. Hanno cominciato somministrando un questionario ai propri compagni e compagne per sondare i loro comportamenti cui hanno risposto in più di 400 su 600 studenti. L’elemento più interessante che è emerso è quello del consumo delle bottigliette di plastica, il cui dato finale, frutto del calcolo che si desume dalle risposte è di 93.600 bottigliette di plastica ogni anno solo nella propria scuola. Questo dato richiama l'analoga esperienza fatta al Liceo artistico Petrocchi di Pistoia qualche anno fa. Già in quel caso il numero delle bottigliette di plastica così incredibilmente alto suggeriva di intervenire a monte, offrendo un'alternativa, analogamente ad Agliana i giovani hanno prospettato l'installazione di un fontanella di acqua di qualità a scuola. In entrambi i casi l'alternativa proposta prevede la riduzione della produzione di rifiuti. L'altro corno del problema riguarda la differenziazione: a scuola sono presenti i contenitori per i diversi tipi di rifiuti, ma sono utilizzati poco e male. Da qui l'impegno di studenti e studentesse a farsi portavoce presso i propri compagni e compagne di un maggiore attenzione e diligenza nel distinguere, consapevoli che sia necessario l'impegno di ciascuno per modificare in profondità comportamenti e ottenere risultati tangibili e duraturi. Sono pure necessari altri cestini, ma il lavoro più grande da fare sarà quello di porre all'ordine del giorno dell'assemblea scolastica il tema e ricercare in quel contesto strumenti e modalità per essere efficaci.
Inoltre, si sono proposti di incontrare un ex consigliere comunale di Montale, comune a poca distanza da Agliana dove è in funzione un termovalorizzatore, e Fabio Arrigucci che ha brevettato una tecnologia per recuperare, dagli scarti tessili, materiali con cui produrre una nuova stoffa.
Il tema dei rifiuti richiama quello dello smaltimento e in particolare il loro incenerimento e i giovani hanno voluto porre l'attenzione sui rischi per la salute riprendendo i dati sull'aumento dei tumori.
Questo insieme di questioni ha costituito oggetto di un bel confronto con Luisa Tonioni che non ha mancato di rispondere su ogni punto: intanto ha apprezzato l'intendimento dei giovani ad intervenire e ad essere soggetti attivi e, per quanto riguarda il differenziare i rifiuti, ha ricordato che vi è una applicazione scaricabile sullo smartphone per avere risposte ad ogni dubbio relativo alla corretta collocazione di ciascun rifiuto.
Si è dichiarata interessata alla questione di come diminuire il numero delle bottigliette, ricorda che l'acqua a scuola è potabile, controllata quotidianamente dagli enti preposti. Pur riconoscendo la correttezza del dato, la Fondazione ha osservato quanto sia necessario prevedere, nell'edificio scolastico che la stessa sia gradevole. Di tutto ciò abbiamo esperienza nel nostro progetto grazie alle scuole di Pistoia, Pontedera e Viareggio che negli anni passati, in modi differenti e con proposte diverse, hanno sollecitato le rispettive amministrazioni a dotare gli edifici scolastici di fontanelle.
Ha proseguito, Luisa Tonioni, informando i giovani di un tavolo che monitora i dati epidemiologici cui bisogna fare riferimento per avere notizie certe sulla questione, oltreché della possibilità di un bando unico nei comuni di Montale, Agliana e Quarrata per avere modalità uguali nella raccolta e ha invitato i giovani a scrivere al sindaco di Montale chiedendo anche di visitare il termovalorizzatore.
Il Comune di Agliana è attento alle istanze delle scuole del territorio, tant'è vero che è intervenuto più volte nel caso dell'Istituto Capitini nonostante non fosse di sua competenza e di questo impegno la Fondazione ha dato atto all'amministrazione locale. L'attenzione che ha mostrato per le scuole è rilevante in questo momento in cui le competenze delle province sono divenute incerte, perché non sappiamo cosa ne sarà delle province e a chi il legislatore affiderà le competenze.
La Fondazione ha segnalato più volte in passato l'insensatezza dell'abolizione delle province, aggravata dalla mancanza di un progetto complessivo di redistribuzione dei compiti fra gli enti territoriali e segue con attenzione l'evolversi di questa vicenda.
L'appuntamento di Agliana ha comunque offerto riflessioni e sollecitazioni di rilievo, innanzitutto mettendo intorno ad un tavolo giovani e amministrazione a discutere, come è stato evidente anche alla fine dell'incontro quando Luisa Tonioni ha proseguito nel confronto con i ragazzi e le ragazze che si attardavano a lasciare la sala. L'intendimento di coinvolgere sempre più la cittadinanza è meritevole della più grande attenzione e incoraggiamento, perché indica un modello di buoni esempi che dovrebbe essere diffuso sempre più, mentre la scuola ha deciso di mettere insieme in un opuscolo tutti i progetti che arricchiscono l'offerta formativa dando però rilievo particolare a quelli relativi alla legalità. L'opuscolo sarà distribuito in occasione degli open day. Infine fa piacer che il progetto delle Giovani sentinelle si trasformi in un contenitore di tante esperienze fra cui quella della festa della legalità, prevista nel prossimo mese di maggio a Pistoia. Tutte queste buone notizie saranno oggetto di approfondimento all'appuntamento con le scuole del territorio pistoiese del prossimo 11 maggio quando ci auguriamo saranno presenti tutti gli amministratori locali a fianco di studenti e studentesse per sottolineare l'importanza del confronto e il valore del protagonismo giovanile, importanza e valore che trarranno nuova forza anche dal condividere la mozione della Fondazione relativa al contrasto alla mafia, alla corruzione e all'evasione fiscale che, ci auguriamo, anche il Comune di Agliana vorrà votare e fare propria.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
martedì 7 marzo 2017
Incontro con le giovani sentinelle di Volterra (PI)
Lunedì 6 marzo: appuntamento con le giovani sentinelle di Volterra. Nella bella sala consiliare del Palazzo dei Priori ragazzi e ragazze delle prime classi del Liceo classico e scientifico Giosuè Carducci e quelli della terza del Liceo artistico sono stati accolti dall’assessore alle Attività produttive, Paolo Moschi.
Ha preso parte all’incontro una folta rappresentanza di ragazze e ragazzi, determinata e fortemente motivata a proseguire l’esperienza iniziata da qualche anno dai propri compagni e compagne, e il loro impegno è apprezzabile perché molti vengono dai comuni vicini e la loro presenza è legata agli orari degli autobus che li riportano a casa.
Paolo Moschi ha salutato i giovani e li ha ringraziati per l’impegno e la passione con cui attendono al compito di essere cittadini e cittadine consapevoli, ha ricordato loro quanto sia importante il tema delle regole, non solo il rispetto formale ed esteriore alla norma, ma quello ben più complesso della giustezza della norma che rimanda ad un piano diverso, quello del confronto fra gli individui nel costituirsi in comunità.
La Fondazione ha introdotto i lavori rammentando i diversi passaggi del progetto e come essi offrano un’esperienza significativa del divenire cittadini attraverso la consapevolezza dei propri diritti, del rispetto delle norme, del prendersi cura degli altri e dei beni che appartengono a tutti.
A prendere la parola per primi sono stati quelli del Liceo classico e scientifico che hanno scelto di approfondire il tema delle regole con la proiezione di video eleggendo alcuni testi e approfondendo alcuni degli articoli della nostra Costituzione. In particolare hanno focalizzato l’attenzione su alcune parole chiave degli articoli 1, 3, 4 del testo della Carta: il lavoro, la dignità sociale, l’uguaglianza, la libertà. E un primo segnale dell’attenzione al rispetto delle regole è stato quello di aver scelto, per il video, musiche senza diritti d’autore per non ledere le prerogative di nessun musicista. Abbiamo provato una sensazione piacevolissima nel sentir risuonare quelle parole fra i muri della sala del governo della città, ma le parole chiave della Costituzione hanno costituito la premessa alle domande preparate per l’assessore Moschi. Interrogativi puntuali e precisi relativi allo spopolamento e alle migrazioni, al lavoro nero e ai rischi delle infiltrazioni mafiose, al patrimonio naturale e culturale da custodire e valorizzare, fino alla questione del protagonismo dei cittadini.
Nel rispondere alle sollecitazioni di studenti e studentesse, Paolo Moschi ha voluto porre l’accento su tre parole: civismo, fratellanza e politica, mettendo in rilievo i significati specifici e i nessi fra di loro. Prendersi cura dei beni e degli altri è uno degli aspetti del civismo, farlo in uno spirito di fratellanza significa fare politica nel senso alto del termine, riprendersi la parola e ridarle la dignità perduta. Ha invitato studenti e studentesse a fare scelte coraggiose quando studieranno all’università per poter restare nei luoghi dove sono nati e cresciuti e contribuire al loro benessere.
I più grandi del Liceo artistico hanno scelto invece il tema della memoria, infatti hanno intitolato una parte del loro istituto a Marcello Torre, il sindaco gentile, vittima della camorra alla fine del 1980, qualche giorno dopo il terribile terremoto che ha colpito la Basilicata e la Campania. Hanno raccontato del loro incontro con la figlia di Marcello Torre e con Marcello Ravveduto che ne ha raccontato la vicenda recuperandola dall’oblio.
Mantenere vivo il ricordo di chi ha scelto di non voltarsi dall’altra parte, di non piegarsi al ricatto e alla violenza criminale è un compito di ciascuno perché il loro esempio costituisce elemento di quella formazione alle virtù civiche che affidiamo alla scuola.
I due percorsi apparentemente separati hanno l’intendimento comune di offrire ai ragazzi e alle ragazze momenti di riflessione e sono propedeutici per impegni più specifici e definiti. Tuttavia il contributo offerto dagli studenti e dalle studentesse è essenziale per capire la tavola dei valori cui facciamo riferimento.
Con queste convinzioni ci siamo dati appuntamento per il terzo incontro previsto per giovedì 11 maggio.
Sergio Tamborrino
Responsabile Toscana Progetto Scuola
Ha preso parte all’incontro una folta rappresentanza di ragazze e ragazzi, determinata e fortemente motivata a proseguire l’esperienza iniziata da qualche anno dai propri compagni e compagne, e il loro impegno è apprezzabile perché molti vengono dai comuni vicini e la loro presenza è legata agli orari degli autobus che li riportano a casa.
Paolo Moschi ha salutato i giovani e li ha ringraziati per l’impegno e la passione con cui attendono al compito di essere cittadini e cittadine consapevoli, ha ricordato loro quanto sia importante il tema delle regole, non solo il rispetto formale ed esteriore alla norma, ma quello ben più complesso della giustezza della norma che rimanda ad un piano diverso, quello del confronto fra gli individui nel costituirsi in comunità.
La Fondazione ha introdotto i lavori rammentando i diversi passaggi del progetto e come essi offrano un’esperienza significativa del divenire cittadini attraverso la consapevolezza dei propri diritti, del rispetto delle norme, del prendersi cura degli altri e dei beni che appartengono a tutti.
A prendere la parola per primi sono stati quelli del Liceo classico e scientifico che hanno scelto di approfondire il tema delle regole con la proiezione di video eleggendo alcuni testi e approfondendo alcuni degli articoli della nostra Costituzione. In particolare hanno focalizzato l’attenzione su alcune parole chiave degli articoli 1, 3, 4 del testo della Carta: il lavoro, la dignità sociale, l’uguaglianza, la libertà. E un primo segnale dell’attenzione al rispetto delle regole è stato quello di aver scelto, per il video, musiche senza diritti d’autore per non ledere le prerogative di nessun musicista. Abbiamo provato una sensazione piacevolissima nel sentir risuonare quelle parole fra i muri della sala del governo della città, ma le parole chiave della Costituzione hanno costituito la premessa alle domande preparate per l’assessore Moschi. Interrogativi puntuali e precisi relativi allo spopolamento e alle migrazioni, al lavoro nero e ai rischi delle infiltrazioni mafiose, al patrimonio naturale e culturale da custodire e valorizzare, fino alla questione del protagonismo dei cittadini.
Nel rispondere alle sollecitazioni di studenti e studentesse, Paolo Moschi ha voluto porre l’accento su tre parole: civismo, fratellanza e politica, mettendo in rilievo i significati specifici e i nessi fra di loro. Prendersi cura dei beni e degli altri è uno degli aspetti del civismo, farlo in uno spirito di fratellanza significa fare politica nel senso alto del termine, riprendersi la parola e ridarle la dignità perduta. Ha invitato studenti e studentesse a fare scelte coraggiose quando studieranno all’università per poter restare nei luoghi dove sono nati e cresciuti e contribuire al loro benessere.
I più grandi del Liceo artistico hanno scelto invece il tema della memoria, infatti hanno intitolato una parte del loro istituto a Marcello Torre, il sindaco gentile, vittima della camorra alla fine del 1980, qualche giorno dopo il terribile terremoto che ha colpito la Basilicata e la Campania. Hanno raccontato del loro incontro con la figlia di Marcello Torre e con Marcello Ravveduto che ne ha raccontato la vicenda recuperandola dall’oblio.
Mantenere vivo il ricordo di chi ha scelto di non voltarsi dall’altra parte, di non piegarsi al ricatto e alla violenza criminale è un compito di ciascuno perché il loro esempio costituisce elemento di quella formazione alle virtù civiche che affidiamo alla scuola.
I due percorsi apparentemente separati hanno l’intendimento comune di offrire ai ragazzi e alle ragazze momenti di riflessione e sono propedeutici per impegni più specifici e definiti. Tuttavia il contributo offerto dagli studenti e dalle studentesse è essenziale per capire la tavola dei valori cui facciamo riferimento.
Con queste convinzioni ci siamo dati appuntamento per il terzo incontro previsto per giovedì 11 maggio.
Sergio Tamborrino
Responsabile Toscana Progetto Scuola
lunedì 6 marzo 2017
Incontro con le giovani sentinelle di Cascina (PI)
Venerdì 3 marzo tocca alle giovani sentinelle di Cascina essere protagonisti della giornata: ragazzi e ragazze dell’Istituto Antonio Pesenti e i più piccoli della scuola primaria Don Gnocchi di San Lorenzo alle Corti. Nella biblioteca comunale gremita di giovani e di genitori a dare il saluto è stato l'assessore Luca Nannipieri che, nel suo saluto, ha ribadito il concetto di rispetto delle regole e delle leggi, ricordando che anche Hitler parlava di rispetto delle regole. L’iperbole della legalità di Luca Nannipieri è indubbiamente infelice perché, quando parliamo di regole, le intendiamo in una cornice di procedure democratiche e che garantiscono i diritti di ciascuno e ciascuna senza riguardo «...alle differenze di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali...», giusta la definizione dell’articolo 3 della nostra Costituzione.
La Fondazione ha illustrato agli adulti l’articolazione del progetto e ha ricordato l'opera di Antonino Caponnetto e il sacrificio estremo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel combattere la mafia. I giovani di entrambi gli istituti di Cascina hanno scelto il tema dell’ambiente, in particolare degli usi dei fanghi industriali, i più grandi; e i più piccoli di come averne cura intitolandolo AmbientiAmo. L’interesse per questi temi è cresciuto dopo la recente inchiesta della DDA di Firenze con la collaborazione del nucleo investigativo della ex Forestale di Firenze e dall’ARPAT relativa allo sversamento di 80 mila tonnellate di scarti industriali altamente tossici, smaltiti senza essere trattati, dispersi nell’ambiente anche tramite l’incenerimento, fanghi nocivi riversati in terreni di aziende agricole sparpagliati in 800 ettari di terreno dove viene coltivato prevalentemente grano, che diventa poi farina con la quale si fa il pane o la pasta che arriva sulle nostre tavole. L’inchiesta ha coinvolto tutta l’area della Valdera, i comuni di Peccioli, Palaia e altre località della Toscana.
La mafia è una malattia grave che va combattuta da tutti senza avere paura di rimetterci la faccia e il giudice Caponnetto ci ricordava sempre che la mafia è attiva in Toscana e in tante parti d’Italia e vive bene, per queste ragioni non può esserci ancora scarsa attenzione da parte degli amministratori e di tutte le istituzioni. Quando i mafiosi investono, in un determinato territorio, i propri capitali frutto di attività illegali oppure offrono servizi al di fuori della legge - come lo smaltimento di rifiuti pericolosi - colpiscono le attività economiche libere e sane, inquinano l’economia di quelle terre, esercitano un fortissimo interesse per tutti gli operatori che privilegiano il profitto ad ogni costo anche a discapito del rispetto delle norme, mettono a repentaglio la salute dei cittadini. La Fondazione ha ripetuto con costanza e testardamente questi ammonimenti, ma è stata spesso accusata di essere visionaria e di mettere a rischio il turismo: è accaduto all’Elba e ci sono voluti arresti e un sequestro di 10 milioni di euro per far cambiare idea a chi, con la propria ottusità, nascondeva anche l’evidenza. Da 3 anni denunciamo gli sversamenti dei rifiuti in Toscana e di nuovo siamo accusati di essere visionari! Oggi, finalmente, gli amministratori della Valdera hanno capito l’importanza di riunirsi e parlare di questi rischi.
Fino a quando dovremo attendere perché si dedichi la massima attenzione al fenomeno da parte del governo, degli amministratori e di chi ha responsabilità nelle istituzioni? Cosa deve ancora accadere per investire maggiori risorse in una seria lotta alla mafia, alla corruzione e ai tanti complici e furbetti locali? Anche non firmare la nostra mozione vuol dire, alla luce dei fatti, essere complici! Noi crediamo nei tanti uomini giusti e nelle tante amministrazioni che tengono al bene del proprio territorio e a loro facciamo appello a scegliere e a schierarsi. In questo nostro appello non possono mancare neppure i cittadini, che devono essere consapevoli dei propri doveri e saper scegliere uomini e donne cui affidare il governo del bene comune. A tutti costoro si rivolgono responsabilmente i nostri giovani.
Analogamente il Governo e il Ministero dell’Istruzione hanno il dovere di non sfuggire alle responsabilità di investire seriamente nella scuola e nella formazione dei cittadini, attenti e rispettosi delle regole, che abbiano a cuore i beni comuni e il senso della stare insieme, che non preferiscano le scorciatoie e non si girino dall’altra parte, che abbiano un costume morale e civico saldo e solido. Solo in questo modo daremo un senso all’estremo sacrificio di Falcone, Borsellino e di tanti uomini giusti.
Hanno esordito ragazzi e ragazze dell'Istituto Pesenti. Con l’ausilio di slide hanno presentato il loro tema partendo dallo studio di cosa sono i fanghi e la loro provenienza: fanghi delle acque reflue urbane rimossi dagli impianti di depurazione. Possono essere smaltiti in discarica o alcuni riutilizzati in agricoltura, devono essere inceneriti separatamente o in co-incenerimento.
Sono passati a quanto oggi prevede la legislatura che li considera, in alcuni casi compatibili in agricoltura, anche con le produzioni biologiche. In questo caso vi è il rischio delle infiltrazioni della criminalità organizzata in assenza di una maggiore consapevolezza dei rischi legati anche agli incentivi dell’uso dei fanghi in agricoltura.
Il business delle agromafie genera un giro di affari pari a 16 miliardi di euro ed è in continuo aumento e nel nostro Paese vi sono 26.200 terreni in tutta Italia nelle mani di soggetti condannati in via definitiva per reati che riguardano l'associazione a delinquere di stampo mafioso e la contraffazione. È evidente quindi l’interesse delle mafie per tutto quello che riguarda il settore agroalimentare.
Negli approfondimenti che i ragazzi hanno fatto insieme ai propri insegnanti hanno coinvolto Slow Food, associazione internazionale no profit impegnata a ridare il giusto valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali.
A completare il loro studio vogliono sollecitare incontri con ARPAT, associazioni degli agricoltori e associazioni dei cittadini. Faranno anche un sopralluogo nelle terre dove c’è stato lo spargimento dei fanghi e visiteranno anche l’azienda di Rosario Floridia, agricoltore che ha sempre rifiutato l’uso dei fanghi nei suoi terreni. Porteranno infine l’attenzione sul tema nell’assemblea scolastica.
All’amministrazione comunale chiedono l’impegno con l’adozione di opportuni atti per una moratoria atta ad impedire l’uso dei fanghi sul territorio comunale.
I più piccoli della primaria hanno esposto il proprio progetto, così ricco di impegno, con l’aiuto dei loro cartelloni per sollecitare i genitori e gli adulti presenti ad essere responsabili e difendere l'ambiente perché riguarda il loro futuro. Alcuni cartelli rappresentano una città ideale dove nei giardini non appaiono rifiuti, di contro una fabbrica che inquina territori e mari e dei pesci che muoiono; altri ancora parchi pieni di plastica. Grazie al loro impegno e all’enorme lavoro con le proprie insegnanti hanno suscitato emozioni forti fra i genitori.
Ha preso nuovamente la parola Luca Nannipieri che ha voluto sottolineare come la mafia si insinui in tante pieghe meno apparenti delle questioni relative all'ambiente e ha lodato le tante associazioni che mettono in rilievo la pericolosità delle mafie per il cui contrasto il lavoro della scuola è sicuramente importante.
La Fondazione ha chiesto quali sono gli intendimenti dell'amministrazione in merito a quanto proposto dai giovani per prevenire situazioni analoghe a quelle che si sono verificate in Valdera. I tanti incontri non lasciano dubbi di quanto la scuola è responsabile ed ha a cuore la formazione dei propri cittadini, ma è compito anche delle amministrazioni intervenire tempestivamente e promuovere l’attenzione per il e la cura del proprio territorio. Abbiamo ricordato come negli anni passati la Fondazione abbia più volte fatto appello affinché i vigili urbani, che conoscono molto bene il territorio del proprio comune, siano attivi contro gli illeciti, mentre accade spesso di entrare in un bar o in un esercizio commerciale senza accorgersi che il ragazzo o la ragazza al lavoro è in nero; oppure che sulle impalcature delle nostre case o del palazzo pubblico in ristrutturazione sono all’opera lavoratori senza protezioni, casco o cinture o scarpe antiscivolo!
Per dare fiducia ai giovani abbiamo bisogno di amministratori e cittadini più attenti che prevengano e denuncino. Ed è in questa direzione che chiediamo agli amministrazione di portare in consiglio le idee e le proposte dei ragazzi per costruire insieme gli anticorpi della legalità. Con questo auspicio si siamo dati appuntamento per giovedì 11 maggio.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
La Fondazione ha illustrato agli adulti l’articolazione del progetto e ha ricordato l'opera di Antonino Caponnetto e il sacrificio estremo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel combattere la mafia. I giovani di entrambi gli istituti di Cascina hanno scelto il tema dell’ambiente, in particolare degli usi dei fanghi industriali, i più grandi; e i più piccoli di come averne cura intitolandolo AmbientiAmo. L’interesse per questi temi è cresciuto dopo la recente inchiesta della DDA di Firenze con la collaborazione del nucleo investigativo della ex Forestale di Firenze e dall’ARPAT relativa allo sversamento di 80 mila tonnellate di scarti industriali altamente tossici, smaltiti senza essere trattati, dispersi nell’ambiente anche tramite l’incenerimento, fanghi nocivi riversati in terreni di aziende agricole sparpagliati in 800 ettari di terreno dove viene coltivato prevalentemente grano, che diventa poi farina con la quale si fa il pane o la pasta che arriva sulle nostre tavole. L’inchiesta ha coinvolto tutta l’area della Valdera, i comuni di Peccioli, Palaia e altre località della Toscana.
La mafia è una malattia grave che va combattuta da tutti senza avere paura di rimetterci la faccia e il giudice Caponnetto ci ricordava sempre che la mafia è attiva in Toscana e in tante parti d’Italia e vive bene, per queste ragioni non può esserci ancora scarsa attenzione da parte degli amministratori e di tutte le istituzioni. Quando i mafiosi investono, in un determinato territorio, i propri capitali frutto di attività illegali oppure offrono servizi al di fuori della legge - come lo smaltimento di rifiuti pericolosi - colpiscono le attività economiche libere e sane, inquinano l’economia di quelle terre, esercitano un fortissimo interesse per tutti gli operatori che privilegiano il profitto ad ogni costo anche a discapito del rispetto delle norme, mettono a repentaglio la salute dei cittadini. La Fondazione ha ripetuto con costanza e testardamente questi ammonimenti, ma è stata spesso accusata di essere visionaria e di mettere a rischio il turismo: è accaduto all’Elba e ci sono voluti arresti e un sequestro di 10 milioni di euro per far cambiare idea a chi, con la propria ottusità, nascondeva anche l’evidenza. Da 3 anni denunciamo gli sversamenti dei rifiuti in Toscana e di nuovo siamo accusati di essere visionari! Oggi, finalmente, gli amministratori della Valdera hanno capito l’importanza di riunirsi e parlare di questi rischi.
Fino a quando dovremo attendere perché si dedichi la massima attenzione al fenomeno da parte del governo, degli amministratori e di chi ha responsabilità nelle istituzioni? Cosa deve ancora accadere per investire maggiori risorse in una seria lotta alla mafia, alla corruzione e ai tanti complici e furbetti locali? Anche non firmare la nostra mozione vuol dire, alla luce dei fatti, essere complici! Noi crediamo nei tanti uomini giusti e nelle tante amministrazioni che tengono al bene del proprio territorio e a loro facciamo appello a scegliere e a schierarsi. In questo nostro appello non possono mancare neppure i cittadini, che devono essere consapevoli dei propri doveri e saper scegliere uomini e donne cui affidare il governo del bene comune. A tutti costoro si rivolgono responsabilmente i nostri giovani.
Analogamente il Governo e il Ministero dell’Istruzione hanno il dovere di non sfuggire alle responsabilità di investire seriamente nella scuola e nella formazione dei cittadini, attenti e rispettosi delle regole, che abbiano a cuore i beni comuni e il senso della stare insieme, che non preferiscano le scorciatoie e non si girino dall’altra parte, che abbiano un costume morale e civico saldo e solido. Solo in questo modo daremo un senso all’estremo sacrificio di Falcone, Borsellino e di tanti uomini giusti.
Hanno esordito ragazzi e ragazze dell'Istituto Pesenti. Con l’ausilio di slide hanno presentato il loro tema partendo dallo studio di cosa sono i fanghi e la loro provenienza: fanghi delle acque reflue urbane rimossi dagli impianti di depurazione. Possono essere smaltiti in discarica o alcuni riutilizzati in agricoltura, devono essere inceneriti separatamente o in co-incenerimento.
Sono passati a quanto oggi prevede la legislatura che li considera, in alcuni casi compatibili in agricoltura, anche con le produzioni biologiche. In questo caso vi è il rischio delle infiltrazioni della criminalità organizzata in assenza di una maggiore consapevolezza dei rischi legati anche agli incentivi dell’uso dei fanghi in agricoltura.
Il business delle agromafie genera un giro di affari pari a 16 miliardi di euro ed è in continuo aumento e nel nostro Paese vi sono 26.200 terreni in tutta Italia nelle mani di soggetti condannati in via definitiva per reati che riguardano l'associazione a delinquere di stampo mafioso e la contraffazione. È evidente quindi l’interesse delle mafie per tutto quello che riguarda il settore agroalimentare.
Negli approfondimenti che i ragazzi hanno fatto insieme ai propri insegnanti hanno coinvolto Slow Food, associazione internazionale no profit impegnata a ridare il giusto valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali.
A completare il loro studio vogliono sollecitare incontri con ARPAT, associazioni degli agricoltori e associazioni dei cittadini. Faranno anche un sopralluogo nelle terre dove c’è stato lo spargimento dei fanghi e visiteranno anche l’azienda di Rosario Floridia, agricoltore che ha sempre rifiutato l’uso dei fanghi nei suoi terreni. Porteranno infine l’attenzione sul tema nell’assemblea scolastica.
All’amministrazione comunale chiedono l’impegno con l’adozione di opportuni atti per una moratoria atta ad impedire l’uso dei fanghi sul territorio comunale.
I più piccoli della primaria hanno esposto il proprio progetto, così ricco di impegno, con l’aiuto dei loro cartelloni per sollecitare i genitori e gli adulti presenti ad essere responsabili e difendere l'ambiente perché riguarda il loro futuro. Alcuni cartelli rappresentano una città ideale dove nei giardini non appaiono rifiuti, di contro una fabbrica che inquina territori e mari e dei pesci che muoiono; altri ancora parchi pieni di plastica. Grazie al loro impegno e all’enorme lavoro con le proprie insegnanti hanno suscitato emozioni forti fra i genitori.
Ha preso nuovamente la parola Luca Nannipieri che ha voluto sottolineare come la mafia si insinui in tante pieghe meno apparenti delle questioni relative all'ambiente e ha lodato le tante associazioni che mettono in rilievo la pericolosità delle mafie per il cui contrasto il lavoro della scuola è sicuramente importante.
La Fondazione ha chiesto quali sono gli intendimenti dell'amministrazione in merito a quanto proposto dai giovani per prevenire situazioni analoghe a quelle che si sono verificate in Valdera. I tanti incontri non lasciano dubbi di quanto la scuola è responsabile ed ha a cuore la formazione dei propri cittadini, ma è compito anche delle amministrazioni intervenire tempestivamente e promuovere l’attenzione per il e la cura del proprio territorio. Abbiamo ricordato come negli anni passati la Fondazione abbia più volte fatto appello affinché i vigili urbani, che conoscono molto bene il territorio del proprio comune, siano attivi contro gli illeciti, mentre accade spesso di entrare in un bar o in un esercizio commerciale senza accorgersi che il ragazzo o la ragazza al lavoro è in nero; oppure che sulle impalcature delle nostre case o del palazzo pubblico in ristrutturazione sono all’opera lavoratori senza protezioni, casco o cinture o scarpe antiscivolo!
Per dare fiducia ai giovani abbiamo bisogno di amministratori e cittadini più attenti che prevengano e denuncino. Ed è in questa direzione che chiediamo agli amministrazione di portare in consiglio le idee e le proposte dei ragazzi per costruire insieme gli anticorpi della legalità. Con questo auspicio si siamo dati appuntamento per giovedì 11 maggio.
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