Giovedì 26 marzo secondo appuntamento a Monsummano Terme.
Nella bella sala consiliare dell'Osteria dei Pellegrini giovanissimi e giovanissime della scuola media del comprensivo cittadino intitolato ad Antonino Caponnetto sono stati accolti dal sindaco Rinaldo Vanni, che per l'occasione rappresenta la Provincia di Pistoia, di cui è vice presidente, e dall'assessore all'Istruzione, Barbara Dalla Salda. Insieme a studenti e studentesse delle tre classi – seconde C ed E e prima D – insegnanti che hanno seguito e guidato il lavoro di ricerca e numerosi genitori.
Barbara Dalla Salda ha salutato studenti e studentesse per l'impegno in questo percorso di educazione alla cittadinanza, sottolineando il valore delle regole quale elemento fondante di ogni forma del vivere insieme e, dalle regole, ha preso avvio la Fondazione nella sua introduzione. Esse sono il collante per costruire relazioni fra pari e consentono la partecipazione a chiunque senza distinzione alcuna. Con esse vive la democrazia, quel sistema che consente la libertà e la possibilità per ciascuno di perseguire i propri fini, proprio perché definiti nella libertà e nel rispetto di ogni altro. Questo è l'insegnamento di Antonino Caponnetto che la Fondazione ha ereditato e che custodisce. Esso richiede la responsabilità, che vuol dire non voltarsi mai dall'altra parte e far finta di non vedere, anzi richiede l'intelligenza e l'attenzione.
In questa direzione si sono incamminati studenti e studentesse quando hanno scelto, dopo il nostro primo incontro e accettando la sfida che ha lanciato loro la Fondazione, di occuparsi di ecomostri.
Intanto un ecomostro è qualsiasi edificio finito o non finito, abbandonato o lasciato all'incuria che con la sua presenza deturpa il paesaggio urbano. Qui c'è un primo punto importante: mentre in altre scuole abbiamo osservato l'attenzione agli spazi, la necessità di avere luoghi dove coltivare relazioni e fare cose insieme, questi giovanissimi ci dicono qualcosa di diverso: ci sono spazi brutti e noi abbiamo il dovere di curare anche il bel paesaggio urbano. Armati di strumenti tecnologici per fotografare e fare interviste hanno percorso il loro comune in lungo e in largo per scovare quegli edifici che deturpano; hanno raccolto le impressioni di tanti cittadini che condividono le loro preoccupazioni e, alla fine, ci hanno proposto con slide e video una ricognizione sistematica degli ecomostri: l'abbandono, le impalcature che li abbracciano che arrugginiscono col passare del tempo; le erbacce che crescono intorno, i rifiuti che si accumulano; i vetri rotti e porte e finestre lasciate marcire. Nel far questo si è chiesti che cosa fare, anche con una particolare attenzione ai materiali, specie quelli pericolosi come l'amianto, ai rifiuti che si raccolgono in questi luoghi abbandonati e, infine, alle occasioni che tali luoghi divengano spazi frequentati da uomini e donne dediti ad attività illecite.
Fra i diversi luoghi che hanno visitato e di cui hanno documentato il degrado spicca l'edificio delle grotte Parlanti che recano qualche traccia degli antichi splendori e tutto intorno il degrado e l'incuria. Tutto questo enorme materiale lo hanno proposto all'amministrazione e ai cittadini per poter riflettere e discutere insieme.
Barbara Dalla Salda ha voluto ringraziare sia i giovani per l'accuratezza del proprio lavoro, sia le insegnanti per la tenacia e la passione in questo difficile compito nel guidarli. Il degrado di tanti edifici rovina il paesaggio urbano – ha esordito - ma ancor più ogni prospettiva per il turismo. Colpisce la vicenda delle grotte Parlanti, il cui stato preoccupa, ma le vicissitudini giudiziarie sono molto intricate ed è complicato qualsiasi tentativo di definire una via d'uscita. Non teme che vi siano rischi dal lato della criminalità mafiosa perché gli edifici in stato di abbandono e degrado sono probabilmente l'esito di risorse investite male e già finite. Per qualcuno, si può ritenere che sarà completato, come ad esempio l'edificio della Misericordia che ospiterà ambulatori.
Alla stringatezza della risposta, la Fondazione ha replicato invitando l'amministrazione ad una ricognizione, anche mettendo in contatto i giovani con tecnici e amministratori che hanno competenza per comprendere meglio i meccanismi e le procedure, per scoprire se vi sono delle vie d'uscita allo stato di abbandono e incuria. Ha proseguito, per la Fondazione, Maurizio Pascucci che ha ricordato che lo stato di abbandono alimenta talvolta appetiti poco chiari, specie laddove edifici non finiti lo sono perché sono finite le risorse. In tali casi può accadere che chi ha disponibilità di denaro si faccia avanti, anche se quel denaro ha provenienza illecita. Prendono così corpo pressioni e tentativi di infiltrazione per contrastare i quali occorre la massima vigilanza da parte di amministratori e cittadini. Non occorre dimenticare che nel territorio di Pistoia son ben 19 i beni confiscati alla mafia e questo è un segnale che richiede molta attenzione. Per queste ragioni è necessaria tutta l'attenzione, la vigilanza e anche un nuovo protagonismo di ciascuno, fatto di piccoli gesti, come quelli dei giovanissime dell'Istituto comprensivo Caponnetto che hanno posto all'attenzione e alla riflessione di tutti un problema così rilevante. Ora occorre che cittadini e amministratori facciano la loro parte, come la scuola che ha dato un esempio di grande civismo studiando e approfondendo il tema e, per questo, Maurizio ha espresso tutto il suo apprezzamento per il lavoro degli insegnanti. Ha ricordato il lavoro dei docenti nelle scuole di Sicilia dove spesso sono soli a rappresentare lo Stato con il loro lavoro, a difendere valori e principi costituzionali, le regole e lo spirito critico.
Le sue parole hanno suscitato grande interesse e curiosità e pur essendo l'ora tarda ci saremmo aspettati qualche indicazioni da parte degli amministratori.
Purtroppo erano andati via per altri impegni.
Noi ci auguriamo che avremo le risposte al prossimo appuntamento di lunedì 25 maggio a Pistoia, ospiti della Provincia, certi che ritroveremo il vice presidente che era già con noi a Monsummano.
Sergio Tamborrino
Responsabile Toscana Progetto Scuola
martedì 31 marzo 2015
lunedì 30 marzo 2015
25 marzo, appuntamento delle giovani sentinelle di Pisa.
25 marzo, appuntamento delle giovani sentinelle di Pisa. Ragazzi e ragazze dell'Istituto comprensivo Renato Fucini, con le classi della sede centrale e della succursale, accompagnati dalle proprie insegnanti, sono stati accolti dell'assessore comunale alla Cultura della legalità, Maria Luisa Chiofalo. Alle ore 16,45 in punto, ci siamo ritrovati nella sala del Centro Maccarrone, una delle sale della Provincia. Presenti anche alcuni genitori.
L’assessore Chiofalo ha salutato tutti ringraziando la Fondazione Caponnetto per l’attività quotidiana di promozione della cultura della responsabilità e della cittadinanza attiva, attività importante per aiutare i giovani a scoprire la responsabilità e, con essa, una cittadinanza attiva, attenta alle esigenze della collettività e ai beni che appartengono a tutti.
Nella sua introduzione la Fondazione Caponnetto ha sottolineato l'importanza del rispetto delle regole, presupposto fondamentale dello stare insieme, che è stato uno dei valori che il giudice Caponnetto ha voluto lasciare in eredità a giovani e cittadini per contrastare efficacemente la mafia. La Fondazione ha ereditato questo compito e lo adempie con questo progetto che promuove il protagonismo giovanile al fine di esercitare la cittadinanza che è poi la condizione per la partecipazione e la cura dei beni che appartengono a tutti.
Le due scuole del Fucini hanno scelto di occuparsi di temi differenti ma che hanno una radice comune: il degrado di cui si sono occupati quelli della succursale e la questione delle dipendenze, oggetto di attenzione e riflessione di quelli della sede centrale, condividono la preoccupazione di ragazzi e ragazze in un momento significativo della loro crescita di avere spazi dove incontrarsi in modo sereno e riflettono pure una percezione di pericolo che talvolta non ha nessun riscontro nella realtà.
Gli studenti si sono suddivisi in gruppi ed ognuno si è occupato di un luogo nei quartieri di San Giusto e San Marco. Hanno fatto interviste ai cittadini seguendo una scheda di analisi predisposta che prevedeva domande relative all'età, professione, motivo di frequentazione del luogo, problematiche individuate, difficoltà riscontrate, iniziative e proposte personali.
I dati emersi sono stati condivisi fra le classi ed arricchiti con il contributo di tutti i partecipanti.
La sporcizia, la mancata manutenzione dell’arredo urbano, la scarsa illuminazione, i giochi rovinati e pericolosi, i muri imbrattati di frasi scurrili, la presenza di spacciatori sono le questioni che ricorrono con frequenza e su cui si è concentrata l'attenzione di ragazze e ragazzi nel definire alcune delle proposte: mantenere l’ordine, la vigilanza, l’illuminazione, la pulizia nelle aree verdi grazie all’impiego di personale idoneo, organizzare i parchi prevedendo anche attività sportive, organizzare eventi di intrattenimento nell’ottica di favorire frequentazione dei parchi e socializzazione.
L'altro problema molto sentito dagli studenti è quello dello spaccio di droga.
I ragazzi hanno incontrato la dottoressa Rossi della Prefettura con la quale hanno approfondito le conseguenze dell’uso degli stupefacenti sulla salute e sulla vita sociale degli assuntori.
Sono stati interpellati anche alcuni studenti liceali e dalle interviste è emerso che ci sono spazi comuni all’interno della scuola, in cui viene effettuato lo spaccio, i bagni, il cortile e sembra che professori e dirigenti scolastici, sebbene al corrente dell’identità degli spacciatori, abbiano timore nel prendere provvedimenti.
I ragazzi hanno messo in rilievo l’importanza di un sostegno di tipo psicologico, per questo hanno proposto incontri dedicati con psicologi, insieme ad una maggiore sorveglianza all’esterno degli edifici scolastici, oltre alla repressione del fenomeno del consumo, e si sono interrogati circa l’efficacia dei controlli antidroga negli istituti scolastici, dividendosi nel valutare l'opportunità di interventi con cani antidroga all'interno delle scuole.
Maria Luisa Chiofalo ha esordito apprezzando il metodo seguito dai giovani nel raccogliere dati e informazioni prima di definire i problemi e abbozzare le linee di intervento e, in questo senso, ha chiesto loro di inviarle tutti i dati appena esposti, impegnandosi a sottoporli all'attenzione degli assessorati competenti.
Ha invitato poi gli studenti ad utilizzare le strutture ad hoc presenti nei quartieri e dedicate a ragazzi e ragazze fino ai sedici anni per favorire la partecipazione dei minori alla vita della città. Dei luoghi di partecipazione ha descritto la particolare architettura: questi consigli territoriali saranno il luogo dell'interazione di soggetti diversi: gli amministratori, alcuni operatori - figure specialistiche per facilitare lo scambio e il confronto e l'amministrazione comunale - e gli istituti comprensivi. Una tale articolazione trova giustificazione nella scelta di ricercare modalità nuove per la partecipazione e l'esercizio della democrazia fra i giovani, differenti da quelle degli adulti e da settembre prenderà il via questa nuova “scommessa” dell'amministrazione pisana. All’interno dei consigli territoriali di socializzazione i genitori possono fare proposte per l’utilizzo degli spazi e partecipare in prima persona dando il loro contributo alla ricerca di soluzioni.
In merito alla questione del benessere psicofisico individuale, ha proseguito Maria Luisa Chiofalo, l’agenzia regionale della sanità elabora un focus biennale sui comportamenti a rischio degli adolescenti in Toscana da cui emerge che, in città, tali comportamenti riguardano: l’assunzione di stupefacenti, i comportamenti sessuali a rischio, l'eccesso di alcolici, guidare senza patente.
L’assessore ha suggerito alle dirigenze scolastiche di intervenire sui comportamenti a rischio, mettendo in campo interventi di sensibilizzazione concertati con i genitori.
A tal proposito, esiste uno sportello aperto all’interno delle scuole e sostenuto dal Comune che si occupa di adolescenti con comportamenti a rischio e che può essere utilizzato nella creazione di percorsi dedicati.
Alla proposta dei ragazzi di una maggiore attività di controllo, l'assessora ha puntualizzato che l’amministrazione comunale si è attivata presso le forze dell’ordine chiedendo di incrementare la vigilanza all’esterno delle scuole, non essendo tale attività di sua competenza e il Comune può inviare sui luoghi segnalati qualche vigile in più, ma ha soprattutto sottolineato che la fondamentale attività di controllo viene dallo stesso cittadino.
Anche la Fondazione ha espresso tutte le sue perplessità sulla opportunità di interventi con l'ausilio di cani antidroga nelle scuole dove si fa ricorso ad altri strumenti per educare e prevenire l'uso di sostanze stupefacenti, mentre è fondamentale richiamare ciascuno e ciascuna alla responsabilità individuale nel combattere il fenomeno consumo. Né si può, di fronte ai problemi di ogni comunità per il cattivo comportamento di qualcuno, indicare come soluzione l’aumento dei controlli, controlli che sono irrinunciabili e indispensabili, ma occorre una necessaria assunzione di responsabilità da parte di ogni cittadino.
Relativamente alla questione dei parchi cittadini, della loro pulizia e manutenzione e, più in generale, per la pulizia della città, il Comune ha messo in campo la razionalizzazione delle risorse dedicate, ma anche qui c’è bisogno di fare un’opera di sensibilizzazione alla partecipazione, coinvolgendo associazioni e anziani, si possono organizzare iniziative per vivere i parchi in modo da evitare che gli spazi di socializzazione vengano occupati da chi li usa male.
La discussione vivace e la ricchezza dello scambio hanno preso tutto il tempo e alla fine abbiamo chiuso con l'invito dell'assessora a proseguire nel dialogo e ci siamo dati appuntamento per mercoledì 20 maggio, ospiti della provincia di Pisa insieme con ragazzi e ragazze di Cascina e Volterra.
Sergio Tamborrino
Responsabile Toscana Progetto Scuola
L’assessore Chiofalo ha salutato tutti ringraziando la Fondazione Caponnetto per l’attività quotidiana di promozione della cultura della responsabilità e della cittadinanza attiva, attività importante per aiutare i giovani a scoprire la responsabilità e, con essa, una cittadinanza attiva, attenta alle esigenze della collettività e ai beni che appartengono a tutti.
Nella sua introduzione la Fondazione Caponnetto ha sottolineato l'importanza del rispetto delle regole, presupposto fondamentale dello stare insieme, che è stato uno dei valori che il giudice Caponnetto ha voluto lasciare in eredità a giovani e cittadini per contrastare efficacemente la mafia. La Fondazione ha ereditato questo compito e lo adempie con questo progetto che promuove il protagonismo giovanile al fine di esercitare la cittadinanza che è poi la condizione per la partecipazione e la cura dei beni che appartengono a tutti.
Le due scuole del Fucini hanno scelto di occuparsi di temi differenti ma che hanno una radice comune: il degrado di cui si sono occupati quelli della succursale e la questione delle dipendenze, oggetto di attenzione e riflessione di quelli della sede centrale, condividono la preoccupazione di ragazzi e ragazze in un momento significativo della loro crescita di avere spazi dove incontrarsi in modo sereno e riflettono pure una percezione di pericolo che talvolta non ha nessun riscontro nella realtà.
Gli studenti si sono suddivisi in gruppi ed ognuno si è occupato di un luogo nei quartieri di San Giusto e San Marco. Hanno fatto interviste ai cittadini seguendo una scheda di analisi predisposta che prevedeva domande relative all'età, professione, motivo di frequentazione del luogo, problematiche individuate, difficoltà riscontrate, iniziative e proposte personali.
I dati emersi sono stati condivisi fra le classi ed arricchiti con il contributo di tutti i partecipanti.
La sporcizia, la mancata manutenzione dell’arredo urbano, la scarsa illuminazione, i giochi rovinati e pericolosi, i muri imbrattati di frasi scurrili, la presenza di spacciatori sono le questioni che ricorrono con frequenza e su cui si è concentrata l'attenzione di ragazze e ragazzi nel definire alcune delle proposte: mantenere l’ordine, la vigilanza, l’illuminazione, la pulizia nelle aree verdi grazie all’impiego di personale idoneo, organizzare i parchi prevedendo anche attività sportive, organizzare eventi di intrattenimento nell’ottica di favorire frequentazione dei parchi e socializzazione.
L'altro problema molto sentito dagli studenti è quello dello spaccio di droga.
I ragazzi hanno incontrato la dottoressa Rossi della Prefettura con la quale hanno approfondito le conseguenze dell’uso degli stupefacenti sulla salute e sulla vita sociale degli assuntori.
Sono stati interpellati anche alcuni studenti liceali e dalle interviste è emerso che ci sono spazi comuni all’interno della scuola, in cui viene effettuato lo spaccio, i bagni, il cortile e sembra che professori e dirigenti scolastici, sebbene al corrente dell’identità degli spacciatori, abbiano timore nel prendere provvedimenti.
I ragazzi hanno messo in rilievo l’importanza di un sostegno di tipo psicologico, per questo hanno proposto incontri dedicati con psicologi, insieme ad una maggiore sorveglianza all’esterno degli edifici scolastici, oltre alla repressione del fenomeno del consumo, e si sono interrogati circa l’efficacia dei controlli antidroga negli istituti scolastici, dividendosi nel valutare l'opportunità di interventi con cani antidroga all'interno delle scuole.
Maria Luisa Chiofalo ha esordito apprezzando il metodo seguito dai giovani nel raccogliere dati e informazioni prima di definire i problemi e abbozzare le linee di intervento e, in questo senso, ha chiesto loro di inviarle tutti i dati appena esposti, impegnandosi a sottoporli all'attenzione degli assessorati competenti.
Ha invitato poi gli studenti ad utilizzare le strutture ad hoc presenti nei quartieri e dedicate a ragazzi e ragazze fino ai sedici anni per favorire la partecipazione dei minori alla vita della città. Dei luoghi di partecipazione ha descritto la particolare architettura: questi consigli territoriali saranno il luogo dell'interazione di soggetti diversi: gli amministratori, alcuni operatori - figure specialistiche per facilitare lo scambio e il confronto e l'amministrazione comunale - e gli istituti comprensivi. Una tale articolazione trova giustificazione nella scelta di ricercare modalità nuove per la partecipazione e l'esercizio della democrazia fra i giovani, differenti da quelle degli adulti e da settembre prenderà il via questa nuova “scommessa” dell'amministrazione pisana. All’interno dei consigli territoriali di socializzazione i genitori possono fare proposte per l’utilizzo degli spazi e partecipare in prima persona dando il loro contributo alla ricerca di soluzioni.
In merito alla questione del benessere psicofisico individuale, ha proseguito Maria Luisa Chiofalo, l’agenzia regionale della sanità elabora un focus biennale sui comportamenti a rischio degli adolescenti in Toscana da cui emerge che, in città, tali comportamenti riguardano: l’assunzione di stupefacenti, i comportamenti sessuali a rischio, l'eccesso di alcolici, guidare senza patente.
L’assessore ha suggerito alle dirigenze scolastiche di intervenire sui comportamenti a rischio, mettendo in campo interventi di sensibilizzazione concertati con i genitori.
A tal proposito, esiste uno sportello aperto all’interno delle scuole e sostenuto dal Comune che si occupa di adolescenti con comportamenti a rischio e che può essere utilizzato nella creazione di percorsi dedicati.
Alla proposta dei ragazzi di una maggiore attività di controllo, l'assessora ha puntualizzato che l’amministrazione comunale si è attivata presso le forze dell’ordine chiedendo di incrementare la vigilanza all’esterno delle scuole, non essendo tale attività di sua competenza e il Comune può inviare sui luoghi segnalati qualche vigile in più, ma ha soprattutto sottolineato che la fondamentale attività di controllo viene dallo stesso cittadino.
Anche la Fondazione ha espresso tutte le sue perplessità sulla opportunità di interventi con l'ausilio di cani antidroga nelle scuole dove si fa ricorso ad altri strumenti per educare e prevenire l'uso di sostanze stupefacenti, mentre è fondamentale richiamare ciascuno e ciascuna alla responsabilità individuale nel combattere il fenomeno consumo. Né si può, di fronte ai problemi di ogni comunità per il cattivo comportamento di qualcuno, indicare come soluzione l’aumento dei controlli, controlli che sono irrinunciabili e indispensabili, ma occorre una necessaria assunzione di responsabilità da parte di ogni cittadino.
Relativamente alla questione dei parchi cittadini, della loro pulizia e manutenzione e, più in generale, per la pulizia della città, il Comune ha messo in campo la razionalizzazione delle risorse dedicate, ma anche qui c’è bisogno di fare un’opera di sensibilizzazione alla partecipazione, coinvolgendo associazioni e anziani, si possono organizzare iniziative per vivere i parchi in modo da evitare che gli spazi di socializzazione vengano occupati da chi li usa male.
La discussione vivace e la ricchezza dello scambio hanno preso tutto il tempo e alla fine abbiamo chiuso con l'invito dell'assessora a proseguire nel dialogo e ci siamo dati appuntamento per mercoledì 20 maggio, ospiti della provincia di Pisa insieme con ragazzi e ragazze di Cascina e Volterra.
Sergio Tamborrino
Responsabile Toscana Progetto Scuola
domenica 29 marzo 2015
26 marzo 2015, le giovani sentinelle di Padova
Caro Nonno Nino Caponnetto dopo il tuo è finito tutto. Ci dicesti che furono i ragazzi di Palermo a confortarti e a non mollare. Oggi quel cammino verso la legalità è un viaggio faticoso ed estenuante, fatto di tante fermate e poche oasi di ristoro, ci tornano in mente i tuoi insegnamenti che ci convincono che ragazzi e insegnanti non vanno lasciati soli! Quel cammino è iniziato, non può arrestarsi e non possiamo mollare!
26 marzo 2015, le giovani sentinelle di Padova accolte dall'amministrazione Comunale presso la sala Agorà del Centro Culturale San Gaetano.
Protagonisti di questo pomeriggio sono gli studenti dell'Istituto Comprensivo Briosco, guidati con grande passione della Vice Dirigente Scolastica Fabiola Baldo e dagli insegnanti Francesca Vian, Raffaella della Giustina e Mariagrazia Zogno. Peccato che solo una rappresentanza degli studenti dell'Istituto Statale di Istruzione Superiore G. Valle è presente accompagnati dal loro insegnante Gabriele Toso.
Non poteva essere scelta cornice migliore per questo evento che ha ospitato circa 400 persone, tra studenti, insegnanti, amici, famiglie e autorità.
Tutti nell'agorà, dunque, dove si coltivano le relazioni interpersonali, si dialoga e si prendono le decisioni importanti per la città; come accadeva esattamente nell'antica Grecia. Luogo prescelto dall'Amministrazione comunale di Padova proprio per ascoltare i suoi giovani concittadini.
A fare gli onori di casa sono presenti l'assessore alle politiche scolastiche, Alessandra Brunetti e il Capo di Gabinetto del Sindaco Andrea Recaldin che portano alla vasta platea il saluto del sindaco Massimo Bitonci.
Nonostante la pioggia, i ragazzi giungono prestissimo nella sala, qualcuno accompagnato dai propri familiari e non possiamo non notare con quanta fierezza consegnano subito i lavori racchiusi in un piccolo volume dal titolo Lettera al sindaco di Padova.
È bastata l'immagine impressa in copertina che raffigura una mano adulta protesa verso un bambino per capire che avevano recepito il messaggio e lo spirito di questo progetto: Insieme si costruisce una società migliore.
Emozionati hanno iniziato a prendere coraggio e a raccontare il proprio sentire di giovani cittadini. E li abbiamo lasciati così liberi di interagire con il mondo delle Istituzioni, liberi di potersi esprimere e comunicare con fiducia, senza il timore di essere giudicati.
Emergono anche alcune considerazioni di una politica di mal governo, di mancanza di etica e morale che imperversa nel mondo degli adulti come anche quella di fare tutta di un erba un fascio e allora non deve stupire se in una zona difficili della città nasce nei bambini l’idea distorta, di poliziotti che si girano dall'altra parte.
È stato questo il loro sentire ma è evidentemente anche l'immagine che noi adulti trasmettiamo ogni giorno ai più piccoli, attraverso i media, i consessi pubblici, i salotti ciarlieri, luoghi dove si sta troppo attenti alle parole autoreferenziali dimenticando che l'impegno del fare è sempre più raro. Non è certamente però con la repressione che si potrà correggere tale confusione, ma è la scuola e i tanti progetti in collaborazione con le forze dell’ordine che vanno nella direzione dell’educare e del formare.
Ma per la maggiore questi ragazzi ci hanno fortemente richiesto di individuare soluzioni concrete in grado di adeguare le politiche scolastiche alle reali esigenze di una città in costante trasformazione e di scuole sempre più multiculturali.
Abbiamo ascoltato voci di Ambra, Linda, Sara, Giulia, Martina, Michele, Stefano, ma anche le voci di Soukaina, Mirela e Evelina, Ricky, Mario, Alì e Naib. Voci di bambini e ragazzi che si sentono fortunati ma anche voci di bambini in una città in cui non si sentono protagonisti, tra rumori e pericoli a cui noi adulti li stiamo abituando.
Per fortuna c’è la Scuola: dove tutti devono sentirsi al sicuro e protetti.
Questi ragazzi ci hanno raccontato il mondo visto con i loro occhi, regalandoci storie di grande tenerezza, di grande emozione, su cui riflettere.
Ci hanno richiesto di aiutarli in una valorizzazione del territorio, hanno proposto interventi migliorativi, hanno immaginato una casa ideale per i bambini e hanno chiesto ai loro compagni più grandi, a noi adulti, a chi governa la città di essere loro accanto.
Encomiabile il lavoro fatto dagli studenti, a partire dai più piccoli delle scuole primarie Leopardi e Muratori, sempre sostenuti in questo viaggio dai loro insegnanti e dalla scuola, ancorata alla propria vocazione educativa.
Noi della Fondazione avevamo chiesto agli insegnanti di non intervenire nelle scelte degli studenti ma di essere vigili e attenti osservatori di questo progetto, di invogliarli a individuare i problemi che affrontano ogni giorno, di guidarli verso un dialogo costruttivo con il mondo degli adulti e di disegnarci la mappa del loro mondo possibile.
Nel momento introduttivo la Fondazione ha illustrato le finalità del progetto agli adulti, perché per la prima volta la città di Padova accoglieva il percorso tracciato da Nonno Nino Caponnetto. Abbiamo parlato di protagonismo dei giovani, di percorso di cittadinanza attiva e responsabile all’interno della disciplina Cittadinanza e Costituzione. Abbiamo spiegato l’importanza di rimanere dopo l’illustrazione dei temi da parte dei ragazzi perché tutti eravamo chiamati a dare un contributo, un aiuto alla risoluzione dei temi.
Ma qualche genitore, purtroppo è andato via, portando con se i bambini. Anche su questo dovremmo riflettere: chi ha abituato i nostri ragazzi a non aspettarsi risposte?
Il tempo è scorso veloce e non è bastato per poter dare la parola a tutti gli ospiti intervenuti, non è bastato per introdurre il Corpo della Polizia Locale di Padova, rappresentata dal Commissario Principale Luca Sattin che portava i saluti del Comandante Antonio Paolocci e dell'Assessore alla Sicurezza Maurizio Saia; La Polizia locale si è resa immediatamente disponibile ad incontri informativi, portando tra questi ragazzi una lezione-spettacolo, per suscitare e incentivare il desiderio di conoscenza delle regole giuridiche ma soprattutto per far crescere le motivazioni per cui queste devono essere rispettate; non è bastato per poter presentare il campione delle Fiamme Oro Paolo Venturini, che attraverso lo sport è da tempo protagonista attivo di incontri formativi con studenti e genitori; non c'è stato tempo per ascoltare Micaela Grasso che da oltre 30 anni promuove, ed è l'anima del Festival Nazionale del teatro per ragazzi. Ed ancora non c'è stato il tempo per ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e la Banca Popolare di Verona nella persona di Matteo Giacomini Zaniol, che hanno condiviso l'anima del nostro progetto finalizzato al protagonismo dei giovani. Che dire della bellissima iniziativa del coro del Tribunale di Padova, che aveva eccezionalmente preso parte al nostro incontro, diretto dall'avvocato Stefania Marin, che ha voluto festeggiare così i propri giovani cittadini ma non ha avuto il tempo di poter presentare una versione de la Vita è bella.
Questa circostanza deve bastare a noi adulti a farci comprendere che l'educazione all'ascolto e al confronto con la società civile è un valore che si impara fin da piccoli se c'è qualcuno ad insegnarlo, se c'è qualcuno che si preoccupa della comprensione di ogni espressione utilizzata, se si incoraggiano sempre più accordi interistituzionali.
Avevamo il compito di dire ai nostri ragazzi che non sarebbero stati mai soli, che le Autorità, la città e i suoi cittadini adulti sarebbero stati tutor del percorso intrapreso; perché quando il fine ultimo è un'azione armonica e coordinata volta a rafforzare la cultura della responsabilità etica, della non discriminazione, avendo cura delle fasce più deboli e valorizzando le diverse abilità, è tutto il Paese chiamato in causa. Questo è quello che ci ha insegnato nonno Nino.
Ci fu un periodo nel nostro Paese in cui i giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e nonno Nino Caponnetto, uomini con un profondissimo senso dello Stato, subirono attacchi violentissimi nel loro operato, attacchi che talvolta provenivano dalle stesse Istituzioni, ma continuarono incessantemente a lavorare, nonostante fossero rimasti soli e intorno non avevano più nessuno ad ascoltarli. Solo dopo la loro morte l'opinione pubblica iniziò a compiere un miracolo che si realizzò non solo con la nascita di movimenti spontanei e associazioni ma anche con modifiche e introduzione di Leggi.
Noi vogliamo partire da questo ricordo. Parafrasando una frase individuata dai ragazzi diciamo: noi adulti vogliamo essere il vento favorevole per quei giovani marinai che non sanno dove andare. Abbiamo parlato di ponti virtuali per questo grande lavoro di squadra: il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ci ha resi partecipi di un progetto dell'Osservatorio interforze per la Sicurezza contro ogni atto discriminatorio che partirà il prossimo mese di maggio. Il Sostituto Commissario della Polizia di Stato Gioia Nanni, accompagnata da funzionari della Questura e con accanto il luogotenente Giancarlo Merli, comandante della stazione dei Carabinieri di Padova, ha invitato così le scolaresche a fare visita il prossimo 8 maggio al truck attrezzato come sala multimediale, che giungerà a Padova proprio con l'intento di rafforzare la relazione tra ragazzi e Istituzioni.
Il Prefetto di Padova Patrizia Impresa ha voluto indirizzare una lettera di saluto e di augurio agli studenti. Il prof. Marco Mascia, Direttore del centro di Ateneo per i diritti Umani nel suo breve intervento ha voluto esprimere ai ragazzi il proprio sostegno, dichiarando che questo incontro è stato un bel momento di crescita per gli adulti; ha raccontato della giornata di ieri quando presso la sede dell’Unesco si è trovato a parlare di riavvicinamento delle varie culture e che oggi ha visto concretizzarsi quel percorso proprio a Padova.
Ha concluso l'assessore Brunetti che essenzialmente è stato un invito al dialogo: noi recepiamo le vostre proposte ma vogliamo lavorare assieme e non uno contro l’altro, l’impegno di tutti è per il bene comune. Alla stessa affidiamo le proposte e i suggerimenti degli studenti e sottolineiamo che dai confronti aspri, cui la Fondazione da tempo è abituata con i giovani, possono nascere proposte costruttive di buona politica per il bene della propria comunità; per questo va lodato l'impegno degli insegnanti lasciati troppe volte soli nell'assolvimento della formazione dei nostri giovani. E per questo troppo spesso sono tacciati di fare mera politica. Ma chi si arrocca questo diritto? Chi dovrebbe o avrebbe diritto di fare politica? gli amministratori, i politici o chi ne ha la sovranità? Caponnetto diceva ai ragazzi che quando vi dicono che a scuola non bisogna far politica vi stanno raggirando! Bisogna far politica tutti i giorni, ma quella con la P maiuscola, quella nobile, quella dei valori, della difesa dei diritti e dei doveri ma anche quella del rispetto delle regole: la nostra Carta Costituzionale.
Dobbiamo chiederci perché spesso la si vuole cambiare, perché vecchia o superata? Ma se è la più giovane in confronto agli altri Paesi d'Europa! Non tutti sanno che molti articoli sono stati addirittura adottati nei principi fondamentali dell'ONU. La ragione è che non permette ai corrotti, ai collusi di fare quello che si vuole a discapito del Paese e della propria comunità. Non lascia spazi a dubbi, ad interpretazioni: è profondamente chiara!
Stare oggi insieme nella sala dell'agorà per discutere, confrontarsi e trovare soluzioni per il bene della collettività è già fare una buona politica.
Ai ragazzi diciamo che avere accanto persone delle Istituzioni, uomini e donne delle Forze di Polizia, deve essere una risorsa, perché essere facilitatori di questo viaggio verso la Giustizia è un onore ed una grande responsabilità.
Vogliamo concludere utilizzando le parole di una giovanissima studentessa che emozionata ha detto: la giustizia non è un’illusione se ci sono persone, uomini o angeli, che lavorano con dedizione.
Ci siamo dati appuntamento al prossimo 13 maggio alle ore 9.30 quando ci ritroveremo tutti ospiti delle autorità provinciali.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
26 marzo 2015, le giovani sentinelle di Padova accolte dall'amministrazione Comunale presso la sala Agorà del Centro Culturale San Gaetano.
Protagonisti di questo pomeriggio sono gli studenti dell'Istituto Comprensivo Briosco, guidati con grande passione della Vice Dirigente Scolastica Fabiola Baldo e dagli insegnanti Francesca Vian, Raffaella della Giustina e Mariagrazia Zogno. Peccato che solo una rappresentanza degli studenti dell'Istituto Statale di Istruzione Superiore G. Valle è presente accompagnati dal loro insegnante Gabriele Toso.
Non poteva essere scelta cornice migliore per questo evento che ha ospitato circa 400 persone, tra studenti, insegnanti, amici, famiglie e autorità.
Tutti nell'agorà, dunque, dove si coltivano le relazioni interpersonali, si dialoga e si prendono le decisioni importanti per la città; come accadeva esattamente nell'antica Grecia. Luogo prescelto dall'Amministrazione comunale di Padova proprio per ascoltare i suoi giovani concittadini.
A fare gli onori di casa sono presenti l'assessore alle politiche scolastiche, Alessandra Brunetti e il Capo di Gabinetto del Sindaco Andrea Recaldin che portano alla vasta platea il saluto del sindaco Massimo Bitonci.
Nonostante la pioggia, i ragazzi giungono prestissimo nella sala, qualcuno accompagnato dai propri familiari e non possiamo non notare con quanta fierezza consegnano subito i lavori racchiusi in un piccolo volume dal titolo Lettera al sindaco di Padova.
È bastata l'immagine impressa in copertina che raffigura una mano adulta protesa verso un bambino per capire che avevano recepito il messaggio e lo spirito di questo progetto: Insieme si costruisce una società migliore.
Emozionati hanno iniziato a prendere coraggio e a raccontare il proprio sentire di giovani cittadini. E li abbiamo lasciati così liberi di interagire con il mondo delle Istituzioni, liberi di potersi esprimere e comunicare con fiducia, senza il timore di essere giudicati.
Emergono anche alcune considerazioni di una politica di mal governo, di mancanza di etica e morale che imperversa nel mondo degli adulti come anche quella di fare tutta di un erba un fascio e allora non deve stupire se in una zona difficili della città nasce nei bambini l’idea distorta, di poliziotti che si girano dall'altra parte.
È stato questo il loro sentire ma è evidentemente anche l'immagine che noi adulti trasmettiamo ogni giorno ai più piccoli, attraverso i media, i consessi pubblici, i salotti ciarlieri, luoghi dove si sta troppo attenti alle parole autoreferenziali dimenticando che l'impegno del fare è sempre più raro. Non è certamente però con la repressione che si potrà correggere tale confusione, ma è la scuola e i tanti progetti in collaborazione con le forze dell’ordine che vanno nella direzione dell’educare e del formare.
Ma per la maggiore questi ragazzi ci hanno fortemente richiesto di individuare soluzioni concrete in grado di adeguare le politiche scolastiche alle reali esigenze di una città in costante trasformazione e di scuole sempre più multiculturali.
Abbiamo ascoltato voci di Ambra, Linda, Sara, Giulia, Martina, Michele, Stefano, ma anche le voci di Soukaina, Mirela e Evelina, Ricky, Mario, Alì e Naib. Voci di bambini e ragazzi che si sentono fortunati ma anche voci di bambini in una città in cui non si sentono protagonisti, tra rumori e pericoli a cui noi adulti li stiamo abituando.
Per fortuna c’è la Scuola: dove tutti devono sentirsi al sicuro e protetti.
Questi ragazzi ci hanno raccontato il mondo visto con i loro occhi, regalandoci storie di grande tenerezza, di grande emozione, su cui riflettere.
Ci hanno richiesto di aiutarli in una valorizzazione del territorio, hanno proposto interventi migliorativi, hanno immaginato una casa ideale per i bambini e hanno chiesto ai loro compagni più grandi, a noi adulti, a chi governa la città di essere loro accanto.
Encomiabile il lavoro fatto dagli studenti, a partire dai più piccoli delle scuole primarie Leopardi e Muratori, sempre sostenuti in questo viaggio dai loro insegnanti e dalla scuola, ancorata alla propria vocazione educativa.
Noi della Fondazione avevamo chiesto agli insegnanti di non intervenire nelle scelte degli studenti ma di essere vigili e attenti osservatori di questo progetto, di invogliarli a individuare i problemi che affrontano ogni giorno, di guidarli verso un dialogo costruttivo con il mondo degli adulti e di disegnarci la mappa del loro mondo possibile.
Nel momento introduttivo la Fondazione ha illustrato le finalità del progetto agli adulti, perché per la prima volta la città di Padova accoglieva il percorso tracciato da Nonno Nino Caponnetto. Abbiamo parlato di protagonismo dei giovani, di percorso di cittadinanza attiva e responsabile all’interno della disciplina Cittadinanza e Costituzione. Abbiamo spiegato l’importanza di rimanere dopo l’illustrazione dei temi da parte dei ragazzi perché tutti eravamo chiamati a dare un contributo, un aiuto alla risoluzione dei temi.
Ma qualche genitore, purtroppo è andato via, portando con se i bambini. Anche su questo dovremmo riflettere: chi ha abituato i nostri ragazzi a non aspettarsi risposte?
Il tempo è scorso veloce e non è bastato per poter dare la parola a tutti gli ospiti intervenuti, non è bastato per introdurre il Corpo della Polizia Locale di Padova, rappresentata dal Commissario Principale Luca Sattin che portava i saluti del Comandante Antonio Paolocci e dell'Assessore alla Sicurezza Maurizio Saia; La Polizia locale si è resa immediatamente disponibile ad incontri informativi, portando tra questi ragazzi una lezione-spettacolo, per suscitare e incentivare il desiderio di conoscenza delle regole giuridiche ma soprattutto per far crescere le motivazioni per cui queste devono essere rispettate; non è bastato per poter presentare il campione delle Fiamme Oro Paolo Venturini, che attraverso lo sport è da tempo protagonista attivo di incontri formativi con studenti e genitori; non c'è stato tempo per ascoltare Micaela Grasso che da oltre 30 anni promuove, ed è l'anima del Festival Nazionale del teatro per ragazzi. Ed ancora non c'è stato il tempo per ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e la Banca Popolare di Verona nella persona di Matteo Giacomini Zaniol, che hanno condiviso l'anima del nostro progetto finalizzato al protagonismo dei giovani. Che dire della bellissima iniziativa del coro del Tribunale di Padova, che aveva eccezionalmente preso parte al nostro incontro, diretto dall'avvocato Stefania Marin, che ha voluto festeggiare così i propri giovani cittadini ma non ha avuto il tempo di poter presentare una versione de la Vita è bella.
Questa circostanza deve bastare a noi adulti a farci comprendere che l'educazione all'ascolto e al confronto con la società civile è un valore che si impara fin da piccoli se c'è qualcuno ad insegnarlo, se c'è qualcuno che si preoccupa della comprensione di ogni espressione utilizzata, se si incoraggiano sempre più accordi interistituzionali.
Avevamo il compito di dire ai nostri ragazzi che non sarebbero stati mai soli, che le Autorità, la città e i suoi cittadini adulti sarebbero stati tutor del percorso intrapreso; perché quando il fine ultimo è un'azione armonica e coordinata volta a rafforzare la cultura della responsabilità etica, della non discriminazione, avendo cura delle fasce più deboli e valorizzando le diverse abilità, è tutto il Paese chiamato in causa. Questo è quello che ci ha insegnato nonno Nino.
Ci fu un periodo nel nostro Paese in cui i giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e nonno Nino Caponnetto, uomini con un profondissimo senso dello Stato, subirono attacchi violentissimi nel loro operato, attacchi che talvolta provenivano dalle stesse Istituzioni, ma continuarono incessantemente a lavorare, nonostante fossero rimasti soli e intorno non avevano più nessuno ad ascoltarli. Solo dopo la loro morte l'opinione pubblica iniziò a compiere un miracolo che si realizzò non solo con la nascita di movimenti spontanei e associazioni ma anche con modifiche e introduzione di Leggi.
Noi vogliamo partire da questo ricordo. Parafrasando una frase individuata dai ragazzi diciamo: noi adulti vogliamo essere il vento favorevole per quei giovani marinai che non sanno dove andare. Abbiamo parlato di ponti virtuali per questo grande lavoro di squadra: il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ci ha resi partecipi di un progetto dell'Osservatorio interforze per la Sicurezza contro ogni atto discriminatorio che partirà il prossimo mese di maggio. Il Sostituto Commissario della Polizia di Stato Gioia Nanni, accompagnata da funzionari della Questura e con accanto il luogotenente Giancarlo Merli, comandante della stazione dei Carabinieri di Padova, ha invitato così le scolaresche a fare visita il prossimo 8 maggio al truck attrezzato come sala multimediale, che giungerà a Padova proprio con l'intento di rafforzare la relazione tra ragazzi e Istituzioni.
Il Prefetto di Padova Patrizia Impresa ha voluto indirizzare una lettera di saluto e di augurio agli studenti. Il prof. Marco Mascia, Direttore del centro di Ateneo per i diritti Umani nel suo breve intervento ha voluto esprimere ai ragazzi il proprio sostegno, dichiarando che questo incontro è stato un bel momento di crescita per gli adulti; ha raccontato della giornata di ieri quando presso la sede dell’Unesco si è trovato a parlare di riavvicinamento delle varie culture e che oggi ha visto concretizzarsi quel percorso proprio a Padova.
Ha concluso l'assessore Brunetti che essenzialmente è stato un invito al dialogo: noi recepiamo le vostre proposte ma vogliamo lavorare assieme e non uno contro l’altro, l’impegno di tutti è per il bene comune. Alla stessa affidiamo le proposte e i suggerimenti degli studenti e sottolineiamo che dai confronti aspri, cui la Fondazione da tempo è abituata con i giovani, possono nascere proposte costruttive di buona politica per il bene della propria comunità; per questo va lodato l'impegno degli insegnanti lasciati troppe volte soli nell'assolvimento della formazione dei nostri giovani. E per questo troppo spesso sono tacciati di fare mera politica. Ma chi si arrocca questo diritto? Chi dovrebbe o avrebbe diritto di fare politica? gli amministratori, i politici o chi ne ha la sovranità? Caponnetto diceva ai ragazzi che quando vi dicono che a scuola non bisogna far politica vi stanno raggirando! Bisogna far politica tutti i giorni, ma quella con la P maiuscola, quella nobile, quella dei valori, della difesa dei diritti e dei doveri ma anche quella del rispetto delle regole: la nostra Carta Costituzionale.
Dobbiamo chiederci perché spesso la si vuole cambiare, perché vecchia o superata? Ma se è la più giovane in confronto agli altri Paesi d'Europa! Non tutti sanno che molti articoli sono stati addirittura adottati nei principi fondamentali dell'ONU. La ragione è che non permette ai corrotti, ai collusi di fare quello che si vuole a discapito del Paese e della propria comunità. Non lascia spazi a dubbi, ad interpretazioni: è profondamente chiara!
Stare oggi insieme nella sala dell'agorà per discutere, confrontarsi e trovare soluzioni per il bene della collettività è già fare una buona politica.
Ai ragazzi diciamo che avere accanto persone delle Istituzioni, uomini e donne delle Forze di Polizia, deve essere una risorsa, perché essere facilitatori di questo viaggio verso la Giustizia è un onore ed una grande responsabilità.
Vogliamo concludere utilizzando le parole di una giovanissima studentessa che emozionata ha detto: la giustizia non è un’illusione se ci sono persone, uomini o angeli, che lavorano con dedizione.
Ci siamo dati appuntamento al prossimo 13 maggio alle ore 9.30 quando ci ritroveremo tutti ospiti delle autorità provinciali.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
Mercoledì 25 marzo ancora due incontri Veneto e Toscana. Riportiamo quello di Selvazzano Dentro
Mercoledì 25 marzo ancora due incontri Veneto e Toscana. Riportiamo quello di Selvazzano Dentro
Le giovani Sentinelle di Selvazzano Dentro (PD) si ritrovano presso il Centro Civico Fabio Presca.
Protagonisti sono gli studenti dell'Istituto Comprensivo Selvazzano 2, appartenenti alla secondaria M. Cesarotti di Selvazzano Dentro, guidati con passione dalla Vice Dirigente Scolastica Giuliana Coletta e dagli insegnanti Brusamolin, Doria e Vindigni, e gli studenti dell'Istituto comprensivo Albinoni 1, appartenenti alla secondaria di Caselle di Selvazzano e accompagnati dalle insegnanti Rossella Ricoveri e Monica Schiavo.
Nella sala del centro civico, a fare gli onori di casa a una folta platea composta anche da diversi genitori, il vice sindaco Bruno Saponaro e il presidente del consiglio comunale Bruno Natale.
Un grazie va alla nostra responsabile Veneto Licia Serpico e Lidia Pege che, con il loro infaticabile impegno, hanno reso più facile gli incontri in Veneto.
Nell'introduzione la Fondazione illustra brevemente le finalità del progetto, discute sul protagonismo dei giovani, di essere cittadini attivi e responsabili. Si sofferma a ricordare quel ponte per costruire buoni esempi, come non lasciare soli gli insegnanti, ragazzi e dirigenti di Corleone ricordando le parole di Caponnetto: la mafia ha più paura della scuola della stessa giustizia. Non lasciare soli chi fa scelte coraggiose come la Cooperativa e non solo che allaccia rapporti e accoglie 30 produttori che dicono no alla mafia creando la Cooperativa Fior di Corleone. Ma i ponti, siamo caparbi e vogliamo costruirli solidi dove le sentinelle si estendono in tutta Italia e allacciano rapporti con tante realtà come il Teatro a Padova o a Roma con la Sala Umberto. Le Associazioni dei Comuni d'Italia, alla Prefettura di Venezia contro il gioco d'azzardo. Alla collaborazione costante che abbiamo con il Dipartimento della Pubblica Sicurezza che quest'anno ha voluto farci l'onore di essere presente, con i suoi validi funzionari, agli incontri in Veneto e il 16 aprile a Firenze per consolidare i rapporti con le associazioni e le istituzioni, pubbliche e private, che si occupano di contrasto ad ogni tipo di discriminazione.
Fanno riflettere subito le parole del vice sindaco Saponaro quando in apertura cita il percorso intrapreso da Papa Francesco e il suo incitamento al dialogo, alla condivisione; affronta e cita la differenza tra il concetto di etica e morale e accoglie i suoi concittadini nella casa di tutti, portando i saluti dell'Amministrazione Comunale. Ed è con grande emozione che i ragazzi ricevono proprio dal vice sindaco la notizia che è tutto pronto per la conclusione dei loro progetti, atteso che resterebbe solo la nota dolente dello stanziamento di fondi ...ma ancora una volta la Fondazione ha sollecitato a fare scelte forti non solo per trovare fondi ma dare dignità al nostro Paese, come la lotta all'evasione, mafia e corruzione. Ha ricordato come una proposta di legge sulla corruzione, fatta e lamentata dal nostro Presidente del Senato, Piero Grasso è ferma da due anni!
Intanto Pietro della II E di Caselle si appresta a dare il proprio contributo di esperto fotografo, passando poi la consegna ai suoi compagni della Cesarotti.
È il professor Doria ad aprire gli interventi degli alunni delle classi terze, impegnati nella valorizzazione del Parco Virtuoso di via Veneto che hanno voluto dedicare alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino. Apprendiamo così che saranno proprio questi ragazzi a passare il testimone ai loro amici delle classi prime (saranno quattro l'anno prossimo!). Con vero piacere alcuni di questi giovani ragazzi li vediamo in sala, accompagnati anche dai loro genitori.
Abbiamo sempre insistito su quanto sia importante e stimolante per gli studenti sapere che le proprie famiglie apprezzano e condividano i percorsi intrapresi dalla scuola in materia di cittadinanza e Costituzione, perché bisogna dedicare maggiori energie all’educazione. Difendere e conoscere la nostra Carta Costituzionale sono i presupposti per costruire il futuro del nostro Paese. In America non si è cittadini se non si conosce la propria Carta che regole e disciplina lo stare insieme di un popolo.
Francesco della 3 C illustra così, soprattutto ai più piccoli, il percorso fatto da cittadino attivo, il risalto dato dalla stampa al loro progetto, la delibera approvata dal Comune circa l'intitolazione del Parco ai giudici antimafia, l'emozione nell'avere avuto la possibilità di dialogare con gli enti locali ma anche con le autorità nazionali. È affidata a Gioia, studente che è stata insieme a noi ospite del Ministro Giannini, la presentazione della cartellonistica creata per il parco dai ragazzi; molto apprezzata dagli amministratori è stata l'idea di destinare l'area non solo ai più piccoli ma ad ogni fascia d'età, diversificando gli spazi. Tocca a Marta della III B presentare un vero e proprio decalogo delle buone regole realizzato in PowerPoint. L'idea che se tutti conoscono le regole tutti possono rispettarle è un concetto che ci sta molto a cuore e abbiamo spesso incitato i ragazzi ad un "passa parola" anche delle buone prassi, a condividere le buone regole e i buoni esempi anche sui social, attraverso l'uso consapevole degli strumenti tecnologici. Ultimo ma non meno importante è stato l'intervento di Edoardo, il quale, circa 20 gg. Addietro, armato di macchina fotografica è ritornato al parco di via Veneto e ha riportato immagini che non avremmo voluto vedere. Inciviltà diffusa, sempre più persone che improvvisano forme di bivacco nel parco, non rispettando l’ambiente né il decalogo di comportamento che avevano fissato i nostri ragazzi. Ancora più inquietante l'immagine di panchine ammassate e parzialmente bruciate; dolo o colpa l’episodio è significativo e di questo i ragazzi hanno dimostrato grande consapevolezza, chiedendo all'amministrazione la possibilità di sorvegliare l'intero parco. Hanno chiuso il loro intervento ringraziando l'amministrazione che ha installato gli hot spot per consentire di accedere ad internet liberamente tramite collegamento Wi-Fi.
Tocca all'insegnante, Monica Schiavo introdurre gli studenti che tenacemente hanno lavorato alla riqualificazione di piazza Carlo Leoni di Caselle. Nel prosieguo del cammino intrapreso ormai un anno fa, questi studenti hanno arricchito le loro conoscenze invitando presso la loro scuola, lo storico locale Claudio Grandis, l'assessore Giovanna Rossi e il presidente del Consiglio Comunale Bruno Natale. Hanno avuto così la possibilità di conoscere la storia del conte Carlo Leoni, storico ed epigrafista padovano. Il loro impegno ha visto il coinvolgimento dei commercianti di Caselle, entusiasti di aiutare i ragazzi a valorizzare la piazza. Grazie al contributo dell'Amministrazione comunale che ha provveduto a stampare i manifesti preparati dagli studenti, i nostri ragazzi hanno incontrato gli esercenti di Caselle, hanno distribuito segnalibri colorati per i clienti e spillette identificative di tutor della piazza ai commercianti degli esercizi ubicati nei pressi della piazza. Si sono così presentati Beatrice e Daniela di II F e Alessia di II E per raccontare l'esperienza della realizzazione del loro manifesto inteso a divulgare il concetto di amore per la loro città attraverso il rispetto e la cura di un bene comune. A causa delle pessime condizioni metereologiche non hanno però avuto il tempo di provvedere alla pulizia che hanno così rimandato ad una prossima data... perché ammettono: Trovare pulito è un piacere, tenere pulito è un dovere! Ha concluso la squadra di alunni capitanata da Marta della II E che ha mostrato alla platea coloratissimi segnalibri, sui quali hanno scelto di imprimere parole importanti come "legalità, rispetto, convivenza civile", mentre sullo sfondo scorrevano le immagini del filmato realizzato.
La Fondazione ha fatto i complimenti per il pregevole lavoro svolto e ha voluto però ricordare l'esperienza degli studenti del Comune di Aulla, vicino a Massa Carrara, costretti a svolgere le loro lezioni in container per l'inondazione che ha devastato l'area della Lunigiana nel 2011. E da quel giorno 250 alunni delle elementari e 300 ragazzi delle medie non hanno più avuto un edificio per le lezioni. Con riferimento all'articolo 3 della nostra Carta, spesso disatteso o non applicato ad una realtà scolastica, non tanto lontana dal territorio veneto, ha consentito alla Fondazione di introdurre il personale dell’OSCAD, organismo interforze presente all'incontro, istituito nel 2010, di cui fa parte la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri. L’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori, incardinato presso il Dipartimento della P.S. presieduto dal Direttore Centrale della Polizia Criminale, Vice Direttore Generale della P.S. , Prefetto Fulvio Della Rocca è fortemente impegnato sul territorio con progetti mirati rivolti agli studenti per promuovere la cultura della legalità ed il contrasto ad ogni forma di discriminazione e di violenza. L’incontro di oggi è stata l’occasione per ribadire l’importanza del lavoro di squadra e dei ponti prima citati, di progetti in sinergia per garantire sicurezza e tutelare le vittime vulnerabili. I consigli forniti dal Sostituto Commissario della Polizia di Stato Gioia Nanni, amica della Fondazione, sono stati particolarmente apprezzati dagli studenti presenti. Cosa rende di qualità il nostro vivere? Certamente la dimensione della relazione con l'altro è quella che ci tiene in vita: ciò implica vigilare sulle scelte che facciamo e conoscere profondamente le persone con le quali le condividiamo. Gioia Nanni ci ha fatto comprendere com'è possibile andare oltre "un ruolo o una divisa" e come rendere prezioso un rapporto di collaborazione, anche con un'istituzione. Ha fatto così lei il primo passo verso gli studenti, in un cammino verso il rispetto dei Diritti Umani che il Dipartimento della P.S. intende affrontare partendo con una campagna promozionale proprio da Venezia e Padova i prossimi 7 e 8 maggio. Evento che vedrà ospiti privilegiati a bordo di un truck lungo 18 metri, e attrezzato per l'iniziativa, proprio le giovani Sentinelle di Selvazzano Dentro.
Il presidente Bruno Natale prende la parola e si complimenta per il lavoro delle scuole svolte in collaborazione con la Fondazione, importante nel formare i giovani al difficile compito di correggere l'illegalità diffusa e si rende disponibile a continuare a sostenere i ragazzi affinché il loro sogno si realizzi quanto prima, perché afferma: ogni volta mi commuovete e spronate noi adulti a fare sempre meglio.
Maggio pertanto sarà un mese importante per i nostri giovani: stiamo contattando le Istituzioni provinciali ai terzi incontri, nell'auspicio che possano, insieme alle proprie istituzioni comunali che li accompagneranno, vedere realizzati i loro progetti, la Fondazione fissa alla data del 13 maggio ore 9.30 l'incontro con la Provincia di Padova.
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Responsabile Nazionale Progetto Scuola
giovedì 26 marzo 2015
24 marzo, il ponte virtuale delle sentinelle si allunga! Da Agliana (PT) a Porto Tolle (RO)
24 marzo, il ponte virtuale delle sentinelle si allunga! Da Agliana (PT) a Porto Tolle (RO)
Le sentinelle sbarcano nel basso Polesine, due le scuole che sono pronte a confrontarsi con la propria amministrazione comunale: l'Istituto comprensivo di Porto Tolle con studenti e studentesse guidati dalla loro insegnante Patrizia Gobbato e l'IIS Colombo con il loro professore Alessandro Pugina. Ad attenderli e dare il benvenuto il vice sindaco Mirco Macini e l'assessore all'Istruzione Leonarda Ielasi che ha salutato e ringraziato i giovani per il loro impegno.
La Fondazione ha lamentato la scarsa presenza di ragazzi e ragazze, dopo che il primo appuntamento è stato molto partecipato e vivace, facendo notare che, dei quattro incontri compresa la Conferenza finale previsti dal progetto, solo uno è pomeridiano quello appunto con i propri amministratori, per due motivi: permettere agli adulti di essere presenti ed essere occasione di confronto con loro. Per questo abbiamo chiesto più volte alle scuole di invitare i genitori e ai Comuni di invitare i cittadini. Il secondo motivo è promuovere la consapevolezza fra i giovani a non demordere e chiedere ai propri compagni di essere presenti, perché se vogliono essere credibili e se i loro progetti sono frutto di questioni che ritengono importanti, devono essere da esempio anche per gli adulti e comportarsi di conseguenza! In questi anni abbiamo notato progressi e una maggiore maturità anche in questo! Siamo certi, come hanno aggiunto gli stessi professori e i giovani presenti che anche in Polesine il progetto sarà condiviso e partecipato da un numero sempre maggiore di studenti e studentesse.
Hanno preso la parola Elena e Desi del Comprensivo sul tema pulizia degli argini e valorizzazione del territorio e vie verdi. Attraverso delle slide hanno ripreso il tema già proposto lo scorso anno e la loro attenzione si è concentrata su alcuni angoli naturali e naturalistici del loro territorio. Hanno fatto notare l'incuria dell'uomo, i tanti rifiuti abbandonati sull'argine del fiume. Le piene che hanno lasciato bottiglie di plastica, ma spesso anche rifiuti pericolosi come l'eternit!
Si sono posti il tema della legalità, termine abbastanza complesso che richiede rispetto delle regole, apertura di mente, approccio culturale a 360 gradi, attenzione alla persona. Poi sono passate ad indicare alcuni obiettivi: valorizzazione del territorio; sviluppo di un turismo ecosostenibile; una pesca rispettosa del mare; lo sviluppo dell'agricoltura sostenibile in un contesto europeo; cambiamento della mentalità attraverso la valorizzazione e il potenziamento della scuola.
Infine hanno approfondito come individuare e definire le regole e condividerle: rispetto, responsabilità, riciclo – riduzione – riutilizzo – risparmio, coinvolgimento di tutti anche attraverso l’applicazione di sanzioni. Infine si sono posti la questione di come pubblicizzare quanto fatto con il riciclo dei rifiuti.
Ha preso la parola Leonarda Ielasi che ha esortato i ragazzi a fare uso della rete per sensibilizzare i cittadini a non prendere scorciatoie, avere rispetto dell'ambiente, ma essere coscienti anche di come sia pericoloso per la nostra salute. Spesso gli adulti rispondono con pigrizia o dando colpe alla chiusura dell'eco-centro ormai da anni per lavori o perché il numero verde è occupato. Li ha invitati a denunciare anche l'inefficienza delle Istituzioni, ma si deve cambiare e l'amministrazione è disponibile a dare ascolto e a collaborare con i giovani.
La Fondazione ha fatto notare che negli appuntamenti provinciali e regionali fino a quelli con esponenti di governo, le istituzioni locali, insieme con i propri cittadini, dovrebbero spingere a un cambiamento di responsabilità ad esempio sulla questione eternit! Abbiamo permesso l'arricchimento di un'azienda produttrice di amianto e alla fine del processo ad una pena di sedici anni! Le vittime hanno a nostro avviso ricevuto pochissimo, mentre le parti civili come le istituzioni locali, provinciali e regionali hanno ricevuto indennizzi senza creare una struttura a spese dell'azienda per rimuovere materiale pericoloso! Fino a poco tempo fa l'utilizzo dell'amianto era legale e nessuno ha fatto controlli, oggi rimuovere l'amianto è a spese del proprietario che lo ha utilizzato nelle costruzioni ignaro dei pericoli! Non vogliamo giustificare i proprietari, ma chi ha creato i presupposti delle scorciatoie e delle furberie? Chi è complice dello scempio e del disastro dell'eternit e dell'amianto abbandonati addirittura in riva al mare, come testimoniato dalle foto dei ragazzi?
Ha preso poi la parola Alessandro Pugina, insegnate dell'IIS Colombo, a nome degli studenti che hanno affrontato il tema dell'eco-mostro del sito industriale Enel di Porto Tolle, in relazione allo studio della sua riconversione e della valorizzazione ambientale.
Per il loro lavoro hanno fatto ricorso a conoscenze e competenze curriculari: biologia, diritto, economia, chimica, fisica e laboratorio. Si sono prefissi degli obiettivi riguardo la conoscenza del territorio, la sensibilizzazione alle tematiche ambientali, collegandosi alle ricerche dei compagni delle medie, formulare delle ipotesi di sviluppo delle economie locali orientandosi fra le normative - Alessandro Pugina è insegnate di diritto - comunale, provinciale, regionale, nazionale, ma anche quella europea. Hanno diviso il loro lavoro in moduli: smaltimento dei rifiuti; analisi della situazione attuale; raccolta differenziata spinta per il recupero totale del riciclabile.
L'assessore ha lamentato che la centrale Enel non sarà riconvertita in nessuna forma e in nessuna modalità e, aggiungiamo noi, dopo il suo smodato utilizzo oggi non ci sono risorse per smantellarla! Il Comune sta raccogliendo delle idee anche dal mondo universitario perché anche solo smantellarla richiederebbe investimenti e creazione di posti di lavoro. Ha aggiunto che sono ben accette le proposte perché l'intento di tutti deve essere il bene comune.
Ha dato la sua disponibilità alla partecipazione per l'appuntamento provinciale di giovedì 14 maggio.
Ci auguriamo che quest'anno la provincia di Rovigo, al contrario dello scorso anno, sia presente e non adduca come scusa la scomparsa della Provincia! Perché all'opposto degli adulti le sentinelle riusciranno a trovarla!
Sempre lunedì 24 marzo altre giovani sentinelle sono state ospiti del Comune di Agliana.
Luisa Tonioni, vicesindaco e assessora all'Istruzione, Italo Fontana, all'Urbanistica, Massimo Vannuccini, alla Cultura e allo Sport, e Valentina Noligni, al Bilancio hanno accolto ragazze e ragazzi dell'Istituto Capitini, guidati sempre dall'infaticabile professor Santagati.
Nel suo saluto, Luisa Tonioni ha ringraziato la Fondazione del prezioso lavoro e ha manifestato la sua disponibilità a partecipare a questo percorso di formazione alla cittadinanza, sottolineando come la scuola sia il luogo dove apprendere l’importanza del rispetto delle regole e la coerenza nell'applicarle.
L’amministrazione è particolarmente contenta per questo confronto fra scuola ed istituzioni che è una caratteristica del progetto sulla cui articolazione si è poi soffermata la Fondazione, descrivendone i dettagli e gli obiettivi: tre appuntamenti e la Conferenza finale per promuovere, grazie al protagonismo di studenti e studentesse, la loro partecipazione alle scelte che riguardano la comunità intera, esercitandosi alla discussione, al confronto con chi ha il governo della cosa pubblica. Ha ricordato ancora le belle proposte elaborate in questi anni dagli studenti di Agliana sotto la preziosa guida del proprio insegnante.
L’argomento scelto dagli studenti e dalle studentesse riguarda l’edificio scolastico, le condizioni e la necessità di interventi e la legalità passa anche da questo, dal rispetto e dalla cura del bene comune.
Hanno esordito con una video-intervista al Dirigente scolastico in merito alle condizioni della struttura scolastica e, dal colloquio emerge che la dirigenza non è stata consultata in merito alle priorità da affrontare nella pianificazione degli interventi di ristrutturazione.
Gli studenti sottolineano come siano state stanziate risorse solamente per il rifacimento del cappotto termico e degli infissi, mentre il problema principale riguarda il tetto in precarie condizioni per le numerose infiltrazioni di acqua, nonostante vi siano stati interventi nel corso degli anni.
Italo Fontana assicura che il sopralluogo dei tecnici della Provincia c’è sicuramente stato, come prevede la prassi, prima di stabilire le priorità di intervento, ma fa notare che i tempi fra ricognizione tecnica, indizione delle gare d’appalto e assegnazione dei lavori sono di solito lunghi e quindi dalla presentazione del progetto all’arrivo dei finanziamenti possono trascorrere degli anni.
Non si può escludere quindi, che all’inizio della procedura la necessità fosse il cappotto, mentre il problema tetto sia emerso solo successivamente.
Per lo spazio esterno prospiciente l’edificio scolastico i giovani hanno proposto pensato ad un’opera di riqualificazione in collaborazione con la Provincia e qualche vivaio, in cambio di istallazioni pubblicitarie. L’amministrazione comunale ritiene l’idea di coinvolgere i privati praticabile ed incoraggia i ragazzi a procedere in tal senso.
Altra proposta è quella di ridipingere le stanze malridotte acquistando i materiali e cercando di coinvolgere dei volontari fra studenti e genitori, chiedendo anche l’aiuto del Comune di Agliana. Anche in questo caso occorre molta attenzione in relazione alla necessità di copertura assicurativa dei soggetti interessati. I ragazzi e le ragazze con le loro slide documentano le numerose criticità all'interno dell'edificio: dai bagni ai vetri delle finestre rotti, ai muri rovinati fino al buco nella parete fra un bagno degli studenti e un'aula che lascia filtrare tutti i cattivi odori!
Lamentano ancora i giovani la mancanza degli spazi: in particolare non vi è un locale destinato alle assemblee d’istituto ed i ragazzi sono spesso stati costretti a pagare di tasca propria l'affitto di un teatro per poter esercitare il loro diritto di riunirsi, sancito dalle norme degli Organi collegiali
La Fondazione ha fortemente sottolineato questo aspetto: si tratta di un diritto negato e invita i giovani ad esercitare ogni pressione sui propri rappresentanti nel Consiglio d'Istituto per l'esigibilità di questo diritto.
Massimo Vannuccini è stato studente dell'Istituto e rappresentante in Consiglio e ricorda che le assemblee si tenevano nella palestra, propone loro di richiedere che si svolgano ancora nella stessa palestra e dichiara che l'amministrazione comunale è disponibile a fornire per l'occasione gli strumenti audio.
Segnalano ancora i giovani la questione dell'appezzamento di terreno inutilizzato situato dietro l’edificio scolastico, esiste un progetto per la costruzione in quel luogo di un campo da calcio ma la costruzione è bloccata da un contenzioso fra Comune e soggetto privato.
L’amministrazione dice che è vero che c’è un contenzioso su quell’area ma essendoci un regolamento urbanistico è stabilita la proprietà dell’area e tutti gli usi possibili all’interno del perimetro. Si tratta di 21.000 mq, 7000 dei quali di superficie calpestabile con possibilità di un ulteriore ampliamento dell'edificio esistente. La Provincia ha quindi la possibilità di fare un intervento mirato sull’area. Fra l’altro la scuola si trova all’interno di un corridoio ambientale che si è voluto creare ad Agliana, quindi si presta bene allo svolgimento di attività di tipo sportivo.
In seguito al forte vento del 5 marzo, sono stati danneggiati alcuni alberi nel cortile della scuola e i ragazzi chiedono la rimozione delle piante pericolanti. Luisa Tonioni chiarisce che, essendo la competenza della provincia, il Comune può solo intervenire nel segnalare la problematicità all’organo competente.
In ultimo i ragazzi segnalano anche problematiche di furti all’interno della scuola e la mancanza della cassetta di pronto soccorso. Situazioni di una certa gravità, sottolinea la Fondazione, che suggerisce di fare la lista delle cose di cui occuparsi in sede di consiglio d’istituto e di utilizzare il progetto Sentinelle per dare voce e rafforzare le proprie richieste tramite il coinvolgimento di più studenti possibili all’interno della scuola.
Il confronto franco e diretto, la discussione ricca di spunti e osservazioni ha fatto trascorrere il tempo senza che ce ne accorgessimo, facendoci apprezzare il clima dell'incontro, la buona disponibilità a dibattere da parte di tutti, la partecipazione attenta e convinta degli amministratori.
Con tutti ci siamo dati appuntamento per lunedì 25 maggio, ospiti della Provincia di Pistoia.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
mercoledì 25 marzo 2015
Poggibonsi e Bagno a Ripoli: le giovani sentinelle si confrontano con i propri amministratori
Poggibonsi e Bagno a Ripoli: le giovani sentinelle si confrontano con i propri amministratori
Lunedì 23 marzo nuovo doppio appuntamento con le Giovani sentinelle a Poggibonsi e a Bagno a Ripoli.
Nella bella sala conferenze del centro Accabi Hospital Burresi, edificio che un tempo ospitava il vecchio ospedale di Poggibonsi, luogo di accoglienza dunque, ragazze e ragazzi delle due scuole medie del Comprensivo 1, Marmocchi del capoluogo e quella di Staggia, sono stati accolti dalla presidente del Consiglio comunale, Enrica Borgianni, che ha salutato i giovani impegnati nel percorso di educazione alla cittadinanza, per il quale ha ringraziato la Fondazione Caponnetto oltre naturalmente il lavoro prezioso delle insegnanti. I giovani sono protagonisti di questa vera e propria sfida culturale che è la battaglia a favore della legalità, battaglia da sostenere quotidianamente e che ha bisogno del sostegno di cittadini e amministratori. In questo senso è importante il ruolo degli uomini e delle donne che si occupano del governo delle città nel dialogo e nel confronto, nel sostegno alle iniziative che valorizzino la partecipazione e la democrazia.
La Fondazione ha ribadito quanto sia importante questo percorso di cittadinanza che prende il via con l'incontro a scuola, poi il lavoro dei giovani con i propri insegnanti trova un primo luogo di confronto nel secondo appuntamento nelle sale consiliari, a testimoniare il particolare compito degli amministratori di offrire il proprio contributo nell'indicare come si prendono le decisioni, come si sceglie, come si usano le risorse pubbliche. Questo confronto è un passaggio importante di quella educazione alla cittadinanza cui mira il progetto Giovani sentinelle. E questa esperienza si ripete in maggio ad un livello differente con chi amministra le province e ne confronto fra progetti diversi di più scuole che, raccolti in un volume, costituiranno memoria del progetto stesso e traccia di quanto i giovani mettono a fuoco per la discussione pubblica.
Ad intervenire per primi quelli della scuola media Marmocchi, che hanno già partecipato al progetto degli scorsi anni. Nell'ultimo avevano posto il problema degli spazi nella propria scuola, luogo dove trascorrono molto tempo e che vorrebbero più accogliente e confortevole. In questi ultimi mesi hanno realizzato l'aula del silenzio, spazio dove potersi fermare per riflettere e pensare, con un arredamento sobrio e molto semplice. Inoltre hanno cominciato a decorare gli spazi comuni, convinti che questo loro impegno sia da stimolo, per i propri compagni, nell'assumere comportamenti corretti e responsabili, nell'avere cura dei beni che appartengono a tutti. Forti di questi lavori realizzati sono tornati alla carica richiedendo che l'amministrazione comunale metta in sicurezza ed esegua quei lavori nello spazio all'aperto che studenti e studentesse hanno proposto di trasformare in luogo per lezioni e di incontro. Per dare maggiore rilievo e visibilità hanno prodotto con la guida del proprio insegnante un plastico che riproduce la propria scuola che riproduce la soluzione da loro prospettata.
Poi è stata la volta di quelli di Staggia. Dove vivono vi è un edificio che dopo essere state edificate strutture portanti e muri esterni è stato abbandonato. Ci sono ancora ponteggi e resti dei lavori. Lo stato di degrado è molto avanzato e il luogo è divenuto ricettacolo di attività illegali. Questo “mostro deturpa il paesaggio urbano e i giovani si sono posti il problema di come trasformarlo. A significare la loro attenzione e le loro preoccupazioni si sono divisi in gruppi e hanno disegnato delle soluzioni: centro sportivo, culturale, luogo di ritrovo, di incontro, spazio per attività fisiche, che hanno illustrato con molta cura con un power point. Hanno voluto così offrire ai cittadini degli spunti di riflessione per sostituire il vecchio edificio con uno nuovo e pubblico che riqualificherebbe la frazione di Staggia e hanno fatto delle ipotesi sugli usi, riconoscendo che la scelta finale debba essere frutto di un coinvolgimento dei cittadini. Hanno voluto dare un bel segnale di essere protagonisti della legalità con il proprio progetto e i cartelloni che hanno esposto sono la migliore testimonianza di questo loro impegno.
Enrica Borgianni ha manifestato il suo stupore davanti ai progetti, alla abilità e al lavoro di ragazzi e ragazze per essere attori del costruire insieme una comunità coesa e attenta, ha riconosciuto che alla base vi è certamente una esigenza di creare spazi, anche se nel comune ve ne sono altri e importanti, e come presidente del Consiglio comunale si impegna a fare da tramite con chi ha il governo della città nel riprendere e nel discute queste proposte. Ha apprezzato molto lo spirito con cui hanno lavorato e hanno partecipato al confronto i giovani.
La professoressa Cortigiani che guida studenti e studentesse del Marmocchi ha sottolineato che i ragazzi e le ragazze si sono trovati a contatto con il tema della cittadinanza attiva anche nel piccolo della propria scuola la scuola e hanno deciso di accettare la sfida della Fondazione, ha ricordato le visite, con gli altri giovani del progetto, del 22 settembre e 18 dicembre a Roma dove hanno incontrato il Presidente della Repubblica e quelli del Senato e della Camera, ha ribadito in ultimo, dopo aver ringraziato l'amministrazione comunale per la vicinanza alla scuola, l'esigenza di una maggiore concretezza e il bisogno che i giovani ricevano segnali concreti da parte di chi governa la cosa pubblica.
La discussione ha suscitato la curiosità dei due genitori presenti che hanno voluto conoscere meglio il progetto e poi con tutti ci siamo dati appuntamento a Siena per martedì 19 maggio.
Sergio Tamborrino
Responsabile Progetto Scuola Toscana
A Bagno a Ripoli le sentinelle sono state ospiti del loro sindaco, Francesco Casini, che le ha accolte con le assessore all'Istruzione, Annalisa Massari, e alla Legalità, Francesca Cellini. Ha innanzi tutto ringraziato la Fondazione dell'impegno a favore della legalità all’interno delle scuole e ribadito tutto l’orgoglio dell’amministrazione nell’ospitare la sede della Fondazione.
La presenza degli amministratori testimonia l’attenzione al tema della legalità in particolare con i giovani, che rappresentano il futuro della comunità. Il Comune di Bagno a Ripoli ospita ogni anno il Vertice antimafia della Fondazione che il Sindaco auspica sia sempre più partecipato dai giovani ed annuncia la prossima iniziativa di maggio sulle zoomafie. Ha ribadito l'intenzione dell’amministrazione di continuare a percorrere questa via di educazione alla legalità insieme alla Fondazione Caponnetto.
Ha poi preso la parola la Fondazione, ricordando che nel comune di Bagno a Ripoli è attiva, sin dall’inizio del progetto, una collaborazione con la Polizia Municipale grazie all’impegno del suo comandante Filippo Fusi e dell’Ispettore Valentino Maltinti.
La classe 2 A della scuola media Granacci ha esordito per prima con un progetto sul rispetto delle regole all’interno della scuola. Gli studenti hanno fatto un’indagine per mettere in evidenza quali siano le regole che non vengono rispettate e quali le conseguenze, si sono divisi in gruppi, ognuno si è preso il compito di documentare con foto i beni manomessi, situati in una specifica area della scuola.
La maggior parte delle regole che non vengono rispettate sono quelle che servono a tutelare i beni comuni, ad esempio i banchi vengono rigati, i muri imbrattati con graffiti, i bagni rotti, i rifiuti buttati all’esterno dei cestini. Il risultato è stato che le regole non vengono rispettate perché ci sono dei ragazzi che così facendo si sentono ‘fighi’, oppure per noncuranza o per pigrizia.
La conclusione è che se non si rispettano le regole i beni comuni vengono rovinati e ci si danneggia a vicenda.
I ragazzi non hanno ancora completato il proprio lavoro e quindi la Fondazione ha ricordato un analogo tema fatto, sempre a Bagno a Ripoli, dai ragazzi del comprensivo Caponnetto. Al degrado all’interno della propria scuola hanno contribuito gli stessi compagni e quindi bisogna chiedersi: ma io che cosa posso fare? Girarmi dall’altra parte ed essere complice? Oppure per essere credibili prendere da esempio i compagni del comprensivo Caponnetto che lo scorso anno si sono dati appuntamento 4 pomeriggi e hanno ripulito la scuola? E, dopo averlo fatto, hanno sentito la fatica di quell’esperienza per far sì che non ci fosse più degrado e lavoro da fare …si sono date delle regole in difesa della propria scuole e dei loro beni comuni. La Fondazione ha chiesto ai ragazzi di indicare una soluzione per maggio! Ognuno di noi deve cominciare a fare qualcosa in prima persona.
È toccato poi ai ragazzi della 2 B Volta e della 2 A Gobetti che hanno realizzato un questionario sulla discriminazione razziale, l’orientamento sessuale e gli atti discriminatori nei confronti delle persone con disabilità, ponendosi l’ulteriore obiettivo di non utilizzare carta per la distribuzione del questionario ma siti web dove poter caricare il questionario per raccogliere risposte, e vari account da mandare a diverse gruppi di persone: docenti, genitori, alunni, dipendenti comunali.
Le risposte ottenute sono state raccolte in alcuni grafici. Per ora è stato somministrato a circa 400 persone, ma chiedono un aiuto a divulgarlo ad un numero più ampio e a coloro che non hanno completato il questionario di farlo, in modo da poter avere ancora risposte, e sottolineano come nel corso di questo lavoro siano riusciti a fare un uso responsabile di internet.
Gli studenti della 2 IT hanno proiettato un breve video sulla discriminazione che ben si presterebbe per un utilizzo come “pubblicità progresso”. Per il sonoro la scelta è caduta su “I have a dream”, frase che nel video è tradotta in tante lingue diverse e rappresentata da tanti volti diversi fra cui molti ragazzi della scuola e della stessa insegnante, Maria Ester Mastrogiovanni, perché serva da monito contro la discriminazione e sia segno di speranza per un mondo senza discriminazioni.
La 2 B ha riproposto il progetto Non camminare sulle spalle degli altri, iniziato tre anni fa da una classe quarta del Gobetti che prevedeva la realizzazione di una campagna pubblicitaria mirata sui mezzi dell'Ataf per invitare i cittadini a pagare il biglietto dell’autobus.
Tre anni fa avevano avuto assicurazioni da parte del Comune e Provincia che si sarebbero fatto carico delle spese di stampa dei manifesti e, dopo un incontro con l’Ataf, la disponibilità dell'azienda ad inserirli negli spazi pubblicitari negli autobus. È passato un anno e mezzo ma i ragazzi non hanno dimenticato e lo scorso anno hanno riproposto il tema; nel frattempo l’Ataf è stata privatizzata e la nuova proprietà ha comunicato che per quella campagna pubblicitaria sull’autobus con quei disegni dei giovani, gli stessi avrebbero dovuto pagare come se fossero degli operatori economici!
L’Ataf ha prospettato ai ragazzi altre soluzioni quali inserire i disegni sul retro dei biglietti, ma dei manifesti neanche parlarne! Poi il silenzio, l’Ataf non si è più fatta sentire!
Gli studenti chiedono di riprendere i contatti con Ataf in modo da portare a termine tale progetto ormai in cantiere da tre anni. Le Sentinelle non mollano!
La Fondazione ha chiesto all’Amministrazione un impegno a sollecitare tutte le parti in causa, istituzioni comprese, per trovare insieme una soluzione alla richiesta dei ragazzi per far emergere il buon senso ed avere dei buoni servizi contro i paradossi di cretese memoria!
Maurizio Poggi ha lodato il lavoro dei ragazzi sottolineando l’evidente buona scuola che rende possibile tali espressioni, si è dichiarato disponibile, per la zona di Sieci, a divulgare il questionario e ha presentato Salvatore della Cooperativa Lavoro e non Solo che ha raccontato di come Corleone capitale della mafia oggi possa definirsi invece capitale dell’antimafia.
Il suo racconto ha conquistato i ragazzi: la sua infanzia in una terra in cui nominare la mafia era vietato e oggi sentire cittadini ed istituzioni parlare di mafia costituisce un grosso passo avanti per sconfiggerla; la nascita della cooperativa, giovani corleonesi che dicono no alla mafia e chiedono allo Stato, grazie alla legge 109, di farsi assegnare i terreni confiscati appartenuti a Riina, Provenzano, Liggio, per poi coltivarli.
I primi anni sono stati duri. La mafia cercava con le minacce di non far emergere il lavoro e i sacrifici della cooperativa, ma lui e gli altri soci non si sono lasciati intimidire, i primi segnali di solidarietà venuti dai ragazzi toscani e poi da tutta Italia. I ragazzi venivano ospitati nella palestra del comune dove mangiavano e dormivano, poi Casa Caponnetto, oggi ostello che ospita tutti gli anni oltre 900 ragazzi. Grazie alla Cgil, allo Spi, all'Arci, la cooperativa ha continuato a battersi e a cercare condivisione con altre realtà, ha coinvolto 30 produttori onesti di Corleone ad associarsi dando vita a Fior di Corleone, associazione che oggi si riunisce a Casa Caponnetto. La Fondazione deve dire grazie a loro e alla loro esperienza se quest'anno al progetto Sentinelle partecipano due scuole di Corleone e il prossimo anno altre di due diversi comuni. Questo ha permesso agli studenti siciliani di essere ospiti a Roma il 18 dicembre scorso in Senato e alla Camera e in viale Trastevere del Ministro Stefania Giannini e, il 12 marzo a Palazzo Vecchio insieme a studenti e studentesse delle scuole fiorentine nel corso del secondo appuntamento del progetto 2014-2015.
Annalisa Massari ha lodato il lavoro dei ragazzi e degli insegnanti che studiano e approfondiscono il tema della cittadinanza nell’ambito della disciplina Cittadinanza e Costituzione e ha ribadito l'importanza del contributo a promuovere una cultura dell’antimafia fin da piccoli, perché spesso accade di adottare e far uso di schemi mentali di tipo para-mafioso che sono parte di modalità di pensiero di cui non siamo pienamente consapevoli.
L’amministrazione comunale è impegnata e sostenere questi percorsi di legalità, con questo spirito si è resa disponibile a trovare una soluzione sulla questione Ataf.
Alla fine di questo confronto ci siamo dati appuntamento, ospiti della città metropolitana, il prossimo18 maggio.
Editore Domenico Bilotta
Responsabile Nazionale Progetto Scuola
lunedì 23 marzo 2015
Le sentinelle di Roccastrada-Ribolla unite da un ponte virtuale con quelle di Lastra a Signa
Le sentinelle di Roccastrada-Ribolla unite da un ponte virtuale con quelle di Lastra a Signa (FI)
Si susseguono a ritmo incessante gli appuntamenti delle giovani sentinelle!
Venerdì 20 marzo appuntamenti a Roccastrada e Lastra a Signa.
Nella sala del cinema di Ribolla le giovani sentinelle dell'Istituto comprensivo Leopoldo di Lorena si ritrovano con il sindaco di Roccastrada, Francesco Limatola, l'assessora Sara Pericci che ha la delega anche per le Politiche scolastiche.
La partecipazione è grande: genitori e cittadini si affollano all’entrata impazienti, dentro bambini e bambine che fanno le “prove” e scalpitano nel voler presentare i loro lavori, con loro le infaticabili insegnanti Loredana D’Elia e Vincenza De Falco, entusiaste anch’esse per l’opportunità che questo progetto ha dato ai bambini nell’essere protagonisti dei loro sogni e dei loro desideri.
In apertura il Sindaco ricorda come sia stata proprio la figura di Caponnetto, le sue idee, i suoi valori a spronarlo ad impegnarsi nella gestione della cosa pubblica.
La Fondazione saluta il pubblico e spiega che non si tratta di un evento ma di un percorso formativo dove i ragazzi imparano ad essere cittadini attivi e responsabili per una comunità che cresca su valori democratici, rispettosa delle regole, che difende i beni comuni. Ha ricordato come in questo percorso i giovani incontrano le proprie Istituzioni, da quelle locali a quelle nazionali, e si confrontano con loro su temi a loro cari. Agli adulti e alle Istituzioni il compito di collaborare alla ricerca di soluzioni, ad essere credibili e di esempio.
Bambini e bambine della scuola primaria di Ribolla raccontano il percorso compiuto con il progetto Sentinelle dal primo incontro avuto con la Fondazione Caponnetto durante il quale hanno affrontato il problema della mafia, partendo dalla conoscenza della figura di Antonino Caponnetto.
Da qui sono partiti alla scoperta del proprio territorio e delle criticità che presenta, prima fra tutte la mancanza di un edificio scolastico adeguato. Sul pannello appare l’articolo 3 della Costituzione e alcuni ragazzi leggono ad alta voce e poi spiegano parola per parola il suo significato e fanno notare a noi adulti come spesso sia stato ignorato o mai applicato! Forti di quelle frasi hanno chiesto il diritto di vivere in un edificio scolastico adatto alle loro esigenze.
Con cartelloni colorati descrivono i numerosi aspetti negativi e le parti fatiscenti della scuola esistente, ospitata nei vecchi dormitori dei minatori.
Caterina e Augusto fanno notare che le aule troppo strette e non permettono di giocare o di respirare infatti le aule si riempiono di anidride carbonica e quando piove e non possono aprire le finestre, l’aria viziata li fa ammalare. Portano come esempio un’indagine dell’Arpat fatta su un campione di 1000 scuole toscane dove per queste cause le malattie respiratorie sono in aumento e quindi rivendicano il loro diritto alla salute!
Teseo ricorda l’incidente occorso ad una sua compagna alla quale è caduto un pezzo di davanzale dietro il collo, costringendola a recarsi in ospedale. L’aula di immagine è troppo stretta e non possono lavorarci tutti insieme. Quella multimediale ha i muri e le cattedre rotte, inoltre non ha lavagne multimediali ma solo vecchi televisori.
L’orto botanico non può essere neanche chiamato così perché lo spazio è di cinque metri quadrati e non si possono fare esperimenti, l’intonaco si stacca e anche le piante si lamentano dell’inquinamento esistente! Martina fa notare che il cortile ha i giochi pieni di ruggine e pericolosi.
Prosegue Federica che sottolinea il problema dell'accesso al piano superiore senza scale mobili o ascensori in violazione delle norme in difesa dei disabili.
Denise denuncia la carenza di aule e attrezzature per fare esperimenti. A dare manforte interviene Lucrezia ricordando che nell’aula di musica ci sono i muri che si staccano e l’insonorizzazione causa disturbi alle altre classi. Succede spesso che i bimbi si facciano male agli spigoli delle finestre! Il corridoio è troppo stretto e se i bambini corrono c’è il rischio di scontrarsi e farsi male.
Cecilia lamenta che la biblioteca è piena di polvere e più che libri contiene scatoloni!
In palestra non solo non ci sono attrezzature e diventa noiosa l'ora di educazione fisica quando fuori è brutto tempo, ma addirittura ci piove! Anche in bagno ci piove ed è poco igienico perché le maestre e i bambini sono costrette ad attraversarlo per passare da un’aula all’altra! Ma le carenze non finiscono qui: manca l’aula magna per fare le assemblee; in quella di informatica i computer non funzionano o hanno i virus; il cibo della mensa viene da Roccastrada e quando arriva è già freddo.
E termina Teseo che afferma …e chi più ne ha più ne metta!
I bimbi della V B vorrebbero aule ampie e luminose, uno spazio per studiare insieme, spazi relax interni, laboratori attrezzati e funzionali, aula magna per le assemblee per imparare a socializzare e discutere come in Parlamento! Una biblioteca per prendere i libri in prestito, uno spazio esterno con nuovi giochi e l’orto botanico.
Hanno esteso la loro inchiesta sulla scuola che vorrebbero anche alle altre classi dell’istituto ed hanno somministrato ai loro compagni un questionario con tre domande:
- l’edificio scolastico che frequenti soddisfa in modo adeguato i tuoi bisogni di studente?
Tre studenti hanno risposto si, tutti gli altri no.
- Sei d’accordo con il fatto che dovrebbe essere sostituito con un edificio nuovo?
Solo 1 alunno ha detto no, tutti hanno risposto si.
- Se rispondi si, indica quali sono le strutture che vorresti inserire. Fra le 10 opzioni più una libera quella scelta dalla maggioranza degli studenti è stata: aule spaziose e ben illuminate.
Conclusioni: l’attuale edificio scolastico non soddisfa le esigenze degli alunni, ne vorrebbero uno nuovo con aule più spaziose.
I bambini sono passati all’azione cercando sul web le migliori scuole europee (Svezia, Norvegia, ma anche in Italia) e hanno coniato uno slogan: Cercare per credere! Le immagini lasciano senza parole tutti! Ma fanno anche riflettere.
La Fondazione rivolgendosi ai genitori denuncia quello che è emerso in questo sei anni di progetti. Il Liceo scientifico Redi di Arezzo, l'Istituto tecnico Marco Polo di Firenze, il Liceo XXV Aprile di Pontedera hanno affrontato da punti di vista diversi la questione degli edifici scolastici: a Pontedera i ragazzi hanno raccolto una parte di somma per fornire la loro scuola di pannelli fotovoltaici e avere energia pulita; accanto al Liceo Petrocchi di Pistoia da oltre 20 anni c’è una caserma abbandonata e loro, con un video, raccontano la loro condizione quotidiana far lezione in... ascensore! E che dire di Aulla? Da quattro anni i coetanei dei ragazzi e delle ragazze di Ribolla che fanno scuola in dei container! Il loro diritto all'istruzione è solo un sogno?
I ragazzi danno consigli al sindaco per recuperare le risorse necessarie: attraverso la lotta all’evasione fiscale, alla corruzione, alla mafia.
Le loro proposte devono indurci a riflettere e chiederci di fare una seria lotta invece di svendere gli immobili dello Stato e di tutta la comunità per far cassa! Incominciamo a ristrutturare, a rendere gli spazi adeguati utilizzando materiali e tecniche all’avanguardia. Rimetteremmo sicuramente in moto l'economia e renderemmo il nostro Paese più vivibile, anche i piccoli borghi, come accade in altri paesi europei, dove esistono centri con attrezzature adeguate e dove i giovani hanno la possibilità di socializzare e vivere in spazi idonei.
Francesco Limatola ha lodato la partecipazione accorata dei ragazzi che a differenza degli adulti non hanno solo criticato ma hanno fatto delle proposte concrete che il sindaco adotta e si impegna a sostenere. Intanto nel darsi delle scadenze: nella palestra attuale verrà sistemato il tetto nelle prossime settimane e l’Adsl richiesto dai ragazzi sarà installato nella scuola di Ribolla.
Il sindaco è d’accordo sulla necessità di una scuola nuova, l’Amministrazione sta provando un po’ per volta a mettere da parte il soldi per realizzarla, altri finanziamenti vanno ricercati con il sostegno del Governo centrale. Per questo non farà mancare la sua presenza con i suoi giovani cittadini all’appuntamento del 22 maggio in Provincia, come pure alla Conferenza finale di ottobre a Firenze.
Marina Biagiotti
Referente Progetto Scuola per la Provincia di Grosseto
Sempre venerdì, alla stessa ora, a Lastra a Signa, incontro con le giovani sentinelle dell'Istituto comprensivo. Ragazzi e ragazze delle due classi, una seconda e una terza, con le proprie insegnanti, Rossella Ciuffi e Laura Giardini, sono state accolte insieme con la Fondazione nella bella sala dello Spedale di sant'Antonio dalla sindaca, Angela Bagni, e dalla presidente del Consiglio comunale, Gemma Pandolfini.
Proprio Gemma Pandolfini ha porto il saluto della città ai giovani impegnati nel percorso di educazione alla legalità. In mattinata ragazzi e ragazze avevano incontrato Giuseppe Quattrocchi, procuratore capo di Firenze ormai in pensione che discute volentieri con i giovani di legalità, e l'appuntamento del pomeriggio ha costituito il coronamento di una giornata intensa. Ha ringraziato la Fondazione per l'impegno con il quale tiene fede all'insegnamento di Antonino Caponnetto, ai valori in cui credeva.
Luciano Cianti, Dirigente scolastico, ha salutato i giovani impegnati in questo percorso e ha ricordato loro il valore delle regole.
La Fondazione nell'illustrare il progetto in tutte le sue articolazioni ha voluto sottolineare l'importanza di costruire percorsi di cittadinanza, esperienze grazie alle quali ragazzi e ragazze apprendano e facciano esperienza di cosa sia la discussione e il confronto con chi ha il governo della cosa pubblica, di come fare delle scelte, di come si giunge alle decisioni, dell'impiego del denaro pubblico nella realizzarle. Di questo intreccio è necessario che i giovani siano consapevoli e la scuola è il luogo dove acquisire una tale consapevolezza. La scelta di un tema particolarmente interessante è l'utile espediente per questo cammino di formazione.
Poi è toccato ai giovani. Preparati e organizzati, a turno hanno prima introdotto il tema: Il domani nelle mani. Hanno riflettuto dopo il nostro primo incontro e hanno puntato l'attenzione sull'edificio scolastico. Lì vi sono numerosi locali, nella parte seminterrata, che sono chiusi e servono come deposito di materiali inutilizzati. Di nuovo, con una costanza incredibile come per un accordo tacito con i loro coetanei di tante scuole di Toscana, hanno puntato l'attenzione al tema degli spazi, spazi non solo per il divertimento, ma per attività serie e interessanti, dove coltivare la conoscenza e le passioni, spazi – per l'ennesima volta – liberi dal consumo, dove ciascuno possa essere protagonista, dove incontrarsi e fare qualcosa in prima persona.
Con straordinaria pazienza e competenza hanno descritto lo stato degli ambienti, la loro ampiezza, le situazioni di degrado, l'accumulo di materiale abbandonato: video, tastiere, stampanti; poi hanno abbozzato una serie di interventi per ripristinare una condizione di agibilità, premessa per interventi che permettessero di destinare gli spazi alla fruizione di tutti: luoghi per lo studio, biblioteca, laboratori e sale per ritrovo.
Consapevoli che gli interventi comportano dei costi hanno dichiarato la propria disponibilità a fare dei piccoli interventi di ripulitura e recupero, indice di una maturità e di senso civico.
Il complesso delle proposte sono state raccolte nelle immagini del progetto che hanno fatto vedere e commentato con perizia e le hanno “lanciate” all'amministrazione comunale.
Angela Bagni non si è sottratta al confronto e, anzi, ha discusso e approfondito, ha ritenuto interessanti i propositi dei giovani, e a questa prima occasione di confronto altre ne seguiranno per meglio chiarire i diversi passaggi.
La Fondazione è tornata a sottolineare l'importanza di una serrata lotta all'evasione fiscale, strumento per ricercare risorse da investire, soprattutto nelle piccole comunità dove le casse pubbliche sono in sofferenza.
Le proposte dei giovani appaiono ad una prima considerazione frutto di sogni giovanili o di aspirazioni mal fondate, eppure senza questa dimensione di protagonismo è impensabile poter trasformare il nostro Paese che resta legato ad una sorta di immobilismo che soffoca ogni speranza.
Proprio per contrastare tale immobilismo abbiamo proposto la testimonianza di Franco, uno dei soci della cooperativa Lavoro e non solo di Corleone.
Quando Franco e i suoi compagni hanno scelto insieme di dare vita alla cooperativa, di chiedere l'affidamento delle terre confiscate alla mafia, di sfidare le consuetudini culturali della propria terra, di sfidare la mafia, creando del lavoro dignitoso e nel rispetto delle regole, anche loro sembravano dei “visionari”, eppure con la tenacia e l'intelligenza hanno pian piano modificato alcune condizioni: Corleone da capitale della mafia è divenuto luogo dell'antimafia sociale, dove è possibile lavorare, produrre e vivere a testa alta. A questo hanno contribuito anche i tantissimi volontari che, ogni anno, offrono il proprio contributo alla cooperativa, come ci ha ricordato Gaia, una delle giovani toscane che trascorre una parte delle sue vacanze in Sicilia a lavorare sulle terre confiscate.
Questo esempio deve aiutare anche i nostri giovanissimi nel perseguire i propri obiettivi nel rispetto delle regole e il confronto con amministratori e cittadini è stato il primo passo.
Il nostro augurio è che il loro progetto ne esca arricchito e che abbiano la capacità di convincere della validità delle loro proposte chi deve prendere le decisioni.
Con loro e con gli altri studenti e studentesse fiorentini ci ritroveremo lunedì 12 maggio per il terzo appuntamento.
Sergio Tamborrino
Responsabile Progetto Scuola Toscana
Le Sentinelle di Orbetello (GR) e di Pontassieve (FI) incontrano i propri amministratori
Le Sentinelle di Orbetello (GR) e di Pontassieve (FI) incontrano i propri amministratori
Giovedì 19 marzo le giovani Sentinelle sbarcano ad Orbetello.
Protagonisti sono i ragazzi e le ragazze dell'Istituto Comprensivo Don Milani guidati con passione dalla Dirigente Scolastica, Nunzia Squitieri, e dalle insegnanti, Beatrice Bersanti e Gabriella Solari, hanno scelto di occuparsi di raccolta differenziata.
L'appuntamento è previsto per le ore 16.00, ma già alle 15.30 tutto è pronto: studenti e studentesse, dopo aver montato le attrezzature necessarie alla proiezione dei lavori, approfittano del tempo rimasto per provare e riprovare i loro interventi e la disposizione sul palco.
Alle 16.00, puntualissimi e un po emozionati, si parte!
Nell'Auditorium comunale a fare gli onori di casa, il vice sindaco, Marcello Stoppa, e l'assessore all'Ambiente, Mauro Barbini. In sala genitori, rappresentanti della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Guardia Costiera e l'associazione Legalmente.
Nell'introduzione la Fondazione illustra il progetto agli adulti presenti, le finalità, il protagonismo dei giovani, la cittadinanza attiva e responsabile.
Ragazzi e ragazze salgono sul palco e prendono possesso, con padronanza, dello spazio. Iniziano a parlare della questione rifiuti illustrando la complessità del tema scelto anche attraverso riferimenti a vicende quali l'omicidio della giornalista Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi in Somalia perché avevano scoperto un traffico di rifiuti. Poi hanno intervistato la sindaca, Monica Paffetti, e l'assessore all'Ambiente, Mauro Barbini. Nell'aula consiliare hanno riproposto alcune domande: quanto costa smaltire i rifiuti nel nostro comune? Hanno appreso che costa 4 milioni di euro all'anno smaltire circa 12.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati, trasportati o in una discarica di Grosseto o all'inceneritore di Scarlino, mentre le alghe della laguna devono essere smaltite come rifiuti speciali. Inoltre, affermano che il Comune paga una ecotassa europea perché solo l'11% dei rifiuti vengono separati, mentre la raccolta differenziata dovrebbe arrivare almeno al 35%. I ragazzi si chiedono: come possiamo contribuire ad aumentare la percentuale di raccolta differenziata? Si propongono quindi di promuovere a scuola la raccolta differenziata e, grazie a questo loro impegno, sensibilizzare la cittadinanza, coscienti che questo tipo di comportamento costituisca anche una barriera nei confronti delle ecomafie.
Studenti e studentesse citano "l'isola dei rifiuti" nell'oceano Pacifico composta di plastica e altri derivati e, grazie all'aiuto della Guardia Costiera, scoprono che per decomporsi una gomma da masticare impiega 5 anni, un filo da pesca 600, una bottiglia di plastica 1000. L'oceano Pacifico è lontano, ma al largo dell'isola d'Elba, nel santuario dei cetacei, a causa del traffico di transatlantici costante su quella rotta e delle correnti, si è creato un ammasso di plastica che ha un effetto disastroso sull'ecosistema marino, quindi quando abbiamo una bottiglietta in mano, prima di gettarla, pensiamo bene alle conseguenze che può causare quel gesto!
Mauro Barbini afferma che la Regione Toscana è sempre stata molto attenta alla questione rifiuti, da qualche tempo è stato costituito l'ATO Toscana Sud, un unico gestore che ha raggruppato 109 comuni. La raccolta differenziata con i cassonetti lungo la strada non produce grandi risultati. Differenziamo circa 10-11%, mentre come singolo comune dovrebbe essere pari al 65% e nell'ATO del 35%.
A breve con la SEI Toscana metteremo i contenitori per la raccolta stradale dei rifiuti organici, partiremo anche con campane per il multimateriale leggero e il vetro separato a parte.
In molti casi è scarsa l'informazione, come ad esempio il ritiro degli ingombranti: a volte i cittadini abbandonano mentre sarebbe sufficiente una telefonata per prenotare un ritiro gratuito! La Dirigente scolastica lamenta i tempi biblici della SEI per il ritiro degli ingombranti e l'Assessore ammette che i tempi devono essere più brevi, ma richiede da parte dei cittadini un comportamento civile.
Mauro Barbini si complimenta per il lavoro della Fondazione, importante nel formare i giovani al difficile compito di correggere l'illegalità diffusa e si rende disponibile a partecipare anche ai futuri incontri. Interviene il professor Santoro dell'associazione Legalmente che ribadisce il ruolo della scuola nella formazione e sensibilizzazione delle giovani generazioni anche in riferimento alla tematica affrontate oggi dai ragazzi suggerendo all'assessore di incentivare di più la raccolta differenziata per risparmiare e creare anche posti di lavoro.
Come già in altri Comuni, la Fondazione ha chiesto all'amministrazione di dare dei segnali di fiducia ai ragazzi e alle ragazze, ad esempio riprendendo la proposta della Dirigente di ridurre la plastica delle bottigliette d'acqua, portando come modello l'esperienza del Liceo Petrocchi di Pistoia di prevedere delle cannelle di acqua di qualità nella scuola, e l'Assessore ha confermato la propria disponibilità.
A conclusione del confronto, vivace e interessante, abbiamo visto un video realizzato dai ragazzi sulla loro partecipazione alla marcia della memoria e della legalità organizzata dalla Fondazione a Pistoia e alla nave della legalità, entrambe nello scorso mese di maggio.
Una lunga strada ci attende ma dobbiamo percorrerla mano nella mano – diceva Antonino Caponnetto e con questo auspicio ci siamo dati appuntamento a Grosseto il 22 maggio prossimo con tutte le scuole della provincia.
Marina Biagiotti
Referente Progetto Scuola per la Provincia di Grosseto
Il secondo appuntamento della giornata, in contemporanea, è stato a Pontassieve. Alle 16.00, nella sala consiliare, le classi seconde dell'Istituto comprensivo, un folta presenza di genitori e cittadini, sono state accolte dal sindaco, Monica Marini, che ha salutato tutti ringraziando la Fondazione per il suo impegno e ha ricordato ai giovani il valore delle regole il cui rispetto è essenziale per favorire la partecipazione e la democrazia e, senza le quali, non è pensabile vivere insieme in una comunità.
Laura Cencetti, vicaria dell'Istituto, ha portato il saluto della Dirigente scolastica poi la Fondazione ha introdotto i lavori. Ai cittadini ha richiamato la scelta di Antonino Caponnetto di incontrare ragazzi e ragazze dopo la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, scelta che è all'origine dell'impegno della Fondazione di promuovere il protagonismo giovanile grazie al progetto delle giovani sentinelle che nella sua articolazione ha l'obiettivo dell'esercizio del confronto e della discussione con chi ha il governo della cosa pubblica al fine di favorire la cittadinanza attiva e responsabile.
Le classi seconde che hanno partecipato al progetto sono anche giovani giornalisti che partecipano ad un concorso del quotidiano La Nazione per il quale hanno scritto alcuni pezzi, pubblicati proprio nell'edizione di giovedì 19. In uno hanno raccontato la loro partecipazione al progetto, quali obiettivi si sono prefissi e il lavoro svolto, in un altro hanno intervistato Lucia Gori, presidente dell'associazione Uno per tutti e mamma di un giovane disabile.
Con la lettura dell'intervista ha preso il via l'illustrazione del loro progetto: hanno scelto di occuparsi dello stato di degrado del giardino del Pallaio, uno spazio cittadino che ritengono molto interessante da ripristinare per incontrarsi e giocare.
Il giardino è un luogo da adottare per ragazzi e ragazze e per questo motivo con l'aiuto di immagini hanno documentato lo stato di abbandono e di degrado, poi sono passati alla discussione a scuola che ha avuto come esito l'elaborazione di ben sei proposte che sono state poi riassunte in una sola.
Poi, a turno, studenti e studentesse illustrano che cosa intendono fare nel giardino: ripulire e recuperare un campetto da calcio e gli spogliatoi, giochi per ragazzi e ragazze diversamente abili, e questa parte del progetto è veramente interessante perché immaginano un giardino capace di accogliere, di includere nel gioco anche chi abilità differenti, segno di sensibilità curate dentro una scuola che accoglie. Il giardino immaginato dai giovani è uno spazio per grandi e piccoli, all'interno vi è un campo di bocce e questa presenza di così varia può favorire una maggiore cura e attenzione. Spesso queste proposte hanno come corollario la questione di chi controlla, ma in questo caso i giovani nutrono fiducia nelle virtù dei frequentatori e la Fondazione, con loro, ripropone che siano i cittadini stessi ad essere attivi nella cura: i meno giovani frequentatori del campo di bocce e un'area per cani potrebbero animare lo spazio durante l'intera giornata e dissuadere ogni tentativo di degrado, proprio in nome di una cittadinanza che ha a cuore i beni che appartengono a tutti. Abbiamo “provocatoriamente” sollecitato i ragazzi e le ragazze a prevedere uno spazio per la street art per gli edifici presenti nel giardino, forti dell'esperienza di Arezzo con quelli del Liceo artistico, proprio con l'intenzione di uno scambio fra esperienze diverse del progetto.
La sindaca ha voluto ringraziare per il bel lavoro, riconoscendo che il giardino ha necessità di essere sistemato e restituito all'uso pubblico. Per questa ragione ha acquisito i progetti per la sistemazione e promesso di favorire un lavoro in comune con ragazzi e ragazze.
Ha invitato anche lei a mantenere in buone condizioni lo spazio come compito di ciascuno, una attenzione condivisa fra i cittadini grandi e piccoli nella consapevolezza del rispetto e nella consapevolezza che il un bene appartiene a tutti, ha prospettato l'adozione del giardino.
I progetti dei giovani costituiscono un buon punto di partenza per il recupero e la Fondazione è tornata a proporre una giornata per la ripulitura in modo che vi sia un maggiore coinvolgimento della cittadinanza in questa opera di ripristino. Il confronto si è arricchito della testimonianza di Marcello Zuinesi, educatore, impegnato nel lavoro con giovani rom che lavorano al recupero di spazi per vivere e avere opportunità di scambio e conoscenza. Anche a Pontassieve abbiamo ripreso la proposta di una maggiore collaborazione fra l'amministrazione comunale e l'Agenzia delle entrate in modo da aggredire l'evasione fiscale, recuperando risorse disponibili e dando un segnale a cittadini e cittadine di contrasto effettivo all'illegalità che, in questo caso, rende evidente come la trasgressione di una regola significa approfondire le diseguaglianze fra i cittadini.
Con l'augurio che la discussione e il confronto abbiano arricchito il progetto delle giovani sentinelle e che questo lavoro comune con chi ha il governo della città prosegua ci siamo dati appuntamento a Firenze per lunedì 12 maggio.
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Sergio Tamborrino
Responsabile Progetto Scuola Toscana
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